Numero 5

ULULATI DI GUERRA - Parte 1

di Andrea Garagiola

Sede della Sezione Americana dello S.H.I.E.L.D., ufficio del direttore G.W. Bridge. Washington DC.
Mentre osservavo fuori dalla finestra dell'ufficio di Bridge, mi accorsi di quanto era cambiato il mondo dopo la guerra. I palazzi, le auto, gli aeroplani e, soprattutto, le persone. Anche io ero cambiato. Non ero più il giovane Jonathan “Junior” Juniper di cui tutti si ricordavano. O meglio, io non lo ero mai stato. Ero solo una copia del vero Jonathan fuggita da un laboratorio russo nel quale il mio corpo era stato invecchiato e riprogrammato per essere una macchina da guerra al loro servizio. Già, mi avevano pure invecchiato, nemmeno il nome di battaglia di “Junior” mi s'addiceva più. Avrei dovuto trovarne uno migliore.
- La missione procede alla grande, Jonathan... - Il direttore Bridge mi fece trasalire, la sua voce tonante riportò i miei pensieri sul nostro lavoro. - L'ho appena sentita, è già sul bersaglio e si appresta a colpire. I contatti radio d'ora in avanti saranno interrotti per evitare di essere individuati... Che Dio ce la mandi buona! -
- Bene! Ora speriamo solo di non deludere il colonnello Fury... -

La Volta. Rocky Mountain, Colorado. Una settimana prima.
Non avevo mai messo piede nel carcere speciale della Volta. Ero circondato da criminali ed ero teso, i miei sensi erano costantemente all'erta, forse un retaggio della mia natura di clone da combattimento. Di assassino programmato in laboratorio.
Bridge aveva già organizzato l'incontro. Nick ci aveva fornito dei dossier su potenziali elementi per svolgere al meglio la missione: selezionammo quattro candidati. La prima fu lei.
Katrina Van Horn, meglio conosciuta come Man Killer, era rinchiusa nella Volta dopo che era stata catturata da Moon Knight [1]. Nel suo corpo era stato impiantato un manufatto in grado di conferirle poteri sempre maggiori per ogni essere umano di sesso maschile che uccideva, lo avremmo sfruttato a nostro vantaggio. Un'equipe di scienziati S.H.I.E.L.D., sempre all'oscuro di tutto, venne inviata da Nick per collaborare con Marlene Alraune nella rimozione del potente oggetto magico. Mentre i cervelloni cercavano una cura, noi ci saremmo serviti di lei.
La osservai per qualche minuto ammanettata allo speciale tavolo per gli interrogatori, super rinforzato ovviamente, dal vetro a specchio che le celava la mia presenza. Sembrava calma e rilassata, me l'aspettavo rabbiosa. Lo speciale cocktail di farmaci brevettato dallo S.H.I.E.L.D. per placare i suoi bollenti spiriti e renderla più collaborativa, che i nostri scienziati le stavano iniettando durante le visite di controllo, stava facendo effetto. Ciò non tolse che la sua immensa mole mi incusse un certo timore.
Uno scatto metallico mi segnalò che la porta blindata che mi avrebbe condotto nella sala degli interrogatori era aperta, e così entrai. Le misi fin da subito la mia offerta sul piatto: lei doveva compiere una serie di missioni per una certa squadra speciale che si sarebbe formata a breve, ogni obiettivo raggiunto sarebbe stato un mese decurtato sulla sua pena. Non le piacque l'offerta e mercanteggiò, finché non decise di unirsi a noi. Avevamo concordato tre mesi in meno per ogni successo portato a casa.

Sede della Biosys Ltd. Miami, Florida.
La sede della società Biosys si affacciava direttamente sull'Oceano Atlantico e la vista era mozzafiato. La Biosys era una delle aziende di Arthur Weller, un ricco imprenditore e fratello di un senatore degli Stati Uniti, che, grazie agli agganci di quest'ultimo, era riuscito a piazzare alcuni dei suoi progetti alla Difesa. Alla Biosys ne stavano sviluppando alcuni e quello che più interessava allo S.H.I.E.L.D. aveva a che fare con un piccolo campione del simbionte alieno conosciuto con il nome di Venom. Lo S.H.I.E.L.D. aveva recuperato il campione dopo uno scontro e Weller, grazie al fratello, era riuscito ad entrarne in possesso per compiere esperimenti sempre per conto della Difesa.
Man Killer era sull'obiettivo. Quello non era più il suo nome in codice e il suo tradizionale costume era stato sostituito con una versione high-tech completamente nera e provvista di molteplici tipologie di schermatura e congegni per affrontare al meglio le missioni, compresa una serie di dardi narcotizzanti da lancio, arma in cui era una campionessa. Dopo aver comunicato a Bridge la sua posizione, come le era stato richiesto, spense la radio. E poi si fiondò verso il suo obiettivo. Non pensava ad altro che ai tre mesi in meno sulla sua condanna.
Due dardi colpirono la base del collo delle guardie alla reception. Juniper e Bridge erano stati tassativi su questo punto, non ci dovevano essere assolutamente vittime tra il personale dei laboratori. A malincuore obbedì agli ordini, la ricompensa era troppo ghiotta per lasciarsela scappare. La donna proseguì furtiva lungo i corridoi dell'edificio in direzione degli uffici di Weller, la sua presenza era celata dai dispositivi della tuta.
Altre due guardie piantonavano l'ufficio di Weller, la prima si beccò un dardo, preciso ed efficace, che lo fece cadere a terra in un lungo sonno. La seconda, invece, per sua fortuna, venne colpita solo di striscio e riuscì a sparare due colpi verso l'intruso, prima di accasciarsi al suolo e far compagnia al suo collega. I colpi vennero schivati dalla donna, ma avevano dato comunque l'allarme. Doveva sbrigarsi.
Si fiondò con tutta la sua possente massa contro la porta dell'ufficio di Weller e la sfondò. Lui la osservava, spaventato. Leggeva nei suoi occhi cosa voleva quella donna da lui. Lei non sapeva perché le era stato impartito quell'ordine, sapeva solo di doverlo fare e che avrebbe riassaporato l'aria di libertà un poco prima. E questo le bastava per sapere che doveva usare la sua forza per spezzare il collo di Weller. Lo fece e, perché no, ci provò anche un discreto gusto.
Non le restava che fingere di rubare il simbionte e la sua missione era compiuta, i mesi se li era guadagnati e ora doveva solo fuggire prima dell'arrivo delle autorità. Di recuperare il campione e metterlo sotto chiave per la sicurezza nazionale si sarebbe occupato un ignaro Dum Dum e la sua squadra di agenti.

La Volta. Rocky Mountain, Colorado. Una settimana prima.
Appena uscito dalla prigione chiamai Bridge e lo informai del successo. - Abbiamo il primo membro della squadra! Torno alla base... - Lo salutai velocemente e mi misi in viaggio per Washington, in attesa di ricevere direttamente da Nick Fury il fascicolo dettagliato sulla prima missione per Man Killer.
Dalla mia testa estraemmo una lista di cloni, come me, che i russi avevano già infiltrato nel territorio americano. Erano riusciti a sostituire politici, graduati militari e ricchi magnati statunitensi con delle loro copie, completamente biologiche e identiche agli originali. Solo che erano al servizio del nemico. Tutte figure insospettabili, protette dalla politica, dall'esercito e dal denaro. Persone inattaccabili. Nick, con tutto lo S.H.I.E.L.D., non poteva fare nulla per fermarli alla luce del sole, o comunque non sarebbe riuscito a farlo prima che fosse troppo tardi. L'unica soluzione rapida e precisa era quella di uccidere i cloni. Nick aveva deciso di mettere insieme una squadra di assassini e mercenari, facilmente controllabili, che potessero fare il lavoro sporco. E mise me e Bridge al comando della squadra. Decise di non farne parola con nessun altro, nemmeno con Dum Dum e Valentina, voleva assicurarsi che lo S.H.I.E.L.D. indagasse con naturalezza su quelle morti, così da evitare ogni possibile coinvolgimento. E forse anche perché aveva paura che loro non avrebbero capito.
Il primo obiettivo era Arthur Weller, la copia di Arthur Weller. Tramite il fratello senatore era riuscito a mettere le mani sul simbionte Venom. Faccenda molto brutta che si trovasse nelle mani di qualcuno controllato dai nemici degli Stati Uniti. Nick aveva avviato indagini approfondite sui nomi estratti dalla mia memoria e aveva notato che nelle ultime settimane ognuno di essi aveva modificato i propri impegni e si era concentrato su altro. Forse era solo una coincidenza, ma molto più probabilmente c'era stato qualche cambiamento ai piani alti dell'operazione di infiltramento. O, peggio ancora, voleva dire che si stavano preparando a qualcosa di grosso, forse un attacco decisivo e coordinato. Qualsiasi fosse il motivo di questi cambi repentini, per noi aveva solo un significato: dovevamo agire, e dovevamo farlo in fretta. E, sopratutto, non dovevamo avere scrupoli.

Sede della Sezione Americana dello S.H.I.E.L.D., ufficio del direttore G.W. Bridge. Washington DC.
La prima missione che mi era stata affidata da Nick fu un successo. Bridge si complimentò a lungo con me, tempestandomi la spalla con le sue grosse mani. Ero fiero e orgoglioso. Finalmente, dopo tutti i guai che avevo causato allo S.H.I.E.L.D. e a Nick, avevo trovato un modo per sdebitarmi con lui e con la nazione che avevo messo in pericolo.
Non mi restava che inviare il rapporto della missione a Nick. Lo scrissi pieno di soddisfazione e con ottime prospettive per il nostro progetto. Man Killer aveva eseguito alla lettera gli ordini, nessun innocente era stato ferito e il campione di simbionte alieno era nelle mani dello S.H.I.E.L.D. Nick mi aveva dato carta bianca nonostante la delicatezza dell'agente messo in campo: l'artefatto incastonato nel corpo di Man Killer la rendeva assetata di sangue maschile, ma, anche grazie al lavoro degli scienziati, eravamo riusciti a portare a casa il primo successo di questa nuova Squadra Segreta. Il primo di molti, sperai con tutto il cuore. Più rileggevo quelle parole, “Squadra Segreta”, più le trovavo fuori posto, qualcosa di impersonale. Nick mi disse che questa sarebbe stata la mia squadra. Allora decisi quale sarebbe stato il suo nuovo nome in codice. Il nome suonava male ed era antiquato, ero pur sempre una nostalgica copia artificiale piombata nel nuovo millennio da poco tempo. Me lo si poteva perdonare. E poi, in fondo, questo nome sarebbe rimasto solo tra pochi intimi.

SECRET HOWLING COMMANDOS:
Operazione Venom completata con successo.
Soldato semplice Jonathan "Howling Wolf" Juniper

Sì, alla fine avevo optato per un nuovo nome in codice. Non mi restava che chiedere a Nick una promozione.


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NOTE:
[1] - Vedi Moon Knight #12 - MarvelIT