MARVEL IT presenta:

 

28

The show must go on

seconda parte

 

di rossointoccabile

 

Il luogo. Innegabilmente un laboratorio.

Il suo uso è magari poco chiaro.

Computer, oltre l'immaginazione umana. Vasche di coltura, ma di dimensioni ciclopiche.

Lunghi tavoli pieni di alambicchi e strumenti magici.

La gran parte degli oggetti sono assolutamente sconosciuti.

Qua e la qualcosa di vagamente familiare.

Un bastone, con due teschi ai lati, parzialmente smontati, come se fossero costituiti da quella che, in altri contesti, avremmo potuto tranquillamente presumere essere nanotecnologia.

Una cosa a metà tra una maschera rituale e un enorme fiore, con gli occhi chiusi e infilzata al tavolo con un colossale spillone.

Medaglioni di varie forme, che contengono occhi parzialmente aperti, tutti vitrei nella morte.

Spade, martelli, asce: tutti chiaramente vuoti delle energie che potrebbero aver mai contenuto.

Appoggiata contro la parete una grande pisside abbandonata e, almeno apparentemente, trascurata da molto tempo. Gli anelli di una catena aperti ed abbandonati tra altre cianfrusaglie. Sul tavolo un libro, le cui pagine nere sono per lo più bruciacchiate. Un oggetto la cui forma appare indistinta, come se l'osservatore (o l'oggetto) non riuscisse a deciderne una.

Indifferenti a tutto ciò due corpi attendono pazienti nelle vasche di crescita.

L'uomo biondo ha quattro dita per mano. I suoi capelli, ormai lunghi e trascurati, mostrano ancora il segno di un taglio che andava negli USA nei tardi anni 80 e nei paesi dell'ex patto di Varsavia nella prima metà dei 90. Avrebbe bisogno di un buon parrucchiere.

La ragazza ha i capelli rossicci, lunghi.

Non presenta segni particolari se non un fisico insolitamente atletico ed un'insolita luminosità tutt'attorno al corpo.

Nella stanza, immensa, fortemente illuminata, si odono le urla di un litigio.

Apparentemente va avanti da un pezzo, infatti molte delle frasi sono diventate incoerenti.

- ... e li commercializzerai, vero? Voglio che li distruggi. Immediatamente. - voce femminile, parla in inglese, con un accento che sembra abbia in bocca una patata.

- Non distruggerò proprio nulla. Mojo mi ha dato due corpi da custodire e riparare e non ho nessuna intenzione di dirgli tanto presto che sono sfuggiti al mio controllo. - voce femminile, parla in inglese, l'accento ha un qualcosa di fortemente alieno.

- Ma ragiona. Mojo non ti chiederà nulla, non fino a quando ne avrà bisogno. Inoltre non gli hai mai permesso di entrare qui dentro, neppure quando eri completamente succube della sua volontà. - voce maschile, la lingua è più simile ad un gracidio che ad altro. Ricorda un po' l'accento della tizia che ha appena parlato.

Ma spostiamoci, così possiamo vedere chi sono i nostri personaggi.

- Non mi preoccupa quel pazzo ciccione. Quello veramente pericoloso è quel suo robot tuttofare, che compensa il dubbio privilegio di insultarlo in pubblico con un'efficienza fuori dall'umano. Né lui né le suo spie si fermeranno di fronte ad un rifiuto. Ma se preferite scappare senza alcun vantaggio... o tornare voi nelle vasche... - La donna è alta, vestita di bianco argento. I capelli lunghi sono bianchi. Ha sei braccia, alcune delle quali chiaramente artificiali. Sulla schiena e lungo tutto il corpo ha dei foderi di spade.

- Voglio che li distruggi. Non mi importa altro. - la ragazza è alta, muscolosa, con i capelli rossi. È la copia sputata di quella nelle vasche. Tranne che per la luminosità.

- Ragazze, questo vostro conflitto non ci porterà da nessuna parte. Trovate una mediazione, un punto in comune o resteremo a discutere per l'eternità. - la creatura è chiaramente aliena (Aliena per noi, da un punto di vista antropocentrico, ovviamente. In realtà qui gli alieni siamo noi. Il vostro umile[i] narratore, la ragazza dai capelli rossi e, in qualche misura, la ragazza dai capelli bianchi).

Indossa un esoscheletro che gli copre integralmente le gambe. Immagino ne abbia bisogno per camminare. È completamente pazzo, come l'intera sua specie. Non di quella follia che costringe una specie ad accumulare arsenali di armi di distruzione di massa capaci di sterminare tutta la vita sul loro pianeta svariate volte. Di quella follia che costringe ad assistere, semi-anestetizzati davanti ad uno schermo, a questo accumulare. Senza fare nulla o, al limite, divertendosi. Lui è uno dei pochi che combatte questa follia.

- Taci! - le due donne trovano, per un istante, un accordo.

Li accanto, appollaiato su un quadro comandi, ridacchiando divertito, sta una copia del ragazzo della vasca. È passato per un buon parrucchiere.

Salta giù, avvicinandosi.

- Ho un'idea. Io, Spirale e Alison colpiremo le prigioni, liberando alcuni nostri compagni di lotta. A quel punto Arize, che resterà qui, distruggerà i cloni. Poi Spirale tornerà indietro a un paio d'ore prima dell'azione e annuncerà la nostra fuga. - il suo occhio sinistro brilla.

- Bel piano. Peccato che Mojo si accorgerà subito che provengo dal futuro. -

- Anche a questo si può porre rimedio. Ti teleporterai fra i palazzi da distopia industriale di cui ama circondare la sua abitazione. Osserverai la scena e poi tornerai indietro ad interpretarla. Questo, tra l'altro, ti servirà sia da scusa per il fatto che provieni dal futuro che da assicurazione contro le sue reazioni. -

- Dov'è finito l'eroe spericolato con poca testa che tutti noi ricordavamo? -

- Mia cara. Tutti noi interpretiamo la parte per cui siamo scritturati solo fino alla fine del contratto. Poi liberi tutti. -

 

- Parlo io. -

- No, parlo io, sono io la portavoce del re. -

- Io però sono più intelligente. -

- Io sono il generale dell'esercito, tratto io con potenziali nemici. -

- Che nemici, sono i Fantastici 4, sono da sempre nostri alleati. -

- Sono alleati delle matrici, non nostri. Inoltre potrebbero essere delle copie mandate dal grassone per ricatturarci. -

- Attenti. Vuole parlare Freccia Nera. -

I bambini si gettano tutti su quello vestito come il signore degli Inumani, cercando, per fortuna con successo, di impedirgli di usare la sua voce devastante.

Sue Storm Richards si avvicina con prudenza al gruppo e si rivolge alla piccola Medusa, che sta strangolando, seppur lentamente, il piccolo Gorgon.

- Posso parlarti un momento? - La bimba la fissa con occhioni indecisi, poi allenta la presa e si lascia trasportare dai propri capelli lontano dalla mischia.

- Allora, raccontami chi siete e perché siete qui. -

- Beh, credo che sia evidente che siamo i baby Inumani. Non so se sai qualcosa del processo di bambinizzazione che Mojo aveva messo a punto per rapire gli X-Men. Di fatto è stato uno dei suoi più grandi successi mediatici, una delle basi strutturali del suo potere. Al punto che alcuni dei suoi leccaculo hanno ben pensato, nel periodo di crisi degli ascolti dovuto alla presunta morte degli X-Men a Dallas[ii], di proporgli una versione rinnovata, con i poteri, di quei mocciosi.

Ovviamente Mojo, che li aveva sempre detestati, ne ordinò l'immediata eliminazione. Ma gli X-Men sono pericolosi e distruttivi, questo l'hanno sempre saputo tutti. Era una delle ragioni maggiori del successo delle trasmissioni basate su di loro.

In breve i mocciosi fotterono Mojo alla grande e scapparono.[iii]

Altro picco di ascolti. -

- Ehm. Io non credo che dovresti usare questo linguaggio. -

- Me ne fotto di cosa pensi tu, matusa. La mia matrice era una paria e una supercriminale quando tu ancora eri una fidanzatina tutte moine. Altro che moda delle riot grrrl. Quelle sbarbe hanno un bel po' da imparare su cosa significa avere le palle da gente come Medusa, la Vedova Nera o l'Incantatrice.

Ma torniamo a noi.

I mocciosi scapparono. Mojo gli mandò dietro L'Agente, che era il suo primo tentativo di asservire al suo volere Rita Ricochet.

Alla fine, in cambio di un contratto certo e ultra vantaggioso gli X-baby accettarono di tornare.

Ma si sa che anche lo show migliore alla lunga tende a ripetersi e perde di ascolti.

Era una delle ragioni per cui Mojo, prima di impazzire del tutto, o più probabilmente, di rincoglionirsi a forza di prendere cazzotti, preferiva le storie dal vivo degli X-Men.

A questo punto a qualche cervellone viene la brillante idea di raccontare la storia degli X-baby impazziti, sotto il controllo di qualche setta segreta orientale che attaccano e sgominano, uno dietro l'altro, tutti gli altri gruppi di baby eroi.

Posto che nelle mani di un buon autore tutto o quasi tutto può trasformarsi in una buona storia, è già stato fatto. Quindi, una volta che ci ebbero prodotti, il nostro piccolo Karnak non ebbe grosse difficoltà a vedere i limiti dell'operazione e a valutare che la nostra possibilità di sopravvivere all'inevitabile insuccesso erano limitate. -

- Quindi siete scappati? -

- Quindi abbiamo costretto Mojo a firmare un contratto capestro per il quale, nel caso di insuccesso ci avrebbe usato come cacciatori di fuggitivi, mantenendoci la stessa paga. -

Dai capelli della Baby Medusa spuntano un buon numero di bombolette di gas, che lei spruzza in faccia ai Fantastici 4, riuniti attorno per ascoltare il suo racconto.

I baby Inumani smettono di accapigliarsi, Gorgon si rialza, accendendosi un sigaro. - Il vecchio trucco dei bimbi litigiosi funziona sempre. -

- Attenti, Freccia Nera sta per dire qualcosa. -

La zuffa riprende.

 

- Dire che non stiamo uscendo bene da questa storia è, credo, un eufemismo. Quello che ci ha salvato fino ad ora è il fatto che il capo è un pazzo, furioso, ma pazzo, e non capisce la dimensione del disastro.

I reality show, soprattutto quelli che non prendono dei professionisti al posto dei "concorrenti" vanno pianificati con criterio. Noi eravamo tarati sugli X-Men. Prevedibili, magari alla fine vincevano loro (cosa che non può che far bene all'economia dello show) ma sapevi sempre come impegnarli, dove riprenderli e quali angolazioni fare.

Questi sono imprevedibili, intelligenti, per niente portati a caricare a testa bassa. Ci puoi fare una soap, al massimo una situation commedy. "The Richards" già me la vedo. Seconda serata, bollino giallo, anche verde. Mojo ce ne scampi.

Sbatteteli in una segreta in attesa di un idea per utilizzarli. -

Il grosso robottone con un grosso lampeggiante blu sulla testa sbatte i tacchi con un potente rumore di ferraglia - Come ordini, supremo MajorDomo. La tua volontà è legge! - Risbatte i tacchi, con un fracasso se possibile ancora maggiore e si volta con fare marziale. Esce marciando. MajorDomo lo fissa, stupefatto (malgrado la lunga frequentazione) poi si passa la mano destra sulla faccia, quasi volesse allungarla.

- Faccio troppa poca manutenzione per potermi permettere questa vita. - Poi attraversa a lunghi passi la sala inutilmente grande ed esce a sua volta.

 

Si accarezza i lunghi e sottili baffetti spelacchiati mentre guarda lo schermo. La sua lunga veste da mandarino, verde ed oro si adatta al colorito della sua carnagione. Ridacchia, mentre pensa che il suo momento è arrivato. Poi parte di corsa e sbatte la testa contro la parete imbottita della sua cella.

- Trema, Mojo. - Urla contro il nulla. - Il momento di Mojo II è giunto[iv]. -

 

Salta giù dall'albero con un doppio salto mortale. Lancia sei lame da ogni mano prima di atterrare, perfettamente equilibrato sul tetto dell'hover furgone. Gli occhi dei robot colpiti iniziano a ruotare, fermandosi ognuno su un simbolo diverso.

Sul petto dei robot compare una scritta luminosa "RIPROVA, SARAI PIÙ FORTUNATO" mentre i lampeggianti sulla testa iniziano a spargere la loro luce intermittente e numerose sirene iniziano a suonare con un frastuono assordante.

Con un infinito rumore di scarrellamenti, i robot iniziano ad armarsi

- Credo che ci stessero aspettando. -

Potete facilmente immaginare l'effetto che tale frastuono ha sul potere di Dazzler.

Dall'intero corpo di Alison si proiettano luci stroboscopiche e un vero delirio di psichedelia.

Parte dei ricettori ottici si sovraccaricano. La ragazza punta l'indice dal quale parte un sottile raggio di luce coerente ad alta energia che perfora con estrema precisione uno dei robo-sbirri.

- All'inferno. È chiaro che quel grosso lumacone non si è fidato neppure per un secondo di me. -

Spirale estrae le sue sei spade, cariche di terribili incantesimi e danza su e giù per lo spazio-tempo trasformando i robot in tante fettine disordinate e ineguali.

Poi, mentre l'enorme cellulare inizia a trasformarsi in un colossale robot, raccoglie i suoi compagni e balza.

Nessuno nota il sottile filamento che esce da uno dei piccoli squarci prodotti sulla superficie del mezzo dalla battaglia e che raccoglie una delle lame di Longshot.

 

Lo scienziato è chino sulla sua ultima invenzione, uno strumento geniale, capace, una volta indossato, di risolvere una volta per tutte la dipendenza della sua specie.

C'è un solo piccolo difetto. Per quanto intensamente si impegni, non funziona.

 

- Cosa vuoi dirmi, mio signore? Che siamo i regnanti di Attilan e che siamo ridotti a fare i cacciatori di taglie. Che non siamo soldati, così come ci vorrebbero i nostri padroni kree? -

- Non lo siamo. Siamo stati modificati all'occasione e il nostro creatore è Mojo. -

- Zitto Karnak. Non interrompere il nostro re. -

Tu dici che i nostri modelli non si sono mai piegati alle pretese dei loro creatori. Non sono stati al gioco. -

Karnak fa un impercettibile cenno verso la parete. Gli occhi di Medusa si voltano impercettibilmente.

- Cosa dici, mio signore? Aha, ora ho capito. Vuoi un gelato! -

 

Negli schermi che riempiono la parete Arize dorme, Alison, Longshot e Spirale balzano via dal campo di battaglia, i piccoli Inumani si sparpagliano per soddisfare le richieste del loro capo e i Fantastici 4 sono in stasi dentro al grosso robot. La visione della gran parte degli schermi è impedita dall'enorme mole di Mojo, quindi il più intelligente dei Domo non si accorge di nulla.

Invece, MinorDomo esulta al suo solito.

 

Click. Clack.

 

File e file di robot, pesantemente armati.

Tutti lustri, perfettamente allineati e coperti. Il sogno di qualsiasi ufficiale.

Si muovono, improvvisamente. Di corsa corrono a prendere posizione lungo il perimetro di difesa, lasciando il passo ad un grosso transformer che avanza in direzione contraria.

 

Sotto la piattaforma sospesa la fortezza interna brulica di attività.

Un colossale e totalizzante sistema teso ad un solo scopo.

Il potere. Su questo mondo (ma non solo su questo) chi controlla la comunicazione, i suoi mezzi ma soprattutto i suoi contenuti, controlla il potere.

Sopra la piattaforma, la luce del sole è quasi completamente oscurata da ponteggi più o meno stabili, gru, tubature volanti e tralicci di varia natura e dallo scopo sostanzialmente sconosciuto.

Tra la folla brulicante, intenta ad accrescere il potere del suo padrone assoluto, avanza un robot colossale.

Malgrado la sua ingente mole è un moscerino, se paragonato alla fortezza.

Il robot raggiunge una piattaforma che si innalza fino al centro di comando fluttuante di Mojo.

Appena arrivato il robot fa un passo avanti e punta entrambe le braccia (che terminano con due mitragliatrici ruotanti) sul grassone giallo che impera questo mondo.

Dagli altoparlanti arriva la voce, solo marginalmente distorta, di Mr. Fantastic. - Arrendetevi tutti oppure il vostro capo avrà un bruttissimo quarto d'ora. -

Con un soffio di fastidio Mojo tocca il pulsante di uno dei suoi anelli e una sezione della piattaforma ruota verso il basso, scaricando tutto ciò che vi stava sopra.

I Fantastici 4 si gettano prontamente fuori dal robot, Johnny Storm si infiamma, volando via.

Gli altri vengono racchiusi da un campo di forza invisibile, dal quale si protende un rampino, anch'esso invisibile.

La sfera viene accostata al fondo della piattaforma e il rampino si ispessisce. Contemporaneamente altre sette zampe, anch'esse uncinate, si proiettano dalla sfera. I Fantastici Quattro, servendosi del campo di forza, risalgono fin sopra la piattaforma e si preparano alla battaglia.

Questo, come molti in effetti, è giorno di provini.

Per di più i provini sono appena iniziati, quindi tutti o quasi i pretendenti sono ancora sulla piattaforma.

- Una mini di cinque a chi li prende vivi. - Mojo si affretta ad allontanarsi dal luogo dello scontro, mentre i suoi servi si gettano sul favoloso quartetto.

 

Tra i tralicci una quasi invisibile forma bianco argento svanisce.

 

Gli aspiranti del provino sono del solito tipo fornito da MajorDomo, secondo il famoso principio “nel mucchio qualcosa di decente spunterà fuori”.

Un colosso biondo, con un impermeabile e una sigaretta in bocca, getta la cicca e mette mano al martello che porta appeso dietro la schiena. Poi si getta su Ben Grimm.

La amabile cosa dagli occhi azzurri lo respinge con un diretto ben piazzato. - Che sviluppo rivoltante, sembra il casting di “Saranno Famosi[v]” -

Mr. Fantastic viene intercettato da una specie di Uomo Ragno con lunghi capelli rossi e una maschera bianca con enormi pappe rosse sul viso. Mentre il ragnesco buffone cerca di intrappolare Reed viene afferrato per un piede e fiondato contro una lontana parete dal suo braccio elastico.

Un altro Thor, dagli sgargianti vestiti a motivi psichedelici ed enormi baffoni neri, lancia un martello istoriato in maniera così complessa da richiedere un pesante tomo per la sua descrizione contro la Donna Invisibile. Lo schermo di forza regge, malgrado il volto di Sue dimostri che ha accusato il colpo. Il martello rimbalza lontano, colpendo un uomo in armatura blu e oro con la testa di cavallo e sbalzandolo oltre il bordo.

Un tizio completamente argenteo sullo skateboard e con due penne incrociate fra i capelli schizza ad intercettare la torcia, che cerca di abbatterlo con una fiamma nova.

- Ehy, mucchio di scaglie arancioni, sembra di stare in uno dei tuoi show televisivi preferiti. –

- Per le scarpe da tennis di zia Petunia. Niente a che vedere con quel che guardo io – poi borbotta – Anche se i miei standard si alzeranno, dopo questa avventura -

Un altro tizio, completamente in nero, con un'ampia cappa simil pipistrello sulle spalle e un cappuccio con due lunghe e sottili simil orecchie e due ali da uccello ruota il martello, ma viene intercettato da Longshot che gli salta in testa sbucando dal nulla.

Dazzler prende di mira un altra comparsa, un tizio biondo, selvaggio, con lunghi artigli al posto delle unghie, vestito da sbirro del futuro (una specie di grottesco giocatore di hockey, a dir la verità) e con due colossali pistolone che sfidano ogni legge fisica.

Spirale si destreggia tra un tizio salterino dagli occhi fiammeggianti con un lungo bastone, la faccia imbellettata di bianco con il naso dipinto di rosso, una specie di Legacy con doppio petto nero, cappello a tesa larga e pelle completamente bianca e un tizio vestito da capitano kree ma con molti elementi in comune con lo sbirro/hockeista. Ovviamente ne fa fettine, per quanto nelle sue possibilità.

Ma gli avversari sono comunque in numero esorbitante e i nostri si raccolgono a cerchio, cercando di elaborare una strategia di fuga.

In quel mentre appaiono vicini a loro i baby inumani.

Medusa si rivolge direttamente a Reed – Siamo venuti a salvarvi, ci sembrava più degno della famiglia reale di Attilan rispetto alle nostre precedenti azioni. -

Mentre parlano un grosso Freccia Nera verde, con rifiniture viola nel costume, vola verso di loro.

Baby Freccia Nera, a quella vista non può trattenere un flebile – Oh! - Di sorpresa.

Ora, il bambino è molto piccolo e i suoi poteri sono di gran lunga inferiori, rispetto a quelli che avrà da adulto, inoltre la sua bocca non era diretta verso il grosso degli avversari, quindi poco più della metà della piattaforma finisce disintegrata dall'onda sonica e non tutti gli avversari svengono per lo shock.

I suoi amici, che gli stanno alle spalle, se la cavano con una sordità temporanea e pochi, trascurabili, danni non permanenti all'apparato uditivo.

Tutti tranne Dazzler. La giovane mutante, infatti, inizia a risplendere a causa del suo potere, ampiamente sovraccaricato, ed è costretta a scaricare verso l'alto un potentissimo fascio d'energia, che abbatte, non trovando, ne potendo trovare, spazi vuoti, un'ampia sezione dei tralicci e delle passerelle che li sovrastano.

La piattaforma, o meglio ciò che ne resta, inizia a precipitare, inseguita dal crollo delle costruzioni che la sovrastavano.

Pochi dei nostri sono capaci di volare e comunque avrebbero seri problemi a sfuggire alle macerie che sembrano onnipresenti.

Per fortuna l'istinto di sopravvivenza del piccolo Puppy non è sufficiente a farlo fuggire dimenticandosi dei compagni, quindi i Fantastici 4 e i piccoli Inumani si trovano nel deserto.

Al punto di partenza, dirà qualcuno.

Li vengono immediatamente raggiunti da Spirale, che si porta dietro Dazzler e Longshot.

- Venite con noi. - E salta, portandoseli dietro tutti senza aspettare il loro consenso.

 

Arize, seduto su una comoda poltrona fluttuante, finisce il suo racconto - ... e quindi sto sviluppando una macchina, che, spero, possa permettere ai cervelli della mia specie di non essere più sovraccaricati dalle onde radio provenienti dalla Terra.

Questo dovrebbe ridurre sensibilmente il potere di Mojo sul nostro mondo, permettendoci così di batterlo una volta per tutte. Purtroppo, malgrado la teoria sia sicuramente giusta, la macchina non funziona e non riesco a venire a capo del problema.

Temo dovrò smontarla completamente, rifare i calcoli e cimentarmi in una lunga sperimentazione. -

Tutti sono seduti li attorno, tranne Mr Fantastic, la cui capacità di concentrarsi su una sola cosa per volta è notoriamente scarsa.

Sentendo che la narrazione è conclusa si avvicina al gruppo con in mano una macchina semismontata, abbastanza simile ad una coppia auricolare microfono tenuta ferma da un cerchietto attorno alla fronte.

- Se ho capito bene questo è un prototipo di rimodulatore celebrale. Mi potrebbe essere utile per studiare il problema di Ben. Credo che sdoppiando questo diodo ed aggiungendo un altro transistor qui dovrebbe funzionare. Si, ecco. Adesso mi faccia vedere la sua macchina, professor Arize. Non è escluso che se mi spiega la teoria io non possa dare un qualche contributo. -

Spirale è la prima a riprendersi. - Ha afferrato la teoria e l'ha fatto funzionare in meno di un quarto d'ora e non sa neppure di cosa si tratta. La prego, professor Richards, si faccia clonare. -

Susan Storm ridacchiando si volta verso l'altra donna. - Tipico di Reed. Visto che per lui era così semplice non ha pensato neppure per un istante che quella potesse essere la macchina che metteva in difficoltà il suo collega. -

 

- Beh, ora ci siamo schierati apertamente contro Mojo, immagino che voglia dire che il contratto non è più valido. Pazienza. La resistenza è sempre forte e può darci rifugio.

Per il momento possiamo rifugiarci nel corpario di Spirale. È quasi impossibile penetrarvi, tranne forse per Mojo stesso. Sempre che sia in grado di trovarlo. - La piccola Medusa sorride - quindi immagino che possiate lasciarci tranquillamente. -

Spirale – Si, muoviamoci, che poi devo spostare l'intera base in una zona meno rintracciabile. - Detto ciò svanisce per riapparire, con tutti i Fantastici 4 nel Bax... ehm, nel Four Freedom Plaza.

Sue sorride. – Non voglio pensare a come reagirà Franklin quando scoprirà che non gli abbiamo riportato il cane. -

 

Qualche ora prima

- Waaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaahhhhhhhhh!!!!!!!!-

MinorDomo, o meglio la sua metà superiore sta sfrecciando grazie al jet che ha preso il posto della sua parte inferiore. Le braccia, incredibilmente forti, data la loro dimensione, sorreggono il suo enorme e lardoso padrone.

- Devo ricordarmi di ricostruirla silenziosa, se riesco a salvare la buccia. Spero sia almeno servito a qualcosa, tutto questo caos e questo rischio. -

MajorDomo, seduto sulle spalle della sua sottoposta analizza velocemente milioni di grafici d'ascolto.

- Ahimé, pustoloso signore. Sembra che sia uno dei più grandi flop della sua produzione. Evidentemente non si incontra l'apprezzamento dei fan accoppiando scenari mutanti e personaggi non mutanti.

Almeno, con i Fantastici 4 non funziona. -

- Aaaaaaaaahhhhhhrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrgggggggggggggggggg! Ricordami di occuparmi di persona dell'eliminazione del prossimo che mi propone dei baby qualcosa. -

Una guardia, miracolosamente appesa alla gamba di MajorDomo precisa. - Veramente, vostra grazia, era un'idea vostra. -

Mojo lo colpisce con una manata, sbalzandolo di molti metri, ancora appeso alla gamba, ormai staccata, di MajorDomo.

- Nessuno si salva senza mio ordine. Soprattutto se per contraddirmi. -

- Omiodio Omiodio siamo finiti è una catastrofe farà saltare i nostri circuiti senza lavoro senza casa senza paga tutti ci daranno contro Diiiick! Ook! Gack! Spttr! -

- Aaaaaaaaaaaaaaaahrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrgggg!! -

 

In una sala segreta del suo corpario Spirale osserva con interesse 15 cloni che crescono. Quello che si potrebbe anche interpretare come un sorriso si conquista sempre più il suo volto.

Se qualcuno la vedesse in questo momento potrebbe restare traumatizzato per anni dalla sua espressione.

 

Si accarezza i lunghi e sottili baffetti spelacchiati mentre guarda lo schermo, spento. La sua lunga veste da mandarino, verde ed oro si adatta al colorito della sua carnagione. Ridacchia, mentre pensa che il suo momento è arrivato. Poi parte di corsa e sbatte la testa contro la parete imbottita della sua cella.

- Trema, Mojo. - Urla contro il nulla. - Il momento di Mojo II è giunto.

 

Nella sua reggia nelle viscere della terra l'Uomo Talpa sta sfogando la rabbia per la notizia che gli è appena giunta.

- Come osano, chi credono di essere per dettarmi queste condizioni. Ma gli farò vedere io. L'ONU si pentirà di essersi messo contro l'Uomo Talpa. -

 

 

continua



[i]     Quando si dice mentire in maniera spudorata.

[ii]    Qualcuno di voi è abbastanza vecchio da aver letto “Ditelo a Sparta?”

[iii]   Ovviamente noi sappiamo che le cose non andarono proprio così, ma che volete, è il racconto di una bimba, no?

[iv]   Lo ammetto, la tentazione di fargli urlare "Il mondo è mio!!" era forte. Ma senza risata demente non fa lo stesso effetto.

[v] ho pensato che, per le menti illuminate, riferimenti a reality italiani o americani era lo stesso, tanto era il senso del commento ad avere importanza. Così magari capisce qualcosa anche chi i reality li guarda.