PROLOGO
Nel parco antistante l’hacienda dei
Vendicatori a Palos Verdes Quicksilver sta correndo. Davanti a lui, come
spuntati dal nulla, ci sono almeno una dozzina di supercriminali. Non se ne
cura e passa oltre loro, come una palla da bowling farebbe con dei birilli. Il
suo solo pensiero è per sua figlia Luna, che sta piangendo seduta accanto al
corpo svenuto della sua tata inumana, Maya.
Sulla sua strada ecco apparire
Lockjaw, il cosiddetto cane degli Inumani, che emana un forte bagliore.
Quasi inconsciamente Quicksilver
esclama:
-Cosa diavolo stai
facendo stu…
In un accecante bagliore sia lui che
il cane degli Inumani sono scomparsi.
-… pido animale?-
Un semplice sguardo basta a
Quicksilver per capire che non è più a Los Angeles. Quello che vede dall’altra
parte della strada è il Palazzo dei Vendicatori, la storica sede della Costa
Est, devastato da potenti esplosioni e quelli che stanno circondando la base
sono un bel po’ di supercriminali guidati nientemeno che… dal Barone Zemo.
Si: questa è proprio
New York e le cose stanno andando di male in peggio. Forse c’è stato del metodo
nel comportamento di Lockjaw, ma… cosa potrà mai fare lui da solo per salvare
sua figlia e tutti i Vendicatori di entrambe le coste?
Pietro corre intorno
alla grande casa in arenaria, praticamente invisibile grazie alla sua
supervelocità ed al fatto che i supercriminali presenti sono troppo impegnati a
guardare altrove. A quanto pare, tutti i Vendicatori Est sono caduti e nel
cortile del palazzo stanno apparendo, grazie ad un qualche meccanismo di
teletrasporto, anche quelli che hanno sconfitto gli Ovest, depositando i loro
prigionieri, ancora svenuti, sull’erba, mentre la piccola Luna piange seduta
accanto alla madre e vicino a lei sembra esserci… il piccolo Charles, il figlio
di sua sorella Wanda. La rabbia monta nel petto di Pietro, mentre osserva il
Barone Zemo, appena uscito dalla Base dei Vendicatori, mostrare come macabri
trofei le teste mozzate di Jocasta e Machine Man, per poi rivolgersi all’unico
Vendicatore Est ancora in piedi: Songbird.
Qualunque cosa le
stia dicendo, Pietro non riesce ad udirla, ma vede che la ragazza, dopo un
attimo di esitazione, respinge la mano tesa di Zemo e l’offerta che sicuramente
c’era dietro. Gesto coraggioso, anche se forse un po’ futile, visto il gran
numero di supercriminali che la circondano: Fixer, Melter, Gargoyle, il Super
Adattoide, Nitro, l’Uomo Assorbente, Titania, il Controllore, Klaw, lo Squalo
Tigre e molti altri ancora. Troppi per lei sola… se fosse davvero sola, cioè.
Agli occhi degli
stupefatti supercriminali appare solo una specie di scia bluastra ed
improvvisamente Songbird è scomparsa.
Quanto a Melissa
Gold… sente un forte braccio afferrarla alla vita e contemporaneamente si sente
mancare il fiato, mentre si accorge che qualcosa o qualcuno la sta portando
via. Solo quando ormai sono lontani
comprende cosa è successo e che a portarla via è stato…
-Quicksilver! Cosa ci fai qui?- gli chiede.
-In breve?- risponde Pietro -Ci hanno
attaccato i Signori del Male, tutti i Vendicatori Ovest sono stati catturati,
Lockjaw mi ha portato qui ed ora ci siamo solo noi due contro tutti loro.-
-Non potremmo mai farcela da soli contro 40 e
forse più supercriminali.- fa notare Songbird -Credo che non ci rimanga altra
scelta che cercare aiuto tra i Vendicatori di riserva, se ce n’è rimasto
qualcuno ancora libero, e tra gli altri supereroi cittadini.-
-Il mio primo istinto sarebbe quello di
tornare indietro e cercare di liberare almeno le mie sorelle, mia moglie, mia
figlia e mio nipote…- replica Pietro -… ma hai ragione tu: sarebbe un suicidio.
Ci serve un piano d’attacco ed un po’ d’aiuto se vogliamo riuscire a
sconfiggere Zemo ed i suoi alleati.-
-Che fine ha fatto il Quicksilver impulsivo e
testa calda di cui mi hanno tanto parlato?-
Quicksilver abbozza
un sorriso amaro e risponde:
-È
maturato… e forse è diventato anche più saggio… ma non andare a dirlo in giro o
mi rovinerai la reputazione.
Pietro vede Melissa
sorridere a questa specie di dimostrazione di senso dell’umorismo da parte sua.
Bizzarro, pensa, che siano rimasti solo loro in libertà tra tutti i membri
attivi del gruppo: loro che hanno cominciato come supercriminali ed in certi
momenti della loro vita sono stati nemici di quello stesso gruppo.
Beh… qualunque siano
le difficoltà le supereranno ed anche se ora sono costretti a fuggire, non ha
importanza: da soli o con l’aiuto di chi vorrà darglielo, torneranno e Zemo
sarà costretto ad imparare una dura lezione. Pietro non può permettersi di
avere dubbi su questo. Improvvisamente gli torna in mente una frase di Capitan
America, quello autentico, e si trova a mormorarla tra se.
-Finché un solo uomo libero si alzerà per
combatterlo, il Male non potrà prevalere.-
-Hai detto qualcosa?- gli chiede Songbird.
-Stavo solo pensando ad un vecchio amico,
tutto qui.- taglia corto Quicksilver, poi con più gentilezza si rivolge alla
sua compagna –Non possiamo restare: presto verranno a cercarci e potrebbero
trovarci. Lockjaw… portaci in un luogo sicuro.-
Il bizzarro cane degli Inumani sembra aver compreso pienamente le richieste del suo estemporaneo padrone. Le antennine sul suo capo brillano ed in batter occhio sia lui che i due Vendicatori sono spariti.
Di Carlo Monni (con l’amichevole
assistenza di Fabio
Furlanetto)
1.
Si dice che tra le doti di un buon
maggiordomo ci debba essere la capacità di non perdere mai la compostezza in
qualunque circostanza. Se è così, Ramon Delgado sta dimostrando di avere la
stoffa giusta per svolgere il suo lavoro… anche se a volte vorrebbe non averlo
accettato. La paga più che buona della Fondazione Stark compensa forse i molti
capelli bianchi che gli stanno venendo da quando lavora per i Vendicatori? In
fondo gli piace pensare di si.
Mentre contempla il piccolo disastro
che è il risultato della battaglia che i Vendicatori Costa Ovest hanno
combattuto e perso contro nemici subdoli ed efficienti, Ramon già pensa a cosa
fare per rimediare ai danni. Sua moglie lo raggiunge e gli stringe la mano. Lui
sorride: fa piacere non essere soli.
Ed ecco arrivare altri intrusi, non
più frenati dalle ormai inesistenti difese dell’hacienda. Stavolta, però sono
più benigni: gli uomini dello Sceriffo in assetto di guerra contro un nemico
che è già scomparso.
Un uomo massiccio in uniforme si
rivolge a Ramon con fare burbero:
-Che è successo qui?
Dov’è mia… dove sono finiti tutti i Vendicatori?-
-Io la conosco.-
replica Ramon –Lei è lo sceriffo Walters, il padre della señorita She-Hulk –Ho
votato per lei alle ultime elezioni.-
-Grazie. Ed ora vuol
rispondere alla mia domanda?-
Ramon fa un rapido resoconto degli eventi
così come li conosce, un resoconto che termina con la scomparsa dei Signori del
Male e dei loro prigionieri in un bagliore di luce.
-Ho sempre odiato il
teletrasporto.- borbotta Morris Walter –Lo sapevo che l’arrivo di quei dannati
superumani avrebbe causato solo guai a Los Angeles e dintorni.-
-Ehm… Morrie…-
interviene il Sottosceriffo Roberts -… vorrei ricordarti che tra quei dannati
superumani c’è anche tua figlia.-
-Se è per questo c’è
anche mio nipote,[1] ma per fortuna di chi ha
rapito Jen e gli altri, lui è ben lontano da qui o li farebbe pentire tutti,
credimi.- improvvisamente Walters accenna un sorriso al suo amico e collega
–Scusa Andy. In certi casi divento intrattabile, lo so, ed in fondo non ce l’ho
davvero con quei buffoni in costume, dopotutto a modo loro aiutano a tenere un
po’ più pulito questo sporco pianeta. Spero solo che Jennifer se la cavi anche
questa volta.-
-Ce la farà, vedrai.-
dice Roberts, ma dentro di se vorrebbe crederlo con più convinzione.
Quanto a Ramon, ormai dimenticato,
sospira: quando anche gli uomini dello Sceriffo avranno finito da queste parti
a chi toccherà ripulire tutto? A lui ed alla sua squadra, ecco a chi. Quando i
Vendicatori torneranno devono trovare tutto il più possibile in ordine… perché
torneranno, non può e non vuole credere altrimenti.
Adesso è arrivato il momento di
lasciare le scogliere di Palos Verdes e spostarci da un’altra parte della
Contea di Los Angeles: tra le bollenti sabbie delle spiagge di Malibu. Qui
troviamo una giovane donna che osserva i giovani surfisti con uno sguardo misto
di rimpianto e nostalgia. C’è stato un tempo in cui Patricia “Patsy” Walker era
solo una teenager spensierata. Un tempo che ora le sembra così remoto da farle
dubitare che sia mai veramente esistito al di fuori delle collane di comic
books basati su di lei ed i suoi amici e su cui sua madre ha costruito la sua
fortuna.
Il suo primo amore del liceo, nonché
suo primo marito, si è rivelato uno psicopatico senza scrupoli che ha
letteralmente barattato la sua umanità con i poteri di un cane rabbioso, la sua
carriera di modella è finita ancora prima di cominciare, la sua carriera di
supereroina non è andata meglio. Sposarsi con chi diceva di essere il Figlio di
Satana, sembrava una buona idea al momento, ma alla fine l’ha portata alla
follia ed al suicidio. Per fortuna quel matrimonio è stato annullato dopo il
suo ritorno dall’Inferno… o almeno da un suo ragionevole facsimile.
Ed ora eccola qui, con il suo
orologio biologico che ticchetta forse inutilmente a guardare dei ragazzi che
si divertono ed a rimpiangere cose che avrebbero potuto essere.
Improvvisamente le sue riflessioni
sono interrotte da delle grida terrorizzate. Patsy alza gli occhi e si accorge
di un’onda anomala che si dirige proprio verso di lei.
Istintivamente fugge…
solo per accorgersi che l’onda sta seguendo proprio lei, come se avesse una
vita propria… e forse ce l’ha: Patsy ha visto cose più strane nella sua vita.
La sua fuga è inutile: l’acqua la sommerge e quando le acque, misteriosamente
come sono arrivate, si ritirano, ecco arrivare una figura in costume, quella
del supercriminale chiamato Aqueduct, che si avvicina alla figura esanime di
Patsy, la gira e la solleva di peso.
-Non capisco perché
Zemo si sia preso il disturbo di mandarmi a catturarla, Miss Walker.- dice –Mi
sembra una comunissima ragazza, dopotutto… o magari è una supereroina?-
-Chissà… tutto può
essere.-
Patsy, che aveva finto lo
svenimento, gli sferra un pugno in pieno viso e quando Aqueduct, sorpreso la
lascia andare, rincara la dose con un calcio nella zona dei genitali, per poi
correre rapidamente via approfittando del fatto che il supercriminale è piegato
in due dal dolore.
La sua sola speranza, pensa, è
raggiungere la casa che ha affittato per il suo breve soggiorno a Malibu ed
indossare il costume di Hellcat. Aqueduct ha detto di essere stato mandato dal
Barone Zemo. A quanto sembra, quel balordo supercriminale nazista di seconda
generazione sa chi è lei. Ecco cosa si ottiene, quando si bada poco a mantenere
una vera identità segreta.
Con il cuore in gola Patsy raggiunge
la casa, quasi senza fiato sale rapidamente le scale e raggiunge la camera da
letto ed è qui che ha il secondo shock della giornata.
-Cercavi questo,
Patsy?-
Davanti a lei, in piedi, con in mano
il costume di Hellcat, c’è il supercriminale Mad Dog… ovvero il suo ex marito
Robert “Buzz” Baxter. Vederlo, deve ammetterlo con se stessa, la lascia ancora
scossa.
-Buzz… cosa fai qui
tu? Lavori per Zemo adesso?-
-Lascia perdere
queste sciocchezze.- replica lui –Mettiti il costume, piuttosto. E non fare la
pudica, dopotutto io ti vista nuda prima di chiunque altro, a parte i tuoi
genitori.-
Patsy si sente troppo stanca per
replicare: afferra il costume che lui le lancia e poi si toglie i vestiti e lo
indossa.-
-Sei sempre
bellissima, lo sai?- le si rivolge Mad Dog.
-E tu sei il solito…-
-Niente parolacce,
tesoro. Bene. Ora che sei pronta, attaccami. Sarà più divertente, sai, darti
una lezione nei panni di Hellcat.-
-Tu sei sempre più
matto.-
-Siamo tutti un po’
matti, tesoro. Anche tu lo sei stata, mi dicono, ma ora stai meglio… o almeno è
quello che credi.-
-Sta zitto!-
Hellcat lancia un attacco con i suoi
artigli retrattili, ma Mad Dog li evita e prima che Patsy possa fare altro,
qualcosa la colpisce alle spalle, qualcosa che può essere descritto solo come
un getto d’acqua supercompressa. Si era dimenticata di Aqueduct ed è stato un
errore forse fatale.
Mentre Hellcat è a terra, l’uomo che
è stato suo marito si china su di lei e rapidamente la morde sul collo,
iniettandole una speciale neurotossina presente nella sua saliva… o dovremmo
dire bava?
-Mi dispiace che
debba finire così tra di noi, tesoro...- mormora Mad Dog -… ma si vede che era
destino.-
Mentre la paralisi prende i suoi
muscoli e sente che la coscienza l’abbandona Patsy non può non pensare che gli
uomini della sua vita le hanno sempre procurato solo e soltanto guai.
Al contrario di quanto molti dei
suoi abitanti amano pensare, la Costa Ovest degli Stati Uniti non è limitata
solo a Los Angeles ed alla contea che ne prende il nome. C’è, per esempio,
anche San Francisco ed a dire il vero, anche i suoi abitanti amano pensare di
essere speciali.
Se si eccettua un breve periodo in
cui Devil e la Vedova Nera ne fecero la loro base di operazioni ed un
altrettanto breve periodo in cui vi ha agito l’originale Venom, la cara vecchia
Frisco non ha visto molti supereroi e supercriminali agire per le sue strade.
Questo, ovviamente era prima che vi
facessero la loro apparizione il Ragno Rosso e Ghost. Nessuno sa esattamente
cosa sia successo allo Spirito della Vendetta, che non è stato avvistato in
giro da diverso tempo,[2] ma
quanto al Ragno Rosso… beh, diciamo che al momento sta facendo una delle cose
che gli riescono meglio: picchiare dei criminali.
-Rapinatori di
banche?- dice saltando in mezzo a quattro tizi mascherati che stanno uscendo da
un istituto di credito –Stavo cominciando a pensare che foste una specie in via
d’estinzione ormai, visto che ultimamente mi capitano solo supercriminali fuori
di testa ed aspiranti signori del crimine che vogliono la mia di testa. Voi
siete davvero un piacevole intermezzo.-
-L’Uomo Ragno… qui?-
esclama uno dei rapinatori –Facciamolo fuori.-
Il Ragno Rosso salta agilmente
evitando i proiettili e replica:
-Cominci a sentirmi
offeso. Sono qui da diverso tempo ormai, dovreste aver imparato a riconoscermi:
sono il Ragno Rosso, capito? È vero che di gente col costume da ragno ce n’è in
giro un bel po’, e qualcuna è anche una bella pupa, ma io sono il più
simpatico.-
-ma non stai mai
zitto?- grida uno dei rapinatori, mentre si ritrova intrappolato in una camicia
di forza di ragnatela.
-Io? Forse mi stai
confondendo con un altro chiacchierone col costume rosso al cui confronto io
sono taciturno.-[3]
Mentre parla il Ragno Rosso ha già
finito di stendere tre dei banditi e senza nemmeno voltarsi da una gomitata al
plesso solare del quarto, che cercava di colpirlo alle spalle.
-Mai cercare di
sorprendere uno dotato di un senso di ragno… Ooops avrebbe dovuto essere un
segreto.-
Ha appena finito di legare anche
l’ultimo rapinatore che la sua attenzione viene attratta da una TV accesa in un
negozio vicino:
<<… a quanto
pare l’attacco alle due basi dei Vendicatori è stato pressoché simultaneo. Da
quanto è dato di capire, forse tutti i membri delle squadre Est ed Ovest sono
stati catturati ed ora sono nelle mani del Barone Zemo che ha promesso che
molto presto diramerà un comunicato sulle sue intenzioni…>>
I Vendicatori catturati? Lui ne ha
conosciuti parecchi… beh, in realtà li ha conosciuti Peter Parker di cui lui
condivide le memorie, ma non è questo il punto: da quello che Ben Reilly sa di
Zemo, i Vendicatori non usciranno vivi dalle sue grinfie. Un viaggetto a New
York per dar loro una mano potrebbe essere un’idea, se avesse almeno una
speranza di arrivare in tempo e se potesse sganciarsi dal suo lavoro al
laboratorio della Polizia… Oddio, il suo lavoro! Come al solito, arriverà in
ritardo se non si sbriga ad allontanarsi.
Lancia una ragnatela e balza verso
l’alto. I Vendicatori dovranno aspettare e lui può solo sperare che riescano a
cavarsela. Dopotutto, ci sono sempre riusciti finora, no?
2.
Immaginate di essere
un giovane miliardario i cui genitori sono stati uccisi davanti ai vostri occhi
quando eravate un bambino e che per questo voi abbiate giurato di combattere il
crimine. Come dite? Vi sembra familiare? Non ne dubitiamo, ma forse non state
pensando al personaggio a cui alludiamo noi.
Immaginate, quindi, di aver passato
gli anni migliori della vostra giovinezza a perfezionare il vostro corpo
nell’uso di tutte le tecniche di combattimento a mani nude conosciute dall’uomo
ed il vostro intelletto nel padroneggiare tutte le più raffinate tecniche
investigative. Ancora una volta vi sembra familiare, giusto? Ancora una volta
potreste sbagliare il bersaglio.
Immaginate, infine, di aver trovato
nelle montagne dell’India un tempio dedicato alla dea Kalì e che al termine di
un severo addestramento vi sia stato impresso a fuoco il marchio di Kalì
proprio sugli occhi e che questo vi abbia sì reso cieco, ma vi abbia allo
stesso tempo dotato di sensi aldilà della comune percezione umana e di una soprannaturale
capacità di padroneggiare le ombre. A questo punto cosa fareste della vostra
vita? Maximilian Quincy Coleridge IV ha scelto di indossare un costume nero,
con tanto di cappuccio ed ampia cappa e farsi chiamare il Sudario. Con un nome
del genere è ovvio che sia di preferenza una creatura della notte.
Dopo un tentativo fallito di
accreditarsi come killer e guardia del corpo dell’apparentemente defunto Boss
del crimine di San Francisco noto col nome di Papa Dino,[4] il
Sudario ha scelto di restare per un po’ a Frisco per chiudere alcuni conti in
sospeso.
In questo momento, per esempio, ha
appena finito di rovinare una delicata operazione di contrabbando d’armi e
droga di un qualche Cartello sudamericano. Non è stato un compito difficile per
uno con le sue abilità. Ha appena finito di stendere l’ultimo criminale, che
sente arrivare la Polizia. Con un gesto che molti troverebbero teatrale, si
avvolge nel proprio mantello e crea una zona d’ombra che lo avvolge. Quando è
sparita, anche lui è andato.
Riappare in un attico sulla baia,
dove trova due suoi antichi collaboratori da lui, per così dire, richiamati in
servizio; un uomo di colore conosciuto solo come Cat ed una ragazza bionda che
risponde al nome di Mouse. Li trova intenti a guardare la TV.
<<… sono nelle
mani del Barone Zemo che ha promesso che molto presto diramerà un comunicato
sulle sue intenzioni…>>
-I Signori del Male
hanno catturato i Vendicatori, Capo.- gli spiega l’uomo.
-Pare che li tengano
prigionieri a New York.- aggiunge la ragazza.
I Vendicatori? In un altro momento
avrebbe anche preso in considerazione l’idea di aiutarli, ma sono troppo
lontani e lui ha altre idee in testa.
-Preparate le
valigie.- dice ai suoi due agenti -Si parte per il Sud America.-
-Ottimo.- commenta
Cat –Un viaggio al sud è l’ideale di questi tempi.
-Qual’è lo scopo,
capo?- chiede Mouse.
Il Sudario resta un po’ in silenzio
e poi risponde:
-Snidare una tigre
dalla sua tana.
Quanto ai Vendicatori, hanno fatto a
meno del suo aiuto in passato e ne faranno a meno anche questa volta. Lui ha
altre priorità adesso.
Di nuovo a Los Angeles, dove un
altro membro del nostro ricco cast spegne la TV e sospira.
Ecco quello che può succederti,
quando cominci ad uscire con un supereroe, pensa Patricia “Trish” Starr,
finisci sempre per preoccuparti. Certo: Henry Pym non è uno sprovveduto: ha
affrontato pericoli molto gravi nella sua carriera ultradecennale di supereroe
dai molti nomi e molti costumi, ma se proprio questa fosse la volta in cui non
se la caverà? Calmati ragazza: se la caverà vedrai.
Una tazza di the alle erbe giusto
per calmarsi. Un’abitudine acquisita mentre era in una comune, anni fa. Mentre
era in quella comunità una strega di un’altra dimensione che cercava vendetta
contro il Dottor Strange cercò di usarla come pedina contro di lui.[5]
Non era la prima volta e non sarebbe stata l’ultima che qualcuno avrebbe
cercato di usarla come pedina in qualche complesso piano che coinvolgeva
supereroi e supercriminali, a partire dal suo defunto zio, il supercriminale
conosciuto come Testa d’Uovo. È stata colpa sua se lei ha perso il braccio
sinistro in un’esplosione anni fa.[6]
Curiosamente non riesce ad odiarlo. Forse è perché dopotutto è grazie a lui che
ha conosciuto Hank ed altra gente interessante come Kyle Richmond e Bruce
Banner. Il passato è passato, pensa Trish e si guarda il moncherino del braccio
sinistro. Hank si era offerto di procurarle un braccio bionico perfettamente
funzionante e lei finora si è rifiutata di dargli una risposta. L’idea di avere
su di se qualcosa di artificiale la inquieta un po’, soprattutto perché le
ricorda di come suo zio usò proprio un braccio artificiale per lei come esca
per incastrare un Henry Pym in piena crisi.[7]
Henry, maledizione, pensa, cerca di
tornare vivo e sano, mi raccomando.
Sul lato Est della Baia di San
Francisco si trova la cittadina di Berkeley, sede di un famosissimo campus
universitario ed è qui che troviamo due giovani le cui vite saranno presto
toccate dai piani del barone Zemo. I loro nomi sono Vance Astrovik e Angelica
Jones, ma hanno anche altri nomi, quelli dei supereroi ed ex Vendicatori
Justice e Firestar.
Dopo aver contribuito a sventare i
sinistri piani della Triune Understanding in Texas[8] avevano
ritenuto giusto prendersi un periodo di riposo dalla loro attività di
Vendicatori, riprendere quella di normali studenti ed esplorare, per così dire,
la loro relazione. Purtroppo per loro, la pace per chi ha superpoteri non dura
mai al lungo.
-Sei certo che siano
loro?- chiede la donna?-
-Fidati.- risponde
l’uomo –Lui è certamente Justice. Ho visto le sue foto senza maschera, quando
lo processarono per l’omicidio di suo padre[9] e
la rossa che è con lui non può che essere Firestar.-
-Allora li attacchiamo?-
-Certo: Zemo vuole
anche loro, dopotutto, anche se per breve tempo, sono stati Vendicatori.-
Vance e Angelica sono arrivati al
loro alloggio. Si fermano un attimo sulla soglia per baciarsi ed è allora che
un lazo di fiamma li circonda ed una voce con accento australiano esclama:
-Che disgustosa
scenetta.-
-Pyro?- esclama a sua
volta Vance –Che cosa vuoi da noi?-
-Le solite cose,
credo.- risponde l’altro –Potere, sesso, quattrini. Gli ultimi due potrei
averli grazie al barone Zemo, se vi catturo.-
-Non ci
scommetterei.- replica Angelica sollevandosi in aria –Non crederai davvero che
queste fiamme avrebbero trattenuto chi può volare?-
-O levitare.-
aggiunge Vance.
-Beh, no.- risponde
Pyro –Volevo solo mettervi in posizione per… questo.-
All’improvviso un’enorme pressione
schiaccia i due ragazzi al suolo. Per loro fortuna cadono solo da pochi metri e
non si fanno troppo male… ma potrebbe essere una situazione temporanea.
-Non agitatevi
troppo, ragazzi.- dice una voce di donna sopra di loro –Vi ho fatto magneticamente
aderire al suolo e non potete liberarvi facilmente. Oh, per la cronaca, io sono
Lodestone.-
Vance, o forse dovremmo dire
Justice, anche se non indossa il relativo costume, stringe i denti. Forse può
usare i suoi poteri telecinetici per contrastare il magnetismo di Lodestone.
Deve almeno provarci o lui ed Angelica sono spacciati. Pyro ha parlato di Zemo
ed uno come lui non può avere buone intenzioni riguardo le loro vite.
A poco a poco riesce a sollevarsi.
La testa gli gira, il naso gli sanguina, ma ora è di nuovo in piedi. Lodestone
è sconcertata, perde la concentrazione ed inizia a cadere. Vance sorride, ma il
suo sorriso è di breve durata: un pugno guantato di rosso lo raggiunge al mento
e lui è ancora troppo debole per reagire. Cade immediatamente svenuto.
-Vance!- urla
Angelica, che nel frattempo è riuscita anche lei a rimettersi in piedi dopo che
la presa di Lodestone è svanita. Manda un flusso di microonde verso Pyro.
-calma ragazzina.-
ribatte lui –Il calore non mi fa niente, anzi: probabilmente, anche se non è
fuoco basta comunque per alimentare il mio potere.-
Una specie di mano di fuoco si muove
verso Angelica, che si soleva in volo evitandola, ma non riesce, però, ad evitare che Lodestone la afferri alla
gola.
Per qualche secondo le due donne si
affrontano sospese nell’aria, poi Angelica reclina il capo e Lodestone atterra
sul prato.
-Non l’avrai uccisa,
spero.- la ammonisce Pyro –Zemo è stato categorico –Li vuole tutti vivi.-
-Tranquillo- replica
Lodestone –Le faranno male le vertebre cervicali per un po’, ma per il resto è
intatta. Ovviamente finché non ci penserà Zemo.-
-Bene. Ora
sbrighiamoci: entriamo in casa ed impadroniamoci dei loro costumi. A Zemo
piacciono vestiti per l’occasione e chi sono io per contestarlo finché paga così
bene?-
Un sorriso maligno gli si dipinge
sul volto.
3.
Il luogo è il deserto del New
Mexico, praticamente in mezzo al nulla. Non molto lontano da qui, diversi anni
fa, si svolse il test della bomba gamma. Come forse saprete, non andò molto
bene.
Gli effetti di quell’esplosione si
sentono ancora in questa caverna che la natura ha scavato in millenni di
paziente lavoro. Percorrendo un lungo ed abbastanza stretto corridoio di roccia
si giunge in un’ampia stanza chiaramente opera dell’uomo. Un luogo dove un uomo
magro ed allampanato è chino su alcune provette. Un uomo che non pare
minimamente turbato dai passi pesanti alle sue spalle, passi che fanno tremare
il pavimento stesso della caverna.
-Banner!- dice una voce che
poco sembra avere di umano.
Con calma il mingherlino si volta e
mentre lo fa il suo corpo muta, diventa più grande e la pelle si colora di
verde.
-Tu!- esclama –Non…
avresti dovuto venire… QUI!-
Un colpo incredibilmente forte viene vibrato
e l’intruso viene proiettato fuori dall’ingresso della caverna. Il suo volo
sembra non arrestarsi, finché non incontra una parete di roccia e vi si
incastra dentro. Con uno sforzo sovrumano si libera ed è in quel momento che un
gigante verde gli piomba addosso.
Tra i due inizia uno scontro
titanico. Si scambiano colpi che abbatterebbero le montagne e non è solo un
modo di dire con loro due.
-Avresti dovuto
restare nella tua prigione, Blonsky.- dice Hulk, nell’incarnazione conosciuta
come “Professore” –Il solo vederti mi ricorda cosa hai fatto e mi fa arrabbiare
davvero e quando mi arrabbio in questo modo, non divento solo più forte, ma
molto, molto peggio.-
-Come se questo
m’importasse davvero.- replica Abominio –Credi che non mi porti sempre dentro
la colpa di aver ucciso tua moglie? Non espierò mai abbastanza, credimi. Per
questo ho accettato questo lavoro.-
-Lavoro? Sei di nuovo
il lacché di qualcuno, Abominio? Di chi si tratta stavolta? Il Capo?-
-No… è il Barone
Zemo. Vuole prigionieri tutti i Vendicatori e non intende lasciare libero
l’ultimo degli originali.-
-Davvero? Avrebbe
fatto meglio a lasciarmi in pace.-
Ancora una volta Hulk colpisce ed ad
ogni colpo la sua patina di razionalità sembra dissolversi in una sorta di
gioia selvaggia. Dal canto suo Abominio non sembra metterci il cuore in quello
che fa ed alla fine un ultimo colpo lo manda disteso a terra. Hulk pone il suo
piede destro sul petto dell’avversario.
-Avanti!- lo incita
Emil Blonsky –Finiscimi. Sono venuto qui solo per questo, perché speravo che
durante il nostro scontro tu trovassi finalmente il coraggio di uccidermi,
quindi: fallo!-
Il pugno di Hulk si solleva, la sua
parte razionale se ne sta andando, lasciando il posto al suo io più selvaggio
desideroso solo di morte distruzione e vendetta. Per un tempo che sembra durare
un’eternità, ma che forse non è più lungo di un battito di ciglia, la mano
rimane sollevata, poi si abbassa senza colpire.
-No! Dovrai trovare
altrove la pace che brami, Blonsky, io non te la darò e pensandoci bene, questa
è la mia miglior vendetta. Adesso vattene e lasciami in pace… prima che cambi
idea.-
Hulk volta le spalle ad Abominio e
riprende la sua marcia verso la caverna che ora è la sua casa. Lentamente
riprende la forma di Bruce Banner… ma non arriva mai all’ingresso. Qualcosa lo
colpisce alle spalle e lui cade esanime al suolo.
-Ottimo.- dice un
nuovo venuto –I vecchi metodi sono sempre i migliori. Zemo sarà soddisfatto.-
Delle forti braccia sollevano Banner
e lo pongono in un cilindro che viene poi rinchiuso e caricato su un piccolo
velivolo in attesa.
Quanto ad Abominio… rimane solo con
se stesso, seduto in mezzo al nulla.
La chiamano Firebird, ma il suo vero
nome è Bonita Juarez. Alcuni anni fa, a causa di una sorta di esperimento di
una lontana razza aliena, si ritrovò dotata di straordinari poteri pirocinetici
e della capacità di volare. Da devota Cattolica qual’era ed è, Bonita ritenne
questi poteri un dono di Dio e prese come una missione il dovere di usarli per
il bene. In questa veste ha collaborato con I Vendicatori, ma più spesso è stata
ed è attualmente membro del gruppo di eroi del Sud Ovest americano chiamati
Rangers.
Per quanto i suoi doveri come
supereroina le abbiano spesso lasciato poco tempo per dedicarsi alla sua vita
privata, Bonita non tralascia mai i suoi doveri religiosi. Ogni sera, per
esempio, poco dopo il tramonto del sole si reca a pregare per i morti della
devastazione che Maelstrom col potere del Celestiale Nero ha portato su
Phoenix, una devastazione che, grazie al cielo, la capitale dell’Arizona si è
ormai lasciata alle spalle assieme agli orrori che ha provocato.
L’essere prevedibili, però, ha un
prezzo e Firebird sta per scoprire qual è, perché, mentre s’inginocchia per
pregare qualcosa la colpisce a tradimento: spine acuminate come quelle di un…
cactus?
Mentre si volta rapidamente,
Firebird capisce di trovarsi proprio di fronte ai quattro agenti che Dominus
aveva creato per combattere i Vendicatori della Costa Ovest[10]:
Cactus, Butte, Gila e… non ne manca uno? Non ha tempo per pensarci, mentre
scioglie gli aculei di Cactus prima che la raggiungano e poi lo fonde con un
colpo di calore concentrato. Si solleva in volo e spara colpi di calore contro
gli altri due. Sa che non sono veramente umani, sono esseri artificiali creati
da uno scienziato senza scrupoli, ma non per questo Firebird è meno riluttante
ad usare il suo pieno potere su di loro. Il Signore non ha forse detto non
uccidere? E loro non sono, in qualche modo, delle forme di vita? La domanda le
passa spontanea per la mente: Se loro erano solo delle creazioni di laboratorio
di Dominus, chi le ha fatte rivivere e perché? Ed un'altra domanda che aveva
accantonato le ritorna in mente: che fine ha fatto il quarto membro del loro
gruppo, quello chiamato Colpo di Sole?
Purtroppo per Firebird la domanda
arriva troppo tardi, perché improvvisamente si sente diventare sempre più
debole e cade al suolo. Tenta di alzarsi, ma si sente troppo debole… e fredda.
Sente tanto, troppo freddo. Alza gli occhi e riesce a vedere un paio di stivali
color oro, poi il portatore di quegli stivali le sferra un calcio al mento e
per Firebird c’è solo il buio.
-Piccola cagna.-
commenta Colpo di Sole –Non potevi immaginare che il Barone Zemo mi avesse
fornito di un dispositivo che mi permette di assorbire i tuoi poteri, il tuo
calore, così come il mio potere naturale mi permette di assorbirlo dal sole
stesso.- Il criminale afferra l’inerme Bonita per il bavero, sollevandola da
terra –Mi è stato detto che sei stata un Vendicatore per cinque minuti o giù di
lì, questo basta a Zemo per volerti prigioniera e finché lui paga, io non
discuto.-
Se la carica sulle spalle ed aziona
un dispositivo sulla sua cintura. Un attimo dopo è scomparso.
I compagni di squadra di Firebird
scopriranno solo molto più tardi la sua scomparsa e sarà decisamente troppo
tardi per un loro intervento.
Gayle Rogers sa riconoscere uno
scoop, quando gliene capita uno e questo è troppo grosso per ignorarlo: i
Vendicatori di entrambe le coste catturati dal Barone Zemo. Non solo i membri
attivi: notizie stanno arrivando da tutto il paese secondo cui chiunque sia
stato un Vendicatore anche solo per poco tempo è stato assalito e catturato da
uno o più supercriminali. Zemo li sta radunando tutti nel Palazzo dei
Vendicatori a New York e di certo ha qualcosa in mente, ma cosa? Gayle vuole
scoprirlo ed uno dei posti da cui cominciare è l’hacienda dei Vendicatori a
Palos Verdes. Il luogo porta ancora i segni della battaglia: il cancello
divelto, le mura sbrecciate. Ci sono state di sicuro delle esplosioni. Gayle
parcheggia la sua Corvette e si avvicina all’ingresso dell’Hacienda. Sosta solo
un attimo, poi, con risolutezza entra.
-Dove crede di
andare, señora?- le chiede una voce ferma.
Gayle si ritrova la strada sbarrata
da Ramon Delgado.
-Io sono…- comincia
Gayle.
-Lo so chi è lei.-
ribatte Ramon –Vedo sempre il suo notiziario sul canale N.T.N. ma qui è in una
proprietà privata e non può restare senza invito… e lei non ha invito.-
-Sono una giornalista
ed il pubblico ha il diritto di sapere.-
-Indubbiamente. Ma
può sapere anche senza che qualcuno entri a fare dello sciacallaggio. La prego
di uscire o sarò costretta a farla uscire con la forza.-
Accanto a Ramon si presentano due
robusti giovanotti, i giardinieri.
-Va bene, va bene, me
ne vado, ma le assicuro che tornerò.-
-Non ne dubito,
señorita Rogers, ma non oggi.-
4.
Forse è un luogo
comune che a Londra piova quasi sempre, ma anche i luoghi comuni sono veri ogni
tanto. Il giovanotto biondo che esce a capo scoperto dal leggendario Diogenes’Club
non sembra nulla di speciale a vederlo. Certo a molti sembrerebbe strano che
nel mezzo della pioggia torrenziale il suo impermeabile ed i suoi capelli
rimangano comunque pressoché completamente asciutti.
I suoi pensieri in questo momento
sono per gli amici con cui ha cenato ed in particolare per una certa signora e
sorride al ricordo. Ma pensa anche ad un amico che è da poco partito per
tornare negli Stati Uniti e medita sul fatto che dovrebbe tornarci anche lui.
Gli manca New York, in fondo, anche se sa che è molto cambiata da quando lui
era una vista familiare per il newyorchese medio. Ma molte altre cose sono
cambiate da allora, dopotutto, compreso lui stesso.
Sta per attraversare la strada,
quando, improvvisamente si ferma di colpo, come se un istinto affinato da anni
d’esperienza lo avesse avvisato di un pericolo imminente. Qualcosa saetta
nell’aria: è una specie di bastone d’energia. L’uomo lo afferra a mezz’aria e
lo stringe finché non si è dissipato.
-Inutile
nascondervi.- dice ad alta voce –So da un pezzo che ci siete.-
-Impressionante.-
commenta una ragazza dai capelli rossi, vestita da un’aderentissima tuta blu,
il cui volto è coperto in parte da una maschera dello stesso colore e nelle cui
mani ci sono altri due bastoni d’energia –Mi avevano detto che eri un tipo
particolare, ma non immaginavo quanto… e sei pure bello, il che è quasi un
peccato.-
-L’uomo biondo
sorride.-
-Un peccato per me o
per lei, miss…?-
-Joystick.-
-Joystick? Ho sentito
parlare di te. Non avevi lavorato per un gruppo di Eroi a Pagamento negli Stati
Uniti? Perché mi hai scelto come bersaglio?-
-È solo una questione
d’affari: i cattivi pagano meglio di questi tempi.-
-Temo che non mi
abituerò mai alla discutibile morale moderna.- commenta il biondo con un
sospiro –I tuoi alleati la pensano come te?-
Joystick sorride divertita.
-Ti eri accorto anche
di loro? Avrei dovuto aspettarmelo.-
Dall’ombra escono altre due figure:
una che indossa una sorta di esoscheletro giallo che lo copre totalmente ed il
cui volto è nascosto da una maschera a specchio, il suo fisico è snello come
quello di un atleta. Accanto a lui un uomo alto e massiccio rivestito da una
tuta gialla. I suoi guanti sono di acciaio rinforzato con una sorta di
tirapugni a ricoprire le nocche. Il volto è coperto fino agli occhi da una
maschera metallica, Porta i baffi ed una corta barbetta nera.
-Permettimi di
presentarti Elettro-Onda e Jackhammer.-
-Ho sentito parlare
di voi.- replica l’uomo ancora tranquillo –Non crederete davvero di
spaventarmi? Sono stato minacciato da veri esperti in passato, potete
credermi.-
-Basta con le
parole!- grida Elettro-Onda sparandogli addosso una serie di scariche
elettriche.-
L’uomo non fa una piega e sospira,
mentre dice:
-Mi costringete a
rovinare un bell’abito. Spitfire ha ragione dovrei usare le molecole instabili…
Fiamma!-
Ed ecco che l’uomo d’infiamma dalla
testa ai piedi e contemporaneamente scaglia una serie di palle di fuoco contro
i suoi avversari. Elettro-Onda le evita facilmente, ma non può evitare che il
calore danneggi i circuiti del suo costume, Intanto i guanti metallici di
Jackhammer si fondono con una precisione tale che le sue mani riportano appena
una lieve scottatura. Il gigante carica rabbioso, incurante del fatto che il
suo avversario è in fiamme.
Jim Hammond, altrimenti noto come la
Torcia Umana Originale si solleva in volo e lascia che il suo avversario si
schianti contro un vicino muro.
Forse è la pioggia incessante o
forse una mossa calcolata, fatto sta che la fiamma si spegne e Jim Hammond
torna al suolo, mostrando ora la sua leggendaria tuta rossa dai bordi dorati. I
suoi tre avversari lo attaccano simultaneamente e solo pochi istanti dopo
comprendono il loro errore. Jim li evita con consumata abilità, facendo in modo
che i bastoni d’energia di Joystick colpiscano Jackhammer stendendolo, poi
afferra i polsi di Elettro-Onda generando abbastanza calore da stordirlo, poi
lo spinge contro Joystick bloccandola a terra.
Prima che la ragazza possa riuscire
a rialzarsi, Jim afferra la sbarra di ferro di un vicino cancello, la scalda
abbastanza da renderla malleabile e svellerla, poi la piega e la usa per
circondare i polsi di Joystick ed Elettro-Onda e legarli insieme.
-Bel trucchetto,
amico.- commenta Joystick –Ma non crederai davvero che potrà fermarmi a lungo?
Conosco quelli come te: non hai il fegato di combattermi corpo a corpo. Come si
dice: non colpiresti mai una signora.-
-Verissimo...-
replica Jim, mentre le stringe con due dita la base della nuca -… ma per citare
un altro vecchio clichè: tu non sei una signora, dopotutto.-
Joystick sviene di colpo e con un
sorriso Jim Hammond commenta:
-Non fanno più i
supercriminali di una volta.-
Anche a Oyster Bay, Contea di
Southampton, Long Island, sta piovendo. Una pioggia rada che è andata e venuta
per tutta la notte e che solo ora che le prime luci dell'alba illuminano la
baia sembra voler smettere del tutto. L’uomo di nome Marc Spector, altrimenti
noto come Moon Knight, si sta riposando dopo una sorta di incontro al vertice tra
i vigilanti da strada cittadini ed alcuni rappresentanti delle cosiddette
autorità.[11] Solo il fatto che deve
ancora riprendersi del tutto dalle ferite riportate nelle sue recenti battaglie[12]
lo ha tenuto lontano dalle strade per il resto della notte. Non sa, quindi, che
i Signori del Male lo stanno cercando e la sua donna, Marlene Alraune non ha
nessuna intenzione di svegliarlo per informarlo. Non ancora almeno. Che almeno
questa notte sia serena, pensa Marlene, abbiamo avuto già fin troppi problemi,
lasciamo che a questo ci pensi qualcun altro per una volta.
La calma è tornata nell’Hacienda dei
Vendicatori e Ramon Delgado e sua moglie Maria si permettono un momento di
riposo. Solo un momento, però, perché il lavoro di un buon maggiordomo non
finisce mai e ci sono tante cose da rimettere in ordine prima del ritorno dei
Vendicatori.
-Torneranno, non è
vero?- chiede sua moglie –Quel maniaco non riuscirà davvero ad ucciderli,
giusto?-
Ramon si sforza di sorridere, mentre
risponde:
-Ma certo che
torneranno. Loro sono i buoni, dopotutto, e lo sai che i buoni vincono sempre.-
Ma dentro di se vorrebbe essere più
convinto di quello che sta dicendo.
EPILOGO
Sei eroi si sono avventurati nel
sistema fognario della Grande Mela, a malapena illuminato da un ragno-segnale.
Sono: La Vedova Nera, Devil, l’Uomo Ragno, Quicksilver e Songbird, i quali
stanno tutti guardando una sorta di monitor iperpiatto che il sesto membro del
gruppo, Pantera Nera, sta srotolando come un foglio di carta.
Davanti a loro stanno scorrendo
le immagini di un telegiornale americano, senza il sonoro. Mostrano Capitan
America passare indenne attraverso lo scudo di plastica sulla Base dei
Vendicatori, che si ritrae al suo passaggio come se fosse stata programmato per
farlo. Il filmato procede con la Leggenda Vivente che cammina fino
all’ingresso, dove il Barone Zemo lo attende a braccia incrociate. Alla sua
destra, Mister Hyde è pronto a staccare la testa ad una Tigra incatenata; alla sua
sinistra, lo Squalo Tigre ha i denti sul collo di Occhio di Falco.
Capitan America non dice nulla,
fissando Zemo per quella che sembra un’eternità. Poi getta lo scudo ai suoi
piedi, mette le mani dietro la testa, e si inginocchia.
Una grossa scritta rossa in fondo
allo schermo recita:
“ULTIME NOTIZIE: SCONFITTA DEI VENDICATORI,
RESA DI CAPITAN AMERICA”
Pantera Nera spegne lo schermo e
lo ripone nella propria cintura. Nessuno dei presenti ha il coraggio di dire
niente finché l’Uomo Ragno chiede non
incredulo.
-Sbaglio, o ho appena visto Capitan America
arrendersi?-
-No – risponde con forza la Vedova Nera – Hai appena
visto Capitan America darci il tempo per liberare i Vendicatori e sconfiggere i
Signori del Male.-
L’ultima
battaglia sta per cominciare.
FINE DELL’EPISODIO
NOTE DELL’AUTORE
Non c’è poi molto da
dire su questa storia, quindi sbrighiamoci in fretta.
1)
Innanzitutto,
come avrete certo notato, in questa storia mancano quasi del tutto i
protagonisti della serie. Una scelta obbligata, visto che al momento, a parte
Quicksilver, sono tutti prigionieri nella base della Costa Est. Non che i
membri della squadra est se la cavino meglio, visto che dei membri attivi solo
Songbird è ancora libera. Mi sono permesso, quindi, di concentrarmi su alcuni comprimari
e su altri personaggi.
2)
Di
Patsy Walker alias Hellcat ho parlato molto spesso in passato. Quanto al suo
primo marito, l’ex tenente colonnello dell’United States Air Force Robert “Buzz”
Baxter”, che ci crediate o no, è uno dei più vecchi personaggi Marvel in
circolazione, essendo stato creato nientemeno che in Miss America Magazine #2
del novembre 1944, contemporaneamente alla futura mogliettina Patsy. Il loro
matrimonio finì quando Patsy scoprì che Buzz era diventato corrotto per sete di
potere. Buzz non la prese bene e questo lo spinse a sottoporsi ad un
esperimento che lo dotò di superpoteri e forse lo fece andare ancora di più
fuori di testa. In tempi relativamente recenti è stato stabilito che la
stragrande maggioranza delle avventure di Patsy e del suo cast pubblicate dal
1944 in avanti devono intendersi come “storie immaginarie” avvenute sui comic
books della linea “patsy Walker”, creati dalla madre di Patsy, Dorothy. A mio modesto
parere, ciò non vale per le sue avventure (o almeno non per tutte) pubblicate a
partire dal 1962, viste le sue interazioni con personaggi che sono sicuramente
parte del Marvel Universe come Mille la Modella e Linda Carte, già Allieva
Infermiera ed ora Infermiera Notturna.
3)
Sul
Ragno Rosso non ho molto da dire. Il clone di Peter Parker, nei panni di Ben
Reilly, ispettore della Polizia Scientifica fa del suo meglio per le strade di
San Francisco e mi piacerebbe davvero che qualcuno tornasse a narrarne le
avventure.
4)
Quanto
al Sudario, reduce da una breve comparsa su Ghost Rider, forse lo rivedremo
all’opera su Marvel Knights.
5)
Justice
e Firestar sono stati Vendicatori per breve tempo, ma non li abbiamo
dimenticati… anche se ci è mancato poco. -_^
6)
Non
potevamo, invece, dimenticarci di Hulk, uno dei Vendicatori Originali. Era
impossibile che Zemo non pensasse di catturare anche lui, ma non avrà fatto il
passo più lungo della gamba?
7)
Mi
è parso giusto dare il suo spazio anche a Firebird, personaggio che ho sempre
trovato interessante, ma che fatica a trovare un per me meritato
riconoscimento.
8)
Quanto
a Jim Hammond, la Torcia Umana Originale. Davvero escludo che abbia bisogno di
presentazioni. Quanto alla Jackie a cui si riferisce ad un certo punto, è
Jacqueline Falsworth, alias Spitfire e l’amico di ritorno a New York, è Jeff
Mace, ovvero il nuovo Capitan America.
9)
Note
di continuity: l’intera vicenda si svolge praticamente in parallelo a
Vendicatori #75. Il Ragno Rosso appare qui in un momento imprecisato dopo Ragno
Rosso #8; Sudario anche lui in un momento imprecisato dopo Ghost Rider #6;
Firebird praticamente subito dopo Rangers #27; Hulk un po’ dopo la conclusione
di eventi narrati negli ultimi episodi della sua serie MIT; Moon Knight subito
dopo Devil #46 ed infine Jim Hammond, poche ore dopo Capitan America Annual #2.
10)
Un
particolare ringraziamento va, infine, a Fabio Furlanetto per i preziosi
suggerimenti su alcuni personaggi da usare e su alcune situazioni da narrare,
nonché per aver fornito parte del prologo e quasi tutto l’epilogo.
11)
La
conclusione dello scontro con i Signori del Male la vedrete su Vendicatori #76
dove 40 Vendicatori ed il gradito ospite Devil (per tacere di Lockjaw e della
versione inumana di Mary Poppino -_^) si scontreranno con oltre cinquanta
Signori del Male e… ma no: leggetelo voi stessi, che è meglio. -_^
Nel prossimo episodio: l’inizio di
una saga in due parti che risolverà alcuni misteri in sospeso di cui nessuno si
ricordava più… a parte il sottoscritto, è ovvio. -_^
Carlo.
[1] Ovvero Bruce Banner, l’Incredibile Hulk, per chi non lo sapesse ancora. -_^
[2] Ma voi lo dovreste sapere, se aveste letto Midnight Sons #10. -_^
[3] A chi allude Ben? Dovreste averlo capito da soli. -_^
[4] Come visto in Ghost Rider MIT #6.
[5] Accadde in Defenders Vol 1° #41 (Difensori, Corno, #7).
[6] Giant Size Defenders #4 (Hulk & Difensori, Corno, #26/27).
[7] In Avengers Vol 1° #217 (Capitan America & I Vendicatori, Star, #7).
[8] Qualche tempo fa, agli albori di Marvelit in Vendicatori #7. -_^
[9] In New Warriors #20/25 (Silver Surfer, Play
Press, #51/53-New Warrior, Marvel Italia #1/2).
[10] West Coast Avengers #17/24 (Star Magazine Oro
#6/7)
[11] Su Devil #46, nel caso ve lo steste chiedendo.
[12] Mostrate negli ultimi episodi di Marvel Knights. E dove se no?