PROLOGO

 

 

In un rifugio segreto

 

Il suo vero nome è Calvin Zabo, dottor Calvin Zabo, come spesso tende a sottolineare, ma nella forma massiccia che ha oggi preferisce essere chiamato Mister Hyde. Da un grande monitor sta osservando il Barone Zemo salire sul piccolo palco all’interno della propria base segreta, mentre una dozzina di telecamere trasmettono la sua immagine decine di basi (come, ad esempio, quella in cui lui si trova adesso) sparse per il mondo. Di fronte a Zemo si trovano più di venti super-criminali, per non parlare dei tanti altri che lo stanno seguendo in teleconferenza, che osservano il proprio leader chiedendosi cosa possa voler dire con così poco tempo prima dell’inizio del piano.

-Alleati e mercenari – inizia Zemo – Siete qui per i motivi più disparati... lealtà, denaro, potere, gloria. O almeno questo è ciò che credete. No, siete qui perché avete compreso qual è il più grande pericolo che l'umanità si trova ad affrontare... i Vendicatori. Noi siamo chiamati criminali, ma chi ha infranto più leggi e regole dei Vendicatori? Chi ha preso il potere con la forza e con il sotterfugio, proprio sotto il naso della comunità adorante? Questo non è il momento di tenere un basso profilo. La crisi che stiamo per affrontare è terribile. Cosa verrà dopo la Slorenia? Cosa verrà dopo Olympia e Lemuria? Presto i Vendicatori prenderanno il potere nell'America e nel mondo intero...non apertamente, forse. Ma se nessuno si opporrà a loro, se li lasceremo continuare con la propria crociata personale, dove si fermeranno? Quali crimini potranno ancora essere commessi, sotto la loro egemonia? Guardate il resto del mondo, un tempo privo di cosiddetti "super-eroi" e che ora si sta riempiendo di nuovi gruppi ogni mese. Ormai è diventato impossibile tentare un qualsiasi tipo di crimine senza trovarsi un super-umano ad imporre la propria visione del mondo! Ebbene, se questi sono i "buoni", il mondo ha bisogno del Male. Perciò oggi vi parlo seriamente, aprendo il mio cuore, perché sappiate la verità. La mia organizzazione ha ormai raggiunto ogni angolo di questo paese, ed una volta sconfitti i Vendicatori, molti altri si aggiungeranno alle nostre fila. Tutti devono capire la gravità della situazione, e quali misure estreme siano necessarie. E riconoscendo il momento, seguiranno i futuri padroni dell'ordine mondiale, i Signori del Male!-

Mr. Hyde sogghigna divertito al suono dell’applauso fragoroso dei seguaci di Zemo. La folla, pensa… massa di pecore che chiede solo di essere guidata da uno più forte e deciso… uno come lui.

L’applauso è fermato da un semplice cenno del Barone Zemo, che continua ad incitare le proprie truppe:

-Il tempo è poco! Non c'è tempo per futili dibattiti. Dobbiamo agire, immediatamente, decisamente, come è sempre stata la via degli Zemo. Non voglio darvi la falsa impressione che la situazione sia a nostro favore, dandovi un falso senso di speranza. La tempesta che stiamo per sollevare sarà implacabile e difficile da guidare. I Vendicatori credono di avervi convinti essere invincibili, ma sentiranno alzarsi le nostre voci che rispondono, no! Noi non ci arrenderemo ad un mondo senza crimine!-

Adesso anche i super-criminali stanno applaudendo con entusiasmo. Qualunque sia il fascino del Barone, evidentemente è abbastanza contagioso anche per chi non è un fanatico. Lo scienziato che è in Mister Hyde è abbastanza incuriosito da fenomeno e si ripromette di studiarlo… quando avrà tempo.

-Alleati e mercenari! Siete pronti alla guerra totale? Se necessario, siete pronti ad una guerra più radicale di quanto abbiate immaginato finora? Prendete le armi, scatenate la tempesta, e mostrate al mondo chi sono i veri Signori del Male!!!-

Nel caos dell’acclamazione, Zemo scende dal proprio palco. Il collegamento sfuma e Mister Hyde batte il pugno destro contro il palmo della mano sinistra, provocando un forte e secco rumore. È ora di entrare in azione, pensa. I Vendicatori non avranno nemmeno il tempo di capire cosa li sta colpendo e poi, dopo la loro sconfitta… chi può sapere cosa può succedere?

Ridacchiando Mister Hyde esce dal suo rifugio e si prepara a sferrare il suo micidiale attacco.

 

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COSTA OVEST
 
N° 16

 

 

LA BATTAGLIA DI PALOS VERDES

 

Di Carlo Monni (con l’amichevole assistenza di Fabio Furlanetto)

 

 

1.

 

 

            È un giorno come un altro all’Hacienda dei Vendicatori nella Penisola di Palos Verdes, non troppo distante da Los Angeles, ma abbastanza lontana da avere l’illusione di godersi la natura incontaminata.

            All’interno e precisamente nella cucina Pietro Maximoff, altrimenti noto come Quicksilver si sta versando un caffé. Uno dei guai dell’essere un velocista è che consumi parecchia energia. Per sua fortuna lui metabolizza la caffeina molto rapidamente e non deve preoccuparsi di quanta ne assume, non troppo almeno. È in momenti di quiete come questi che Pietro ha l’occasione di riflettere sul pasticcio che è diventata la sua vita e non sempre gli piacciono le conclusioni a cui giunge. Se ripensa ai giorni passati, deve ammettere che, a parte i primi tempi della sua relazione con Crystal, forse il suo periodo più felice è stato ai primi tempi in cui lui e sua sorella Wanda si erano uniti ai Vendicatori… ma quei tempi sono passati ormai: Cap è morto e Occhio di Falco sta dall’altra parte del paese e forse non lo accoglierebbe molto bene. È in momenti come questi che quasi desidera una minaccia da affrontare e poter mettere da parte i problemi personali.

Come afferma un detto popolare: bisogna stare attenti a ciò che si desidera, si potrebbe ottenerlo.

 

            In un’altra ala della villa in stile spagnolo, quella adibita a palestra, un uomo in un costume che sembra un misto tra quello originale di Devil e quello di Wolverine sta facendo sollevamento pesi.

Per D-Man questo è un modo abbastanza semplice per rilassarsi: un po’ di esercizio fisico, una doccia veloce e si è pronti per una giornata pesante. Il primo giorno della sua nuova vita? Forse è un modo di dire un po’ pretenzioso, ma in questi tempi di crisi Dennis Dumphy sente che è ora di fare qualcosa di più che andare in giro in un buffo costume attillato a combattere altra gente in costume. La festa che ha dato pochi giorni fa nella sua villa di Santa Monica[1] è stata solo l’inizio.

 

            Henry Pym sorride soddisfatto, mentre ripone una provetta. È sempre un piacere, quando un esperimento riesce e, deve ammetterlo, un po’ gli manca non essere più uno scienziato a tempo pieno, anche se, inutile nasconderlo, gli piace l’idea di essere un supereroe, uno dei primi della nuova Era delle Meraviglie, in effetti, l’eccitazione, l’adrenalina. Una parte di lui ha sempre sognato di essere un avventuriero alla Errol Flynn, combattere i cattivi, dire le battute giuste al momento giusto, guadagnarsi gli applausi della folla e l’ammirazione delle donne, un ruolo perfetto per il Calabrone. No, non è del tutto vero: si, gli piace essere un supereroe, ma a volte si chiede perché lo fa, perché ha cominciato. Non era un modo un po’ contorto per redimersi dalla colpa di non essere stato capace di salvare la vita della sua prima moglie? E che dire del suo fallimento come marito e come uomo con Janet?  Meglio non pensarci. Si toglie il camice e si avvicina ad un armadietto da cui estrae l’uniforme gialla e nera del Calabrone. In pochi minuti l’ha indossata. Forse, pensa, una sessione di allenamento in palestra mi aiuterà a non pensare troppo a certe cose.

            Ed è proprio mentre apre la porta del laboratorio che tutto comincia.

 

 

2.

 

 

            Tick-Tock alza gli occhi dal suo orologio da taschino e dice:

-Il momento migliore per l’attacco è… adesso!-

-In questo caso non abbiamo tempo da perdere…- comincia il primo Fratello Grimm.

-… se questa partita vogliamo vincere.- conclude il secondo.

            I due scagliano all’unisono quelle che sembrano due comunissime uova di pasqua, che, però, esplodono insieme squarciando il cancello dell’Hacienda dei Vendicatori.

-Presto amici, correre dobbiamo…-

-… se questa sfida vincere vogliamo.-

-Io li odio quando parlano così.- commenta lo Straccione –E loro parlano sempre così.-

            Gypsy Moth non replica e quanto ai due giganti che le sono al fianco, si lasciano scappare solo un grugnito.

            L’attacco è cominciato.

 

            Altrove, e precisamente a Denver Julia Carpenter si sta godendo un giorno di libertà assieme alla figlia Rachel, quando ode del trambusto da dietro un angolo. Prima che possa impedirglielo, sua figlia, vinta dalla naturale curiosità dei bambini è già corsa a vedere… solo per bloccarsi improvvisamente. Quando la raggiunge Julia capisce perché.

            Nel viale davanti a lei c’è Venom e sta seminando distruzione come se fosse impazzito… o deve dire impazzita? A prescindere dal fatto che aveva sentito dire che era morto, cosa sempre da prendere con le molle nel mondo dei superesseri, quello era sicuramente un uomo, ma questa… sembra proprio una donna. Julia ne è ancora più convinta, quando la sente parlare:

-Portatemi Aracne e portatemela subito o vi giuro che comincerò a mangiarmi qualche cervello!-

            Vuole lei? Ma perché? Lei non ha nemmeno mai incontrato il Venom originale.

-Devi andare mamma.- le dice Rachel –O ucciderà quelle persone.-

-Rachel… io… non posso lasciarti sola.-

-Non preoccuparti, mi nasconderò, starò al sicuro. Tu vai adesso.-

            Sospirando Julia corre in un vicolo vicino ed in breve rispunta nei panni di Aracne, l’unica supereroina residente di Denver… ed un bersaglio per ogni psicopatico che passa di lì, sembra.

-Mi volevi, mostro? Sono qui.-

-Finalmente!- urla Venom –Ora potrò farti a fettine.-

            Non se dipende da me, pensa Aracne.

 

            C’è sempre chi riesce a divertirsi. Prendiamo Eros, figli di Mentore, Principe di Titano, Fratello di Thanos ecc… ecc… insomma il Vendicatore noto come Starfox. Ammettiamolo: non è una cosa insolita per lui svegliarsi in un letto non suo e nemmeno ritrovarcisi insieme a più di una donna, ma non ricordare nemmeno come ci sia arrivato e chi siano le ragazze in questione…fidatevi: per lui è più normale di questo possiate credere.

            Anche gli Eterni possono soffrire del classico disorientamento del dopo sbronza, anche se, volendolo, potrebbero avere un controllo assoluto sul loro metabolismo ed hanno anche delle necessità fisiologiche se è per questo. Eros si reca in bagno e fa quel che deve fare, poi, dopo essersi sottoposto ad una corroborante doccia bollente, alternata con una freddissima, ed essendo sostanzialmente un narcisista, si ferma a contemplarsi su uno specchio a figura intera che il vapore uscito dal box doccia ha appannato. Quando l’appannamento si dirada Starfox non vede solo la sua figura, ma, alle sue spalle, anche quella di una giovane, e molto bella, donna dai lunghi capelli argentei.

 

 

3.

 

 

            È strano come alcune cose riescano a metterti a disagio certe volte. Cercare casa, ad esempio, ha i suoi risvolti positivi, ma in questi tempi di crisi, c’è chi si sente a disagio… perfino gente come She-Hulk e la sua accompagnatrice, la donna dai capelli neri di nome Greer Nelson.

-… è davvero un ottimo appartamento.- sta dicendo l’agente immobiliare –Grande, spazioso…-

-Non saprei.- commenta, pensosa, la Gigantessa di Giada –Tu che ne pensi Greer?-

-Andrebbe bene per le tue esigenze, credo. Ci farei un pensierino anch’io, se ti va una coinquilina.- si rivolge all’agente immobiliare –I mobili erano del precedente proprietario?-

-Ehm… si. Lui… ha dovuto lasciarli qui, quando la proprietà è stata… ehm… venduta.-

            All’asta, come svariati altri immobili in tutto il paese, pensa Jennifer Walters, un’altra vittima della crisi dei mutui. La fa sentire una specie di avvoltoio.

            Ehi, cosa sono quei passi pesanti di fuori e perché l’agente immobiliare ha smesso di parlare? Qualcosa le dice che si è distratta troppo e la sensazione diventa concreta realtà, quando la porta viene abbattuta di colpo ed appare la massiccia figura di…

-Blob!- esclama She-Hulk.

-E non è da solo!- dice un’altra voce, prima che una sorta di mini tromba d’aria investa la vendicatrice verde, mentre qualcosa la colpisce ripetutamente senza che lei possa vedere altro che un’indistinta macchia azzurra. Cadendo a terra, sente la stessa voce dire:

-Speed Demon al tuo servizio.-

 

             Come abbiamo già avuto modo di dire in passato, Los Angeles è uno degli ultimi posti al mondo in cui qualcuno si stupirebbe di vedere passeggiare una ragazza dai capelli verdi e questa volta non è un’eccezione. Lorna Dane, alias Polaris apprezza decisamente il fatto che nessuno la segni a dito o che la identifichi come mutante. È bello, almeno ogni tanto, sentirsi una donna normale. Niente costumi colorati, niente battaglie mortali, supercriminali, alieni o Sentinelle, solo del sano e normalissimo shopping in Rodeo Drive. Chissà se anche Crystal la pensa come lei? Qual è il concetto di normalità in una società come quella degli Inumani?

            Crystal si atteggia a spensierata, ma Lorna non può fare ameno di chiedersi se non sia nient’altro che una posa, un modo per lasciarsi alle spalle almeno per un po’ i problemi legati alla sua complicata situazione familiare… di cui la stessa Lorna è parte in fondo. Dopotutto non ha da poco scoperto di essere al figlia di Magneto e sorellastra di Quicksilver e Scarlet, cognata, quindi, della stessa Crystal e zia della piccola Luna … per non parlare del fatto che una presunta sorella gemella ha cercato di ucciderla ed è finita uccisa per mano del presunto comune padre? Probabilmente entrambe farebbero una fortuna vendendo la loro storia familiare come trama di una soap opera.

-Com’è che dicono gli umani? Un soldo per i tuoi pensieri.- le si rivolge Crystal.

-Lo sprecheresti.- replica Lorna –Non stavo pensando a niente di particolare, credimi.-

            Crystal la squadra un po’ dubbiosa.

-Non ci credo troppo. Non dirmi che sei l’unica in giro a non chiedersi quanto a lungo resisteremo io e Pietro nello stesso gruppo prima che succeda qualcosa?-

-A dire il vero mi chiedo se non abbia voluto unirsi al gruppo per causa mia… perché ha scoperto che sono sua sorella.-

-Potresti non aver torto. Con Wanda era molto protettivo, al limite dell’ossessivo.-

-E con te?-

-Con me… era diverso. Non so dire perché.-

            La conversazione proseguirebbe sulla stessa linea se improvvisamente il suolo non si sollevasse facendo perdere l’equilibrio ai passanti, comprese le due supereroine in abiti borghesi.

            Gli abitanti della California sono abituati alle scosse telluriche, ma queste sono diverse, di fatto sembrano focalizzate proprio nella ristretta area in cui si trovano le due donne, che fanno appena a tempo a mettersi in piedi che si ritrovano intrappolate in un cerchio di fiamma.

-Ma cosa…?- esclama Crystal.

-Sorprese, principesse? Questo è solo l’inizio.-

            Lorna riconosce immediatamente la voce, ma d’altra parte sarebbe impossibile confondere il nuovo arrivato con chiunque altro. La sua mole è decisamente unica.

-Pyro!- esclama la ragazza dai capelli verdi.

-Esatto, dolcezza… e non sono solo.-

 

            Potrebbero sembrare una normalissima coppia, a parte i loro abiti fin troppo formali per l’ambiente californiano. Lui è alto, massiccio, biondo e porta I capelli cortissimi, come i Marines ed i suoi occhi hanno il brillante colore del cielo azzurro in una mattina serena. Anche lei è bionda, snella, i capelli ben curati le scendono lunghi sulle spalle e sulla schiena, la si definirebbe una bellezza algida e non è facile per quasi nessuno sostenere il freddo sguardo dei suoi occhi indagatori… ma l’uomo che è con lei non è uno qualunque e quando è sola con lui lei è tutt’altro che fredda ed inquisitoria.

-Sono felice che abbiamo avuto un po’ di tempo per noi.- dice finendo di indossare la gonna di un sobrio tailleur grigio –Non ci capita spesso ultimamente.-

-Con il mio incarico qui ed il tuo a Washington… a proposito: complimenti per il tuo nuovo incarico. Con te come Consigliere del Presidente per gli Affari Superumani, le cose saranno migliori che con Alden Rusk.-

            Valerie Cooper si avvicina al suo uomo e gli accarezza con dolcezza il volto. Molti lo considererebbero un uomo duro e scostante, ma lei sa meglio di chiunque altro, forse, quanta dolcezza ed ingenuità si celino nell’animo di Jack Daniels altrimenti noto come U.S.Agent.

-All’inizio non ero tanto entusiasta.- dice –Dopo le mie ultime esperienze mi sentivo soddisfatta del mio lavoro di insegnante alla Georgetown University, ma si vede che alle lusinghe del Potere è difficile resistere.

-Tu sei forse la persona meno corruttibile che conosco.- replica –Potere o non potere.-

-Credi? Vengo comunque dopo di te, ragazzone.-

            Un velo di tristezza appanna l’espressione granitica di Jack Daniels, mentre ribatte quietamente:

-Ma sempre dopo il boy scout, Rogers. Sempre dopo di lui. Ma ora lui è morto ed anche se il ragazzo che lo sostituisce è in gamba, mi chiedo…- 

            Lascia la frase in sospeso. Valerie gli si avvicina e lo abbraccia.

-Se me lo avessi chiesto, avrei lasciato tutto e sarei venuta con te.-

-E dopo una settimana… o un mese… o un anno avresti finito con il rimproverarmi di averti sottratto alla vita che ami.-

-Potrei chiedere a te di tornare a Washington.-

            Lui scuote la testa:

-Siamo quelli che siamo. Non abbiamo molta scelta, se non seguire la strada che è stata tracciata per noi.-

-E noi? Che ne sarà di noi?-

-Mi chiedi troppo. Non so niente di queste cose. Sono solo un ingenuo contadino della Georgia dopotutto.-

            Valerie sorride, un sorriso amaro, dopotutto. Lo accarezza ancora e lo bacia, poi esce senza dire una parola. Per un po’ lui rimane fermo vicino alla finestra, poi, molto rapidamente si infila il costume di U.S.Agent, impugna saldamente il suo scudo ed esce da quella stessa finestra.

            Salta agilmente da una palazzina all’altra, apparentemente senza meta e senza un pensiero al mondo e non si accorge degli occhi che lo seguono, occhi che sembrano brillare di una luce maligna e selvaggia… gli occhi dell’uomo conosciuto come Mister Hyde.

-Finalmente!- è il suo unico commento.

 

 

4.

 

 

            Miguel Santos, altrimenti noto come il Fulmine Vivente, attraversa il Campus dell’U.C.L.A. e per la prima volta da tanto tempo pensa che forse la vita ha smesso di riservargli sorprese amare. Quella “rete neurale” che gli ha fornito Tony Stark funziona benissimo: lo mantiene integro in forma umana ed è decisamente meno ingombrante della tuta che era costretto ad indossare finora. Certo: sarebbe molto meglio se potesse liberamente passare dalla forma di energia elettrica a quella umana senza l’aiuto di quel congegno, ma almeno adesso è libero di vivere una vita passabilmente normale. Anche il fatto che suo fratello sta per uscire dal carcere è, tutto sommato, una bella notizia. Con un po’ di fortuna ha imparato la lezione e non si metterà in altri guai. Si: le cose stanno andando davvero per il meglio.

            Peccato che speranze del genere vadano quasi sempre deluse. Nel caso in specie la delusione per Miguel è rappresentata da un anziano signore vestito di una tuta attillata e con un cappuccio che gli copre tutto il volto, a parte un solo occhio da cui a tratti sembra emanare una luce soprannaturale. Il suo vero nome non ha molta importanza, lo chiameremo con il nomignolo affibbiatogli dai media: L’Ago.

            Se Miguel Santos avesse tra i suoi superpoteri un qualche senso del pericolo o, più semplicemente, un’esperienza maggiore nel settore dei supereroi forse non sarebbe stato colto di sorpresa dall’attacco dell’Ago, ma, ahimé, così non è ed il giovane cade quando qualcosa di duro lo colpisce al plesso solare lasciandolo in ginocchio e senza fiato.

            La sua battaglia è cominciata.

           

            Uno che, invece, ha sviluppato un sesto senso per le minacce incombenti è U.S.Agent, ma ciò non basta proteggerlo dall’impatto con la massa di muscoli chiamata Mister Hyde. Il simbolo vivente del Governo Americano perde il suo slancio, mentre si trova a metà strada tra due tetti e precipita veloce al suolo. Non sarebbe il supersoldato superbamente addestrato che è se non reagisse istantaneamente al pericolo. Istintivamente cerca un appiglio e lo trova in un’asta di bandiera. La afferra, ma l’asta si spezza sotto il suo peso e lui continua la sua caduta. A questo punto U.S.Agent si raggomitola su se stesso e posiziona lo scudo verso il suolo.

            È un azzardo, ma funziona: il disco in lega di vibranio assorbe la maggior parte dell’impatto e lascia l’uomo che l’impugna stordito, ma fondamentalmente illeso.

            E Mister Hyde? Lui si è semplicemente lasciato cadere giù ed imitando Hulk è atterrato sui piedi parendo un bel buco sul terreno.

            Peccato per U.S.Agent, perché è Mister Hyde a rimettersi in piedi per primo ed a colpirlo con un pugno massacrante che lo sbatte contro una vetrina. L'ancora stordito Agent non ha il tempo di riprendersi: Hyde gli è di nuovo addosso e lo colpisce una volta, due, tre, senza dargli il tempo di respirare ed alla fine U.S.Agent è a terra svenuto.

-Peccato.- borbotta Hyde –Speravo che saresti stato una sfida migliore. Magari un’altra volta… sempre ammesso che tu sopravviva, s’intende.-

            Ed il supercriminale sogghigna sinistramente.

 

            Starfox si volta di scatto. Ok, quella davanti a lui è davvero una bella ragazza, le cui forme sono esaltate dall’attillatissimo costume che indossa, ma qualcosa in lei lo rende inquieto ed è una sensazione strana per lui.

-Chi sei?- le chiede.

-Sono una danzatrice.- risponde lei, mentre comincia lentamente una danza sinuosa –Puoi chiamarmi Dansen Macabre.-

            C’è qualcosa nel modo in cui si muove che è strano ed affascinante, una sensualità palpabile, un ritmo ipnotizzante che lo spinge ad ignorare le spire nere che lo avvolgono. Un momento… ha detto ipnotizzante. Certo, è questo che è. Starfox fa appello a tutta la sua disciplina mentale per sottrarsi all’incantesimo.

-Tu...- mormora a fatica –Tu… non vuoi farmi questo… Tu non vuoi fare del male a nessuno.-

-Il tuo potere non funziona con me.- ribatte Dansen Macabre –Tu, d’altra parte, eri già mio nel momento in cui mi hai fissato negli occhi.-

            Le spire nere avvolgono totalmente Starfox che s’immobilizza.

-Ora faremo un viaggetto insieme, mio caro.- commenta la sua carceriera con un sorriso maligno -Chissà… magari la mia compagnia ti piacerà alla fine.-

 

 

5.

 

 

            Scenario: due belle ragazze, una delle quali con i capelli verdi, circondate da un muro di fiamma ed aldilà di quella barriera ci sono due uomini. Uno è massiccio e robusto, il volto coperto da un casco, lo chiamano Valanga ed il suo potere mutante è ovvio fin dal nome.  L’altro uomo indossa un costume rosso e giallo e dalle sue dita sembrano danzare fiammelle che si compongono in varie forme; il nome con cui è conosciuto è Pyro. Accanto a loro un essere gigantesco, praticamente una specie di drago alato, che è incongruamente conosciuto come Dragon Man.

            Gli abitanti di Los Angeles proclameranno anche di non stupirsi mai di niente, ma c’è un limite a tutto: in brevissimo tempo la strada è vuota e rimangono solo i tre figuri e le due donne.

            Non appena ha riconosciuto Pyro, Lorna Dane ha immediatamente riconfigurato il suo abito nel costume di Polaris ed ora si sta infilando la tiara tra i capelli. Ostenta calma. Dopotutto non è la prima volta che incontra Pyro e Valanga ed ogni scontro si è sempre concluso con la loro sconfitta. Intanto Crystal ha puntato un dito contro il cerchio di fiamma ed il fuoco si è immediatamente estinto.

-Che cosa vuoi Allerdyce?- lo apostrofa Polaris.

-Nulla di particolare, ragazza, non c’è nulla di personale, è solo questione di soldi. Mi hanno chiesto di catturarti e mi pagano bene.-

-Chi? Chi te lo ha chiesto?-

-Lo scoprirai quando sarai davanti a lui, legata ed inerme.

-Mai!- esclama Crystal e scatena una tempesta di vento contro i suoi avversari. Pyro è sollevato in aria, Dragon Man emette un ruggito e vola via. Quanto a Valanga… si abbassa e spinge le sue mani contro il suolo, provocando un’onda d’urto che fa perdere l’equilibrio alle due supereroine. È solo questione di un attimo: qualcosa vola in aria e si posa sui colli delle due donne.

-Fatto!- proclama Pyro a cavallo di Dragon Man, mentre il gigantesco essere artificiale atterra.

            Polaris si rialza e fissa i due supercriminali.

-Adesso v i farò vedere io cos’è il mio potere.- dice.

            Prima di poter agire, però, le accade qualcosa: si blocca di colpo, quasi non sapesse cosa fare. Se potesse voltarsi vedrebbe che a Crystal è accaduta la stessa cosa: le due giovani donne ora hanno entrambe lo sguardo fisso, come se fossero in trance.

-Ce ne hanno messo di tempo per funzionare quegli affari che ci ha dato il Controllore.- commenta un non proprio soddisfatto Valanga.

-Non sono certo uno scienziato…- replica Pyro -… ma forse c’entra la distanza dal Controllore, che è a New York.[2] In ogni caso mi basta che abbiano funzionato. Ma ora non sprechiamo tempo, presto arriverà la Polizia e non voglio perdere altro tempo in uno scontro, non quando ci aspetta un bel premio per aver preso queste due pollastrelle.-

 

            Mentre Venom le si scaglia addosso Aracne lancia contro di lei (o lui oppure esso? Julia deve confessare a se stessa di sentirsi alquanto confusa al riguardo) una tela psichica che si avvolge attorno al corpo della sua avversaria, la quale ricade al suolo.

-Non basta questo a fermarci.- proclama Venom con una voce da brivido –Ti mangeremo il cervello!-

            Strappa la tela psichica ed il feedback su Aracne è tale che la giovane donna perde la presa sul muro a cui aderiva e cade. Venom la afferra per i capelli mentre è ancora stordita.

-Vali meno dell’Uomo Ragno.- borbotta –Dovremmo ucciderti ora, ma… io non sono un’assassina… non voglio diventarlo… ma è sempre più difficile.-

-Chi… sei?- chiede Julia Carpenter.

            Nessuna risposta le arriva. Solo un pugno che le fa perdere conoscenza e non ode la voce di Venom che dice:

-Mi dispiace.-

            Poco lontano la piccola figura di Rachel Carpenter osserva con orrore Venom balzare via portandosi in spalla il corpo esanime di sua madre. La paura l’attanaglia. Non vuole credere che sua madre sia morta, ma ora è sola ed ha bisogno d’aiuto. Deve cercarlo subito.

 

            Oggetto inamovibile. Quando si parla di esseri umani il suo sinonimo è: Blob. Il potere di Fred J. Dukes è semplicemente questo: quando lui non vuole essere mosso da dove si trova, nessuna forza sulla terra può spostarlo. La sua massa, poi, ha anche altri vantaggi, come scopre amaramente She-Hulk, quando, spinta dal mini vortice creato da Speed Demon, ci finisce contro. La massa grassa di Blob le si stringe contro impedendole di respirare e qualsiasi sforzo di liberarsi è vano.

            Greer Nelson non ha perso tempo e si è trasformata in Tigra. Sbarazzandosi, nel contempo, degli abiti civili. Avere per costume praticamente la biancheria intima ha i suoi vantaggi, pensa senza poter evitare di sorridere. Ma ora dov’è il suo avversario?

            Improvvisamente qualcosa la tocca alla base dl collo. Tigra si sente strana. I muscoli sembrano diventati di colpo più pesanti ed anche pensare le riesce difficile. La voce di Speed Demon le giunge come ovattata.

-Mi dispiace. Una parte di me avrebbe preferito uno scontro più letale, ma sai come si dice: “In amore ed in guerra”, tutto è lecito”. E questa, mia cara, anche se non lo sai, è una guerra.-

            Il disco del Controllore ha fatto il suo effetto. Sull’altra costa degli Stati Uniti Basil Sandhurst si bea dell’improvviso afflusso di potere che ora si riversa nel suo corpo.

            A Los Angeles Blob rilascia una svenuta She-Hulk a cui, immediatamente Speed Demon attacca un altro disco di controllo. La missione è stata un successo.

 

 

6.

 

 

            L’Ago. Miguel lo riconosce immediatamente. Cosa diavolo vuole da lui uno dei membri del Night Shift? E dove sono gli altri? Ora non importa, deve reagire.

            Assume quella che ora è la sua forma naturale: quella di un essere di pura energia elettrica e si leva in volo. Lancia una scarica contro l’Ago. Nulla di troppo forte, solo quanto può bastare a farlo svenire senza conseguenze, pensa Miguel.

            Senza scomporsi l’Ago gli punta contro il lungo bastone metallico a forma di ago che porta con se e questo assorbe l’energia del colpo del Fulmine Vivente. Subito dopo l’Ago lo scaglia contro Miguel.

-Cosa?- esclama il Fulmine Vivente, mentre l’asta lo attraversa… e scombina i suoi legami molecolari scaricandolo letteralmente al suolo. Ha agito come un parafulmine deviando la sua energia.

            Lo scombussolato Miguel ritorna alla sua forma umana. E prima che possa fare qualcosa l’Ago gli si avvicina e cala la sua recuperata asta sul suo collo. Il ragazzo sviene al secondo colpo.

 

            Lo Sceriffo Morris Walters sospira, mentre scende dall’auto di servizio. Sembrava una così bella giornata prima che arrivassero tutte quelle segnalazioni di attacchi di supercriminali in varie parti della Contea, tutte ai danni di membri della filiale locale dei Vendicatori. Da quanto è riuscito a capire da alcuni bollettini, è in corso un attacco ai Vendicatori praticamente in ogni parte della Nazione e qui a Los Angeles l’epicentro sembra essere proprio qui, nella proprietà che ospita la sede dei Vendicatori a Palos Verdes.

            Sempre sospirando, Morris si avvicina ad un gruppetto in cui riconosce il suo vice, il Sottosceriffo Roberts, il Comandante della Stazione di Lomita, competente per la zona della Penisola ed il Capo della piccola forza di Polizia della vicina cittadina di Palos Verdes Estates

-Com’è la situazione Andy?- chiede al Sottosceriffo.

-Non facile Morris.- risponde l’altro –Qualcosa sta sicuramente succedendo la dentro. Ci hanno riferito di esplosioni, ma ammetto che non ne sappiamo molto.

            Morris esita prima di fare la domanda:

-Notizie di mia figlia?-

-Nessuna Morris. L’ultimo rapporto è di un agente immobiliare di Century City che dice che stava visitando una casa con un’amica, quando… beh ha perso i sensi e quando si è riavuto la casa era vuota… a parte i vestiti dell’altra ragazza gettati in un angolo. Sospettiamo che fosse anche lei una supereroina, ma non abbiamo idea di chi potesse essere.- con fare amichevole Andy Roberts pone una mano sulla spalla del suo capo e vecchio amico –Non aver paura Morrie. Da quando è She-Hulk non c’è nulla che possa fare del male alla tua Jen.-

-C’è sempre qualcosa.- replica Walters –Che aspettiamo ad entrare?-

-Bel problema.

-Il fatto è Sceriffo…- a parlare è una giovane donna di colore in completo scuro -… che tecnicamente l’intera proprietà è sotto l’egida delle Nazioni Unite. I nostri legali non sono sicuri che le forze di polizia americane abbiano giurisdizione su…-

-E lei chi sarebbe?

-Agente Speciale Alexandra Magruder del F.B.S.A. –Si presenta la giovane donna mostrando il suo tesserino.

-Beh, Agente Magruder… me ne frego dei problemi di giurisdizione. Mia figlia potrebbe essere là dentro in pericolo di vita. E se non lei, qualcun altro. Mi assumo ogni responsabilità con le Nazioni Unite, il Dipartimento di Stato e chiunque lei voglia, se le fa piacere… ma ora le mie unità speciali entreranno là dentro.-

            Prima che Allie Magruder possa dire qualunque cosa, ecco che c’è un’improvvisa esplosione di luce nel giardino antistante al cancello divelto.

-Sta succedendo qualcosa.- esclama il Sottosceriffo Roberts.

            Ma cosa? È la domanda di tutti.

 

            Il Cancello è appena saltato ed i membri del Night Shift sciamano dentro l’Hacienda dei Vendicatori pienamente consapevoli che il fattore tempo è l’unico che può permettere loro di vincere questa partita. Nessun serio ostacolo si frappone tra loro e l’edificio principale: un congegno fornito loro da Zemo ha disattivato tutti i sistemi d’allarme. Dall’interno nessuno li ha sentiti. Per quanto devastanti, le esplosioni delle “uova di Pasqua” dei Fratelli Grimm non hanno praticamente prodotto il minimo rumore. Lo Straccione afferra i lembi di una delle sue sciarpe e colpisce la porta d’ingresso, che si corrode come consumata da millenni di usura, implodendo su se stessa. Il gruppo entra.

-Alla vostra destra… tra dieci secondi.- dice Tick-Tock.

            In quel momento Henry Pym svolta l’angolo. Un solo istante per afferrare la situazione e per indossare il casco di Calabrone. Un istante di troppo: la polvere di fate dei Fratelli Grimm lo investe in viso.

-Fare ogni tanto una bella dormita…-

-… può allungare la tua vita.-

            Il rumore di passi pesanti in corsa fa tremare il pavimento, annunciando l’arrivo di D-Man… ma la sua corsa è bruscamente interrotta quando, come da nulla, appare un uomo alto quasi due metri e dal volto terreo con una vanga in mano, vanga che muove con una rapidità insospettabile per uno con la sua mole e che colpisce D-Man in pieno volto.

-Niente male, direi.- commenta l’uomo chiamato Digger con voce che non è fuori luogo definire sepolcrale.

            D-Man cerca di rialzarsi, ma ancora una volta la vanga si abbatte su di lui ed al terzo colpo il Vendicatore rimane immobile.

-Alla buon’ora. Eri troppo agitato per i miei gusti.-

-Attenzione!- urla Tick-Tock –Quicksilver sta arrivando da… là.-

            Attratto dal rumore Quicksilver è, infatti, arrivato sul luogo.

-Un attacco!- esclama –Non posso crederci. Beh, non m’importa come avete sconfitto gli altri: con me non sarà così facile.

            Con la velocità che è il suo marchio di fabbrica, Pietro attacca il Night Shift e li colpisce molto duro. Finalmente ha una buona scusa per sfogare tutta la sua frustrazione. Improvvisamente la sua corsa s’interrompe. I pantaloni del suo costume si sono fusi bloccandogli le gambe e facendolo cadere. Contemporaneamente la fascia dello Straccione gli avvolge la faccia togliendogli il respiro, per poi estendersi alla parte superiore del corpo.

-Che spreco.- commetta Gypsy Moth -Sono tutti dei gran bei ragazzi, dopotutto.-

            Vibrando a supervelocità Pietro si sbarazza della fascia e strappa i pantaloni liberando le gambe.

-Non è così facile sconfiggermi, sapete?- dice sorridendo –E nemmeno prendermi di sorpresa due volte con lo stesso trucco.

            Abbatte Gypsy Moth con un ben calibrato colpo. Sfugge senza problemi ai colpi di vanga di Digger, ma lo Straccione non è così fortunato. Sempre vibrando a supervelocità Pietro si catapulta su Digger, spingendo l’oscuro gigante contro una finestra e precipitando con lui in giardino.

            Mentre Digger mugola a terra, Quicksilver è già atterrato dolcemente sul prato e si guarda intorno. Con terrore vede sua figlia e Maya vicino ad un bungalow, accerchiate da altri intrusi.

            In quel momento Pietro non è affatto consapevole del fatto che fuori dal perimetro dell’hacienda ci sono le forze di Polizia di zona e che si sta prendendo una decisione. No: Quicksilver vede solo i Fratelli Grimm e Tick-Tock che si avvicinano a Luna ed alla sua tata Inumana. Vede Maya girare su se stessa e Tick-Tock parlare freneticamente, poi i Fratelli Grimm estraggono qualcosa dalle loro borse e subito delle piante rampicanti crescono dal nulla avvolgendo Maya, stringendola, soffocandola.

            Pietro urla e corre. Davanti a lui, spuntati apparentemente dal nulla, ecco altri avversari. Se badasse a loro li riconoscerebbe immediatamente: Venom, Mister Hyde, l’Ago, Blob, Valanga, Pyro, Dragon Man, Speed Demon, Dansen Macabre. Li attraversa come una palla da bowling con dei birilli. Corre verso sua figlia che piange. Corre…

            Poi sulla sua strada ecco apparire Lockjaw che brilla avvolgendo anche lui col suo bagliore.

            Quasi inconsciamente Quicksilver esclama:

-Cosa diavolo stai facendo stu…-

            In un accecante bagliore sia lui che il cane degli Inumani sono scomparsi.

-… pido animale?-

            Un semplice sguardo basta a Quicksilver per capire che non è più a Los Angeles. Quello che vede dall’altra parte della strada è il Palazzo dei Vendicatori, la storica sede della Costa Est, devastato da potenti esplosioni e quelli che stanno arrivando sono un bel po’ di supercriminali guidati dal Barone Zemo. Questa è New York e le cose stanno andando di male in peggio.

            Forse c’è del metodo nel comportamento di Lockjaw, ma… cosa potrà mai fare lui da solo per salvare sua figlia e tutti i Vendicatori di entrambe le coste?

 

 

CONTINUA

 

 

NOTE DELL’AUTORE

 

 

            Ed eccoci arrivati alla fine di questo episodio che ci ha mostrato le conseguenze dell’attacco dei Signori del Male contro i Vendicatori.

            Così adesso di tutti i Vendicatori attivi solo Quicksilver è ancora in libertà, ma cosa potrà fare contro Zemo e tutti i suoi Signori del Male. Il solo modo che avete di scoprirlo è leggere Vendicatori #75, che comincerà praticamente dove questa storia è finita.

            Quanto al prossimo episodio… chi vi dice che ce ne sarà uno? Dopotutto i Vendicatori sono stati sconfitti dai Signori del Male e senza protagonisti questa serie non può che chiudere giusto?

            Come? Non siete troppo convinti? Oh beh, magari avete ragione. -_^

 

 

Carlo



[1] Nello scorso episodio, se per caso non lo sapeste.

[2] Come sanno benissimo i fedelissimi che hanno già letto Vendicatori #74.