COSTA OVEST
 
N° 15

 

 

UN NUOVO INIZIO

 

(PARTE SECONDA)

 

 

UN GIORNO COME TANTI

 

Di Carlo Monni & Fabio Furlanetto

 

 

PROLOGO

 

 

            Li chiamano i più potenti eroi della Terra, sono amati, invidiati, rispettati o, a seconda di come gira il vento, odiati, temuti e disprezzati da un mondo che hanno giurato di proteggere da pericoli che le normali forze di sicurezza non sarebbero in grado di affrontare.

            Sono i potenti Vendicatori e, per quanto a molti riesca difficile crederlo, sotto i loro costumi sgargianti, dietro la rutilante apparenza, ci sono uomini e donne come gli altri, coi loro problemi, le loro ansie, le paure dei normali esseri umani… beh quasi tutti almeno.

            Un nuovo giorno è cominciato alla tenuta dei Vendicatori, Sezione Costa Ovest, nella Penisola di Palos Verdes, nella Contea di Los Angeles e fatti interessanti stanno per accadere. Val la pena dare un’occhiata.

 

 

1.

 

 

Ramon Delgado sapeva che essere il maggiordomo dei Vendicatori Costa Ovest non sarebbe stato un lavoro semplice.

 Credeva di essersi preparato mentalmente a tutto: attacchi di super-criminali, invasioni aliene, quel genere di cose. Non si aspettava però di dover badare ad un bulldog alieno da mezza tonnellata.

Poggia a terra la gigantesca ciotola con dieci chili di cibo per cani, proprio di fronte alla porta sul retro che conduce alle cucine della villa.

Crystal lo sta osservando divertita, ripensando automaticamente a Jarvis.

-Non è davvero necessario, Ramon – sorride l’Inumana.

-È mio dovere badare a tutti gli abitanti della casa, signora, e per i cani di grossa taglia non è salutare passare il tempo al chiuso. Sono sicuro che Lockjaw si troverà meglio all’aperto... spero che apprezzi il cibo, ehm, non-inumano.-

-Oh, Lockjaw mangerebbe qualsiasi cosa. E non si preoccupi per la casa, ha imparato da tempo a non fare i suoi bisogni in questo sistema solare.-

Come in risposta alle parole della sua padrona, il cane Inumano appare in un lampo di luce proprio di fronte alla grossa ciotola, di cui divora l’intero contenuto in meno di cinque secondi.

-Dieci... chili – resta a bocca aperta Ramon, mentre Crystal si avvicina all’animale per accarezzarlo.

Un istante dopo, Lockjaw ruota la testa come se avesse appena sentito un rumore interessante, e con umile guaito svanisce tra le dimensioni.

-Forse non gli è piaciuto? – chiede Ramon.

Passa pochissimo tempo, prima che il cane ricompaia e stavolta non è più solo. Una bellissima donna con una montagna di capelli rossi in continuo movimento è al suo fianco; dietro di lei, le braccia conserte e l’espressione seria e distaccata, una donna minuta dagli abiti molto più austeri e meno appariscenti.

-Sorella, dobbiamo parlare – dice subito Medusa, regina degli Inumani.

 

            Da qualche parte tra le Montagne Rocciose del Colorado si trova il supercarcere federale per Supercriminali noto come La Volta, la sua esatta ubicazione è così segreta che perfino gli avvocati difensori dei reclusi debbono esservi accompagnati usando sistemi che impediscano loro di capire dove esattamente sono stati portati. Ciononostante, il segreto è trapelato e qualcuno che non doveva saperlo, invece sa, così come conosce la strada che i mezzi di trasporto dei prigionieri debbono percorrere per giungere a destinazione.

            L’hovercraft modificato del Barone Zemo è totalmente invisibile anche ai sistemi di rilevamento in dotazione al personale della Volta e non c’è da stupirsene, visto che il suo progettista è nientemeno che uno dei più geniali inventori della Nazione e del Mondo: Norbert Paul Ebersoll, meglio noto come Fixer.

-Siamo sul bersaglio, Barone.- dice Fixer.

-Molto bene.- commenta Zemo –Ora.-

            Il furgone sotto di loro si ferma improvvisamente, bloccato da una forza irresistibile. Dal veicolo scendono due uomini con le Uniformi dei Guardiani[1] e subito cadono, come abbattuti da una forza invisibile.

            Servendosi di una sorta di ascensore ad aria compressa Zemo e Fixer scendono dall’hovercraft e si avvicinano al furgone.

-Procedi.- ordina Zemo.

            Immediatamente Fixer applica un congegno di sua creazione al portello posteriore del furgone e questo si apre.

            Al suo interno ci sono altri due guardiani inanimati ed una figura in costume, anch’essa apparentemente svenuta: il supercriminale chiamato Speed Demon recentemente catturato dopo una non molto ben chiara azione presso il Tribunale Federale di Manhattan.[2]

            Fixer gli applica un congegno che lo solleva in aria.

-Una piccola ed interessante variazione dei dischi antigravità di Wizard.- commenta.

-Sbrighiamoci.- taglia corto Zemo.

            Il gruppetto è risucchiato all’interno dell’Hovercraft, che riparte a tutta velocità.

            L’intera azione non ha richiesto più di cinque minuti.

 

            Da un’altra parte del Colorado, e precisamente nella capitale Denver Julia Carpenter si sta precipitando al lavoro e sperimenta quel particolare tipo di frustrazione che si chiama: restare imbottigliati nel traffico, quando si è in ritardo al lavoro. D’altra parte, doveva accompagnare Rachel a scuola. Ok, avrebbe fatto meglio a svegliarsi prima e ce l’avrebbe fatta, se non avesse passato buona parte della notte precedente a pattugliare la città nei panni di Aracne. Non c’è che dire: essere una madre single e conciliare questo con il lavoro ed una carriera da supereroina non è facile e Julia lo sta scoprendo a proprie spese. Con un gesto di frustrazione reclina il capo sul volante e subito dopo un clacson nervoso la scuote.

            Reprime un commento cattivo e sposta la sua auto di appena qualche metro. Questa giornata è iniziata male, penso, speriamo che migliori.

            A volte certe speranze vengono esaudite… altre volte, purtroppo, no.

 

 

2.

 

 

            Greer Grant Nelson ed U.S.Agent sono appena usciti dalla palestra; nonostante il secondo sembri fresco come una rosa, sono entrambi reduci da un’intensa seduta di allenamento mattutino.

-Ed io che credevo che l’allenamento di Capitan America fosse estenuante... non riesco a credere che alcuni Vendicatori facciano questo genere di cose tutti i giorni, senza superpoteri – nota Greer asciugandosi il sudore dalla fronte.-

-Avevi i poteri di Tigra all’epoca – le ricorda U.S.Agent – E sono sicuro che il vecchio Cap ci andasse leggero, con i novellini.-

-Li ho ancora, ricordi?[3] Posso anche aver deciso di non usarli in questo allenamento…-

-L’ho notato e mi chiedevo perché.-

-Allora ti sei divertito ad andarci pesante, ammettilo.-

            U.S.Agent si limita a sogghignare.

-Beh, lo confesso…- continua Greer -… volevo mettermi alla prova, vedere quanto so cavarmela senza dipendere dal potere di Tigra. Ancora non ho deciso se essere di nuovo un membro attivo, ma non per questo... è un’impressione o abbiamo visite?- cambia argomento la donna.

All’ingresso, Crystal e Medusa stanno discutendo animatamente. Ramon osserva la scena piuttosto imbarazzato, senza darlo troppo a vedere. L’altra donna che né Greer né U.S.Agent riconoscono se ne sta in silenzio in un angolo, tenendosi stretta una capiente borsetta nera.

-Sei un membro della Famiglia Reale di Attilan, Crystal, non puoi lasciare il Grande Rifugio quando ti pare.-

-Non sta a te decidere come e dove devo vivere la mia vita, Medusa! E puoi dire la stessa cosa a quei bigotti del Consiglio Genetico!-

-Signore…- attira la loro attenzione U.S.Agent, cercando di essere autoritario. In tutta risposta, Lockjaw si teleporta sul suo percorso: abbassa la testa e ringhia mostrando i denti, difendendo la propria padrona.

-Non credo di stare molto simpatico al sacco di pulci.- comprende il Vendicatore – C’è qualche problema con la signora, Crystal?-

-Buono, Lockjaw – cerca di calmarlo Crystal -Questioni di famiglia, Agent. Medusa se ne stava giusto andando.-

La regina degli Inumani ignora completamente le parole della sorella, per rivolgersi direttamente ad U.S.Agent:

-Sei tu il capo di questa organizzazione?-

-Non proprio, ma tra i membri attivi presenti ho l’anzianità maggiore.-

-Di qualche ora – mormora Crystal.

-Bene. È stato deciso che Maya si occuperà della salute e dell’educazione della piccola Luna. Mi sembra ovvio che si trasferirà in questa abitazione.-

-Senta, signora Medusa, lei sarà anche la regina degli Inumani ma non può arrivare qui e darci ordini. I Vendicatori sono un gruppo indipendente.-

-Piacere.- si intromette timidamente l’altra Inumana presente, finora totalmente ignorata dai presenti.

-Nessuno mi ha consultata prima di prendere questa decisione.- si lamenta Crystal.

-Come regina, è mia responsabilità...-

-Perché non vi date tutte e due una calmata e vi sedete per discutere la cosa da persone civili? – si intromette Greer.

Le due sorelle si scambiano uno sguardo gelido, dentro al quale gli umani presenti non riescono a leggere. Medusa prende la parola:

-Naturalmente. Maya, perché non fai compagnia a Luna, mentre io discuto con gli umani?-

-Posso partecipare anch’io, o mia regina?- chiede Crystal con ben più di una punta di sarcasmo.

U.S.Agent si volta verso Greer, sussurrando:

-Forse dovrei andare a cercare Pym... in fondo è lui il capo...-

-Non pensare neanche di lasciarmi da sola tra queste due – risponde la donna.

 

            Il capo di questa organizzazione, per dirla con le parole di Medusa, ha deciso di prendersi una mezza giornata libera, senza costumi e strani macchinari. Ecco perché Henry Pym, vestito di un sobrio completo azzurro, si trova seduto sulla veranda di un elegante locale della vicina cittadina di Rancho Palos Verdes, sorseggiando del succo d’arancia. La bella ragazza bionda che gli si avvicina è decisamente più giovane di lui, indossa un bell’abitino verde che ondeggia alla fresca brezza che viene dall’oceano. Abbassa gli occhiali da sole rivelando due profondi occhi azzurri. È decisamente bella e l’ultima cosa che si nota di lei e la mancanza del braccio sinistro.

-Aspetti da molto, Hank?- chiede sedendosi davanti a Pym.

-No, non da molto, tranquilla Trish. Sono felice che tu sia venuta, anche se avrei potuto venire a prenderti.-

-Oh, lo sai che amo essere indipendente.- risponde Patricia, Trish, Starr –O credi che non sia in grado di cavarmela da sola?-

-Al contrario, Trish: ho sempre provato un grandissimo rispetto per come tu sia riuscita a rifarti una vita dopo il tuo… incidente.-

-Puoi chiamarlo col suo nome: un attentato organizzato da quel pazzoide di mio zio a causa della sua meschina gelosia.-[4]

            Henry abbassa la testa: lo zio di Trish era il supercriminale chiamato Testa d’Uovo ed era stato uno dei suoi arcinemici fin dall’inizio della sua carriera come supereroe. Forse per questo Hank si sente responsabile verso Trish… e forse anche per altri, inconfessati, motivi.

-Hai ripensato alla mia idea di un braccio bionico?- le chiede.

-Si… certo.-

-E allora?-

-E allora… so che sei animato dalle migliori intenzioni, Henry, ma…dopotutto ho imparato a convivere con la mia menomazione e non so se voglio una cosa così estranea, artificiale, attaccata a me.-

-Non saresti meno umana, Trish, credimi. Uno dei miei migliori amici è un essere artificiale, ma non l’ho mai considerato meno che umano.-

-Tu sei un brav’uomo, Hank, ti prometto che ci penserò. Ora, se vogliamo ordinare…-

            Henry Pym tace. Dentro di se crede il motivo della riluttanza di Trish sia dovuto soprattutto a quella volta in cui, proprio per mezzo di un braccio bionico, suo zio, il defunto Testa d’Uovo, riuscì a prendere il controllo della sua mente e ne fece l’inconsapevole pedina di un piano proprio contro Hank stesso.[5] Inutile forzarla adesso, Hank confida che saprà prendere la decisione giusta al momento giusto, qualunque essa sia.

 

            Il luogo è segreto, ovviamente e quando Speed Demon si risveglia è sdraiato su una brandina. Prova a mettersi seduto, ma scopre che la testa gli gira.

-Rilassati, Speed Demon.- gli dice una voce alla sua destra –Non preoccuparti per il senso di vertigine che hai: è una piccola precauzione perché te ne stessi quieto ad ascoltare la mia proposta. Passera molto presto.-

-E tu chi saresti?-

-Mi chiamano Zemo, Barone Zemo, per la precisione e vorrei chiederti di unirti ai miei rinnovati Signori del Male.-

-Amico… sono uscito adesso da un’organizzazione e non mi è piaciuto il loro concetto di buonuscita, perché dovrei darti retta?-

-Perché ti ho liberato, forse? Per una buona paga? Per la vendetta contro gli odiati Vendicatori? O perché non ti darò scelta? Decidi tu.-

            Speed Demon si rende conto che il suo interlocutore è molto serio. Lo ascolterà. In fondo che ha da perdere? Se deciderà di andarsene, cosa potrà mai fare Zemo per trattenerlo?

 

 

3.

 

 

U.S.Agent si trova all’esterno della base, osservando la piccola Luna giocare con il gigantesco Lockjaw. Per quanto sembri una scena normale... se non si considera il cane teleporta da mezza tonnellata... una parte di lui non può che ribellarsi al pensiero di avere una bambina nella casa, con tutti i pericoli che si corrono in questo luogo.

Un improvviso vento rilassante lo distrae dai suoi pensieri; Maya è a pochi metri di lui, in una posa che anche una tutrice d’epoca vittoriana considererebbe un po’ troppo formale per l’occasione.

-Così va meglio - sorride l’Inumana.

-Maya, giusto? Io sono U.S.Agent – si presenta l’eroe, porgendo la mano per farsela stringere.

Maya non lo guarda neanche, lo sguardo fisso su Luna, mentre risponde:

-Spero che non le dispiaccia, ma mi sono presa la libertà di liberare l’atmosfera dagli agenti inquinanti. È scandaloso che gli umani arrivino a respirare cose simili.

-Ognuno fa quel che può, signora. Che vuol dire con “liberare l’atmosfera”, comunque?-

-Quello che ho detto. Ho la capacità di modificare le condizioni ambientali; per la fisiologia inumana, l’inquinamento dell’aria può facilmente avere effetti deleteri... anche più rapidamente che per gli umani. In effetti, sarebbe saggio non uscire da un raggio di duecento metri dalla mia posizione.-

-Ed anche Luna soffre di questo difetto? Mi sembra strano che Crystal non abbia...-

-Non è un difetto, US-Agent...

-Niente pausa, solo “U.S.Agent”.

-Il mondo esterno è molto inquinato, capisce. Ed è mio compito assicurare una sana crescita per la principessa Luna, oltre ad un’educazione adeguata e al mantenimento della purezza genetica.-

U.S.Agent annuisce, in realtà non troppo interessato al discorso... tutta questa attenzione alla vita privata di Crystal è eccessiva, secondo lui. Poi, quasi a scoppio ritardato, qualcosa lo colpisce.

-Come “purezza genetica”?-

-Mi sembra ovvio; la Famiglia Reale deve rappresentare l’unità della cultura inumana e la sua purezza genetica, quindi anche la principessa...

-Sì, ma che vuol dire? Luna è mezza inumana e mezza mutante, no? E le posso giurare che niente e nessuno in questa base danneggerebbe la sua “purezza genetica”.-

-Immaginavo che un umano non avrebbe capito.-

U.S.Agent fissa attentamente l’inumana... lei sta cercando di non darlo a vedere, ma è chiarissimo che si sta sforzando di non guardarlo.

-Ho quasi l’impressione che la salute o l’istruzione di Luna non c’entrino niente, qui. Cos’è, ha paura che la nostra “umanità” sia contagiosa? Chi l’ha mandata veramente qui?-

 

-Il Consiglio Genetico – risponde Medusa.

All’interno della base, una cameriera sta appoggiando un vassoio sul tavolino. Dei capelli rossi si allungano nella sua direzione, afferrando la teiera e versando il the.

Medusa siede tranquillamente sul divano, parlando come se i suoi capelli avessero una mente propria e non avessero bisogno della sua direzione per un’operazione così semplice.

-Lo sapevo – si mette le mani tra i capelli Crystal – Non hanno proprio un minimo di decenza rimasta? Perché devono sempre avere qualcosa da ridire sulle mie scelte?-

-“Purezza genetica” – risponde Medusa, porgendo una tazza di the a Greer Grant.

-Scusate se non sono troppo aggiornata sulla politica di Attilan... il Consiglio Genetico è il governo degli Inumani? Credevo foste un regno.-

-È... complicato – risponde Medusa – Freccia Nera è un sovrano amato dal suo popolo, ma le nostre frequenti... disavventure durante il suo regno non hanno fatto che aumentare sempre di più il potere politico del Consiglio. Ci sono stati diversi tentativi di dimostrare come la Famiglia Reale pensi più a se stessa che agli Inumani... non a voce alta, certo, ma il clima ad Attilan ci è ostile come non mai.-

-Proprio per questo ho dovuto lasciare il Grande Rifugio, Medusa – le spiega Crystal – Non puoi chiedermi di crescere Luna in quell’ambiente. Il Consiglio non aspetta altro che portarmela via...-

-Capisco come ti senti – risponde Medusa con voce incerta, fissando la tazza di the per qualche istante prima di continuare – So benissimo che sono capaci di strappare un figlio alla madre, Crystal, e sto facendo di tutto per evitarti quel dolore. Ma la tua decisione di tornare tra gli umani potrebbe essere stata una pessima mossa politica.-

-L’unica politica che mi interessa è il futuro di mia figlia. Conosco Maya, ed in passato è stata un’ottima tata... ma sia ben chiaro: non sarà il Consiglio, e nemmeno la Famiglia Reale, a decidere al posto mio che cosa è meglio per lei. Luna è inumana solo per metà, ed io voglio che conosca entrambi i mondi a cui appartiene; la scelta sarà solo sua.-

-Non avrei mai scelto Maya se non mi fidassi di lei – risponde Medusa – So cosa le ha chiesto di fare il Consiglio Genetico, ma so anche che è una brava persona. Sono certa che non ti causerà problemi.-

-E se io mi rifiutassi di averla qui?-

-Allora ti riporterei su Attilan – risponde con decisione Medusa – Trame del Consiglio a parte, sono comunque preoccupata per come Luna crescerebbe qui.-

-La base non sarà il posto più sicuro del pianeta-…- interviene Greer –… ma devi ammetterlo: con una famiglia come la sua, Luna sarebbe in pericolo in qualsiasi altro posto.-

-E poi sta a me decidere dove vivere – sottolinea Crystal.

-Sorella... che ti piaccia o meno, sei un membro della Famiglia Reale ed hai delle responsabilità verso il tuo popolo. Una principessa non può scappare tra gli umani ogni volta che vuole.-

-Come quella volta in cui ti sei unita ai Terribili Quattro?-

-Cosa? Avevo un’amnesia, all’epoca! Non sapevo neanche chi ero!-

-Quindi ti sei anche dimenticata di essere stata nei Fantastici Quattro per parecchi mesi? Non ricordo che avessi tanto a cuore la politica, all’epoca...-

-Quelli erano... altri tempi – deve arrendersi Medusa.

Crystal e Greer si scambiano un’occhiata d’intesa, come a dire “è fatta”: l’impassibile Medusa è ormai sulla difensiva.

-Tornando a noi, mi sembra di capire che anche Pietro sarà nella tua squadra – ricomincia la regina.

 

            Pietro Maximoff, altrimenti noto come Quicksilver, nonché marito separato di Crystal, osserva la scena dal giardino. Non sente cosa Medusa sta dicendo a sua sorella, ma può ben immaginarselo. La suprema ironia è che c’è stato un tempo in cui avrebbe condiviso le parole di Medusa e l’isolazionismo sfrenato degli Inumani, ma quel tempo è passato e lui ne ha passate e viste troppe, non è più lo stesso uomo di allora. E non è questo, forse, il vero problema? Sia lui che Crystal sono cambiati ormai, ma sono abbastanza maturati da affrontare le conseguenze del cambiamento?

            L’unica cosa di cui è sicuro è che ama ancora Crystal e se c’è ancora qualcosa che può essere fatto per salvare il suo matrimonio, lui la farà, questo è certo, compreso inghiottire un bel po’ d’orgoglio.

Per questo sta resistendo all’impulso di entrare nella stanza e dire a Medusa cosa può farsene delle idee sue e di quei bigotti del Consiglio Genetico su come e dove allevare sua figlia. L’autocontrollo è importante e dimostrare che lui ce l’ha potrebbe essergli utile non solo con Crystal, ma anche per proporsi come nuovo leader al posto di Hank Pym alle prossime elezioni. Ma a questo penserà più avanti, adesso ci sono altre priorità.

 

 

4.

 

 

            Le priorità di Dennis Dumphy sono altre in questo momento, per esempio cercare di seguire quanto gli sta dicendo il suo consulente finanziario:

-… e tutto sommato non ne sei uscito male, nonostante la crisi dei mercati finanziari. Anche se avrai delle perdite, sono riuscito a non intaccare il capitale. Ma... mi stai seguendo Dennis?-

-Abbastanza, George.- risponde Dennis abbozzando un sorriso -Devo, però, ammettere che non sono molto interessato a queste questioni. Tu dimmi solo quanto posso permettermi di spendere.-

-Potrei essere più preciso se avessi almeno una vaga idea dei tuoi progetti. Se mi permetti, Dennis, non vorrei vederti buttar via i tuoi soldi. Li ho amministrati per anni, perfino quando tu sei scomparso per così tanto tempo che tutti ti credevamo morto e poi sei ricomparso senza dire a nessuno dove eri finito e dove vivi adesso, credo che tu possa fidarti di me.

            Un altro sorriso, mentre Dennis si alza in piedi e guarda il traffico fuori dalla finestra. Che cosa gli direbbe il suo amico se sapesse che per un po’ di tempo lui si è buttato nella carriera di supereroe nei panni di D-Man, al fianco di Capitan America ed i suoi amici, per poi finire accolto da una strana comunità di senza tetto che vive nei sotterranei di New York mentre si riprendeva da una grave lesione cerebrale? No, meglio tacere al riguardo, anche se…

-…mi fido di Te, George.- risponde -… ed a tempo debito ne saprai di più. Prima, però, devo ritrovare… certe persone e magari organizzare qualcosa per i miei amici.

-Qualcosa? E cosa?-

-Oh, una specie di festa, credo.-

 

 

U.S.Agent rientra nella base proprio mentre Medusa, Crystal e Greer si accingono ad uscire. Dai loro volti capisce due cose: che la visita non è stata il disastro che si aspettavano, e che la pagherà molto cara per aver evitato la discussione.

-Allora, signora Medusa? Devo capire che è stato tutto risolto?-

-Mia sorella e Luna resteranno con voi, insieme a Maya... che si occuperà della bambina solo in caso di assenza di Crystal. Credevo stesse badando a Lockjaw...-

-Più che altro è lui che non mi si staccava di dosso – risponde U.S.Agent cercando di liberare una gamba da qualche litro di saliva di cane.

Lockjaw si alza per avvicinarsi alla padrona, con un osso largo più di un metro in bocca.

-Io gli ho lanciato una palla ed è tornato indietro con quell’affare... non ho la minima idea di dove l’abbia preso – si scusa U.S.Agent, scatenando una breve scodinzolata del cane.

Medusa abbraccia la sorella, senza dire altro. Come ha imparato fin troppo bene dal suo matrimonio, molto spesso le parole non servono.

C’è un breve lampo di luce, dentro al quale scompaiono il cane e la regina.

 

Quicksilver ha attraversato rapidamente l’intero parco della Hacienda ed è solo al decimo giro che si arresta davanti a sua figlia… incontrandosi col severo cipiglio di Maya. Lo ignora semplicemente, mentre la bambina gli corre incontro ridendo.

-Papà! Papà!-

            Pietro la prende in braccio e la solleva sino ad averla all’altezza della sua testa. Maya sta per muoversi, quando la voce imperiosa di Crystal si fa sentire:

-Qualunque cosa volessi fare, Maya, non la farai.- intima –Lui è il padre di Luna e lo devi trattare come se fossi io stessa.-

-Principessa… le mie istruzioni…-

-Non sono stata abbastanza chiara? Qui sono i miei ordini a valere o altrimenti, Consiglio o non Consiglio, ti faccio rimandare a casa da Lockjaw immediatamente.-

            Maya fa un breve inchino e si ritira in disparte.

-Ti ringrazio.- dice Pietro alla moglie –Potevo tenerle testa, ma…-

-… ma non era il caso di scatenare una battaglia in cortile se si poteva evitare.- risponde Crystal

-Beh, ammetto di avere un caratteraccio, a volte, ma la sicurezza di… nostra figlia viene sempre prima di tutto. In fondo l’idea di una super bambinaia non è così brutta, visto il modo in cui viviamo… solo… avrei preferito essere consultato.-

-Per me è lo stesso. Se Medusa me lo avesse chiesto, probabilmente io stessa avrei scelto Maya per questo lavoro, ma vedermela imporre dal Consiglio Genetico…-

-Secondo me Freccia Nera ha permesso loro di prendersi troppo potere e quel branco di razzisti ne ha approfittato.-

-Non mi sembravi troppo in disaccordo con le politiche del Consiglio, quando vivevamo ad Attilan.-

-Quello era prima che cominciassero a blaterare di purezza genetica ed altre scemenze simili. Mi ricorda un po’ troppo quello che i Nazisti pensavano di quelle che definivano razze inferiori, per non parlare dell’atteggiamento di qualcuno nei confronti dei mutanti. Credimi: quando cominci a crederti superiore a chiunque, uomo, gruppo o comunità, il risultato è solo dolore e disgrazia. So quel che dico: ho visto all’opera mio padre ed è successo anche me. Ora sono rinsavito, per mia fortuna.-

-Sai… è strano sentirti fare autocritica.-

-Non sono un bruto senza cervello… anche se talvolta do quest’impressione, lo ammetto.- replica Pietro abbozzando un sorriso.

-Medusa mi ha chiesto se era un problema per me il fatto che anche tu fossi qui.-

-E lo è?- c’è un tono speranzoso nella domanda e la risposta di Crystal, almeno parzialmente, alimenta questa speranza:

-Non lo so. Sono successe tante cose tra noi. Molte per colpa mia, certo, altre per colpa tua… ma non è questo che conta, adesso. Non ti sto dicendo che potremo tornare insieme, ma… in ogni caso non voglio più scappare davanti alle mie responsabilità verso Luna e verso di te. Non facciamoci promesse e vediamo come vanno le cose.-

-A me sta bene.- commenta Pietro –Credo di non poterti chiedere di più e me lo farò bastare.-

            Un inizio.

 

 

5.

 

 

            Nell’Ufficio del Procuratore Distrettuale di Los Angeles l’attività è frenetica come al solito: l’ideale per la donna di nome Jennifer Walters meglio nota in certi ambienti come She-Hulk. Diciamo la verità: per quanto possa essersi vestita in maniera formale, una donna dalla pelle verde, alta due metri e con tutte le curve al posto giusto non ha molte speranze di passare inosservata anche in una città che visto di tutto e molto di più.

            Dennis “Buck” Bukowski, il Procuratore Distrettuale, l’uomo responsabile di aver offerto all’appariscente avvocatessa/supereroina il suo nuovo lavoro come Assistente Procuratore, osserva tutto attraverso i suoi immancabili occhiali da sole e non sa se mettersi a ridere o scuotere la testa, sconsolato.

            Jennifer si siede sulla poltrona rinforzata, ordinata appositamente per lei dopo che la precedente si era rotta poco dopo che lei ci si era seduta, e posta dietro la scrivania del suo ufficio personale, poi dice alla segretaria:

-Molto bene, Daisy, con che cosa si comincia oggi?-

            Prima che la ragazza possa rispondere, entra Bukowski e dice:

-Jennifer cara, non posso dire di non godermi le tue apparizioni tra noi, ma se riuscissi a non fermare il lavoro ogni volta che entri, te ne sarei grato.-

-Oh, non lamentarti Buck. Vedrai che tra un po’ si saranno abituati. D’altra parte, non ci posso far niente se non posso più ritrasformarmi nella cara, semplice, Jennifer Walters, normale umana. Anche se, a dire la verità, qualche tempo fa ci sono misteriosamente riuscita.[6] Non sono stata più capace di rifarlo, però, anche se mi sono sforzata di riuscirci. Beh, non troppo, a dire il vero. Stare nella forma di She-Hulk mi piace, dopotutto.-

            Jennifer ha appena finito di dirlo, che, improvvisamente il suo corpo comincia a cambiare ed in pochi secondi, la normalissima Jennifer Walters si ritrova dentro un tailleur troppo grande per lei, per tacere pietosamente del resto del suo vestiario.

-E adesso che diavolo sta succedendo?- esclama la ragazza, un po’ furiosa ed un po’ imbarazzata.

 

            Nell’Ufficio locale del F.B.S.A. l’ingresso dell’Agente Speciale Jack Daniels fa molto meno effetto. D’altra parte, lì dentro praticamente nessuno sa che quel giovanotto con i capelli biondi tagliati alla Marine, gli occhi perennemente nascosti da occhiali scuri ed il fisico massiccio è in realtà U.S.Agent ed è interesse del Governo degli Stati Uniti che l’informazione rimanga riservata.

            Jack è contento di vedere al tavolo una ragazza di colore, vestita con una camicia bianca ed una gonna scura, che fa il paio con una giacca appoggiata alla sua sedia. Ha collaborato molto spesso con l’Agente Speciale Allie Magruder e gli fa piacere che l’abbiano destinata alla sede di Los Angeles assieme a lui. Allie non sa che lui è U.S.Agent, ma ha capito che lui svolge anche incarichi di cui non può parlare e sa essere discreta quando occorre.

-Non ci posso credere: Jack Daniels di nuovo tra noi.- esclama Allie –Ed è passata solo una settimana dalla sua ultima scomparsa.-

-Adesso non prendermi in giro, Magruder.- replica lui –Perché non mi dici, piuttosto, se ci sono novità degne di nota?-

-Nulla di troppo rilevante: Speed Demon è evaso, mentre lo trasportavano alla Volta e non si sa chi l’ha aiutato. Quelli della Villains LTD sono sempre uccel di bosco e li hanno avvistati in almeno quattro luoghi diversi… contemporaneamente. Il che è anche possibile, visto che uno di loro usa una specie di teletrasporto. Ah… dimenticavo: un fattorino ha lasciato una cosa per U.S.Agent.-

-U.S.Agent?- esclama Jack, preoccupato che il suo segreto possa essere trapelato –E che c’entriamo noi, con lui? –

-Beh, siamo un’agenzia governativa che si occupa di superumani e U.S.Agent è un superumano che lavora per il Governo. Direi che il collegamento è evidente. Comunque, non è niente di particolare: solo un invito ad una festa che un certo Dennis Dumphy darà nella sua villa sulle colline di Santa Monica.-

-Dennis… Dumphy?-

-Si. Il nome mi suona familiare. Ho l’impressione di averlo già sentito o letto da qualche parte. Più tardi, magari, darò un’occhiata al database.-

-Lascia perdere. Non dev’essere nulla d’importante. Me ne occuperò io non appena avrò tempo.-

            Sotto la sua abituale maschera di impenetrabilità Jack Daniels pensa: D-Man, in qualche modo me la pagherai… magari proprio alla tua festa.

 

            Le prime ombre della sera stanno calando sulle Santa Monica Mountains, quando Lorna Dane e Jennifer Walters, ancora in forma umana arrivano alla villa di Dennis Dumphy, illuminata come fosse giorno.

-Mio Dio!- esclama Lorna –Non immaginavo che fosse una cosa così… così… Ma ti immaginavi che D-Man fosse così ricco?-

-Beh… a dire il vero… no.- risponde Jennifer -Avevo sentito dire qualcosa, ma non pensavo che…-

-E li ha guadagnati tutti con il Wrestling?-

-E con la pubblicità e buoni investimenti.- dice una voce alle loro spalle, quella di una giovane donna che indossa con disinvoltura un abito da sera le cui corte maniche coprono il moncherino del suo braccio sinistro. Al suo fianco, sorprendentemente, Henry Pym in smoking.

-Hank.- esclama Jennifer –Che sorpresa vederti qui. Avevo l’impressione che le feste non fossero nel tuo stile.-

-Trish ha insistito.- si schermisce Hank –Ha detto che dovevo uscire da mio guscio e che le sembrava il momento giusto.-

-Trish? Ma certo!- esclama a sua volta Lorna –Trish Starr la modella. Ho visto le sue foto su tutte le più importanti riviste.

-Quello è stato anni fa... ormai è acqua passata.- risponde, pacata, Trish.

-Già, il suo incidente. Ora ricordo. Io…-

            La voce stentorea di Dennis Dumphy si fa sentire sopra il vociare degli ospiti grazie ad un potente microfono.

-Scusate… volevo ringraziare tutti voi per essere qui, a questa festa che ho voluto dare per pochi amici per il mio ritorno e la riapertura di questa casa da troppo tempo vuota…-

-Pochi amici?- commenta Julia Carpenter, appena arrivata –Direi che qui c’è tutta la crema di Los Angeles, Hollywood compresa.-

-Già… ed a giudicare da quello che si vede in giro, il fatto che io abbia i capelli verdi sembrerà del tutto normale.- commenta Lorna e poi si rivolge a Julia -Dove hai lasciato Rachel?-

-Ho approfittato della stramba bambinaia di Luna. Crystal è stata molto gentile. Chissà dov’è, adesso? Lei e Pietro… oh, eccoli.-

            In effetti, ecco arrivare Pietro e Crystal e mentre quasi tutti gli uomini si volgono verso una splendente Crystal scoccando occhiate di gelosia all’uomo dai capelli bianchi che l’accompagna, lui sembra perfino sorridere soddisfatto.

-Benvenuti, benvenuti a tutti. Sono felice che ce l’abbiate fatta.-

            Dennis saluta personalmente ogni nuovo arrivato. Stringe mani, distribuisce sorrisi. In breve il salone ed il patio rigurgitano letteralmente di gente.

            Fra vecchi e nuovi arrivati, ci sono facce note ai Vendicatori Ovest.

-Ma quello non è Tony Stark?- chiede Trish Starr.

-Certo che è lui.- risponde Julia –Ma chi sono le donne che l’accompagnano? Quella dai capelli rossi e la bionda?-

-Oh sono sicura di aver visto le loro foto da qualche parte, ma ora non ricordo.- interviene Crystal.

-Tu segui le rubriche di gossip? Tu?- esclama Jennifer.

-Che c’è di strano? Voi non lo fate, forse?-

-Ehi, guardate. La cosa meno strana del millennio. Starfox ed una folla di donne adoranti.

-Cosa, dove?-

            Basta un movimento della folla, come un’onda di marea e Jennifer si ritrova allontanata dal resto delle amiche. Poi una mano le porge un bicchiere di champagne ed una voce nota le dice:

-Prendilo, ti schiarirà le idee, forse.-

-Sersi!- esclama Jennifer –Anche tu qui?-

-D-Man… Dennis mi ha chiesto aiuto per organizzare la festa ed è stato molto convincente.- risponde l’Eterna –Forse è stata una buona idea. Avevo bisogno di distrarmi dopo… beh tutte le cose che mi sono capitate di recente ed organizzare feste… e parteciparvi... è una delle cose che so fare meglio. Ma ora che ci penso, Jennifer, sbaglio o sei un po’ diversa dall’ultima volta che ti ho visto?-

-Voi Eterni dovete avere uno strano senso dell’umorismo. Mi chiedevo giusto come hai fatto a riconoscermi.-

-Oh, ho un certo talento nel vedere oltre la forma delle cose. È una cosa che hai fatto di tua volontà o…-

-O… e non so perché è accaduto e se…-

            Jennifer non finisce la frase, perché improvvisamente si trasforma in She-Hulk… stracciando il suo abito da sera ed attirando l’inevitabile attenzione di tutti i presenti.

-Devo proprio comprarmi degli abiti elastici.- commenta la gigantessa di giada.

            E la festa prosegue.

 

 

EPILOGO

 

 

                In un luogo per ora ignoto Helmut Zemo guarda compiaciuto il suo piccolo esercito di supercriminali, riunito nel salone sotto di lui e si volge verso Fixer, in piedi al suo fianco:

-Perfetto. Adesso direi che siamo pronti.-

-Intendi far loro un “discorso dal balcone”, Barone?- gli chiede Fixer.

            Zemo si lascia sfuggire una risatina.

-Perché no, amico mio? Le truppe hanno sempre bisogno di essere galvanizzate prima dell’inizio di una battaglia dopotutto.-

 

 

 

FINE SECONDA PARTE

 

 

NOTE DEGLI AUTORI

 

 

            Ancora una volta, note sintetiche:

1)       Jennifer Walters è bloccata nella forma di She-Hulk dai tempi della Graphic Novel scritta e disegnata da John Byrne nel lontano 1985. Allora perché si sta trasformando in Jennifer ed in She-Hulk apparentemente senza spiegazioni? Beh, diciamo solo che le spiegazioni ci sono e se avrete pazienza, non chiediamo di meglio che darvele. -_^

2)       Maya, la Mary Poppins degli Inumani è una creazione di Steve Englehart & John Buscema ed è apparsa per la prima volta su Fantastic Four #304 (In Italia su Fantastici Quattro, Star, #74). Il suo arrivo qui è foriero di eventi che potrebbero sconvolgere lo status quo di qualcuno dei membri del nostro cast. Restate sintonizzati qui e su Vendicatori.

3)       L’epilogo riporta, praticamente parola per parola, una parte del finale di Vendicatori #73. C’è un motivo e lo saprete nel prossimo episodio.

A proposito del prossimo episodio: i Signori del Male attaccano. Basta così. -_^

 

 

Carlo & Fabio

 



[1] No, non il gruppo segreto interno allo S.H.I.E.L.D. che abbiamo conosciuto su Marvelit Team Up e su Villains LTD, ma i supersecondini in armatura a cui è affidata la sicurezza della Volta… fidatevi, è una storia lunga. -_^

[2] Come visto in Villains LTD #41

[3] Ma voi dovreste, se avete letto Vendicatori Costa Ovest Annual #2 e se non l’avete ancora fatto, che aspettate? -_^

[4] Come narrato in Giant Size Defenders #4 (Hulk & I Difensori, Corno, #26/27) nel lontano 1975.

[5] Avvenne in Avengers Vol 1° #217 (In Italia su Capitan America & I Vendicatori #7).

[6]Accadde nell’episodio #9 ed è da allora che cerchiamo di capire perché. -_^