COSTA OVEST
N° 12

 

IL VOLO DEL CALABRONE

 

(PARTE TERZA)

 

 

LA SPOSA ED IL MASSACRO

 

Di Carlo Monni

 

I Vendicatori creati da Stan Lee & Jack Kirby

I Vendicatori della Costa Ovest creati da Roger Stern & Bob Hall

Il Calabrone creato da Roy Thomas & John Buscema

Ultron creato da Roy Thomas & John Buscema

Alkhema creata da Roy & Dann Thomas & David Ross

Supervisione: Fabio Volino

Stan Lee/Jack Kirby/Roy Thomas/John Buscema  il cuore e l’anima

 

 

PROLOGO

 

 

            E venne un giorno in cui Ultron volle scegliersi una sposa e poiché era quello che era, ne volle una che fosse simile alla moglie di colui che considerava suo padre. Costruì così un altro robot senziente, lo dotò della personalità di Janet Van Dyne, la Meravigliosa Wasp, e lo chiamò Jocasta, come la moglie e madre di Edipo. La costruì troppo bene, però, perché il senso morale della sua creazione la spinse a ribellarsi a lui ed aiutare i suoi nemici a sconfiggerlo.

            Jocasta si unì, quindi, ai Vendicatori per un po’ di tempo, poi venne distrutta in uno scontro e di lei non rimase che un’intelligenza artificiale che oggi governa i sistemi computerizzati di Anthony Stark.

            Ultron non si arrese, però, e tempo dopo si creò un'altra compagna che chiamò Alkhema. Basò la sua personalità su quella di Barbara “Bobbi” Morse, alias Mimo, la moglie del Vendicatore Occhio di Falco e Vendicatrice essa stessa. Ne venne fuori un essere spregiudicato, spietato e con pochi scrupoli morali e per nulla disposto ad essere sottomesso ad Ultron, con cui, peraltro, condivideva il desiderio di sterminare la vita organica sulla Terra.

            Furono alleati e furono anche mortali nemici, ma sempre perseguirono lo stesso obiettivo. Alla fine sia Ultron che Alkhema furono sconfitti e, almeno apparentemente, distrutti in modo irreversibile.

            Ma come tutti sanno bene, l’erba cattiva non muore mai.

 

 

1.

 

 

            Quartier Generale dei Vendicatori, Penisola di Palos Verdes Contea di Los Angeles, California. La scena non è delle migliori: nel salotto troviamo la supereroina Aracne e l’ex supereroina Greer Nelson, un tempo Tigra, prigioniere, assieme alla piccola Rachel Carpenter, del perfino robot vivente dalle fattezze femminili che si fa chiamare Alkhema-3. Lo scopo di Alkhema è semplice e diretto: attende i Vendicatori, i membri della sezione della Costa Ovest, per la precisione, per  sterminarli tutti.

            Per la prima volta da tanto tempo Greer Nelson si rammarica di non potersi più trasformare in Tigra. I legami sono troppo forti per riuscire a spezzarli con le sue sole forze. Perlomeno è ancora viva, anche se si chiede perché. Tanto vale togliersi la curiosità:

-Perché non ci hai ancora uccisi?- chiede ad Alkhema –Credevo che per te l’unico umano buono fosse quello morto, eppure hai risparmiato sia noi che il personale della villa.-

È un sorriso quello sul volto di Alkhema? In teoria dovrebbe essere praticamente priva di espressione facciale.

-Giusta domanda.- risponde infine –Diciamo che ho deciso di uccidervi tutti insieme dopo che avrò sconfitto i Vendicatori.-

-Sei molto sicura di te.- ribatte Greer –Sei davvero sicura di poterci riuscire?-

-Io dico di si, sei pronta a scommetterci la tua vita e quella degli altri?-

-Lascia andare la bambina.- supplica Aracne –Non hai nulla contro di lei, non è tua nemica.-

-Tutti gli umani sono miei nemici, come ogni cosa che vive, del resto. Vivrà finché lo vorrò e poi morrà col resto dell’umanità.- replica Alkhema.

            Julia Carpenter china il capo, non c’è la minima possibilità di convincerla, ora sta tutto ai suoi compagni di squadra. Il rumore familiare del Quinjet raggiunge le sue orecchie attraverso i vetri delle finestre, i Vendicatori stanno tornando, ignari del pericolo che li attende.

 

            All’interno del Quinjet Henry Pym riflette: è un momento di cambiamento nella sua vita e l’aver ripreso l’identità di Calabrone ne è la prova più evidente. Se non altro, questa volta è stata una scelta cosciente e non dettata da un collasso nervoso. Ma può davvero esserne certo? Se avesse un esaurimento nervoso non sarebbe forse l’ultimo ad accorgersene? Visioni si affollano nella sua mente: ricordi di un Henry Pym più giovane che per annullare le sue frustrazioni  crea l’identità del Calabrone e si auto convince che il Calabrone ha assassinato Henry Pym;[1] ricordi più recenti e dolorosi di lui che sfoga le sue frustrazioni su sua moglie Janet picchiandola.[2] È a causa di quello e degli eventi che seguirono che ha abbandonato l’identità di Calabrone e allora perché riprenderla? Belle domande, forse dovrebbe parlarne col suo analista… se ne avesse uno. Uhm, meglio lasciar perdere le introspezioni, stanno per atterrare.

-Tutto ok, D-Man ?-  chiede al pilota.

            Il più taciturno dei Vendicatori gli risponde affermativamente con un cenno della testa ed il Calabrone non può fare a  meno di chiedersi perché gli ha fatto quella domanda. Lui è uno scienziato, un uomo razionale, non dovrebbe credere ai presentimenti, eppure…

 

            Conoscete quel trucchetto degli scrittori chiamato cambio di scena sul più bello? Beh eccovi un bel cambio di scena proprio adesso.

            Chi sia l’uomo non è dato saperlo, almeno per il  momento. Per ora almeno, quello di cui dobbiamo interessarci sono le sue azioni. In questo momento, ad esempio, sta visionando un database molto particolare. Sullo schermo stanno passando le immagini di quattro donne in costumi di vari colori, ma tutti con un tema fisso nel design: i ragni. Sono le  quattro donne che nel corso degli anni hanno portato il nome di Donna Ragno.

            Della prima si sono perse le tracce diversi anni fa,  pensa l’uomo, e secondo certe voci avrebbe perso i suoi poteri e si sarebbe ritirata. Potrebbe essere vero, ma se quello  che ha appreso di lei è vero, gli sembra difficile cancellare una ristrutturazione genetica così profonda come quella da lei subita. Sarà difficile rintracciarla, ma non impossibile dopotutto, non per uno con le sue risorse.

            Mentre passa ad evidenziare sullo schermo il file successivo, possiamo notare brillare per un attimo tre nomi: Jessica Drew,  Jerry Hunt, Lindsay McCabe.

            Una seconda donna viene evidenziata, a figura intera ed in varie altre pose di profilo e di dietro. È la supereroina oggi nota come Aracne.

            La cara piccola Julia Cornwall, pensa, con un sorriso divertito, l’uomo: di te so tutto ormai… di te e del programma segreto governativo che ti ha creato assieme alla Tela Mortale. Tu ancora non lo sai, ma è solo questione di tempo prima che tu mi appartenga anima e corpo… Tu e le tue colleghe: quella dilettante che porta oggi il nome di Donna Ragno e quella ragazzina che voleva giocare a fare la supereroina. Avrò da voi quello che voglio e non potrete negarmelo.

 

 

2.

 

 

            L’oggetto delle attenzioni del misterioso individuo è al momento impegnata a flettere i muscoli delle braccia, mentre, contemporaneamente, tenta di proiettare, senza farsene accorgere da Alkhema, una delle sue tele psioniche nello spazio tra le manette che la imprigionano ed i polsi. È uno sforzo molto duro, ma deve farcela: se Alkhema dovesse sconfiggere i Vendicatori non lascerebbe in vita nessuno. Al pensiero di sua figlia, la piccola Rachel, ancora addormentata davanti a lei, troppo giovane per morire, la sua determinazione si centuplica: deve riuscire a qualunque costo… a qualunque costo.

 

            Il quinjet atterra nell’hangar ed i Vendicatori ne escono dirigendosi all’ascensore.

-Sapete…-inizia a dire il Fulmine Vivente -… non vorrei fare la figura del paranoico, ma non vi sembra che ci sia troppo silenzio qui?-

-Beh ora che mi ci fai pensare…- risponde She-Hulk -… pare anche a me. Non avrebbe dovuto esserci qualcuno nell’hangar?-

-Non c’era nessuno neanche in giardino.- aggiunge improvvisamente D-Man –Sembra quasi che la villa sia vuota, ma c’è un’auto parcheggiata nel viale.-

-Ehi, Hank: non hai mica dato la giornata libera al personale senza avvertirci?- chiede She-Hulk.

-In assetto da combattimento e pronti a fronteggiare qualunque minaccia a partire da ora.- ribatte il Calabrone.

-Immagino volesse essere un no.- commenta She-Hulk, poi l’ascensore si apre.

 

            Nello stesso momento, in una corsia dell’U.C.L.A.[3] Medical Center, troviamo altri due coprotagonisti della nostra variegata saga: il Procuratore Distrettuale della Contea di Los Angeles, Dennis “Buck” Bukowsky e lo Sceriffo della stessa Contea Morris Walters, che, tra l’altro, è anche il padre di She-Hulk. I due stanno parlando con una donna dai capelli castani e gli occhiali, che indossa un camice bianco sopra un elegante tailleur in stile manageriale; accanto a lei, un uomo alto e atletico dai capelli neri, la carnagione olivastra e gli occhi dal taglio vagamente a mandorla.

-… quindi l’operazione è perfettamente riuscita.- sta dicendo la donna –Gli inibitori neurali sono stati rimossi e tutte le pazienti si rimetteranno perfettamente…compresa la donna tigre.-

-Questo vuol dire che possiamo interrogarli, Dottoressa Sondheim?- chiede Buck.

-Non credo che abbia capito bene, signor Procuratore.- replica seccamente Erica Sondheim -È stato un intervento molto complesso e difficile. Le pazienti hanno bisogno di assoluto riposo. Le interrogherete quando saranno pronte.-

            La grinta della donna non lascia alcun dubbio sulla sua determinazione.

-Possiamo almeno sapere che ne è di quella donna tigre?- chiede lo Sceriffo -Avete operato anche lei, giusto?-

            La dottoressa Sondheim sbuffa e risponde:

-Certamente! E siamo riusciti a rimuovere quell’inibitore neurale impiantatole come alle altre,[4] ma come ho già detto, non è stato per niente facile. Quel Richter è un figlio di buona donna e degno allievo di Mengele, ma è davvero un neurochirurgo di prim‘ordine ed aveva fatto un lavoro fin troppo buono, disfarlo ha messo in pericolo le vite delle pazienti più di una volta.-

-Tutto questo è molto interessante dottoressa…- commenta Buck -… ma lascia invariato il nostro problema: cosa fare della donna tigre.-

            L’uomo alto accanto ad Erica Sondheim prende la parola:

-La Fondazione Maria Stark mi ha incaricato di rappresentare la donna tigre almeno finché non sarà capace di badare da sola ai suoi interessi. Sto già lavorando ad una richiesta di custodia.-

-Davvero non capisco, avvocato Alvarez…- interviene Morris Walters -…la Fondazione Stark è la principale finanziatrice dei Vendicatori e l’ha incaricata di difendere qualcuno che ha cercato di ucciderli?-

            Felix Alvarez si concede un sorriso.

-La Fondazione Stark ha sempre avuto un grande interesse per il rispetto dei diritti civili e l’attuale direttore ad interim è molto sensibile sull’argomento. Inoltre, nonostante il loro nome, i Vendicatori sono più interessati alla giustizia che alla vendetta.-

-Già, lo immagino.- commenta con una punta di sarcasmo Buck –Almeno siamo riusciti ad identificarla?-

-Non ancora.- risponde Walters –Non siamo sicuri di avere impronte digitali valide… o campioni di DNA, se è per quello… tutta colpa della mutazione. Comunque ho passato tutti i dati in nostro possesso a tutti i database dello Stato, compresi il C.B.I.[5] e l’F.B.I. ma ancora nessuna risposta.-

-Beh, questo è un problema che non mi riguarda.- è il commento di Erica Sondheim –Io devo tornare al mio lavoro. Buona giornata signori.-

            E così dicendo si allontana lasciandosi alle spalle tre uomini che meditano sulle loro prossime mosse.

            Altrove, in quello stesso ospedale giace, immersa in un sonno indotto dai sedativi, una donna mutata in un animale, che ne sarà di lei quando si sveglierà?

 

 

3.

 

 

          Quando l’ascensore si apre l’intero abitacolo è investito da  una violenta scarica di energia, ma quando ne cessano gli effetti l’abitacolo è vuoto.

<<Cosa? Com’è possibile?>> esclama sorpresa Alkhema <<Eppure erano lì dentro, lo so.>>

-Mai sottovalutare l’inventiva di un Vendicatore.-

            Alkhema ha appena il tempo di sentire la voce alle sue spalle, che viene colpita da un pugno verde che le fa fare un volo attraverso la stanza, mentre She-Hulk s’ingrandisce accanto a lei.

-Ah, questo ci voleva proprio.- commenta la gigantessa di giada.

            Vicino a lei gli altri Vendicatori Ovest riprendono le loro proporzioni normali, mentre Calabrone si concede un mezzo sorriso: la sua idea di arrivare miniaturizzati su Rover attraverso la tromba dell’ascensore sarà stata poco originale, ma ha funzionato. Per fortuna avevano subodorato un tranello, anche se l’ultima cosa che si aspettava era che il nemico fosse Alkhema. L’ultima volta che l’ha vista, quella parodia meccanica di corpo femminile ospitava la maligna personalità di Ultron e quando, alla fine, i Vendicatori avevano vinto, lui stesso era sicurissimo che l’Imperativo Ultron era stato cancellato per sempre e che la minaccia che proprio lui aveva contribuito a creare non sarebbe tornata mai più.[6] A quanto pare si sbagliava e non è nemmeno la prima volta nella sua vita, deve ammetterlo, sia pure a malincuore.  Scaccia quel pensiero con fastidio e si concentra sulla battaglia:

-Non datele tregua!- incalza i suoi colleghi –Colpitela con tutto quello che avete senza darle tempo di reagire.-

            Servirà a poco, pensa Calabrone, se anche questo modello è fatto di adamantio secondario. Forse She-Hulk potrebbe riuscire ad intaccarlo se avesse abbastanza tempo… tempo che non abbiamo.

            Come a sottolineare questa silenziosa osservazione, ecco che She-Hulk viene respinta da una forza contraria a quella che ha usato su Alkhema, finendo dritta contro una parete

-Acc... questo è decisamente lesivo della mia… dignità professionale… di entrambe le mie professioni.- commenta She-Hulk rialzandosi e massaggiandosi le parti basse.

            Calabrone si rivolge a Polaris:

-Lorna… sai cosa fare… fallo ora!-

            Lorna Dane sorride levitando verso Alkhema.

<<Il verde è diventato di moda tra voi femmine superumane quest’anno?>> commenta sarcastica la donna robot.

-Fai pure la spiritosa se ti diverte, ma sappi che io sono la signora del magnetismo e sai cosa fa il magnetismo ai metalli?-

            E così dicendo Polaris muove le mani, mentre Alkhema sembra accartocciarsi su se stessa.

 

            A questo punto s’impone un’altra pausa dall’azione ed un’occhiata a faccende che presto diventeranno molto importanti per i  membri del nostro piccolo, ma nutrito cast.

            Lo stato messicano di Baja California vede ogni giorno, o sarebbe meglio dire ogni notte, il suo confine nord oltrepassato da centinaia, se non migliaia, di immigrati clandestini in cerca del sogno americano nella più ricca e prospera California. Ogni giorno molti di questi disperati sono ripresi e riportati a sud, ma molti ce la fanno  e si confondono tra la gran massa di ispanici che già popolano la California e trovano lavoro come braccianti agricoli od operai. Qualcuno trova altri impieghi meno onesti e meno pubblicizzati, ma a volte letali.

            In un piccolo complesso di capannoni nelle colline di Santa Monica, nella Contea di Los Angeles, arrivano, dopo un lungo viaggio, dei camion che, entrati in uno dei capannoni, scaricano il loro carico umano fatto di uomini e donne stanchi e frastornati da un viaggio massacrante. Uomini dai modi bruschi li accolgono  e senza tanti complimenti li smistano in piccoli gruppi che prendono uscite differenti. Questi uomini indossano caschi con visiere che coprono i loro occhi, imbracciano armi di ultimo modello e vestono uniformi rosse e blu su cui spicca un fulmine stilizzato di colore giallo.

 

            Fine dell’intervallo, si ritorna allo show principale. Avevamo lasciato Alkhema a contorcersi sotto l’attacco magnetico di Polaris ed è qui che la ritroviamo, ma, diversamente da quanto la stessa Lorna Dane si aspetta, è tutt’altro che finita. Improvvisamente Alkhema si ferma ed alza la testa  verso Polaris dicendo:

<<Sciocca umana, mi credevi impreparata ad un attacco simile? Sono schermata da attacchi magnetici, ma tu puoi resistere alla tua stessa energia?>>

          Il colpo sorprende Lorna che si ritrova imprigionata in una bolla di energia magnetica, ma Alkhema ha poco tempo per vantarsi della sua vittoria perché, come un bolide, D-Man le piomba addosso costringendola a terra e la riempie di colpi:

<<Stupido, credi di potermi fermare così?>>

-Non ho di meglio da fare.- è la risposta di Dennis Dumphy.

            Il Calabrone osserva in disparte. Lui, meglio di ogni altro sa che la semplice forza non può avere la meglio su Alkhema e che se lei riprende l’iniziativa potrebbe  sconfiggerli tutti. Henry Pym è considerato uno dei migliori cervelli della Nazione e se mai c’è un momento per dimostrarlo, è questo. Deve trovare una soluzione e deve farlo alla svelta.

 

 

4.

 

 

 

            Punto di rottura. Quello che viene raggiunto in questo momento nell’esiguo spazio tra i legami che serrano le mani dell’eroina chiamata Aracne. Julia Carpenter ha dato il meglio di se stessa spingendo le sue tele psioniche fino al massimo della loro forza. Ora o lei o le manette devono cedere ed il rumore che sente la informa che è lei ad aver vinto.

            La testa le fa un male d’inferno, ma passerà. Ora deve concedersi il tempo minimo per riposare e riprendere il controllo delle sue facoltà, poi….

-Ehi amica che ne dici di liberare anche me?-

            Julia sente appena le parole di Greer Nelson, è troppo occupata a reggersi in piedi sperando che la stanza smetta di girare. Volge il suo sguardo su Rachel. È ancora addormentata per fortuna: non sarà costretta ad assistere a quello che succederà. Già, ma cosa succederà? Ha speranze di sconfiggere Alkhema? Non lo sa, ma, accada quel che accada, si unirà agli altri nel provarci.

 

            Definizione di donna arrabbiata: Polaris in questo momento. Senza apparente sforzo si libera della bolla in cui l’ha imprigionata Alkhema e vola verso la sua avversaria. Per molto tempo questa giovane donna ha represso le sue frustrazioni, il senso di impotenza per una vita che le appare senza direzione, spesso subordinata ai desideri degli altri, il dolore per la morte di un fidanzato che lei stessa aveva deciso di lasciare e che ora rimpiange.[7] Tutto confluisce in questo singolo momento. Quasi non si accorge di Starfox e del Fulmine Vivente che falliscono l’ennesimo assalto contro Alkhema. È appena consapevole che solo la loro particolare fisiologia li ha salvati dall’annientamento.  Non vede in un angolo D-Man leccarsi le ferite. Vede solo il suo bersaglio.

-Ora basta!- proclama –Hai osato usare il magnetismo contro di me… CONTRO DI ME! È ora che t’insegni cosa vuol dire potere e non credere che quel tuo ridicolo scudo antimagnetico o quel che è basti a fermarmi.-

            L’aria intorno a Lorna crepita di energia mentre tutt’intorno a lei sembra formarsi una sorta di aura. Alkhema alza istintivamente una mano a coprirsi gli occhi, un gesto molto umano rifletterà in seguito Henry Pym, poi le sembra di essere rivoltata dall’interno mentre tutto quello che c’è di metallico intorno a lei sembra prendere vita e scaricarsi addosso a lei ed il suo stesso corpo metallico sembra volersi strappare in mille direzioni diverse. I suoi sistemi interni si muovono per compensare quanto le sta accadendo, ma per quanto rapidamente inverta le polarità, Lorna Dane è altrettanto rapida nel contrattaccare la mossa. Ora è solo questione di chi resisterà più a lungo.

<<Non puoi distruggere il mio corpo di adamantio, nulla lo può.>>

-Non esserne troppo sicura.- replica Lorna –Magnetismo, gravità, tutte forze fondamentali della natura ed io posso controllarle… se voglio… ed ora lo voglio.-

            Alle spalle di Polaris Starfox si rivolge a D-Man ed il Fulmine Vivente:

-Ricordatemi di non farla arrabbiare… non troppo spesso almeno.-

-Io non lo dimentico mai.- replica D-Man.

-Madre de Dios.- esclama Miguel –Non l’ho mai vista usare tanta energia. Qui qualcosa salterà presto.-

-Si, a meno che non interveniamo subito.- interviene secco il Calabrone –Potrebbe essere il momento adatto se solo… Oh Donna Ragno arrivi a proposito.-

            Julia Carpenter è apparsa sul vano della porta.

-Mi chiamo Aracne in questi giorni, credevo che te lo ricordassi.- replica.

 -Poco importa. Sei in grado di tessere una delle tue tele psioniche che avvolga la zona intorno ad Alkhema… diciamo tra 30 secondi?-

-Si… credo di si. Perché?-

-Tu pensa a farlo, il resto tocca a me.-

            Così dicendo il Calabrone si riduce di dimensioni  e vola rapidamente verso Alkhema.

-Lo odio quando fa così.- commenta She-Hulk –Ma lo odierei di più se sbagliasse.-

 

            Quando raggiunge Alkhema Henry Pym è più piccolo dell’insetto suo omonimo e passa attraverso la  bocca della donna robotica e scende in profondità. In un altro momento avrebbe approfittato dell’occasione più unica che rara per esaminare dall’interno la fisiologia dell’essere che sta affrontando, ma ora altri pensieri impegnano la sua mente scientifica. Ha poco tempo per fare quello che va fatto. Ecco quel che cercava: il nucleo energetico che alimenta Alkhema. Distruggerlo equivale a distruggere la perfida donna robot. Niente però può penetrare il suo rivestimento di adamantio… niente, tranne quello che ha lui: un modellatore molecolare. Hank non sa se funzionerà alla dimensione a cui l’ha ridotto, ma sarà meglio che sia così, perché ha a disposizione un solo tentativo. Freddamente estrae quel che gli serve da uno scomparto nel guanto sinistro, lo ingrandisce al punto giusto, lo punta  e spara. Una minuscola crepa si forma sul nucleo e subito la temperatura inizia ad aumentare. Rapidamente Calabrone vola verso l’alto, rifacendo di corsa il cammino precedente. Alle sue spalle si comincia a propagare un’onda di calore. Deve correre se vuole sopravvivere, ma anche se non ce la facesse… in fondo è colpa sua se Alkhema vive e se deve proprio morire, almeno avrà fatto ammenda dei suoi errori

Mentre finalmente esce dal corpo di Alkhema, la sente gridare:

<<Cosa mi succede? Cosa mi avete fatto?>>

          Il corpo di Alkhema si sta contorcendo preda di forze contrastanti che agiscono in contemporanea su di lei. Tra lei ed i Vendicatori si stende una fitta tela psionica di Aracne nelle cui maglie il Calabrone riesce ad infilarsi a malapena, poi… un fortissimo lampo di luce ed un calore intenso e quando gli astanti tornano a vedere al posto di Alkhema c’è solo un mucchietto di metallo fuso, mentre pavimento, soffitto e pareti tutt’intorno sono vetrificati.

-Grandioso.- commenta She Hulk –Ma cos’è successo? C’è qualcuno in grado di spiegarmelo in poche parole?-

-Il nucleo energetico di Alkhema, sottoposto a sollecitazioni interne ed esterne a causa del potere di Lorna e del danneggiamento del rivestimento di protezione, ha raggiunto rapidamente la massa critica ed è arrivato a fusione.- spiega il Calabrone.

-In parole povere… è implosa, giusto?- commenta D-Man.

-Questa è quella che chiamo sintesi.- dice sogghignando She-Hulk.

            Alle loro spalle si ode un sospiro e Aracne scivola verso terra prontamente sorretta da Starfox.

-Questa donna ha agito molto coraggiosamente.- dice il Titano –Mi sbaglio o le siamo debitori della vita?-

-Non sbagli.- risponde il Calabrone –Sono state la sua tela psichica e le energie magnetiche di Lorna a proteggerci dalle conseguenze della fusione di Alkhema. Senza saremmo stati tutti ridotti in cenere o quasi.-

-E come facevi a sapere che avrebbe  funzionato?-gli chiede She-Hulk.

-Non lo sapevo, ma lo speravo.-

-Oh ma che razza di bastardo. Mi ricordi Reed Richards.-

-Grazie del complimento Jennifer.-

-E chi ti dice che lo fosse?

            Il Calabrone sorride e scuote le spalle.

 

 

EPILOGO UNO

 

 

            In una camera del secondo piano della loro villa i Vendicatori si ritrovano a far visita ad una Julia Carpenter che si è appena risvegliata ed è assieme alla figlia Rachel

-Vi ringrazio di avermi offerto la possibilità di riposarmi qui.- dice Julia –Devo aver dormito parecchio.-

-Quasi 24 ore, ad essere onesti.- commenta Henry Pym –Ma ne avevi bisogno. Da quanto ho capito, hai usato tutte le energie a tua disposizione e dopo eri praticamente svuotata. Il nostro medico dice che pochi giorni di riposo basteranno a rimetterti in sesto.-

-Sono stata visitata da un medico?-

-Tranquilla, il Dottor North è un tipo molto riservato e poi… ti abbiamo lasciato addosso la maschera.- il Calabrone ammicca divertito.

-Magnifico. Beh, vi ringrazio, ma immagino che farò meglio a lasciar libera questa stanza alla svelta.-

-E perché mai? In fondo sei un Vendicatore e questo posto è tuo quanto nostro, sei sempre la benvenuta e lo sai.-

-Stai per dirmi che mi vuoi nel tuo gruppo?-

-E se fosse?-interviene She-Hulk –Siamo tutti Vendicatori, ma noi siamo più divertenti di quelli dell’Est .e Los Angeles è più vicina a Denver di New York.-

-Un Vendicatore a tempo pieno di nuovo?- Julia ci riflette sopra –Tu che ne pensi Rachel?-

-Che è eccitantissimo.- risponde Rachel -Se lo sapessero le mie compagne di scuola…-

-Ok, accetto.-

            Mentre i Vendicatori si congratulano con lei, in disparte Greer Nelson medita. Non è servita a molto contro Alkhema ed  anche se fosse stata Tigra non sarebbe cambiato nulla, eppure… il suo pensiero corre all’amuleto nel cassetto della sua camera. Ne sente il richiamo. Quanto ancora resisterà?

            Improvvisamente Miguel Santos interviene:

-Sapete… mi è venuto in mente che… noi abbiamo combattuto Alkhema, ma se lei è stata ricostruita come ha fatto? E se era  di nuovo viva, non è possibile che lo sia anche Ultron?-

            La stanza piomba nel silenzio, mentre le implicazioni di quanto ha detto il Fulmine Vivente costringono tutti a riflettere su cose a cui preferivano non pensare. Il Calabrone in particolare si fa cupo: forse la minaccia che ha contribuito a creare non è ancora finita, anzi è appena cominciata.

 

 

EPILOGO DUE

 

 

          Da un’altra parte, una figura in metallo argenteo solleva con la mano destra un oggetto che altro non è che la testa di Alkhema.

<<Ahimé povera Alkhema, io la conoscevo bene.>>[8]  la figura si gingilla con la testa di metallo e le parla <<Credevi fosse facile sconfiggere i Vendicatori? Beh non lo è stato, per mia fortuna. Nessun altro deve avere il privilegio di uccidere i maledetti Vendicatori ed in particolare il mio caro “padre” Henry Pym… nessuno tranne la loro nemesi: io, Ultron.>>

          Ed il robot chiamato Ultron si lascia andare ad una fredda risata metallica.

 

 

FINE?

 

 

NOTE DELL’AUTORE

 

 

            Praticamente nulla di particolare da dire su quest’episodio se non un paio di cose:

1)     Termina la trilogia che vede il ritorno di Henry Pym nei panni del Calabrone e la ridefinizione del suo ruolo come supereroe e come capo della branca Ovest dei Vendicatori. Abbiamo anche ripresentato la minaccia di Ultron che, come avrete di sicuro indovinato, tornerà presto a colpire.

2)     Chi è il misterioso uomo che appare interessato alle varie Donne Ragno? È un po’ presto per rispondere a questa domanda, ma sappiate che parte delle risposte vi verranno date sia su questa serie che nella nuovissima “Lo Spettacolare Uomo Ragno” per il momento vi invito a non perdere l’apparizione di Jessica Drew e della Donna Ragno attuale, ovvero Charlotte Witter alias Jessica Carpenter, su Marvelit Team Up molto presto.

3)     Spero di non dovervi spiegare chi sono Erica Sondheim e Felix Alvarez, già comprimari di Iron Man, ma nel caso servisse, tranquilli, li rivedrete su queste pagine sin dal prossimo episodio. .

4)     A livello di continuity questa storia si svolge poco prima degli eventi di Vendicatori #61/69 e  quasi in contemporanea con quelli di WorldWatch #22. Per questo Polaris è ignara della misteriosa resurrezione di Havok. Quanto lo rimarrà e come reagirà? Questo solo il tempo ed i prossimi episodi potranno dirlo.

A proposito dei prossimi episodi… il prossimo sarà la prima parte di un crossover con la serie X-Men. Una storia doppia che inizia qui e termina su X-Men #20 e che potrei descrivere come: ”Tutto quello che avreste voluto sapere su Lorna Dane, ma non avete mai osato chiedere” e perfino la risposta a domande che non avreste mai  voluto porre. Guest stars d’eccezione: Quicksilver, Scarlet e Magneto ed in più la sconcertante malvagità di… no… perché dirvi tutto subito? Leggete le storie piuttosto, che è meglio. -_^

 

 

Carlo



[1] In Avengers Vol 1° #59 (Thor, Corno, #72).

[2] Avengers Vol 1° #213 (Capitan America & I Vendicatori, Star  #4).

[3] University of California Los Angeles.

[4] Come visto nell’episodio #9.

[5] California Bureau of Investigation, agenzia investigativa con giurisdizione su tutta la California, strutturata come l’F.B.I. ed  agli ordini del Procuratore Generale della California.

[6] In Vendicatori MIT #33.

[7] Questa storia si svolge appena prima di WorldWatch #22.

[8] Parafrasi di un noto monologo di Amleto col teschio di Yorick dall’Amleto di William Shakespeare.