Janet Van Dyne, nella sua uniforme di Wasp, entra
nel Palazzo dei Vendicatori seguita da Ercole e viene accolta nientemeno che da
Tony Stark.
-Ammetto che è un piacere vederti senza la tua
armatura. Tony…- gli sussurra Janet -… ma a che debbo l’onore?
-Oggi avevi bisogno dell’ingegnere e non del
Vendicatore, Jan.- le risponde Tony -Seguitemi tutti e due.
I due Vendicatori lo seguono fino ad un ascensore
che li porta ad uno dei livelli sotterranei.
-Ho riflettuto sul tuo bisogno di ritrovare i
ricordi perduti e mi è venuto in mente come fare ad aiutarti.- spiega Tony
-Avrei dovuto pensarci prima, forse, ma come scusante ho che fino a poco tempo
fa non eri pronta.
-Che intendi dire?- chiede Wasp.
-Vedrai, ma prima qualche spiegazione necessaria.
Forse saprai che i Nazisti avevano a disposizione una tecnologia avanzatissima
in parte dovuta al genio di alcuni loro scienziati come Helmut Zemo ed in parte
a quello che erano riusciti a recuperare da un’astronave aliena. Quando gli
Alleati entrarono finalmente nei laboratori del Teschio Rosso e dei suoi
associati, trovarono molte cose, alcune delle quali incomprensibili per loro:
macchinari e progetti in vari stadi di avanzamento. Furono affidati ad alcuni
esperti che lavoravano per l’O.S.S.[1]
nella speranza che ci cavassero qualcosa di buono. Uno
di questi era mio nonno a cui furono dati i progetti di uno strano macchinario.
Lui ci mise un po’ a capire a cosa servisse e cominciò a lavorarci sopra, ma
poi fu distratto da altri impegni come il Progetto Tess-One. Mio padre ci
lavorò sopra anche lui e ne realizzò un primo prototipo funzionante. Io l’ho
migliorato.
-Non sono sicura di capire dove vuoi arrivare; vuoi
costruire un robot?
-No, o almeno non questa volta. Janet Van Dyne...
Con tempismo e teatralità programmati, proprio
adesso l’ascensore raggiunge la propria destinazione e si apre in una piccola
stanza, dove sta una poltrona collegata ad un macchinario terminante in un
casco.
-Ti presento l’Induttore di Ricordi.
#97
Dolci ricordi
di Carlo Monni, & Fabio Furlanetto
Appartamento di Janet Van Dyne,
Manhattan. La notte precedente.
Ercole
si rivolge alla donna abbracciata a lui nel grande letto matrimoniale:
-Cosa
c’è dolce Janet? Ti sento inquieta. Cosa ti turba?
-Stavo
pensando a cosa mi ha detto Tony al nostro ritorno dallo Spazio: che forse
c’era un modo di ridarmi i miei ricordi perduti.[2]
-E
questa non è una buona notizia?
-Non
so. E se una volta che i miei ricordi fossero di nuovo integri io fossi una Jan
diversa, con sentimenti diversi e questo segnasse la fine della nostra
relazione?
-Se
la nostra relazione è destinata a durare, lo farà anche se tu riavrai tutte le
tue memorie passate. Se non lo fosse, il suo destino sarebbe comunque segnato.-
replica il dio della Forza.
-Ercole,
sai che a dispètto delle apparenze non manchi di saggezza?
-Invero
il mio maestro, il Centauro Chirone, diceva…
-Ora
non farmi una delle tue solite tirate mitologiche che ne dici se invece ci
dedichiamo ad attività decisamente più piacevoli?
-Dico,
cara Janet, che la vera saggia tra noi sei tu.
Attilan,
Capitale degli Inumani, Antartide
Quicksilver non si è mai sentito a suo agio in
questo posto. L’atteggiamento degli abitanti nei suoi confronti è sempre
oscillato da una fredda cortesia alla chiara ostilità. Chiamare quella inumana
una società chiusa è usare quello che in retorica viene definito delicato
eufemismo. Gli Inumani non amano gli stranieri, ne diffidano, e, per quanto
abbiano avuto in passato le loro buone ragioni per farlo, non è un buon
atteggiamento comunque. C’è probabilmente una metafora nell’aver trasferito la loro
città in Antartide,[3]
anche se Quicksilver non ha molto interesse per le elucubrazioni filosofiche.
Pietro è abituato a questo atteggiamento sin da
quando era bambino: i soli momenti della sua vita in cui si è sentito accettato
senza riserve per quello che era, sono stati come membro della Confraternita di
Magneto e come membro dei Vendicatori, il che ha del paradossale a pensarci
bene.
Forse per questo non riesce a disprezzare Attilan,
nonostante nel corso degli anni abbia avuto un rapporto non proprio idilliaco
con la sua popolazione: gli Inumani tendono a tenere le distanze gli uni dagli
altri, un atteggiamento in cui Pietro si riconosce.
La sua espressione arcigna si distende
immediatamente quando vede arrivare le due sole persone che contano di più al
mondo oltre alle sue sorelle: sua moglie Crystal e sua figlia Luna
Di chi sia la colpa del fallimento del suo
matrimonio, è molto meno importante della splendida bambina che ne è il
prodotto e di cui non potrebbe essere più orgoglioso.
-Papà!- urla Luna correndogli incontro.
Padre e figlia si abbracciano.
-Mi hai portato qualcosa?- chiede la piccola.
-Ma certo, guarda nello zaino.
Luna e non perde tempo e si tuffa nella ricerca.
-Sei sempre molto indulgente con lei... forse
troppo.- dice Crystal -Lei dice che le hai promesso di farla entrare nei
Vendicatori.
-Non è proprio così.- ribatte Pietro Maximoff -Le ho
detto che quando sarà grande ne riparleremo. E anche allora dipenderà se avrà
dei poteri o meno.
-Tu vorresti che ne avesse?
-Un’inumana senza poteri sarebbe una reietta da
queste parti, non è vero?
-Non è quello che ti ho chiesto: tu cosa vorresti
per lei?
-Solo il meglio, c’è qualcosa di sbagliato in
questo?
-Ovviamente no, è quello che voglio anch’io.
Moord, sistema stellare Lomora
Kang il Conquistatore è soddisfatto. Siede sul Trono
Imperiale Badoon, e grazie all’aiuto involontario dei Vendicatori controlla
ogni singolo aspetto dell’Impero.
Non c’è astronave che non sia sotto il suo
controllo, non c’è abitazione che non sia adeguatamente spiata, non c’è
tentativo di ripristinare il vecchio ordine che non si spenga nel sangue in
pochi minuti. Sì, Kang ha motivo di essere soddisfatto. Eppure...
-È stato troppo facile.- si lamenta Ravonna, l’amore
della sua vita che come sempre è al suo fianco. O almeno così Kang ha deciso:
quante vite parallele hanno già sprecato, su chissà quante linee temporali? Chi
può dire se queste siano le versioni reali o meno?
-È solo l’inizio, mia cara. Credi che mi accontenterò
di questa piccola parte della Galassia? Il mio regno trans-temporale si estende
mille volte più di quest’impero primitivo, ma i Badoon saranno un’ottima
piattaforma di lancio per il mio attacco al ventunesimo secolo.
-Questo lo so benissimo, Kang. Ma perché aspettare?
Potresti ridurre in cenere la Terra con una sola delle tue navi.
-Perché il mio obiettivo è la conquista, mia amata,
e non la semplice vendetta. E se ho scelto questo particolare momento nella
storia per colpire, ho le mie ragioni.
Proprio in quel momento, una spia che si illumina
indica l’arrivo di una comunicazione iperspaziale su una linea così segreta che
le basi scientifiche su cui funziona sono considerate fisicamente impossibili
in gran parte di questo secolo.
-Ah, ecco. Stiamo giusto per parlare con uno dei
motivi per cui siamo qui.- prosegue Kang, attivando il proiettore olografico. E
subito dopo di fronte a lui appare la proiezione tridimensionale di un essere
umanoide dalla pelle viola.
-Era davvero ora che parlassimo faccia a faccia,
Saren Lotus.- lo saluta Kang.
Palazzo dei
Vendicatori
-Conosco quel macchinario!- esclama Ercole -Fu usato
sui di me anni fa per restituirmi le memorie perdute a causa delle trame del
mio infido fratello Ares.[4]
-Questo
è un modello migliorato.- spiega Tony Stark.
-Hai
sempre avuto un sistema per restituirmi la memoria e me lo dici solo adesso?-
esclama, irata, Wasp -Non posso crederci.
-Il
macchinario è pronto da settimane, ma avevo bisogno di Jocasta prima di poterlo
utilizzare... e fino a poco tempo fa, non ce n’era la possibilità.
-E
per quale motivo hai avuto bisogno della fanciulla di ferro, Stark?- chiede
Ercole.
-Credo
che le memorie di Janet non siano scomparse, ma solo fuori sequenza. Gli schemi
mentali di Jocasta sono basati su quelli di Janet: posso usarli come guida per
riallineare la sua struttura neurale, deframmentando i ricordi persi.
-Certo,
se la metti così, è tutto più chiaro.- alza gli occhi al cielo Wasp.
-Non
ti mentirò, Jan, questo è un progetto ai limiti estremi della scienza
sperimentale, quindi non escludo la possibilità di effetti collaterali. Se il
subconscio del soggetto fa resistenza al recupero dei ricordi, ci sono alte
probabilità di danni cerebrali.
-Capisco.
Allora... si comincia?- replica la donna, senza esitare un secondo.
-Non
sono sicuro di essermi spiegato bene.- sospira Tony Stark.
-No
no, ho capito, quell’affare mi rimetterà in sesto o mi farà friggere il
cervello. Ho vissuto tutta la mia vita circondata da superscienza pericolosa,
sono pronta ad accettare il rischio.
-Janet,
ne sei davvero sicura?- chiede Ercole, prendendole la mano. I due amanti si
scambiano un’occhiata che sembra durare un’eternità: solamente questa mattina
era il semidio a spingerla ad abbracciare qualunque cosa il fato avesse in
serbo per lei, mentre ora esita?
-Prima
si inizia e prima questa storia sarà finita. Che devo fare?- chiede lei,
ritraendo la mano.
-Solo
sederti ed indossare il casco, il resto lo farà la macchina… e la tua mente.
Sicura di essere pronta?
-Sono
una ragazza coraggiosa, lo sai.
-Io
resterò al tuo fianco tutto il tempo, Janet.- proclama Ercole.
-Grazie,
Erky. So che una ragazza in difficoltà può contare sempre su di te.
Jan
si siede nascondendo il proprio nervosismo e lascia che Tony le sistemi il
casco sulla testa.
-Non
farai mai fortuna come disegnatore di cappellini o caschi per parrucchiere, lo
sai Tony?- gli dice.
Stark
sorride.
-Una
carriera a cui sinceramente non avevo mai pensato.
Accende
l’Induttore di Ricordi.
Moord, sistema stellare Lomora
Ravonna
è nata e cresciuta in un altro secolo, in un’altra realtà, dove il ruolo della
Terra nella politica intergalattica era (sarà?) radicalmente diverso da quello
di oggi. Ma ha viaggiato a lungo assieme a Kang, abbastanza da conoscere molto
bene la storia di molti mondi.
E
riconosce l’umanoide dalla pelle viola il cui ologramma è appena apparso nella
Sala del Trono. Saren Lotus, leader terroristico del ventunesimo secolo, unico
sopravvissuto di un mondo divorato da Galactus e responsabile di una sanguinosa
rivolta su Rigel.[5]
-Capirai
se non ci incontriamo di persona, Saren, ma rispetto a sufficienza i tuoi
poteri di controllo mentale da prendere alcune precauzioni... un po’ di
anni-luce dovrebbero bastare.
-In qualità di viaggiatore del tempo, Kang,
penso ti sarà facile capire che io non ne ho da perdere quindi saltiamo i
convenevoli. Perché Ego è ancora vivo? Ti ho consegnato l’arma dei terrestri
espressamente perché tu lo eliminassi.
-Una
promessa che ho intenzione di mantenere, Saren, ora che ho a disposizione tutta
la potenza di fuoco dell’Impero Badoon. Naturalmente, potrei anche usare la mia
nuova posizione per favorire le mire espansionistiche della tua Ribellione... o
per stroncarla sul nascere.
-Il mio scopo non è la conquista, Kang, ma
costringere tutti gli imperi stellari a condividere la propria tecnologia con i
mondi più primitivi. Non ti ho consegnato i Badoon per la tua gloria personale;
distruggi Ego e condividi il tuo potere, o ritirerò il mio supporto.
-Non
sei davvero abituato a trattare con qualcuno che non ubbidisce a tutti i tuoi
comandi, Saren. Vedi, quest’epoca è particolarmente fragile: gli Skrull sono
ancora frammentati, gli Shi’Ar devono ancora riprendersi dalla loro guerra
civile e dalla distruzione del loro mondo madre[6] e la tua organizzazione sta seminando il caos su Rigel.
-Il
momento ideale per conquistare tutta la Galassia e scatenarla contro i
Vendicatori.- capisce improvvisamente Ravonna, che non può fare a meno di
notare come questo sia più un piano da Immortus che da Kang, e che Saren Lotus
non ne sembri impressionato.
-Un’ottima strategia. Ma non hai considerato
un dettaglio cruciale, Kang: non sei il mio unico alleato interessato alla
bomba al betatrone.
-Mi
stai davvero minacciando, Saren? Possiedo centinaia di altre armi capaci di
distruggere un mondo, non devo certo preoccuparmi di un pesce piccolo come te.
-Divertente che tu lo dica, perché hai
suscitato l’interesse di qualcuno rispetto a cui siamo entrambi dei pesci
piccoli.
La
comunicazione di Saren Lotus si interrompe, ma non a causa di quest’ultimo. Gli
allarmi della Sala del Trono scattano, assieme a quelli dell’armatura di Kang,
e tutti quanti sono impostati al massimo pericolo. Se l’Impero Badoon è sotto
attacco, qualunque cosa lo abbia causato è appena stato considerato da sistemi
computerizzati basati sulla personalità di Ultron come ancora più pericoloso di
Ego.
Palazzo dei Vendicatori
All’inizio
non sembra accadere nulla, a parte una sorta di pizzicore alla base della nuca,
poi, quasi di colpo, tutto quello che c’è intorno a lei sembra svanire in una
sorta di vortice. Janet Van Dyne sbatte gli occhi e quando li riapre…
È
in una stanza di ospedale e si sente confusa. Davanti a lei c’è Hank Pym nel
suo costume di Giant Man e giurerebbe che ha pianto.
-Cos’è
successo?- chiede con voce flebile.
-Uno
degli scagnozzi del Conte Nefaria ti ha sparato[7]
non lo ricordi?- le chiede Hank.
Sì,
ricorda il dolore e dopo il buio.
Un’altra
scena: si è appena conclusa l’ultima riunione dei Vendicatori a cui, per quanto
ne sa, ha partecipato[8]
e mentre lei e Giant Man tornano al laboratorio di
quest’ultimo, lui le chiede.
-Rimpianti,
Jan?
Janet
scuote la testa e risponde:
-Nessuno.
Avevo bisogno di staccare da questa vita frenetica. Non abbiamo avuto un attimo
di respiro da quando sono uscita dall’ospedale.
-Mi
hanno fatto un’offerta… l’hanno fatta a Henry Pym in effetti… per dirigere un
team di ricercatori su una piattaforma oceanica, ti va di venire con me come
mia assistente?
Jan
sorride e replica:
-Perché
no? La prenderò come una vacanza e mi porterò dietro un po’ di costumi da
bagno.
Bella
vacanza davvero. Si fa vivo Sub Mariner[9]
e poi lei viene rapita dal Collezionista.[10]
Lei e Hank tornano nei Vendicatori e svelano le loro identità segrete. Hank
assume il nome di Golia, poi ha un esaurimento nervoso e assume l’identità di
Calabrone. Alla fine lei e Hank si sposano.[11]
Il
flusso di ricordi diventa sempre più veloce, le immagini si susseguono una
dietro l’altra.
Hank
che crolla vittima di un esaurimento nervoso e la colpisce.[12]
Wasp
stringe i braccioli e dalla sua fronte calano gocce di sudore.
-Ferma
la tua macchina, Stark.- intima Ercole -Janet sta male!
Prima
che Tony Stark possa dire o fare qualcosa, la voce di Janet Van Dyne risuona
imperiosa:
-No!
Voglio sapere, devo sapere!
Four Freedom Plaza, Quartier Generale
dei Fantastici Quattro.
Usando
il suo potere di controllo dell’elettromagnetismo la donna conosciuta come
Polaris si è sollevata sino al 36° piano di questo famoso edificio di Manhattan
ed ora si appresta a planare sull’enorme terrazzo sovrastato dalla gigantesca
struttura a forma di 4 aspettandosi problemi col leggendario sistema di
sicurezza del più antico e famoso supergruppo d’America.
Un
piccolo drone sferico le si para davanti e dopo pochi secondi una voce
elettronica scandisce.
<<Soggetto
Polaris riconosciuto. Accesso confermato. Benvenuta dai Fantastici
Quattro.>>
Questa
sì che è una bella sorpresa, pensa Lorna Dane poggiando i piedi sul terrazzo.
Non
passa molto tempo che da una porta esce Johnny Storm, la Torcia Umana.
-Lorna!-
esclama -Sei arrivata finalmente!
La
stringe a sé e la bacia appassionatamente.
-Wow!-
esclama Lorna -Sei sempre così focoso, Mr. Storm?
-Anche
di più.- ribatte Johnny ridendo -Ma ora vieni, ti farò fare il tour del
palazzo, compreso il mio appartamento.
-Johnny
sei sempre il solito. Ci sono anche i tuoi compagni di squadra? Confesso che
ancora oggi mi intimidiscono.
-La
mia famiglia è presente al completo. Non essere impressionata, però: Reed sarà
sicuramente impegnato in qualche esperimento e forse nemmeno si accorgerà della
tua presenza. Ben ama fare lo scorbutico ma in fondo abbaia ma non morde. Sue
probabilmente ti esaminerà per capire se finalmente sei quella giusta.
-Ora
sì che sono davvero spaventata.
Johnny
ride ancora accompagnandola all’ascensore.
Palazzo dei Vendicatori
Non
aveva pensato che potesse essere così. Pensava di poterlo affrontare
serenamente ma i ricordi si susseguono a ritmo incalzante. Un decennio
compresso in pochi minuti, forse solo secondi.
Forse
aver dimenticato era una benedizione ma ormai non può più tornare indietro.
Deve andare fino in fondo, non importa quanto le costi
Deve
sapere, vuole sapere tutto.
Un
divorzio doloroso il bisogno di andare avanti, la breve relazione con Tony e la
sua reazione quando lui le rivela di essere Iron Man. La sensazione dolorosa di
sentirsi ancora tradita. L’elezione a Capo dei Vendicatori, l’incontro con
l’enigmatico Paladin, una relazione che avrebbe potuto diventare più seria. Di
chi è la colpa se non si sono impegnati di più? La crisi dei Signori del Male
risolta con l’aiuto del nuovo Ant Man. Scott Lang quel bravo e coraggioso
Scott, un degno erede di Hank. Hank che ritorna nella sua vita e loro provano a
rimettere in piedi i cocci della loro relazione. Non funziona, perché non funziona?
Si separano ancora. Lui torna a Ovest e lei diventa di nuovo leader dei
Vendicatori e con Visione progetta l’Ordine, un nuovo modo di essere eroi.
Eroi? Si stanno spingendo troppo oltre nel loro zelo, stanno superando la linea
sottile che li porterebbe a diventare pienamente ciò che hanno sempre
combattuto. È stata colpa sua? Cosa voleva dimostrare? E poi c’è l’invasione e
quell’essere che vuole distruggere tutto. C’è un solo modo per fermarlo, spetta
a lei.
Immagini,
ricordi voci, suoni, odori. Tanti, troppi. Dolore, gioia, rabbia, frustrazione,
rimpianti, rimorsi. Il bello ed il brutto di più di dieci anni di vita piombano
su di lei con la violenza di uno tsunami e la travolgono.
Un
grido strozzato, uno scatto in avanti come se avesse ricevuto una scossa
elettrica e poi Janet Van Dyne, la Meravigliosa Wasp, reclina il capo.
-Jan!-
urlano all’unisono Ercole e Tony Stark.
Tony
la stacca freneticamente dall’Induttore di Ricordi e poi Ercole la prende
delicatamente tra le braccia dicendo:
-Ti
giuro, Anthony Stark, che se le è accaduto qualcosa di male, nessuna armatura
sulla Terra potrà salvarti dalla mia collera.
E
lo sguardo sul suo volto rende chiaro a Tony che non sta scherzando.
Casa Williams
Non
dovrebbe esserci niente di strano in questa scena: una coppia che sta ospitando
una vecchia amica tornata in città dopo un lungo viaggio. E per i loro standard
è tutto normale, anche se lei è una strega mutante, lui un essere composto di
energia ionica, l’ospite è una donna robot, ed il suo viaggio è stato di
parecchi anni-luce.
-Grazie
per avermi ospitata, Wanda. Avevo bisogno di stare un po’ lontana dalla Base...
dopo tutto il dolore che vi ho causato.- dice Jocasta.
-Puoi
restare quanto vuoi, ma non dire sciocchezze: non hai colpa per quello che ti
ha fatto fare Ultron, ricordatelo.
-E
poi sei praticamente una di famiglia.- aggiunge Simon Williams alias Wonder
Man.
-Famiglia.
Ti consideri ancora un fratello di Visione?
-Sempre
meglio del mio vero fratello...
Wanda
intuisce che sia meglio non tornare a parlare delle stranissime parentele di
famiglia, anche perché lei non ne è sicuramente immune, e si rivolge di nuovo
al robot.
-Sei
sempre la benvenuta nei Vendicatori e lo sai bene, Jocasta.
-Lo
so, ma con Janet nel gruppo... non è proprio il massimo per affermare la mia
identità passare troppo tempo assieme alla donna a cui devo buona parte della
mia mente. Anche se a parlare potrebbe essere principalmente lo stress dovuto
alla riprogrammazione.
-Dovresti
parlarne con Visione. Può non essere il massimo per tirar su il morale, ma se
c’è qualcuno che sa come gestire situazioni simili è certamente lui.
-Grazie,
Wanda. La verità è che senza i Vendicatori non saprei proprio da dove
cominciare per farmi una vita... nessuno di quelli che conosco può essere
considerato “normale”.
-Benvenuta
nella mia vita.- sorride Scarlet.
Garment
District, Manhattan, New York.
Diciamolo
francamente: anche in una città abituata a tutto come New York, la vista di una
bionda dal fisico statuario alta più di un metro e novanta non può non attirare
l’attenzione. Con una come lei al fianco, anche l’altra donna bionda, pur
essendo molto attraente, è destinata a passare in secondo piano ma, ad essere
sinceri, non potrebbe importargliene di meno.
-Invero,
amica Carol, non capisco la necessità di tutto questo.- sta dicendo la bionda
alta, il cui nome è Brunhilde ma per molti è semplicemente la Valchiria, un
nome ben meritato, perché lei è veramente una delle mitologiche guerriere che
accompagnavano i vichinghi uccisi in battaglia nel Valhalla di Odino o nel
dominio di Freya ed anzi ne era la leader.
Le
circostanze che hanno portato colei il cui nome è stato cantato dai poeti e
reso immortale da Richard Wagner a stabilirsi nuovamente sulla Terra sono
troppo lunghe e complesse da spiegarsi, vi basti sapere che oggi una delle sue
amiche l’ha trascinata in un’attività umana verso cui è totalmente impreparata:
lo shopping.
-Ne
abbiamo già discusso, Val.- replica Carol Danvers -Sarai anche bravissima
quando si tratta di combattere draghi o montare cavalli alati ma il tuo gusto
per i vestiti è orrendo.
-Cos’ha
che non va il mio abito? È pratico e mi copre quanto basta.
Carol
alza le braccia al cielo.
-Comincio
a pensare che tu sia irrecuperabile. Su vieni.
La
trascina dentro uno dei negozi senza ascoltare le sue proteste.
Non
sa quanto tempo sia passato. Al quarto negozio ha perso la nozione del tempo ed
ha cominciato a pensare che uno scontro con le orde di Hel sarebbe il
benvenuto. Finalmente Carol ha espresso il suo gradimento per un abito che è
stato subito modificato per adattarsi al fisico di Brunhilde ed ora eccola in
quello che un tempo si sarebbe definito un abito da pomeriggio camminare con
una certa difficoltà.
-Cosa
c’è, Val?- le chiede Carol Danvers.
-Questi…
tacchi…- risponde la Valchiria -… come fate voi donne di Midgard[13] a camminare con essi davvero non lo capisco.
Carol
scoppia a ridere.
-Non
sei la sola, mi sa. Ti abituerai vedrai. Ora andiamo: dobbiamo raggiungere Dane
a cena e sono molto curiosa di vedere che faccia farà quando ti vedrà.
Moord, sistema stellare Lomora
L’astronave
che esce dall’iperspazio in orbita attorno alla capitale Badoon è enorme,
grande quanto le più imponenti corazzate delle maggiori potenze galattiche.
Questo la rende naturalmente un ottimo bersaglio: i satelliti di difesa fanno
immediatamente fuoco. Potenziati dalla tecnologia del 40° secolo, unitamente
alle navi schierate in orbita rendono questo pianeta uno dei più inattaccabili
dell’intera Galassia: Kang attende trepidante di vederli in azione.
Resistono
meno di cinque minuti. L’astronave non rallenta nemmeno, limitandosi a
distruggere l’intera rete satellitare con un singolo impulso di energia. Anche
le navi Badoon scompaiono dai sensori, una dopo l’altra, piccole luci che si
estinguono sulla mappa tridimensionale.
Nessuno
piange per la morte dei soldati Badoon, non solo perché non hanno dotti
lacrimali ma perché non ce n’è il tempo: l’intero Palazzo Reale trema, scosso
da un potente terremoto.
-Che
cosa è successo?- chiede preoccupata Ravonna, mentre Kang reagisce con rabbia.
-Voglio
un rapporto sull’aggressore! ADESSO!!!
-La
nave ha scagliato qualcosa contro il settore occidentale della capitale... un
qualche tipo di proiettile supermassiccio.- lo informa uno dei servitori. La
mente di Kang è già al lavoro per formulare una controffensiva, quando un
messaggio radio rimbomba su tutto il pianeta:
<<Popolo dei Badoon. Questa è la nave stellare
Vanth, ammiraglia dell’Ordine Oscuro. Cessate ogni ostilità e sopravvivrete;
siamo qui solamente per l’usurpatore del vostro trono.>>
-Kang?
Conosci questo Ordine Oscuro?- chiede confusa Ravonna.
-Non
è possibile. Dovrebbe esserci più tempo.-
mormora Kang, attivando un dispositivo sulla sua cintura. C’è un lampo
di luce ed il Conquistatore svanisce.
Palazzo dei Vendicatori.
C’è
quasi una sensazione di dejà vu quando Janet riapre gli occhi. Un senso di
disorientamento mentre la sua mente mette a fuoco i ricordi più recenti. Guarda
l’espressione preoccupata sui volti di Tony e di Ercole e mentre si alza dalla
brandina dice:
-Se
voi due siete qui, questo dovrebbe dire che non sono passati altri dieci anni
dall’ultima volta, giusto?
C’è
un’evidente espressione di sollievo sul volto di entrambi mentre Tony le
chiede:
-Come
ti senti, Jan?
-Bene,
credo, Tony.- risponde lei mettendosi a sedere -La tua macchina non mi ha
fritto il cervello, se è questo che temevi. Mi sento solo un po’… disorientata.
Non è facile gestire così tanti ricordi in un colpo solo.
Si
alza in piedi e si accorge che le gambe le tremano. Ercole accorre prontamente
a sorreggerla. Jan gli sorride e gli dice:
-Grazie
Erc, è bello vedere che una ragazza in difficoltà può sempre contare sul tuo
sostegno, ma adesso va tutto bene.
-Ne
sei sicura?- chiede il dio della Forza.
-Sicurissima,
bel maschione.
-Quindi
ora ricordi tutto?- le chiede Tony.
-Anche
troppo.- ammette lei in tono cupo -Col senno di poi, certe cose avrei preferito
non ricordarle mai, ma immagino che bisogna prendere il male col bene.
Moord, sistema stellare Lomora
Non
è rimasto molto del settore occidentale della città. Qualunque cosa l’abbia
colpita ha avuto esattamente lo stesso effetto di un meteorite, con la
differenza che si sta ancora muovendo.
Kang
riappare di fronte ad un plotone di Badoon che sta facendo fuoco verso una
figura massiccia che avanza lentamente dalla colonna di fumo che si innalza dai
resti fumanti delle abitazioni distrutte, ed alza il braccio per segnalare loro
di cessare il fuoco.
Il
primo istinto dei Badoon è di continuare comunque la battaglia, e non tutti
obbediscono immediatamente. Ma quando il nemico è uscito dal denso fumo nero ed
iniziano a riconoscerlo, anche i più temerari abbassano le armi.
Il
“proiettile supermassiccio” è un umanoide di grande stazza che cammina verso
Kang in tutta tranquillità con le mani dietro la schiena. Si ferma di fronte a
lui per guardarlo dall’alto al basso, e la sua voce grave fa gelare le ossa a
chiunque la ascolti.
-Kang
il Conquistatore. Hai qualcosa di cui ho bisogno.- tuona Thanos il Titano.
CONTINUA !!!
[1]Office of Strategic Services, precursore della
C.I.A. creato per ordine del Presidente Franklin Delano Roosevelt nel 1941 e
disciolto nel 1945.
[2] Dietro le quinte tra il precedente episodio e
questo.
[3]Su Vendicatori #82.
[4] Nell’ormai Classico Avengers Vol. 1° #99 (Prima
edizione italiana su Thor, Corno, #112).
[5] Vedi Silver Surfer MIT #6.
[6] Su S.W.O.R.D. MIT #5.
[7] Su Avengers Vol. 1° #13
(Prima edizione italiana su Thor Corno, #19/20).
[8] Su Avengers Vol. 1° #16
(Prima edizione italiana su Thor Corno, #24).
[9] Su Tales To Astonish
#142/143 (In Italia su Devil, Corno, #69/70)-
[10] Su Avengers Vol. 1°
#26/28 (Prima edizione italiana su Thor Corno, #36/37).
[11] Su Avengers Vol. 1°
#59/60 (Prima edizione italiana su Thor Corno, #72/73).
[12] Su Avengers Vol. 1° #212
(Prima edizione italiana su Capitan America, Star Comics, #3).
[13] La Terra nel linguaggio degli dei norreni.