Ego, il Pianeta Vivente
Che
qualsiasi atterraggio da cui si esce vivi sia un buon atterraggio è una battuta
diffusa in tutta la Galassia, anche se nessuno l’ha mai fatta dopo essere
precipitato sul Pianeta Vivente. Per la semplicissima ragione che sono troppo
poche le persone ad aver lasciato vive la superficie di Ego.
Ercole
scardina il portellone del Quinjet, permettendo agli altri cinque Vendicatori
di uscire dal veicolo in fiamme: Occhio di Falco, Capitan America, Scarlet,
Wasp ed il Cavaliere Nero mettono piede sulla disgustosa superficie organica. È
Occhio di Falco, a capo di questa squadra, a parlare:
-State
all’erta, gente, da quello che ho sentito, questo è il peggior posto dove
trovarsi.
-Non
esattamente le parole di incoraggiamento in cui speravo – commenta Capitan
America.
-Sono
un incurabile ottimista.
-Avremo
bisogno di molto di più.- dice Scarlet, indicando la collina di fronte al luogo
dell’atterraggio: una massa gelatinosa che si scinde in centinaia di umanoidi,
che iniziano una forsennata corsa verso la loro posizione.
-Sono
troppi per combatterli! Cosa facciamo?- chiede Wasp.
Occhio
di Falco impugna il fidato arco ed estrae dalla faretra tutte le frecce che
può.
-Cos’altro?
Combattiamo lo stesso. Vendicatori Uniti!!!
#96
Un mondo non basta
di Carlo Monni, & Fabio
Furlanetto
Moord, sistema stellare Lomora
La
capitale è nel caos. Il cielo è illuminato da esplosioni, interi quartieri sono
in preda alle fiamme, e si combatte per le strade con ogni mezzo necessario.
Quicksilver
non ha molta simpatia per i Badoon, ma ne ha ancora meno per chi si accanisce
sui più deboli: si muove per la città a velocità supersonica, disarmando i ribelli
così rapidamente da non dar loro modo di capire che cosa sia successo. Non ha
il tempo di concentrarsi su un gruppo in particolare, ma quando vede un Badoon
puntare la propria arma contro dei bambini della propria razza non riesce più a
controllarsi. Prima che l’alieno possa premere il grilletto, si ritrova con più
ossa rotte di quante sappia di avere.
-Vi
ha fatto del male?- chiede ai bambini, voltandosi verso la loro posizione: si
ritrova una pistola puntata contro da uno di loro. Se fosse umano non avrebbe
nemmeno dieci anni.
-Vattene
dal nostro pianeta, alieno schifoso- urla il Badoon, facendo fuoco.
Naturalmente
Quicksilver potrebbe evitare il colpo con estrema facilità: se non smonta la
pistola in un battito di ciglia, è solo perché qualcuno si è avvicinato
rapidamente e lo ha sollevato da terra.
Non
ci sono dubbi sull’identità del nuovo arrivato: anche se le sue braccia non
sono in fiamme, il calore emanato dal resto del suo corpo è ancora
inconfondibile.
-Lasciami
andare, Storm! Questi non sono affari tuoi!
-Invece
lo sono diventati eccome.- risponde la Torcia Umana, lasciando andare
Quicksilver; si è alzato in volo quanto basta perché questa sia una caduta
fatale, ma il velocista agita le braccia con una velocità tale da rallentare la
propria caduta con un micro-tornado fino a quando non atterra sul tetto di
quello che potrebbe essere considerato un grattacielo. La Torcia Umana atterra
di fronte a lui e non perde un secondo a redarguirlo:
-Iron
Man ti ha ordinato di perlustrare la capitale, non di combattere una guerra da
solo!
-E
tu ubbidisci sempre agli ordini senza fiatare, non è così Storm?
-Non
ti sto a genio, questo l’ho capito, ma abbiamo un lavoro da fare: agire di tua
iniziativa senza pensare non aiuterà nessuno.
A
giudicare dallo sguardo di sfida di Quicksilver, non è da escludere che anche
in una situazione come questa due super-eroi trovino il tempo per un’inutile
battaglia, ma per fortuna entrambi ricevono una comunicazione via radio.
“Miss Marvel a Vendicatori. Ho un
aggiornamento importante, raggiungetemi al Palazzo Imperiale”
-Come
se sapessimo dov’è.- si lamenta Quicksilver.
-Troviamo
il palazzo più grande ad essere sotto attacco, no?
-Hm.
Vuoi dire che io troverò il palazzo e
tu proverai a starmi dietro.-
risponde il velocista, svanendo alla velocità del suono. La Torcia Umana
sospira.
-Che
sviluppo rivoltante. FIAMMA!
Come
previsto dalla Torcia Umana, il Palazzo Reale è sotto un assedio
impressionante. E probabilmente le forze ribelli sarebbero anche riuscite a
penetrare, se non avessero dovuto vedersela con la lama della Valchiria ed i
poteri magnetici di Polaris.
-Iron
Man, ci siamo tutti, Quicksilver e la Torcia sono arrivati.- comunica
quest’ultima.
-Se
devi lanciare il tuo incantesimo, questo è il momento! – aggiunge la Valchiria,
colpendo con un calcio un Badoon subito dopo averne tagliato a metà il bazooka
al plasma.
<<Preferirei che non lo chiamassi così. Questa
è scienza>> risponde Iron Man,
ritraendo il cavo d’interfaccia dal dispositivo Badoon che si trova davanti,
per poi premere un pulsante.
Il
macchinario emette un suono profondo e alieno. L’intero Palazzo Reale vibra, ed
in pochi secondi è completamente circondato da un campo di forza
semitrasparente.
I
colpi delle forze ribelli si abbattono su di esso, smorzati completamente prima
di fare alcun danno.
<<Anche se è così avanzata da darmi qualche
dubbio>>
-Davvero
niente male, Testa di Ferro. Cos’è quest’affare?- chiede la Torcia Umana, dando
un paio di colpi al macchinario.
<<Stai attento! È ... a dire il vero, non lo so
che cos’è. Ma visto che è stato il primo bersaglio dei Badoon, ho immaginato
fosse qualcosa di importante e l’ho riparato...credo. Può essere alieno, ma non
è magia: si basa sulle stessi leggi della scienza che valgono anche sulla
Terra>>
-Hai
improvvisato e ti è andata bene, insomma. Non è che stai cercando di spacciarti
per un emulo di Stark o Richards solo per impressionare Johnny, vero?- lo
punzecchia Polaris.
-Gran
bel risultato: siamo intrappolati in questo palazzo.- nota Quicksilver.
<<Sapevo di poter contare su di te per il
morale del gruppo, Pietro>>
-Se
dobbiamo abbandonare la battaglia, che sia per un motivo nobile: Miss Marvel ha
delle informazioni per noi.- cambia argomento la Valchiria, dirigendosi verso
l’ingresso del Palazzo.
Gli
altri Vendicatori la seguono, ormai incuranti dell’assalto tenuto a bada dal
campo di forza.
<<Sì, stavo appunto per suggerire la stessa
cosa>> puntualizza Iron Man, ormai
troppo tardi perché tutti si sono allontanati senza aspettare il suo ordine.
“Sì,
mi sa che questa sarà una di quelle giornate” si rassegna Tony Stark.
Anche
nel mezzo di un assalto in piena regola, i Badoon restano sospettosi degli
alieni. I Vendicatori vengono scortati alla Sala della Guerra costantemente
sotto tiro: è solo per essersi resi relativamente utili che possono farlo
ancora coscienti.
Miss
Marvel li sta aspettando alla Sala della Guerra, in compagnia del Legato Drokk.
Attorno a loro, un’infinità di schermi mostrano lo stato attuale del pianeta...
e non è dei migliori.
I
Vendicatori ne hanno avuto un assaggio nelle ore precedenti: Quicksilver ha
perlustrato la capitale, la Torcia Umana ha spento il maggior numero d’incendi
possibile (compito reso non facile dalla percentuale di ossigeno molto
superiore a quella terrestre) e gli altri hanno messo fuori gioco un buon
numero di ribelli... ma evidentemente non abbastanza da avere un effetto
concreto.
-Questi
sarebbero gli alleati dello S.W.O.R.D., Miss Marvel? Un primitivo, due femmine
e due mostri? Non mi meraviglio che la Terra sia sempre in pericolo se questo è
il meglio che ha da offrire al resto della galassia.- commenta Drokk.
-Non
mi sembra che i Badoon abbiano molto di meglio.- risponde la Torcia Umana.
<<non è il momento, Johnny. Miss Marvel, hai
detto di avere notizie importanti?>>
-Sì,
ma nessuna buona. Prima che i ribelli facessero saltare la rete di
comunicazione iperspaziale, le autorità Badoon hanno ricevuto un SOS dall’altra
squadra di Vendicatori: stanno combattendo Ego.
-“Ego”?-
ripete Polaris, incerta sul nome.
-Un
pianeta malvagio vivente. Con la barba- risponde la Torcia Umana.
-Ti
chiederei se stai scherzando, ma forse è meglio non saperlo.
<<Ego? Stavano inseguendo la nave che ha rapito
Jocasta. Se li ha condotti a loro significa...>>
-Sì,
il messaggio indicava che i ribelli sono in possesso di un robot primitivo.-
risponde Drokk.
<<Molto di più, Legato: se hanno Jocasta, hanno
la bomba al betatrone. Un’arma capace di distruggere tutta la vita su un
pianeta.>>
-Stai
dicendo che Ego e questi ribelli lavorano assieme?- chiede la Valchiria.
-Improbabile.
Credo che Ego dovesse essere un bersaglio di prova.- ipotizza Miss Marvel.
-Ho
affrontato Ego.- puntualizza la Torcia Umana[1]
-Credetemi: quello non fa accordi con nessuno.
-Questi
ribelli non hanno le risorse per una guerra: è solo una questione di tempo
prima che il nostro esercito li stermini. Ma se questa vostra bomba
funzionasse... - riflette Drokk.
<<Potrebbero decapitare l’intero esercito
Badoon in un colpo solo. La bomba al betatrone è stata usata su larga scala
solo una volta: prima di scagliare un attacco mirato, sarebbe utile testarla su
qualcosa.>>
-Iron
Man, conosci la bomba al betatrone meglio di chiunque altro. Cosa accadrebbe se
il suo potere fosse scatenato in un attacco indiscriminato?- chiede Miss
Marvel.
<<Anche limitando al massimo la sua capacità
distruttiva... tutta la vita su questo pianeta sarebbe spazzata via con estrema
facilità>>
Ego, il Pianeta Vivente
I
Vendicatori si sono già trovati in passato in scontri impari, ma questo è senza
paragoni. I soldati di Ego sono solamente i suoi anticorpi e non sono
particolarmente resistenti; inoltre, non essendo più vivi di una manciata di
cellule umane prese singolarmente, non ci sono remore ad usare la forza letale.
Eppure il loro numero sembra non avere fine.
Ercole
ha qualche successo inizialmente, colpendo il terreno con una forza sufficiente
a creare enormi crepacci in cui seppellire gli anticorpi; ma dato che il suolo
stesso è composto della stessa sostanza, agli anticorpi risulta facile risalire
in superficie. Le frecce esplosive di Occhio di Falco e la Lama d’Ebano del
Cavaliere Nero li aiutano a ridurre a pezzi i propri avversari, ma anche questo
è inutile data la facilità con cui si riformano. E c’è un limite alla quantità di anticorpi
che Capitan America può tramortire con un lancio dello scudo e a quello che
Scarlet può mettere fuori combattimento causando frane e smottamenti con il suo
potere mutante.
In
mezzo a tutto questo, Janet Van Dyne è terrorizzata. I suoi bio-pungiglioni
hanno un effetto molto limitato sugli anticorpi, e si sente più piccola ed
indifesa che mai contro un intero mondo.
A
cosa serve una vespa contro Ego? Anche gli altri Vendicatori sono insetti per
lui.
Wasp
abbandona la battaglia, salendo in volo sopra uno scontro così esteso da non
essere notata dai propri compagni di squadra... in effetti, senza essere notata
da nessuno: Ego non reagisce.
-Ego!
Voglio parlare con te!
Nessuna
risposta. Solo il vento che soffia; il fatto che su questo mondo anche il vento
sia Ego fa raggelare le ossa di Janet.
-Andiamo,
pallone gonfiato! Ti vergogni di farti vedere, forse? Dovresti, con quella
barba orribile!
Qualcosa
si avvicina. È uno sciame di insetti, provenienti da tutte le direzioni, così
vasto da oscurare il Sole. La loro silhouette cambia forma per rappresentare
una faccia.
-Io sono Ego, il Pianeta Vivente, la più grande mente dell’intero
universo.
-Uhm...
salve? Io sono Janet – saluta Wasp, salutando timidamente con la mano.
-Un altro microbo della Terra. Un’infezione di cui non riesco a
liberarmi.
-Guarda
che noi non volevamo neanche atterrare, sei stato tu a portarci qui! E se non
ci rimanderai subito a casa, saranno grossi guai per te – risponde Wasp,
puntando il dito contro il pianeta.
Per
fortuna questa non è la Terra, altrimenti le scosse telluriche sollevate dalla
genuina risata di Ego avrebbero appena raso al suolo un continente.
-Dico
sul serio! Tu vuoi solo startene tranquillo a... uhm... fare qualunque cosa
faccia un Pianeta Vivente nel tempo libero, giusto?
-Sono stato attaccato dai Badoon. Non è la prima volta.
-Ma
noi non lavoriamo con i Badoon! Sul serio, puoi credermi. Senti, che ne diresti
di farci lasciare la tua superficie? In cambio, scopriremo perché i Badoon ti
hanno attaccato ed impediremo che succeda di nuovo. Che ne dici?
-Potrei distruggere il loro mondo. Gli insegnerebbe una lezione.
-E
secondo te ti lascerebbero stare? Dai, su, lo sai benissimo che non sarebbe che
l’inizio... dovresti distruggere tutti quanti i mondi Badoon per stare sul
sicuro.
-Potrei farlo. Io sono Ego. Io sono invincibile. Loro non sono
niente.
-Appunto!
Se non sono niente, perché prendersi il disturbo? Lascia fare a noi; dopotutto
salvare i pianeti è un po’ la nostra specialità.
Wasp
non sa se Ego possa leggerle il pensiero per sapere che non sta mentendo, ma
spera vivamente che non si accorga di quanto sia sull’orlo di una crisi di
panico.
-D’accordo.
-Fantastico!!!
Ti abbraccerei se solo tu avessi, insomma, se tu non fossi, ehm... è la barba,
sai.
Moord, sistema stellare Lomora
Lo
scontro procede da diverse ore, al punto da non poter essere più definito tale.
Le forze dell’Impero hanno ridotto le fila dei ribelli così tanto da non
lasciare più alcun dubbio su come finirà. L’orbita del pianeta è però così
piena di rottami, da lasciar passare indisturbata una piccola nave che sguscia
rapidamente tra le macerie di una ribellione.
Jocasta
siede ai comandi della nave. Il Badoon al suo fianco non ne è certo felice: non
solo è aliena, non solo è primitiva, ma è anche femmina. E per la società
Badoon è una colpa intollerabile.
-Saremmo
dovuti restare su Ego.- protesta il
Badoon.
-Sarebbe
stata una perdita di tempo. Il suo potere è sconfinato: il betatrone che scorre
nei miei circuiti avrebbe forse ridotto in cenere metà della sua superficie, ma
lui mi avrebbe
comunque distrutta
facilmente.
-Bah.
Sapevo che non avrei dovuto credere all’esistenza del coraggio di una femmina.
-Ed
io sapevo che assecondando l’istinto aggressivo dei Badoon mi avreste dato la
possibilità di sterminare la vostra intera civiltà.
-Di
che cosa stai… - inizia a rispondere il Badoon, che non termina la frase:
Jocasta ha ruotato di 180° la testa ed ha rilasciato due raggi laser dagli
occhi, liquefacendo il cervello dell’interlocutore.
-Uccidere
Ego non è mai stato parte del mio piano.- dice a voce alta Jocasta, anche se
non c’è più nessuno con lei. O almeno così pensa: mentre l’astronave entra
nell’atmosfera, il robot non nota che qualcuno la sta osservando dall’ombra.
“Tutto
secondo i piani” pensa l’uomo nell’ombra, pregustando il proprio trionfo.
Ego, il Pianeta Vivente
La
rabbia del pianeta si è calmata: i Vendicatori sono ancora accerchiati da
milioni di anticorpi umanoidi, ma che ora restano completamente immobili e
parte integrante del paesaggio. Su Ego, non c’è differenza tra un soldato e una
pianta.
-E così
Ego acconsente a lasciarci andare?- commenta Scarlet –E come sei riuscita a
convincerlo?
Wasp fa
un sorriso ammiccante e risponde:
-Uhm…
beh… diciamo che ho fatto ricorso alle mie arti femminili.
-Con
Ego?- esclama Occhio di Falco sorpreso.
Ercole
scoppia a ridere.
-La mia
bella Janet è capace di sedurre un intero pianeta. Nemmeno mia sorella Afrodite
è stata capace di tanto… non in così poco tempo almeno.
Il
Cavaliere Nero interviene con aria preoccupata.
-Io non
mi preoccuperei tanto del fatto che Ego abbia cessato le ostilità quanto di
come andarcene da qui visto che la nostra astronave è distrutta.
Prima che
qualcuno abbia il tempo di replicare, Capitan America punta il dito verso il
cielo ed esclama:
-Astronave
in arrivo! Magari possiamo farci dare un passaggio.
-Vorrei
che fosse così semplice.- ribatte il Cavaliere Nero –Ma lavorando con lo
S.W.O.R.D. mi sono fatto una cultura sulla geografia politica interstellare e
quella nave ha le insegne Badoon, anche da qui ne sono certo.
-E
allora?- chiede Wasp.
-Il loro
motto è: “Prima spara e poi fai le domande.”.
A
sottolineare le parole del Cavaliere Nero, dall’Astronave Badoon partono una
serie di scariche dirette contro la superficie.
-Tradimento!- esclama il
Pianeta Vivente con voce irata -Sapevo che non avrei dovuto
fidarmi di un’umana.
-Oh, no!-
esclama a sua volta Wasp -Tutto il mio lavoro rovinato da idioti guerrafondai.
Si
rimpicciolisce e si solleva in volo.
-Ego,
ascoltami ti prego, non ti ho ingannato.
-Basta! Non intendo ascoltare oltre! Prima schiaccerò quegli
stolti, poi annienterò anche te ed i tuoi amici.
-Ma noi…-
Due raggi
gemelli partono dagli “occhi” di Ego ed avvolgono l’astronave ma invece di
distruggerla la attirano sulla superficie del pianeta.
-Ma
cosa…?- esclama una perplessa Scarlet.
La voce
di Ego risuona nell’aria.
-Io sono Ego e nella mia magnanimità ho deciso che i Terrestri
useranno quest’astronave per lasciare la mia superficie. Vi concedo un decimo
del mio tempo di rotazione per eseguire ed andarvene e dopo vi distruggerò
tutti.
-Non
capisco cosa stia succedendo.- commenta Wanda.
-A caval
donato non si guarda in bocca.- replica Occhio di Falco -Sbrighiamoci a
filarcela prima che Ego cambi ancora idea.
Corrono
tutti verso l’astronave Badoon sulla cui fiancata si è appena aperto un
portello sul cui vano compare uno degli occupanti.
-Svelti
Terrestri. Noi siamo stati mandati in vostro soccorso.
-Bel
soccorso.- ribatte Clint mentre mette piede sull’astronave -Stavate per farci
ammazzare tutti.
-Siete vivi,
no?- ribatte il Badoon mentre l’astronave decolla e si allontana rapidamente
-Il Pianeta Vivente doveva capire che la Fratellanza Badoon è una forza da
temere.
-A me
pare che li temesse meno di quanto io tema una formica.- sussurra Janet.
-È vero.-
replica Scarlet -E allora perché non ci ha distrutti tutti e ci ha lasciato
andare? A meno che…
-A cosa
pensi, Wanda?- gli chiede Dane Whitman.
-Il mio
addestramento di maga mi ha reso sensibile alle linee di forza di un pianeta e
mi è parso che su Ego se ne intrecciassero due.
-Ego era
incinto?- esclama Janet sorpresa.
Wanda
scoppia a ridere e risponde.
-Non
credo proprio. Piuttosto era come se ci fosse una seconda coscienza con lui che
ha avuto un effetto calmante. Mi chiedo se sapremo mai cosa fosse.[2]
Un Badoon
li osserva. Non è facile dirlo coi suoi lineamenti rettiliani ma potrebbe avere
un’espressione di disgusto.
-Femmine…
avete delle femmine con voi.
-Problemi
amico?- chiede Occhio di Falco.
-Noi
viviamo separati dalle nostre femmine. Le incontriamo solo durante la stagione
dell’accoppiamento.- nella voce del Badoon il disgusto è decisamente evidente.
-Separati?-
esclama Wasp –Quanto separati?
-Pianeti
diversi. La Sorellanza ha un pianeta tutto suo.
-E come
fate per il sesso? Niente sino a quel singolo giorno come i Vulcaniani?
-Non
conosco questi Vulcaniani, ma se li avessimo incontrati, li avremmo
indubbiamente conquistati… femmina umana.
Mentre si
allontana, Wasp sbotta:
-Conquistatori
spietati e arroganti e pure sessisti all’estremo grado… e noi dovremmo stare
dalla loro parte?
-Non
piace nemmeno a me.- commenta Capitan America -Ma dobbiamo trovare Jocasta
prima che sia troppo tardi ed abbiamo bisogno del loro aiuto.
-Beh,
pare che siamo arrivati a destinazione.- le interrompe Occhio di Falco -… ma qualcosa
mi dice che la situazione non sia esattamente rosea.
Sotto di
loro i segni evidenti della distruzione
Moord, sistema stellare Lomora
Gli
ultimi echi dello scontro si vanno spegnendo quando Jocasta atterra in uno
spazioporto deserto e devastato.
-Quegli
stupidi rettili hanno cominciato ad ammazzarsi tra di loro, vedo.-
commenta -Adesso sta a me completare
l’opera e sterminarli tutti.
<<Ma noi non te lo permetteremo.>>
Al suono
della voce di Iron Man Jocasta si volta. Assieme al Vendicatore in armatura ci sono la Valchiria,
Polaris, Quicksilver, la Torcia Umana e Miss Marvel pronti a combattere.
-I Vendicatori, la mia nemesi!- esclama -Credete
davvero di potermi fermare voi soli?
-E chi ha detto che sono da soli?
Istintivamente Jocasta si gira in direzione della
nuova voce e vede Occhio di Falco con al fianco Wasp, Ercole, Capitan America,
Scarlet ed il Cavaliere Nero.
-Ci siete anche voi? Speravo che Ego vi avesse
ucciso ma provvederò io a rimediare al suo fallimento.
-Ascolta, Jocasta…- interviene Cap -… se ti arrendi
pacificamente noi possiamo aiutarti.
-Jocasta? Non ho mai detto di essere Jocasta.- risponde il
robot, i cui occhi ora risplendono di furore atomico. Le sue mani rilasciano
potentissime scariche di energia, che incenerirebbero i Vendicatori se non
fosse per la prontezza di riflessi di Quicksilver.
La torre di controllo alle spalle dei terrestri non
ha questo vantaggio. L’attacco è stato abbastanza possente e preciso da
distruggerne completamente la struttura portante, e l’edificio crolla
direttamente in testa ai Vendicatori.
-Tanti saluti alla soluzione diplomatica.- commenta
Polaris, ringraziando il cielo che i Badoon utilizzino ancora abbastanza
metallo nelle loro costruzioni da permetterle di bloccare magneticamente
l’edificio e deviare la direzione del crollo per sopravvivere alla sua
distruzione.
Ovviamente tutti i presenti hanno passato sventure
peggiori di essere sepolti sotto una torre di controllo aliena, quindi sono le
ultime parole di Jocasta a preoccuparli di più.
<<ULTRON>> realizza Iron Man; l’armatura altera la sua
voce, ma non abbastanza da nascondere il profondissimo odio che traspira da
quella sola parola.
-Scambiare la piattaforma per il software, un errore
prevedibile per degli organici. Ma sarà l’ultima volta che lo commetterete,
perché non sopravvivrete a questo scontro.
-Così come abbiamo perso tutti i precedenti? No,
aspetta, quello sei tu.- risponde Occhio di Falco.
-Basta parlare. Vendicatori Uniti!!!– taglia corto
la Valchiria, caricando a testa bassa con tutta l’intenzione di staccare la
testa al nemico e di fare domande soltanto dopo.
Il robot non sembra particolarmente impressionato.
Afferra al volo la spada della Valchiria; la lama di Dragonfang dovrebbe
reciderle di netto la mano, ma la strana energia che avvolge il metallo di
Jocasta sembra impenetrabile.
-Non ti conosco. Ma è irrilevante: come tutti gli
organici, morirai.
Gli occhi del robot rilasciano due raggi mortali ad
alta intensità, ma non colpiscono la Valchiria: uno scudo bianco, rosso e blu
gli impedisce di raggiungere il bersaglio. Lo scudo prosegue nella sua
traiettoria, ritornando alla mittente dopo alcuni rimbalzi che secondo ogni
logica dovrebbero essere impossibili. Jocasta è già pronta a rilasciare una
nuova scarica, ma Ercole l’ha bloccata alle spalle e costretta ad alzare lo
sguardo al cielo: i raggi della morte si perdono nel cielo alieno.
-Lascia il corpo della nostra compagna, demonio
meccanico! Il tuo potere è niente in confronto alla forza del Principe del
Potere!
-Potere? Vi mostrerò io cos’è il potere.- risponde
Jocasta; con enorme sorpresa di Ercole, non solo riesce a liberarsi dalla sua
presa titanica, ma resiste anche al gancio destro della Valchiria nonostante il
tuono sollevato dall’impatto rimbombi su tutto il pianeta.
-Il potere di distruggere il mondo intero scorre nei
miei circuiti!!!
I Vendicatori sapevano di doversi aspettare il
peggio, ma mai avrebbero immaginato di vedere Jocasta resistere ad un
combattimento corpo a corpo con Ercole e la Valchiria... ma di metterli visibilmente
alle corde.
-Uhm, Iron Man? Non che voglia insegnare il mestiere
ai Vendicatori, ma perché restiamo qui a guardare invece di intervenire?-
chiede la Torcia Umana.
<<Ha dentro di sé la bomba al betatrone. Quando Ultron
ha avuto accesso a quella fonte di potere non sono bastate quattro squadre di
supereroi a fermarlo... anche se non è composta di adamantio, la forza bruta è
inutile. Non è il momento di agire senza pensare>>
Jocasta si libera di Ercole e della Valchiria senza
perdere altro tempo, scagliando entrambi a diversi chilometri di distanza.
Impiegheranno abbastanza tempo per ritornare all’attacco da darle modo di
programmare la prossima mossa, e a giudicare da quanto aumenta sempre di più la
luminosità dei suoi occhi ci sono pochi dubbi su quale sia la sua strategia.
-Pensa in fretta allora.- dice Occhio di Falco,
scagliando una dozzina di frecce.
<<Non può far detonare la bomba finché usa il campo di
forza. Colpitela con tutto ciò che avete!>> incita Iron Man <<Non c’è bisogno di trattenere i colpi.
Neutralizzatela se potete, altrimenti distruggetela!>>
-Provateci,
vi sfido a fare del vostro peggio.
E i
Vendicatori lo fanno. Colpiscono il robot con tutto ciò che hanno: frecce,
scudo, repulsori, pugni, pungiglioni, perfino la capacità di Scarlet di
sovvertire le leggi della probabilità non riesce a fermarlo.
Il
Cavaliere Nero se lo trova davanti ed istintivamente lo colpisce con la spada.
Con sua sorpresa gli stacca un pezzo del rivestimento e Jocasta urla come se fosse stata ferita, poi si ricompone.
-La tua
arma è in grado di danneggiarmi, va eliminata.- afferma.
-Buona
fortuna, è indistruttibile.- ribatte Dane continuando a colpire.
-E allora
eliminerò chi l’impugna.
Ancora
una volta dai suoi occhi partono dei raggi ma il Cavaliere Nero li blocca
ancora con la lama. Il rinculo li sbatte entrambi lontani.
-Ci sono
- interviene la Torcia Umana -Finora mi sono trattenuto ma se non c’è altra
via…-
Avanza
verso Jocasta cominciando a risplendere.
<<Johnny, aspetta!>> lo chiama Iron Man, ma è troppo tardi.
-State indietro e copritevi gli occhi.- dice la Torcia ai suoi
alleati levandosi in volo.
Miss
Marvel vola verso il Cavaliere Nero e lo porta lontano mentre Johnny Storm
diventa sempre più brillante e raggiunge il calore di una nova per poi
scaricare la sua energia in un unico, bruciante colpo.
Poi la
luce si spegne e l’eroe in forma umana precipita verso il suolo ma prima che
possa schiantarsi, un campo magnetico ne rallenta la caduta e quello che agli
occhi dei presenti sembra un lampo blu lo prende al volo da terra e lo porta
dai suoi compagni.
Johnny
riapre gli occhi e vedendo chi gli sta intorno.
-Se sono
morto, questo è l’Inferno: c’è anche Quicksilver.
-Molto
spiritoso, Storm.- ribatte io velocista -Hai fatto una mossa quasi suicida ma
ha funzionato. Bel lavoro.
-Devo
davvero essere morto, mi hai appena fatto un complimento.
L’intera
area è stata letteralmente vetrificata e ci vuole un po’ perché i Vendicatori
possano avvicinarsi all’epicentro del colpo.
In un
piccolo cratere giace Jocasta intatta ma apparentemente inconscia; il suo corpo è rosso ed incandescente, e dalla sua
bocca aperta fuoriesce del fumo.
<<Ha resistito al colpo ma è stata disattivata.>> afferma Iron Man, voltandosi poi verso la Torcia Umana
<<Come
diavolo facevi a sapere che avrebbe funzionato?>>
-Quando
hai detto che non era fatta di adamantio, mi è venuto in mente che avrei potuto
fondere qualcosa se fossi andato in nova.
<<Intendevo, come facevi a conoscere
la temperatura precisa da raggiungere per fondere i suoi circuiti di controllo
senza innescare la detonazione del betatrone? Qualche grado di differenza e ci
avresti ucciso tutti>>
-Ah.
Non ci avevo pensato.- ammette Johnny Storm con un’alzata di spalle.
<<Di tutte le bravate da testa calda
che potevano venirti in testa...>>
Occhio
di Falco raggiunge il membro dei Fantastici Quattro, dandogli una pacca sulle
spalle.
-Non
prendertela con Testa di Ferro, Torcia, è solo geloso di non aver avuto lui
l’idea.
<<L’importante è aver fermato Joc...Ultron. Ma se dovesse riattivarsi ricomincerebbe
tutto da capo.>>
-Lasciate
fare a noi.- interviene il Legato Drokk, appena sopraggiunto con una pattuglia
di scorta
-E
così anche qui le autorità arrivano solo quando abbiamo già fatto tutto il
lavoro. L’universo è paese, a quanto sembra - si lamenta Quicksilver.
-Hey!
– protesta Polaris.
-Lo
sai anche tu che è vero – alza le spalle il fratellastro.
-Forse
voi due avete in comune più cose di quante vogliate ammettere.- li punzecchia
lei.
-Mi
viene in mente una cosa sola: detestiamo l’altro. Però ottimo lavoro in
battaglia, Storm.
-Uhm...
grazie?- risponde Johnny; ormai ha rinunciato a capire Pietro Maximoff.
-Non
montarti la testa: continuo a pensare che tu sia un esibizionista immaturo.
-Sempre
meglio che essere un nevrotico impaziente con il peggior taglio di capelli
della storia.
Se
i Vendicatori trovano divertente e tutto sommato rassicurante la naturalezza
con cui i due sono passati dal salvarsi la vita a vicenda all’insultarsi, il
Legato Drokk sembra perplesso.
-Non
capisco. Permettete ai vostri sottoposti di ricevere insulti senza rispondere
cavando loro un occhio?
<<Se lo facessimo non resterebbe
nessun eroe in vita sulla Terra. Se questo è il vostro atteggiamento verso il
cameratismo, posso immaginare il destino dei ribelli>>
-Saranno
tutti uccisi, naturalmente. L’Impero Badoon non tollera la disobbedienza.
-Questo
non aiuterà il vostro rapporto con lo S.W.O.R.D. Come il fatto che i ribelli
sapessero tutto di Jocasta e del betatrone. Nasconde spie sul mio pianeta,
Legato?- chiede Miss Marvel.
-Naturalmente.
Ma potrei persuadere i miei superiori a limitare il loro numero.
-Potremmo
farlo noi: considerato che abbiamo appena salvato la vostra intera civiltà,
Legato Drokk, mi sarei aspettata almeno un ringraziamento dal Fratello Reale.-
nota Miss Marvel.
-Sarebbe
una pessima immagine per il nostro sovrano essere visto in compagnia di nemici
dell’Impero Badoon. Ma questo non significa che non possa mostrare la sua
riconoscenza in modo più sottile.- risponde Drokk, facendo segno ai suoi uomini di aprire una delle
porte del salone.
Altre
guardie armate fanno il loro ingresso, accompagnando una Jocasta visibilmente
modificata: il rivestimento dell’addome è stato rimosso, mettendo in mostra i
suoi circuiti interni. Allo stesso modo, il cranio è scoperto lasciando vedere
chiaramente il suo cervello computerizzato.
-Vili
mostri immondi! Che cosa le avete fatto!?- protesta la Valchiria, afferrando
per il collo il più vicino Badoon e sollevandolo da terra. Gli altri
Vendicatori sono pronti alla battaglia: in meno di un secondo, la guerra
potrebbe ricominciare.
-No
no aspettate, non mi hanno fatto niente! Mi hanno curata!- li ferma Jocasta.
-Oh.-
risponde la Valchiria, lasciando cadere rovinosamente a terra il Badoon.
<<In effetti la bomba al betatrone è
stata rimossa>> nota Iron Man,
scrutando con interesse clinico i circuiti esposti.
-Uh,
Iron Man? I miei occhi sono quassù .- replica la robot, imbarazzata.
Drokk
spiega ai presenti:
-Abbiamo
rimosso il virus dal suo programma e neutralizzato la sua fonte energetica.
<<Vorrei vedere i vostri dati in
materia. Non conosco alcun modo di rendere inerte il betatrone, e non mi piace
l’idea che i Badoon abbiano un’arma simile>>
-La
nostra scienza è di molto superiore alla vostra, terrestre. Credi davvero che i
Badoon non abbiano già abbastanza armi capaci di spazzare via la popolazione di
un pianeta?
<<Un pensiero davvero
rassicurante>>
-I
miei uomini vi scorteranno al vostro pianeta. Avete guadagnato il rispetto dei
Badoon... ma questo non significa che saremo alleati.
Sala del Trono
Il
Fratello Reale osserva l’astronave che porta con sé i Vendicatori saltare
nell’iperspazio, mentre beve da un prezioso calice d’oro.
-Mostrare
riconoscenza verso dei mammiferi... semplicemente disgustoso.
Ad
un suo gesto, lo schermo che ha di fronte a sé cambia immagine: mostra una
infinita serie di linee di programma, che ad un profano non direbbero niente ma
che darebbero gli incubi a qualsiasi esperto terrestre di intelligenza
artificiale.
-Come
ti ho già spiegato più volte, ne è valsa la pena per estrarre da Jocasta i
codici di Ultron.- risponde l’unica altra persona nella stanza.
-Se
quello che mi hai raccontato è vero, ora che questo programma è stato scaricato
in ogni singolo computer del mio esercito, non solo non ci saranno più altri
tentativi di ribellione: l’Impero Badoon sta per diventare la più grande
superpotenza della Galassia.
-Oh,
è vero, ma con una piccola differenza. Il nome “Badoon” non mi è mai piaciuto.
L’uomo
punta il dito verso Fratello Reale, rilasciando una scarica di energia che ne
trafigge il cervello, uccidendolo all’istante. L’allarme scatterebbe
immediatamente, se non fosse sotto il completo controllo del regicida... così
come l’intera potenza militare Badoon.
L’uomo
si avvicina al trono, gettando a terra il cadavere di Fratello Reale e
prendendo il suo posto.
-Preferisco
il nome... Impero di Kang.
Sotto
la maschera blu che segue perfettamente i contorni del suo volto, l’umano
sorride.
CONTINUA