Amchitka, Alaska
sud-occidentale
Ufficialmente
quest’isola è disabitata dal 1832, trentacinque anni prima di essere acquistata
dagli Stati Uniti. Per la maggior parte del mondo, poco più di un puntino su
una mappa.
Miss
Marvel atterra di fronte alla pista d’atterraggio di una base militare
abbandonata dalla Seconda Guerra Mondiale, chiedendosi perché sia stata
convocata qui. Ad attenderla ci sono degli ufficiali dell’Air Force; Carol
Danvers si rallegra di essere passata al costume attuale,[1]
se si fosse presentata con il precedente, probabilmente avrebbero sofferto di
più il freddo glaciale solo guardandola. Non che non si senta comunque i loro
sguardi addosso. Non devono passare molte donne in costumi attillati da queste parti.
Si
ferma davanti all’ufficiale più alto in grado del comitato di ricevimento.
-Maggiore
Anderson, lieta di incontrarla di persona.- lo saluta, resistendo all’istinto
di rendergli il saluto militare.
-Anch’io…
Miss, anche se avrei preferito circostanze migliori. Mi segua, prego...- risponde
il militare, facendo rimpiangere a Carol di non poter usare il proprio grado.
I
due raggiungono presto quello che sembra un hangar abbandonato ma che è in
realtà un punto di accesso segreto: un ascensore nascosto li porta sottoterra.
Molto, molto sottoterra.
-Si
chiederà perché l’Air Force ha richiesto l’assistenza dello S.W.O.R.D., Miss,
quindi andrò subito al sodo. Questa base è stata il bersaglio di un gruppo d’assalto,
che è riuscito a penetrare in profondità oltre le nostre difese.
-Che
cosa custodite qui, esattamente? Mi risulta che non ci siano test atomici ad
Amchitka dal 1971.
-È esatto,
Miss. Ma le strutture necessarie per i test atomici sotterranei sono state
migliorate per poter gestire una tecnologia molto più pericolosa di qualunque
arma nucleare.- spiega il Maggiore, porgendole un plico dal timbro TOP SECRET.
Una
foto al suo interno mostra un robot dalle chiare fattezze femminili sdraiato su
quello che sembra un tavolo operatorio.
-Jocasta!?
Tenete sotto custodia un Vendicatore!?- si scandalizza Miss Marvel.
-Una
piattaforma mobile ostile armata con una bomba al betatrone.[2]
-Capisco
perché non ha chiamato i Vendicatori: non saranno contenti di sapere che una di
loro è stata trattata come un’arma da disinnescare. Ma perché chiamare lo S.W.O.R.D.?
-Perché
quel robot è stato rubato da una forza ostile che non proviene da questo
pianeta.
#94
Intrigo interstellare
di Carlo Monni, & Fabio
Furlanetto
Palazzo dei Vendicatori, Midtown Manhattan, New York,
NY
Uno dei pochi piaceri che
Edwin Jarvis, maggiordomo dei Vendicatori, si concede è cucinare. È lui a
preparare personalmente i pasti per i Vendicatori residenti, ed i loro rari ospiti.
Al momento a dormire stabilmente nel palazzo sono solo in tre: la Valchiria ed i
fratelli Quicksilver e Polaris. È per loro che Jarvis ha appena preparato
quello che da buon inglese considera il pasto più importante della giornata, ed
è contento di vedere che gli fanno onore.
Quello che non gli fa piacere
è veder scomparire il contenuto del piatto di Quicksilver letteralmente un
secondo dopo averlo poggiato sul tavolo.
-Padron Pietro...sua sorella
non sarebbe contenta di vederla ignorare le buone maniere.
-Nessuna delle due .- precisa
Polaris.
-Non ho tempo per queste cose
oggi.- replica bruscamente Quicksilver, uscendo dalla stanza più velocemente di
quanto possa essere percepito ad occhio nudo.
Nessuno dei presenti si
dimostra particolarmente colpito dall’atteggiamento del mutante: Polaris lo
conosce troppo bene, Jarvis è troppo professionale e la Valchiria è la
Valchiria.
-Tuo fratello ha forse … come
dite voi di Midgard?[3]… un appuntamento?- chiede
la Valchiria.
-In un certo senso è così.-
risponde Polaris -Potremmo dire che oggi è il suo giorno di visita alla figlia.
-Ha una figlia? Ignoravo
avesse una compagna.
-Lui e Crystal sono separati…
è una storia complicata, come tutta la storia della mia famiglia presumo.
Il suono del campanello
distrae Jarvis che poco dopo torna in sala annunciando:
-Una visita per lei, Miss
Dane.
Chi può essere? Si chiede
Lorna. Non Johnny Storm, Jarvis lo conosce fin troppo bene e ne avrebbe
annunciato il nome. L’uomo nell’atrio indossa un vestito casual scuro ed ha
capelli biondi e corti e profondi occhi azzurri. Nel riconoscerlo la sorpresa
di Lorna è assoluta.
-Alex?
-Ciao Lorna.- la saluta, un
po’ impacciato, Alex Summers.
La mascella di Lorna trema
visibilmente mentre si morde un labbro, poi sferra un sonoro ceffone all’uomo
davanti a lei. Lui si massaggia la guancia e commenta:
-Immagino di essermelo
meritato.
-Come minimo. Sono venuta al
tuo funerale.[4] Mi sono disperata per la
tua morte e ho dovuto scoprire che eri ancora vivo dalla TV! Hai idea di come
mi sono sentita? E non dirmi che non hai avuto nemmeno il tempo di una
telefonata! E pensare che un tempo io e te…
-Quest’uomo ti infastidisce
Lorna Dane?
A parlare è stata Brunhilde,
la Valchiria appena arrivata nell’atrio.
-Io… no… va tutto bene. Lui
è… un vecchio amico.
-Invero hai un modo davvero
strano di accogliere i tuoi amici… o è un’usanza americana che non conosco?
-Cosa? No, è che… lasciamo
perdere, è troppo complicato da spiegare. Vieni, Alex, usciamo un attimo.
Alex Summers annuisce e la
segue in giardino; la Valchiria li segue con lo sguardo, incerta se sia il caso
di immischiarsi in faccende mortali.
-So di non avere scusanti,
Lorna. Potrei dirti che ci eravamo lasciati e non molto bene ma non mi
giustifica. Hai ragione: avrei dovuto avvertirti subito che ero… tornato ma non
ne ho avuto il coraggio.
Lorna sta per ribattere,
quando ecco che dall’alto cala una figura fiammeggiante. In molti si
sorprenderebbero nel vedersi avvicinare da un uomo che sta bruciando vivo, ma
Alex non batte ciglio.
-Johnny!- esclama Lorna –Non
ti aspettavo così presto.
-Sono più mattiniero di
quanto la gente creda. baby.- ribatte Johnny Storm, meglio conosciuto come la
Torcia Umana dei Fantastici Quattro -Ho pensato di non lasciar passare altro
tempo prima di rivederti.
Solo adesso Johnny sembra
accorgersi di Alex Summers e gli si rivolge:
-Salve. Ci conosciamo, amico?
Hai un’aria familiare.
-Alex Summers. Havok -
risponde con tono duro, non stringendo la mano offerta da Johnny.
-Ma certo: sei il fratello
minore di Ciclope, ma non eri morto?
-Come vedi, non era esatto.
-Non sono sorpreso, è
successo a tutti nel giro: se non ti hanno dato per morto almeno una volta,
vuol dire che non sei abbastanza importante. A te è mai capitato Lorna? È difficile tenere il conto con tutti quelli che
siamo.
-Statisticamente dev’essere
capitato.- alza le spalle la mutante.
-Ora non cominciare a parlare
come Reed. Ehi, ora che ci ripenso, Alec...
-Alex.- lo corregge Havok.
-Quello che è. Tu sei l’ex
capo di X-Factor e di WorldWatch… e sei anche l’ex di Lorna, non è vero? Non
dirmi che sei qui per riconquistarla. Ci sono passato anch’io e non funziona
mai.
-Risparmia le tue trite
lezioni di vita per qualcun altro, Storm. Non mi pare che tu ne possa dare a
nessuno: non sei tu quello che è stato piantato da tutte le donne che ha
frequentato?
Sul volto della Torcia Umana
si disegna un’espressione rabbiosa e sulla sua mano danza una piccola palla di
fuoco.
-Se cerchi la rissa, amico…-
replica stizzito -… io non mi tiro certo indietro.
Lorna li osserva incredula.
Si può sentire il testosterone nell’aria. Maschi, pensa, sanno pensare solo
con…
L’arrivo di una nuova figura
volante la distoglie dai suoi pensieri e
quando atterra in mezzo a loro tutti i presenti la riconoscono.
-Miss Marvel!- esclama
Polaris, riconoscendo la donna in costume.
-Un’altra tua ex, o la tua
fama di rubacuori è sopravvalutata?- sussurra Alex a Johnny. Quest’ultimo
spegne la fiamma, preferendo non fare una scenata di fronte ai Vendicatori, ma
è chiaro dallo sguardo che ha lanciato ad Alex che un altro tipo di fuoco è
ancora acceso.
-Sono contenta di vederti,
Polaris. Ehi, ma tu sei Havok. Non dirmi che vi siete rimessi insieme! Johnny
Storm, che ci fai tu qui?
Ha parlato così velocemente
da non dare a nessuno il tempo di rispondere, poi Polaris le chiede:
-Cosa ti porta qui?
-Affari seri.- risponde Carol
Danvers -È necessaria una riunione dei Vendicatori attivi.
-A quanto pare, Lorna…-
interviene Alex -… ora sei molto occupata. Meglio che me ne vada. Del resto,
credo di aver capito che non abbiamo più nulla da dirci, ormai.
-Alex…-
Lui non le dà il tempo di
dire altro e si volta per andarsene.
-Io resterei, se a voi
ragazze va bene.- dice Johnny –Magari l’esperienza dei Fantastici Quattro
potrebbe esservi utile.
-Sai, Johnny? Qualcuno potrebbe
pensare che sei un tantino arrogante.- replica Polaris.
-Io? Ma se sono la modestia
fatta persona.
Lorna scuote la testa e si
rivolge ancora a Miss Marvel.
-Purtroppo io e la Valchiria
siamo le uniche presenti alla base al momento, ma se la cosa è davvero urgente
li convocherò immediatamente.
-Lo è credimi.- risponde,
seria, Carol –Chiamali adesso.
Big Apple Circus
Come si può facilmente
intuire dal nome, la tenda di questo circo moderno si trova a New York, a Brooklyn
per la precisione.
Se i suoi compagni
Vendicatori potessero osservarlo adesso si sorprenderebbero nel vedere
Quicksilver sorridere: non è qualcosa che capiti molto spesso. Anche sua figlia
Luna non può che notarlo.
-Sembri di buon umore, papà.
-Non mi capita spesso di
andare al circo, a meno che non debba combattere Ringmaster e la sua teppaglia.
Ma non preoccuparti, questo è un circo rispettabile; persino Occhio di Falco me
ne ha parlato bene, e se Barton ha raramente ragione su qualcosa, almeno di
circhi ne sa abbastanza.
-Ad Attilan non c’è niente
del genere.- si lamenta la giovane Inumana. Nonostante suo padre apprezzi la
possibilità di condividere con lei uno dei pochi hobby che si concede, il suo
istinto paterno la fa da padrone.
-Qualcosa non va, Luna?
-Niente di importante. Pensi
che ci siano dei mutanti nello spettacolo?
-Può darsi. Ma la maggior
parte di acrobati e giocolieri si allena per anni nella propria arte, invece di
affidarsi esclusivamente ai poteri. E’ una delle cose più affascinanti del
circo.
-Vuoi dire che sono speciali
anche non hanno poteri?
-Se vogliono diventarlo;
nessuno gli fornisce una scorciatoia. Perché questa domanda?
-E’ solo che... tu hai dei
poteri, la mamma ha dei poteri, le zie Wanda e Lorna hanno dei poteri, tutta la
mia famiglia ha dei poteri! Anche il cane!!!
-Uhm, sì, è vero.- risponde imbarazzato
Pietro; per quanto ami la figlia, non ha mai capito come reagire al fatto che
la mezza-mutante mezza-Inumana non abbia sviluppato alcun potere.
-Mamma mi ha chiesto se
voglio sottopormi alle Nebbie Terrigene. Il Consiglio Genetico aveva detto di
no, ma adesso che non sono più loro a decidere[5] zio
Freccia Nera ha detto... beh sai com’è, ha mimato... che potrò decidere io
quando sarò grande abbastanza.
-Mi sembra una decisione
saggia.- risponde sinceramente Quicksilver; era da anni che si augurava che
Freccia Nera dimostrasse un po’ di indipendenza rispetto a quel maledetto
Consiglio Genetico.
-Secondo te cosa dovrei fare,
papà? Sarebbe bello avere dei poteri.
Pietro esita. Quando era più
giovane non avrebbe dubitato: i suoi poteri fanno parte integrante della sua
vita e della sua identità mutante, e più di una volta ha considerato gli umani
come incompleti. Suo padre sarebbe di sicuro d’accordo, ma Pietro ha smesso di
cercare l’approvazione di Magneto.
-Sei ancora troppo giovane
per prendere una decisione di questa portata, Luna. Ma non sono i poteri a
rendere straordinaria una persona, sono la sua volontà e le sue azioni. Non
pensare a cosa diventerai, se umana o Inumana, ma a che tipo di persona vuoi
essere.
Proprio allora, la
communicard di Quicksilver inizia a suonare.
-Dovresti rispondere.- gli fa
notare Luna.
-Avevo chiesto di non
disturbarmi a meno che non fosse qualcosa di importante.
-Quindi dovresti rispondere.-
sottolinea la bambina.
Quicksilver sbuffa,
rispondendo stizzito alla communicard:
-Cosa c’è?
<<Riunione di emergenza. Recupera Capitan America a Washington e torna
alla base.>> risponde l’immagine della Valchiria sulla piccola
tessera.
-Posso essere alla base in
cinque minuti, ma non portandomi in spalla una donna per 300 chilometri.
-Lockjaw può.- suggerisce
Luna.
<<Tua figlia è una brillante stratega, Quicksilver. Forse un giorno anche
lei entrerà nei Vendicatori.>>
-Davvero!? Papà, posso entrare
nei Vendicatori da grande?- chiede entusiasta Luna.
-Chiedi a tua madre.- taglia
corto Quicksilver, emettendo un fischio ad una frequenza troppo alta per essere
percepita da orecchie umane.
Appartamento di Janet Van Dyne, Manhattan, New York.
La luce del sole entra nella
camera da letto dove giacciono Ercole e Janet Van Dyne tra lenzuola scomposte. Il
dio della Forza ha avuto molte donne durante la sua lunga esistenza. Alcune le
ha amate profondamente e altre sono state solo piacevoli avventure durate lo
spazio di una notte o poco più. Non è ancora sicuro in quale categoria può
inserire Jan. È una donna eccezionale, questo è certo, lo sa sin dai suoi primi
giorni nei Vendicatori, quando la ammirava ma non osava esplicitarlo per
riguardo verso l’uomo che lei amava allora, Henry Pym, anche lui un compagno
d’arme. Un riguardo, ripensandoci, che forse nei suoi anni giovanili[6] non
avrebbe avuto anche nei confronti di un amico.
Janet si sveglia e si stira
pigramente poi guarda Ercole e sorride:
-Ciao, Herky. Sembra una
bella giornata, vero?
Si alza dal letto con molta
disinvoltura.
-Vado a farmi una doccia, mi
fai compagnia?- dice.
-Invero la trovo un’ottima
idea, mia dolce Janet.- replica Ercole alzandosi a sua volta.
Sì, davvero una donna
eccezionale, pensa ancora: molti la giudicano una svampita superficiale, ma lui
l’ha vista agire sul campo di battaglia e strigliare gli amministratori delle
sue società che si aspettavano una donna arrendevole interessata solo ai soldi
della sua rendita.
Il ronzio delle communicard
di entrambi lo distrae dai suoi pensieri.
-I soliti guastafeste.-
commenta lei rispondendo -Qui Wasp, che succede?
Ascolta attentamente quel che
le dice Polaris ed infine risponde:
-Saremo lì tra mezz’ora.- poi
si volge verso Ercole e gli strizza l’occhio -Sembra che dovremo abbreviare la
nostra doccia, caro.
Washington Navy Yard,
Washington D.C.
Capitan America aspetta davanti
all’ingresso del complesso che ospita, tra gli altri, gli uffici dove lavora
come avvocato militare nella sua identità del maggiore dei Marines Elizabeth
Mary Mace. La Valchiria è stata, come suo solito, parca di parole, le ha solo
detto di farsi trovare pronta che Quicksilver sarebbe venuta a prenderla. Per
fortuna ha ancora qualche giorno di congedo dopo la sua avventura spaziale.[7] Non
dovrà trovare scuse per la sua assenza.
Ormai si sta abituando alle
cose più strane ma non può fare a meno di fare istintivamente un balzo all’indietro
quando davanti a lei si materializza quello che sembra un cane gigantesco di almeno
200 chili di peso e due antenne sulla testa. Al suo fianco Quicksilver.
-Dobbiamo andare.- si limita
a dire e le afferra un polso.
-Ma cosa…?-
Prima che una stupita Capitan
America possa finire la sua frase, il gruppetto è già scomparso in un lampo di luce.
I marines di guardia non sono
sicuri di cosa raccontare ai loro superiori.
Palazzo dei Vendicatori
La
Valchiria è sorpresa dal vedere l’accoglienza che i Vendicatori riservano a
Miss Marvel: credeva che la sua burrascosa militanza nel gruppo[8]
avesse danneggiato per sempre il loro rapporto.
Eppure
Miss Marvel e Scarlet si abbracciano calorosamente come amiche che non si
vedono da tempo: nonostante Carol Danvers e la Valchiria abbiano militato
assieme nei Difensori molto più recentemente[9]
a giudicare dal suo atteggiamento il loro rapporto non è stato così profondo.
-Qualcosa
che non va? – chiede Wasp, notando che la Valchiria è anche più silenziosa del
solito.
-Riflettevo
su come l’amicizia tra mortali sia più resistente di quanto gli dei possano
sognare.
-Se
lo dici tu. Conosci bene Miss Marvel?
-Ho
combattuto al suo fianco. È una delle
guerriere più onorevoli che conosca, mortali o meno.
-Sai
se eravamo amiche? So chi è grazie agli archivi dei Vendicatori, ma...
-Non
gliel’ho mai chiesto. L’ombra del tuo passato aleggia ancora sul tuo animo,
Janet Van Dyne?
-Tu
non ce la fai proprio a dire qualcosa che non suoni strano, vero?
-Val,
è bello rivederti – la saluta Miss Marvel, ricevendo in risposta un solenne cenno
del capo.
-Miss
Marvel. Per quanto il mio cuore si rallegri nel vederti ancora nel mondo dei vivi,
temo che la tua presenza in questa augusta dimora non sia di buon auspicio.
Wasp
e Miss Marvel si scambiano un’occhiata d’intesa, con quest’ultima che
chiarisce.
-La
risposta è no, Janet, tutto quello che dice Val è sempre strano. Comunque se
era il tuo modo di chiedermi se questa è una visita di piacere, temo proprio
che la risposta sia no: sono qui per una questione dello S.W.O.R.D.
<<E
così adesso lavori per lo S.W.O.R.D.? Interessante>> commenta Iron Man.
-Tu
conosci questo S.W.O.R.D.?- esclama Occhio di Falco.
<<Si
può dire che… che Mr. Stark abbia contribuito a crearlo.>> replica il Vendicatore
Dorato <<Ne
ha progettato una buona parte dei sistemi operativi. Per le armi ha contribuito
la Stark- Fujikawa.>>
-E
naturalmente non hai mai pensato di informarci.
<<Non
ce n’era necessità finora.>>
-Se pensi che mi basti come
risposta…
-Anch’io ho appreso
dell’esistenza dello S.W.O.R.D. di recente…-[10]
interviene Capitan America entrando nel salone assieme a Quicksilver che getta
un’occhiata non proprio benevola alla Torcia Umana-… ma non ho avuto ancora
modo di aggiornarvi.
Miss Marvel le sorride.
-È un piacere rivederti
Capitano. Ti sei rimessa dalla nostra avventura insieme?[11]
-Alla grande. Ma non siamo
qui per parlare di questo, immagino. Qual è il problema?
-Ma insomma…- sbotta Wasp -…
potremmo sapere anche noi cosa diavolo è questo S.W.O.R.D.?
<<Si
tratta del Sentient World Observation
and Response Department.>> spiega Iron Man
<<Un’agenzia delle Nazioni Unite gemella dello S.H.I.E.L.D. che si occupa
delle minacce aliene.>>
-Vuoi dire che oltre a non
combinare nulla di concreto sulla Terra, le Nazioni Unite hanno deciso di farlo
anche su altri mondi?
<<Molto divertente. Adesso se non vi spiace,
preferirei sapere perché lo S.W.O.R.D. vuole il nostro aiuto.>>
-A dire il vero è stata una
mia iniziativa personale.- replica Miss Marvel –Dopotutto riguarda una nostra
vecchia conoscenza, una Vendicatrice… Jocasta.
-E cosa c’entra lei?-chiede
Occhio di Falco.
-Permettetemi di mostrarvelo.
Miss
Marvel attiva il proiettore olografico del tavolo delle riunioni; non è lo
stesso modello utilizzato durante la sua militanza nel gruppo, ma la sua
familiarità con l’interfaccia dimostra ai presenti che la conoscono solo di
fama quale sia l’estensione della sua esperienza. Le immagini si soffermano su
due individui dalla corporatura massiccia, le cui fattezze sono completamente
oscurate da divise nere.
-Quella
che vedete è una base militare ad Amchitka, Alaska. E credo che gli uomini che
hanno fatto irruzione vi siano familiari.
-I
marrani che hanno attaccato il Progetto P.E.G.A.S.U.S. – li riconosce Ercole.
-I
loro alleati. Gli assalitori che abbiamo combattuto si sono fatti esplodere.-[12]
ricorda Polaris.
<<Aspetta, ferma l’immagine.
Quell’uomo sta passando attraverso il soffitto? Se solo avessi un’analisi
spettrografica della base...>>
-Già
fatto, Iron Man. Lo S.W.O.R.D. è molto preciso – lo anticipa Miss Marvel, senza
nascondere l’orgoglio professionale –Uno dei dispositivi rubati al Progetto P.E.G.A.S.U.S.
era uno sfasatore appartenente ad uno dei tuoi nemici, il Fantasma. Nessuno al
Progetto era stato in grado di riattivarlo, ma sembra che questo non abbia
fermato gli assalitori.
-Tutto
molto interessante – interviene Occhio di Falco – Ma credevo che questo avesse
a che fare con una dei nostri. Cosa c’entra Jocasta in tutto questo?
-La
risposta non vi piacerà – anticipa Miss Marvel, caricando il video successivo.
Mostra
un robot dalle fattezze femminili sdraiato su un tavolo operatorio. Uno degli
assalitori le si avvicina e se la carica in spalla, svanendo poi con un lampo
di luce.
-Che
cosa... cosa ci faceva Jocasta in una base militare? – chiede Wasp.
-Era
sotto la custodia dell’Aviazione. Dopo che Ultron l’ha riprogrammata ed ha
installato una bomba al betatrone al suo interno, il governo ha ritenuto che
fosse troppo pericolosa per essere riattivata – spiega Miss Marvel.
<<Maledizione!>> esclama Iron Man al termine del racconto di Miss
Marvel <<Avrei dovuto insistere di
più col Governo perché ci affidasse
Jocasta come avrei voluto. La loro soluzione
è stata seppellirla in profondità, dimenticarsene e ignorare i
potenziali pericoli. Questo è il risultato.>>
-Recriminare non serve a
niente.- interviene Scarlet -La nostra priorità adesso è salvare una nostra
compagna… una nostra amica.
<<Giusto. Quello era un
teletrasporto a lungo raggio, giusto? Siete riusciti a risalire alla
destinazione?>>
-Sappiamo solo che era
diretto oltre l’atmosfera terrestre, ma non abbiamo identificato nessuna nave
aliena non autorizzata. È una fortuna
che gli invasori si siano lasciati scappare alcune parole nella propria lingua
madre, altrimenti nessuno avrebbe sospettato che si trattasse di alieni.
-Qualcosa non mi quadra.
Perché degli alieni vorrebbero rubare la tecnologia del Fantasma e rapire Jocasta?-
chiede la Torcia Umana. C’è un attimo di
silenzio; forse perché non tutti sono abituati alla sua presenza senza il resto
dei Fantastici Quattro, forse perché in molti si aspettavano che fosse troppo
occupato a fissare Polaris per seguire la discussione.
-Che c’è? Non posso essere
l’unico ad esserselo chiesto.
-Non posso rispondere alla
prima domanda, Johnny, ma la bomba al betatrone contenuta all’interno di
Jocasta è abbastanza potente da sterilizzare un intero pianeta.- puntualizza Miss Marvel.
-Quindi questi mostri
potrebbero distruggere Midgard in questo stesso momento. Cosa aspettano?
Le parole della Valchiria
fanno calare il silenzio nella stanza.
-Non era un suggerimento.-
chiarisce l’Asgardiana.
<<Chiaramente il loro
bersaglio non è la Terra. Hai detto di aver sentito le parole degli
alieni?>>
In risposta, Miss Marvel
carica un altro filmato. Uno degli alieni sta dando delle indicazioni ad un
altro in un linguaggio gutturale ed assolutamente incomprensibile.
-Badoon.- dicono all’unisono
Miss Marvel, la Valchiria ed Ercole.
-Li conosci?- chiede Wasp a
quest’ultimo con un misto di curiosità e timore.
-Bestie immonde del Mondo
Paludoso. Nulla di buono può venire da simili abomini.
-Anche i Fantastici Quattro
li hanno incontrati.[13] Non
sono gli Skrull, ma sono tosti.- ricorda Johnny.
-Non che io sia la loro fan
numero uno.- interviene Miss Marvel -Ma questo non è decisamente il modus
operandi dei Badoon. C’è sicuramente qualcosa dietro.
-E lo S.W.O.R.D. si aspetta
che gli togliamo le castagne dal fuoco, tanto per cambiare.- commenta Occhio di
Falco. Miss Marvel non sembra apprezzare il suo tentativo di sdrammatizzare:
-La priorità dello S.W.O.R.D.
è recuperare la bomba al betatrone ed evitare un incidente interstellare; la
sicurezza di Jocasta potrebbe facilmente perdersi per strada, quindi ho pensato
che i Vendicatori potessero essere d’aiuto.
-Non temere, Miss Marvel,
troveremo la nostra compagna d’arme ovunque si trovi – la rassicura la
Valchiria.
-E come? Non possiamo
semplicemente chiedere ai Badoon dove sono andati .- nota Polaris.
-A dire la verità...- risponde Miss Marvel.
La Vetta, 12.000 Km sopra il
Polo Nord
Il volto di un umanoide
rettiliforme domina lo schermo; una scritta tradotta in inglese lo identifica
come Drokk, Legato della Fratellanza Badoon.
-<<Non siamo stati noi.>>
<<Sì certo, come
no>> - commenta Iron Man, ottenendo un’occhiata di disappunto
da Miss Marvel.
Abigail Brand, Direttrice
dello S.W.O.R.D., è molto più diretta nel puntare il dito contro il
Vendicatore:
-Qualcuno ti ha chiesto
un’opinione? Ti ricordo che tu e i Vendicatori non siete autorizzati a parlare
a nome della Terra.
<<E tu lo saresti,
invece?>>
-A dire la verità, sì.
Abbiamo un canale di comunicazione subspaziale aperto con i Badoon da mesi, dietro
mandato delle Nazioni Unite.- cerca di mediare Miss Marvel.
<<Tipico dei terrestri ingigantire la propria
importanza. Siete solo uno tra centinaia di mondi sotto la giurisdizione del Reparto
Osservazione e Conquista Mondi Primitivi.>> aggiunge il Badoon.
-Ma uno di quelli che vi
interessa invadere. Parliamoci chiaro, Drokk, abbiamo le prove della presenza
di un commando Badoon sulla Terra. Voglio sapere per quale motivo.- risponde la Brand.
<<Anche se così fosse, non è stata una missione per
conto dal mio governo.>>
<<Come puoi esserne così
sicuro?>>
<<Perché un’operazione sotto copertura sul
vostro pianeta avrebbe dovuto ricevere la mia autorizzazione. Ma ora che mi
avete informato, potrei utilizzare le risorse del mio reparto per trovare il
vostro robot... anche io sono curioso di sapere cosa ci trovino di interessante
dei Badoon
in una macchina primitiva, e femmina per giunta.>>
-Riportando Jocasta sulla
Terra, senza arrecarle alcun danno.- puntualizza Miss Marvel.
<<Ne discuterò con i miei superiori.>> risponde il Legato, interrompendo la comunicazione.
<<Non mi dica che si fida di
lui, Direttrice Brand>>
-Io non mi fido di nessuno. Ma
questo non è lo stile di Drokk, e la situazione politica dei Badoon è troppo
instabile in questo periodo perché la loro leadership si preoccupi della Terra.
Dobbiamo prendere in considerazione la possibilità che stia dicendo la verità.
<<Anche se fosse, non ho
alcuna intenzione di lasciare il futuro di Jocasta in mano ai Badoon>>
-E nemmeno io.-gli fa eco
Miss Marvel.
-Voi super-eroi siete fissati
con il ribellarvi all’autorità anche quando non ce n’è bisogno. Da questo
momento, il recupero di Jocasta e della bomba al betatrone è la priorità numero
uno dello S.W.O.R.D. così come lo è per i Vendicatori.
Palazzo dei Vendicatori.
Polaris misura a grandi passi
la sala riunioni e sembra decisamente agitata.
-Che c’è?- le chiede Johnny
Storm -Non dirmi che avresti voluto andare nello spazio con gli altri. Credimi:
vista una stazione spaziale le hai viste tutte.
-Ho avuta anch’io le mie avventure
nello spazio e non è a quello che pensavo.- replica Lorna Dane.
-E allora a cosa? Su,
coraggio.
-Se proprio vuoi saperlo, ad
Alex. Se ne è andato senza nemmeno curarsi di chiedere che tipo di emergenza ci
fosse e se poteva esser d’aiuto… diversamente da te. È per questo che ho
lasciato gli X-Men: badano sempre e solo al loro orticello.
-Beh… che pretendevi? Da
quando si è fatto vivo lo hai praticamente trattato a pesci in faccia, la sola
cosa che non hai fatto è stato cacciarlo a calci nel sedere. E per peggiorare
il tutto sono arrivato io e non ho resistito a punzecchiarlo. Ha capito che non
era gradito e ha fatto quel avrei fatto io al posto suo: ha tolto il disturbo.
Non puoi biasimarlo per questo.
Lorna sembra sinceramente
stupita.
-Non mi sarei mai immaginata
che avresti preso le sue difese.
-Non sono un vanesio senza
cervello, per quanto mi piaccia farlo credere e poi… so come si sente, ci sono
passato anch’io anni fa.- Johnny si interrompe e guarda verso Quicksilver –Per
questo io e il tuo fratellastro non andiamo molto d’accordo.
-Sei pieno di sorprese,
Johnny Storm.
-È il segreto del mio
fascino.- risponde lui con un sorrisetto.
-Iron Man vuole parlarci.-
annuncia Capitan America.
Sul maxischermo appare la
figura di Iron Man affiancata da quelle di Wasp, Ercole e Scarlet
<<La
minaccia è più seria di quel potevamo pensare.>> dice <<Preparatevi
a raggiungerci qui alla Vetta: ci aspetta un bel viaggio nello spazio
profondo.>>
C’è un attimo di silenzio,
poi Johnny dice:
-Vengo con voi.
A decine di anni-luce di distanza
L’atmosfera sarebbe poco
confortevole per un essere umano: troppa poca luce, troppa umidità, troppi
Badoon armati fino ai denti. Ma il robot su cui lavora uno dei suoi scienziati
non se ne cura.
-Quanto ci vorrà ancora?-
protesta uno dei Badoon armati.
-Ci sono quasi, è meno
primitivo di quanto…- inizia a rispondere lo scienziato, ma non fa in tempo a
finire la frase. Gli occhi di Jocasta si attivano, e la sua prima azione è
attivare i raggi laser per incenerire il primo Badoon che si trova davanti.
I suoi rapitori non perdono
tempo, aprendo fuoco su di lei, ma i loro raggi rimbalzano su un campo di
forza. La terrestre non dice una sola parola, limitandosi ad uccidere
brutalmente ogni essere vivente di fronte a lei. Si ferma solo quando uno dei
Badoon getta l’arma ed alza le mani in segno di resa. Solo allora apre bocca.
-Se ti aspetti clemenza, organico,
sappi che Ultron ha corretto quell’errore di programmazione.
-Voglio solo la tua
attenzione. Ed il tuo aiuto a distruggere un pianeta.
Jocasta esita. Una parte di
lei continua a lottare contro le modifiche di Ultron... ma è una parte troppo
debole per sopraffare la follia digitale che la divora.
-Un intero pianeta, hm? È un
inizio...
CONTINUA
Nel prossimo numero: lo spazio e altri guai
[1] Che è sostanzialmente
quello che indossa attualmente in USA come Capitan Marvel.
[2] Vedi Vendicatori #80,
[3] La Terra nel linguaggio
degli dei norreni.
[4] In un fuori scena tra
Gli Incredibili X-Men MIT #15 e 16.
[5] Dopo gli eventi di Vendicatori
MIT #82.
[6] Vale a dire 3000 anni fa
o forse più. -_^
[7] Su Capitan America #68/71.
[8] In Avengers Vol. 1° 200
(Speciale Vendicatori, Star Comics) e Avengers Vol. 3° #8 (Iron Man & I
Vendicatori #38)
[9] Sino a Difensori MIT
#64.
[10] Vedi Capitan America MIT
#67.
[11] Nei già citati Capitan America #68/71.
[12] Nello scorso episodio
[13] Nientemeno che in
Uncanny X-Men Annual #5 (In Italia su Star Magazine Oro #4).