Base
temporanea dei Vendicatori, Stark Tower, New York.
Una
mano femminile sfiora la superficie del monitor. Nonostante la donna a cui
appartiene sia decine di volte più vecchia della nazione in cui risiede, la
mano non mostra alcun segno di età avanzata.
Sersi
osserva con malinconia l’immagine di Jocasta, trasmessa dal Progetto PEGASUS.
La robot è seduta ad una postazione di controllo, bloccata da catene di
adamantio mentre infiniti macchinari registrano le sue funzioni.
E’
perfettamente immobile, più simile ad una statua che all’amica che Sersi
ricorda. Un’amica che ora è prigioniera nel proprio corpo, impegnata in uno
scontro perenne con se stessa per evitare di distruggere il mondo.
-Ti
manca, vero? – chiede una donna alta dieci centimetri, seduta sulla spalla
destra di Sersi.
-Eravamo
diventate amiche, Wasp. Quello che le ha fatto Ultron è terribile…ed io non ero
neanche presente. Stava cercando di ricostruirsi una vita, lo sai? Stava per
diventare la mia co-inquilina. Ora è in un laboratorio dove degli sconosciuti
studiano come fare a smontarla senza distruggere la razza umana.
-E
come credi si sentirebbe vedendo la propria amica così giù di morale?
Sersi
sorride: non molto tempo fa era lei a dare suggerimenti simili a Jocasta. Anche
dopo millenni, anche un’eterna può aver bisogno di imparare qualcosa.
-Nuovo
costume?
-Era
un design di Jocasta – risponde Wasp, riprendendo il volo e mettendosi in posa.
In effetti, il costume dal colore grigio metallizzato ricorda non poco il
rivestimento esterno della robot, con tanto di giarrettiera metallica sulla
gamba sinistra.
-Sexy,
vero? Adesso che posso mantenere i poteri anche a dimensioni maggiori di quelle
di una vespa, devo pur dare qualcosa da vedere ai fotografi.
-Jan…so
che non ricordi niente della nostra amicizia o di Jocasta, ma grazie per il
tentativo di risollevarmi il morale.
-Hey,
tra amiche questo e altro, no? E poi, una cosa che potresti fare per
ricambiarmi il favore ci sarebbe.
-Qualunque
cosa, Janet.
-Sai
se Capitan America è single?
#81
Un urlo nel silenzio
di Carlo Monni e Fabio Furlanetto
New
Orleans
Anna
Micheals osserva la propria compagna Monica Rambeau parlare al telefono con tono
sempre più arrabbiato, frustrata dal non poter nemmeno prendere in mano la
cornetta. Non sta facendo troppo caso alla conversazione, ma le parole in
questo caso sono meno importanti: per tutta la settimana Monica non ha fatto
altro che cercare di convincere i dipendenti a non lasciare la sua società.
Monica
è bloccata in stato energetico da settimane, ormai, ed anche se la Fondazione
Stark si sta occupando di pagare debiti e stipendi è difficile mantenere gli
affari quando non si può incontrare nessuno di persona.
Anche
adesso, l’immagine olografica di Monica si distorce non appena smette di
dedicare tutte le proprie energie mentali al suo mantenimento. Quando
l’interlocutore le sbatte il telefono in faccia, Monica è poco più di una
silhouette di luce.
-Accidenti!
Un altro che si dimette. Credevo ci fosse una crisi economica, proprio adesso
si mettono tutti ad offrire posti migliori ai miei dipendenti!?
-Almeno
nessuno sta sospettando che sei Photon – cerca di sdrammatizzare Anna.
-Sì,
peccato però che io non riesca più ad essere Monica…
-Potremmo
trasferirci a New York dai Vendicatori. So che il dottor Richards ed il dottor
Pym non hanno ancora trovato una cura, ma ci dev’essere qualcun altro.
-Anna,
apprezzo l’idea ma la nostra vita è qui. Le nostre famiglie, i nostri amici…
-Quali
amici? Non vediamo più nessuno da…
Anna
si ferma, interrotta da un suono emesso dalla communicard sul tavolo del
salotto. Le due donne restano in silenzio.
Monica
si concentra, ed il suo ologramma riprende l’aspetto di Photon. Si avvicina
alla compagna, cercando di accarezzarne il volto. La sua mano le passa
attraverso.
-Devo
andare. Può essere importante.
Photon
svanisce in un batter d’occhio. Anna si avvicina al tavolo, fissando la
communicard.
-Sì…immagino
che debba esserlo, per una di noi.
Base
dei Vendicatori
Il luogo è la grande sala riunioni messa
a disposizione dei Vendicatori nella Stark Tower. Una sistemazione temporanea
che per fortuna sta per finire, i lavori di ristrutturazione della Villa che fu
l’abitazione cittadina degli Stark sono, infatti, ormai quasi terminati.
Il sintezoide chiamato Visione è seduto
al posto del presidente, ai suoi lati: Capitan America, Thunderstrike, Sersi,
Ercole. Iron Man,. Photon in forma olografica, Scarlet, Songbird e, ultimo
arrivato, lo Spadaccino, alias Clint Barton, meglio noto come Occhio di Falco.
Un poco più discosta, appoggiata ad una parete, sta Janet Van Dyne, altrimenti
nota come la Meravigliosa Wasp.
-Mi
fa piacere che siate tutti qui.- comincia
Visione –Ci sono alcune
cose che ritengo debbano essere discusse con una certa urgenza. Clint, vedo che
indossi ancora il costume dello Spadaccino che hai usato durante la crisi del
portale.
-ll mio tendine non è ancora guarito
perfettamente e finché non potrò di nuovo usare l’arco in maniera ottimale,
voglio comunque fare la mia parte. In giro ci sono troppi giganti, così ho
pensato che questo fosse il modo migliore. Se non altro questa spada so usarla-
spiega Clint Barton.
-Molto bene. Proseguiamo, dunque: come
sapete, abbiamo scoperto che nei tumulti nella Lemuria Deviante, nella dimora
degli Eterni e poi nel tentato colpo di stato nell’impero sottomarino di
Lemuria[i]
erano coinvolti agenti inumani. Mi sono messo personalmente in contatto con la
famiglia reale inumana e mi hanno assicurato di non saperne niente. Medusa ha
rilevato che comunque non sono soliti monitorare gli andirivieni di tutti i
sudditi.
<<Affermazione
sorprendente, se si pensa alla loro abituale paranoia sui contatti col mondo
esterno>> commenta
Iron Man <<Ero
convinto che ai cittadini di Attilan fosse sempre necessaria l’approvazione del
governo per lasciare la città>>
-E così era fino a non molto tempo fa, infatti. Negli ultimi
tempi Freccia Nera ha deciso altrimenti. La qual cosa non lo ha reso popolare
presso il Consiglio Genetico.
-Posso immaginarlo.- interviene Capitan
America –Da quanto ho sentito raccontare su di loro, non li definirei campioni
di liberalismo.
-Ragazzo, tu hai un discreto talento
nell’understatement, questo è certo.- commenta Thunderstrike –Dai racconti che
ho sentito fare da Crystal, verrebbe da concludere che gli ayatollah sono di
mentalità aperta al confronto.
-Definizione
pittoresca, ma sostanzialmente esatta- replica
Visione –In ogni caso
l’ipotesi che gli attentati fossero ufficialmente approvati da Freccia Nera non
è mai stata presa in considerazione da nessuno di noi, credo. Ovviamente nulla
esclude che sia all’opera una fazione che segretamente stia operando per
rovesciare Freccia Nera e la sua politica di aperture.
-Magari ancora
quel suo fratello pazzo come in quella faccenda dei Kree.-[ii]
suggerisce lo Spadaccino.
-A
quanto mi è stato riferito, Maximus è rinchiuso in una cella sicura in cui i
suoi poteri mentali sono disattivati.
-Mio cugino è
fin troppo pieno di risorse, non lo sottovaluterei.
A parlare è
stata una nuova arrivata: Crystal, accompagnata da She-Hulk, Starfox e
U.S.Agent, per tacere del “cane” Lockjaw che li ha appena teletrasportati nella
sala.
-Crystal!-
esclama Thunderstrike –Che piacere rivederti. Che fai da queste parti?
-Io
e Calabrone ci siamo consultati ed abbiamo convenuto che la sua esperienza come
membro della famiglia Reale Inumana avrebbe potuto esserci utile per trattare
con i suoi parenti senza scatenare incomprensioni- spiega Visione.
<<Uhm…
capisco Crystal, ma gli altri?>> chiede Iron
Man <<la
Slorenia rientra nella nostra giurisdizione e la crisi non sembra così grave da
richiedere rinforzi da Ovest, non ancora almeno.>>
-Già-
interviene Clint –E comunque non vedo il motivo di portarci dietro la versione
oscura di Capitan America. Non credo che abbiamo intenzione di scatenare una
guerra… o si?
-Sei sempre il
solito, Barton, qualunque costume tu indossi. Se vuoi, non ho problemi ad
abbassarti quelle tue arie da sbruffone- commenta U.S.Agent.
-Ah si? Voglio
proprio vedere.
-Calmi tutti e
due- interviene Capitan America mettendosi tra i due –Pensavo che due veterani
come voi due sapessero comportarsi meglio. E comunque sono stato io a chiedere
che U.S.Agent venisse qui.
-Tu e perché?
-Non sono
affari tuoi Barton- replica U.S.Agent –Ma se il ragazzo vuole dirtelo, faccia
pure.
-Si tratta di
una questione personale- risponde Cap.
-Comprendo,
Capitan America- dice Visione –Immagino che questo voglia dire che
non potrai partecipare alla spedizione ad Attilan. .Questa è un’altra
dimostrazione che la decisione che abbiamo preso io e Calabrone, di inviare una
delegazione composta da membri di entrambe le filiali dei Vendicatori sia stata
davvero appropriata.
<<Viz,
a volte penso che ti apprezzerei di più se non ti esprimessi come un
burocrate>>
-Ne
terrò conto, Iron Man.
-Quel che
vorrei capire...- interviene Thunderstrike –… è perché fare una visita ad
Attilan proprio adesso.
-Giusta
domanda. A rafforzare il mio intento è intervenuto un fatto nuovo: la zona
intorno ad Attilan ha subito una serie di piccole scosse sismiche che però non
hanno interessato la città stessa. Un comportamento anomalo per dei terremoti.
Mi sono convinto che qualcosa stia succedendo da quelle parti. Normalmente non
dubiterei delle capacità della Famiglia Reale di fronteggiare le emergenze, ma
dopo quello che è accaduto e visto che la Slorenia è nostra responsabilità…
-Falla corta
Viz- dice Clint Barton –Che aspettiamo a partire?
-Solo che arrivassero i nostri
compagni dell’Ovest. Ora siamo pronti.
Oltre a me, faranno parte della delegazione: Iron Man, Spadaccino, Crystal,
She-Hulk e Starfox.
<<Interessante
scelta.>> commenta
Iron Man <<Mi
sta bene.>>
-Sono contento di avere la tua
approvazione, Iron Man, visto che potresti essere il prossimo leader del
gruppo.
-Cosa?- è l’esclamazione che esce dalle
gole di tutti i presenti pressoché contemporaneamente.
-Tra pochi giorni scadrà il mio
mandato come leader dei vendicatori. Ho deciso di non ricandidarmi. Sento di
non aver dato il meglio di me in questo ruolo e non voglio essere d’impiccio
per il gruppo.
-Beh, almeno stavolta non hai tentato di
conquistare il mondo- commenta sogghignando Clint –Io lo considererei un
miglioramento.
Nessuno fa altri commenti.
Palazzo
dei Vendicatori. Qualche ora dopo.
Eric Masterson sospira e si chiede se
non ha voluto fare il passo più lungo della gamba, ma è ormai troppo tardi per
ripensarci. Con passo deciso si avvicina ai due uomini che indossano un casco
da cantiere edile.
-Felice di rivederla architetto- lo
saluta un uomo che ha una discreta rassomiglianza con Lee Marvin, un attore che
Eric ha sempre apprezzato fin da quando era bambino –Sono contento che sia
riuscito a venire.
-Beh, mi sono liberato da precedenti
impegni ed ero curioso di vedere come stava venendo la cosa.
-E che ne pensa?
-Che sta venendo un gran bel lavoro Mr.
Ballinger.
-Mi chiami Lennie, Mr. Ballinger era mio
padre. Tu che ne pensi, Happy.
-Che vuoi che ti dica?- replica Harold
“Happy” Hogan, direttore della Fondazione Stark, che amministra l’edificio -Complimenti
Lennie. avete svolto il lavoro a tempo di record.-
-Beh, modestamente sappiamo fare
il nostro lavoro, Happy… -replica Lennie Ballinger della Damage Control -… ma
dovresti ringraziare anche il nostro architetto che ha steso il progetto
davvero in pochissimo tempo.
-Beh…ho solo aggiornato un mio
vecchio progetto e sono stato ben contento di rimettermi al tavolo da disegno
dopo così tanto tempo.- risponde Eric.
In quel momento una voce di donna
li interrompe:
-Scusate, sto cercando Capitan
America.
I tre uomini si girano per
trovarsi di fronte ad una giovane donna bionda che indossa un corpetto rosso
con strisce bianche ed attillati pantaloni azzurri tempestati di stelle
bianche, il volto coperto da una mascherina. La squadrano per bene, poi happy
Hogan risponde::
-Non ho idea di dove sia miss e
comunque lo sta cercando nel posto sbagliato.-
-Miss… lei è Spirito Libero,
giusto? I Vendicatori si trovano alla Stark Tower finché le riparazioni non
saranno finite- aggiunge Eric.
-È vero!- esclama Spirito Libero
-Me n’ero completamente dimenticata. Sono stata fuori dal giro per troppo
tempo. Vado subito lì, grazie.
La ragazza si allontana
rapidamente davanti a tre uomini un po’ frastornati.
-Però… Capitan America ha delle
amiche interessanti.- commenta Happy
-Già- aggiunge Lennie –Porta una
tutina davvero attillata. Avete notato che…
-Signori, un po’ di contegno.- li
redarguisce l’architetto con un sorrisetto, mentre dentro di se prova una
piccola fitta di invidia per il suo compagno di avventure. Beh, meglio non
pensare troppo a certe cose e concentrarsi sul lavoro.
In
volo verso la Slorenia
Il veloce quinjet percorre velocemente
il tragitto verso l’Europa. Clint Barton è al posto del pilota coadiuvato da
Crystal.
-Emozionata all’idea di tornare tra la
tua gente?- chiede Clint a quest’ultima.
-Non particolarmente. La mia decisione
di unirmi di nuovo ai Vendicatori non è stata ben accolta. Il Consiglio
Genetico era decisamente contrario e non ha mai visto di buon occhio la mia
voglia di indipendenza.
-Ma quanta influenza ha il Consiglio?
Credevo che fosse tuo cognato a governare.
-Ci… ci sono materie che spettano
esclusivamente al Consiglio. Chi deve sposare chi e se e quanti figli deve
avere per esempio. Si sentono guardiani della purezza genetica del nostro
popolo.
-Sul serio? Se Cap Junior fosse con noi
direbbe sicuramente che è un discorso che ricorda le teorie naziste. Come fate
a sopportarlo?
-Noi… è sempre stato così da che posso
ricordare.
-Il che non significa che sia giusto e
non debba essere cambiato. Al posto di Freccia Nera io direi qualche parolina
al Consiglio Genetico. In senso figurato ovviamente.
Crystal si lascia sfuggire una risatina.
-Forse non dispiacerebbe nemmeno a me-
ammette.
-Cambiando discorso, mi chiedevo perché
non hai usato quel tuo cagnone per arrivare sino ad Attilan, ci avrebbe fatto
risparmiare un po’ di tempo.
-Ci ho pensato, ma poi ho deciso che
sarebbe stato più consono se fossimo arrivati in forma più aperta. Non volevo
che apparire nel mezzo della città ci facesse sembrare ostili.
-Uhm, non è un granché come spiegazione,
ma mi sta bene.
Poco distante She-Hulk si rivolge ad
Iron Man seduto di fronte a lei:
-Tutto bene ? Difficile dirlo con te, ma
giurerei che qualcosa ti preoccupa.
<<Molto perspicace,
Jennifer.>> risponde
il Vendicatore Dorato <<In effetti, ho qualche preoccupazione
personale. Sono appena tornato dallo spazio dove ho aiutato a fermare un
satellite killer[iii] e… beh, diciamo che
qualcuno pensa che avrei dovuto aspettare prima di ripartire in una nuova
missione.>>
-La cosa ha a che fare con il recente
ricovero di Tony Stark a Los Angeles dopo il suo ritorno dalla Cina, per caso?-
<<Se
per te è lo stesso, preferirei non parlarne, Jen.>>
Se Visione ha
seguito il colloquio tra i suoi compagni di squadra non lo da a vedere: il suo
volto è ancora più impenetrabile del solito, sempre che ciò sia possibile.
Quest’essere artificiale in molte occasioni si è dimostrato molto più umano di
coloro che sono fatti di carne e sangue, ha permesso ai sentimenti ed alle
passioni di avere libero sfogo, ma negli ultimi tempi ha deciso che la fredda
logica e la razionalità erano un’alternativa migliore, una scelta non sempre
condivisa da coloro che lo conoscono e lo chiamano amico, ma che saranno
polvere quando lui sarà ancora su questa terra. A volte vorrebbe essere come
l’ultimo membro del gruppo: Eros di Titano, alias Starfox non si pone mai
dilemmi esistenziali. Sembra sempre contento di se stesso, vive senza mai
preoccuparsi del domani e si gode i piaceri del mondo. Si: potrebbe essere
interessante essere come lui… o forse no.
Slorenia
Sulla
cima dell’edificio più alto della sua città, il sovrano di Attilan osserva
l’alba. Non è uno spettacolo paragonabile al sorgere della Terra che poteva
ammirare ogni mattina dalla Luna, certo, ma è una delle poche costanti su cui
Freccia Nera possa contare. Oltre al silenzio, naturalmente, che lo accompagna
dalla nascita.
Un
Quinjet si avvicina all’antica città con grazia inaspettata. Ben pochi veicoli
sono autorizzati ad oltrepassare le linee di difesa, ma i Vendicatori sono
ospiti graditi…il più delle volte.
Se
questa sia una di quelle volte resta ancora da vedere.
Il
quinjet atterra senza problemi, per trovarsi subito circondato da una folla che
se non è ostile è quantomeno curiosa.
-Pensavo
che vivendo a poche miglia dalla capitale della Slorenia i tuoi compatrioti si
fossero ormai abituati alla presenza degli umani.- commenta lo Spadaccino
rivolto a Crystal.
-In
genere si tengono lontani.- risponde l’Inumana –In più Freccia Nera è stato
molto contestato per aver deciso di porre la nostra dimora qui. C’è chi pensa
che sia stato un errore e che dovremmo tornare sull’Himalaya o sulla Luna.
<<Isolazionismo
spinto come al solito. Mi chiedo se cambierete mai.>> commenta
Iron Man.
-Dovremmo?- chiede Crystal.
-Senza
cambiamento non c’è evoluzione. L’immobilismo genera stagnazione e non è mai la
giusta alternativa. Dovrò trovare un modo per dirlo al tuo re.>>
-Chissà
che tu non riesca a farlo.- interviene She-Hulk –Vedo arrivare una delegazione
in pompa magna.
La
folla si scosta per far passare la regina Medusa, sorella di Crystal e sposa di
Freccia Nera, e suo cugino Gorgon, capo dell’esercito Inumano.
-Siamo
lieti di rivederti tra noi sorella.- sono le prime parole di Medusa
-Saremmo
ancora più lieti se non ti fossi portata dietro degli stranieri.- aggiunge
Gorgon.
-Ciao
Gorgon, anch’io sono contento di rivedere il tuo brutto muso ed i tuoi piedi
caprini. Noto che sei sempre cordiale come tuo solito- replica sogghignando lo
Spadaccino.
-Non
sono sicuro di conoscerti straniero- ribatte Gorgon –ma di sicuro non mi piace
il tuo tono.
-L’ultima
volta che ci siamo visti avevo arco e frecce[iv]
e prima ancora ero un gigante.
Gorgon
corruga la fronte, poi comprende e lancia all’ex arciere un’occhiata di fuoco.
-Freccia
Nera accetta di vedervi- interviene Medusa –Seguitemi.
In breve il gruppetto raggiunge la sala del trono, dove, oltre a Freccia Nera
assiso sul trono ci sono anche gli altri membri della famiglia reale: Triton,
Karnak e Ahura, figlio di Freccia Nera e Medusa ed erede apparente al trono.
Alla sinistra di Freccia Nera sta in piedi una figura imponente, che indossa
una lunga tunica nera ha la pelle blu ed al posto dei capelli qualcosa che
sembra un incrocio tra dei tentacoli e dei rami spinosi color rosso, gli occhi
brillano di luce gialla. Normalità tra gli Inumani, ma qualcuno dei Vendicatori
rimane comunque stupito.
Clint
si ricorda di lui dalla precedente visita: era una specie di alto sacerdote.
Come diavolo si chiamava?
-Io
sono Carthus.- dice l’Inumano –Rappresento il Consiglio Genetico. Perché degli
stranieri come voi calpestano il sacro suolo di Attilan?
Cominciamo
bene, pensa She-Hulk.
Freccia
Nera alza una mano a zittire il suo consigliere. Medusa gli si avvicina per
consultarsi con lui, poi…
-Freccia
Nera acconsente ad ascoltarvi. Cosa avete da dire?
-Vorremmo
dei chiarimenti sulla partecipazioni di Inumani ad una serie di eventi.- risponde Visone
e subito dopo illustra con dovizia di particolari quanto è accaduto negli
ultimi tempi tra Eterni, Devianti e Lemuriani.
-Di
certo, Visione, non crederai che abbiamo autorizzato questi attacchi?.-
replica, infine Medusa –Credevo di averlo già chiarito.
-Non
l’ho mai pensato, Medusa, ma sia tu che Freccia Nera converrete che potrebbe esserci
tra il tuo popolo una fazione interessata a gettare zizzania tra di noi per
qualche oscuro scopo.
-Adesso
basta!- prorompe Carthus –Non intendo ascoltare altre calunnie dagli umani.
Se
Visione ha qualcosa da dire sull’essere accomunato agli esseri umani non lo dà
ad intendere, ma Clint Barton reagisce:
-Calma
i tuoi bollenti spiriti, Sacerdote dei miei stivali o ti faccio ingoiare le
corna.
<<Non
credo sia il caso di perdere la calma.>> interviene
Iron Man
<<Non siamo qui per litigare, ma per avere risposte. Per esempio sui
piccoli terremoti intorno alla vostra città. Da cosa sono provocati?>>
-E
a te cosa interessa umano vestito di metallo?- replica Carthus –Perché dovresti
esserne informati?
-Carthus,
ti prego di fare silenzio- lo blocca Medusa –Non ci sono segreti al riguardo.
Ci stiamo solo preparando a lasciare questo
posto e trasferirci di nuovo sulla luna e stiamo verificando al tenuta
dei macchinari.
-Uhm.
A te posso credere Medusa.- dice lo Spadaccino –Non certo a quel buffone con le
corna che non mi ha mai convinto.
Secondo me vi fate influenzare troppo da questo consiglio genetico fossi
in voi reali mi farei valere.
-Non
sta a te interloquire in questioni che
riguardano solo gli Inumani, straniero - replica Carthus.
-Clint,
ti prego…- interviene Crystal.
-Lascia
stare sorella.- dice Medusa, poi si rivolge al vendicatore con la spada –Tu sei
quello che chiamano Occhio di Falco, vero? Perché oggi indossi il costume di un
tuo compagno defunto?
-Beh
io non… ma si, che importa? In una recente battaglia ho subito una lacerazione
ad un tendine che non è ancora guarita completamente e non posso usare l’arco.
-Uhm
su questo potremmo fare qualcosa noi. Così constaterai la nostra buona fede.
Karnak, chiama il guaritore.
-Come
desideri, ,mia Regina.
Poco
dopo un anziano inumano entra nella sala del trono. Squadra i presenti e poi
punta verso lo Spadaccino.
-Uhm…
un compito abbastanza semplice.-
Afferra
il braccio destro di Clint Barton, che si divincola.
-Ehi… che….-
Il
braccio brilla per un istante poi…
Clint
non sa dire bene perché, ma è certo che il suo braccio ora è integro e
funzionante al 100%. Se avesse a disposizione un arco, potrebbe provarlo, lo
sa.
Il
vecchio si ferma davanti a Iron Man.
-Anche
tu hai subito una lesione, lo sento.- dice –Temo che ripararla completamente
sia oltre i miei poteri e forse anche dei macchinari medici di Attilan. Dovrai
pazientare finché la tua guarigione sarà completa.
<<Vedrò
di farmene una ragione vecchio, ma grazie comunque.>>
Alle
loro spalle Carthus sta in silenzio, ma il suo sguardo non è per niente
benevolo.
Nei sotterranei di Attilan
Anche
le città più splendide e meravigliose hanno dei bassifondi, ed Attilan non è da
meno. Ma qui non abitano i poveri, i disadattati o i criminali: tutte queste
categorie assumono un significato diverso per gli Inumani.
Il
livello più basso di Attilan è abitato dai Primitivi Alfa, creature umane dalla
limitata intelligenza da sempre impegnate per i lavori più umili. Nonostante la
famiglia reale si sia mossa per anni per cercare di migliorare le loro
condizioni di vita, la resistenza da parte della popolazione e da parte dei
Primitivi Alfa stessi si è dimostrata recalcitrante.
Oggi
i Primitivi Alfa si occupano dei lavori più umili dell’antica città, come hanno
sempre fatto. Uno di questi è occuparsi della manutenzione dell’infrastruttura
della città, di quel substrato tecnologico che la rende completamente
autosufficiente.
Ed
è in questo labirinto, a metà tra la rete di distribuzione d’energia e la rete
fognaria, che si è infiltrato un insetto. O almeno così penserebbero i
Primitivi Alfa, se avessero la capacità di concentrarsi su qualsiasi cosa non
sia mantenere l’efficienza del sistema.
Wasp
si lascia alle spalle uno di loro, chiedendosi per un istante se sia necessario
fargli perdere conoscenza con un bio-pungiglione, ma il Primitivo Alfa si
allontana senza accorgersi di lei.
-Questi
tizi mi danno proprio i brividi – commenta ritornando alle proprie dimensioni
originali, osservando un macchinario che non sembra avere nulla a che vedere
con il resto dell’infrastruttura.
-Janet,
che stai facendo qui? – chiede improvvisamente una voce familiare, ma per colpa
della sorpresa Wasp reagisce colpendola con i suoi pungiglioni di energia. O
almeno ci prova, perché l’energia passa attraverso l’ologramma di…
-Photon!!!
Accidenti, mi hai quasi fatto venire un infarto!
-Abbassa
la voce, vuoi che ci scoprano? Perché Visione ha mandato anche te in missione
esplorativa?
-Uhm…ecco…non
è che mi abbia proprio
ordinato di venire qui… - risponde Wasp con imbarazzo.
-Per
favore, non dirmi che sei salita di nascosto sul Quinjet senza dire niente agli
altri.
-Immagino
sarebbe abbastanza stupido inventarmi una scusa adesso, vero? Beh, ora che sono
qui…cosa diavolo è quest’affare, e perché tu
sei qui?
-Visione
si aspettava che gli Inumani non ci avrebbero detto niente e mi ha chiesto di
investigare; finora nessun sensore mi ha rilevata, mi sono mossa più che altro
sotto forma di fascio di neutrini. Per fortuna, sembra che in questa sezione
non ci siano quasi sensori, il che rende questa…cosa ancora più sospetta, oltre
al fatto che emette un’energia che non conosco e non riesco a duplicare.
-E’
molto più moderno del resto della tecnologia in questo livello – spiega Wasp –
Credo sia una specie di generatore, ma non è collegato alla rete principale di
energia. Visto il percorso dei cavi, dovremmo essere proprio sotto quello che
sta alimentando.
-Sei
arrivata alla mia stessa conclusione senza neanche poter vedere l’energia che
emette come faccio io…devo ammettere di essere impressionata – ammette Photon.
-Allora
che ne dici di impressionare ancora di più i ragazzi, risolvendo per loro
l’enigma?
Camera delle Udienze
Questa
è la stanza dove un qualsiasi Inumano voglia presentare il proprio caso davanti
al Consiglio Genetico deve aspettare il proprio turno. Originariamente era
qualcosa di più simile ad una sala per conferenze stampa, dove un
rappresentante del Consiglio Genetico avrebbe argomentato le ragioni delle
proprie scelte per rimettersi al giudizio del popolo Inumano.
Quel
tempo è passato da molto. Ora il Consiglio Genetico non è obbligato a spiegare
le proprie scelte davanti a nessuno.
-Quanto
vorrei dare un pugno in faccia a quel Carthus – commenta lo Spadaccino.
-Siamo in una nazione straniera,
Spadaccino, casa di nostri alleati oltretutto. Non possiamo imporci con la
forza – analizza
Visione.
-Beh,
forse una volta tanto dovremmo – risponde lo Spadaccino.
-Da
un punto di vista legale, la situazione è complicata – interviene She-Hulk – I
nostri indizi contro Attilan sono abbastanza deboli, tutto sommato. Cosa
possiamo fare, invaderli con la pretesa di passare al setaccio la città? A
parte il fatto che stiamo parlando di migliaia di persone con super-poteri ed
una tecnologia avanzatissima, da un punto di vista morale…
<<Clint
ha ragione>>
la interrompe Iron Man.
-Questa
non me la aspettavo – ammette lo Spadaccino.
-Iron Man,
prima di azioni avventate dovremmo aspettare che Crystal finisca l’udienza
presso Freccia Nera e che Photon termini la ricognizione.
<<No,
Visione. C’è l’essere prudenti e c’è l’avere troppa paura di agire. Sappiamo
che degli Inumani hanno appoggiato atti di terrorismo. Dobbiamo dirlo in faccia
a Freccia Nera e fargli capire che se non ci aiuterà a trovare la verità dovrà
vedersela con i Vendicatori>>
-E
se dicesse “no”? Metaforicamente parlando, spero proprio – chiede She-Hulk.
-Non
lo farà. Gli Inumani stanno mentendo e ne abbiamo le prove.
I
Vendicatori presenti si voltano verso un loro compagno di squadra che finora è
rimasto in silenzio ad osservare la città.
<<Starfox?
Come fai a…>>
-Dicono
che le scosse sismiche sono causate da motori antigravitazionali. Li abbiamo
anche su Titano, quindi la cosa non mi ha sorpreso. Ma stavo pensando: gli
Inumani hanno già spostato Attilan, perché stanno facendo così fatica? Ho fatto
due conti e per generare scosse simili hanno usato più energia di quanta è
necessaria per spostare Attilan. Le scosse non hanno nulla a che fare con il
trasferimento, le stanno creando volontariamente.
-Da
quando il playboy spaziale è un genio della matematica? – si meraviglia lo
Spadaccino.
-Su
Titano, queste cose si insegnano nell’equivalente della vostra scuola media.
Nei bassifondi
Un
raggio laser concentrato crea un piccolo foro nel pavimento, appena sufficiente
perché Wasp riesca a passare. Una volta dall’altra parte, sia lei che una
Photon tornata in forma olografica restano a bocca aperta per ciò che hanno
trovato.
Sbarre.
Non molto diverse da quelle di una qualunque prigione umana, con la differenza
che sono collegate direttamente al generatore scoperto poco prima.
Dall’altra
parte della barriera c’è un uomo vestito di nero, con i capelli in disordine e
lo sguardo spiritato. Alle sue spalle c’è uno specchio rotto, dal pugno del
prigioniero a giudicare dalla mano fasciata.
-Benvenute,
signore. L’Imperatore Maximus vi concede udienza – si presenta il pazzo.
-Un
po’ modesta come reggia. Tempi difficili anche per la nobiltà? – lo schernisce
Photon.
-Stupide
umane, accecate dallo sfarzo del potere. Mio fratello si crede un re solo
perché il suo trono è sul palazzo più sfarzoso di Attilan, ma io governo molti
più regni di lui.
-Da
dietro le sbarre? – chiede Wasp.
-E
perché no? La mia patetica famiglia non mi fa mai visita. Il Consiglio Genetico
ha proibito loro di vedermi, anche se volessero; stupidi genetisti, convinti di
potermi dare ordini così come comandano a bacchetta mio fratello. Da non
credere che se io non gli servissi vivo, mi avrebbero condannato a morte da
tempo. Invece bramano così tanto ciò che io ho da offrirgli da lasciarmi libero
di…pensare.
-“Pensare”,
certo. E che cosa avresti offerto in cambio al Consiglio Genetico? – chiede
Photon.
-Il
dominio totale ed assoluto su tutta la Terra.
-Andiamocene
Photon, i files dei Vendicatori si sbagliavano su questo tizio, è completamente
fuori di testa – annuncia Wasp, preparandosi a fingere di volersene andare
davvero. E’ il trucco più vecchio del mestiere di super-eroe: indurre il
cattivo a spiegare perché è un genio.
-Non ho detto che ve ne potete andare –
risponde Maximus con tono acido ed arrabbiato.
Photon
e Wasp si immobilizzano.
Sala del Consiglio Genetico di Attilan
Carthus
si trova sul podio più alto, affiancato dagli altri membri del Consiglio. La
Famiglia Reale di Attilan è posizionata più in basso, come offesa ultima alla
loro superiorità.
I
Vendicatori si trovano al centro della Sala del Consiglio, come se fossero
sotto processo ed in un certo senso è proprio così.
Crystal
non è seduta assieme alla propria famiglia, ma come un avvocato della difesa
sta portando davanti al Consiglio le ragioni dei suoi amici e compagni di
battaglie.
-Freccia
Nera…mio re, cugino, cognato, ti prego di riconsiderare la tua posizione.
Chiunque abbia commesso questi crimini sta chiaramente cospirando contro di te
e sta infangando il nome di Attilan presso il mondo esterno. Lascia che i
Vendicatori interroghino i sospettati ed analizzino le azioni di chi ha
lasciato il Grande Rifugio: solo collaborando dimostreremo che gli Inumani sono
un popolo saggio e senza pregiudizi.
Freccia
Nera fissa Crystal negli occhi, ed anche senza dire nulla il suo messaggio è
chiaro: “vorrei fare qualcosa per aiutarvi, ma non posso” sembra dire il suo
sguardo.
-Non
spetta al re proteggere gli Archivi di Attilan, ma al Consiglio Genetico –
interviene Carthus.
-Pure
quello? C’è qualcosa che voialtri non
riuscite a ricollegare alla mania della purezza genetica?
Le
parole dello Spadaccino fanno incendiare gli occhi di Carthus, come se avesse
appena sentito il più bieco degli insulti.
-Un
umano osa rivolgersi direttamente a noi, all’interno della sacra Sala del
Consiglio? E con parole di scherno, oltretutto!? Questo è assolutamente…
Carthus
si ferma a metà frase, alzandosi in piedi. Nei suoi occhi non c’è più rabbia ma
un’espressione vuota e neutrale. Anche il resto del Consiglio si alza in piedi,
così come fa la Famiglia Reale.
<<Non
che mi dispiaccia non sentirlo più parlare, ma credo sia un pessimo
segno>>
Freccia
Nera non dice niente, ma qualunque cosa stia comunicando con il linguaggio dei
segni fa sbiancare in volto Crystal.
-No…non
è possibile, non ancora…
-Sono
un po’ arrugginita, che sta dicendo? – chiede She-Hulk.
-“Lunga
vita al nuovo sovrano. Gli umani e i traditori sono condannati a morte”.
Prima
che i Vendicatori possano rendersi conto di cosa significa, l’antenna sulla
fronte di Freccia Nera si illumina per un secondo.
Una
scarica di elettroni liberi con la potenza di un fulmine si abbatte sui
Vendicatori.
Nel ventre di Attilan
Photon
e Wasp sono completamente paralizzate. Anche il linguaggio corporeo di Maximus
cambia: l’Inumano drizza la schiena ed osserva le due Vendicatrici come se non
fossero nulla rispetto a lui.
-Voi
Vendicatori dovreste essere fieri di sapere che è grazie a voi che erediterò la
Terra. Se voi aveste fermato Ultron, migliaia di persone in Slorenia non
sarebbero morte. Quando la mia gente si è trasferita qui, io sarei rimasto a
marcire in una prigione…se non avessi imparato ad assorbire l’energia psichica
lasciata dalla morte brutale di così tante persone. E senza quell’energia psichica
non avrei potuto creare…questo.
Maximus
accarezza le sbarre della prigione, che come una lampada al plasma rilasciano
piccole inoffensive scariche luminose quando vengono toccate.
-Di
tutte le mie invenzioni è forse la più geniale. Assorbe l’energia psichica che
un essere umano rilascia alla propria morte. Il Consiglio Genetico credeva che
fossi pazzo a migliorare la mia stessa prigione, ci credete?
Come
se Maximus si fosse annoiato a parlare da solo, Wasp inizia a recuperare il
controllo delle proprie corde vocali.
-Perché
gli attentati, allora? Perché le scosse sismiche, e perché dirlo a noi?
-Ah,
adoro quando mi lasciano spiegare tutto il piano!!! – esula Maximus, ora più un
bambino iperattivo che un malvagio conquistatore del mondo – E’ semplice,
dovevo rubare qualcosa e voi eravate troppo occupati a gestire i diversivi! Le
conoscenze mistiche e tecnologiche di Atlantidei e Devianti, la tecnologia
gravitazionale degli Eterni…oh, non vi ho detto dei motori!!! Adorerete quella
parte!!!
-Vuoi per favore limitarti ad una personalità? – lo implora Wasp.
-Ho
assorbito l’energia psichica di qualche decina di migliaia di morti, e la mia
mente è già capace di influenzare il comportamento di agenti posizionati
all’altro capo del mondo. Con i potenziamenti che ho effettuato, i motori
gravitazionali di Attilan hanno solo bisogno della giusta fonte di energia…e
potrò radere al suolo ogni altra città con una singola scossa. Immaginate
l’energia psichica di miliardi di morti, incanalata nel mio meraviglioso cervello.
Con la razza umana estinta, gli Inumani domineranno la Terra ed io dominerò gli
Inumani. Ed avrò fatto tutto questo senza
aver mai lasciato la mia cella.
-Tranquillo,
ci resterai per molto tempo –
risponde Wasp, volando verso la cella e preparandosi a colpire Maximus con un
pungiglione.
Si
ferma giusto in tempo per evitare di essere tagliata a metà da un raggio laser,
emesso dalle dita di Photon.
-Monica,
che stai facendo!? Adesso basta fingere di essere sotto controllo mentale!!!
-Mi
hai chiesto perché vi stessi rivelando il mio piano…ho due risposte, per te –
interviene Maximus, aprendo la porta della cella. Non era nemmeno chiusa.
Photon
si avvicina a lui: la sua forma olografica inizia a diventare sempre più
brillante.
-Primo,
il chip che ti protegge dal mio potere non può proteggere Photon finché resta
in forma energetica. Secondo, ricordi cosa dicevo sul fatto che per distruggere
la razza umana e conquistare il mondo avevo solo bisogno di una fonte di
energia?
Maximus
il pazzo sorride, e Wasp rabbrividisce.
-Photon…uccidi
Wasp e distruggi il mondo, per cortesia.
-Sì,
Lord Maximus – risponde Photon, puntando il dito verso Wasp.
Subito
dopo ci sono un lampo di energia accecante e la risata di un pazzo.
CONTINUA!