Tell Abu Shahrain, Iraq

 

Un caccia americano sorvola la regione meridionale di questa nazione complicata, senza notare nulla degno di nota nonostante le aspettative.

-Base, non vedo nessuna “città nel deserto” apparsa magicamente. Siete sicuri dell’informazione?

Prima che possa sentire la risposta, qualcosa si avvicina all’aereo.

E’ un uomo con abiti semplici, quasi primitivi, una montagna di muscoli che segue con facilità l’aereo militare. Il suo sguardo incrocia per un istante quello del pilota, che per un secondo ha l’impressione di sentire una strana voce nella sua testa dire:

“Quanto tempo è passato? Decenni, secoli? Devo trovare gli altri”.

Il pilota non ha il tempo di riflettere sul significato di quelle parole che non erano parole, perché lo straniero accelera oltre la velocità del suono proprio di fronte a lui, diretto ad ovest.

 

 

#72

Il fardello dell’uomo eterno

Parte 2: Critica della ragion Eterna
di Carlo Monni e Fabio Furlanetto

 

Sede centrale delle Nazioni Unite, New York City

 

Everett K. Ross cerca di rimettersi un po’ in sesto, prima di entrare nell’ufficio. Si aggiusta la cravatta, mette al proprio posto il nuovo pass, ed entra cercando di sembrare il più professionale possibile. Sulla porta è in bella mostra la targa DPKO-SHS, che sta per Department of PeaceKeeping Operations SuperHuman Section (anche se poche delle persone che vi lavorano riescono a ricordarlo). Normalmente ci si riferisce a questo dipartimento semplicemente come SHS, oppure “i pezzi grossi che i governi incontrano meno volentieri degli altri pezzi grossi”.

-Scusi per il ritardo, madame direttrice, ma il mio taxi ha tamponato uno dei trampoli di Stilt-Man e...

Si ferma, notando con sorpresa che l’ufficio è già occupato. Visione siede al centro, il mantello debitamente piegato per non cadere a terra. Photon siede a gambe incrociate alla sua destra. Alla sua sinistra, una giovane donna dalla pelle porpora si alza in piedi con aria decisamente imbarazzata.

-Non sapevo avesse ospiti – dice Ross, incrociando con disappunto lo sguardo della ragazza porpora.

-Credo che lei conosca già la signorina Kara Killgrave, alias Persuasion...un ex membro di Worldwatch – risponde la donna dall’altra parte della scrivania.

-Quando lei aveva fatto il lavaggio del cervello a Pantera Nera per diventare la Regina d’Africa, sì, se non ha alterato la mia memoria ci conosciamo.

-Credo di poter andare ora, madame Rochelle – nota Persuasion, senza staccare gli occhi da Ross.

-Perché non le ordini di lasciarti andare, invece di chiederglielo?

-Signor Ross, il potere mutante di controllare le menti della signorina Killgrave è stato soppresso appena ha messo piede alle Nazioni Unite...una precauzione standard da quando abbiamo avuto certi...problemi con la delegazione latveriana.

-Se avete bisogno di me, i Vendicatori sanno dove trovarmi – replica secca la mutante. Prima che riesca ad uscire dall’ufficio, Ross ha l’ultima parola:

-Io starei lontano dall’ambasciata wakandiana se fossi in te.

-Signor Ross, la prego, abbiamo questioni serie da discutere – insiste Helaine Rochelle, direttrice della SHS.

-Sì, madame direttrice – risponde l’americano, sedendosi.

-Persuasion ci ha informato dell’esistenza di una cellula deviata dello SHIELD. Si fanno chiamare “i Guardiani” e sono un importante rischio per la sicurezza – lo aggiorna Visione.

-E’ davvero sicuro di potersi fidare di lei, Visione? So che avete servito entrambi in Worldwatch, ma... – interviene la francese.

-Ho controllato personalmente le informazioni che ci ha fornito, e le ho trovate...plausibili. I Vendicatori apprezzerebbero la piena collaborazione dello SHIELD e delle Nazioni Unite, nel rintracciare ed isolare i membri più pericolosi di questa organizzazione.

-Naturalmente, saremmo lieti di aiutarvi. Sono molto scettica sul fatto i Vendicatori farebbero lo stesso al nostro posto, Visione.

-Non credo di seguirla, direttrice Rochelle.

 La diplomatica francese si alza in piedi, avvicinandosi alla finestra e guardando fuori con aria riflessiva.

-Il pianeta è stato nuovamente invaso, di recente. I Vendicatori erano a conoscenza della minaccia degli Z’Nox, eppure hanno deciso di gestire la questione da soli...al massimo chiedendo l’appoggio di altri super-esseri. Mi piacerebbe essere informata di cose di questo genere prima di ricevere una telefonata dal Presidente francese che mi chiede perché ci sono centinaia di astronavi nel cielo. I francesi vorrebbero sapere chi devono combattere.

-Non credo che gli Z’Nox riuscirebbero a vedere una bandiera bianca dalla stratosfera – scherza Everett K. Ross.

Per sua fortuna, lo sguardo della Direttrice non è abbastanza potente da incenerirlo, anche se l’americano giurerebbe di aver sentito la temperatura della stanza scendere ben al di sotto dello zero assoluto.

-Come abbia fatto a diventare un diplomatico senza provocare incidenti internazionali è oltre la mia comprensione, signor Ross.

-Che mi dice delle voci sui servizi segreti interstellari finanziati dalle Nazioni Unite, Direttrice? – contrattacca Photon, finora taciturna.

-Non so di cosa stia parlando, Photon. Visione... secondo il suo rapporto, i Vendicatori si sono recati ad Olympia e Lemuria per trattare con le popolazioni locali.

-E’ esatto.

-E non ha pensato che la Grecia e le nazioni nell’Oceano Pacifico vicine a Lemuria, sono pressoché all’oscuro dei pericoli che la guerra tra Eterni e Devianti rappresenta per le loro popolazioni? Che avrebbero dovuto essere informate dei potenziali rischi, nel caso in cui i Vendicatori non fossero riusciti ad intervenire?

-Abbiamo informato lo SHIELD. Non possiamo rendere pubbliche tutte le minacce superumane, la maggior parte dei governi non sono in grado di gestire crisi di questa portata – risponde Photon prima che il sintezoide possa aprire bocca.

-Eppure mi avete appena fatto sapere che lo SHIELD non è completamente affidabile – controbatte la Direttrice – Questi “Guardiani” potrebbero già conoscere troppe cose su troppe minacce di portata mondiale. Non posso lasciare che i Vendicatori siano l’unica linea di difesa, quindi vi ordino di presentare al Comitato tutte le informazioni contenute nel vostri Archivi.

-Cosa!? Ha idea di cosa potrebbe succedere se una frazione di quelle informazioni cadesse nelle mani sbagliate!? – risponde Photon con veemenza.

-E lei crede veramente che spetti ai Vendicatori decidere cosa possano o non possano conoscere i governi di questo pianeta? – risponde Helaine Rochelle.

-Con tutto il rispetto, direttrice, i Vendicatori sono un’entità autonoma. Apprezziamo il coordinamento con la SHS, ma lei non è nella posizione di darci alcun ordine – risponde freddamente Visione.

-Capisco – replica altrettanto freddamente la francese, tornando a sedere alla propria scrivania – La ringrazio per averci avvisato del potenziale pericolo, Visione. Avviserò Il Sottosegretario degli ultimi sviluppi.

-Grazie per il suo tempo, Direttrice – risponde il sintezoide, passando attraverso il pavimento nella sua forma intangibile. Photon scompare con un debole lampo di luce, non prima di aver lanciato un’occhiata poco raccomandabile alla diplomatica.

Helaine Rochelle preme un tasto sulla scrivania, ordinando con voce ferma e lasciandosi scappare una punta di accento francese:

-Voglio parlare con Nick Fury entro un’ora. E ricordategli che nel mio ufficio non si fuma.

 

 Olympia, città degli Eterni

 

Zuras osserva la città di cui è sovrano dalla sala del trono, mentre tra le strade provengono i suoni della battaglia. I suoi pensieri sono indecifrabili per la figlia Thena, che vola al suo fianco e gli parla con voce preoccupata:

-Padre, hai visto? Gli Eterni di Eridu...

-Stanno attaccando i Vendicatori ed i devianti nostri ospiti, sì, li sto osservando. Duemila anni di totale isolamento non sembrano aver reso un gran servizio ai nostri parenti mesopotamici...sono avventati e facili all’ira come un tempo.

-Sono anche troppo potenti perché degli umani possano sconfiggerli, padre...persino Ikaris sembra in difficoltà. Perché hai impedito agli altri Eterni di prendere parte allo scontro?

-Conosco bene il loro sovrano Enki; non avrebbe mai accettato di mandare come emissari i suoi stessi figli senza sperare di provocare una nuova guerra. Non c’è bisogno che io ti ricordi quanto furono cruente le nostre battaglie, vero? Il Trattato di Babilonia mi impedisce di intervenire senza scatenare una guerra tra Olympia ed Eridu.

-Sersi e Ador...Songbird hanno preso parte alla battaglia, padre. Quali che siano i tuoi piani per salvare Olympia, io sarò al fianco delle mie sorelle – risponde con decisione Thena, prima di uscire dalla sala del trono troppo velocemente perché le parole del padre la raggiungano:

-Aspetta! Se intervieni prima di...ah, l’irruenza dei giovani.

 

-Questo non è esattamente quello che mi aspettavo da una missione diplomatica! – grida Songbird mentre genera una barriera di suono solido per resistere ai colpi di Innara, l’Eterna guerriera di Eridu.

-Iron Man, sicuro che una strategia difensiva sia una buona idea? Innara è una forza della natura, non si arrenderà tanto facilmente...

<<Speravo di guadagnare abbastanza tempo per far intervenire gli Eterni...dove diavolo sono tutti? Possibile che non vogliano difendere la propria città?>> risponde il Vendicatore in armatura, che sta cercando di dare una mano alla compagna di squadra allargando il campo di forza per resistere all’assalto.

-Anch’io speravo di divertirmi un po’ di più, ma così è troppo facile – risponde Innara, tra le cui mani si materializza una spada di metallo creata dalle molecole dell’aria...e che utilizza per un unico, potente fendente.

La barriera di suono cede, ed Iron Man risponde con una scarica di repulsori a piena potenza che spezzano a metà l’arma della guerriera...che si limita a sorridere.

-Come se potesse bastare – risponde, rigenerando la parte danneggiata della spada. O meglio, iniziando a farlo, perché il metallo circondato da un’aura di energia si trasmuta rapidamente in un serpente che le blocca i movimenti del braccio.

-Quel trucco è sempre andato forte in Egitto – nota Sersi, lanciando una scarica di energia oculare mentre Songbird attacca generando due grandi magli sonici.

Innara cade a terra, ma ci resta meno di un secondo: si rialza prima in piedi e poi in volo, strappandosi di dosso il serpente e mandando in mille pezzi con un solo pugno il martello di energia sonica che stava per colpirla.

-State scherzando, vero? Ho combattuto eserciti di centinaia di migliaia di Devianti con una mano legata dietro la schiena, e credete di potermi sconfiggere in tre?

<<Hai ucciso un Deviante innocente sotto i nostri occhi, ragazza: vantati quanto vuoi, ma non la passerai liscia>> risponde Iron Man, mentre i sofisticati computer della sua armatura analizzano il corpo dell’avversaria alla ricerca di un punto debole.

“Gli Eterni sono fondamentalmente esseri umani geneticamente modificati” riflette Tony Stark “Gli esseri viventi sono trasformatori di energia, non generatori...e potrei far funzionare l’armatura per una settimana con l’energia che lei spende in pochi minuti. Da dove diavolo prende così tanto potere!?”

Stark non ha però il tempo di continuare la propria ipotesi, costretto ad alzarsi in volo per schivare la violenta carica della guerriera. Songbird riesce a difendersi innalzando una bolla di suono solido per proteggersi, ma Sersi subisce in pieno l’attacco dell’Eterna rivale.

“Vincere con la forza bruta è fuori questione” capisce Tony.

Mentre Innara tempesta di colpi Sersi, Iron Man rivolge la propria attenzione verso gli altri Eterni di Eridu...più specificamente, osserva la loro regina Ki trattenere in un campo telecinetico sia Ikaris che Ercole.

“Sì, decisamente fuori questione. Di cosa sono fatti questi tizi?” – si chiede, prima di essere costretto a terra da un mini-tornado alzato da Enili.

 

Questa è la situazione che Thena si trova davanti, una volta arrivata sul luogo dello scontro. I Vendicatori sull’orlo della sconfitta, Ikaris imprigionato da un vecchio nemico implacabile, Devianti in fuga ed in preda al terrore...e nessun Eterno ad aiutarli.

-Non credo ai miei occhi! Fratelli e sorelle di Olympia, possibile che non abbiate un minimo di orgoglio? Possibile che non desideriate aiutare dei valorosi alleati, e scacciare questi folli invasori?

-Certo, ma più di ogni altra cosa essi desiderano la pace – interviene Zuras, che a braccia conserte sta osservando lo scontro alcuni metri sopra la posizione della figlia; la sua solita espressione impassibile ha però lasciato spazio ad un’indignazione malcelata.

-Ki, regina degli Eterni di Eridu! Stai davvero testando la mia pazienza. Il Trattato di Babilonia vi permette di rispondere adeguatamente agli attacchi isolati, ma proibisce categoricamente che un qualsiasi tipo di battaglia si svolga in una delle capitali Eterne.

-Dovresti imparare a tenere sotto controllo i tuoi sudditi, Zuras – risponde la regina, che non sembra fare alcuna fatica nel distrarsi dalla trappola telecinetica nonostante un Eterno ed il Principe della Forza stiano dando il massimo per liberarsi.

-La mia pazienza ha dei limiti, regina.

-Cosa intende per...un secondo. Non ti ho sentito dare nessun ordine; stai usando i tuoi poteri mentali per impedire agli altri Eterni di difendere Olympia!? – realizza Thena – Avresti potuto fare lo stesso per impedire a quella pazza di uccidere un innocente!

-Tu, Ikaris e Sersi siete sempre stati restii a seguire i miei ordini...non sono riuscito a controllarvi – ammette Zuras – E credimi, non sono fiero di ciò che sono stato costretto a fare. Ma uno scontro aperto tra Eridu ed Olympia rischierebbe di rovinare per sempre il mondo degli umani, e non posso permetterlo. Ki! Ferma immediatamente i tuoi sudditi, prima che io sia costretto ad intervenire!

-Tutto questo è semplicemente intollerabile – risponde la regina, con un leggero cenno del capo ai suoi figli.

Innara lascia andare Sersi, e si allontana per tornare dalla propria regina. Il vento sollevato da Enili scompare in un sospiro, mentre Iron Man vola verso Zuras per rinfacciargli con un volume abbastanza alto da farsi sentire da mezza città:

<<Si può sapere che diritto hai di decidere per il resto dell’umanità, Zuras? Credevi davvero di poter controllare i Vendicatori?>>

-Lo stesso diritto che i Vendicatori avevano di intervenire nelle nostre questioni con Lemuria, uomo di ferro. La situazione attuale è colpa vostra quanto mia...se non aveste eliminato Ghaur senza assicurarvi di sostenere un vero cambiamento nella società Deviante, non saremmo stati attaccati senza motivo. Se non aveste preso nelle vostre mani la guerra, non sarei stato costretto a cercare nuovi alleati tra gli Eterni dispersi.

<<Non puoi dare a noi la colpa di...>>

-Se voi non aveste sfidato la loro autorità senza conoscere le loro usanze, gli Eterni di Eridu non vi avrebbero attaccato...ed io non sarei costretto a chiedere loro di portare altrove lo scontro, impossibilitato ad intervenire senza scatenare un’altra Guerra Eterna.

Dietro la maschera di Iron Man, Tony Stark realizza qualcosa quando fissa gli occhi di Zuras. E’ una sensazione che ha già provato molte volte in passato, anche se raramente l’ha riconosciuta così rapidamente...la sensazione di aver sbagliato tutto.

Ci sarà tempo per rifletterci su. Un tempo in cui i Vendicatori non saranno raccolti in un campo di forza telecinetico e scaraventati tra le montagne della Grecia, subito seguiti da tre Eterni pronti a dimostrare la propria forza.

 

 

Un Ospedale a Manhattan

 

I loro veri nomi non hanno mai interessato molto il grande pubblico. Chiunque li conosce solo con i loro nomi di battaglia: l’Uomo Assorbente e Titania e pochi crederebbero che vogliono davvero mantenere un basso profilo, eppure è così. Solo di recente, mentre era sotto la dominazione mentale di qualcuno per lei ancora sconosciuto, Titania ha rischiato di morire e di perdere il bambino che portava in grembo[1] ed in questa fase delicata della sua vita non se la sente di rischiare tutto quello che ha per amore dell’avventura. Purtroppo per lei, a volte la storia si ripete.

Il problema quando si è a letto dopo una debilitante operazione è che si ha la guardia abbassata, così, quando l’uomo conosciuto come il Controllore sfonda la parete della stanza d’ospedale dove Mary McPherson Creel si trova piantonata lei non è in grado di reagire adeguatamente. Ci vogliono pochi secondi al supercriminale per applicare a Titania uno dei suoi dischi di controllo e poi fuggire via portandosi dietro la ragazza come se fosse nient’altro che un fagotto senza curarsi della reazione dei poliziotti e delle guardie di sicurezza.

Viene dato un allarme piuttosto inutile, ormai i due sono lontani.

 

Base dei Vendicatori

 

Jocasta scatta in piedi quando suona l’allarme generale, lasciando cadere la rivista di moda che stava leggendo. Si collega immediatamente ai sistemi di comunicazione.

-Visione, abbiamo ricevuto un segnale di emergenza da parte del team di Iron Man... ma ho perso subito il segnale.

Passa meno di un secondo, e Photon si materializza nella stanza rispondendo:

-Stavamo per atterrare, richiama il resto del gruppo. Io intanto vado...

Un segnale radio raggiunge la base prima che l’eroina abbia il tempo di finire la frase. Riporta un messaggio audio, una voce artificiale senza la minima ombra di preoccupazione:

-Machine Man a base. Stiamo cercando di fermare una città in rivolta, sarebbe possibile ricevere assistenza entro i prossimi dieci minuti?

Jocasta e Photon si scambiano uno sguardo d’intesa. Quest’ultima sbuffa, prima di trasformarsi in luce e scomparire a trecentomila chilometri al secondo:

-Questa squadra ha bisogno di un teleporta o di un altro velocista.

 

Lemuria, sul fondo dell’Oceano Pacifico

 

Risalire il segnale radio dall’altra parte del mondo è semplicissimo, per Photon, anche se avrebbe fatto volentieri a meno di rimbalzare su tutti quei satelliti.

Si trasforma in un fascio di neutrini per passare attraverso ai chilometri di acqua di mare e allo strato di roccia che proteggono Lemuria dal mondo esterno.

Quando riprende forma umana, nel punto da cui Machine Man aveva trasmesso il segnale, deve tornare immediatamente ad una forma di ologramma intangibile: è all’interno di un edificio in fiamme.

-Speravo proprio che fossi in servizio – risponde il robot, che riesce a vederla nonostante il denso fumo nero.

-Che cosa è successo? Credevo che l’esplosione ci fosse stata parecchie ore fa – risponde Photon con una voce disumana: non ha ancora imparato a rendere più naturale la voce che genera quando è composta di luce, nonostante gli appunti di Henry Pym sulla sonoluminescenza.

-Abbiamo già spento due incendi, ma non è stato facile coordinarsi per colpa della rivolta. I Devianti utilizzano un particolare metodo per l’estrazione dell’energia termica dal magma che scorre sotto...

-Quale rivolta? Dove sono gli altri?

-C’è stato un altro attacco all’ambasciata, ed un gran numero di Devianti ci hanno assalito: ho perso il contatto con i miei compagni di squadra. Un incendio di queste proporzioni potrebbe mietere parecchie vittime, e quindi gli ho dato la precedenza. C’è nulla che potresti fare per aiutarmi? I miei estintori interni sono ormai scarichi.

-Non saprei come aiutarti, non mi viene in mente nessuna forma di energia adatta a spegnere il fuoco. Andrò a cercare Thunderstrike, dovrebbe essere capace di evocare una tempesta anche a queste profondità.

Una microscopica frazione di secondo dopo, Photon è già in una delle maggiori piazze della città. Occhio di Falco sta combattendo contro tre Devianti contemporaneamente, usando l’arco come se fosse una staffa. Attorno a lui, centinaia di frecce spezzate a metà ed almeno una cinquantina di Devianti privi di sensi.

-Serve una mano?

-No, ho quasi finito – risponde Occhio di Falco colpendo uno degli avversari in testa.

-Hai combattuto contro tutta questa gente? – chiede Photon stordendone un altro con un raggio di luce concentrato direttamente negli occhi.

-Credo abbiano catturato Cap junior – risponde l’arciere stendendo l’avversario con un pugno allo stomaco – Siamo stati separati davanti all’ambasciata... ci saranno stati mille Devianti, potrebbe essere ovunque ormai.

-Esagerato – interviene una voce familiare, subito prima che uno scudo colpisca l’ultimo dei Devianti rimasti in piedi. Rimbalza sul muro di una casa, poi sulla strada, ed infine tra le mani di Capitan America.

Il suo costume è lacerato in alcuni punti, una delle ali della maschera è stata strappata ed in generale sembra aver passato giorni migliori, ma non ha versato una sola goccia di sangue.

-Non erano più di trecento.

-Hm. Scommetto che ti ha aiutato Thunderstrike – risponde Occhio di Falco a denti stretti.

-In realtà non l’ho più visto dall’attacco. Credo di aver identificato la Deviante che ha fatto esplodere l’ambasciata...

-Hai combattuto trecento Devianti da solo? – lo interrompe incredula Photon.

-E’ stata dura...per fortuna, verso la fine sono riuscito a recuperare lo scudo. Sei qui da sola o anche gli altri Vendicatori...

-Stanno partendo per Olympia, sembra che i guai non siano finiti. Occhio di Falco, sei tu il capo della missione; che si fa, adesso?

L’arciere si ferma un attimo a riflettere, recuperando l’unica freccia ancora intatta che trova al suolo e riponendola nella faretra altrimenti vuota.

-Photon, aiuta Machine Man a spegnere l’incendio: ti chiamerò in caso ci serva aiuto. Junior, noi andiamo a cercare Thunderstrike e quella Deviante che hai visto.

-Sperando che non abbia già lasciato la città!

-Non credo che abbia finito di causare problemi, chiunque sia. E comunque, la prossima volta prova ad avvertirmi prima di scatenare una rivolta okay?

-Lo so, ed avrei anche dovuto segnalare la mia posizione invece di lasciare che ci separassero – si scusa l’eroe.

-E un’altra cosa, Junior...gran bel lavoro.

Photon scompare in un lampo, letteralmente, mentre i due Vendicatori iniziano a correre verso ciò che resta dell’ambasciata.

 

 

Un luogo attualmente sconosciuto

Il suo vero nome è Carl, ma da tempo, per tutti è solo Crusher. Anche sua moglie lo chiama così ed è proprio a causa di sua moglie, probabilmente, che si fa cogliere impreparato dagli eventi. Crusher Creel, meglio noto col soprannome di Uomo Assorbente, a causa dei suoi straordinari poteri di origine mistica, ama sua moglie e sapere che è stata rapita dal Controllore lo riempie di rabbia e la cosa non gli piace, perché la rabbia è stata spesso la causa dei suoi guai. Tutto quello che vorrebbe è vivere una vita tranquilla con Skeeter e la bambina, ma è proprio destino che non ci possa riuscire a quanto sembra. Quando rientra nel piccolo appartamento che ha affittato sotto falso nome non è sorpreso di trovarci gente, in fondo non è mai stato troppo bravo a nascondersi. A mettersi nei guai, in questo sì che è un maestro.

Conosce chi gli sta davanti: il Barone Zemo e Fixer. Scommette di sapere cosa vogliono.

-Scordatevelo!- afferma prima ancora che loro parlino –Non intendo entrare a far parte dei Signori del Male o come diavolo avete chiamato il vostro gruppo questa settimana.

-Nemmeno in cambio di tua moglie e della sicurezza per tua figlia?- ribatte Zemo ed in risposta allo sguardo eloquente di Creel aggiunge –Sapevo che avrei attirato il tuo interesse.

Dietro la sua maschera si può facilmente indovinare un sorriso.

 

 

Sulle montagne della Grecia

 

I quattro Vendicatori atterrano non troppo dolcemente su una sorta di materasso di suono solido, creato all’ultimo secondo possibile da Songbird.

Nonostante sia l’unico essere completamente umano tra i presenti, Iron Man si sforza per non lasciar vedere agli altri quanto sia scosso dall’esperienza di essere scaraventati a centinaia di chilometri all’ora contro una montagna…è a capo di questa missione, non può lasciare che gli altri lo vedano crollare. Per fortuna, i servomotori dell’armatura mascherano bene il giramento di testa.

<<Okay, il piano A è decisamente andato a quel paese. Sersi, sei l’unica ad aver già incontrato questi fanatici…non hanno nessun punto debole che potremmo sfruttare?>>

-Oltre al fatto di essere dei fanatici? Ne dubito. Hanno tenuto testa ad Olympia per secoli, nonostante avessero un quinto della sua popolazione…

-Stanno arrivando – li avvisa Songbird indicando un microscopico punto nel cielo che si ingrandisce sempre più – Non sarebbe il buon momento per una ritirata strategica?

<<No. Zuras può essere stato sconsiderato a cercare un accordo con loro, ma su una cosa aveva ragione: se l’ultima volta avessimo fatto le cose per bene, invece di limitarci a prendere a calci nel sedere l’avversario, ci saremmo risparmiati questo disastro. Stavolta andremo fino in fondo>>

-Facendoci prendere a calci dall’avversario? – ribatte sarcasticamente Songbird.

<<Ti assicuro che non è il piano, Melissa…>>

-E quale sarebbe?

<<Non lo so ancora, ma di sicuro non comprende farci battere da tre megalomani immortali. Ercole, mi serve un diversivo…qualcosa per tenere impegnati gli Eterni di Eridu per qualche secondo>>

-Sarò lieto di combattere questi falsi dei, amici Vendicatori… ma ricordate: l’Eterno barbuto sarà il mio avversario.

Detto questo, il dio della forza si volta verso il massiccio montuoso alle sue spalle, sputa sul palmo destro e poi si strofina entrambe le mani. Infine, quando gli Eterni di Eridu fanno il proprio ingresso tronfio e trionfale, Ercole affonda le mani nella roccia ed inizia a sollevare.

Songbird, che non aveva mai assistito ad un simile sfoggio di forza fisica, resta a bocca aperta. Sersi ed Iron Man si limitano a sorridere, ricordando i vecchi tempi.

Sono tutti e tre all’ombra del lato della montagna che Ercole ha appena staccato a mani nude, e che sta quasi per crollare sotto il proprio peso mentre il semidio grida:

-Voi, che vi spacciate per dei! Guardate cosa pensa di voi il Leone d’Olimpo!

Considerando le sue dimensione ridotte rispetto alle centinaia di tonnellate di roccia che sta sollevando, sembrerebbe fisicamente impossibile che Ercole riesca anche a lanciare tutto quel peso.

La cosa non sembra preoccuparlo più di tanto, perché il Vendicatore scaglia il colossale macigno nell’aria.

Innara ed Enili sono chiaramente preoccupati, sbrigandosi a spostarsi rapidamente per non essere investiti da quella frazione di montagna. Ki non si sposta.

-Mia signora, spostatevi! La montagna… - la avverte Innara.

-Inutile – è l’unica parola che la donna si lascia sfuggire, prima di indicare con sufficienza l’enorme proiettile che sta per colpirla…che si riduce prima in sabbia e poi in niente, prima di raggiungerla.

-Credo…credo avremo bisogno di rinforzi – suggerisce Sersi.

<<Non serve>> risponde Iron Man con ben più di una punta di orgoglio <<Ho appena capito come batterli>>

 

 

Lemuria, Città dei Devianti, sotto l’Oceano Pacifico

 

Questa città potrebbe essere il sogno di un archeologo, specie di uno del tipo di Indiana Jones. Una vera città antidiluviana, nel senso più letterale del termine, abitata da una razza la cui civiltà è così antica da aver dato, forse, origine ad alcuni dei miti più ancestrali dell’Umanità, ma non è certo a questo che stanno pensando altri tre personaggi della nostra storia. Kro, l’attuale Signore dei Devianti, non è certo soddisfatto della piega che hanno preso gli eventi, dopotutto, quando sei appena ritornato al potere dopo che un sacerdote folle ha quasi portato alla rovina il tuo popolo avresti il diritto di sperare che le cose vadano bene almeno per un po’… anche se dovresti essere rassegnato al fatto che non sempre i desideri e le speranze si realizzano quando porti la corona Deviante. Quanto colui che l’accompagna: è la perfetta copia genetica, fino al livello di replicare memorie e sentimenti, di un uomo morto da tempo. Certo è che nessuno di loro ama particolarmente l’idea di essere circondato da una folla inferocita.

Improvvisamente ecco apparire Photon

-Meno male che state abbastanza bene- dice –Occhio di Falco mi ha mandato a cercarti. Abbiamo bisogno delle tue abilità per spegnere gli incendi.

-Volentieri. Sempre che tu abbia qualche idea su come cavarcela con una folla in tumulto- le chiede Thunderstrike.

-Vediamo se questo funziona. Copritevi gli occhi!-

Un improvviso lampo di luce emana da Monica Rambeau accecando i Devianti e lasciandoli scossi e storditi.

Suggerisco di raggiungere i vostri amici il prima possibile.- interviene Kro.

-Saggia idea. Io vi precedo.

Alla velocità della luce Photon scompare e Thunderstrike comincia a roteare la sua mazza –Aggrappati a me, Maestà o come diavolo ti chiamano da queste parti, perché ora…si volaaa!-

-E tu saresti un Vendicatore? Bah!- è il solo commento di Kro, mentre si alzano in volo.

 

 

New York. Quartier Generale dei Vendicatori

 

L’uomo volante atterra nel giardino antistante una delle più famose dimore di New York e si avvicina tranquillo alla porta. Sofisticati sensori lo analizzano accuratamente e dopo pochissimi istanti lo lasciano passare aprendo il portone. L’uomo, che indossa solo una specie pantaloni che gli arrivano appena sotto il ginocchio e dei sandali, attraversa il corridoio e chiama:

-C’è nessuno qui?

Da un angolo del corridoio ecco spuntare Edwin Jarvis che per un attimo, ma solo per un attimo, mostra una genuina sorpresa.

-Padron Gilgamesh… da quanto tempo.

-Si… è passato un po’ di tempo, Jarvis, ma è sempre un piacere vederti. È successo qualcosa di importante durante la mia assenza?

Jarvis lo guarda in modo che Gilgamesh trova strano, poi dice:

-Mi segua.

Nella sala riunioni Visione sta guardando le ultime notizie su vari monitor. Al vedere il nuovo arrivato anche la sua tradizionale impassibilità si incrina:

-Gilgamesh... tu sei... vivo?

-Avrei dovuto essere morto?- chiede, stupito, l’Eterno.

-Io ed altri Vendicatori ti abbiamo visto uccidere. Abbiamo constatato la mancanza di segni vitali.

-Interessante. E come sarei... morto, di grazia?

-A quanto mi hanno detto...- interviene Jocasta -...una specie di nano blu ti ha trapassato il cuore con una lancia.- Gilgamesh le rivolge uno sguardo divertito e Jocasta aggiunge -Uhm…si: capisco che sembri molto difficile da digerire, conoscendoti.

-Davvero interessante. Non ricordo di aver mai vissuto una tale avventura, ma non credo che sia il momento di approfondire la questione. Se non sbaglio, da quel che vedo, direi che avete un po’ di problemi.

-Problemi molto seri, a dire il vero… e coinvolgono il tuo popolo ed i tuoi vecchi amici: i Devianti.

-Hm. Per una volta, trovo adatta l’espressione umana “Certe cose non cambiano mai”.

 

 

Lemuria, capitale del Regno Deviante

 

Conoscete il detto: una tempesta in un bicchier d’acqua? La capitale deviante è certo più grande, ma l’effetto che Thunderstrike ottiene non è molto dissimile, mentre con un forte vento creato dal roteare veloce della sua mazza dissipa le ultime vestigia dell’incendio.

-Mi dispiace, dice –Ma di più non riesco a fare: io non sono Thor, dopotutto.

-Ma hai ottenuto comunque lo scopo- commenta Machine Man –Ottimo lavoro. Ora ci resta solo da calmare questa folla inferocita ed avremo davvero finito.

-Se solo potessi farmi ascoltare…- interviene Kro.

-Oh, questo è facile.- replica Aaron Stack e lo afferra, mentre le sue gambe si allungano telescopicamente fino a raggiungere un terrazzo, dove, grazie a braccia anch’esse allungate telescopicamente, Kro viene depositato. A questo punto Machine Man estrae dal suo petto un piccolo microfono collegato ad un cavo e lo porge al leader Deviante.

-Questo dovrebbe funzionare- gli dice.

Kro, beatamente indifferente alla scena che qualunque umano considererebbe strana, parla ai propri sudditi:

-POPOLO DEVIANTE ASCOLTAMI!

La voce rimbomba oltre il rumore della folla, che si blocca sollevando le teste verso l’alto, mentre Kro continua a parlare.

-Questa violenza insensata deve finire. Una nuova guerra con gli Eterni non ci porterà a niente. Se lasciate fare a me, io…

-Buffone!

-Impostore!

Individuare chi ha parlato è impossibile, così come lo è capire chi ha lanciato la pietra che raggiunge Kro al volto. Più in basso, a livello terra, Thunderstrike decide di reagire:

-Ora basta!- esclama –Se la violenza è il solo linguaggio che capite, allora lo parlerò anch’io!

Con un rapido gesto batte la sua mazza sul pavimento di pietra provocando una fortissima onda d’urto che manda a gambe all’aria tutti i presenti… a parte Thunderstrike e Machine Man, che si è ancorato al suolo.

-Ora forse ascolterete- commenta il barbuto Vendicatore.

 

 

New York. Casa Steele.

 

Sono usciti tutti e lui è rimasto solo. Negli ultimi tempi Bobby Steele si è fatto più scontroso e scorbutico. Sua moglie Marcy ed il suo figliastro, Kevin Masterson, hanno attribuito la cosa alla depressione per la lesione al ginocchio che ha troncato la sua carriera nel Football, ma non sospettano la verità e come potrebbero? Bobby, appoggiandosi alla stampella, scende in cantina e qui apre un armadietto di cui solo lui ha la chiave. All’interno un’ascia bipenne dall’aria molto antica. Il suo pensiero va a quando la trovò in quella casa abbandonata, a quando ne udì nella mente il richiamo irresistibile, a quando la prese in mano per la prima volta e sentì scorrere nelle sue vene il suo irresistibile potere, un potere che non poteva essere lasciato a riposare, mentre c’erano nel mondo tante ingiustizie da riparare, tanto male ad infettarlo. Un’infezione per cui c’era una cura infallibile, una cura di nome Bloodaxe.

Mentre la figura di Bobby Stelle viene investita dal bagliore del puro potere asgardiano ed ancora una volta la sua figura si trasforma in quella ben più alta e massiccia del sinistro giustiziere, i suoi stessi pensieri, la sua stessa personalità cambia per far posto alla cupa ansia di vendetta di colui che è chiamato Bloodaxe.

 

 

Lemuria: capitale Deviante

 

Ignaro di eventi che presto avranno serie ripercussioni sulla sua vita e su quella di coloro che gli sono cari, colui che è chiamato Thunderstrike sta in piedi osservando i Devianti che faticosamente si stanno rialzando.

-Ben fatto ‘Strike- dice, improvvisamente una voce conosciuta. Thunderstrike non ha bisogno di girarsi per rispondere al compagno di squadra.

-Ce ne avete messo di tempo per arrivare, Occhio di Falco.

-Abbiamo avuto un po’ di problemi…- risponde l’Arciere -… ma ce la siamo cavata bene, dopotutto, specialmente Cap Junior.

-Ho solo fatto quel potevo- si schermisce Jeff Mace.

-E chi ha detto il contrario? Vedo che ci avete messo un po', ma avete riportato alla ragione quegli scalmanati.

-Quegli scalmanati sono il mio popolo- replica Kro, che ha abbandonato la sua postazione per raggiungere gli altri –Hanno i loro buoni motivi per essere irritati, visti i recenti attentati e peggiorerà se non scopriamo alla svelta i veri colpevoli.

-Io ne ho trovata una- ribatte Capitan America –Quella che ha provocato la seconda esplosione. L’avevo, ehm, stesa col mio scudo prima che la folla ci aggredisse.

-E dov’è adesso?- chiede Kro.

-Credo di averla appena trovata- interviene Photon portando con se un corpo inanimato -… ma credo che rimarrete sorpresi.

 

 

Olympia

 

Un vecchio dai capelli bianchi ma dal fisico ancora più che sano si aggira per le stanza del palazzo reale, circondato da tecnologia al tempo stesso preistorica ed avanzatissima.

Un dispositivo in particolare attira la sua attenzione: il generatore che permette alla città di esistere leggermente sfasata dalla dimensione terrestre, rendendola invisibile agli umani e alla tecnologia a loro disposizione.

“Perfetto” pensa il vecchio Aletheo collegando un dispositivo più piccolo del palmo della sua mano al pannello di controllo del generatore dimensionale “Basteranno pochi secondi per creare una copia virtuale del sistema…abbastanza da poterlo ricostruire”.

Appena ha finito il proprio pensiero, il congegno inizia a sciogliersi spontaneamente; una voce stentorea alle sue spalle aggiunge:

-Mi stavo giusto chiedendo quando saresti intervenuto.

 

 

Lemuria

 

-Cosa intendi dire?- chiede Occhio di Falco –Cosa ti fa pensare che sia proprio la Deviante che stiamo cercando?-

-Il fatto che non è una Deviante- risponde Photon.

-Vuoi dire che è un’Eterna?- interviene, preoccupato Kro.

-Non proprio. Guardala bene.

Photon espone il collo della donna svenuta e mette in mostra due piccole… branchie.

 

 

Olympia

 

-Zuras? Cosa ci fai qui? Credevo partecipassi alla battaglia - prende tempo Aletheo.

-Davvero curioso che tu abbia scelto di agire soltanto adesso – si intromette un’altra voce, un istante prima che Ikaris lo sollevi da terra.

-E smettila di interpretare Aletheo, intruso. Quando Zuras ha bloccato telepaticamente tutti gli Eterni per escluderli dalla battaglia, soltanto uno mancava all’appello…in effetti, non riesco a leggere la tua mente neppure ora. Un qualche dispositivo Deviante?

 

 

Lemuria

 

Kro è sinceramente stupefatto.

-Questa non è una Deviante e nemmeno un’Eterna: è una Lemuriana.

 

 

Olympia

 

-Ikaris, ti prego…mettilo giù – ordina Zuras – La sua tecnologia può ingannarti, ma osserva attentamente il suo codice genetico. Questa spia è un Inumano.

 

 

CONTINUA

 

 

NOTE DEGLI AUTORI

 

 

 

Secondo, scoppiettante, episodio di quest’appassionante trilogia (la modestia è il nostro forte, si capisce?). Cosa c’è da chiarire sul contenuto della storia? In realtà molto poco:

1)      L’Eterno di nome Gilgamesh, noto anche come Il Dimenticato, è un altro personaggio creato da Jack Kirby nella serie originale dedicata agli Eterni. Il suo passatempo preferito è compiere imprese eroiche, attività nel corso della quale è stato spesso scambiato per qualche eroe mitologico, come, ad esempio, Ercole, per non parlare del fatto che lui sarebbe veramente l’eroe della mitologia sumera noto appunto come Gilgamesh. La sua “morte” è un altro di quegli eventi narrati nella famigerata storyline chiamata “La Traversata” che si sono rivelati falsi. Ne sapremo di più, forse, in futuro.

2)      Un piccolo chiarimento su Lemuria. Molti di voi dovrebbero già saperlo, ma forse è il caso di chiarire che esistono due Lemurie: una è quel che rimane dello stato governato dai Devianti nell’era precedente al Diluvio Universale, ora ridotto a poco più di una città sotterranea situata sotto i fondali dell’Oceano Pacifico e l’altra è l’Impero sottomarino fondato ed abitato dai cosiddetti Homo Mermanus dalla pelle verde o blu e che respirano attraverso branchie. Anche su di loro maggiori notizie nei prossimi episodi.

E con questo è tutto, almeno per adesso.

 

 

Carlo & Fabio



[1] Per la storia completa vedi i recenti numeri di Webspinners.