PROLOGO

 

 

Nella sua carriera come Polaris, Lorna Dane aveva combattuto cose al di là di ogni immaginazione; una volta se l’era vista addirittura con un’intera isola senziente... tuttavia, niente di quello che aveva visto al fianco degli X Men l’aveva preparata a quello che stava vivendo: essere in un castello all’interno di una città straordinaria che si trovava sotto assedio, accanto a personaggi che fino a ieri credeva esistessero solo nella mitologia scandinava, beh, era troppo anche per una mutante.

Era ad Asgard, la patria degli dei nordici, che stava per essere presa d’assalto da quelli che venivano definiti gli “dei oscuri”.

Lorna ne stava seduta, osservando uomini con elmo e armatura intenti a fare operazioni come affilare le spade o sellare i cavalli, stupita e affascinata allo stesso tempo.

Era tutto nuovo per lei, le sembrava di essere in un racconto fantasy con tanto di prodi guerrieri, donne bellissime e cavalli alati. Mancavano solo i draghi ma avrebbe scommesso che presto sarebbero saltati fuori pure quelli.

Sorrise automaticamente a quel pensiero.

Wonder Man le si avvicinò.

<Nervosa?>

<Un po’.  Non ero preparata a... questo. Come ho già detto,[1] mi pare di essere sul set del Signore degli Anelli.>

<Già ... oppure in uno di quei film che ho girato, Arkon IV. Lo hai visto?>

<Uh, no.>

<Come no? I film di Arkon sono un cult!>

<Spiacente Simon, non sono il mio genere... ne andava matto il mio vecchio amico Guido,[2] ma per quanto gli volessi bene, aveva gusti orribili in fatto di... beh, in molte cose.>

<Cosa mi tocca sentire!> scherzò Wonder Man <Arkon IV era un mix di fantasy e sci-fi! La storia...>

Il suono di un corno interruppe la conversazione, richiamando la loro attenzione.

Era il segnale che il nemico era alle porte.

La quiete era finita e la tempesta stava per scoppiare.

<Prepariamoci!> disse lei, alzandosi in piedi.

<Attaccano!> urlò qualcuno.

L’armata al servizio degli dei Oscuri si era mossa e fu subito il caos.

Balder il coraggioso aveva richiamato tutti i guerrieri a sua disposizione.

Sul suo volto era evidente la preoccupazione: con il Padre Odino immerso nel suo periodico sonno rigenerante e Thor perduto chissà dove, il fardello di guidare la sua gente in quest’ora buia era ricaduto sulle sue spalle.

Ne sarebbe stato degno?

<Ci siamo Asgardiani, il momento è giunto!> urlò, mascherando abilmente ogni dubbio o preoccupazione <Il nemico ha radunato le proprie forze e sta tentando un nuovo assalto alle nostre mura! Li abbiamo già respinti, e lo faremo di nuovo! PER IL PADRE DEGLI DEI, PER LA GLORIA ETERNA... PER ASGARD!>

Un boato entusiasta si alzò, scandendo bene il nome della città.

<Quale gloriosa battaglia ci attende! Ercole non è un asgardiano ma si dice fiero di combattere nuovamente al vostro fianco, Lady Sif!> disse il principe della forza.

<Mi sento più tranquilla, con il Leone dell’Olimpo al mio fianco.> rispose la donna <Vorrei solo che Thor potesse essere qui a condividere la nostra gloria.>

<Verrà.> rispose la Valchiria <Sono certa che il dio del tuono non mancherà questa battaglia.>

Il nemico aveva portato l’attacco fino alle mura dorate.

Gli dei Oscuri non tardarono ad arrivare e la battaglia iniziò. 

Le porte di Asgard si aprirono e in sella ai loro destrieri i suoi difensori andarono incontro ai nemici che avanzavano.  Le loro armi incrociarono quelle dei nemici.

I difensori si battevano con coraggio e determinazione.

Un pittore o un regista avrebbero ricavato da quanto stava accadendo scene maestose di lotta.

Il prode Balder, la bella Sif, sua figlia Thrud assieme alle Valchirie, i Tre Guerrieri, Tyr e Vidar e tutti gli altri dei e dee non risparmiavano colpi.

 Anche vecchi nemici come Ulik il Troll; Karnilla, Regina dei Norn, e Alfyse, Signora degli Elfi Oscuri, avevano messo da parte le antiche inimicizie e si battevano per la sopravvivenza comune.

Al loro fianco i Potenti Vendicatori provenienti da quella che i nativi chiamavano Midgard: Ercole, Valchiria, Polaris e Wonder Man.

Tutti ci davano dentro determinati a non arrendersi agli dei Oscuri.

Polaris usò il suo potere magnetico per sollevare delle lance e scagliarle come missili verso gli invasori.

Ercole, come al solito, faceva onore alla sua nomea usando la sua enorme forza per farsi largo tra i nemici, abbattendoli con i suoi pugni o sollevandoli da terra per lanciarli come pietre.

Wonder Man assunta la sua forma ionica si lanciò su di essi e faceva altrettanto, ma sembrava divertirsi di meno.

Valchiria brandiva la sua spada come un’estensione del suo braccio, e i nemici cadevano uno dopo l’altro, davanti a lei.

<Mantenete la posizione!> gridava, indomita.

Ognuno dei presenti combatteva con valore, ma i nemici non parevano diminuire o desistere.

Improvvisamente l’aria fu scossa dal boato di un tuono, un suono che tutti riconobbero e che rinfrancò gli animi degli assediati.

<Era...?> chiese Sif, senza terminare la frase.

<Si.> rispose Ercole senza esitazione <Era senz’altro lui. I valorosi Vendicatori ce l’hanno fatta: lui sta arrivando!>

E nel cuore di tutti gli asgardiani si riaccese la speranza.

 

 

#106

Assedio ad Asgard

di Carlo Monni & Carmelo Mobilia

 

 

Poco tempo prima.

 

Amora l’Incantatrice faceva da guida ai Vendicatori, scortandoli per quello che in tutto e per tutto sembrava un bosco uscito da un libro di fiabe.

<Perché ci hai portato qui? Che ci siamo venuti a fare?> chiese l’irrequieto Quicksilver.

<Un minuto di pazienza e vi sarà tutto chiaro.>

<Seee, addirittura un intero minuto? Si vede che non lo conosci.> disse Occhio di Falco.

<Sta zitto, Barton! Il tuo cervello va troppo a rilento per capire quello che si prova ad essere come me!> rispose Pietro, stizzito dall’allusone del compagno.

<Di norma non sono impaziente come Quicksilver, ma vorrei sapere pure io dove ci stai portando.> disse Wasp, che ancora non si fidava del tutto dell’Incantatrice.

<Ah, i terrestri!> singhiozzò Amora <Come crediate che faccia vedere ciò che gli occhi non vedono, senza l’aiuto di Heimdall? Leggendo le carte, come quelle sciocche zingare?>

<Ehi, le zingare non sono affatto sciocche!> rispose Scarlet, ritenendosi offesa per via del suo retaggio gitano.

<Si che lo sono.> ribadì l’altezzosa asgardiana <Quando vedrai il mio metodo te ne accorgerai. Ecco, siamo arrivati.>

Amora li condusse verso un lago dall’acqua talmente calma da sembrare un enorme specchio.

<Consultando le acque di questo lago posso trovare le persone che cerco, e vedere quello che stanno facendo in quel momento, in tutti i Nove Mondi... vi faccio una dimostrazione ...>

Amora si inginocchiò, iniziò a recitare una strana formula in una lingua sconosciuta e ad agitare le mani, illuminate da un’energia verde.

Quicksilver sbuffava impaziente, picchiettando il piede a terra a supervelocità, facendolo risultare quasi invisibile.

<Dimmi arciere, ma fa sempre così?> chiese il possente Magni, figlio di Thor.

<Sempre. Ma dopo un po’ ci si abitua.> rispose Occhio di Falco.

<A me da sui nervi.> borbottò ancora il dio.

<Guardate, appare qualcosa!> fece notare Wasp.

Sulla superficie dell’acqua apparivano delle immagini sempre più nitide, che ritraevano Balder in un consiglio di guerra insieme a Tyr, Lady Sif, i tre guerrieri e altri asgardiani.

<Visto? In questo modo riesco a vedere ciò che voglio... ma guardate che accade, quando mi concentro sulla figura di Thor.>

L’immagine sull’acqua divenne sempre più sfocata, meno nitida, e continuava a cambiare di continuo, come se si sfogliassero le pagine di un libro in rapida successione.

Amora si concentrò, cercando con la magia di fermare questo passaggio di immagini, ma lo sforzo la provava e dovette cedere.

Si prese qualche secondo per riprendere fiato.

<È stato come fare zapping con una TV mal sintonizzata.> disse Occhio di Falco.

<Neppure io sono stato in grado di cogliere un’immagine.> affermò Pietro.

<È per questo motivo che vi dicevo che è impossibile. Migliaia di immagini provenienti dai Nove Mondi... infinite possibilità! Un incantesimo cela l’ubicazione di dove si trova Thor. Dobbiamo trovare un altro modo per rintracciarlo.>

<Non necessariamente.> disse Scarlet.

<Wanda, pensi di poter riuscire a rintracciarlo?> chiese Wasp.

<Si Jan. In fondo si tratta di dover cogliere una immagine singola tra le migliaia a disposizione... è un semplice calcolo delle probabilità.>

<Che cosa vuoi dire?> chiese l’Incantatrice.

<Riprendi a fare come hai fatto prima. Concentrati e chiedi al lago di dirti dov’è il luogo dove si trova adesso Thor.>

<Di nuovo? Ma ...>

<Fallo.>

Amora ripetè il rituale fatto poco prima, ma questa volta accanto a lei c’era Scarlet, che muoveva le mai in un'altra maniera e un’energia rossa fuoriusciva dal suo gesticolare.

Tutti osservavano in silenzio. Persino Pietro appariva incuriosito e non più annoiato.

Come prima, le acque del lago mostravano un enorme quantitativo di immagini sfocate che sfrecciavano in sequenza, ma a poco a poco queste rallentavano, diminuendo di intensità e di numero.

Scarlet sudava e digrignava i denti per lo sforzo, ma la resistenza dell’incantesimo di occultamento di faceva man mano meno rigida, finchè le immagini sullo specchio del lago da infinite divennero una sola.

Ritraeva una fortezza, subito dopo apparve l’interno delle sue celle, infine Thor, incatenato ad una parete.

<È lui! È Thor!> disse Quicksilver.

 <Conosco quel luogo. So dove lo tengono prigioniero.> esclamò Magni.

Wanda e Amora interruppero l’incantesimo, sfinite.

<Allora? Pensi ancora che le zingare siano sciocche?> disse Wanda, con tono sarcastico, rivolta all’asgardiana.

Amora non rispose e riprese a concentrarsi. Pochi istanti dopo si aprì un portale nell’aria.

<Questo ci porterà direttamente nel luogo ove Thor è tenuto in ceppi.> disse l’Incantatrice..

Senza esitare Quicksilver vi corse dentro e gli altri lo imitarono subito dopo.[3]

 

 

Sotterranei di Asgard, adesso.

 

Quella in cui si trovava Hela, deposta sovrana di Hel, era una gabbia dorata ma pur sempre una gabbia e di certo non le era gradita come dimora.

Dopo i suoi recenti tentativi di impadronirsi delle Pietre delle Norne da usare per riconquistare il trono usurpato dalla femmina umana mutata che si faceva chiamare Helasdóttir,[4] Odino aveva decretato che rimanesse confinata lì.

L’apparizione improvvisa di Loki, dio dell’Inganno, davanti a lei non sembrò sorprenderla.

<Alfine, padre, sei venuto a far visita alla figlia di cui ti vergogni.>

<Non ho mai detto questo.> ribattè lui <Non ti ho forse mostrato più di una volta la mia predilezione sopra gli altri miei figli?>

<Solo quando ciò faceva comodo ai tuoi piani, quindi è palese che devi essere ben disperato per rivolgerti a me in quest’ora così nera.>

<Tu, dunque, sai?>

<Posso essere prigioniera ma non per questo sono sorda e cieca, padre. Le orde degli dei oscuri sono alle porte di Asgard e se il Regno Dorato dovesse cadere, l’intero universo lo seguirebbe.>

<Dunque, mi aiuterai?

<Un poeta di Midgard[5] ha scritto: “Meglio essere re all’Inferno che servo in Paradiso”. Io sono stata regina dell’Inferno[6] e di certo non voglio essere serva in quello che creerebbero gli Dei Oscuri.>

In qul momento si udì un forte boato.

<Questo suono, lo riconoscerei tra mille: è Thor che annuncia il suo arrivo.> esclamò Loki.

<Forse, padre, questo suono è quello della speranza.> replicò, sorridendo, Hela.

 <Dobbiamo affrettarci.> ribattè suo padre <Ora più che mai è urgente agire.>

Loki allungò il suo mantello sino ad avvolgere Hela ed un istante dopo erano scomparsi entrambi.

 

 

Asgard. Adesso.

 

Un portale si aprì nel cielo, proprio sopra il campo di battaglia, e da lì discesero Thor e i suoi compagni Vendicatori.

<Gioite, compagni e fratelli, Thor è di nuovo al vostro fianco, pronto a difendere la città eterna!> disse il dio del tuono, brandendo il suo martello e scatenando una pioggia di fulmini sui suoi nemici.

<Ok, tocca a me dirlo stavolta: VENDICATORI UNITI!> gridò Wasp.

<Si, e mangiati il fegato, George R.R. Martin!>[7] esclamò Occhio di Falco, scoccando le sue frecce.

Lo scontro infuriava, ma l’arrivo di Thor aveva risollevato gli animi degli asgardiani.

Le Valchirie combattevano schierate l’una accanto all’altra, in piedi o sopra i rispettivi cavalli alati.

Tra loro Thrud in particolare mostrava un ardore e una furia in battaglia che non passò inosservata.

 Fandral dei Tre Guerrieri esclamò compiaciuto:

<Complimenti, Thrud.> disse, parando un affondo <Fai onore al tuo nome. Sarai una degna valchiria>

<Lo sarò solo dopo che avrò vinto questo scontro.> ribattè la ragazza.

Ogni combattente dava il meglio di se per mostrarsi degno del compagno che si batteva accanto a lui.

Quicksilver sfrecciava quasi invisibile, colpendo a zig zag tra le fila dei nemici.

I poteri mistici di Scarlet e dell’Incantatrice rendevano inutilizzabili le armi dei nemici e distorcevano la mira dei loro arcieri, i cui colpi mancavano i rispettivi bersagli, al contrario di Occhio di Falco e di Uller l’arciere, figlio di Lady Sif, che non mancavano occasione di sfidarsi a chi metteva a segno più frecce.

<Continuate ad attaccare! Non cedete! Per ogni asgardiano caduto devono perire cento dei loro!> continuava a gridare Balder il coraggioso, tenendo fede al suo soprannome.

Il clangore delle spade riecheggiava nell’aria, le grida dei guerrieri erano assordanti, il boato dei tuoni, le esplosioni... la battaglia era di dimensioni epiche.

L’arrivo dei Vendicatori e del Dio del tuono spezzò l’equilibrio dello scontro, portando l’ago dalla parte degli Asgardiani.

Thor aveva provocato una tempesta di neve, che travolse le file avversarie.

L’orda dei nemici che era apparsa come una marea inarrestabile si stava lentamente e inesorabilmente ritraendo.

<Si ritirano!> esclamò Wasp.

<Ma torneranno, non sono ancora definitivamente sconfitti. Sferreranno ancora un assalto, l’ultimo.> sentenziò Tyr, dio della Guerra.

<Devi essere sempre così pessimista? Invero puoi rivaleggiare con Hogun il Fosco.> replicò lo scattante Fandral.

Cercava di mantenersi allegro come suo solito ma in realtà era ben consapevole che anche con l’aiuto di Thor e dei Vendicatori difficilmente le mura di Asgard avrebbero retto ad un altro assalti.

Avevano guadagnato tempo e leso il morale dei nemici. Se anche fossero caduti, l’avrebbero fatto con onore.

 

Non molto distante dalle mura di Asgard.

 

Le previsioni del dio della guerra Tyr erano forse pessimistiche ma non infondate; gli dei oscuri si erano ritirati ma non erano sconfitti.

Zelia, il suo fedele Perrikus e i suoi generali stavano tenendo un consiglio di guerra, pronti a ribaltare l’esito della guerra: il fuoco dell’astio e del rancore non si era affatto affievolito, in loro.

<Non avevo previsto l’arrivo dei Vendicatori. Non credevo che Thor rinunciasse al suo orgoglio fino a questo punto. L’altra volta[8] non aveva osato tanto.> osservò Perrikus.

<Si, devo ammettere che ha sorpreso anche me, ma la cosa non mi intimorisce. Ora sappiamo contro chi ci battiamo. Non avremo più sorprese.>

<Sì, mia signora, ma i terrestri sono invero assai potenti...> disse uno dei generali.

<Thor è il loro campione> affermò Zelda <Tutto ruota attorno a lui. Come la scorsa volta, è lui che dobbiamo spezzare. Caduto lui, gli altri lo seguiranno... inclusi i maledetti Vendicatori.>

<Abbiamo ancora la materia oscura... con quella lo abbiamo fermato, l’ultima volta.>[9] fece notare un altro dei generali.

<Invero.> annuì Perrikus <Possiamo utilizzarla ancora. Dì ai nostri stregoni ....>

<Un momento!> lo interruppe Zelia <Sento una presenza arcana tra noi...> le abilità della regina degli dei oscuri riuscì a percepire al presenza della forma astrale di Karnilla che li spiava.

<SPARICI!> urlò, mentre con un gesto riuscì a scacciare la sgradita presenza.

 

 

Asgard.

 

Karnilla subì il contraccolpo, mentre la forma astrale rientrava nel suo corpo. Aveva però udito abbastanza, e quello che era riuscita a riferire agli asgardiani e ai Vendicatori li aveva preoccupati.

<Gli dei oscuri stanno per intervenire in prima persona. L’ora è grave.> osservò Tyr.

Ci fu un momento in cui tutti i presenti si misero a tacere per riflettere sul da farsi, e proprio in quel silenzioso frangente fecero la loro apparizione gli dei più inattesi e indesiderati: Loki ed Hela, la dea della morte.

<Buonasera fratelli. Spero di non interrompere niente...> esordì il dio dell’inganno.

<TU! LOKI!> reagì brusco Thor, scattando dinnanzi al fratellastro, afferrandolo per il bavero e, con una mano sola, lo sbattè contro una parete.

<Hai scelto il momento sbagliato per uno dei tuoi giochetti!> sbraitò furioso <Ti farò sbattere nella cella più fredda e buia di tutto il regno!>

<Calma i bollenti spiriti, fratello.> replicò, apparentemente calmo, Loki <Non sono qui come nemico ma per fornire il mio aiuto in quest’ora cupa per tutta Asgard.>

<E lo stesso vale per me.> aggiunse Hela.

Il volto di Thor esprimeva diffidenza e così pure quelli dei Vendicatori che non potevano dimenticare come fossero state proprio le macchinazioni del dio dell’Inganno a portare alla formazione del loro gruppo, senza contare le altre volte che aveva causato loro guai.

<Quando piove, diluvia. > sbuffò Occhio di Falco < Ci mancava soltanto lui... Thor, non vorrai mica starlo a sentire?>

Fu Balder ad intervenire:

<Non sta a te decidere, arciere. In questo momento di crisi, l’aiuto di ognuno è ben accetto. Parla dunque, Loki. Dicci cosa devi dire e noi ti ascolteremo, ma ti avverto: fossero le tue parole intrise nell’inganno e nel tradimento, la mia spada spiccherà la tua testa dal collo.>

<Già lo facesti una volta e non è servito a molto, come vedi.> replicò Loki in tono ironico <Questa volta, tuttavia, sono sincero. Non è nei miei desideri vivere come schiavo degli dei oscuri e si dà il caso che sia tra i pochi che sanno dell’esistenza di un’arma in grado di uccidere gli dei oscuri.>

<Che arma? Di che parli?> esclamò Thor.

<Tu la conosci, fratello, perché per breve tempo fu tua: parlo di Jarnbjorn, l’Ascia della Distruzione.>

 

 

CONTINUA

 

 

NOTE DEGLI AUTORI

 

            Davvero poche ed essenziali.

1)     In storie apparse sulle nostre serie Avengers, Icons, Hulk e Thor Hela ha trasformato Marlo-Chandler-Jones, moglie di Rick Jones, in una sorta di demone che ha chiamato Helasdóttir, ma quest’ultima le si è ribellata, l’ha detronizzata e si è proclamata Regina di Hel.

2)     Nel tentativo di riconquistare il suo trono Hela ha tentato di recuperare le mistiche Pietre delle Norne disperse sulla Terra e si è finta in varie occasioni suo padre Loki e l’entità conosciuta come Madre Natura, attuale incarnazione della dea primeva Gaea. Odino l’ha fermata ed imprigionata su Asgard. Non è certo quel tipo di nonno che perdona tutto ai nipoti, sapete?

Nel prossimo episodio: la ricerca dell’ascia magica è irta di pericoli ma così anche la difesa di Asgard. Cosa accadrà? Scopritelo con noi.

 

 

Carlo & Carmelo



[1] Nello scorso episodio.

[2] Guido Carosella aka Forzuto, ex compagno di Lorna in X Factor.

[3] E qui ci riallacciamo alle ultime scene dell’episodio precedente.

[4] Vedi The Others Annual #1.

[5] John Milton.

[6] Gioco di parole tra Hel e Hell.

[7] Inutile ricordavi che è il nome dello scrittore alle cui opere è ispirato il serial TV Games of Thrones, vero? J

[8]sempre su Thor Vol. 2° di Jurgens/ Romita Jr.

[9] Ovvero nello scorso numero.