#7
LA STANZA DEI RICORDI
Life is the art of drawing sufficient conclusions from insufficient
premises.
Samuel Butler
(1612-1680)
Lungo una scala antica, i cui mattoni potrebbero raccontare infinite storie, passi decisi sono seguiti dal tonfo di un colosso di metallo, che segue con incertezza il sentiero che l’uomo avvolto nel prezioso tessuto verde che nasconde il metallo percorre con spiazzante semplicità.
-Deve scusarmi, signore, per averla disturbata con problemi così meschini, ad una simile ora… - parla il mostro con voce ferrosa.
-Non preoccuparti, fedele robot… niente è più importante per me dei problemi dei miei sudditi.
-Farò sì che il suo lavoro sia indisturbato, come da programma. Mi è concesso sapere quali sono i suoi piani per la notte, signore ? Se è qualcosa di importante posso attivare altri robot di servizio.
-Non sarà necessario, CR-3K. Devo solo…pensare.
L’ampio salone è costellato di macchinari all’apparenza distribuiti alla rinfusa, ma che ad un’analisi più attenta rivelerebbero uno schema di distribuzione ben preciso, quasi maniacale. Ogni oggetto è raggiungibile con pochi passi da un’unica postazione di lavoro, così da avere un controllo totale di tutti i vari esperimenti in corso.
“Perfetto” riflette mentre controlla i dati registrati dai suoi computer durante la breve distrazione “sembra che ci sia stata una breve oscillazione. Non è stata registrata dalla mia armatura, ma l’ho avvertita mentre mi recavo qui. Per un istante, mi sono sentito… altrove…”
Le dita metalliche manovrano con decisione i piccoli interruttori presenti sul cilindro levigato, come un meccanico intento a riparare un motore ostinato.
In nessun altro campo viene messa una passione simile; politica, diplomazia, stregoneria… tutte impallidiscono rispetto alla passione pura e semplice per la scienza, impressa in ogni circuito. Non vi è nessuna tra le sue opere che non declami “Qui passò Victor Von Doom, e ridefinì ciò che era stato fatto prima”.
-Pur con i più potenti computer del pianeta a mia disposizione, per simili calcoli occorreranno diverse ore. Quale amante sfuggente è la natura ! Più scopriamo di essa, più è difficile fare il passo successivo. Bah ! Inutile continuare con ricerche casuali. Non vi è che un modo per confermare il procedimento, e prevede l’uso di determinate onde cerebrali. Inserirò le mie, senza più distrarre la mia mente con inutili precauzioni. L’intero processo è sotto costante controllo.
Bastano pochi secondi per rintracciare i dati desiderati nel database, ed ancora meno per inserire i dati corretti nel piccolo congegno. Il cilindro vibra leggermente quando viene attivato, emettendo un ronzio che non dovrebbe esserci. Victor controlla gli ultimi dati e si sbriga a supervisionare gli ultimi esperimenti.
Esce dal laboratorio ed ascolta gli ultimi rapporti ricevuti, fermandosi un attimo ad osservare il paesaggio notturno di Latveria, e sorride.
Infine, dopo essersi tolto l’armatura ed indossato l’altra maschera, allontana il suono immaginario del respiro di una donna, e si addormenta.
Per pochissimi minuti, la stanza è immersa nel più completo e totale silenzio, isolata dal resto del Paese. Poi, preceduta da una leggera contrazione dei muscoli facciali del re, sotto la maschera di metallo grigio che ne riproduce parte del volto, si sente una voce.
-Ti ho sentito.
Il silenzio quasi assordante continua, e non viene fornita una risposta.
-Non cercare di mascherarti da sogno. So perfettamente cosa sei, o non ti avrei creato. Fuori dalla mia mente, ora.
Ancora nessuna risposta, ma il sovrano si alza dal letto e si guarda attorno. Poi preme due microscopici interruttori sul polso sinistro, e con un sinistro bagliore viene nuovamente ricoperto dalla fedele armatura. Con un tono soddisfatto, constata:
-Così va meglio.
*Come hai fatto ? – domanda una voce vagamente femminile, proveniente da tutte e nessuna direzione.
-Innesto ipodermico psicotattile ad interfaccia esadimensionale. Un qualcosa che ho adattato dalla mia ultima visita al 47° secolo. Vuoi seguirmi ?
La porta della stanza si apre quando l’armatura si avvicina, e le luci del corridoio si accendono al suo passaggio e si spengono quando è ormai oltre. Percorso il corridoio, appoggia la mano su una pietra identica alle altre. Una parte del muro scompare, lasciando intravedere una grande stanza nera con una lunghissima scala a chiocciola. Destino entra, ed il muro ricompare alle sue spalle.
-Desideri forse un nome ? – domanda mentre l’eco dei passi sulla scala si riproduce all’infinito.
*Non credo di averne bisogno. Un nome serve a differenziare da qualcos’altro, vero ? Sono unica.
-Capisco. Anche questa piccola dimensione non ha un nome, sebbene il primo Mago Supremo a notarla ne parlò come l’Abisso Senza Fondo.
*Sembra interessante.
Posso rientrare nel sogno per-
-No.
*Capisco. Dove stiamo andando ?
Nessuna risposta. La scalinata sembra infinita in entrambi i lati. Si respira un’aria ancora più antica di quella emanata dal castello, eppure vi si aggiunge una sensazione di tragicità, di viaggio interminabile.
*Comunque, come hai fatto a riconoscermi ? Credevo di essere perfetta come sogno.
-Io non sogno.
*Mi sembra molto strano. Gli umani devono sognare, no ? Forse, se fossi stata un incubo…
-Ti ripeto che non sogno. Né sono più tormentato dagli incubi.
*Posso chiedere come ?
-Esistono varie tecniche di meditazione per indurre uno stato di rilassamento simile al sonno. In questo stato il corpo e la mente riposano in modo più efficiente, e non c’è nessuna fase REM. Ma anche se non avessi dominato queste tecniche, non posso più avere incubi in seguito ad una bizzarra esperienza con Ghost e il mutante Wolverine… con gran rammarico di Incubo, naturalmente. [1]
*Impressionante. Non
sono arrivata fino a quel punto nei pochi istanti in cui sono rimasta nella tua
memoria.
-Considerati fortunata. Se si fosse trattato di una frazione di tempo superiore saresti stata spenta. Effettivamente, considerando il tempo di reazione dei miei computer, tenendo conto della curva di apprendimento che ho calcolato per te, non puoi essere rimasta nella mia mente per più di zero virgola novantasette secondi. Suppongo che tu sia arrivata al mio primo incontro con Namor il Sub-Mariner ?
*Precisamente ! Come…
-Avevo calcolato sedici percorsi alternativi all’interno del mio cervello, ma il più probabile partiva dall’ipotesi che tu analizzassi prima la corteccia allargata. Per quanto complesso, ogni essere vivente neonato segue schemi riconoscibili.
*Ci sono ancora molte
cose che non capisco, anche dopo aver appreso tutto ciò che potevo.
-Hai domande su quanto hai visto finora ?
*Non direi, mi è tutto abbastanza chiaro. Ma sono curiosa di sapere cosa è successo dopo.
-A questo punto, è chiaro che ti sei adattata perfettamente al sistema di comunicazione verbale. A causa di passati…sfortunati incidenti che non sono dipesi dalla mia volontà…preferirei limitare il ricorso alle registrazioni dei miei pensieri.
*Perché…registrare i propri pensieri ?
-Perché questo è un mondo pericoloso, persino per Destino, e sono necessarie precauzioni particolari per non correre rischi inutili. Certamente il rivivere il mio primo incontro con la famiglia di Richards [2] è stato sufficientemente istruttivo sulla necessità della prudenza. Un piano deve avere almeno tre piani di emergenza, preferibilmente con almeno due diversi percorsi per ognuno. Come questa piccola dimensione, ad esempio. Il castello è pieno di nascondigli e passaggi segreti, ma indispensabile che una via di emergenza abbia una via di emergenza interna. Ecco, siamo arrivati.
Alla pressione di un pulsante nascosto ai lati di un gradino, di fianco alla scala di apre una porta, che Destino attraversa per entrare in una stanza di oltre cinquecento metri quadri, ricoperta di uno spesso materiale grigio lucente. Alle pareti, una quantità inimmaginabile di robot, armi, veicoli, scheletri degli esseri più inumani, e mille altri cimeli.
-Come questa stanza può confermarti, i miei interessi sono ampi e molto diversi tra di loro.
-Codici:
esatti. Retina: confermata. Schema cerebrale: confermato. DNA: confermato.
Aura: confermata. Tracciati calorici: confermati. Tracciato cronale:
confermato. Possibilità di errore: 1.6x10-154. Identità confermata,
Victor Von Doom.
Bentornato, dottore.
Destino ignora la voce del computer e procede verso uno degli angoli della stanza, occupato da una piccola teca di cristallo. All’interno, un cilindro metallico rosso lungo circa quindici centimetri.
-Questo, ad esempio, è stato alla base di un piano che per poco non ha portato alla prematura scomparsa dei Fantastici Quattro e di un certo edificio base di molteplici scontri epici, le cui conseguenze furono innumerevoli.
*Che cos’è ?
-Un generatore di campo magnetico – risponde appoggiando la mano metallica sul vetro – Quando ancora Magneto si gingillava con risibili macchinari per sfruttare il proprio sopravvalutato potere, Destino aveva già pronta un’arma in grado di esercitare un potere paragonabile al suo. In quanto anch’egli di sangue nobile, permisi al vendicativo re d’Atlantide, Namor I, di partecipare all’azione. Namor, come tutti gli uomini passionali, è estremamente prevedibile, e fu sufficiente un po’ di enfasi sulla sua estemporanea infatuazione per la Ragazza Invisibile a renderlo mio inconsapevole schiavo. Se non mi avesse tradito, questo piccolo cilindro debitamente guidato dalla mia navetta spaziale avrebbe scaraventato tutto il quartetto e il Baxter Building nel Sole. [3] Cionostante, la sua stoltezza mi è stata utile numerose volte nel corso degli anni. Un molteplice tradimento, comunque, dato che sono certo che senza Namor a rivelare la base del mio progetto Richards non sarebbe mai riuscito ad invertire la traiettoria.
*Come può un piano così semplice essere così importante ?
-Quando si scontrano due grandi intelletti, spesso la vittoria risiede in qualcosa di così ovvio da essere solitamente trascurato. Anche ciò che successe dopo fu legato a questo, anche se in modo del tutto imprevedibile persino a me. Come poteva anche Destino prevedere che, distrutta la navicella, una meteora vagante lo avrebbe allontanato dalla battaglia, fino agli spazi siderali dove una nave errante degli alieni Ovoidi lo avrebbe soccorso ?
Destino si sposta di poco meno di due metri, trovandosi davanti ad una sorta di arma simile ad un piccolo cannone, ed una scatola di circuiti appoggiata a terra.
-Ecco cosa mi portò quell’imprevisto. Solo gli sciocchi si lasciano sfuggire le opportunità, e l’avanzatissima tecnologia Ovoide era, per Destino, la più accessibile dell’universo. Il teletrasportatore mentale è solo una delle applicazioni di quel brevissimo incontro, ed è ormai obsoleto rispetto alle migliorie che ho installato in ogni singola armatura da allora.
*Perché non hai conquistato il mondo degli Ovoidi ?
-Noto con piacere che inizi a comprendere adeguatamente ciò che dico. Molto bene. La loro civiltà era così platealmente priva di interesse, se si escludono le tecniche di cui mi ero già impadronito, che sarebbe stata un’azione fine a se stessa, mentre Destino aspira sempre a dei fini superiori. Immagina con quanta semplicità avrei potuto impadronirmi di una delle loro navi ed usarla per sterminare con semplicità inenarrabile i miei nemici…ma Destino è oltre tali bassezze. Immagina, invece, quanto sia stato gratificante prendere le sembianze di Richards ed intrappolarlo in un’armatura ermeticamente sigillata, destinato ad una morte lenta. Suprema ironia, lo sconfissi fisicamente con i suoi poteri, a dimostrazione della mia superiorità strategica in ogni campo. Avrei ridotto i Fantastici Quattro a particelle subatomiche se il trasferimento mentale Ovoide non si fosse dimostrato più instabile di quanto mi avessero detto. Grazie a quelle falsità, Richards riprese il suo corpo e mi colpì alle spalle con il riduttore atomico che vedi qui, condannandomi ad una sorte simile a quella che avevo programmato per i suoi compagni. [4]
*Sembra, in effetti,
che quel piccolo cilindro contenga veramente una storia molto interessante.
-Non siamo nemmeno a un decimo di quanto è stato una conseguenza di quei pochi grammi di metallo. Il riduttore mi trasportò in un micro-mondo su cui regnai per un po’ [5], e di cui puoi osservare lo scettro reale. Abbandonai quel mondo a causa del tradimento della principessa Pearla, anche se in seguito misi di guardia un mio sosia robot su quel mondo [6]. La mia rivalsa non tardò a lungo, come potrebbero testimoniare gli allora presidenti della Russia e degli Stati Uniti [7] che poco tempo dopo arrivarono persino a chiedere l’inutile intervento dei recenti Vendicatori [8]. Straordinario, non è così ? Una ragnatela di eventi lega almeno due dimensioni, due gruppi di sedicenti eroi e due potenze mondiali, partendo da un singolo cilindro.
*E di un piano molto semplice.
-Ma incomparabilmente di successo, se una sua versione leggermente modificata bastò ad una mia pallida imitazione per distruggere finalmente il Baxter Building [9
]
*E’ per questo che mi hai creata ?
-Ancora non conosci l’umanità, mia cara.
*Come possono esistere cose più utili della gestione dell’intera popolazione umana ?
*E’ impossibile che un semplice umano possa arrivare a tanto.
*Desidererei sapere qualcosa di più su questo…”potere”.
*Questo dimostra che il potere assoluto è impossibile da gestire ?
*Non
riesco ad identificare chiaramente questi esseri in un’equazione di senso
compiuto.
Destino afferra un lembo del mantello e serra il pugno in una morsa d’acciaio.
-Meta-azzardo
95318 in atto. Regole del gioco ?
*Destino,
aspetta, desidero sapere ! Non era quello che volevi, che crescessi fino a
superarti ?
-Mossa
eseguita. Giocatore: Primo Motore, mossa: restrizione barricata al laboratorio
5-S. Passo.
-Giocatore:
Destino, mossa: disattivare campionatori temporali. Scacco.
*Destino, cosa…mi avete fatto…l’equazione viene semplificata…perché…
*Posso almeno...avere un nome, prima di morire ?
*Avrei voluto…chiamarmi Psiche…
-Desidera iniziare un nuovo gioco,
dottore ?
-Meta-Azzardi da 954 a 962 in atto.
-Eseguo. Buon lavoro, dottore.
[1] Per la precisione su Wolverine #54
[3] Un riassunto conciso di Fantastic Four vol.1 #6. Anche se, a dire la verità, fu Destino a tradire Namor e non viceversa.
[4] Tutto questo (tralasciando qualche libertà sul finale) su Fantastic Four vol.1 #10
[5] Lunga carrellata di citazioni: qui si parla di Fantastic Four #16…
[6] …qui del ben più tardo Fantastic Four Unlimited su Wiz #2-3, anche se il robot fu poi utilizzato da Psycho-Man…
[7] …si torna a Fantastic Four #17…
[8] …su Avengers #1 ½, Wiz #54
[9] Parla di Kristoff, su Fantastici Quattro Star Comics #53
[10] Il primo “erede” di Destino, Victor Von Doom II, in realtà suo clone, è morto per salvare i Fantastici Quattro su Fantastic Four #199.
[11] su Devil Corno #68-69 e Shang-Chi #49-50, ed in due righe sappiamo molto più di quello rivelato sul Primo Motore in trent’anni
[12] Nell’ottima ma cronologicamente non identificabile miniserie Fantastic Four:1234 di Grant Morrison
[13] Eccoci alla grande lista delle volte in cui Destino ha ottenuto un potere quasi illimitato…e sono parecchie ! Si parte dalla più famosa, su Fantastici Quattro Corno #54-57, in cui assorbì il potere di Silver Surfer; al primo fugace incontro con Galactus su Devil Classic #10; diversi anni dopo ruba prima il potere di Galactus e poi quello dell’Arcano, durante le prime Guerre Segrete; restituisce il potere a Terrax su Fantastici Quattro Star Comics #30-32; prova ad ottenere le Gemme dell’Infinito su Infinity Gauntlet, ed i Cubi Cosmici del Magus in Infinity War, insieme a Kang il Conquistatore, avendo già tentato tempo prima di ottenere un altro Cubo; prende invece il potere di Aron su Fantastici Quattro Marvel Italia #127; prova a rubare il potere di Hyperstorm nel numero 150 e quello di Onslaught nella saga omonima, di cui meno si parla meglio è.
[15] Ultimo listone. Scontro con i nemici di Namor: FQ Corno #166-167; Fantastici Quattro contro X-Men nel volume omonimo della Star Comics. Il matrimonio della Torcia, con una tregua da parte di Destino fino a quando i fiori regalati non appassiranno, FQ Star Comics #72. Destino e Iron Man a Camelot e con il Merlino del futuro, Iron Man Play Press #41-43 e 34-35. Atti di Vendetta…troppi albi per essere nominati. L’incontro con Excalibur su Wolverine #35-37; per sapere di più su Desmond Pitt alias Darkoth, leggete La Guardia dell’Infinito, Marvel IT. L’armatura simile a quella mistica è su FQ Star Comics #110, la cui collocazione con le storie precedenti e successive è un po’ troppo complessa per essere analizzata qui. La fuga dal Rinasciverso insieme a Thor risale a Thor ’99. Infine, la guerra contro i marziani si riferisce ovviamente alla Guerra dei Mondi, il primo crossover globale Marvel IT, e ultima apparizione di Destino prima di questo albo.