#5
The
victor will never be asked
if he
told the truth.
Adolf Hitler
Haasenstadt,
Latveria. Uriel Rosikon non vedeva l’alba sui monti circostanti da quando aveva
dieci anni. Non aveva mai avuto nessun vero motivo per guardarla ancora, era
sicuro che il sole sarebbe sorto di nuovo il giorno successivo. Ora nessuno, a
Latveria, può più permettersi un lusso simile. Non dal colpo di stato, in cui
un uomo in armatura, quasi un fantasma del passato, aveva preso in mano le
redini del potere. Da allora, anche il sole deve attendere il permesso per
sorgere.
Uriel
ha lavorato per sette anni nella burocrazia del castello, in uno dei ranghi più
bassi. La scusa ufficiale era la sua bassa preparazione, ma il vero motivo
erano le sue origini zingare. Il giorno dopo il colpo di stato era stato
nominato sovrintendente capo, responsabile di tutto quello che accade nel
castello. Ora, due giorni dopo, si trova ad ammirare l’alba alle spalle
dell’uomo che gli ha dato questa posizione.
-Non
è meravigliosa ? – gli chiede, senza voltarsi. Uriel sobbalza.
-S-sì,
naturalmente…Vostra Maestà.
-Ricordo
ancora quando mio padre mi portò sulle colline, per mostrarmela per la prima
volta. Uno spettacolo indescrivibile.
“E’
questo lo stesso uomo che ha ordinato l’esecuzione dei soldati fedeli al
vecchio re ?” si domanda Uriel.
-Capisco,
Vostra Maestà. La mia famiglia si accampava spesso sotto quelle colline… Vostra
Maestà.
-Hhmmm.
Come procede la ristrutturazione del castello ?
-Secondo
i piani, Vostra Maestà. I danni provocati dal colpo…volevo dire dal vostro
ritorno, Vostra Maestà…sono stati tutti riparati. Il Castello Sabbat presto
sarà di nuovo…
-Castello
Destino – puntualizza Victor Von Doom, con la massima calma. Uriel sta sudando
freddo.
-N-naturalmente,
Vostra Maestà…chiedo venia, non intendevo…
-Vai
avanti.
-Ho
terminato, Vostra Maestà…tutto procede come previsto, al castello.
-Bene.
Ci lega un vincolo, Rosikon. Nelle nostre vene scorre sangue Zefiro. Non
deludermi.
-S-sì,
Vostra Maestà.
-E’
stata indetta la riunione ?
-Certamente,
Vostra Maestà.
Destino
si incammina verso la Sala del Consiglio, le braccia incrociate dietro la
schiena. Indossa un’armatura diversa da quella che usa di solito, con un lungo
mantello verde scuro e dei guanti più pesanti. Ci ha lavorato a lungo, ma
mancano ancora dei dettagli perché sia perfetta. Tuttavia, è molto più
impressionante della prima versione.
Uriel
non fa in tempo ad aprire al suo re la pesante porta in legno massiccio, che
egli stesso lo fa come se non pesasse niente. Seduti al tavolo rettangolare ci
sono una ventina di persone, che si alzano e si inchinano leggermente. Destino
gli fa cenno di sedersi, per poi farlo lui stesso. Nota una grande agitazione
nei loro volti, molti sudano freddo e qualcuno deglutisce vistosamente.
A
prima vista sembra che abbiano paura di lui, ma non è esatto. Sono
terrorizzati.
-I
fumi della rivoluzione stanno già scemando. Non attenderemo oltre per far
iniziare il nuovo corso; mi è stato detto che le riunioni consultive si sono
sempre tenute alle ore 18, una volta ogni due settimane. D’ora in avanti, mi
riferirete ogni singolo dettaglio possa venirvi in mente alle ore 5. Di ogni
giorno.
-Se
è indispensabile… - si lascia scappare uno dei presenti. Tutti lo fissano per
un istante, passando poi a guardare Destino ed il suo sguardo a metà tra il
fastidio ed il divertimento.
-…Sire.
-Da
oggi, voi siete il governo di Latveria. Siete i miei occhi e le mie orecchie,
la mano pronta a tendere aiuto ed il pugno di ferro pronto a schiacciare i miei
nemici. Cominciamo. Innanzitutto, ogni legge restrittiva dell’autorità del
sovrano è abolita con effetto immediato. In quanto re, assumo il potere
legislativo, esecutivo e giudiziario. Troverete una copia del nuovo ordinamento
nei vostri uffici non appena lascerete questa stanza. Ora passiamo ai resoconti
e alle linee guida per ogni Ministero. Ministro degli Esteri. Immagino che
ormai il resto del mondo sappia del colpo di stato.
Jorge,
il suo vecchio braccio destro durante la tentata rivoluzione della sua
giovinezza, inizia a parlare. Il nervosismo nella sua voce fa fatica a
scomparire. Non ha dimenticato che Destino li aveva consegnati quasi tutti alle
autorità, quando avevano smesso di essergli utili. Ora ha un terrificante dejà
vu.
-Sì,
senza dubbio. La Russia ha ritirato tutti gli appoggi passati, e restano
accampati dietro le montagne dell’Est.
-Prevedibilmente.
Hanno delle pretese su quei territori. Una volta sistemata la situazione
interna penseremo a loro.
-Romania,
Jugoslavia e Molavia non hanno rilasciato commenti in materia.
-Ovviamente,
attendono che siano i capi ad ordinare cosa fare e cosa dire. Li tratteremo
esattamente come loro: per ora, contenimento.
-Finora
solo la Symkaria riconosce il nuovo governo, e si dicono interessati a
regolarizzare i nostri rapporti.
-La
risposta ufficiale è che fino a quando i loro vicini non ci riconosceranno, noi
non avremo nessun contatto con la Symkaria, soprattutto di ordine economico.
Vedremo se la loro situazione finanziaria disastrosa li porterà a chiedere una
riconsiderazione. C’è altro ?
-Sì,
anche l’ONU si sta interessando alla situazione, ma per ora niente di concreto.
-E’
la nostra ultima preoccupazione, in questo momento. Rifiutiamo anche solo di
ascoltare chi non riconoscerà la nuova Latveria. Che sia chiaro, inoltre, che
questa situazione non sarà tollerata a lungo: o si convinceranno o li
convinceremo noi, preferibilmente con la forza.
-Sì,
Maestà.
-Ministro
della Difesa ?
A
parlare è un altro membro del movimento rivoluzionario di Destino. Del resto,
solo un paio dei presenti non lo sono.
-Per
il momento non c’è nessun rischio di attacco da parte delle altre nazioni,
sperano ancora in un possibile accordo. In caso di attacco, tuttavia…
-L’esercito
sarà ridotto ad un decimo di quello che è attualmente. Porteremo il numero di
robot da guerra da 36.000 a 750.000 entro sei mesi. L’obsoleta aviazione sarà
totalmente cancellata, e sostituita dai nuovi modelli che sto attualmente
progettando. Per guadagnare tempo e dare una consistente dimostrazione, faremo
in modo che le altre nazioni sappiano dei test per la bomba ad accelerazione
antiprotonica, che si terranno tra due mesi. Ne ho già costrutiti tre
esemplari, ristruttureremo le industrie pesanti fuori Doomstadt per la
costruzione di altre trenta.
-Chiedo
scusa, signore…Doomstadt ?
-Sarebbe
stato l’ultimo punto della discussione. Avvisate la popolazione del nuovo nome
di questa città. A proposito: istituirò il Ministero della Propaganda. Latveria
sarà messa al corrente della propria rinascita, e mi assicurerò personalmente
che ogni evento passato e presente sia visto secondo la giusta prospettiva: la
mia. I riferimenti al vecchio corso saranno lentamente diminuiti e poi
definitivamente cancellati. Lavorerà insieme al Ministero dell’Istruzione e con
quello degli Interni, che sarà ristrutturato completamente. Da adesso, la
priorità è di garantire ad ogni singolo cittadino di Latveria una casa e
condizioni di vita adeguate. Tutte le leggi razziali sono abrogate, e gli
zingari saranno considerati cittadini a tutti gli effetti.
-Sire…la
situazione economica del…ehm…dell’amministrazione precedente non è delle
migliori. Non abbiamo abbastanza denaro per…
-Sciocchezze,
il denaro c’è. E’ semplicemente distribuito male. Tutte le proprietà
dell’aristocrazia, di qualunque genere, saranno obbligatoriamete donate allo
stato. Lo stesso dicasi per le proprietà di qualunque altro cittadino: sarà
compito suo ridistribuirle, seguendo le direttive che le farò avere. Pertanto,
il Ministero dell’Economia smette di esistere. Ad ogni cittadino sarà dato il
giusto, senza bisogno di ulteriori contrattazioni. In proposito, il Ministero
del Lavoro si occuperà della ridistribuzione: ad ognuno sarà assegnato il
lavoro per cui sarà qualificato più idoneo. Gran parte delle sue competenze
passeranno al Ministero per lo Sviluppo, con cui intendo portare Latveria prima
al ventesimo secolo e poi di superarlo. Il Ministero della Tecnologia sarà
composto di tecnici e scienziati altamente specializzati, direttamente sotto il
mio controllo.
-Come
dobbiamo comportarci per gli scienziati emigrati in altri Paesi ?
-Se
si rifiuteranno di tornare saranno considerati nemici dello Stato e saranno
prese dure misure non solo contro le loro famiglie, ma soprattutto contro gli
stati che gli daranno ospitalità. Attualmente non possiamo contare su un gran
numero di scienziati, per questo il Ministero dell’Istruzione non si occuperà
solo della ristrutturazione totale degli istituti, ma anche della formazione
professionale. La conoscenza è potere e quindi tutti i miei sudditi dovranno
essere istruiti meglio di chiunque altro, ovviamente conservando la giusta
prospettiva che saremo noi a curare e limitare. Chiaro, Ministro ?
-Sì,
Maestà.
-Molto
bene, Hanse. Ovviamente molti mezzi saranno dirottati verso il Ministero della Propaganda
e con quello delle Comunicazioni. Mi aspetto che ognuno dei ministri che ho
nominato collabori con gli altri: voi non siete altro che mie propaggini e
dovrete agire all’unisono. Questo vale anche per i due ministeri che non ho
nominato, la Sanità e l’Ambiente: vi saranno dati tutte le necessarie
direttive, che mi aspetto seguiate senza esitazione.
-Sì,
Maestà – rispondo all’unisono i due ministri.
-Bene.
Al di sopra di tutti ci sarà il Ministero dello Spionaggio, incaricato non solo
di trovare informazioni su qualunque aspetto rilevante dell’intero pianeta, ma
anche di conoscere cosa pensa ogni latveriano prima che questi lo pensi. Vi
sarete chiesti perché non ho nominato il Ministero della Giustizia. E’ molto
semplice: non esisterà più. La mia parola sarà legge, insindacabile ed
inappellabile. Sarà il mio personale esecutivo a farlo conoscere alla
cittadinanza, insieme al Ministro della Propaganda. I tribunali saranno
sfruttati per opere più utili. Direttamente o meno, ogni fatto di Latveria dovrà
passare attraverso me. La punizione sarà decisa caso per caso: prigionia o
morte. Chi ha intenzione di commettere un crimine o ci ripenserà o non potrà
più nuocere. Domande ?
I
ministri si guardano in volto tra di loro, sudando freddo. Nessuno ha il coraggio
di parlare. Poi, timidamente, il Ministro della Tecnologia alza leggermente la
mano.
-Sì,
Josef ?
-C-credo
c-che le Nazioni Unite lo prenderebbero come u-una violazione dei diritti
civili…
Destino
solleva la mano destra ed indica il ministro. Dall’indice esce un raggio di
energia che lo colpisce in piena fronte: il ministro cade riverso sul tavolo
delle riunioni, mentre il sangue si spande. I ministri urlano mentre succede,
qualcuno fa per alzarsi ma quando vede lo sguardo di Destino si risiede.
-Altre
domande ? No ? Bene. Uriel, voglio che domani sia convocato Andros Schwark.
Informalo della sua nomina a Ministro della Tecnologia.
-Sì,
Vostra Maestà.
-A
fine riunione fai ripulire la stanza.
-Sì,
Vostra Maestà.
-“Sire”
è sufficiente, Uriel.
La
riunione procede per altri venti minuti, con il cadavere di Josef sul tavolo.
Quando tutto è finito i ministri si inchinano e se ne vanno, camminando il più
velocemente possibile.
Un
anno dopo, un aereo con simboli americani, scortato da due jet supersonici
dell’aviazione latveriana, atterra a Doomsport, l’unico aeroporto civile della
nazione.
Pochi
minuti dopo dalla scaletta scende un uomo di mezz’età in giacca e cravatta,
circondato da sei uomini vestiti di nero.
Ad
incontrarli, tre uomini in divisa e sei massicci robot d’assalto. Uno dei tre
si avvicina agli americani, abbassa leggermente il berretto in segno di
rispetto e parla in un inglese con un pesante accento.
-Benvenuto
a Latveria, Herr Ramsey. Sono il Comandante Reinscheld dell’Esercito Reale, mi
è stato affidato il compito di scortarvi al Castello Destino.
“Non
mi piacciono molto i termini che sta usando” pensa il capo del servizio di
sicurezza di Ramsey “e quelle uniformi mi ricordano un po’ troppo quelle dei
nazi…”
-E’
proprio necessaria la presenza dell’artiglieria pesante ? – chiede, indicando i
robot. Il comandante gli risponde quasi disgustato.
-Fino
a quando sarete su suolo latveriano siete sotto la protezione del Signore, ma
siete anche sottoposti alle sue leggi.
E’
chiaro che il militare non si riferisce ad un’autorità divina, ma a una
persona. E che per lui, le due cose coincidono.
Gli
americani vengono fatti salire su un mezzo tecnologicamente avanzato, che si
solleva da terra e più veloce di qualsiasi elicottero attraversa il paese.
Durante
il viaggio, il capo del servizio di sicurezza parla sottovoce con Ramsey, dopo
essersi assicurato di non essere sentito da altri.
-Signore,
devo avvisarla che questo incontro è decisamente avventato. Non abbiamo idea
dei mezzi di questo paese, ma sono più che sufficienti a ucciderci tutti se lo
volessero. Non vedevo tanta tecnologia da quando abbiamo invaso la fortezza
segreta del Teschio Rosso…
-Nick,
questo non è il momento per discuterne. E’ vitale giungere ad un accordo con
Latveria. Non dobbiamo temere rappresaglie, dopo la loro apertura.
-Io
la chiamerei “trappola”.
“Non
avrei mai dovuto accettare quest’incarico. Questo incontro è praticamente un invito
a darci una scusa per scatenare un conflitto” pensa Nick Fury.
Quindici
minuti dopo il velivolo atterra sul Castello Destino. Altri cinque minuti dopo,
Ramsey ed i sei uomini incaricati di fargli lasciare il paese sano e salvo sono
davanti ad una grande ed antica porta, dove sopra ai bassorilievi di secoli fa
capeggia una elaborata D appena incisa.
-Re
Victor I le concederà udienza, Herr Ramsey. Ma soltanto a lei. I
suoi…subordinati resteranno qui fuori.
-Che
significa questo ? – scatta Fury, avvicinandosi al militare – Questo non era
nei patti !
Un
robot lo afferra e lo solleva senza il benché minimo sforzo, ed i suoi uomini
diventano tesi.
-I
patti sono cambiati. Li accettate, o devo riferire al Signore della vostra
disobbedienza ?
-Ti
faccio vedere io la disobbedienza !
-Fury,
torni al suo posto !!! Nell’interesse della collaborazione tra i nostri due
Paesi accetto di incontrare il vostro sovrano senza la mia scorta, ma vi
avverto che la cosa non sarà dimenticata.
Ramsey
entra nella stanza, ammirando le mura in pietra ed il tavolo circolare al
centro della stanza. Ha solo due sedie, una delle quali assomiglia ad un
piccolo trono.
Davanti
alla finestra Victor Von Doom scruta il suo regno, le mani guantate dietro la
schiena, e senza voltarsi parla.
-Benvenuto,
mister Ramsey – la sua voce non ha il minimo accento, in netto contrasto con il
militare – Si sieda, la prego.
Quando
lo ha fatto, Victor si volta e si incammina con passo teatrale verso il tavolo,
dando modo al suo interlocutore di vedere la sua armatura e di averne paura.
Poi
si siede, i gomiti sul tavolo e le mani intrecciate poco sotto la testa. Il suo
sguardo è indecifrabile.
-Sono
lieto che abbia acconsentito a queste trattative. Spero che giungeremo ad un
accordo favorevole ad entrambe le nostre nazioni, alla fine del discorso.
Von
Doom non risponde e non si muove minimamente.
-Ehm…se
vogliamo cominciare…
-Detesto
le lungaggini della burocrazia, Ramsey. Sono un uomo estremamente impegnato e
non desidero perdere tempo. Pertanto andrò al nocciolo della questione, senza
altri indugi. Voglio conquistare il mondo.
L’espressione
che assume la faccia di Ramsey è indescrivibile.
-Mi
perdoni ma…non ero preparato ad una tale schiettezza, ed ancor meno alle sue
parole. Che cosa vuol dire ?
-Voglio
dire che ho intenzione di prendere il controllo totale di questo pianeta e di
renderlo un paradiso terrestre, esattamente come ho fatto con Latveria.
-Non
starà parlando sul serio ?
-Ho
conquistato il mio paese in un giorno, ho ripulito le sue strade dal crimine e
provveduto al benessere dei suoi cittadini. Tengo in scacco Stati Uniti e
Russia da un anno, grazie ai miei mezzi di difesa non osate nemmeno avvicinarvi
a Latveria per più di cinquanta chilometri…e sono più che deciso a continuare
su questa strada. Sono terribilmente serio, mister Ramsey.
-Si
renderà conto che il mio paese non potrà…
Destino
batte la mano sul tavolo, facendo sbalzare leggermente all’indietro Ramsey. E’
abituato ai colloqui tesi, ma raramente con tiranni in armatura nucleare.
-Non
sia ridicolo, Ramsey. State organizzando un sistema per spodestarmi da quando
vi è giunta la notizia del mio trionfo; state segretamente finanziando la
risibile rivolta di Rodolfo, il re che ho deposto, ed avete concordato con i
vostri nemici ed alleati un modo per arginare la mia espansione. Avete una
paura terribile di me, e non crediate che io non lo sappia. Solo un pazzo o uno
sciocco non avrebbe paura di me. Mentre per me non siete una minaccia; questo
incontro ne è la prova. E’ grazie al mio buon cuore che lei si trova qui, vivo,
per poter concordare la vostra lontananza.
-In
realtà speravamo di poter giungere a un accordo, per evitare un possibile
conflitto.
-Se
mi interessasse governare un pianeta disabitato, mister Ramsey, lancerei un
attacco massiccio contro il quale non avreste la minima difesa e nel giro di
una settimana l’America sarebbe la più grande depressione geologica del mondo.
Se è questo che volete, potete iniziare le ostilità quando volete: al primo
aereo che oltrepassa i miei confini corrisponderanno trecentomila droni
teleportati direttamente nella Casa Bianca. E la fondazione dello
S.H.I.E.L.D…sì, so tutto dei vostri piani e dei vostri progetti…non porterà
assolutamente a nulla, anzi sarà deleterio durante l’inevitabile conflitto.
-Se
questa è una dichiarazione di guerra…
-Ancora
non capisce. A me non interessa la guerra. La detesto. Ma detesto ancor più il
modo in cui state governando il mondo.
-Noi
non governiamo il mondo.
-Siamo
seri, mister Ramsey, l’America ha il mondo ai suoi piedi e lo sa. Forse non
possedete materialmente tutto quanto, ma ogni forza del pianeta o vi è alleata,
o vi odia o vi teme. E poi c’è Destino. Dall’altra parte della scacchiera,
pronto a darvi scacco matto in sette mosse.
-Se
vuole giocare a scacchi con il mondo, Von Doom, dovrà avere a disposizione
molte più pedine.
-Lei
ha paura di me, mister Ramsey ?
-A
quanto mi hanno detto, quell’armatura è più che sufficiente a sterminare un
esercito. Sì, in questo ho paura di lei. Ma a parte questo…e voglio essere
tanto schietto quanto lo è stato lei… non avete niente. Le dimensioni di
Latveria sono risibili ed il suo esercito non è neanche lontanamente
paragonabile alle forze sulle quali possiamo contare noi.
-Ah,
l’avventatezza dello sciocco. Voi mi considerate alla stregua dei dittatorucoli
sparsi per il mondo. Le uniche strategie a cui siete in grado di pensare sono
la mia deposizione con la forza o un’alleanza con me. Se ne foste in grado, mi
fareste uccidere e rimettereste al mio posto Rodolfo, assicurandovi che segua
ogni vostro comando e che vi consegni tutta la mia tecnologia, su cui non
vedete l’ora di mettere le mani. E tutto questo senza la minima considerazione
del benessere dei latveriani, con buona pace del vostro ruolo di salvatori del
mondo. Io morirei per ogni singolo mio suddito, mentre a voi non interessano
minimamente né loro né i vostri cittadini.
-Tutto
questo porterà a pesanti restrizioni ed embarghi contro Latveria, sia da parte
nostra che dall’ONU.
-Fate
pure ! Presto sarà Latveria a porre un embargo su di voi, a rifiutarsi di
aiutarvi e allora vedremo ! Dopo un solo anno di governo, ogni latveriano ha da
mangiare, un’abitazione ed un lavoro; sono stati liberati da gran parte delle
fatiche fisiche grazie ai miei robot, e non hanno mezzi o motivi per
lamentarsi. A Latveria non c’è droga, non c’è disoccupazione, non c’è
inquinamento, non ci sono analfabeti o contestatori, non c’è nessun motivo di
dissapore con il governo. In un solo anno ho creato lo stato perfetto, a mia
immagine e somiglianza. Che posso fare se non rendere anche il resto del mondo
partecipe di questa meraviglia ? Quale può essere il mio destino, se non quello
di governare la Terra perché nessun altro potrebbe farlo meglio ?-
Destino
si alza in piedi, sbattendo i pugni sul tavolo e facendo cadere a terra la
sedia. Ramsey sobbalza ed il suo cuore inizia a battere sempre più forte,
mentre gli uomini incaricati di proteggerlo non sentono niente perché le mura
sono state insonorizzate.
-Non
temo nessuna forza sul pianeta, non ho autorità superiori alla mia né in cielo
né in terra, non ho il minimo dubbio su me stesso e su ciò che devo fare ! Ho
vinto ogni ostacolo che ha osato mettersi sulla mia strada ! E voi credete
veramente di potermi fermare, di poter fare qualcosa di diverso dall’obbedirmi
? Voi, un ridicolo stato fondato sull’ipocrisia della libertà, credete di
potermi intimorire !?
Un
pugno sfonda il tavolo, nonostante lo spessore; Ramsey scatta in piedi e guarda
con terrore Destino, che stringe i pugni e si calma.
-D’ora
in poi si gioca alle mie regole, Ramsey. La partita per il dominio del
mondo ha inizio, ora. E’ in grado di reggere il ritmo ? E’ in grado di
prendere in mano le redini del suo destino ?
Victor
prende la pistola che porta alla cintura e la porge a Ramsey, puntandola contro
di se. L’americano prima esita, poi la afferra. Destino si volta e torna verso
la finestra.
-Quello
che ha in mano è un risonatore quantico ad emissione di plasma concentrato, di
mia invenzione. Un solo colpo può vaporizzare il titanio, Ramsey, ed i sistemi
di difesa dell’armatura sono completamente disattivati. Ho innestato
l’autodistruzione dell’arma che tiene in mano, se non sparerà entro sessanta
secondi l’esplosione distruggerà il castello. Ha sessanta secondi per decidere
se salvare il mondo, Ramsey. Se spara, ucciderà l’unico uomo in grado di
conquistare e salvare il mondo; se non lo fa, moriranno centinaia di innocenti.
Se uccide me scatenerà la terza guerra mondiale, causando la morte di milioni
di innocenti; se non lo farà, solo di un centinaio. Le sono rimasti quaranta
secondi, mister Ramsey. Cosa decide ? Salvare il mondo da me, o aderire ai suoi
principi morali ?
Le
mani di Jerold Ramsey tremano ed il sudore inizia a scendere dalla fronte.
Destino conta alla rovescia, implacabile.
-Ventisei.
Venticinque. Ventiquattro. Ventitre.
-Non
può fare questo, Von Doom ! Latveria sarà sotto gli attacchi di tutti !
-Posso
gestirli. Venti. Diciannove. Diciotto. Diciassette. Sedici.
-Per
l’amor del cielo, Von Doom, ho moglie e figli…
-Provvederò
al loro benessere. Tredici. Dodici. Undici. Dieci. Nove.
-Non
può fare sul serio !
-Posso.
Sette. Sei. Cinque.
-Che
Dio mi perdoni…
-Tre.
Due.
Ramsey
chiude gli occhi e preme il grilletto. Poi li riapre. Non è successo niente.
-Scacco
matto.
-Ha
mentito, Von Doom !
-No.
Destino non mente mai. Ho davvero innescato l’autodistruzione, l’arma era
davvero in grado di uccidermi ed ho veramente disattivato i sistemi di difesa.
Ma l’arma non era carica.
Ramsey
lascia cadere l’arma, e Destino scoppia in una fragorosa risata.
-Ahahah
! Questi sono i salvatori del mondo, questi sono coloro che vorrebbero
fermarmi, questi sono i miei avversari ! Torni dai suoi padroni, Ramsey, e
riferisca loro il mio ordine regale: state lontani da Latveria, se non volete
pagarne le conseguenze.
Le
porte si aprono automaticamente, e non appena Fury vede lo stato in cui è
ridotto il suo superiore corre dentro, estraendo la pistola e puntandola contro
Destino. Che lo guarda compiaciuto.
-Cosa
credi di fare ? Quell’arma non è minimamente in grado di danneggiarmi. Sparami,
e scatenerai una guerra tra Latveria ed il tuo paese.
Fury
abbassa l’arma, continuando a guardare Destino negli occhi.
-Non
è finita qui, pezzo di ferraglia. Un giorno ti tireremo giù da quel trono.
-Quanto
sono caduti in basso gli eroi… hai perso la tua gloria, Nicholas Fury, e ti sei
ridotto ad obbedire agli altri. Ed ora fai anche promesse che non puoi
mantenere.
-Come
fai a sapere il mio nome ?
-Io
sono Destino. Tornate pure al vostro insignificante stato…tornate pure alla
vostra sicurezza, e continuate pure a non rendere pubblica la mia posizione. Un
giorno, quando sarete miei sudditi, capirete di esservi messi contro un
ostacolo insormontabile: me.
Pochi
minuti dopo, gli americani se ne sono andati ed il personale ha portato via il
tavolo. Destino contempla ancora il suo regno alla finestra, desideroso di
ampliarlo.
-Ho
sconfitto anche questo nemico, e sono pronto a prendere in mano il controllo
del pianeta. Finalmente…ho il completo controllo del mio destino.
-Mi
perdoni, Signore…
-Cosa
vuoi, lacché !? Come osi disturbare il tuo signore ?
-S-sono
spiacente, S-signore, ma il Ministro d-dello Spionaggio mi ha detto di
consegnarle questo…dice che è molto importante…
Gli
porge con mano tremante un plico, con il timbro del Ministero; gli unici
documenti che possono circolare a Latveria.
-Dammi,
e sparisci dalla mia vista.
Di
nuovo solo, Destino torna verso la finestra e guarda il documento. La scritta
TOP SECRET quasi copre l’altra, “Sovvenzione dell’Esercito degli Stati Uniti
per il Progetto Spaziale Richards”. Destino stringe il pungo e digrigna i
denti, lasciandosi scappare una sola parola, carica d’odio più di qualunque
altra mai pronunciata nella storia umana.
-Richards…
Atto terzo: La
pietra di Dio
Ormai
Boris si è abituato ad essere guardato con rispetto e timore. In quanto
zingaro, la sensazione gli era quasi estranea prima. Ma adesso, tutti sanno che
è il confidente di Destino, l’unico uomo a cui è permesso disturbare il sovrano
senza autorizzazione. E questo fa un po’ paura a Boris.
In
fondo è sempre stato un uomo semplice, poco più di un fabbro e poco meno di un
padre per Victor. Non ha mai voluto avere a che fare con la politica, e per
questo ha rifiutato qualsiasi incarico. E Victor aveva acconsentito a non
darglielo; questo era uno dei pochi comportamenti che Boris avrebbe potuto
prevedere.
Era
cambiato molto, da quando era un ragazzo amareggiato e pieno d’ira verso il
mondo; adesso era riuscito a focalizzare tutta quella rabbia. Ed il suo amore
per i suoi sudditi era sincero: sarebbe veramente morto per ognuno di loro. Ma
si aspettava di più che ogni latveriano volesse lo stesso: si aspettava che non
esistesse altra alternativa, che esistesse un solo sistema di visione: il suo,
totalmente centrato su Destino.
Se
un tempo alternava momenti di calma ed affetto ad altri di rabbia e crudeltà,
ora i vari fattori erano fusi in un miscuglio che nemmeno Boris era in grado di
comprendere appieno; forse neanche Victor stesso era in grado di capirsi.
Sono
passati solo due anni da quando Destino ha preso il potere, ma Latveria era
totalmente diversa da prima. La prova più evidente è proprio nel castello,
ristrutturato ed ampliato al punto di essere totalmente diverso dall’antico
Castello Sabbat. Il periodo delle riforme e dei cambiamenti è finito da tempo,
ora Latveria continua per inerzia ad attuare piani già decisi e programmati nei
minimi particolari. E questo lascia a Destino la possibilità di tornare a
vecchie passioni mai dimenticate: scienza e magia, allontanate per un intero
anno in favore della politica.
Boris
entra nel laboratorio principale del castello. Per chiunque altro, mettere
piede qui significa la morte; solo una scheda elettronica tarata sul suo DNA gli
permette di sopravvivere.
Destino
sta lavorando alla sua più grande creazione, la macchina del tempo, da diverse
settimane ormai. Indossa la versione leggera della sua armatura, la prima
versione, perché ancora insoddisfatto della nuova; sta lavorando anche su
quella.
-Signore…
- lo chiama Boris, ormai abituato a non poterlo più chiamare semplicemente
Victor.
-Vieni
pure, Boris, fidato amico di mio padre…ed osserva la più progredita macchina
che sia mai stata forgiata su questa terra !
-E’
ultimata, signore ?
-Finalmente
sì, Boris. E’ stata una creazione difficoltosa, ma niente è oltre le
possibilità del Dottor Destino. Solo la mia mente geniale poteva creare una
Macchina del Tempo pienamente funzionante !!!
-E’
sicuro che ora funzioni correttamente ? Ci lavora da anni, Signore.
-Lo
so, Boris, ma recentemente ho avuto svariate intuizioni su come arginare i
problemi di controllo. Naturalmente, come sempre è stato, anche la magia mi è
stata utile nel creare le equazioni che stanno alla base del suo funzionamento.
-E
ora cosa avete intenzione di fare, Signore ?
-Intendo
usarla, Boris. Con questa macchina il passato ed il futuro mi appartengono !
-Può
andare…nel futuro ? Ma come, se questo non è ancora stato scritto ?
-Boris,
sei un fidato suddito ma resti pur sempre poco più di un contadino. In ogni
caso, dubito userò spesso la capacità di andare nel futuro…sarebbe troppo
semplice conquistare il mondo utilizzando una scienza così avanzata. E Destino
non ha bisogno di scorciatoie…la mia tecnologia ed il mio intelletto sono più
che sufficienti allo scopo. Ah ! E Richards pensava che uno strumento del
genere non potesse essere usato con profitto ! Ma tu saresti stato in grado di
creare questa macchina, Richards ? Avresti potuto far fronte alle mille
impossibilità tecniche, alle mutevoli strade del flusso temporale,
all’intricata eppur semplice soluzione a tutto ciò ? Che Richards conquisti lo
spazio con il suo risibile razzo ! Io posso conquistare il tempo !!!
-Continuate
a parlare di questo Richards, Signore, ma ancora non so di chi si tratta.
La
voce di Destino passa dall’eccitazione al disgusto, e poi alla rabbia intrisa
di odio.
-Richards
non è nulla in confronto a me. Tempo fa…tante cose sono successe da allora, al
punto che sembra sia passata un’eternità… tempo fa lo conobbi in America, e
all’inizio rimasi affascinato dalla possibilità che esistesse un altro
intelletto simile al mio. Gli concessi di apprendere da me, sebbene lui fosse
riluttante ad accettare la mia superiorità. Poi col tempo compresi che Richards
era tutto ciò che avevo sempre rigettato: la conoscenza fine a se stessa. Si
rifiutava di comprendere che la conoscenza è solo un mezzo per giungere al
potere, e sprecava il suo risibile potenziale. Lo lasciai al suo inutile
destino, ma egli era così invidioso della mia mente che… - la mano guantata si
avvicina alla maschera, con una delicatezza inaspettata – sabotò il mio più
importante esperimento, arrivando a mentire spudoratamente e ad insinuare che
io avessi commesso degli errori !!!
-Lo
odiate ancora ?
-Odiare
Richards significherebbe dargli importanza, Boris. Ho ormai dimenticato
Richards; è una giusta punizione, per il momento. Ma un giorno capirà quale
errore abbia commesso, nel mettersi contro di me.
Mentre
Destino finisce di aggiustare i comandi della macchina del tempo, Boris si
guarda attorno. In vari punti del laboratorio ci sono articoli su Richards,
sulle sue scoperte e sui suoi premi. Non l’ha certo dimenticato; la prova è che
continua a parlarne. Chiunque altro eviterebbe di parlarne, per non rischiare
la vita, ma nonostante quello che è diventato è pur sempre Victor, il bambino
che gli è stato affidato dall’amico morente. Deve aiutarlo.
-Victor…hai
conquistato Latveria, hai il timore degli altri stati e del mondo intero…perché
Richards è così importante ?
-Ti
ho già detto di riferirti a me con il mio titolo regale, o al massimo come
Destino. Sono stato generoso con te, Boris, ma non forzarmi la mano.
-Non
voglio parlare con il sovrano, voglio parlare con Victor.
-Non
vi è alcuna differenza. Smettila di parlare per enigmi, Boris, so cosa vuoi
dire. Io procederò per la mia strada, e Richards per la sua. Se ci incontreremo
lo distruggerò, ma per ora non ho motivi per essere contro di lui. Non voglio
sentire altre discussioni.
-Sì,
Vostra Maestà.
-Bene.
Ed ora lasciami solo, è arrivato il momento di utilizzare la mia più grande
invenzione.
Boris
lascia il laboratorio, chiedendosi quanto di Victor Von Doom sia rimasto nel
Dottor Destino.
-Odiare Richards…bah ! Molti demoni governano
Destino, e certamente l’odio è tra questi…ma Richards non ha importanza. Non
ora che l’ho superato con il mio intell…superato ? Devo aver dato troppo
ascolto a quel vecchio stolto…io sono sempre stato superiore a Richards.
-Purtroppo
Richards aveva ragione: quell’invenzione non ti servirà a niente.
-CHI
OSA !?
Destino
si volta, i guanti carichi di energia pronta ad essere rilasciata. Nella stanza
appare della nebbia, che si solidifica fino ad assumere le sembianze di un uomo.
La sua età è indefinibile, ma sembra vecchio quanto il mondo; porta una lunga
barba e delle vesti antiche, impreziosite di stelle.
Due
raggi di energia lo colpiscono, ma non hanno più effetto di una leggera brezza.
-Ai
miei tempi, chi possedeva un castello era un po’ più ospitale.
-Chi
sei ?
-Ho
molte identità e molti nomi, ma quello a te più consono è Merlino.
-Merlino
?
-Esattamente.
Guardami non con gli occhi, ma con l’anima. La tua sensibilità mistica ti
mostrerà che sono ciò che dico.
-La
tua identità non ha la minima importanza; sei entrato qui senza il mio
permesso, e questo significa morte a Latveria.
-Ammetto
che pochi mi minaccerebbero, una volta saputo chi sono; e soprattutto, dopo
aver compreso l’entità del mio potere. Sei un mago molto abile, Destino, ma non
sei minimamente alla mia altezza.
-Sei
un uomo interessante, Merlino. Ti concedo di parlare.
-Se
tu non fossi a tua volta un uomo molto particolare, Victor Von Doom, troverei
la tua presunzione assai divertente.
-Perché
sei qui, mago ?
-Sono
venuto a prevenire un grosso errore.
-Allora
sei nel posto sbagliato, perché Destino non può sbagliare.
-Lo
hai già fatto, creando quella macchina.
-Illazioni.
La mia macchina del tempo funziona.
-Sì,
funziona…ma non la puoi usare come desideri. Sarà per te uno strumento di
studio e conoscenza, come dev’essere…ma non un’arma.
-Follie.
-Allora
rispondi ad una semplice domanda, Destino: come intendi usare quella macchina ?
-Intendo
apprendere tutto quello che posso.
-Intento
lodevole, e sono sicuro che ci riuscirai. Ma non hai detto che la conoscenza
fine a se stessa è inutile ? Allora perché creare una macchina che può dare
solo questo tipo di conoscenza ?
-Sei
pazzo, mago, ormai è chiaro. Non capisci quale potere è racchiuso in una
macchina del tempo ? Quali potenzialità comporta il poter cambiare la storia ?
-Ah
! Siamo arrivati al punto. Tu vuoi cambiare la storia, non è così ?
-E
se fosse, chi sei tu per giudicarmi ?
-Non
ti sto giudicando, ti sto avvertendo. Cosa vorresti cambiare della storia ? Vorresti
cancellare l’incidente che ti ha sfregiato ?
-Questo
discorso non mi diverte più. Vattene, mago, o sarò costretto a cacciarti.
-Frasi
altisonanti per darti coraggio ? Mi aspettavo di meglio, Destino. Ora governi
uno stato e forse un giorno potresti governare il mondo…ma la tua storia
personale resterebbe piena di drammi. L’incidente, l’abbandono di Valeria, la
morte di tuo padre e di tua madre…
-Basta
!!!
Altri
due colpi, più potenti dei precedenti, colpiscono Merlino. Ma gli effetti non
sono migliori.
-Potresti
farlo. Oh certo, dovresti prima migliorare la macchina…ma prima o poi,
riusciresti a trovare il modo per cambiare la storia. Ma cosa ne sarebbe di te,
se cancellassi le tragedie del tuo passato ? Noi siamo quello che siamo per via
della nostra storia, Destino. Persino un pazzo megalomane come te può capire
che in questo modo, invece di migliorarsi, diventerebbe qualcosa di totalmente
diverso da quello che è. Sei disposto a rischiare, Destino ? Sei disposto a
cancellare l’incidente, sapendo che così cancellerai anche la tua ricerca del
potere ? Cancelleresti la morte di tuo padre, con la consapevolezza di non
poter più essere re ? Faresti tornare in vita tua madre, se questo ti rendesse
uguale a tutti gli altri latveriani ? Sei disposto a cambiare, Destino ?-
Destino
stringe i pugni, trattenendo le lacrime. Ormai la morte di sua madre e di suo
padre fa parte della sua storia, e non può cancellarli; non potrà mai farlo.
-Accetto
tutto questo, Merlino; so che il mio destino è sempre stato di divenire ciò che
sono ora, e che non posso cambiare ciò che è stato. Tuttavia, non trarrei forse
un potere maggiore nel cambiare la storia degli altri ?
-Nonostante
quello che puoi credere, Destino, tu non sei diverso dagli altri. Cambiare la
storia altrui significa cambiare il tuo mondo, e quindi quello che sei. Se tu
impedissi ad Hitler di sterminare il tuo popolo, cambieresti la storia di
Latveria, e così la tua. La macchina del tempo è uno strumento che non può
essere utilizzato con profitto, esattamente come diceva Reed Richards. C’è un
vecchio dilemma filosofico: Dio può creare una pietra tanto grande da non
poterla sollevare ? Ebbene, sì: quella pietra è la storia. Capisci, ora ?
Tieniti pure il tuo trionfo, Destino. Hai superato Richards, hai creato
qualcosa che lui non sarebbe mai riuscito a costruire; ma per farlo sei
diventato uguale a lui, perseguendo la conoscenza fine a se stessa.
-E’
per questo che sei venuto qui ? Per evitare che usassi la macchina del tempo ?
Sappi che non esiterò ad usarla, e se scoprirò che hai veramente ragione…
allora non la utilizzerò più, ma sarà una mia scelta. Io sono Victor Von Doom,
e non mi piego a nessuno; né a te, né alla storia.
-Sei
un uomo veramente strano, Destino. Non vedo l’ora di incontrarti di nuovo, ancora
una volta e per la prima volta.
Merlino
ritorna ad essere nebbia, che si dirada tra le fredde mura del laboratorio.
-Cos’era
? Mi è parso di sentire la voce di un uomo, poco fa…ma non c’è nessuno. Solo la
nebbia…
Atto quarto: Il
rombo silente del tuono
Un
fulmine illumina la stanza, rendendola più spettrale di quanto non sia già. Le
candele illuminano le antiche pareti in pietra, tremando sotto il sottile vento
che, nonostante la premura degli operai nel ristrutturare le mura del castello,
ancora penetra da chissà quale fessura nascosta. La pioggia cade
incessantemente, quasi stesse chiamando il padrone del suolo su cui cade ed
ordinargli di uscire dal suo rifugio, per accettare l’ennesima sfida.
Il
castello è un nido della tecnologia moderna; non c’è stanza, non c’è angolo che
non trasudi tecnologia e modernità… e che non conviva con le maestose eppur
umili vestigia del passato. Riflette alla perfezione il suo signore.
Victor
Von Doom osserva la piogga cadere su Latveria, attraverso sottili vetri quasi
indistruttibili incastonati in vetrate di stile ottocentesco. Bardato dalla sua
armatura, al sicuro dal mondo e suo padrone attento, padre severo che non manca
di redarguire con forza il figlio ma che darebbe la propria vita per vederlo
salvo.
Eppure,
così come il passato tormenta il castello, l’ombra del passato tormenta Von
Doom. Al sicuro dal mondo, al sicuro forse anche da se stesso, dai dubbi che un
tempo lo tormentavano e dai desideri che ancora ardono in lui con la forza di
mille soli oscuri. Eppure, nonostante abbia conquistato praticamente tutto
quello che voleva…nonostante sia diventato quello che più desiderava…manca
ancora qualcosa. Non sa che cosa, non è neanche sicuro di poterlo scoprire. E
questo gusto per la scoperta rende ancora più affascinante la sensazione.
Ogni
tanto, sente il bisogno di abbandonare per un attimo il suo ruolo di sovrano e
di conquistatore del mondo, per ritornare in sintonia con la propria anima
tormentata. Riesce a sentirlo, questa è una notte come nessun’altra.
La porta
si apre lentamente, a causa della paura che da ormai tre anni aleggia
permanentemente in tutto il castello. In un certo senso, Destino ha
ripristinato il culto romano dell’imperatore e ne ha creato una versione molto
particolare. Si è messo al centro della vita di questa nazione, le ha dato
tutto ed in cambio non pretende che obbedienza, nient’altro che lealtà.
-Che
cosa vuoi ?
Il
battito cardiaco del suddito accelera velocemente, le notti tempestose come
questa sono ben radicate nel folklore latveriano.
-U-una
comunicazione urgente, S-sire.
-Portala
ai miei ministri.
-M-mi
è stato ordinato d-di consegnarlo a l-lei, Sire…
-Ordinato
!?
Destino
si volta, proprio mentre un fulmine illumina tutta Doomstadt quasi a giorno. I
muscoli delle mani sono contratti in un impeto di rabbia, a stento si trattiene
dall’usare i sistemi d’arma incorporati nei guanti metallici.
-Ti
ho dato un ordine, e mi aspetto che sia eseguito all’istante e senza inutili
recriminazioni ! Dovrei ucciderti sul posto per aver osato anche solo insinuare
l’esistenza di un potere superiore al mio !
Destino
carica le armi, pronto a sparare, quando un fulmine di potenza inaudita
colpisce il castello e fa sentire tutta la sua potenza. Il sovrano si calma, si
avvicina al suo suddito ed afferra il documento con la sinistra, mentre la
destra si appoggia gentilmente sulla spalla.
-Nella
sua infinita compassione, Destino ti perdona.
-L-la
ringrazio infinitamente, s-Sire… n-non avrei mai voluto ins-insinuare che…
-Sparisci
dalla mia vista.
-S-sì,
Vostra Maestà.
Dopo
un veloce e maldestro inchino, il suddito si sbriga ad uscire dalla stanza per
lasciare di nuovo solo il re di Latveria.
La
pioggia cade come non mai a Latveria, infiammando gli animi e preannunciando
tempi ancora più duri.
Il
plico è, come sempre, del Ministero dello Spionaggio. E’ classificato con il
massimo grado di interesse. Contiene documenti americani che dovrebbero essere
segreti. Parlano di un razzo sperimentale precipitato al suolo, dell’incontro
dei soldati con i sopravvissuti e foto di ciò che è capitato loro.
Una
foto mostra una ragazza visibile solo per metà. La successiva, un ragazzo in
fiamme ma illeso. La terza un essere deforme, simile ad un ammasso di pietre.
La quarta, che ritrae un uomo dal corpo apparentemente elastico, si sbriciola
nella titanica morsa del guanto di Destino. Più e più lampi illuminano la
stanza, ed un tuono in lontananza fa sentire la sua voce con una forza
superiore a quella udita alla sua nascita.
-Richards…ancora
Richards !!!
Il
plico si incenerisce tra le sue mani, e le mura del castello assaggiano tutta
la furia della sua armatura e della sua anima.
-Questo
è solo l’inizio…solo l’inizio di quello che dovranno subire Richards ed i suoi
alleati per mano mia !!!
Questa
volta, per la prima volta…forse perché superfluo, forse perché disincantato,
forse perché superato dall’odio del padrone del cielo su cui si stagliano
queste nuvole nere… il tuono fa sentire la sua mancanza.
Altro
episodio in cui ho avuto praticamente carta bianca, data la quasi totale
assenza di dati sul periodo. Alla sua prima apparizione Destino regnava già a
Latveria da diverso tempo, anche se la cosa sarebbe stata rivelata più di venti
numeri dopo.
Ecco
quindi il periodo di regno che va dall’indomani del colpo di stato (visto nel
#4) al famoso incidente che creò i Fantastici Quattro. Ma andiamo con ordine.
Atto
primo. Unica puntualizzazione l’apparizione di Hanse, cugina di Valeria e
membro del primo gruppo rivoluzionario di Destino visto nel #2. I fan più
attenti di Doom 2099 troveranno qualche convergenza di opinioni con il ciclo
Ellis e quelli più attenti ancora noteranno che il cognome Rosikon non è nuovo.
Atto
secondo. Apparizione speciale di Nick Fury, che all’epoca era ancora nella
C.I.A o comunque in un’organizzazione simile, non essendo ancora stato nominato
capo dello SHIELD.
Atto
terzo. E’ in questo periodo che Destino ultima ed inizia ad utilizzare la sua
piattaforma temporale, la macchina del tempo più usata nel Marvel Universe ma,
curiosamente, raramente da Victor. E qui scopriamo perché, grazie alla
guest-star Merlino. Sì, proprio quel Merlino, che tra l’altro Destino ed
Iron Man incontreranno più volte. Dato che l’essenza di Merlino è oltre quella
del tempo, per lui ha poco significato che sia il loro primo incontro o l’ultimo.
Atto
quarto. Si chiude il cerchio, con la creazione degli avversari per eccellenza
del Dottor Destino.
Il
prossimo numero chiuderà le origini di Destino, con tutti i retroscena della
sua prima apparizione in Fantastic Four vol.1 #5.
Ma
non disperate, il sovrano di Latveria continuerà ad essere l’indiscusso
protagonista di altri tre episodi !