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presenta:

 

 

PROLOGO

 

Mosca, capitale della Federazione Russa

 

In un complesso di appartamenti situato proprio di fronte alla base della Guardia d’Inverno, il Maggiore Ekaterina Alexandrovna Bulikova (Katrina per i non molti amici che ha), utilizza una tessera magnetica per superare la porta blindata automatizzata.

Cammina lungo il corridoio; i due soldati di guardia ad uno degli appartamenti si mettono subito sull’attenti, cercando di rimettere in sesto l’uniforme il più rapidamente possibile.

Sanno entrambi che questo è un incarico di basso livello... chi potrebbe fare veramente del male a dei membri della Guardia d’Inverno? Ma il Maggiore è l’ufficiale di collegamento tra la Guardia d’Inverno ed il Consiglio per la Sicurezza Nazionale e fare una brutta impressione è la prima cosa da evitare se si vuole fare carriera.

-Maggiore Bulikova – la saluta una delle due guardie, mentre entrambi fanno il saluto militare.

-Riposo – risponde la donna restituendo il saluto, incrociando poi le mani dietro la schiena – Qual è stata l’ultima persona ad entrare nell’appartamento, e quando?

-Il Guardiano d’Acciaio, signora, due giorni fa.

-Nessun altro ha incontrato Fantasma da allora? Come fate ad essere sicuri che sia ancora all’interno?

-Ci sono dei sensori all’interno. Abbiamo l’ordine di controllarli ogni mezz’ora.

-Capisco. Questi sono i vostri nuovi ordini, vengono direttamente dal Presidente della Federazione Russa: Fantasma deve essere isolata fino a nuovo ordine. Non dovete lasciar passare nessuno che non abbia con sé un ordine scritto del Presidente o del Primo Ministro.

-Sissignora – risponde all’istante uno dei due soldati.

-Signora, con tutto il rispetto, questo è contro la normale gerarchia; secondo il regolamento...

Il Maggiore stringe un pugno, ed un vortice di energia oscura avvolge il soldato troppo zelante, sollevandolo da terra. Anche il Maggiore inizia a levitare, portandosi alla stessa altezza per parlare faccia a faccia. Il soldato deglutisce nervosamente: negli occhi del maggiore bruciano fiamme nere.

-Questa è un’operazione della massima segretezza, soldato. A meno che tu non abbia intenzione di contestare la mia autorità, eseguirai gli ordini che ti sono stati dati.

La voce del Maggiore è diventata più bassa e terrificante di quanto dovrebbe essere una voce umana, e per quanto possa sembrare assurdo l’aura nera che la circonda è diventata ancora più nera.

-Sissignora, signora – risponde il soldato con un filo di voce.

-Bene – risponde il Maggiore ritornando dolcemente a terra e lasciando cadere bruscamente il soldato. Poi cammina attraverso la porta, entrando nella stanza come se per lei non esistessero barriere.

-Questi mostri mi danno i brividi – ammette il soldato, prima di rialzarsi.

-Non sapevo che anche lei avesse dei superpoteri.- commenta il suo compagno –Non era Stella Nera a saper fare quelle cose?

-Ho sentito delle voci sul maggiore Bulikova. Dicevano che da quando era tornata da quella storia in Ucraina con la Guardia d’Inverno in cui è scomparsa Stella Nera[[1]] non è stata più la stessa. Non pensavo che avesse acquisito dei superpoteri e proprio quelli di Stella Nera per giunta.

-Pensi che la cosa sia collegata alla sua scomparsa? Lei non mi dava i brividi come quella… donna.

L’altro soldato non risponde… in effetti non sa cosa pensare. Se ci riflettesse un po’ si potrebbe chiedere se la lieve esitazione del suo compagno nel dire la parola “donna” non sia giustificata da qualcosa di più del semplice disagio, ma è un pensiero troppo sottile per lui e l’accantona.

 

All’interno dell’appartamento, Fantasma fluttua a mezz’aria nella posizione del loto. E’ un’abitazione decisamente costosa, anche se non proprio lussuosa: la Russia la paga molto bene per i suoi servizi alla nazione, cercando di non esagerare.

Il Maggiore si guarda attorno: Fantasma non sembra aver goduto particolarmente della propria sistemazione, ultimamente. Il letto non viene usato da parecchio tempo, la cucina è completamente vuota, e tutto è avvolto nell’oscurità.

Bene. Da quando ha ottenuto i poteri di Stella Nera, Katrina detesta la luce.

-Fantasma.

-Maggiore Bulikova. Non mi aspettavo una sua visita. Cosa posso fare per lei?

-Da quanto ne so, è lei ad aver bisogno di aiuto. Da quante settimane è intrappolata in forma intangibile?

-Troppe. Tutti i miei tentativi di ritornare alla mia forma originale sono falliti, come pure quelli del Dottor Strange e di altri maghi o scienziati che ci hanno provato.

-Sembra che i tuoi poteri ed i loro siano molto inferiori rispetto a quelli del Terribile Dormammu – sorride il Maggiore.

Fantasma apre gli occhi, lanciando un’occhiata fulminante verso la soldatessa. Scende a terra, dandole le spalle e fluttuando verso la cucina.

-Gradisce qualcosa da bere, Maggiore? Non riesco a mantenere una forma fisica se non per il tempo necessario per bere e mangiare. Partecipare a qualsiasi altra attività fisica è decisamente più difficile, ma posso ancora intrattenere un’ospite.

-Sono in servizio. Ho studiato attentamente il suo dossier, Fantasma, ma non dice molto sulle sue origini. Ho letto rapporti sulle strategie nucleari nazionali con meno censure della sua scheda personale... sembra che lei ci tenga molto alla sua privacy.

-La mia scheda personale parla anche della mia avversione per le chiacchiere inutili? Ho espressamente richiesto che fosse citata.

-Arriverò al punto. Sbaglio nel credere che lei abbia conoscenze mistiche, e che abbia collaborato per anni con il Cremlino per la catalogazione di tutti gli artefatti di natura mistica recuperati dalla Russia?

-Il mio lavoro è forgiare e svelare le illusioni, Maggiore. Non finga di non sapere quello che conosce benissimo – è la risposta criptica di Fantasma.

-Ho letto tutti i rapporti su tutte le missioni della Guardia d’Inverno che hanno avuto a che fare con incidenti di natura mistica, e l’elenco completo di tutti gli artefatti mistici custoditi sotto il Monte Yamantaw, nel Settore Tre.

Fantasma si ferma sulla porta della cucina, voltandosi drammaticamente.

-Non esiste nessun Settore Tre.

-Dannazione, Fantasma. Davvero crede che io sia così stupida? So tutto del programma di contenimento mistico del KGB. Lei è l’unica persona ad essere sopravvissuta alla distruzione dell’intero progetto, anche se non è stato facile scoprirlo.

-Il Settore Tre è stato un errore. Ero così giovane ed ingenua, all’epoca; credevamo di poter gestire il potere della Staffa, invece abbiamo solo causato la morte di troppi fratelli e sorelle.

Il Maggiore Bulikova sorride.

-La Staffa di Niffug’Ca’M, risalente all’alba dell’umanità. L’arma mistica più potente di tutta la Russia. Allora i miei sospetti sono veri, Fantasma... lei è l’unica mortale a conoscerne la posizione.

-Se vuole che l’aiuti a ritrovarla, è troppo... aspetti. Maggiore, come fa a conoscere questa storia? Tutti i riferimenti alla Staffa sono stati cancellati dai documenti ufficiali!

-Ho fatto un sogno strano stanotte – risponde il Maggiore Bulikova con una voce che non è umana.

Fantasma capisce che cosa si trova davanti, e cerca di fuggire passando attraverso le pareti. Il Maggiore la immobilizza in un blocco di energia oscura, trascinandola verso di sé. Fantasma si ribella, ma nel suo stato intangibile non c’è molto che possa fare: il Maggiore avvicina una mano alla sua fronte, pronunciando parole incomprensibili.

Fantasma cerca di urlare per il dolore, ma una mano di energia oscura glielo impedisce.

Dopo quello che sembra un intervallo di tempo interminabile, Fantasma cade a terra priva di sensi. Il Maggiore calpesta il suo corpo intangibile, dirigendosi con passo deciso verso la porta d’entrata.

Quando passa attraverso la porta ed esce nuovamente nel corridoio, i soldati le fanno un saluto militare a cui il Maggiore risponde con entusiasmo.

“Chissà cos’ha tanto da sorridere” pensa uno di loro.

 

 

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IL DEMONE CHE CONOSCI

Di

 Fabio “Lenin” Furlanetto & Carlo “Trotsky”Monni

 

Mosca, Federazione Russa, Palazzo della Lubyanka, sede del F.S.B.[[2]]

 

Il Colonnello Alexei Nicolaievitch Vazhin, Direttore del potente servizio segreto interno della Rodina[[3]] sta quasi rimpiangendo i tempi in cui era un agente operativo sul campo del disciolto K.G.B. No: non si tratta di nostalgia per il passato regime politico o di rimpianti per un passato avventuroso, ma più semplicemente di fastidio per tutta la burocrazia ed i giochetti politici a cui deve fare fronte da quando occupa la sua attuale posizione, per tacere delle rivalità con le altre agenzie di intelligence della nazione. Per sua fortuna il successore di Stalyenko al G.R.U. è un tipo decisamente più ragionevole. Purtroppo coi vertici del S.V.R. le cose non sono mai facili e partecipare alle riunioni del Consiglio per la Sicurezza Nazionale può essere veramente stancante.

Sulla sua scrivania ci sono fin troppe pratiche, un bel po’ di carta per essere nell’era dei computer. Parecchie di quelle pratiche riguardano la criminalità organizzata, una vera piaga, forse peggiore che nei paesi occidentali. Ai vecchi tempi non ci avrebbe pensato due volte ed avrebbe piantato un proiettile nel cranio di Ivan il Terribile ed avrebbe posto fine al problema permanentemente. Certo, ai vecchi tempi Ivan Pushkin avrebbe lavorato per lui e ripensandoci è probabile che l’abbia fatto. Quanti ex agenti hanno finito per lavorare per la Mafia o sono divenuti dei boss, dei pahkan? Troppi, purtroppo.

Il raschiare della gola del suo assistente richiama la sua attenzione:

-Si, cosa c’è Kolya?- chiede.

-Il dossier del maggiore Bulikova, come aveva chiesto.

-Bene, me lo dia.

-Se posso permettermi, signore… avrebbe fatto molto prima a cercarlo via Internet.

-Sono un dinosauro, Kolya, le cose preferisco ancora leggerle su carta e non su schermo.

-Come preferisce, signore.

Vazhin sogghigna e si immerge nella lettura del dossier. C’è qualcosa di storto in Katrina Bulikova, lo sente per istinto e lui è deciso a scoprire se ha ragione prima che succeda qualcosa.

 

 

Nelle vastità della Siberia.

 

Non ricorda più quanto tempo è passato dalla prima volta che ha calpestato questo suolo, ma il tempo è relativo per quelli come lui per cui i millenni sono paragonabili al battito d’ali di una farfalla. Anche il freddo non lo tocca: temperature che per altri sarebbero mortali per lui sono acqua fresca, quasi corroboranti. Lui è Perun, il dio del Tuono del Pantheon slavo e sotto la lunga barba chiara sorride. È stato proprio qui che l’umano chiamato Valery Sovloyev trovò l’amuleto che gli permise di tornare sulla Terra possedendo il suo corpo. Ora quell’uomo è scomparso, forse per sempre, a causa dell’incantesimo del Terribile Dormammu. A Perun non importava molto all’inizio, dopotutto gli andava benissimo di poter camminare in permanenza tra i mortali, ma poi ha cominciato a pensare a coloro che avrebbero potuto sentire la mancanza di Sovloyev, preoccuparsi ed anche soffrire per la sua assenza. Sa molto poco di come funzionasse l’incantesimo che li univa. Gli scienziati russi ed i maghi mortali poco hanno potuto fare, ma ora Perun ha deciso di chiedere aiuto al solo che forse ha il potere di farlo.

Allarga le braccia e pronuncia un’invocazione in una lingua che ha solo una lontana parentela con quella parlata oggi in Russia. Dalla grande ascia che stringe nella mano destra si sprigiona un lampo seguito a breve distanza dal sordo rumore di un tuono e contro ogni logica e principio della meteorologia ora piove. Perun ride ed il rumore della sua risata si mescola al fragore del tuono, mentre nel cielo si materializza un volto.

-Cosa desideri figlio?- chiede una voce che sovrasta il rumore della pioggia.

-Solo tu, padre, puoi aiutarmi, tu che tessesti l’incanto che per mezzo dell’amuleto che ho al collo mi legava al mortale Valery Sovloyev. Ora egli è scomparso forse per sempre ed io desidero sapere dove sia la sua anima per poterla restituire ai suoi cari.

-Perché dovrei garantirti tale desiderio? Non ho dimenticato che un tempo abusasti della mia fiducia e del potere che ti concessi.

Perun si piega su un ginocchio ed a testa bassa risponde:

-Allora ero giovane ed ingenuo ed ho imparato la lezione. Ti chiedo, padre di non respingere la mia supplica, non per me, ma per il mortale il cui corpo occupo. I suoi cari hanno diritto a riaverlo con loro.

È forse una risata quella che si sente nell’aria od il brontolio del tuono? Meglio non chiederselo

-Il tuo desiderio è garantito, figlio. Avrai ciò che chiedi: grande è il potere del Terribile Dormammu, ma ancor più grande è quello di Svarog, signore degli dei dell’Est. Ma per trovare ciò che cerchi dovrai seguire un sentiero molto pericoloso che ti condurrà in luoghi ove regna la Morte, sei pronto?

-Ho già affrontato il dio della Morte e l’ho sconfitto.- è l’orgogliosa risposta.

 –Se è così, che vuoi, parti, adesso!-

Un varco si apre nell’aria stessa e Perun lo oltrepassa. Il varco si chiude alle sue spalle e subito dopo la pioggia cessa e nel freddo nord siberiano regna solo il silenzio.

 

 

Mosca, capitale della Federazione Russa

 

Le porte dell’ascensore si aprono, e Vostok fa cenno al Guardiano d’Acciaio di precederlo.

-Sto solo dicendo, Guardiano d’Acciaio, che la costruzione di altre unità robotiche simili a me porterebbe enormi benefici all’intera squadra insiste il robot, che non ha smesso di argomentare la propria posizione nell’ultima mezz’ora.

-Vostok, te l’ho già spiegato: mi dispiace che tu sia l’unico modello... cioè, esemplare... ehm...

-Trovo che “robot” sia l’espressione più corretta. Non si preoccupi, Guardiano d’Acciaio, non lo trovo affatto offensivo.

-La verità è che gli scienziati non sanno come duplicarti, e che per aumentare il budget per la ricerca dovremmo sottrarre soldi a qualcos’altro; mi dispiace, ma sono d’accordo con i nostri superiori nel procedere con i piedi di piombo. Non vorremo fare come gli americani e ritrovarci a dover gestire l’ennesimo robot genocida, giusto?

-Ecco, questo è stato offensivo.

I due super-eroi arrivano di fronte all’appartamento di Fantasma, certi di poter entrare senza problemi come al solito. Uno dei soldati di guardia si posiziona di fronte alla porta, però, facendo il saluto militare al Guardiano d’Acciaio ma senza degnare Vostok anche solo di un cenno.

-Alt! Mi dispiace, signore, ma a nessuno è permesso entrare.

-Secondo gli ordini di chi, soldato?

-Del Maggiore Bulikova. Signore. E’ stata qui poche ore fa.

-Allora chiami Fantasma e le dica che sono qui. E’ un’eroina della Federazione Russa, non una prigioniera

-Gli ordini sono stati chiari, signore. Non posso farlo.

Il soldato porta la mano al fucile, ed un paio di gocce di sudore scendono sulla sua fronte. Il Guardiano d’Acciaio gli si avvicina minacciosamente, ma Vostok lo ferma appoggiando fermamente una mano sulla sua spalla:

-Non è colpa sua, Guardiano d’Acciaio: sta ubbidendo a degli ordini di un diretto superiore.

-Allora tu ubbidisci ai miei e controlla che Fantasma stia bene. E smettila di chiamarmi Guardiano d’Acciaio, non puoi usare un’abbreviazione come tutti?

-Come desidera, signore risponde il robot, i cui occhi passano da un inespressivo argento ad un rosso brillante.

Vostok è stato finora rigidamente stoico come sempre. Ora scatta verso la porta, spingendo di lato i soldati e chiamando a voce alta:

-Fantasma!!!

Il suo corpo metallico sfonda la porta blindata come se fosse di cartapesta. Per quanto nervosi, i soldati non si lasciano perdere d’animo e si preparano a sparargli senza nemmeno realizzare quanto sarebbe inutile.

Il Guardiano d’Acciaio mette K.O. una delle due guardie con un gancio, lanciando lo scudo per occuparsi dell’altra. Non c’è tempo per le sottigliezze: se Vostok ha reagito in quel modo, la situazione deve essere grave.

Si precipita nell’appartamento di Fantasma, dove trova la misteriosa eroina sdraiata a terra priva di sensi. Vostok tenta di sollevarla, ma le sue braccia passano attraverso il corpo della donna.

-Cosa è successo?–  chiede il Guardiano d’Acciaio, guardandosi attorno: non ci sono segni di colluttazione.

-Non lo so, i suoi segni vitali sono deboli: respira lentamente, ed il battito cardiaco è irregolare.

-Credi che sia legato alla sua intangibilità?

-Non credo, ma ho studiato attentamente il suo corpo in passato: ritengo che sia in una sorta di trance, forse nel tentativo di riprendersi.

-Ah... Vostok, per come l’hai detto sembra un po’...

-Lo so cosa sembra e non mi interessa cosa ne pensa, signore taglia corto il robot, ed il Guardiano d’Acciaio è felice di poter lasciar perdere l’argomento In effetti, abbiamo un problema più urgente: rilevo un’impronta energetica residua su Fantasma, normalmente associata con l’energia oscura.

-Stai dicendo che il Maggiore Bulikova era presente, quando Fantasma è caduta in questa trance?

-No, Guardiano d’Acciaio. Secondo l’analisi forense che ho appena completato, il Maggiore Ekaterina Alexandrovna Bulikova ha tentato di uccidere Fantasma.

 

 

Da qualche parte oltre le percezioni umane

 

Quanto tempo è passato da quando ha iniziato il suo viaggio? Potrebbero essere anni od appena il tempo necessario per il battito d’ali di una farfalla, Perun non se ne cura. Cammina letteralmente sul nulla e non è minimamente turbato dalle bizzarre architetture che lo circondano, forme che potrebbero essere uscite dall’immaginazione di M.C. Escher o Hyeronimus Bosch.[[4]] Prosegue fino a giungere dinanzi ad una sorta di gigantesco portale d’acciaio che sembra estendersi all’infinito in mezzo al nulla. A quanto sembra, per quanto possa sembrare paradossale, non c’è altro modo di proseguire se non oltrepassarlo. Ma come? Perun prova a spingerlo, ma non ottiene risultati.

-Questo, invero, è imbarazzante.- commenta a mezza a mezza voce Perun –Ma nessun ostacolo riuscirà a fermare a lungo il dio del tuono e del fulmine.

Con la sua ascia mistica Perun sferra un colpo violento contro il portale, che sembra piegarsi, ma alla fine rimane intatto… a parte una quasi invisibile intaccatura.

-Ora basta!- proclama il dio slavo, poi scatena in un sol colpo tutto il suo potere scaricandolo attraverso l’ascia contro il portale.

 Con un rumore assordante vento, pioggia e tutti gli altri elementi atmosferici si abbattono sul portale… che trema… ed infine si apre.

-Alla buon ora.- commenta Perun ed oltrepassa la soglia.

-Sei sempre il solito irruento.- dice una voce improvvisa -Se davvero desideravi entrare, bastava chiederlo.

Perun si volta verso il luogo di provenienza della voce ed un’espressione stupita gli si dipinge in volto, mentre esclama:

-TU!-

 

 

Mosca, Quartier Generale della Guardia d’Inverno

 

-Perché il Maggiore Bulikova avrebbe voluto uccidere Fantasma? Non ha senso.- dice Vanguard.

-Questa si che è una gran bella domanda.- replica il Guardiano d’Acciaio –Certo che ha agito in maniera molto strana da quando è tornata dalla nostra avventura nella Dimensione Oscura contro il Terribile Dormammu, rivelando di aver acquisito i poteri di Stella Nera… o almeno qualcosa che ci assomiglia,[[5]] ma non avrei mai pensato che avrebbe cercato di uccidere uno di noi.

-Eppure è proprio ciò che rivelano le mie analisi.- conferma Vostok –Apparentemente Fantasma è stata imprigionata in un costrutto di Forza Oscura che l’ha quasi uccisa. Forse è stato il peculiare stato molecolare in cui versa attualmente a salvarle la vita… oppure il Maggiore Ekaterina Alexandrovna Bulikova non intendeva ucciderla veramente. Difficile dirlo al momento.

-Non è che tu sia di grande aiuto Vostok.- interviene Ursa Major –Resta il fatto che il nostro contatto governativo sembra impazzito di colpo. Mi chiedo perché abbia attaccato proprio Fantasma.-

-In questo potrei essere d’aiuto io.-

A parlare è stato Alexei Mikhailovitch Vazhin e con lui ci sono: una giovane dai capelli neri, un uomo dai capelli color grigio ferro, vestito impeccabilmente ed un alto ufficiale di Marina che sbatte i tacchi facendo il saluto militare. Il Guardiano d’Acciaio risponde d’istinto.

-Ammiraglio Vassily Nikolaievitch Bezhukov.- si presenta –Direttore del G.R.U.[[6]]

-E l’uomo silenzioso al mio fianco è Sergei Borisovitch Sidorov, direttore del S.V.R. il Servizio Informazioni per l’Estero, mentre lei è la mia assistente, il tenente colonnello Yelena .Dimitrovna Brement- finisce le presentazioni Vazhin.

-E perché un tale gruppo di alti dirigenti dei servizi segreti nazionali sarebbe venuto di persona da noi? C’è forse qualche emergenza molto seria dietro gli ultimi avvenimenti?- chiede il Guardiano d’Acciaio.

<<Quando mai non c’è un’emergenza serie dietro a quello che facciamo?>> interviene Dinamo Cremisi.

-Non sono autorizzato a rivelare troppi dettagli, Guardiano – replica Vazhin – Ma se le analisi di Vostok sono corrette, e a quanto mi riferiscono lo sono molto spesso, conosciamo la posizione attuale del Maggiore Bulikova. E dato che si trova in estrema prossimità del luogo più segreto di tutta la Russia...

<<Non diteci che dobbiamo andare in Siberia ancora una volta.>>

-No, stavolta andrete più vicino. Conoscete il Monte Yamantow in Bashkiria?

 

 

Sotto il Monte Yamantaw.

 

Protetta da milioni di tonnellate di solida roccia c’è una gigantesca porta blindata, praticamente indistruttibile. La ragione ufficiale della sua esistenza, se così si può dire di un progetto Top Secret, è resistere ad un attacco nucleare diretto e permettere la sopravvivenza dei bunker sotterranei.

In realtà, la porta serve ad evitare che qualcuno esca.

Il Maggiore Bulikova si avvicina alla grande porta, ed i due soldati di guardia le puntano immediatamente i fucili addosso.

-Alt! Si identifichi e tenga le mani bene in vista!

-Maggiore Ekaterina Alexandrovna Bulikova. Lasciatemi passare; è una questione di sicurezza nazionale.

-Mi faccia vedere la sua autorizzazione.

-Naturalmente – risponde sorridendo il Maggiore, ed immediatamente l’energia oscura avvolge le armi delle due guardie.

I due soldati non si perdono d’animo e cercano di reagire bloccando fisicamente il Maggiore, ma non hanno il tempo di fare molto prima di essere uccisi dai propri fucili.

Il Maggiore osserva compiaciuta i due cadaveri sanguinanti, lasciandosi sfuggire un commento prima di passare attraverso l’enorme porta blindata:

-Il fatto di poter fare questo è un’autorizzazione sufficiente. Sono sicura che concordereste, se foste ancora vivi.

 

 

Sopra i cieli della Bashkiria, Federazione Russa

 

Il Jet della Guardia d’Inverno è in fase di atterraggio.

-Ma cos’è esattamente questo posto?- chiede Vanguard.

-Diciamo che ospita un’installazione supersegreta che si occupa di difesa aerea e di altre cose riservate.- risponde il Guardiano d’Acciaio

-Un po’ come il NORAD americano, quindi?-

-Si… a parte che ufficialmente non esiste… come molti dei progetti che vi sono stati portati avanti nel corso degli anni.

-Non mi stupirei se si occupassero di alieni. Come in quella serie televisiva americana - interviene Ursa Major.

-Mi sorprendi Mikhail, non credevo che seguissi i telefilm americani.

-Anche un orso parlante deve rilassarsi ogni tanto… e poi mi aiuta a perfezionare il mio inglese. Certo sarebbe meglio se non fossero sempre gli americani a salvare la galassia, ma...

-Sbaglio o sembri sapere molte cose su quel che c’è sotto il Monte Yamantow, Guardiano?- cambia argomento Vanguard.

-Diciamo che… ci ho lavorato per un po’.- è la mezza risposta.

 <<Davvero?>> interviene Dinamo Cremisi <<Strano. Da quel poco che ne so, è un’installazione gestita dall’Aviazione e forse anche dalle Forze Missilistiche Strategiche. Secondo il tuo dossier tu sei un soldato dell’Esercito… Devo dedurne che le informazioni su di te sono false… oppure che sotto il Monte Yamantow ha sede anche il nostro programma del Super Soldato?>>

-Diciamo che devi dedurne che si tratta di informazioni che non hai bisogno di sapere, Dimitri, e finiamola qui.- replica seccamente il suo interlocutore.

Nel frattempo il jet ha raggiunto una pista d’atterraggio nel cuore della montagna ed i membri della Guardia d’Inverno sono scesi e si sono avviati lungo un corridoio. A chiudere la fila c’è anche una che non è un membro della formazione ed è stata, per così dire, imposta dal G.R.U. ovvero: Yelena Belova, che qualcuno chiama la Giovane Vedova Nera. Nessuno ha protestato: hanno già combattuto al suo fianco nella recente crisi scatenata da Yuri Stalyenko e pensano di potersi fidare e poi… con Fantasma fuori combattimento, Stella Nera dispersa e Perun e Tigre Siberiana scomparsi anch’essi senza lasciare tracce, ogni aiuto è benvenuto.

-Non mi fraintenda Guardiano…- gli sta dicendo l’ufficiale comandante -… comprendiamo le vostre preoccupazioni, ma vi assicuro che nessuno può entrare qui senza subire controlli accuratissimi. Senza una speciale autorizzazione del Presidente o del Primo Ministro chiunque, anche un membro del Governo verrebbe respinto senza esitazione.

-Il punto, generale…- spiega pazientemente il Guardiano d’Acciaio -… è che il Maggiore Bulikova non è… non è più un essere umano normale… sempre che sia ancora un essere umano. Ho i miei dubbi che anche i più sofisticati sistemi anti intrusi possano…

In quel momento risuona una sirena e quasi contemporaneamente arriva trafelato un giovane ufficiale.

-Generale, generale… allarme intrusi al sotto-livello 28.

-Cosa? Ma… è impossibile.

-Detesto avere ragione in casi come questo.- si lascia sfuggire il Guardiano.

 

 

In un luogo molto lontano.

 

Perun si trova di fronte quello che potrebbe essere descritto solo come un uomo a petto nudo, che dalla cintola in giù è di forma serpentina ed il cui capo è sormontato da corna simili a quelle di un cervo ed il cui volto è ornato da una rada barbetta

-Veles, infido dio della Morte!- esclama Perun -È dunque nel tuo regno che il perfido Dormammu ha inviato il mio ospite umano? Se è così, rilascialo subito o subirai ancora una volta la mia collera.

-Sempre il solito impetuoso, mio vecchio avversario.- replica Veles –Forse dovresti calmarti, sempre che tu ne sia capace.

-Non pensavo che ti saresti abbassato ad essere il lacché di un altro. Da quando servi i voleri di Dormammu?

-Io non servo nessuno. Ho accettato un patto con Dormammu solo perché sapevo che prima o poi ti saresti messo in cerca dell’umano chiamato Valery Sovloyev. È da tanto tempo che non rinnoviamo la nostra sfida, non credi che sia ora di ricominciare?

-Non dimenticare che ti ho sempre ucciso.

-E tu non dimenticare che io rinasco sempre. Sei pronto?

Veles si avventa su Perun avvolgendolo strettamente nelle sue spire, ma il dio del Fulmine reagisce scrollandoselo di dosso. Ancora il dio dalla forma di serpente rinnova il suo attacco stringendo il suo avversario in una morsa.

-Il primo attacco era solo un assaggio. Ora non scherzo più.- proclama Veles.

-Buon per te, perché io non ho mai voluto scherzare e non mi fermerò prima di averti costretto a rilasciare Valery.

Perun agita la sua ascia ed una vera e propria tempesta si abbatte sul suo avversario.

-Ne hai abbastanza?- chiede

-No!- replica l’altro, pur ritirandosi –Forse io non posso batterti con la forza, ma stavolta ho a disposizione chi può farlo al posto mio… hai mai sentito parlare dei… Senza Mente?

Senza preavviso Perun si trova circondato da una massa apparentemente sterminata di esseri votati solo ad una eterna battaglia, con un unico istinto primario: distruggere.

-Questa sì che è una sfida degna di un dio.- commenta Perun, prima di menare un fendente d’ascia contro il più vicino dei Senza Mente.

 

Sotto il Monte Yamantaw, sotto-livello 28

 

La Dinamo Cremisi apre con forza le porte in titanio dell’ascensore, mentre la sirena d’allarme continua ad urlare.

<<Ecco cosa si paga con le tasse dei cittadini>> commenta.

-I nostri stipendi, per esempio gli risponde Vostok.

Il resto della Guardia d’Inverno segue i due eroi tecnologici. Si trovano in un corridoio tetro e claustrofobico, dove ad ogni metro si trovano soldati privi di sensi ed immobilizzati da catene di forza oscura.

-Non c’è dubbio sul fatto che il Maggiore è dietro a tutto questo. E che pagherà per aver usato in questo modo i poteri di mia sorella – sottolinea Vanguard.

-Trovarla non sarà difficile: seguiamo la scia di danni.- ordina il Guardiano d’Acciaio, seguito dal resto della squadra. Anche solo guardandosi attorno, è facile capire che pochi minuti prima il personale ha cercato d fermare il Maggiore... fallendo completamente.

Finalmente, dietro ad un’ultima porta blindata sollevata con un certo sforzo da Ursa Major e dalla Dinamo Cremisi, la Guardia d’Inverno trova la propria preda.

Il Maggiore è arrivata nel livello più profondo della base segreta: si trova a pochi metri da  un grande cerchio di pietra, al centro del quale fluttua un nodoso bastone di legno ricoperto di gemme preziose e tetri fulmini neri.

-Maggiore, non so cosa le sia successo, ma le ordino di allontanarsi subito da quell’oggetto.

-Tu non puoi darmi nessun ordine – risponde il Maggiore con una voce molto più profonda di quanto dovrebbe essere possibile per qualsiasi essere umano, uomo o donna che sia.

-Sono stato autorizzato dalle più alte cariche a fare qualsiasi cosa in mio potere per fermarla, con la forza se necessario – prosegue il Guardiano d’Acciaio, pronto a lanciare il suo scudo.

-Non c’è nessuna autorità superiore alla mia, in questa dimensione. Io sono il fuoco che non può essere spento – risponde il Maggiore, la cui uniforme è sostituita in un batter d’occhio dal costume di Stella Nera.

<<Non sono uno psichiatra, ma direi che è impazzita>> commenta la Dinamo Cremisi, colpendola con un raggio stordente... ed aumenta ripetutamente l’intensità del raggio, senza però sortire alcun effetto.

<<D’accordo, forse c’è qualcosa di vero in quello che dice>>

-Io sono il potere. Io sono il fuoco che brucerà questo pianeta e governerà le sue ceneri.

La testa del Maggiore Bulikova è avvolta da una possente fiamma nera, che sembra essere meno di una scintilla se paragonata alle due stelle rosse brillanti che sono i suoi occhi.

-Io sono il TERRIBILE DORMAMMU. Osservate il mio potere, e disperate!

-Se questo fosse un telefilm americano, questo sarebbe il finale della prima parte – commenta Ursa Major.

Nessuno può sentirlo, però, perché con una abbagliante esplosione di totale oscurità la cosiddetta nuova Stella Nera ha appena causato il crollo del sotto-livello 28.

 

 

CONTINUA !

 

 

NOTE DEGLI AUTORI

 

 

Benvenuti a questo nuovo miniciclo della Guarda d’Inverno che si propone, tra le altre cose, di risolvere alcuni punti rimasti in sospeso dai cicli precedenti.

1)      Tanto per cominciare, non avete letto male i credits iniziali. Al posto di Fabio Volino, che lascia il suo ruolo di soggettista, subentra il favoloso Fabio Furlanetto che si affianca al cataclismatico Carlo Monni nel concepire e sviluppare questa mini epica in due parti..

2)      Onestamente entrambi speriamo che tutti voi ricordiate l’epico (si fa per dire) scontro con il Terribile Dormammu al termine del quale non solo il potente essere soprannaturale si ritrovò privo del suo potere ed apparentemente trasformato in forma umana, ma accadde anche che l’avvenente maggiore Bulikova emerse da un bozzolo di forza oscura. Successivamente Katrina sembrò aver sviluppato gli stessi poteri della scomparsa Stella Nera.. Da allora ci siamo chiesti spesso (ma davvero?) se quella fosse la vera Katrina Bulikova o qualcosa di diverso. Ora pare che abbiamo la risposta o almeno una parte.

Cosa accadrà adesso? Non vi resta che leggere il prossimo episodio, se proprio volete saperlo.

 

 

Fabio e Carlo



[[1]] In The Others #18

[[2]] No: stavolta non ci pensiamo nemmeno a spiegarvi il significato di quest’acronimo. Se ancora non l’avete imparato, peggio per voi. -_^

[[3]] Stavolta siamo buoni: Rodina vuol dire Madrepatria in Russo. -_^

[[4]] O, magari, semplicemente dall’immaginazione di un certo Steve Ditko o di un tal Jim Steranko. -_^

[5] Sempre nel #18.

[6] Un altro acronimo di cui non ci sogniamo nemmeno di darvi la spiegazione. -_^