Natasha Romanoff, meglio nota come Vedova Nera, è entrata clandestinamente nella Federazione Russa assieme a Devil per cercare di impedire un attentato al Presidente Russo ed al suo Primo Ministro ignorando di essere stata condizionata per essere lei stessa il killer. Attivatosi il comando postipnotico, Natasha cerca di uccidere i due politici durante un ricevimento ma viene catturata e rinchiusa nelle segrete del palazzo della Lubyanka, sede del temuto F.S.B.[1]

            Nick Fury invia i Vendicatori Segreti a Mosca per liberarla e farla uscire dalla Russia e per neutralizzare le minacce di attentato contro i vertici politici russi.

            Devil, aiutato da Symion Borisovitch Kurasov, capo della malavita di Mosca e vecchio amico di Ivan Petrovitch, il mentore di Natasha, riesce a penetrare nel palazzo. Natasha insiste per liberare anche l’ex capo del F.S.B. imprigionato sotto la pretestuosa accusa di tradimento. Mentre il gruppetto si appresta a fuggire, si imbatte nel Soldato d’Inverno e Yelena Belova, la Vedova Nera ufficiale russa. Il Guardiano Rosso li sorprende e Yelena, a sorpresa, si schiera al suo fianco contro gli altri. I due si fanno sconfiggere e lasciano fuggire Devil, Natasha e Vazhin.

            Devil si unisce ai Vendicatori Segreti per impedire ulteriori attentati ma nel frattempo il capo del F.S.B. ha incaricato una spietata killer di uccidere Natasha e chiunque cerchi di impedirglielo.

            Cos’altro può andare storto? Meglio non chiederselo.

 

PIAZZA ROSSA

di CARLO MONNI & CARMELO MOBILIA

(con personaggi e concetti di FABIO VOLINO)
Editor: GIUSEPPE FELICI

 

 

1.

 

 

            Frank Bohannan era già un tiratore scelto dalla mira infallibile prima che gli fossero aggiunte delle protesi cibernetiche. Grazie a quelle ora è in grado di centrare qualunque bersaglio non importa quanto sia lontano. Naturalmente lui preferirebbe essere ancora integro ma non si può avere tutto dalla vita.

            Eccolo, quindi, sul tetto di un edificio con vista sulla Piazza Rossa. Il loro committente deve avere degli agganci niente male se è riuscito a farlo arrivare sin lì con la sua arma speciale superando i controlli di sicurezza di quei paranoici dei Russi ma questo all’uomo chiamato Crimson Commando non interessa. Piuttosto si concentra sul suo bersaglio.

            Prende con calma la mira inquadrando perfettamente l’auto presidenziale che si sta allontanando a tutta velocità. Nell’auricolare risuona forte e chiara la voce del suo capo Mike Rogers:

<<Frank. Adesso!>>

            Senza esitare preme il grilletto ed il proiettile parte verso il bersaglio.

-NO!-

            Il grido lo coglie di sorpresa. Crimson Commando si gira di scatto e si trova di fronte un uomo in costume blu scuro e una maschera dello stesso colore a coprirgli il volto .Lo riconosce immediatamente: è un membro di quella squadra che aveva rotto le uova nel paniere alla sua in quella disgraziata faccenda di Rio Valiente.[2] Gail Runciter l’aveva identificato come Nomad.

-Maledetto Bastardo!- esclama il nuovo arrivato sferrandogli un calcio che gli strappa di mano l’arma.
            Frank non se ne preoccupa: ormai il suo colpo l’ha sparato. Si sposta appena in tempo per evitare un altro calcio stavolta in faccia.

            Si rialza ed affronta il suo avversario. Gli bastano poche schermaglie per capire due cose di lui : è superforte e molto ben allenato. Frank può resistere a colpi che stenderebbero un normale essere umano ma quel Nomad non gli da tregua. Lo colpisce ripetutamente con ogni stile di lotta conosciuto senza dargli il tempo di reagire. È solo per caso che riesce a penetrarne le difese e ad afferrarlo per il collo.

            Nomad lo sorprende ancora: spostando il suo peso riesce a fargli perdere l’equilibrio ed entrambi si ritrovano proiettati oltre il cornicione, nel vuoto.

            Jack Monroe non si perde d’animo. Ricorda gli insegnamenti di ben due Capitan America e riesce a dirigere la caduta quanto basta per aggrapparsi ad un‘asta di bandiera. Gli sembra che le braccia vogliano uscire dalle articolazioni ma è salvo.

            Osserva la bandiera a strisce orizzontali bianche, blu e rosse e gli viene da sorridere: anche in quel maledetto paese i colori di casa lo hanno salvato.

            Sotto di lui Crimson Commando è piombato al suolo ma non si è fatto praticamente nulla. Riuscirà sicuramente a fuggire prima che lui possa scendere. Poco importa: ormai il danno è fatto e c’è solo da sperare che Steve e gli altri riescano a rimediare in qualche modo.

 

            Valentin Vladimirovitch Shatalov si infila il casco dell’armatura di Airstrike ed entra nella sala riunioni del Quartier Generale della Guardia d’Inverno di cui ha assunto la guida dopo l’esautoramento del Guardiano Rosso. Davanti a lui i membri della supersquadra russa che, senza che il grande pubblico lo sappia, sono in realtà quasi tutti supercriminali che hanno assunto false identità. Alcuni gli sono completamente fedeli come: Dinamo Cremisi, ovvero Boris Borisovitch Bullsky, che è stato il primo ed il migliore Titanium Man, Powersurge, alias Milos Masaryk, alias l’Unicorno, Vanguard, la misteriosa donna nota anche come Omega Black con accanto suo fratello, l’altrettanto enigmatico e silenzioso Omega White, ribattezzato Fantasma. Di loro sa con certezza solo che sono figli di Arkady Rossovich, il famigerato Omega Red, ma non è nemmeno certo che lui sappia della loro esistenza. Accanto a loro c’è Soyuz, la versione migliorata e, ciò che è più importante, completamente fedele a lui, dell’androide Vostok.

            Poco discosta, quasi a rimarcare la diversa scelta di campo, la sua rivale per la leadership del gruppo: il Maggiore del F.S.B. Ekaterina Aleksandrovna Bulikova, che ha assunto il ruolo di Stella Nera e che gli rivolge un sorrisetto insolente mentre stringe la mano di Elena Markova Ivanova, il cui nome in codice è Esper, quasi a rimarcare una sorta di diritto di possesso.

            A Shatalov questo ora non interessa, ci sono cose più urgenti di cui occuparsi, cose che potrebbero essere comunque utili alla sua causa. La sua voce, filtrata dal microfono della maschera, non mostra particolare emozione:

<<Stanotte Natalia Alianovna Romanova, già nota come Vedova Nera, ed il Generale Alexei Mikhailovitch Vazhin sono evasi dalle prigioni della Lubyanka.[3] Come sapete, la Romanova ha tentato di uccidere il nostro Presidente ed il Primo Ministro[4] mentre Vazhin è accusato di tradimento. Ci sono fondati motivi per ritenere che siano stati aiutati da agenti stranieri e che questi intendano farli espatriare. Non prima, però, di aver portato a termine i loro progetti di assassinio dei nostri leader. Il nostro compito è neutralizzarli prima che lo facciano.>>

<<Regole d’ingaggio?>> chiede Bullsky.

<<Una sola.>> replica Airstrike <<Se non si arrendono, eliminateli.>>

<<Mi piace.>>

-Ottimo discorso, Airstrike.- interviene Katrina Bulikova -Solo una cosa non mi è chiara: dov’è il Guardiano Rosso?-

<<Credevo lo sapessi, compagna…- replica Shatalov <<… è stato sollevato da ogni incarico. Il Direttore Menikov teme che il suo… coinvolgimento sentimentale… con la Romanova lo renda inadatto alla missione.>>

<<Una scelta perfettamente logica.>> puntualizza Soyuz.

-Devo convenirne.- ammette la donna -Peccato, le sue capacità tattiche ci avrebbero fatto comodo. Per fortuna abbiamo te a guidarci, Airstrike.-

            L’ironia delle parole della donna non sfugge ad Airstrike che sceglie di ignorarla. Ci sarà tempo per regolare i conti con lei, pensa, anche se dovrà stare molto attento quando sarà quel momento: è troppo pericolosa per sottovalutarla.

            Quanto a Katrina, ha imparato a conoscere Alexi Alanovitch Shostakov quanto basta per sapere che Menikov si illude se pensa davvero che non interferirà con la caccia alla sua ex moglie.

            È molto probabile che si stia già dando da fare.

 

            Symion Borisovitch Kurasov, il boss della malavita di Mosca, rientra nella sua lussuosa e super sorvegliata villa in Kulagin Prospekt, dopo aver passato la serata in uno dei suoi night club.

            Con lui ci sono due ragazze, giovani e molto belle, probabilmente due spogliarelliste.

“In questo Paese, devi fare la grana prima. E quando hai fatto la grana, c'hai il potere. E quando hai il potere, c'hai pure le donne” diceva Al Pacino/Tony Montana nel film “Scarface”, ambientato a Miami, ma anche nella fredda Mosca le cose non sono molto diverse: quando un uomo è ricco, potente e magari pure pericoloso non ha alcuna difficoltà nel conquistare le donne. O perlomeno, un certo tipo di donna.

            Kurasov entra nel suo ufficio, presumibilmente per rifornirsi al minibar, ma non appena varca la porta avverte la presenza di qualcuno. Fa un cenno agli uomini della scorta che entrano nella stanza ma qualcosa li colpisce e li mette K.O. .Qualcosa simile ad un piccolo disco.

            Symion conosce quell’oggetto.

-Ragazze, non spaventatevi e andate in camera... vi raggiungo tra poco.- dice senza perdere la calma.

            Le due giovani obbediscono senza emettere un suono, mentre lui entra e restituisce l’oggetto al misterioso uomo che lo attende spaparanzato su una poltrona.

-Questo è tuo, se non sbaglio.-

-Kurasov. Dobbiamo parlare.-

-E di cosa, signor Guardiano Rosso?- chiede il boss.

-Natalia Alianovna Romanova.- risponde risoluto il supereroe. -So che siete amici fin da quando era una ragazzina. E sono certo che solo tu potevi fornirle i mezzi per nascondersi ed eventualmente lasciare il paese.-

-Le tue sono solo congetture. Io non ho contatti con lei da quando è entrata nel programma della Stanza Rossa e...-

-Falla finita, Kurasov! Non c’è bisogno di continuare questa messinscena! So benissimo che l’hai aiutata tu a fuggire, come sono certo che non c’è lei dietro all’attentato al presidente. Qualcuno l’ha incastrata. Sono qui per aiutarla.-

            I due uomini si fissano negli occhi. Symion si accende una sigaretta e rimane a fissare l’uomo con il costume rosso.

 

 

2.

 

 

            Un attimo, un solo attimo, è quello che rimane per decidere un tiro impossibile… impossibile per chiunque non sia capace di valutare pressoché istantaneamente direzione e velocità del vento nonché l’angolazione giusta perché il delicato meccanismo di una bomba sofisticata si inceppi.

            Un impresa impossibile per chiunque tranne che per Devil, l’uomo senza paura: il suo senso radar gli fa percepire la traiettoria dell’ogiva esplosiva e lanciando il suo manganello la intercetta a mezz’aria: non appena colpito dal bastone di Devil il proiettile devia il suo percorso, senza che la devastante esplosione avvenga.

            L’auto presidenziale passa senza danni e l’Uomo senza Paura tira un sospiro di sollievo ma i guai almeno per lui ed i suoi compagni, non sono ancora finiti.

<<Fermi dove siete.>> intima una voce elettronica.

            La Guardia d’Inverno: c’era da aspettarselo che il principale gruppo di supereroi si sarebbe fatta viva con tutto quel pasticcio. Per loro non ci sono distinzioni: per quanto ne sanno quelli davanti a loro sono tutti colpevoli del mancato attentato.

            Devil esamina la situazione con i suoi supersensi valutando gli avversari: due uomini che indossano armature molto sofisticate che sembrano all’altezza di quelle di War Machine e Iron Man, una donna dal battito accelerato, un uomo che sembra quasi evanescente ma il cui odore è simile a quello della donna, suo fratello forse? Infine un androide, ne è abbastanza sicuro: i suoi “segni vitali” gli ricordano quelli della Visione.

-Disperdetevi!- urla Steve Rogers ai suoi poi dà una spinta a Devil togliendolo dalla linea di tiro di un raggio di energia oscura -Attento a quella donna!- gli dice.

-Donna ?- esclama un perplesso Uomo senza Paura -Di che donna parli?-

-Davanti a te :ore 11.-

            Il che vuol dire spostata verso sinistra ma non c’è nulla lì. No, aspetta: ora Devil percepisce qualcosa. Lo spostamento d’aria che indica la presenza di una massa, il rumore attutito di una qualche forma di energia. Niente battito cardiaco, respiro o odore: qualsiasi cosa abbia di fronte non è umana. Deve usare i suoi supersensi al massimo per accorgersi di un nuovo attacco di quella strana energia che lui non sa chiamarsi Forza Oscura.

<<Vanguard, Fantasma, Stella Nera, Soyuz, neutralizzate tutti quelli che potete!>> ordina Airstrike.

            Vanguard, Fantasma, Stella Nera? Avranno anche gli stessi nomi ma dietro c’è altra gente, questo è certo, pensa Steve evitando una scarica di repulsori di Airstrike.

            L’arrivo della Guardia d’Inverno non era previsto, e Donna Maria Puentes fa saltare la sua copertura per aiutare anche quello che oltre ad essere il suo caposquadra è il suo uomo.

-Steve! Resisti, sono qui!- dice, arrivando sul luogo della battaglia.

            Nomad la raggiunge pochi istanti dopo.

-Hai catturato Crimson Commando?- gli chiede Maria.

-No; il bastardo è riuscito a sfuggirmi per un pelo...  questi non sono quella specie di Vendicatori russi?-

-Esatto, sono la Guardia d’Inverno.-

-Credevo fossero i buoni... perché ce l’hanno con Steve e Devil?-

-Devono ritenerci complici, non sanno il perché siamo qui. Credo che ci toccherà combatterli.-

-Russi...- sbuffa Jack.

            Steve vede i suoi compagni di squadra accorrere in suo soccorso, ma la sua vista d’aquila nota  la donna chiamata Vanguard far uscire dallo sterno delle specie di tentacoli che si muovono verso Nomad.  

            Crede di aver capito chi è: ha letto un rapporto dello S.H.I.E.L.D. su uno dei Cavalieri di Apocalisse della crisi di Genosha dell’anno precedente.[5] Si chiama Omega Black ed i suoi tentacoli possono…

-Nomad, non farti toccare!- urla.-I suoi tentacoli succhiano l’energia vitale.-

            Jack Monroe non se lo fa ripetere due volte. Evita per un soffio i tentacoli ma poi fa qualcosa di assolutamente audace ed inaspettato: li afferra e li usa per sbattere la ragazza contro l’avversario più vicino. Anche con la protezione dei guanti ora si sente più debole.

            Donna Maria vede sbarrarsi il passo da un misterioso uomo in costume. Come ex agente dello S.H.I.E.L.D. ne ha viste di cose strane nella sua vita e non si spaventa facilmente, ma il tizio davanti a lei la mette a disagio: non dice una parola ed avanza verso di lei.

            La giovane latinoamericana non può sapere che quello che ora chiamano Fantasma è in realtà l’enigmatico Omega White ma le basta provare a sparargli con la sua pistola taser per capire che è capace di rendersi intangibile. La situazione potrebbe mettersi male se improvvisamente la donna chiamata Vanguard non piombasse sul suo avversario neutralizzandolo.

-Grazie Nomad.- esclama lei.

-Dovere, Maria.- ribatte Jack con un sorriso.

            La lotta è decisamente impari, pensa Steve Rogers. Non è certo la prima volta che si scontra con avversari più potenti e se l’è sempre cavata trovando anche un modo per sconfiggerli ma questo non vuol dire che gli piaccia.

            Con una serie di acrobazie riesce a fare in modo che Airstrike e la Dinamo Cremisi si colpiscano a vicenda. Due a zero per lui. Ora ha un attimo per riflettere: Airstrike sembra un ottimo stratega, dubita che ci sia sempre Dimitri Bukharin in quell’armatura. Quanto alla Dinamo, la sua armatura è più massiccia delle precedenti ed il suo modo di manovrare gli ricorda… possibile che sia davvero Boris Bullsky? I membri della nuova Guardia d’Inverno sono supercriminali? Non ci sarebbe nulla di male, lui stesso ha sempre creduto nelle seconde possibilità ed ha guidato una formazione di Vendicatori composta da ex supercriminali.[6]

            Non ha il tempo di pensarci adesso: deve tirare se stesso e la sua squadra fuori da quest’impiccio. Dalla cintura estrae una mini granata e la lancia saltando verso i suoi.

-Via!- urla.

            Un  lampo accecante sembra riempire la Piazza Rossa. Quando si dissipa Steve e la sua squadra ma anche Mike Rogers e Gail Runciter sono scomparsi.

<<Troviamoli!>> ordina  Airstrike <<Non devono sfuggirci!>>

            Ma ormai i loro avversari sono riusciti a dileguarsi.

 

            A Berna, nell’omonimo cantone svizzero, il cupo rombo di un tuono distante sembra riflettere l’umore di Perun, il dio slavo del Tuono.

-Allora, amico…- gli si rivolge il mutante tedesco di nome Maverick -… se abbiamo finito di picchiarci, perché non mi spieghi perché ci tieni tanto a quelle strane pietre?-

-Quelle sono le pietre magiche delle Norne.- risponde Perun -Sono state disperse qui sulla Terra e Loki mi ha promesso che se gliele riporto mi ridarà la mia perduta umanità.-

-E tu gli hai creduto sulla parola? Che garanzie hai che la rispetterà? O anche che possa davvero fare quello che dice?-

-E quello che gli ripeto sempre anch’io...- interviene la supereroina italiana di nome Sun -… ma non mi dà mai retta, dannato testone.-

            Perun tace per qualche secondo poi ammette:

-Nessuna, non ho nessuna garanzia, ho… ho solo scelto di fidarmi.-

-Ok, ma ora rifletti: perché uno che si fa chiamare dio dell’Inganno dovrebbe volere quelle pietre magiche? Non ti è venuto in mente che potrebbe avere scopi maligni? Ridiventare umano è per te davvero così importante da passar sopra ad ogni conseguenza. E se Loki usasse quel potere per devastare questo mondo o altri?-

            Le parole di Maverick colpiscono Perun dritto al cuore. Alla fine dice:

-Hai ragione: mi sono comportato da stupido, ma adesso…-

            Non finisce la frase: il suono acuto delle sirene segnala l’arrivo delle forze dell’Ordine.

-Pessimo tempismo.- borbotta Maverick.

 

            Aeroporti, scali ferroviari e marittimi sono presidiati con un unico scopo: la cattura della donna più ricercata di Russia, peccato che quella donna non abbia mai lasciato Mosca ed anzi sia determinata a rimanervi finché non avrà smascherato il vero colpevole dei misfatti che le attribuiscono, impresa tutt’altro che facile, a quanto sembra.

            In questo momento Natalia Alianovna Romanova nota anche come Vedova Nera, si trova nella dacia alla periferia di Mosca dove risiede un uomo che si fa chiamare Aliaksiej Aliaksiejvich Ramanchuk, colonnello del KGB Bielorusso, ma che in realtà è Andrei Andreievitch Rostov, agente rinnegato del S.V.R. [7] e vera anima del complotto contro i vertici politici della Federazione Russa.

            Mentre guarda la sua ex allieva ed amante battersi contro due uomini praticamente identici si concede un sorriso soddisfatto.

-Credevi davvero di trovarmi impreparato, Natasha?- le chiede -Ti conosco bene, lo sai. Non solo siamo stati intimi ma ti ho addestrato io: so come pensi e come agisci.-

-Ho imparato parecchio da allora, Andrei.- ribatte lei evitando un colpo di uno dei suoi avversari e sferrandogli un calcio -Per esempio, ora so quanto sei infido.-

            Quello che ha di fronte è Vassily Ilyich Ulianov, ex ufficiale delle truppe speciali note come Spetsnaz, ex agente del S.V.R. ed ora, assieme al gemello Vladimir, scagnozzo principale di Rostov. Già in circostanze normali Natasha lo troverebbe un avversario molto duro, ma ora c’è una complicazione in più: lei è incinta e vuole evitare ogni male ai due gemelli che porta in grembo e questo la porta a stare sulla difensiva più del solito. Che ironia: sono gemelli anche i due che sta affrontando.

-Puoi anche non credermi, Natasha…- continua Rostov -… ma preferirei davvero non vederti uccisa.-

-Io, invece, voglio vederti crepare, Andrei, lentamente e dolorosamente.-

            Forse la distrazione è dovuta al fatto che sta parlando o alla rabbia che prova o alla preoccupazione per i suoi figli non ancora nati. Poco importa: Natasha scopre troppo la sua guardia e Vassily Ulianov ne approfitta per vibrarle un colpo di taglio al collo. Mentre lei barcolla, lui la colpisce ancora.

            La Vedova Nera cade in ginocchio e sente sulla nuca il freddo acciaio di una pistola, poi sente Andrei Rostov dire:

-Il punto è che non posso lasciarti vivere, Natushka,[8] credo che tu lo capisca.-

            Improvvisamente si ode un rumore di vetri rotti ed una figura vestita di rosso piomba nella stanza. Il primo pensiero di Natasha è: Matt?

 

 

 

3.

 

 

            Il suo nome ufficiale è Palazzo del Governo della Federazione Russa ma tutti lo conoscono col nome informale di Casa Bianca, proprio come la residenza ufficiale del Presidente degli Stati Uniti. È qui che si trovano gli uffici del Primo Ministro.

             La donna dai capelli biondi conosce bene questi corridoi, le è capitato di frequentarli qualche volta quando era un agente dei servizi di intelligence di questa nazione. Il suo nome è Melina Alexeievna Vostokova ma nei ristretti circoli delle spie, dei mercenari ed assassini è nota come Iron Maiden sia per la sua spietatezza che per la sua abitudine di indossare una leggera armatura e nascondere il suo volto dietro una maschera di metallo. Non oggi, però, oggi agisce a volto scoperto fingendo di essere un’agente del Servizio Federale di Protezione. Le hanno fornito credenziali impeccabili, sembrano autentiche. Un pensiero attraversa improvvisamente la mente di Melina: e se lo fossero? Questo vorrebbe dire che il complotto è radicato nelle alte sfere. In fondo non le importa, le basta essere ben pagata per il suo lavoro. Non deve alcuna lealtà ai vertici del suo paese che l’hanno abbandonata senza rimorso.

            La porta dello Studio del Primo Ministro è in fondo al corridoio. Solo pochi istanti e sarà un uomo morto e… si ferma improvvisamente. Un istinto sviluppato in anni la avverte che c’è qualcuno che la osserva ma dove?

            Si guarda intorno. Non c’è nessuno apparentemente ma lei è sicura di non essere sola. Una porta si apre ed un uomo le salta addosso ed insieme rotolano sul pavimento.

-Tu?- esclama Melina riconoscendo il suo assalitore.

-Credevi di essere l’unica a saper penetrare in un luogo sorvegliato senza essere vista?- le dice il Soldato d’Inverno -Io lo facevo ancora prima che tu nascessi.-

            Il volto di Iron Maiden è pieno di furia.

 

            Non è certo la prima volta che Natasha Romanoff, la Vedova Nera, si trova costretta a combattere contro tre uomini. Purtroppo per lei questa volta le cose non sono andate come le altre volte: vuoi per le qualità di lottatori dei suoi avversari, vuoi per il suo stato di forma non eccellente, vuoi per lo spazio angusto in cui deve battersi o per l’essere stata presa di sorpresa, sta di fatto che questa volta la donna si trova a terra, sconfitta, stordita e ferita per i colpi che ha subito.

            I suoi assalitori la circondano, fissandola dall’alto verso il basso. Sono Andrei Rostov e i gemelli Vladimir e Vassily Ulianov.

-Donna tenace, non c’è che dire...- osserva Vladimir.

-Si è una tosta... credimi, lo so bene: le ho insegnato tutto io. - dice Rostov -Non ci resta che eliminarla. Poi sbarazzatevi del cadavere.-

            Natasha Romanoff ha un brivido di terrore. Non per se stessa, quanto per la vita che porta in grembo.

            Non è una donna molto religiosa ma in cuor suo spera in un intervento di qualcuno che possa evitarle il triste fato che hanno in serbo per lei.

            Improvvisamente le sue speranze prendono corpo in una familiare figura vestita di rosso che manda in frantumi una finestra... non quella che si aspettava, però.

-TU! SEI IL GUARDIANO ROSSO! - esclama Rostov.

-Allontanatevi da lei. Adesso!- ordina loro il supereroe russo.

            I gemelli Ulianov gli si avventano addosso, ma il Guardiano è preparato al loro attacco: para il gancio sinistro di Vladimir e abbassandosi lo colpisce con un pugno al costato, e non appena l’uomo si porta le mani sul punto dolorante, lo finisce con un montante.

            Suo fratello invece viene colpito alle gambe, facendogli perdere l’equilibrio e poi il Guardiano lo finisce con una gomitata al volto. La sua improvvisata ha colto gli Ulianov di sorpresa. Rostov è sconcertato dalla sua presenza ma mantiene un apparente sangue freddo

-Sta indietro…- lo avverte -… ho avvisato le autorità. Saranno qui a breve! -Come hai fatto a trovarmi? Ma certo È stato Kurasov non è vero? Gliela farò pagare...-

            Il Guardiano Rosso gli rivolge uno sguardo carico di rabbia e lo colpisce al volto con un pugno, per sfogare la sua rabbia per le condizioni in cui versa Natasha, poi si rivolge alla donna:

-Stai bene?- chiede.

-Ho... visto di peggio. Ma non molto spesso, lo ammetto.- dice dolorante, poi aggiunge -Io... non mi aspettavo di vederti...-

            Lui non aggiunge altro e l’aiuta a rialzarsi.

- Dai, andiamo...-

            Appena usciti dall’edificio, il Guardiano Rosso ha la sensazione di non essere ancora scampato al pericolo.

            Istinto, fortuna o ha visto qualcosa? Fatto sta che la sua esperienza fa in modo che lui e Natasha evitino un proiettile che altrimenti li avrebbe eliminati.

-UN CECCHINO! GIÙ!-le grida buttandola a terra e togliendosi dalla linea di tiro.

            Si nascondono dietro un angolo, un punto cieco dove non possono venire colpiti.

-Avessi il mio scudo sarebbe una passeggiata...- osserva lui -… ma per fortuna non sono disarmato.-

            Dalla fibbia della cintura estrae il suo disco da lancio e osservando il punto da cui è partito lo sparo, tenta un tiro difficile, sperando di indovinare la posizione del loro assalitore ed alla fine tenta il colpo.

-Rimani qui! - dice alla Vedova.

-Non ho bisogno di protezione, ce la faccio a...-

- RESTA QUI!- le ribadisce, scattando nella direzione del colpo.

 

            L’uomo più anziano, segaligno, i cui capelli un tempo castani stanno diventando grigi sempre più rapidamente ed i cui occhi vivaci sono nascosti parzialmente dagli occhiali da miope, si chiama Ben Urich. La giovane donna bionda e con gli occhi azzurri che è con lui, si chiama Candace Nelson. Sono entrambi Americani e giornalisti del Daily Bugle, noto tabloid di New York Il loro interlocutore è Aleksandr Vassilievitch Lukin, capo indiscusso della Kronas Inc., una delle più potenti multinazionali russe. Da queste parti quelli come lui li chiamano oligarchi e quello in cui si trovano è il suo ufficio all’ultimo piano di un grattacielo nel quartiere di Mosca noto come Centro Internazionale di Affari o Mosca City.

            Lukin si avvicina al mobile bar e si rivolge ai suoi ospiti:

-Gradite della vodka con un po’ di ghiaccio?-

-Non per me, grazie.- replica Urich.

-Io la prendo volentieri, grazie.- risponde Candace Nelson

            Lukin le porge il bicchiere con un sorriso affabile:e lei beve tutto d’un fiato.

-Complimenti Miss Nelson.- le dice lui mentre le rivolge uno sguardo di evidente ammirazione.

            In un angolo la donna bruna a capo della sicurezza della Kronas e il cui nome è Yelena Brement scuote leggermente la testa.

-Se possiamo lasciare da parte i convenevoli…- interviene Urich -… lei ha parlato di informazioni su uno scandalo politico.-

-Mi piace la gente che va dritta al punto, Mr Urich.- ribatte Lukin -Quello che posso dirle è che c’è in atto un complotto per uccidere il Presidente della Federazione Russa e le forze di sicurezza stanno cercando la persona sbagliata.-

-Si riferisce alla Vedova Nera?-

-Sia lei che io sappiamo bene che Natalia Alianovna è troppo intelligente ed in gamba per aver cercato di uccidere i due uomini più importanti di Russia in quel modo dilettantesco. È chiaro a chiunque che è stata incastrata… a chiunque tranne all’ottuso burocrate che attualmente dirige l’F.S.B. ovviamente.-

-E noi che c’entriamo con tutto questo?- chiede Candace.

-Voi siete giornalisti americani e racconterete quello che i media russi non possono e non osano rivelare.-

-E lei vuole che sia rivelato, perché?- chiede Ben.

-Se le dicessi che credo nella verità e nella democrazia?-

            Un suono soffocato viene da Yelena Brement mentre Ben non trattiene una risata.

-Mi scusi.- dice -Rido sempre quando mi raccontano una bella barzelletta. Non vuole svelarci qual è il suo tornaconto in questa faccenda e mi sta bene ma odio essere usato e direi proprio che io e la mia collega siamo pedine in un qualche gioco di potere. La mia domanda è: quanto sacrificabili?-

-Come le ho detto, Mr. Urich, apprezzo la schiettezza. Le garantisco che il mio apparato di sicurezza proteggerà lei e la graziosa Miss Nelson da ogni pericolo.-

            Lo sguardo di Urich è scettico. Alla fine dice:

-Mi racconti tutto quello che sa… e ho la sensazione che sappia parecchio.-

            Lukin si concede un altro sorriso.

 

 

4.

 

 

            Un colpo fortunato, così l’avrebbero descritto in molti ma non avrebbero preso in considerazione il semplice fatto che Alexi Alanovitch Shostakov è stato addestrato severamente ad eseguire imprese impossibili. La cosa importante è che il mini disco ha fatto il suo dovere colpendo il fucile del cecchino.

            Il Guardiano Rosso scatta rapidamente verso la postazione del suo avversario correndo a zig zag per ridurre il rischio di essere colpito ma nessuno sparo arriva. Quando raggiunge il punto da cui provenivano gli spari trova a terra un fucile. Un Dragunov SVR per essere esatti, un fucile di precisione in dotazione alla nuova Guardia Nazionale ed alle altre forze di sicurezza, un fucile da cecchini. Chi ha sparato è stato inviato da Menikov? Sarebbe nel suo stile.

            Il Guardiano raccoglie il fucile e lo esamina: il mini disco lo ha reso inservibile. Bel tiro si compiace Alexi ma non è questo che gli interessa adesso bensì il simbolo sul calcio: un ragno bianco. Che vuol dire? E cosa più importante: dov’è il cecchino? Se n’è andato abbandonando la sua arma ormai inutile oppure… se il suo bersaglio è Natasha…

            Uno sparo improvviso conferma i suoi peggiori timori.

 

            Capita di rado che l’uomo di nome Bucky Barnes si faccia sorprendere ma dopotutto la donna che si fa chiamare Iron Maiden è una spia esperta ed un’altrettanto esperta assassina. Gira su se stessa e riesce a farlo volare sopra la sua testa.

            Prima che lui si riprenda lei ha estratto un corto pugnale e si appresta ad infilarne la lama nel suo collo. Non riesce a terminare il gesto.

            Qualcosa di metallico si appoggia alla sua nuca ed una voce dura come l’acciaio le dice:

-Non ti conviene muoverti Melina Alexeievna. Il Morso di Vedova può essere letale anche a bassa intensità a distanza così ravvicinata.-

            La donna che si fa chiamare Iron Maiden non perde il suo sangue freddo e senza voltarsi replica in tono sprezzante:

-Yelena Kostantinova… l’aspirante Vedova Nera. Credi di spaventarmi? Io ho affrontato la vera Vedova Nera e sono ancora qui.-

-Sono io la sola Vedova Nera. Quanto alla Romanova, l’hai affrontata, è vero… e lei ti ha sconfitto.[9] La cosa ti brucia ancora, non è vero?-

-Tu… maledetta Slyukha!-[10]

            Iron Maiden si muove velocemente gettando la testa indietro e colpendo quella della sua avversaria sorprendendola, poi si volta di scatto.

-Non avresti dovuto provocarmi, ragazzina.- le dice in tono rabbioso mentre si appresta a sferrarle una coltellata.

            Una mano robusta le blocca il polso ed una voce d’uomo le dice:

-Spiacente, ma non posso lasciartelo fare.-

            Il Soldato d’Inverno. Si era dimenticata di lui.

-Tutto bene?- chiede quest’ultimo a Yelena.

-Ho solo il naso un po’ ammaccato.- ribatte lei.

-Voi due collaborate?- esclama Melina.

            Prima che uno dei due possa dire qualcosa echeggia un’altra voce:

-Fermi tutti dove siete.-

            A parlare è stato un uomo alto e massiccio, calvo e dai folti baffi che è alla testa di un drappèllo di guardie di sicurezza. Yelena lo riconosce immediatamente: Dimitri Bukharin, ex Dinamo Cremisi ed ora braccio destro di Vladimir Menikov.

            C’è un momento di indecisione da entrambe le parti ed Iron Maiden ne approfitta per liberarsi dalla stretta del Soldato d’Inverno e gettarsi contro una finestra.

-Sparatele, maledizione!- ordina Bukharin.

            L’istante seguente sembra cristallizzato nel tempo: le guardie sparano, Iron Maiden è colpita, sfonda la finestra e piomba nella Moscova, poi il tempo sembra tornare a scorrere normalmente.

            Bukharin si affaccia ma della donna non c’è traccia. Non è tornata a galla. Non avrebbe tentato di scappare se non fosse stata qui per qualche losco motivo, pensa Bukharin. Poi gli torna in mente una cosa:

-Quel tizio con la mascherina… che fine ha fatto?-

-Nella confusione è riuscito a dileguarsi.- spiega Yelena. Non sono riuscita a fermarlo.-

-Ma chi era e che voleva? Non sembrava dalla stessa parte di quella tizia.- borbotta Bukharin.

-Non saprei, Compagno Colonnello. Sono arrivata troppo tardi per capirci qualcosa purtroppo.-

-Comunque grazie, Vedova Nera. Hai sicuramente sventato un attentato al Primo Ministro. Quanto a quel tizio mascherato, lo troveremo sicuramente. Non può scappare da qui.-

-Buona fortuna Compagno Colonnello.-

            Bukharin ed i suoi uomini si allontanano e quando è sicura di essere sola Yelena apre una porta alle sue spalle e dice:

-Puoi uscire adesso James.-

            Il Soldato d’Inverno esce nel corridoio ed abbozza un sorriso.

-Grazie Yelena.- le dice -Ti sei esposta per me.-

-Non potevo fare diversamente, James, so che tu e gli altri siete innocenti e non potevo lasciare che ti catturassero… non potevo.-

-Dopo quello che è successo alla Lubyanka[11] temevo…-

-Dovevo mantenere la mia copertura. Nessuno deve sapere dei Vendicatori Segreti, ricordi?-

-E adesso che intendi fare?-

-I miei superiori al G.R.U.[12] non credono alla colpevolezza della Romanova e mi hanno incaricata di indagare. Come vedi, in un modo o nell’altro, sono dalla tua parte.-

-Ne sono felice. Io…-

-Lascia perdere, non c’è tempo. Tieni.-

            Yelena gli mette in mano un tesserino.

-Ti identifica come agente del F.S.B. e ti permetterà di superare tutti i controlli se trovi un vestito con cui nascondere il costume.-

             Bucky sogghigna e replica :

-Non sarà un problema.- soppesa il tesserino e chiede -Come l’hai avuto?-

            Stavolta è lei ad abbozzare un sorriso.

-Non chiedermelo e ora vai!-

            Bucky la prende tra le braccia e la bacia, poi si lancia lungo il corridoio.

 

            Corre in direzione dello sparo, con in testa un solo pensiero; non arrivare troppo tardi. Il cecchino l’ha giocato: aveva previsto che lui si sarebbe allontanato da Natasha. Un’intuizione geniale, e lui c’era cascato in pieno. Non appena torna al punto di partenza, il Guardiano Rosso vede Natasha affrontare in combattimento un’altra giovane donna.

            La prima cosa che gli viene in mente è che sembrano quasi gemelle. A differenziarle a prima vista il colore delle tute aderenti che indossano entrambe: nera per una e bianca per l’altra. Osservandole più da vicino si noterebbe anche che quella in bianco è più giovane ed i suoi capelli sono di un rosso più scuro.

            È in gamba, pensa Alexi, si muove con la grazia di una ballerina e contrasta i colpi di Natasha con una certa facilità. Non è il caso di perdere tempo ad ammirarla, pero: la pistola Makarov 9X18 che giace a terra dimostra una volta di più le sue vere intenzioni.

            Il Guardiano interviene in difesa di Natasha. L’altra donna è maledettamente in gamba. Forse al pari della Vedova... o perlomeno, di una Vedova provata nel fisico come quella che stava fronteggiando.

            Le arriva alle spalle, e anche se la donna lo sente, riesce a schivare solo il primo dei suoi colpi; l’altro pugno, in combinazione con il calcio di Natasha, la mette al tappeto definitivamente.

-Potevo farcela.- dice lei.

-Lo so. Ma così abbiamo fatto prima.- risponde lui.

            Entrambi però sanno bene che quello era stato uno scontro impari: Natasha era debilitata dalla gravidanza e dallo scontro con i gemelli Ulianov. Forse non ne sarebbe uscita vincitrice.

-Comunque grazie Alexi io...  non me l’aspettavo.-.

            Il suono delle sirene della polizia li interrompe.

-Mi consegnerai a loro? – chiede la donna.

-No. Ho preso queste a Rostov. Sono le chiavi della sua Mercedes. Andiamo. Ti porterò nel tuo luogo sicuro.-

            È tutta una messinscena per scoprire il luogo del suo nascondiglio? Si chiede Natasha. Forse. Ma una messinscena troppo ben fatta. Decide di accettare l’offerta e di correre il rischio. Matt si accorgerà sicuramente del suo bluff, una volta che lo avrà a portata del suo iperudito. E comunque il suo istinto le dice che può fidarsi di lui. È sempre stato un uomo leale e quelli come lui non cambiano.

 

 

5.

 

 

            Nel Quartier Generale della Guardia d’Inverno Airstrike si toglie il casco e si lascia sfuggire un’imprecazione.

-Un po’ di frustrazione, Compagno Generale?- gli chiede una voce femminile con tono chiaramente ironico.

            Valentin Vladimirovitch Shatalov si volta di scatto verso la donna che ha parlato: Ekaterina Aleksandrovna Bulikova, nel suo costume da Stella Nera.

-Non prendermi in giro usando il mio vecchio grado.- ribatte seccato -E sì… ho buone ragioni per sentirmi frustato: quei tizi che hanno attentato al Presidente ci sono sfuggiti e tutte le nostre ricerche non sono ancora servite a nulla.-

-Li prenderemo, vedrai, Valentin Vladimirovitch. È solo questione di tempo.-

-Se lo avremo il tempo. Per quanto ne sappiamo quella gente potrebbe star preparando nuovi attentati, anche se…-

-Anche se…?-

-Quando ero nel G.R.U. ho studiato i supereroi americani. Non è da quello chiamato Devil essere coinvolto in un attentato politico: è un idealista che crede nella Giustizia.-

-Eppure tutto indica che fosse lui l’uomo assieme alla Romanova quando ha attentato al Presidente ed è stato lui a liberarla dalla Lubyanka.-[13]

-Le apparenze a volte ingannano, Ekaterina Aleksandrovna.-

-Puoi chiamarmi Katrina ed io potrei chiamarti Valek.- ribatte Stella Nera avvicinandosi e sfiorandogli una spalla in modo quasi casuale -Non c’è motivo per cui dobbiamo essere avversari, dopotutto facciamo parte della stessa squadra.-

            Shatalov si sente strano. C’è qualcosa in quella donna che lo spinge a darle retta, una sorta di fascino quasi irresistibile. Gli ci vuole tutto il suo autocontrollo per distogliere lo sguardo dai suoi occhi che ora gli sembrano due pozze scure.

-Qualcosa che non va, Vladimirovitch?-

-Nulla.- replica secco Shatalov -Torniamo a parlare di cose più importanti. Come ti stavo dicendo, ci sono parecchie cose che non mi tornano. Compreso il modo in cui Natalia Alianovna si è comportata. Tu non l’hai mai conosciuta ma io sì e ti dico che non è da lei compiere un attentato in modo così grossolano.-

-Sono pronta a crederti, Valek.-

            Maledetta donna, pensa Shatalov, è certo che ha cercato non solo di sedurlo ma di controllarlo mentalmente e solo il suo addestramento a resistere al lavaggio del cervello gli ha permesso di non cadere preda della sua malia. Deve stare in guardia d’ora innanzi.

 

            Casa sicura di Symion Kurasov. Steve Rogers ed il resto della squadra fanno il punto della situazione.

- Ci sono sfuggiti un’altra volta. Sta diventando una dannata abitudine!- esclama Steve, riferendosi alla fuga del suo “cugino” Mike.

-Se non altro adesso abbiamo la certezza che Yelena è ancora dalla nostra parte.- dice il Soldato d’Inverno con evidente sollievo nella voce -Anche se sta facendo un delicato gioco di equilibrismi tra noi ed i suoi superiori. Se non altro pare che Iron Maiden sia fuori dai giochi.-

            Steve scuote la testa e ribatte:

- No, non sono affatto convinto che sia morta; ho affrontato Iron Maiden in diverse occasioni; il nemico non l’ha assoldata per caso. Sono abbastanza certo che sia ancora viva, e che colpirà di nuovo. Adesso tocca a noi muoverci per primi. Dobbiamo rintracciare David Ferrari; lui ha tutte le informazioni che ci servono. Bisogna trovarlo e farlo cantare.-

- Già... ho un conto in sospeso con quel tipo!- esclama Nomad, facendo schioccare le nocche.

- Tu cosa ne pensi, Devil? – gli chiede Rogers.

            L’eroe di Hell’s Kitchen è rimasto taciturno finora, appoggiato con le spalle al muro e con l’aria pensierosa, come se avesse la testa altrove.

-Penso che avevo espressamente chiesto a Natasha di restare qui e invece chissà dov’è andata... e con tutte le autorità russe che le danno la caccia. Sinceramente, la mia priorità è di ritrovarla. Potrei...-

            S’interrompe quando capta l’odore e il battito di due figure familiari.

-Che c’è?- gli chiede Nomad.

-Sono loro!- esclama il Diavolo Rosso, andando ad aprire la porta.

            Sull’uscio ci sono Natasha e il Guardiano Rosso.

-Ehi! Ma come hai fatto...?- borbotta Donna Maria.

            Lei ha l’aspetto di chi se l’era vista brutta.

- Natasha!! Che ti è successo?- le chiede Devil.

- Sto bene... non fare la zia apprensiva adesso... ne ho viste di peggio.- ribatte lei.

-I bambini, maledizione! Non pensi a loro?- la rimprovera ancora l’uomo senza paura.

            A udire questa frase il battito del Guardiano Rosso aumenta, e Matt Murdock lo avverte chiaramente, ma finge indifferenza.

-Che ti è successo Nat?- domanda Steve.

-Dopo. Ho scoperto chi c’è dietro a tutto...  il mio  vecchio amico Andrei Rostov si finge un Colonnello del KDB Bielorusso e quegli idioti dei miei ex colleghi ci sono cascati.-

-La chiamano intelligence, bah.- commenta sprezzante il Guardiano Rosso.

-Avevi fatto in tempo a dirmi che lo avevi riconosciuto prima di essere arrestata.-[14] replica Devil -Ho passato l’informazione allo S.H.I.E.L.D. ma senza prove da mostrare ai Russi…-

-Al Diavolo le prove!- sbotta Natasha -… . sono abbastanza sicura che Andrei lavori in stretto contatto con qualche pezzo grosso dello Stato ed è certo stato lui a chiamare quei vostri amici americani con cui vi siete scontrati sulla piazza Rossa. Posso non amare molto il mio attuale Presidente ma non voglio certo vederlo morto.-

            Un pensiero condiviso da tutti i presenti.

 

            Dacia di Andrei Rostov, o meglio del Colonnello Aliaksiej Aliaksiejvich Ramanchuk. La Polizia e le forze di sicurezza se ne sono andate senza immaginare la sua vera identità: troppo esperto, e con agganci troppo in alto perché qualcuno, allo stato attuale, possa anche solo sospettare di lui. 

            Si accende una sigaretta, poi si accorge di non essere solo nella stanza.

- Ah! È lei...- esclama nel vedere l’uomo.

            È Mike Rogers, l’uomo che ha quasi ucciso il presidente.

-Finora lei e la sua squadra non avete ottenuto grandi risultati, mi pare: due tentativi e due fallimenti.-dice, sferzante, Rostov.

-Se non ci fosse stata quella squadra ad interferire, a quest’ora il lavoro sarebbe stato fatto.- replica Rogers.

-Non perda tempo a biasimare gli altri e mi dica piuttosto che è pronto per la prossima occasione.-

-L’arma che stavo aspettando mi è stata appena recapitata. Ottimo gingillo a proposito.-

-Il meglio che l’A.I.D.[15] ha a disposizione. Mi è costata una piccola fortuna e potrà essere usata una volta sola. Sarà meglio che tutto funzioni a dovere stavolta.-

-Funzionerà. Ho già un piano ed anche l’uomo adatto per usare quell’arma. Domani a quest’ora i due bersagli saranno morti e lei sarà padrone della Russia.-

 

 

 

            CONTINUA E FINISCE SU VENDICATORI SEGRETI #29

 

NOTE DEGLI AUTORI

 

 

            Non c’è molto da dire. Tutte le informazioni rilevanti le avete nel corpo della storia. A noi non rimane che raccomandarvi di seguire il finale di questa vicenda su Vendicatori Segreti #29.

            Nel prossimo episodio: Vladimir Menikov deve affrontare le conseguenze delle ultime vicende e non saranno piacevoli. Nel frattempo nuove nubi si addensano all’orizzonte per la Guardia d’Inverno e gli esuli della vecchia Guardia d’Inverno avranno i loro problemi.

 

 

Carlo & Carmelo



[1] Federal'naya Sluzhba Bezopasnosti. Servizio di Sicurezza interna della Federazione Russa.

[2] Vendicatori Segreti #14/17.

[3] Su Devil #83.

[4] Su Devil #81.

[5] X-Men MIT #34.

[6] Il mitico Quartetto di Cap.

[7] Sluzhba Vneshney Razvedki, Servizio Informazioni dall’Estero.

[8] Vezzeggiativo di Natalia.

[9] Su Marvel Fanfare Vol. 1° #11/12 (In Italia su Gli Incredibili X-Men, Star Comics, #7/9).

[10] Sgualdrina in Russo

[11] Su Devil #83.

[12] Glavnoye Razvedyvatel'noye Upravleniye. Direzione Principale Informazioni, il servizio segreto militare russo

[13] Su Devil #81/83.

[14] Devil #82.

[15] Advanced Idea of Destruction. Un’organizzazione scissionista dell’A.I.M. dedita alla progettazione e realizzazione di superarmi.