La cosa
che una volta era un uomo fluttua oltre la stratosfera ed usa il suo potere per
rimanere integro… o, per essere esatti, per mantenere una parvenza di
integrità.
Per
molto, troppo tempo, si è limitato a fluttuare ma ora che il suo potere è di
nuovo saldo, inizia una discesa dapprima lenta, poi sempre più sicura, verso la
Terra sotto di lui. Con voce che non viene da corde vocali umane dice:
-Sono a casa, finalmente!-
E se potesse farlo, sorriderebbe.
OSCURE PRESENZE
di CARLO
MONNI
(con
personaggi e concetti di FABIO VOLINO)
Editor: GIUSEPPE FELICI
1.
La Vetta è il Quartier Generale dello S.W.O.R.D.[1]
ed è una stazione spaziale che normalmente si trova in orbita geostazionaria
12.000 Km sopra il Polo Nord. Una giovane donna dai capelli neri che indossa un
costume rosso con una gigantesca stella bianca sul petto è ferma in
osservazione davanti ad un monitor ed un quadro comandi.
Si chiama Starlight, o meglio questo è il modo con cui la chiamano in
lingua inglese. Nella sua nativa lingua russa il suo nome suonerebbe Zvezda Syvet. Allo stesso modo il suo vero nome, Tatiana
Andreievna Belinskaya, è stato semplificato in Tania Belinsky. Non le importa
molto ormai, in fondo non ha più molte relazioni umane oltre coloro che vivono
nella Vetta, anzi non ne ha nessuna. Un incidente nucleare l’ha
irrimediabilmente mutata ed ora, oltre ad avere superpoteri, emette
costantemente radiazioni che solo un ferreo controllo tiene a livelli
sopportabili da un essere umano. Se glielo chiedessero, risponderebbe che non
ha rimpianti della sua vecchia vita, ma ovviamente mentirebbe.
La sua attenzione è
improvvisamente attirata da un picco di energia appena rilevato dagli
strumenti. Un’energia che le è familiare, che conosce molto bene.
-È tornato.- esclama.
Tania
Belinsky, alias Starlight sa che deve agire subito.
La
ragazza è attraente ma sembra a disagio, nervosa, mentre entra nel locale e
l’uomo che la sta aspettando lo capisce immediatamente, è un buon conoscitore
delle persone dopotutto. Era parte del suo lavoro di un tempo e forse anche di
quello attuale.
-Benvenuta Anastasia
Vassilievna.- la accoglie sorridendo.
-Igor… voglio dire…
Valentin Vladimirovitch, sei davvero tu? Non riuscivo a crederci quando mi hai
chiamato.- esclama Anastasia Vassilievna Borozova.
-Non riuscivi a
credere che fossi io o che avessi chiamato proprio te?- le chiede affabilmente
Valentin Shatalov guidandola verso un tavolino isolato.
-Entrambe le cose.-
ammette la ragazza -Da quel che sapevo, dovevi essere in carcere per tradimento
e l’ultima volta che ci siamo visti hai detto che… che la figlia di un
bottegaio non era alla tua altezza.-[2]
-So bene cosa ho
detto, dovevo farlo perché era ciò che volevano i miei nemici e dovevo
assecondarli.- Shatalov poggia la sua mano su quella della ragazza -Adesso sono
libero. Il Presidente in persona mi ha graziato ed ora lavoro per lui.-
-Il… il
Presidente?-
-Proprio lui. Tuttavia
i miei nemici sono ancora molti e per questo devo agire con molta discrezione e
ho bisogno del tuo aiuto.-
-Del mio aiuto?-
Anastasia è perplessa -Com’è possibile? Tu sei un agente segreto, un supereroe
ed io una ragazza comune. Come puoi aver bisogno del mio aiuto?-
-Le mie
comunicazioni non sono sicure.- replica Shatalov -Sono certo di essere
controllato. Anche chiamare te è stato un azzardo ma ho calcolato che i miei
controllori avrebbero pensato che volessi solo la compagnia di una donna, una
cosa molto normale dopotutto.-
La ragazza arrossisce. Shatalov
continua:
-Ho bisogno che tu
porti per me un messaggio a certe persone. Posso fidarmi solo di te per questo,
lo farai per me, Stasia?-
Le stringe forte la mano e lei
sussurra un semplice:
-Sì.-
Shatalov sorride. È così facile
manipolare certe persone che non chiedono altro che lo si faccia. Deve
ammettere che un po’ si vergogna di approfittarsi in questo modo di una ragazza
così dolce ed ingenua, ma la posta in gioco è troppo importante per farsi
venire degli scrupoli. Troverà un modo per farsi perdonare.
Perun sta volando nei cieli tedeschi
quando una figura a lui ben nota gli appare improvvisamente davanti dal nulla
restando sospesa a mezz’aria.
-Loki!- esclama il
dio slavo del Tuono per nulla impressionato -Era da tempo che non ti facevi
vivo.-
-Ho avuto altri
impegni più pressanti.- risponde sibillinamente il dio norreno dell’Inganno.-[3]
-Non m’interessano
i tuoi affari. Hai finalmente scovato le altre Pietre delle Norne?-
-Certamente. Una è
proprio qui in Germania. O credevi di essere arrivato qui per caso?-
Perun storce le labbra. Loki non gli
piace ma ha promesso di ritrasformarlo permanentemente nell’umano Valery
Sovloyev se lo aiuterà a recuperare quelle pietre disperse e lui, a malincuore,
ha accettato. Ora deve rispettare la sua parola.
-Dov’è
esattamente?- chiede.
-In quell’edificio
sotto di te.-
Loki
indica un palazzo sotto di loro e Perun si precipita senza dire una parola.
-Si può sempre
contare su un bestione senza cervello per fare il lavoro sporco.- commenta il
dio dell’Inganno scendendo lentamente al suolo.-
“Fai attenzione che non
scopra il nostro vero scopo prima del tempo.” dice
una voce che ode direttamente nella sua mente.
Loki sorride e tocca il suolo
mutando in una donna dai capelli neri che indossa un lungo cappotto verde scuro
bordato di nero ed un ampio cappello dello stesso colore che le nasconde, in
parte, il viso.
-Tranquillo, mio
buon alleato.- replica -Se c’è una cosa che ho imparato da mio padre, è proprio
l’arte dell’inganno.-
2.
I guai non finiscono mai pensa
Abigail Brand, Direttrice dello S.W.O.R.D. mentre ascolta il rapporto di
Starlight.
-Inutile chiederti
se ne sei davvero sicura, immagino.- commenta.
-Assolutamente,
Direttrice Brand.- ribatte Tania Belinsky -Non potrei mai confondere quella
firma energetica con qualunque altra. Lui è tornato.-
Abigail Brand tace pensierosa poi
dice:
-Immagino che
voglia occupartene tu come l’ultima volta.-
-Certo che sì. Sono
l’unica che…-
-L’unica che ho
sottomano, questo è certo. Parti immediatamente e fai tutto quello che è
necessario.-
Sperando che basti contro uno come
la Presenza.
Vladimir Maksimovitch Menikov,
Direttore del F.S.B.[4]
ha l’aria distratta, o almeno così sembra a Valentin Shatalov e la cosa, tutto
sommato, non gli dispiace troppo.
-Allora, Valentin Vladimirovitch…-
dice, infine, Menikov -… dici di avere dei candidati per i posti lasciati
vacanti nella Guardia d’Inverno. Di chi si tratta?-
Valentin Shatalov, nella sua tenuta
da Airstrike, meno l’elmo, fa un sorrisetto sprezzante. Nessun accenno al fatto
che Omega Red, a cui era stato affidato il ruolo di Vanguard, è andato
completamente fuori controllo dopo la sua esperienza con Ultron e deve essere
tenuto in una cella speciale per evitare che uccida chiunque gli capiti a tiro
e che Gremlin è ancora semicatatonico. Per tacere della fuga chissà dove di
quello che aveva il nome in codice di Fantasma, chiunque fosse in realtà. È
sempre la stessa storia: i politici tendono a minimizzare quello che a loro non
piace. La verità è che il gruppo pensato da Menikov si sta già sfaldando. Ci
vuole qualcuno che lo prenda in mano e ne faccia davvero il primo supergruppo
della Russia, qualcuno come lui stesso, pensa Shatalov.
-Si tratta di due
soggetti che avevo esaminato tempo fa, quando ero ancora nel G.R.U.,[5] in vista di un possibile
arruolamento.- replica.
Per il Progetto Remont in realtà, pensa l’ex generale, ma non è necessario che
Menikov lo sappia. Shatalov prosegue:
-Si tratta di due
mutanti che scovai quasi per caso quando i loro poteri si manifestarono, poteri
che attirarono la mia curiosità. Purtroppo scomparvero misteriosamente. Non
prima, però, che riuscissi a procurarmi il loro DNA che dette risultati
sorprendenti.-
Proietta su uno schermo tre mappe
del DNA affiancate.
-Le prime due sono
le mappature del DNA dei soggetti di riferimento ed il terzo appartiene ad un
soggetto con cui hanno corrispondenza.-
-Ma è…?- esclama
Menikov, sorpreso
- Arkady Gregorievitch
Rossovich, meglio conosciuto come Omega Red. Questi sono discendenti o almeno
così sembra.- spiega Shatalov.
-Ma com’è possibile? Rossovich non risulta
avere mai avuto figli.-
-Il che non esclude che li abbia avuti. Non
mi è mai sembrato il tipo che bada alle precauzioni… o al consenso delle sue
donne se è per quello. Forse nemmeno lui è al corrente della loro esistenza.
Esattamente un anno fa la ragazza è ricomparsa a Genosha quando il mutante
Apocalisse ne prese il controllo.[6].
Era al suo fianco nei panni del Cavaliere Pestilenza ma prima ancora usava il
nome di Omega Black. Con lei c’era anche l’altro. Nei file di Apocalisse
ritrovati a Genosha era designato come Omega White. Il che prova che Apocalisse
era a conoscenza della loro origine.-
-Che ne è di loro?-
-Sono stati imprigionati a Genosha ma la
Governatrice Generale di quella nazione, Dottoressa Huxley acconsente a
consegnarceli. La ragazza è capace di drenare la forza vitale dei suoi
avversari e di indurre in loro varie malattie. La propongo come nuova Vanguard.
L’uomo ha una specie di tocco mortale ed in più può rendersi intangibile.
Sarebbe perfetto come nuovo Fantasma.-
-Tu che ne dici Katrina?- chiede Menikov alla
finora silenziosa Ekaterina Aleksandrovna Bulikova
-Per me va bene, Maksimovitch. Decidi pure
come credi meglio.-
Non
sfugge a Shatalov che Menikov ha chiamato la donna col vezzeggiativo e che lei
ha risposto usando solo il patronimico, segno di una grande familiarità.
Qualunque cosa ci sia tra di loro, non gli interessa ma il fatto che Menikov
abbia chiesto sostanzialmente l’approvazione della Bulikova lo lascia
perplesso. Non gli sembrava il tipo che facesse dipendere le sue decisioni dal
parere di qualcun altro.
Stella Nera lo
inquieta non poco. È decisamente cambiata dopo i fatti di Komarov ma tutti loro
lo sono dopotutto.
-Arruoliamoli allora. Ci rimane comunque il
problema di sostituire Vostok.- aggiunge Menikov.
-Ho pensato anche a quello.- ribatte Shatalov
-Ho chiesto al Dottor Volkh se si poteva intervenire sulla programmazione del
vecchio Vostok ed il risultato è il nuovo e migliorato modello. Lasciate che vi
presenti Soyuz.-
Da
una porta laterale entra un androide dalla pelle dorata ed un costume rosso.
<<Sono lieto
di far parte di questo gruppo e di offrire le mie capacità per il bene della Rodina.>> dice con voce
elettronica e priva di emozione.
Katrina
Bulikova sorride:
-E bravo il nostro Valentin Vladimirovitch.
Hai pensato proprio a tutto.- gli dice melliflua.
Sì,
pensa Shatalov, è lei con cui dovrò competere per il controllo, questo è
evidente.
Perun
entra nell’edificio con la grazia di un treno in corsa che abbia perso il
controllo.
-Dov’è la pietra?- chiede.
-Non capisco.- risponde un’impiegata
spaventata.
-La Pietra delle Norne. So che è qui e la
troverò.-
-Quello che farai è andartene subito,
bestione.-
Al
suono di quella voce Perun si volta di scatto per trovarsi di fronte un uomo
con un costume sgargiante ed un’arma in mano.
3.
La
sessione di allenamento finisce e la Dinamo Cremisi atterra sfilandosi l’elmo
dalla testa e rivelando il volto barbuto di Boris Bullski.
-Che stai combinando Valentin
Vladimirovitch?- chiede brutalmente al suo compagno di squadra Airstrike,
l’unico presente con lui nella palestra.
-A cosa ti riferisci Boris Borisovitch?-
ribatte l’altro dopo essersi tolto l’elmo a sua volta ed azionando un dispositivo
che impedisce le intercettazioni sonore e video nella stanza.
-Non fare il finto tonto. Hai proposto tre
nuovi membri della squadra e Menikov ti ha dato retta. Non sono stupido quanto
certa gente crede. Tu hai in mente qualcosa. Cosa?-
-Se sei davvero così sveglio quanto dici,
perché non me lo dici tu, Boris Borisovitch?-
-Tu vuoi prendere il controllo della squadra,
riplasmarla a modo tuo con gente di tua fiducia.-
-E se così fosse, e non sto dicendo che lo
sia, tu da che parte staresti, Boris Borisovitch?-
Un
sorriso crudele si dipinge sul volto di Boris Bullski mentre risponde.
-Dalla tua, ovviamente, non certo da quella
di quegli smidollati di Menikov e del Guardiano Rosso o da quella di quella smorfiosa
intrigante della Bulikova. Devi guardarti da lei, però, c’è qualcosa in quella
donna che non mi piace e che mi rende nervoso, anche se non so dirti cosa.
Quando mi guarda mi sembra di vedere una leonessa che fissa una gazzella.-
-Sì, conosco quella sensazione. Ma nessuno di
noi due è una gazzella indifesa, Compagno. Abbiamo artigli da sfoderare in caso
di bisogno.-
Senza
che i due se ne accorgano qualcuno ha seguito la conversazione, qualcuno che
non è presente fisicamente ed i cui poteri mentali non sono ostacolati dai
congegni dell’armatura di Shatalov. Qualcuno il cui nome è Elena Markova
Ivanova, che da quando è entrata nella Guardia d’Inverno ha adottato il nome di
Esper.
Katrina aveva
ragione, pensa, lei ha sempre ragione ed è per questo che sarà lei a vincere la
sfida.
La scia luminosa attraversa il cielo sopra
Ramstein per poi abbattersi sopra una delle baracche della base aerea
americana. Il fragore richiama all’esterno quattro ospiti della base: Laynia
Petrovna, l’originale Stella Nera, Nikolai Krylenko, il vero Vanguard, il
massiccio Ursa Major e Tigre Siberiana. Un tempo nella Grande Madre Russia
erano eroi, ora sono fuorilegge in fuga che cercano asilo.
Corrono
verso il luogo dell’esplosione assieme all’eroe tedesco noto come Vormund e
dalle macerie vedono emergere una figura umanoide ma che sembra composta di
brillante energia, una figura che non ha bocca eppure parla:
-Sono
tornato.-
-Padre?- esclama Laynia.
La
figura la guarda, o almeno è l’impressione che dà, visto che non ha occhi.
-Laynia,
Nikolai siete davvero voi?-
esclama
-Vi ho trovati, finalmente!-
Laynia
Petrovna sente un brivido. Non è il tipo di riunione di famiglia che molti
auspicherebbero. Non è passato molto tempo da che Laynia e Nikolai hanno
appreso di essere fratelli gemelli separati alla nascita e che il loro vero
padre, Sergei Krylov, è diventato un essere composto di radiazioni e
completamente impazzito ed affetto da manie di grandezza.
-Voi
verrete con me.- afferma con decisione
-Ascolta, padre…-
cerca di farlo ragionare Laynia -Tu non ti rendi conto…-
-Intendi
opporti a me? Nessuno può opporsi a me: sono la Presenza, il mio potere è
illimitato.-
-Tu dovresti essere morto!-
ribatte Vanguard.
-Morto?
Io non posso morire. Lo credevo ma l’energia non può morire, può solo
dissiparsi. Ci è voluto un po’ ma mi sono ricostruito e sono venuto a
ricongiungermi con la mia famiglia. Farò di questo posto la mia casa, lo
riplasmerò nella nuova zona proibita.-
È ancora pazzo, pensa Laynia, decisamente pazzo e va
fermato prima che sia troppo tardi.
Un’auto si ferma davanti ad una dacia appena fuori Mosca
e ne scendono tre uomini. Uno sui quarant’anni circa dai capelli e occhi
castani e il fisico atletico e gli altri due, evidentemente gemelli monozigoti,
dai capelli biondi e gli occhi azzurri che dimostrano meno di trent’anni.
Appena
dentro, quello più anziano si rivolge agli altri.
-Andate a prepararvi. È il momento della fase
due.-
-Sì, signore.- rispondono i due pressoché
all’unisono.
Non
appena si sono allontanati l’uomo si reca nella sua stanza da letto dove si
mette davanti allo specchio e comincia un’elaborata sessione di trucco.
Il piano di Chadwick
può essere fallito, pensa, ma il mio riuscirà. Ho previsto tutto e ad aiutarmi
sarà proprio chi mi ha ostacolato in precedenza.
Si ammira allo
specchio e sorride soddisfatto al volto riflesso, volto che non è il suo ma
quello del Colonnello del K.D.B,,[7]
il servizio segreto bielorusso, di nome Aliaksiej Aliaksiejvich Ramanchuk.
4.
La Presenza avanza ed ignora
completamente i soldati della NATO di stanza alla base. I loro proiettili si
fondono prima ancora di toccarlo a causa del calore e delle radiazioni che
emana, radiazioni che ancora sono contenute nello spazio ristretto intorno a
lui ma presto si espanderanno e renderanno la base un inferno radioattivo ben
peggiore di Chernobyl.
-Chi
è quest’uomo?- chiede Vormund.
-Mio
padre, purtroppo.- risponde Nikolai Krylenko.
La prima mossa di Laynia è
rinchiudere suo padre in un bozzolo di Forza Oscura. Per qualche secondo nulla
accade, poi il bozzolo si frantuma.
-Figlia
ingrata….- esclama adirato
Sergei Krylov -… dovrò darti una severa lezione.-
Emette
un’onda di energia che Vanguard attira su di sé e respinge al mittente grazie
ai suoi bastoni. La Presenza vacilla per poi ricostituirsi.
-Poteva funzionare se fossi
ancora di carne e sangue ...- replica -… ma non puoi ferire qualcuno fatto di energia pura.-
Tigre Siberiana emette una specie di ruggito e gli si
lancia contro solo per scoprire l’amara verità e cioè che non può fargli
niente.
La Presenza si volge verso di lui.
-Molto stupido.- commenta.
Punta un dito contro di lui ma il colpo di energia prende
in pieno Ursa Major che si è gettato a protezione del compagno di squadra.
-Un orso che protegge una
tigre. Divertente ma futile. Adesso basta. È venuto il momento di trasformare
questo posto nella mia nuova casa.-
-No, Sergei, non lo farai.-
A parlare è stata una donna in costume rosso che levita
verso di loro. Nella voce di Sergei Krylov un tono di autentico stupore mentre
la riconosce:
-Tania?-
-Sì, io.- replica Starlight -È
ora di metter fine a questa follia.-
Da qualche anno gli Stati Uniti d’America hanno creato
una struttura concepita appositamente per detenere criminali pericolosi dotati
di superpoteri. Si trova in Colorado e viene soprannominata la Volta. La
Federazione Russa ha qualcosa di simile anch’essa. Il suo nome in Russo è Svod, traducibile con Cripta o Cupola, e
si trova in Siberia Occidentale. È qui che si trova la Guardia d’Inverno al
completo assieme a Vladimir Menikov per avere informazioni e valutare i
potenziali nuovi membri.
Ad accoglierli un uomo di circa cinquant’anni dai capelli
bianchi ed il fisico atletico:
-Benvenuti a tutti voi.-
È Katrina Bulikova, Stella Nera, a parlare per prima:
-Che novità ci sono, Dottor
Volkh?-
Il Dottor Vladimir Orekhov, rimane sconcertato
per un attimo dall’uso del suo nome in codice come leader del disciolto gruppo
fuorilegge dei Bogatyri, poi alza le spalle e replica:
-Se
intendi riferirti allo stato di Omega Red e Gremlin, Ekaterina Aleksandrovna,
puoi vederlo da te assieme ai tuoi compagni.-
Menikov guarda Katrina che fa un
lieve cenno d’assenso e poi dice:
-Ci
faccia strada, dottore.-
Il gruppo lo segue in una saletta
piena di monitor. In uno si vede l’inequivocabile figura di Gremlin che ripete
come un disco rotto:
<<Mio
padre, hanno ucciso mio padre.>>
-Ci sono speranze che
migliori?- chiede Katrina,
-Chi può dirlo?- risponde
Orekhov -Finora i nostri tentativi con psicofarmaci e psicoterapia hanno
fallito ma potrebbe uscire da questo stato da un momento all’altro. Sino ad
allora è ospite della nostra sezione medica. Quanto a Omega Red...-
L’attenzione si sposta su un altro monitor dove si vede
il superumano in questione che si muove nella sua cella colpendone le pareti
ripetutamente usando anche i suoi tentacoli da polso.
-Non glieli avete tolti?-
chiede un perplesso Menikov.
-Non è stato possibile per
due motivi.- spiega Orekhov -Il primo è che lo uccideremmo ed il secondo è che
lui ucciderebbe noi.-
-Si spieghi meglio,
Dottore.- lo incoraggia Katrina.
-Omega Red rilascia i suoi
feromoni mortali anche quando è inconscio. È impossibile avvicinarsi a lui
senza caderne vittima. Anche con le speciali tute di protezione usate dalle
guardie di questo posto gli effetti sulla lunga distanza si sentono ugualmente.
Da sveglio riesce a controllare questo suo potere, ne sono sicuro, ma non
vuole. La verità è che gode nell’uccidere, è come una droga per lui e infatti
ora sta dimostrando tutti i sintomi della crisi da astinenza.-
-Insomma è del tutto inutile
per noi proprio come Gremlin.- commenta Menikov -Spero che i candidati indicati
per rimpiazzarli siano all’altezza.-
<<Vedrai e giudicherai coi tuoi occhi, Compagno
Generale.>> risponde
Airstrike tranquillo
-Vi porterò da loro.- dice
Orekhov –Sono stati separati dagli altri detenuti.-
Si allontanano e non notano uno strano luccichio negli
occhi di Gremlin mentre le telecamere di sorveglianza si spengono e le porte di
alcune celle si aprono silenziosamente. In una di esse Arkady Gregorievitch
Rossovich, meglio noto come Omega Red sogghigna divertito. Dalle sue labbra
esce solo una parola:
-Finalmente.-
Perun fissa l’uomo davanti a lui e gli si rivolge
perplesso:
-Ti riconosco: tu sei
Maverick.-
-E bravo il nostro dio del
Tuono dei poveri, mi hai riconosciuto.- ribatte il mutante tedesco -Ora
spiegami perché sei penetrato qui con la grazia di un elefante in una
cristalleria e perché non dovrei spararti subito.-
-Sto cercando un oggetto.-
-Ma davvero? E non potevi
entrare come un comune mortale e chiedere prima di far saltare una parete? Nel
caso ti fosse sfuggito questo è un laboratorio. Ci lavora della gente.-
Maverick fa una pausa e poi aggiunge -Fammi indovinare: l’oggetto che stai
cercando è una piccola gemma verdastra, calda al tatto e che brilla al buio.-
-Tu come fai a saperlo?-
-Sono stato assunto per
proteggerla mentre gli scienziati cercano di capire cos’è e da dove venga.-
-Tu non capisci: è una
pietra magica. Poco tempo fa una pietra come quella ha risvegliato i poteri
latenti di un pazzo che ha quasi distrutto la realtà.-[8]
-Ma davvero? E dovrei
credere alla tua parola?-
-Adesso basta con le
chiacchiere!- ribatte Perun -Sono stanco di aspettare.-
Il dio slavo del Tuono lancia la sua ascia contro il suo
avversario che si getta a terra e contemporaneamente spara.
Perun viene spinto contro una parete ma è del tutto
illeso. Si rimette in piedi ed afferra l’ascia che ritorna nella sua mano
destra, poi si lancia verso Maverick che ancora una volta lo evita. Trascinato
dal suo slancio Perun sfonda una parete e Maverick ne approfitta per colpirlo
con una scarica al plasma.
Perun cade ma comincia subito a rialzarsi.
-Ma che ci vuole per
abbatterti?- esclama il mutante tedesco.
-Più di quanto tu abbia,
questo è certo.
A parlare è stata una ragazza bionda che dimostra a malapena vent’anni e che
indossa un costume dorato con frange tricolori alle braccia ed alle caviglie,
una banda sulla fronte al cui centro c’è un medaglione pure tricolore. Il tutto
è completato una corta mantellina dorata che le arriva fino ai gomiti. Ha
parlato in Inglese, lingua che Maverick comprende benissimo.
-Ehi, ti conosco!-
esclama nella stessa lingua -Sei quella supereroina italiana Sun. Non dirmi che
stai dalla parte di quel bestione!-
Sonia Elios sorride rispondendo:
-A dire il vero,
sino ad una decina di giorni fa volevo arrostirgli le chiappe ma poi siamo
diventati amici e adesso sto attenta a che non combini troppi guai.-
-Non sei stata
troppo brava, mi pare, ragazzina.-
-Non chiamarmi
ragazzina, potrei arrabbiarmi.- replica Sun e gli fonde la canna del fucile che
Maverick lascia cadere immediatamente.
Le cose si complicano, pensa.
5.
L’allarme risuona improvviso per
tutta la struttura della Svod.
-Ma cosa…?- esclama
un sorpreso Menikov.
Cosa stia succedendo è dolorosamente
chiaro quando da dietro un angolo appare la sinistra figura di Omega Red.
-Ma guarda,
guarda.- esclama -I miei amichetti della Guardia d’Inverno. Siete venuti a
donarmi la vostra energia vitale? La prenderò molto volentieri.-
Il Guardiano Rosso agisce con decisione:
lancia il suo scudo contro Omega Red e contemporaneamente grida:
-Dottor Orekhov,
porti al sicuro il Direttore Menikov, di questo pazzo ci occupiamo noi.-
-Ma…-
-Faccia come le ha
detto il Guardiano, Dottor Volkh. Ora!- intima Katrina Bulikova –Lui sa cosa
fa.-
Il Guardiano Rosso è scattato verso
Arkady Rossovich colpendolo a piedi uniti mentre recupera il suo scudo per poi
gettarsi indietro. Anche quel breve contatto fisico è bastato ad indebolirlo.
La testa gli gira. Si sente come un gattino appena nato, ma non darà a quello
psicopatico la soddisfazione di vederlo in ginocchio. Stringendo i denti si
rimette in piedi.
La Dinamo Cremisi vola verso Omega
Red spedendogli contro una scarica elettrica alla massima potenza.
<<Mi occupo io di lui.>> afferma
<<La mia armatura mi
proteggerà dal suo tocco mortale.>>
-Ho sempre pensato
che tu fossi un idiota Bullski e ora mi stai provando che avevo ragione.-
replica Omega Red afferrandolo coi suoi tentacoli approfittando della sua
scarsa manovrabilità negli spazi chiusi e sbattendolo contro Airstrike.
Mentre i due uomini in armatura
cadono al suolo Arkady si lancia contro gli altri membri della Guardia
d’Inverno.
-Mi divertirò molto
ad uccidervi tutti.- proclama -E per ultimo lascerò quel codardo di Menikov. Quell’idiota
credeva di potermi controllare. Nessuno mi controlla. NESSUNO!-
Powersurge, alias l’Unicorno,
solleva il suo visore e gli spedisce contro il suo raggio calorico ma senza
grande effetto. Al contrario, le spore mortali di Omega Red lo indeboliscono
sino a farlo cadere.
Il Guardiano Rosso si para davanti
al criminale e lo colpisce col suo scudo senza dargli tregua ma alla fine
crolla anche lui.
Omega Red si rivolge a Stella Nera
ed Esper:
-Siete rimaste solo
tu e Elena, carina.- sogghigna rivolgendosi a Elena Ivanova -Non avrai davvero
creduto che bastasse una maschera ad impedirmi di riconoscere la figlia di un
mio vecchio compagno di squadra, vero? Vorrei dirvi che mi dispiacerà
uccidervi, ma mentirei, sarà un gran piacere.-
Katrina Bulikova si frappone tra lui
ed Elena.
-Vuoi la mia
energia vitale, Arkady Gregorievitch?- gli dice -Eccola, è tutta tua!-
I suoi occhi diventano pozze oscure
mentre filamenti neri escono dal suo corpo e si muovono verso Omega Red che
ride.
-La tua energia è
incredibile!- esclama -Non ho mai sentito nulla di simile. È… è…- il sorriso
diventa una smorfia. -Cosa mi succede? Cosa mi stai facendo?-
-Ti sto dando quel
che volevi,- replica Katrina -Non ti basta.? Ne vuoi di più?-
Un bozzolo di energia oscura si
forma attorno ad Omega Red avvolgendolo completamente e stringendosi su di lui,
poi si comprime sempre di più sino a scomparire. Quando si dissipa di Omega Red
non resta traccia.-
-L’hai ucciso?- le
chiede Elena.
-Ad essere sincera,
non lo so, mia cara.- risponde Katrina -Gli effetti della Forza Oscura sono
spesso imprevedibili. Di sicuro la sua minaccia è cessata almeno per il
momento. Mi chiedo come abbia fatto a liberarsi. Non può essere stata una
coincidenza. Ma non pensiamoci adesso e vediamo come stanno i nostri compagni
di squadra.-
Mentre Perun, Sun e Maverick si
combattono, la donna che era Loki entra nell’edificio superando le macerie. Un
istinto infallibile la porta nel posto esatto in cui si trova la Pietra delle
Norne.
Una guardia giurata cerca di fermarla.
-Signora, lei non
può…-
La donna lo guarda e l’uomo crolla a
terra con un gemito.
“L’hai ucciso?” le chiede la voce nella sua testa.
“Tu cosa credi?” ribatte lei sempre
telepaticamente.
Avanza nel laboratorio e al suo
passaggio uomini e donne vicino a lei cadono a terra come mosche colpite
dall’insetticida.
“Sei figlia di tuo padre
anche nella spietatezza, vedo.”
“Meno dei miei fratelli, ma è nel mio ruolo essere
spietata e poi la morte mi alimenta.”
Si ferma davanti alla postazione di
un microscopio elettronico e finalmente vede ciò che cercava: una pietra verde
che sembra brillare di luce propria. Senza esitare la prende e la infila in un
sacchetto, poi mormora:
-Ancora una volta
quel bestione senza cervello mi è stato utile e lo sarà ancora.-
Nella sala accanto Maverick è
impegnato a schivare i colpi di Perun e Sun ed a cercare di colpirli a sua
volta, quando improvvisamente appare Loki, il dio dell’Inganno.
-Ho quel che
cercavamo.- dice -Adesso è ora di andare. Un’altra gemma ci attende.-
Uno sbuffo di fumo e Loki, Perun e
Sun sono scomparsi mentre un perplesso Maverick cerca di capire cosa sia
davvero successo.
Se avesse un volto, su quello della
Presenza ci sarebbe un’espressione di assoluto stupore.
-Tania?- ripete incredulo –Sei
venuta per me?-
-Sono venuta a fermarti,
Sergei.- replica Starlight -Tu sei un pericolo per te stesso e per gli altri.-
-Ingrata!- nella voce di Sergei Krylov
si sentono collera e delusione –Anche tu, come tutti, mi hai tradito
alla fine.-
-Tu hai bisogno di aiuto,
Sergei.- ribatte Tania Belinsky -Lascia che ti aiuti, per favore.-
-Puoi aiutarmi in un solo
modo: resta al mio fianco mentre trasformo il Mondo. E anche voi, figli miei.-
-Mai!-
ribatte Vanguard.
-E
allora io… cosa?-
La Presenza si accorge di non riuscire
ad espandere il suo campo radioattivo.
-Cosa
mi stai facendo?- chiede alla sua ex
compagna.
-La
sola cosa possibile.- gli risponde ancora Tania -Ti avevo avvertito, Sergei. Non
ti consentirò di andare oltre.-
Il corpo di Starlight diviene sempre più brillante mentre la
sua voce stessa cambia:
-Sto
assorbendo le radiazioni che emani dissipando la tua forma.-
La forma della Presenza sembra sfaldarsi, evaporare. L’ultima
cosa che odono da lui è un urlo disperato:
-NOOO!-
Starlight si rivolge a Laynia:
-Stella
Nera puoi aprire un portale di Forza Oscura?-.
Laynia Petrovna esegue prontamente e
subito Starlight scarica nel portale tutta la sua energia in eccesso. Pochi
istanti dopo il portale si richiude e Starlight torna alla sua forma normale.
Cadrebbe se non fosse prontamente sorretta da Vanguard.
-Lui…-
le chiede Nikolai -… mio padre… è morto?-
-Dubito
che possa veramente morire.- risponde Tania -Al momento le radiazioni di cui è
composto sono state disperse in posti lontani, ma come è accaduto oggi, un
giorno potrebbe riuscire a riformarsi.-
-Forse
dovrei odiarlo.- commenta Laynia -Ma riesco solo a compiangerlo.-
-Una
volta gli ho detto che il vero Sergei Krylov era morto da tempo e che era ora
che lui lo capisse.-[9]
replica Starlight -Dovreste ricordarlo come l’uomo che avrebbe potuto essere e
non come la cosa che è diventato.
Non sarà facile, pensa Laynia
mentre, stanca, si appoggia a Ursa Major. Non sarà affatto facile.
FINE?
NOTE DELL’AUTORE
Solo poche ed essenziali
precisazioni:
1)
La Presenza, alias
Sergei Krylov, è un personaggio creato da David Anthony Kraft & Keith
Giffen su Defenders Vol. 1° #52 datato ottobre 1977. Era un fisico ed ingegnere
nucleare russo. L’esposizione prolungata alle radiazioni causò sia la mutazione
dei suoi figli che la morte di parto della moglie. Gli fu fatto credere che i
suoi due gemelli erano nati morti ma in realtà furono prelevati dai servizi
segreti ed allevati separatamente (da qui i loro diversi cognomi) per essere
addestrati come operativi superumani al servizio del Governo Russo. Sergei scoprì
la verità molti anni dopo ma a quel punto i suoi studi sulle radiazioni
l’avevano radicalmente mutato. Ora si faceva chiamare la Presenza ed era
composto quasi esclusivamente di radiazioni contenute da una speciale tuta. La
sua sanità mentale era stata compromessa portandolo a concepire folli piani di
conquista.
2)
Starlight, il cui
vero nome è Tatiana Andreievna Belinskaya, ma che è più nota con la versione
occidentalizzata del suo nome, Tania Belinsky, è stata creata da Steve Gerber
& Sal Buscema su Defenders Vol.1° #35 datato maggio 1976. Brillante
neurochirurgo decise di diventare una supereroina usando l’alias di Guardiano
Rosso. Collaborando coi Difensori si imbatté nella Presenza che la asservì
mentalmente e la trasformò dotandola della capacità di emettere ed assorbire
radiazioni. Solo recentemente ha imparato a controllare il suo potere riducendo
l’emissione di radiazioni del suo corpo a livelli tollerabili, anche se riesce
a farlo solo se cosciente.
3)
Maverick è stato
creato da Jim Lee con su X Men Vol.1° #5 datato febbraio 1992. Il suo vero nome
è Christoph Nord ed è nato in quella che sarebbe diventata nota come Germania
Est tra la fine degli anni 30 e gli anni 40. Mutante con la capacità di
assorbire l’energia cinetica senza danno, in giovane età fuggì in Occidente e
divenne un operativo della C.I.A. A quel punto cambiò nome in David North. Gli
fu impiantato un fattore di guarigione derivato dal DNA di Wolverine, cosa che
gli ha permesso di invecchiare solo di pochi anni dal 1968 ad oggi. Data la sua
attitudine ad agire da solo e a non fidarsi di nessuno gli fu affibbiato il nomignolo
di Maverick che nello slang americano indica appunto un solitario senza amici o
famiglia. In anni recenti è divenuto una sorta di mercenario.
4)
Nota di continuity.
Questa storia si svolge prima di Devil & la Vedova Nera #82.
Nel prossimo episodio: cos’è accaduto al Cremlino? Perché la
Vedova Nera è prigioniera? Chi è veramente il misterioso Colonnello Ramanchuk?
Quali sono i piani di Katrina Bulikova? E quali quelli di Valentin Shatalov?
Tante domande. Per le risposte, assicuratevi di tornare qui non appena
possibile.
Carlo
[1] Sentient
World Observation and Response Department. Agenzia dell’ONU analoga allo
S.H.I.E.L.D. che ha il compito di monitorare le potenziali minacce
extraterrestri e reagire se e come necessario.
[2] Su The Others #23
[3] Che potrebbero anche essere quelli visti su
Marvelit Team Up #30… o no?
[4] Federal'naya Sluzhba Bezopasnosti. Servizio di Sicurezza Federale.
[5] Glavnoye Razvedyvatel'noye Upravleniye. Direzione Principale Informazioni, il
servizio segreto militare russo.
[6] X-Men MIT #33.
[7] Kamitet Dziaržaǔnaj Biaspieki. Comitato per la Sicurezza dello Stato.
[8] Ovvero Mad Jim Jaspers in The Others #41/44.
[9] È accaduto su S.W.O.R.D.
MIT #3.