Alexi
Alanovitch Shostakov, il Guardiano Rosso, rientra nel piccolo appartamento
messogli a disposizione dal F.S.B.[1] nella
rinnovata sede della Guardia D’Inverno e che è un po’ più grande di quello
degli altri. Piccoli privilegi del grado. Accadeva lo stesso ai tempi
dell’Unione Sovietica. Più le cose cambiano, più alcune rimangono le stesse, si
potrebbe dire.
Stanco
dopo una dura sessione di allenamento si sfila la maschera ed entra in camera
da letto. Qui lo aspetta una sorpresa: sul letto c’è, mollemente sdraiata, una
giovane donna bionda e nuda.
-Bentornato a casa Alexi
Alanovitch.- lo accoglie sorridendo.
-Ekaterina Aleksandrovna!-
esclama Alexi -Che ci fai qui?-
Katrina Bulikova allunga le gambe affusolate e scende dal
letto avanzando verso di lui.
-Non è evidente?- risponde -Io
ti voglio Alyosha[2] e tu sarai mio.-
Mentre gli si avvicina i suoi occhi color azzurro intenso
diventano due pozzi neri e le braccia che lei allunga verso di lui sembrano
tentacoli composti da filamenti oscuri. Anche la sua voce ha un tono
particolare quando aggiunge:
-Completamente
mio.-
Il Guardiano Rosso apre la bocca ma non ne esce alcun
suono.
UNA FREDDA GIORNATA D’INVERNO
di Carlo
Monni con l’assistenza di Carmelo Mobilia
da un’idea
di FABIO VOLINO
Editor: GIUSEPPE FELICI
1.
Alexi Alanovitch Shostakov si
sveglia di colpo madido di sudore. I contorni dell’incubo che ha appena avuto
si fanno sempre più sfumati sino a svanire completamente alle prime luci che
penetrano dalla finestra. Ricorda solo che aveva a che fare con Katrina
Bulikova, la sua compagna di squadra che ha assunto il ruolo di Stella Nera.
È decisamente troppo vecchio per i sogni erotici. Forse il
suo subconscio sta cercando di suggerirgli che è da troppo tempo che non ha una
donna?
Alexi accantona il pensiero e balza
giù dal letto iniziando il suo rigoroso programma di allenamenti mattutini.
Quando ha finito, si fa una corroborante doccia alternando il getto caldo a
quello freddo e poi, dopo essersi rivestito, raggiunge il piccolo salottino con
angolo cottura per prepararsi una frugale colazione. Sul tavolo dei fogli. Sa
benissimo cosa sono: le carte del divorzio da Natasha firmate da lei e
recapitate tramite il Consolato Russo a New York.[3]
Le prende in mano e osservando
quella firma svolazzante è travolto dai ricordi. Ripensa a due giovani
innamorati, un ufficiale dell’Aviazione fresco di Accademia e una studentessa
con ambizioni di ballerina classica, che non ebbero esitazioni a decidere di
sposarsi ignorando il fatto che qualcuno aveva già deciso il loro destino. Lui
fu arruolato dal G.R.U.[4]
con l’intento di farne il nuovo Guardiano Rosso. Organizzarono un finto
incidente del suo caccia jet durante un volo di addestramento e diffusero la
notizia della sua morte imponendogli il segreto e di non contattare mai più sua
moglie. Da bravo soldato Alexi obbedì. Sua moglie, Natalia Alianovna Romanova,
fu inserita nei ranghi del S.V.R.[5]
e completò l’addestramento che l’avrebbe resa la più letale superspia al
servizio della Rodina[6] col
nome in codice di Vedova Nera.
Due vite parallele e completamente
separate. Il tempo ha scavato un fossato incolmabile tra di loro separandoli
per sempre. Lo ha dimostrato il loro recente incontro, quando lei ha cercato di
far evadere Alexei Mikhailovitch Vazhin dalla Lubyanka.[7]
Sono ormai diventati due estranei ed anche se lui è, deve ammetterlo, contento
che lei sia riuscita a scappare dalla Russia nonostante la caccia spietata che
le è stata data,[8] ormai
deve anche ammettere che tra loro è tutto finito.
Alexi contempla ancora un po’ i documenti sul tavolo, poi
rapidamente li firma. Che il passato sia seppellito una volta per tutte.
Il Landstuhl Regional Medical Center, nel Land Tedesco della Renania-Palatinato, è il maggior ospedale
americano fuori dagli Stati Uniti e fornisce assistenza medica al personale
militare americano di stanza in Europa e talvolta, in casi particolari, anche a
civili. Uno di questi casi è rappresentato dalla donna di nome Laynia Petrovna,
meglio nota come Stella Nera. La giovane eroina Russa è in coma da diversi
giorni dopo una strana fusione con Katrina Bulikova, la donna che l’ha
ufficialmente sostituita nel ruolo di Stella Nera nella Guardia d’Inverno.[9]
Oggi, finalmente qualcosa accade:
gli occhi di Laynia si aprono e la ragazza emette un gemito. Subito un medico
accorre al suo capezzale.
-Dove
sono?- chiede lei in Russo -Che è successo?-
-È
nell’ospedale militare di Landstuhl in Germania. È stata in coma per oltre una settimana.- le
spiega l’ufficiale medico.
-Germania?- Laynia è confusa -Io ero in Russia e…
non ricordo bene ma… i miei amici?-
-Stanno bene.- la rassicura il medico -Al momento
sono ospiti della vicina base aerea di Ramstein in attesa che si decida cosa
fare con la domanda di asilo che hanno presentato.-
Ospiti?
Un eufemismo per prigionieri, forse? Una richiesta di asilo? L’ultima cosa che
ricorda con chiarezza è la fusione con Katrina Bulikova, ricorda suo fratello
Nikolai che le parlava, poi le cose si fanno confuse. Solo Nikolai e gli altri
possono chiarirle.
-Posso… posso vederli?- chiede.
-Ma certo! Hanno chiesto di lei tutti i giorni,
saranno felici di vedere che sta bene.-
E
forse lei capirà di più di quel che è successo. Più di una settimana in coma?
Laynia non può non chiedersi cosa sia successo nel frattempo.
In
una base aerea della NATO in Finlandia, il leader dei cosiddetti Vendicatori
Segreti, il Comandante Steve Rogers, tace, immerso in chissà quali cupi
pensieri. È la donna con lui, Natasha Romanoff, meglio nota come la Vedova
Nera, un titolo che la Federazione Russa si rifiuta di riconoscerle, a rompere
il silenzio:
-Scommetto di sapere a cosa stai pensando, Steve:
Bucky.-
-Ti piace vincere facile, eh?- replica Steve in un
debole tentativo di umorismo -In effetti, è così: non sono ancora del tutto
convinto che sia stata una buona idea mandarlo da solo allo sbaraglio in
Russia.-[10]
-Bisogna affrontare i propri fantasmi se si vuole
lasciarseli alle spalle e bisogna farlo da soli, lasciatelo dire da una che ci
è già passata. Tu sta pronto ad offrirgli appoggio e conforto se è quando li
cercherà, non puoi fare altro.
Steve
sta per ribattere, quando il cellulare di Natasha squilla e lei sorride
istintivamente riconoscendo il numero.
-Dimmi pure, Matt.-
<<Volevo solo avvisarti che le carte del tuo
divorzio sono state trasmesse dal Consolato Generale Americano a Mosca.>>
le risponde il suo attuale compagno Matt Murdock <<Il tuo matrimonio con
Alexi Shostakov è ufficialmente sciolto.>
Un’ombra
passa sul volto della Vedova Nera mentre risponde:
-Magnifico Matt. Festeggeremo insieme al mio
ritorno.-
-Una buona notizia?- le chiede Steve.
-Non sono più una donna sposata, non è stupendo?-
Dall’espressione
sul volto di Natasha Steve comprende una cosa che ha sempre saputo: non è
facile lasciarsi il passato alle spalle. Spera che il suo vecchio amico Bucky non
debba scoprirlo anche lui nel modo più duro.
2.
Il nome in codice che ha usato per
tanto tempo, che gli hanno imposto per essere esatti, è Soldato d’Inverno. Per
decenni è stato il migliore assassino dell’Unione Sovietica, decenni che non si
riflettono sul suo fisico rimasto giovane perché tra una missione e l’altra era
messo in animazione sospesa. Lo “scongelavano” solo quando c’era una missione
all’altezza della sua fama. Era diventato una leggenda: in molti erano convinti
che non esistesse davvero e tanti altri che il Soldato d’Inverno non fosse
altro che un nome in codice condiviso da tanti “specialisti” nel corso degli
anni. Solo in pochi selezionati sapevano la verità e ancora meno conoscevano la
sua vera identità: Bucky, il primo partner dell’originale Capitan America.
Lui stesso lo ha ricordato solo da
poco, assieme al suo vero nome: James Buchanan Barnes ed è da allora che cerca
di fare ammenda per i peccati commessi in passato mentre era sotto l’effetto di
un massiccio lavaggio del cervello. Non era veramente se stesso ma questo non
basta a quietare il suo senso di colpa perché non può non chiedersi se il
lavaggio del cervello non ha avuto tanto successo perché in fondo al suo animo
lui è davvero un assassino
Entrare di nascosto in Russia è
stato facilissimo per lui, come pure raggiungere la zona interdetta attorno
alla città fantasma di Komarov, presidiata dalle forze speciali, i famosi, Spetsnaz,
del F.S.B. e dell’Esercito.
Come un fantasma ha superato i
posti di blocco senza che si accorgessero della sua presenza e ora si guarda
intorno. È una sensazione strana: le costruzioni sono tutte intatte ma la città
è vuota. Da quel che ha saputo, hanno trovato migliaia di cadaveri o quel che
ne restava, in una fossa comune poca lontana. L’intera popolazione cittadina,
bambini compresi, sterminata senza pietà. Bucky Barnes non ha mai incontrato
Ultron ma è chiaro che la sua crudeltà rivaleggia con quella dei Nazisti e
probabilmente la supera.
Guardandosi intorno non può che
confermare il rapporto di quei tizi, i Fantastici Quattro; di Ultron non c’è
più traccia. Tanto vale, però, raccogliere un po’ di campioni che qualche
scienziato in gamba avrà modo di analizzare e poi potrà andarsene.
Prima, però, c’è un’ultima cosa che
deve fare e forse potrà finalmente chiudere i conti con il passato.
Il Guardiano Rosso giunge nella
palestra della sede della Guardia d’Inverno dove trova i membri rimasti attivi
della squadra. Airstrike e Dinamo Cremisi si stanno allenando a manovrare in
spazi ristretti mentre quello chiamato Powersurge verifica l’efficienza del suo
raggio distruttivo contro alcuni bersagli. Si direbbe che abbia recuperato bene
dopo lo scontro con Ultron in veste di Ivan Kragoff.[11] Ormai
Alexi sa bene che dietro la maschera c’è Milos Masaryk, l’Unicorno. Tutti i suoi
compagni di squadra sono stati dei supercriminali, tutti tranne la donna
inguainata in un’aderente calzamaglia nera che lo saluta con un sorriso:
-Ben arrivato Guardiano. Dormito bene stanotte?-
Cosa
voleva dire? Lampi di memoria, frammenti confusi di immagini, attraversano la
mente del Guardiano Rosso per poi scomparire. Una cosa è certa: Katrina
Bulikova, la Stella Nera ufficiale, lo inquieta non poco dopo quel che è
successo a Komarov.
Airstrike
atterra accanto a lui e solleva l’elmo dicendogli:
-Guardiano, se non ti dispiace, vorrei parlarti di
alcune idee che ho per rimpiazzare i nostri compagni di squadra inabili.-
Valentin
Vladimirovitch Shatalov, ex Colonnello Generale delle Forze di Terra, ex
dirigente del G.R.U. ed ex traditore e golpista, ha messo il dito nella piaga:
nello scontro con Ultron due dei membri della squadra, Omega Red, che usava
l’alias di Vanguard, e Gremlin, alias Vostok, sono completamente andati fuori
di testa mentre Fantasma è semplicemente scomparso. Bisogna rimpiazzarli in
qualche modo.
-Ne parlerò volentieri.- risponde Alexi -Poi, però,
dovranno essere approvati da Menikov.-
Sulle
labbra di Shatalov si disegna un lieve sogghigno mentre replica:
-Ovviamente, ma non credo che il Compagno Generale
farà delle obiezioni alle mie proposte.-
Il Guardiano Rosso sta per dire
qualcosa quando gli si avvicina l’ufficiale di collegamento con l’F.S.B.
Dimitri Bukharin, la ex Dinamo Cremisi, ritiratosi dopo un incidente.[12]
-Ho bisogno di parlarti, Guardiano.- gli dice
-Seguimi un attimo.-
Alexi
fa un cenno d’assenso e sotto gli occhi incuriositi degli altri membri del
gruppo lo segue sin nella sala riunioni, dove attende la donna che viene
chiamata Esper.
-Verrò subito al punto.- dice Bukharin -La nostra
Esper ha sentito una… presenza anomala, così la chiama.-
-Un uomo che pensa in Russo ma non è un Russo.-
precisa Elena Markova Ivanova -Ne ho sentito la presenza mentre scandagliavo
una vecchia base del K.G.B. cercando indizi su Fantasma.[13] La
sua mente era in tumulto ma ho percepito chiaramente un nome: Зимний
Солдат.-[14]
-Il Soldato d’Inverno non esiste: è una leggenda.-
ribatte Alexi Shostakov.
-Può darsi.- replica Bukharin -Ma il Direttore
Menikov ritiene la segnalazione abbastanza importante da mandare te a
controllare.-
-Io solo?-
-Non ti senti all’altezza, forse?-
Il
Guardiano Rosso gli rivolge un’occhiataccia e ribatte:
-Dimmi dove devo andare-
Il
Guardiano Rosso è appena andato via che Katrina Bulikova entra nella sala e si
avvicina ai due rimasti rivolgendosi a Elena Ivanova:
-Ti dispiace lasciarmi sola con Dimitri Borisovitch,
tesoro? Io e lui dobbiamo parlare in privato.-
Esper
fissa negli occhi Katrina e dopo qualche attimo china la testa ed esce
chiudendosi la porta alle spalle.
-Che brava bambina.- mormora tra sé e sé Katrina,
poi si rivolge all’uomo davanti a lei -Ora, Dimitri Borisovitch, saresti così
gentile da dirmi tutto sulla missione del Guardiano Rosso?-
-Non posso, Ekaterina Aleksandrovna.- replica
Bukharin -Il Direttore Menikov ha ordinato il segreto sino a nuovo ordine.-
-Il buon Vladimir non ha segreti con me… e nemmeno
tu, caro, Dimitri, non è vero, forse? E chiamami pure Katrina.-
La
voce di Dimitri Bukharin ha un tono strano mentre risponde:
-Hai ragione, Katrina, ti dirò tutto ciò che vuoi
sapere.-
La
donna che si fa chiamare Stella Nera sorride soddisfatta.
3.
Il dottor Samson glielo aveva detto:
“La memoria è come un muscolo, devi esercitarlo, frequentare luoghi che ti sono
familiari” ... e da quando è stato risvegliato dal suo stato vegetativo, Bucky
Barnes non ha mai avuto una sensazione di dejà vu come questa.
Questo luogo, in cui è entrato così
furtivamente, è per lui estremamente familiare; è già stato lì, numerose volte.
Ne conosce ogni stanza, sa dove porta ogni corridoio prima ancora di metterci
piede. È la stanza dove preparavano gli agenti speciali.
Lui stesso è stato addestrato lì e,
nel corso degli anni, ha insegnato ad altri. Uomini e donne. Improvvisamente, i
ricordi si fanno più nitidi, in particolare quelli riguardanti una certa allieva:
una donna coi capelli rossi... con cui forse c’era qualcosa in più rispetto al normale
rapporto maestro/allieva? Una sensazione strana, per Bucky... forse è anche per
questo che un consumato professionista come lui non lo ha sentito arrivare.
-Quest’installazione
è abbandonata da anni, non pensavo che potesse suscitare l’interesse di curiosi.-
dice una voce alle sue spalle.
Bucky impreca dentro di se per
essere stato così distratto. Per una volta, anche il glaciale Soldato d’Inverno
è stato sopraffatto dalle emozioni.
Merda. Devo aver fatto scattare
qualche allarme, pensa Buck fra sé e sé. Ci sarà da combattere, tanto per
cambiare.
Si
gira verso il nuovo arrivato e lo riconosce immediatamente.
-Tu
sei il Guardiano Rosso.- dice poi.
-
Uhm, e da cosa l’hai capito?- risponde l’altro, sarcastico –Non so per quale
motivo tu sia qui, ma hai molte cose di cui rispondere. Se non opporrai
resistenza, i miei superiori ne terranno conto.-
- Sì
come no... conosco i metodi dei “tuoi superiori”.- risponde Bucky, assumendo
una posizione di lotta.
Fiato sprecato. Mai una volta che si
arrendessero senza combattere, borbotta dentro di se il Guardiano, preparandosi
a sui volta a combattere.
Non
appena sente scattare la serratura della sua cella Alexei Mikhailovitch Vazhin
balza in piedi. Come immaginava, a fargli visita è l’attuale Direttore del
F.S.B. Vladimir Maksimovitch Menikov
-Che
piacere accoglierti nella mia umile dimora Vladimir Maksimovitch.- lo accoglie con un tono di
evidente sarcasmo nella voce -A che debbo l’onore della tua visita?-
-Come mai questo cambiamento, Alexei Mikhailovitch?-
chiede l’altro -Finora hai usato sempre e solo il mio cognome per rivolgerti a
me.-
-Che vuoi che ti dica? Ormai siamo vecchi amici, non
ti pare? Ho saputo che la tua poltrona ha scricchiolato.-
-Ma sono ancora in sella, a differenza di te,
imprigionato come traditore.-
-E per quanto credi di potermici tenere senza un
processo? Dovrà essercene uno prima o poi.-
-O potrei ucciderti qui e adesso, chi lo saprebbe.
Compagno?- replica Menikov estraendo la sua pistola.
-Per quanto possa piacerti il contrario, amico mio,
non siamo più nell’Unione Sovietica.-ribatte Vazhin ostentando calma -Hai dato
molta pubblicità al mio arresto per tradimento e se ora scompaio, ci saranno
molte domande, domande a cui il Presidente non avrà molta voglia di
rispondere.-
Menikov
abbassa la pistola
-Sei un relitto del passato.- dice -Non vale la pena
di sprecare una pallottola per te.-
-Davvero? Forse io sono un relitto del passato ma tu
quale futuro rappresenti? Quello che è successo la settimana scorsa è stato
solo un avvertimento, credimi. Sei stato fortunato ma le forze oscure con cui
stai giocando ti inghiottiranno, è solo questione di tempo e credo che tu lo
sappia.-
Menikov
non replica. Rimane silenzioso ad osservarlo per qualche secondo poi si gira e
la porta della cella si richiude alle sue spalle.
Certo
che lo sa, riflette Vazhin, ma si rende conto anche che chi cavalca la tigre
non può scendere.
-Ti compiango Vladimir Maksimovitch.- sussurra.
Entrambi
i lottatori sono concentrati sulle mosse dell’altro, lodando la preparazione reciproca.
Lo stile di combattimento del Guardiano, basato sull’uso dello scudo, è ben
noto a Bucky, che da adolescente si allenava nientemeno che con Capitan
America. L’eroe russo si chiede com’è possibile che quello sconosciuto sia
tanto abile nell’evitare i suoi affondi. Ovviamente, è all’oscuro della sua
vera identità... ma sa per chi quel tizio vuole farsi passare.
- Conosco la leggenda. Il sicario cibernetico senza
età. Bella storiella. Peccato sia solo una favola - gli dice, andando a vuoto
con l’ennesimo colpo del suo scudo. -Perché sei qui? E perché vuoi farti
passare per lui?-
- Tu non sai proprio niente!- gli risponde.
Perché
sente l’impulso di rispondergli? Perché il fatto che il Guardiano non crede
alla sua esistenza lo infastidisce? Di solito non lavora così. Questo posto lo
rende particolarmente emotivo. Bucky non vede l’ora di andarsene, ma per farlo
deve sconfiggere il suo avversario, e non è un impresa facile. Ha già combattuto
un uomo col suo stile, ma per sconfiggerlo è stato costretto a pugnalarlo al
fianco.[15] Chissà
se quell’uomo è sopravvissuto, o se deve annoverarlo tra le sue numerose
vittime? L’intensa emotività lo rende
bersaglio del Guardiano, che lancia il suo scudo nel tentativo di abbatterlo;
Buck riesce ad evitarlo, ma si espone al contrattacco del russo, che lo
colpisce prima con un calcio all’addome, poi con un gancio alla mandibola.
Bucky
cade a terra stordito, e il Guardiano Rosso lo immobilizza bloccandogli il
braccio sinistro in una morsa.
4.
La Base aerea americana di Ramstein in Germania è, tra le
altre cose, la sede della Difesa Aerea della NATO. Tra i suoi residenti
abituali ci sono militari non solo americani ma anche Britannici, Canadesi, Cechi,
Danesi, Francesi, Italiani, Norvegesi, Olandesi, Polacchi e ovviamente
Tedeschi. Oggi ci sono anche un certo numero di colorati supereroi russi in
esilio.
Laynia Sergeievna Petrovna, alias
Stella Nera si guarda intorno chiedendosi quale sarà il destino suo e dei suoi
amici ora che sono senza patria.
Li raggiunge in una delle caserme? dove
trova suo fratello Nikolai Sergeievitch Krylenko, meglio noto come Vanguard,
Ursa Major, Tigre Siberiana e Perun.
-Laynia!-
esclama Vanguard con evidente sollievo nel volto.
Corre verso di lei e l’abbraccia
-Stai
bene?- le chiede.
-Un
po’ malferma sulle gambe ma mi sento a posto.- risponde Laynia -E voi? Vi
trattano bene?-
-Ma
certo.- risponde Ursa Major -Ci hanno dato degli alloggi confortevoli e
possiamo muoverci come vogliamo. Certo, ci guardano con un po’ di diffidenza.
Temo che io e Tigre Siberiana li spaventiamo un po’ col nostro aspetto ma li
capisco: non è facile vedersi davanti un grosso orso cattivo.-
-Tu
non sei cattivo Mikhail.- ribatte Laynia accarezzandogli istintivamente una
guancia.
-Se
lo dici tu, Laynia.-
C’è un momento di silenzio. Di
recente i sentimenti di Mikhail Ursus per la compagna di squadra sono stati
rivelati ed entrambi devono fare i conti con la cosa. Laynia sembrava avere un
debole per il Guardiano d’Acciaio prima che questi scomparisse[16]
ma anche adesso che non c’è più, come potrebbe una come lei interessarsi ad uno
irrimediabilmente bloccato nella forma di un orso bruno?
Mikhail si allontana da lei e Laynia rimane silenziosa per
qualche istante, poi si rivolge a Perun:
-Sei
finalmente tornato tra noi?-
-Invero,
no, mia preziosa amica.- risponde il dio slavo del Tuono -Sono rimasto qui solo
per assicurarmi che tu e la mia compagna steste bene. Ora che ne sono certo,
posso riprendere la cerca della mia umanità perduta.-
-Compagna?
Mi sono persa qualcosa?-
-Credo
che alluda a me.-
A parlare, in Inglese, è stata una ragazza
sui vent’anni dai capelli biondi, che indossa
un costume dorato con frange tricolori alle braccia ed alle caviglie, una banda
alla fronte con medaglione pure tricolore, e una corta mantellina dorata che le
arriva fino ai gomiti.
-Ti
conosco.- esclama Stella Nera nella stessa lingua -Sei la supereroina italiana
che era in WorldWatch.-
-E
ora in Squadra Italia.- precisa lei –Beh, almeno lo ero prima di andarmene
sbattendo la porta.[17]
Ci credereste che volevo arrostire questo bel maschione?- indica Perun che
sorride -Poi siamo diventati amici ma non sono la sua compagna, non in quel
senso almeno. Diciamo che cerchiamo risposte a molte domande ed è probabile che
le troveremo nello stesso posto.-
-Intanto
ci sono altre domande a cui dovrete rispondere.-
Sulla soglia sono apparse tre figure
in costume. Una indossa i colori della bandiera tedesca ed è il suo
rappresentante ufficiale presso la comunità dei supereroi, il suo nome è
Vormund. Accano a lui due figure più familiari: U.S.Agent e Scarlet.
Spero non portino guai, pensa Stella
Nera.
Oggi non è la mia giornata, pensa
Bucky, mentre cerca di liberarsi dalla presa del Guardiano Rosso. La tecnica è
chiamata “cross arm breaker”: L’esecutore afferra il braccio del
rivale per il polso, e dopo averlo bloccato al tappeto con le ginocchia, una
delle quali blocca anche la testa impedendogli ogni movimento, tira
violentemente il braccio verso di se, facendo perno con le gambe e mettendo l’avversario
in seria difficoltà-.
- Arrenditi!- gli intima il
russo -Non c’è modo che ti liberi da questa presa. Smetti di fare resistenza e... forse, metterò una buona parola per te.-
- NO!- urla Bucky in un
impeto di rabbia. Per sua fortuna, il braccio preso nella morsa è quello
bionico che è dotato di una forza sovrumana e riesce nell’impresa di liberarsi,
cosa impossibile con un braccio umano.
Con un balzo si rimette in piedi, ma il Guardiano fa lo
stesso.
- Lo sai, comincio a credere
che forse tu sia realmente chi dici di essere. Credevo fossi solo una leggenda,
come ti dicevo... ma non sarebbe la prima volta che i miei capi mi mentono su
certe cose.-
- Ascolta, non sono qui per
nuocerti... a te o ai tuoi capi! Non m’importa che tu mi creda o no, ero qui
solo in ricerca di risposte... ma
adesso, voglio solo andarmene! Odio questo posto, odio questo paese, odio
quello che m’ha fatto e che mi ha costretto a fare!!!- grida Bucky, in preda ad
una furia incontrollabile -Voglio andarmene di qui, e voglio andarmene adesso!
Non voglio farti del male ma, per Dio, se intralci la mia fuga sarò costretto
ad ammazzarti!-
Non è la minaccia, ma l’emotività con cui gli è stata
fatta che lo colpisce. Il Guardiano lo fissa mentre la mano del suo avversario
si avvicina ad una fondina che fino a quel momento non ha sfiorato.
-Se sei veramente chi vuoi
farmi credere, forse hai ragione ad avercela col mio paese. So cosa si prova a
venir costretti a fare cose che non volevi fare. Io volevo solo essere un
cosmonauta. E pure la mia Natasha... –
-Natasha? – chiede Bucky.
- Parole senza senso per te,
eh? Non importa. So che non puoi capire. E non sono affari tuoi. Ti basti
sapere che... mi hai fatto riflettere. Dirò di non aver trovato niente, che si
è trattato di un falso allarme. Ma tu devi sparire, senza lasciare traccia. Se
fai ancora vedere la tua faccia da queste parti, la prossima volta non sarò
così clemente.-
Yelena Alexeievna Brement non
riesce a prendere sonno. Mentre fissa il soffitto ricorda il suo ultimo
colloquio con il Vice-Ammiraglio Arkady
Pavlovitch Bezukhov Vice Direttore del
G.R.U. il servizio a cui appartiene.
-Ho saputo che ha incontrato l’ex Colonnello
Generale Aleksandr Vassilievitch Lukin, è giusto?- le aveva chiesto.
-Certamente.- aveva risposto Yelena -Mi ha chiamato
perché voleva il mio parere su…-
-So benissimo perché l’ha chiamata ed è uno dei
motivi per cui l’ho fatta venire qui. Quanto bene conosce Lukin, Compagna
Colonnello?-
-Abbastanza. Era il mio superiore quando…-
-Quando lavorava qui prima di congedarsi e darsi
agli affari, lo so. Oggi è un oligarca molto influente. La sua società, la
Kronas, è molto importante per la difesa della Nazione ma fa affari anche con
potenziali nemici della Russia come gli Americani. Lo Stato Maggiore Generale
vuole qualcuno che si affianchi e lo controlli discretamente e si assicuri che
i segreti della Kronas vitali per la Difesa non cadano in mani sbagliate o
siano usati contro la Rodina.-
-Se ho capito bene, senza che lui lo sappia.-
-Ha capito benissimo. Lei è stata una delle sue
migliori allieve prima ed agenti sul campo poi. Si fida di lei e poi… Lukin ha
sempre avuto un debole per le belle donne... e per lei, il che le faciliterà
molto il compito di agganciarlo. Sono certo che vorrà rivederla appena tornerà
dagli Stati Uniti. Accetti il suo invito, gli dia corda e faccia tutto quello
che è necessario.-
-Mi sta chiedendo di…-
-Sa benissimo cosa le sto chiedendo. Quello che mi
sto chiedendo io, invece, è cosa è disposta a fare lei per il bene della sua
patria.-
Yelena
Brement aveva esitato meno di un secondo prima di rispondere:
-Tutto quello che è necessario, Compagno
Vice-Ammiraglio, tutto.-
Era
andata esattamente come previsto: Lukin era rientrato da New York e l’aveva
invitata a cena, la serata era proseguita in un locale alla moda di Mosca e
dopo qualche bicchiere di vodka e qualche risata era terminata nella stanza da
letto della dacia moscovita di Lukin.
Questo
era stato tre giorni prima e ora Yelena riflette sui sacrifici che bisogna fare
quando si sceglie di fare l’agente segreto, la spia, per poi rivolgersi
all’uomo sdraiato al suo fianco:
-Accetto la tua proposta, Alek, sarò il Capo della
Sicurezza della Kronas.-
-Ottimo.- replica Aleksandr Lukin -Non te ne
pentirai Alyona,[18]
te lo assicuro.-
-Immagino che questo voglia dire che quando tornerai
a New York dovrò seguirti.-
-Direi proprio di si, ma non preoccuparti, ti
troverai bene. Ma lasciamo il lavoro a domani e pensiamo a cose più piacevoli
adesso.-
E
da brava spia, Yelena Alexeievna Brement fa quello che deve fare.
5.
Finlandia. Una base aerea vicino al
confine russo. Steve Rogers e Natasha Romanoff sono due vecchi amici che non si
vedono da tanto tempo; per questo motivo, mentre attendono il ritorno del
Soldato d’Inverno, decidono di recuperare il tempo perduto.
-E
così, nonostante i tuoi buoni propositi, alla fine sei tornato in azione.- gli
sta dicendo la Vedova Nera con un lieve sorriso sulle labbra.
-L’ho
fatto principalmente per Bucky.- ammette Steve -Quando ho appreso che era
ancora vivo, non potevo abbandonarlo… di nuovo.-
-Ho
sempre ammirato il tuo senso del dovere, Steve… e la tua integrità.-
-Ho
fatto solo quel che dovevo fare, nulla di più. Ma non parliamo di questo
adesso. Mi chiedo se Bucky ha già compiuto la sua missione. Non vorrei che
avesse incontrato ostacoli imprevisti.-
-Per
quel poco che lo conosco, mi sembra capace di badare a se stesso. Non fare il
fratello maggiore… o il padre preoccupato adesso.-
Ora tocca a Steve sorridere.
-Probabilmente
hai ragione. Immagino che sia nella mia natura essere preoccupato per coloro a
cui tengo. Spero che ritorni presto.-
-Sono
qui. - esclama Bucky spuntando silenziosamente alle loro spalle.
-
Buck! Non ti ho sentito arrivare... allora, com’è andata?- gli chiede Steve
-Ho
ottenuto quello che volevamo sapere. La minaccia di quell’Ultron che tanto vi
preoccupava è stata effettivamente neutralizzato.-
-Hai
incontrato problemi?- gli chiede Natasha
-Qualcuno.
Ma non voglio parlarne adesso. Andiamocene a casa.-
Detto questo, sale a bordo del jet. Steve
e Natasha non dicono nulla. È evidente che qualcosa ha turbato il loro amico.
Forse, si dice Steve, riportarlo in Russia non è stata una buona idea.
Durante il volo nessuno dice niente.
Steve e Natasha si scambiano quattro chiacchiere, ma nulla di importante. La
bella russa sente lo sguardo di Bucky su di lei. Si domanda il perché di tale
improvviso interesse da parte sua, ma capisce che non è il caso di chiederlo.
Non adesso, almeno.
Il Soldato d’Inverno in realtà prova
degli strani sentimenti verso di lei. Un misto di senso di colpa e vergogna.
Perché i ricordi suscitati in lui all’interno di quella base militare
abbandonata hanno finalmente acquisito un senso. E non è bello. Come potrebbe
dire a Natasha che prima ancora che divenisse una Vedova Nera, lui l’aveva
probabilmente resa un orfana?
Il luogo è un palazzo nel quartiere di Yasenevo a Mosca, un
palazzo a cui in molti evitano di avvicinarsi e men che meno vi sostano davanti
perché è la sede del S.V.R. il servizio segreto per l’estero della Federazione
Russa.
L’uomo indossa la divisa da
Colonnello del servizio segreto bielorusso la cui sigla è K.D.B.[19]
ma in Russo l’acronimo suona K.G.B. ed evoca ricordi decisamente sinistri. Il nome
dell’uomo è Aliaksiej Aliaksiejvich Ramanchuk ed è a Mosca per una sorta di
corso di aggiornamento con i colleghi dei servizi segreti russi o almeno è
quello che dicono i suoi documenti ma la verità potrebbe essere ben diversa.
La donna ha lunghi capelli neri ed
indossa un’attillata calzamaglia rossa con un ragno nero disegnato all’altezza
del seno sinistro. È in piedi davanti alla scrivania del direttore del S.V.R.
quando Ramanchuk vi entra e lo degna di uno sguardo all’apparenza veloce.
-Colonnello
Ramanchuk…- lo saluta il Direttore -… le presento uno delle nostre migliori
agenti operative: la Vedova Rossa.-
-Sono
lieta di fare la sua conoscenza Anastasia Fyodorovna.- dice Ramanchuk rivolto alla donna.
-Conosce il mio nome?- replica la ragazza sorpresa
mentre gli stringe la mano
-Il nostro è un servizio informazioni molto
efficiente, Compagna, e suo padre, Fyodor Vassilievitch Balanov, è una vera
leggenda nel nostro piccolo mondo. Sarebbe orgoglioso di lei.-
-Io lo spero. Ora mi scusi, ma devo andare.-
La
ragazza si volta e Ramanchuk rimane ad osservarla finché non è uscita.
-Bella ragazza.- commenta -E così è un prodotto del
vostro Programma Vedova. La Romanova ha fatto scuola, vedo. Una Vedova Nera,
una Vedova Rossa e anche una Vedova Bianca, una per servizio. Bel lavoro. Che
tipo di missione ha?-
-Un lavoro semplice.- replica distrattamente il
Direttore -Deve soltanto eliminare un traditore della Rodina negli Stati Uniti.-[20]
Non
sarà così semplice quanto credi tu, pensa il presunto Colonnello Ramanchuk, ma
te ne accorgerai troppo tardi. Il composto che ho iniettato alla Vedova Rossa
tramite il microscopico ago nel mio anello farà presto effetto. Forse già
adesso i miei uomini si stanno prendendo cura di lei per farne una leale ed
inconsapevole pedina di un gioco molto grande e complesso di cui io sono solo
uno dei giocatori. Ho fatto la mia parte. Ora tocca ad altri.
L’uomo
sorride soddisfatto
Vormund
è il primo a parlare usando l’Inglese, lingua compresa da tutti i presenti:
-Avete fatto domanda di asilo e visto che siete dei
superumani, il mio governo ha inviato me per valutare la cosa e riferire. Dal
momento che siete ospiti di una base americana è stato deciso che anche
U.S.Agent sarebbe stato presente.-
-So parlare per conto mio, Fritz.- replica U.S.Agent
col suo abituale tono -Il Governo americano ha mandato me perché vi ho già
conosciuto e i Vendicatori hanno voluto che fosse presente anche Wendy la
Piccola Strega Buona.-
Wanda
Maximoff storce le labbra ed aggiunge:
-Il governo tedesco ha chiesto il parere dei Vendicatori
e loro hanno mandato me. Vogliamo che siate trattati con imparzialità.-
-Voglio che sappiate che il governo russo ha
richiesto che gli siate riconsegnati.- dice ancora Vormund.
-E voi intendete farlo?- chiede con tono a metà tra
l’irato ed il preoccupato Ursa Major.
-No, non ancora almeno. Prima il mio governo vuole
vederci chiaro sulle accuse nei vostri confronti, che sembrano molto, troppo,
vaghe e nebulose.-
-Perché sono fasulle, è ovvio.- ribatte Vanguard -Il
nuovo direttore del F.S.B. non ammette che si contestino i suoi ordini, questa
è la verità: si è costituito una nuova Guardia d’Inverno composta da criminali
che hanno usurpato i nostri nomi e vorrebbe poter cancellare anche il ricordo
della vecchia.-
-Se le cose stanno così, ed io non ne dubito, vi
sarà data protezione, ve lo assicuro.- interviene Scarlet. Vormund sbuffa e replica.
-Sarà il governo tedesco a decidere se avranno il
diritto di rimanere in Germania, non i Vendicatori… ma terremo da conto il
vostro parere.
Chiacchiere
e solo chiacchiere, pensa Vanguard, ne verrà qualcosa di buono per loro,
costretti ad abbandonare la patria che tanto hanno amato? La sua attenzione è improvvisamente attratta da
una scia luminosa nel cielo. Uno sciame di meteore, forse? E perché la cosa lo
inquieta, come se fosse un presagio infausto?
Se Vanguard potesse osservare da vicino quella scia brillante,
la vedrebbe quasi solidificarsi, assumere una forma vagamente umanoide e potrebbe sentire una voce inquietante
provenire da dove dovrebbe essere la bocca e dire
Figli miei, sto
arrivando!
EPILOGO
Vladimir
Maksimovitch Menikov, Direttore del F.S.B., rientra nel suo appartamento alla
periferia di Mosca.
Stanco
dopo una dura giornata di lavoro si toglie la giacca, si allenta la cravatta ed
entra in camera da letto. Qui lo aspetta una sorpresa: sul letto c’è mollemente
sdraiata una giovane donna bionda e nuda.
-Bentornato a casa Vladimir
Maksimovitch.- lo accoglie sorridendo.
-Ekaterina Aleksandrovna!-
esclama lui -Che ci fai qui?-
Katrina Bulikova allunga le gambe affusolate e scende dal
letto avanzando verso di lui.
-Non è evidente?- risponde
-Io ti voglio Vova[21] e tu
sarai mio.-
Mentre gli si avvicina i suoi occhi color azzurro intenso
diventano due pozzi neri e le braccia che lei allunga verso di lui sembrano
tentacoli composti da filamenti oscuri. Anche la sua voce ha un tono
particolare quando aggiunge:
-Completamente
mio.-
Vladimir Maksimovitch Menikov apre la bocca ma non ne
esce alcun suono.
CONTINUA
NOTE DELL’AUTORE
Cosa
dire su quest’episodio? Che getta le basi di una saga che sconvolgerà le vite
dei nostri protagonisti, ma andiamo con ordine.
1) Quest’episodio è l’ultimo basato in
buona parte su una trama concepita da Fabio Volino. Dal prossimo ci saranno
ancora idee e concetti del buon Fabio ma lo sviluppo sarà soltanto mio, come
pure il biasimo. -_^
2) Il Guardiano Rosso e la Vedova Nera
si sono finalmente incontrati su Marvel Knights #61 e si sono accordati per un
divorzio consensuale che per la legislazione russa si perfeziona semplicemente
con la firma dei relativi documenti. Natasha ha messo la sua firma in Devil
#62.
3) Il Soldato d’Inverno appare qui tra
i capitoli 2 e 3 di Avengers Icons #44. Gli sviluppi di quanto scoperto qui si
vedranno in futuri episodi di Vendicatori Segreti e Devil & la Vedova Nera.
Restate sintonizzati.
4) Qualcosa sta accadendo a Katrina
Bulikova. Cosa c’è dietro il suo strano comportamento? Il Guardiano Rosso ha
sognato l’incontro con lei ma se è così, che cosa è accaduto a Vladimir
Menikov? Prima o poi lo saprete
5) Ho approfittato dell’occasione per
svelare alcuni retroscena di altre storie che coinvolgono la Russia. Il destino
della Vedova Rossa è stato svelato su Lethal Honey #16/19.
6) Ringrazio Carmelo Mobilia,
co-scrittore di Vendicatori Segreti, per avermi dato una mano con le scene
dell’incontro-scontro tra il Guardiano Rosso e il Soldato d’Inverno.
7) Questa storia si svolge prima di
Devil #73, Vendicatori Segreti #22/23 3 Vendicatori #94 ed è l’ultima ad essere
sfasata rispetto alle altre storie MIT. Dal prossimo episodio saremo totalmente
riallineati.
Nel prossimo episodio: un non
troppo gradito ritorno, Perun riprende la caccia alle Pietre delle Norne, nuovi
membri per la Guardia d’Inverno Oscura e più complotti di quanti ne potete
sopportare.
Non mancate.
Carlo
[1] Federal'naya Sluzhba Bezopasnosti. Servizio di Sicurezza Federale.
[2] Vezzeggiativo di
Alexi/Alexei.
[3] Vedi Devil MIT #62.
[4] Glavnoye Razvedyvatel'noye Upravleniye. Direzione Principale Informazioni, il
servizio segreto militare russo.
[5] Sluzhba Vneshney Razvedki, Servizio Informazioni dall’Estero.
[6] Patria in Russo.
[7] Su Marvel Knights #61.
[8] Vedi Marvel Knights #63.
[9] Nello scorso episodio.
[10] Maggiori informazioni su
quello di cui stanno parlando su Avengers Icons #44.
[11] Nello scorso episodio
ovviamente.
[12] I particolari su The
Others #17/19.
[13] Ovvero su Zeta Red
scomparso sin dallo scorso episodio.
[14] Zimniy Soldat ovvero Soldato d’Inverno
[15]
Il Guardiano d’Acciaio in Super Soldier # 1
[16] Per conoscere il fato
del Guardiano d’Acciaio leggete Marvel Knights MIT.
[17] Nell’episodio #41
[18] Vezzeggiativo di Yelena.
[19] Kamitet
Dziaržaǔnaj Biaspieki. Comitato per la Sicurezza dello Stato.
[20] Maggiori dettagli su
Lethal Honey #16/19.
[21] Vezzeggiativo di
Vladimir.