Da
qualche parte in Cina. La voce sferzante lacera le tenebre che fino a
poco prima avvolgevano la coscienza della ragazza.
-Ben svegliata, Laynia
Petrovna.-
Stella
Nera si ritrova ammanettata, sensazione che ultimamente sta sperimentando fin
troppo, e anche stavolta non sembra in grado di attivare i suoi poteri. Davanti
a lei c’è un orientale, che non ha mai visto in vita sua.
-Molte domande si staranno
agitando nella tua testa….- continua questi in Russo,
-No, il vostro scopo è
ovvio: volete attingere ai poteri della Forza Oscura e usarli per i vostri
scopi.- lo interrompe lei.
L’orientale
appare sorpreso e Laynia si concede un sorrisetto e poi prosegue:
-Scusa, ma di discorsi da
supercriminali con manie di grandezza ho avuto la mia buona dose in questi anni.-
-Non sono un supercriminale,
ma un generale dell’Esercito Popolare di Liberazione Cinese. Però sì, come
alcuni supercriminali ho a volte manie di esibizionismo, lo ammetto.-
Si
apre una parete ed ecco che davanti a Stella Nera si staglia una astronave di
incredibili dimensioni, dalla foggia a lei sconosciuta (e sì che le sue
esperienze con spazio e alieni le ha avute).
Stavolta
non può predire le parole di Zhu Yizhi:
-Secondo i file della nostra
intelligence, hai già combattuto contro gli Spettri Neri, questa è una delle
navi con cui sono giunti sulla Terra ma lì dentro non c’è più niente. Solo una
grande fonte di energia racchiusa all’interno di un cubo che non si riesce a
scalfire, una energia che però si è dimostrata sensibile alla Forza Oscura. E
grazie ai nostri esperimenti ha assunto una forma.-
Davanti
agli occhi increduli di Laynia, una creatura dall’aspetto indescrivibile,
bianca come Moby Dick, compare. Non ha occhi o bocca… è solo una forma indefinibile.
-Non sappiamo se sia una nuova
forma di vita.- continua Zhu Yizhi -Sappiamo solo che tempo fa quattro mutanti
cercarono di prelevarla per scopi ignoti, ma li abbiamo messi in fuga. Il
bianco che incontra il nero, la luce che incontra l’oscurità.-
-Tu vuoi usarla ma ti si
ritorcerà contro.- ribatte Stella Nera.
-Non vedo come: tutta
l’energia rilasciata verrà accumulata e usata per… sì, puoi immaginare, scopi
bellici. E sì: ti sto dicendo questo perché amo la mia voce e perché tu non
sopravvivrai al processo. Potete cominciare.-
Stella Nera sente un ronzio alle sue spalle, mentre
materia oscura inizia a fuoriuscire dal suo corpo. Ed è come se la sua anima le
venisse strappata.
LE CINQUE GIORNATE - CAPITOLO 6
RUSSIA RUNS OUT (РОССИЯ ИССЯКНУТ)
di FABIO VOLINO con la collaborazione
di Carlo Monni
Editor: GIUSEPPE FELICI
1.
Komarov.
Oblast di Volgograd, Distretto Federale Meridionale, Federazione Russa. Il
Guardiano Rosso si risveglia e si ritrova ammanettato, sensazione che ultimamente
sta sperimentando fin troppo.
Ivan
Kragoff, o chiunque sia veramente, ha deciso di crocifiggerlo, molto ironico in
una situazione che non ha nulla di comico.
Con fatica
riesce a voltarsi: in alto, sopra una tribuna di uno stadio probabilmente strappata
dal suo elemento naturale dalle superscimmie, ci sono gli altri suoi compagni
di squadra. Tutti sono privi di sensi, tutti sono legati, alla Dinamo Cremisi e
Airstrike è stata tolta l’armatura, a Powersurge i vestiti, a Vostok è stato
calato un cappuccio in testa. Vanguard si vede prigioniero delle sue stesse
spire e sembra che più si muova più provi dolore, cosa che gli fa perdere di
continuo i sensi. Nessuna traccia di Stella Nera. L’alba è sorta da tempo e la
situazione appare priva di speranza.
E
Stella Nera compare, la luce rivela un angolo prima oscuro, in cui Katrina
Bulikova si confondeva tra le ombre. Uno strano macchinario la tiene
immobilizzata al terreno, un macchinario che ricopre tutto il suo corpo etereo
impedendole di diventare intangibile e termina con due spire che sembrano
conficcarsi letteralmente nella sua testa.
Alexi
Shostakov non ha la forza di urlare. Si volta e vede Kragoff – o chiunque
davvero sia - di fronte a sé, non lo ha sentito arrivare.
-Molte domande si staranno
agitando nella tua testa, Guardiano…- gli dice questi.
-No, quel vuoi fare è ovvio:
vuoi attingere alla Forza Oscura.- lo interrompe Shostakov -Per chissà quali
scopi, ma a me non importa molto.-
-Adesso mi dirai
spavaldamente che non mi temi, che ti libererai e mi ucciderai.-
-Sì, è vero, non ti temo. Ma
credimi, e tu lo sai bene, non ho la forza di liberarmi, figurarsi ucciderti.
Non mi sfugge la tua crudeltà: hai piantato il mio scudo nel terreno, a pochi
metri da me ma irraggiungibile. Vuoi darmi una falsa speranza, ma io ho visto
la morte in faccia e ho perso la speranza da molto, molto tempo. Puoi star
certo che con le mie forze non riuscirò a liberarmi.-
-Sei un tipo strano,
Guardiano, diverso dagli altri cosiddetti eroi in costume che ho affrontato in
precedenza e ciò mi diverte abbastanza da decidere di lasciarti in vita ancora
per un po’.-
Kragoff
decide di non proseguire oltre e si allontana, lasciando per sicurezza alcune
superscimmie a pochi metri da Shostakov.
L’eroe
non gli ha mentito, però una cosa la vuole sapere.
-Perché non ci hai ucciso?
Quel discorso che hai fatto prima… sulla razza dominante… non ci ho creduto
nemmeno per un secondo. Dimmi chi sei davvero e facciamola finita.-
Kragoff
si volta ancora.
-Vuoi sapere la verità? La
verità è che non siete degni del mio tempo, di essere uccisi da me. Sarete il
pasto di queste idiote superscimmie! Animali che mi seguono perché vedono nel
mio volto quello che credono essere il loro padrone. Io ho cose più importanti
a cui pensare. Vuoi sapere chi sono? La curiosità ti sarà fatale: perché io
sono Ultron! E l’umanità intera cadrà ai miei piedi!-
Ultron
si allontana definitivamente, e il Guardiano Rosso pensa: Ultron? E chi diavolo
sarebbe? Troppe cose sono accadute mentre giaceva in un sonno simile alla morte
e lui ha trascurato di informarsi al riguardo, un errore che potrebbe essergli
fatale adesso.
Comunque
è proprio vero, l’eroe da solo non riuscirebbe a liberarsi… Da solo. Il fatto è
che c’è un Guardiano ancora in libertà. Fantasma, nel suo costume camaleontico,
si è confuso con l’ambiente e ora sta per entrare finalmente in azione. La
speranza è tutt’altro che morta in Alexi Alanovitch Shostakov
Londra,
Capitale del Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda del Nord. La
figura apparsa a mezz’aria è decisamente familiare a Perun, il dio slavo del
Tuono., anche se c’è un’espressione strana sul suo volto, almeno da quel che si
vede.
Ti conosco.- dice Perun -Sei
Capi…-
Non finisce la frase: Capitan Bretagna gli sferra un
pugno che lo scaglia lontano e solo la sua ascia gli consente di restare in
aria. Il fatto che Brian Braddock si lanci poi contro di lui fa capire ancor di
più all’eroe russo che forse il tempo delle parole è da posticipare.
Usando
la sua ascia, Perun si libra in aria evitando l’attacco. Capitan Bretagna,
nell’impeto dello slancio, non ferma la sua corsa e un edificio è lungo la sua
via: l’edificio ha la peggio. Perun non sente urla, non vede sangue… ma ha la
certezza che ci siano state delle vittime.
-Sì, ci sono state!- gli
grida comparendo alle sue spalle Jim Jaspers -Andiamo, volevate che vi portassi
in un cantiere abbandonato? Non esistono cantieri abbandonati a Londra, solo
progetti rimasti incompleti. E…-
Perun
si lancia con l’ascia contro di lui, ma utilizzando il dorso della mano destra
Jaspers frena il suo impeto.
-Devo anche ribadirti che
sei terribilmente prevedibile?-
-Se hai previsto questo,
allora dillo pure.- ribatte il dio slavo del Tuono.
Perun
compie un potente balzo in alto e Capitan Bretagna, ritornato all’attacco, di nuovo
non riesce a frenare il suo impeto finendo contro Jaspers che ha la peggio e
finisce letteralmente a pezzi.
Perun
rimane scosso: il suo avversario non era umano, forse?
-Mi dispiace sia finita
così.- dice Perun -Ma è meglio per tutti. Ora Capitan Bretagna…-
-Oh sacri dei della
narrativa seriale, abbiate pietà di questa banalissima svolta.-
L’eroe
russo non riesce a credere ai suoi occhi. La testa di Jaspers, rotolata a
terra, sta parlando. E poco dopo il suo corpo si ricompone, come se fosse fatto
di tessere di un puzzle rimaste separate. No: decisamente non è umano, non un
umano normale, comunque. D’altra parte quale umano normale sarebbe stato capace
di far sparire Loki e restare immobile a mezz’aria con tutta tranquillità?
Jaspers
chiama al suo fianco Brian Braddock:
-Sai, Brian, hai avuto più
azione in questi duemila caratteri che nelle tue ultime cinque apparizioni.-
afferma il pazzo -E ora mi sono anche stancato, devo costruire un nuovo campo
di detenzione per gli omosessuali… come sono banalmente politically correct! Ti
prego di liberarmi alla svelta di questo seccatore.-
Prima
che Capitan Bretagna torni all’attacco, Perun ha un istante per porsi una
domanda. Questo Jaspers sembra avere un potere illimitato, potere che va oltre
le capacità della Pietra incastonata nel suo collo, potere che sembra in grado
di ridisegnare parte della realtà. Potrebbe cancellarlo dall’esistenza in un
attimo, eppure non lo fa. Poi capisce: per Jaspers, lui è un trastullo, un
giocattolo da utilizzare prima di passare ad altro. E tutti sanno cosa fanno i
bambini quando si stufano dei vecchi giocattoli.
Da
qualche parte in Cina. Mentre il loro veicolo viaggia verso la
meta, Nikolai Krylenko, alias Vanguard, non può fare a meno di chiedere:
-C’è un’altra cosa che non
capisco: credevo che tu, Spirito del Popolo fossi un agente del Ministero
cinese per la Sicurezza dello Stato ma ora ti sei schierato contro di loro.
Perché?-
-È una lunga storia.-
replica l’eroe che indossa i colori della bandiera della Repubblica Popolare
Cinese.
-Abbiamo tempo.- ribatte
Emil Blonsky.
L’altro sospira e risponde:
-Sono stato creato come
simbolo della Repubblica Popolare, educato a credere che quello che decidevano
il Partito ed il Governo fosse sempre e comunque per il bene della patria, poi
ho scoperto che una fazione deviata con agganci nel Governo e nell’Esercito
stava lavorando a una nuova superarma che intende scatenare contro quelli che
vede come nemici e assicurare la supremazia della Cina sul resto del Mondo con
loro al potere.-
-Capisco- commenta Mikhail
Ursus -Anche noi ci siamo trovati di fronte ad un dilemma simile.-
-Ho provato a denunciare la
cosa ai miei superiori ma non mi hanno creduto.-
-Il problema più serio…-
interviene il Professor Chang Fan -… è che stanno pasticciando con forze che
non sono capaci di controllare e se non li fermiamo potrebbero danneggiare il
tessuto stesso della realtà.-
-Mettermi contro il mio
governo, diventare un fuorilegge, è stata una delle decisioni più difficili che
ho dovuto prendere.- dice ancora Spirito del Popolo con voce amara -Ma il bene
del mio paese è più importante di ogni lealtà politica.-
E Vanguard non può che essere d’accordo.
2.
Komarov.
Fantasma, pur invisibile, avanza a lenti passi perché queste Superscimmie
avvertono qualcosa nell’aria, i loro sensi stanno dicendo loro che c’è qualcosa
che non torna. Il Guardiano Rosso è lì a pochi metri, ancora qualche passo e…
Improvvisamente
una immagine olografica compare davanti a lui e sfortunatamente non è l’unico a
vederla.
-Cosa succede?- esclama
Ultron -Chi è costui?-
“Zeta Red!” grida Ni Red, pur non
muovendo la bocca “Ti ho già detto che
devi abbandonare questa squadra e riunirti a noi! Questo è il mio ultimo
avvertimento”.
E
scompare, ma il danno è già stato fatto. Se avesse voluto parlare, Fantasma gli
avrebbe risposto che sarebbe inutile tornare all’esercito dei Red se qualcuno
avesse già distrutto la Russia al posto loro. A volte bisogna scendere a patti
col nemico.
-C’è n’è un altro!- dice
Ultron alle scimmie -Ha poteri di invisibilità, trovatelo a qualunque costo!-
Bisogna
agire prima che le scimmie capiscano, grazie al cielo i loro riflessi mentali
non sono ancora affinati. Fantasma abbandona la guisa camaleontica volutamente
e, in quel secondo che serve alle scimmie per provare stupore e poi partire
tutte all’attacco, lui compie un balzo evitandole ed atterrando vicino allo
scudo del Guardiano Rosso.
Lo
sradica dal terreno e lo usa per rompere una manetta del Guardiano poi però la
scimmia dorata lo assale.
Fantasma
usa lo scudo per difendersi, evitando di venire morso, ma sa che dovrà prendere
una decisione. E la prende.
Lancia
lo scudo, ma la scimmia dorata invece che divorarlo pare divertito da quanto
sta accadendo e lo lascia andare. Lo scudo colpisce con precisione l’altra manetta
e la distrugge: Alexi Shostakov è libero.
Londra.
Gaea e Sun compaiono nei cieli della città inglese. Nonostante l’altezza
imponente della incarnazione di Madre Natura, nessuno fa caso alla loro
apparizione, poiché nelle strade c’è il caos scatenato da Perun e Capitan
Bretagna e poi la situazione è già pazzesca di suo.
-L’ho ritrovato!- grida la
ragazza -Devo…-
Gaea
la blocca.
-Non
è lui il tuo obiettivo!-
afferma.
Voce imperiosa,
terrificante, che mette paura, alla quale non si può controbattere.
-Guarda
quell’uomo più avanti, quello con una pietra incastonata nel collo: è lui il
vero bersaglio.-
Quello dall’aria strana? Lui sta mettendo a
rischio la realtà? E io posso eliminarlo?-
-Sì.-
“Perché non puoi farlo tu?-
ad ingabbiare i miei poteri. Ma non i tuoi. Tu
sei, letteralmente, una forza della natura. Non puoi attendere oltre, devi
andare!-
-Prima hai detto di essere mia madre: era
solo una bugia?-
-Ti
racconterò tutta la verità in un altro momento. Perché se non sconfiggi
quell’uomo, concetti come la verità o la menzogna non avranno più senso di
esistere.-
Sun infine si decide
ad attaccare. Anche se con rammarico, decide di lasciar perdere per il momento
Perun e va contro Jim Jaspers.
L’eroe russo però la
nota.
-Ma…- fa solo in tempo a dire prima che
Capitan Bretagna lo colpisca.
Jim Jaspers, invece,
non nota l’arrivo della ragazza e si ritrova investito dalle fiamme. Non rimane
più nulla di lui in pochi secondi.
-Temo
che non sarà così facile.- dice Gaea.
Ed è vero perché poco
dopo la cenere in cui si è ridotto l’uomo si ricompone, assume una forma umana…
e poi lentamente ricompaiono la carne e i vestiti!
-Un’altra seccatrice, uscita dai peggiori
vicoli dell’oblio narrativo!- esclama.
Perun teme il peggio…
e a ragione. Con uno scarto, evita Brian Braddock e va al salvataggio di Sun.
Ma Capitan Bretagna non molla la presa e lo segue.
Contemporaneamente
Jaspers inizia a piegare la realtà attorno a sé e un buco dimensionale avvolge
lui e Sun. La ragazza urla e tende la mano in cerca di aiuto. Perun la prende,
ma la forza di gravità del passaggio dimensionale è troppo forte perché lui
possa contrastarla. Quando infine Capitan Bretagna lo travolge, tutti e quattro
scompaiono nel nulla.
In alto nel cielo,
Gaea osserva il tutto… poi torna a essere Loki.
-E ora arriva la parte più difficile.- afferma.
Mosca, Palazzo della Lubyanka. Dalla
sua cella Alexei Mikhailovitch Vazhin non può sapere cosa sta succedendo: gli
hanno negato anche il conforto, se tale si può definire, di una TV o di una
radio. Avverte, però, una certa frenesia all’esterno.
È ovvio che sta accadendo qualcosa, qualcosa di veramente
serio, il suo istinto affinato da anni di lavoro nello spionaggio, gli dice che
è così.
Vede passare davanti a sé il suo carceriere, Leo è il suo
nome, e protendendo il braccio oltre lo spioncino della porta della cella
riesce ad afferrargli un braccio.
L’uomo si volta a guardarlo e Vazhin chiede:
-Che sta succedendo?-
L’uomo è sordo ma riesce a leggere le parole sulle labbra
dell’ex Direttore del F.S.B. e mentre si libera della debole stretta risponde:
-Nulla.-
Non è vero, pensa Vazhin, lo so che non è vero. Molto
bene, Vladimir Maksimovitch, stai sperimentando il lato più problematico del
nostro lavoro, spero che ti stia divertendo.
3.
Komarov. Per
un attimo che sembra eterno il Guardiano Rosso resta immobile, come congelato
nel tempo e con lui le superscimmie dello Spirito Rosso, poi quell’attimo passa
e tutto sembra tornare in movimento.
L’eroe
afferra lo scudo e nota la scimmia dorata: incredibile, lo sta aspettando,
brama una nuova sfida con lui.
-Fantasma, porta qui
Powersurge! Subito!- urla al suo compagno di squadra.
Le
altre scimmie esitano, Ultron non grida loro alcun ordine, è un errore fatale.
Fantasma scuote con violenza Powersurge, facendogli riprendere i sensi. L’uomo
un tempo noto come Unicorno urla. Il suo terzo occhio inizia a brillare.
-Togliti da lì!- grida ancora
Shostakov e Fantasma non si fa pregare.
Mylos
Masarik urla un’altra volta, e stavolta il raggio che esce dalla sua fronte è
molto più ampio… e potente. Quattro scimmie che si trovano sul suo percorso ne
sono travolte e ne rimangono incenerite.
-Idiote, cosa state
aspettando?- si riprende finalmente Ultron -Uccideteli, fateli a pezzi!-
-Powersurge, vieni verso di
me!- ordina il Guardiano Rosso.
L’eroe
è ancora in uno stato di debolezza e a dire il vero non sa se il suo scudo
potrà reggere l’impatto di un raggio così devastante. Ma dopotutto… la vita per
lui ha così poco significato ora.
Mosca, Palazzo della Lubyanka.
Vladimir Menikov è decisamente teso mentre è al telefono:
-Sì, Signor Presidente.
Stiamo facendo tutto quello che possiamo, glielo assicuro. Non abbiamo
trascurato nulla.-
<<A parte il fatto che
forse ha aspettato troppo prima di agire,>> replica il Presidente.
Menikov ritiene che non sia saggio ricordare all’uomo con
cui sta parlando che in realtà l’ordine di temporeggiare è arrivato
direttamente dal Cremlino. No, decisamente è meglio non ricordarlo. Ma forse un
errore lui l’ha commesso: ha insistito perché fosse impedito ai Fantastici
Quattro di intervenire. Forse loro avrebbero potuto…
-Vladimir Maksimovitch, ci
sono novità!-
Menikov si gira verso Dimitri Bukharin che lo ha appena
chiamato:
-Mi scusi, Signore.- dice,
rivolto al Presidente, poi chiede -Che c’è?-
-Si sono liberati.- risponde
Dimitri.
Sta alludendo alla Guardia d’Inverno? Deve essere così,
deve esserlo per forza. Menikov fa un sospiro. Forse i suoi uomini ce la
faranno, devono farcela.
Kiev, capitale dell’Ucraina. Nella
sede locale dello S.H.I.E.L.D. Yuri Sergeievitch Brevlov, già direttore della Sezione Russa
di quell’organizzazione prima che venisse espulsa dalla Federazione, sta
seguendo gli ultimi avvenimenti su un monitor davanti alla sua scrivania.
-Idioti.-
borbotta -Se quell’imbecille di Menikov non ci avesse fatto espellere, avremmo
potuto intervenire ufficialmente.-
-Resteremo,
dunque, a guardare?- gli chiede uno dei suoi uomini.
-Niente
affatto!- ribatte Brevlov -Si tratta pur sempre del mio paese e non resterò a
guardarlo morire solo per motivi burocratici.-
-Il
Direttore Fury…-
-Approverebbe,
ne sono certo. Lascerò alla Guardia d’Inverno ancora un po’ di tempo per
risolvere la situazione e poi, che piaccia o meno al Cremlino o alla Lubyanka,
interverremo con tutto ciò che abbiamo.-
Il tono di Brevlov non ammette
repliche.
4.
Cina.
Tigre Siberiana, Ursa Major, Vanguard ed Emil Blonsky,
affiancati da Uomo Collettivo, Spirito del Popolo e Sisma si avvicinano alla
struttura militare nota come Piramide. In realtà non possono vederla in quanto
è una struttura sotterranea: ciò che si presenta ai loro occhi è solo una delle
tante basi militari sparse per la nazione e ci sono anche relativamente pochi
soldati di pattuglia.
-Molto bene.- dice Vanguard
-Suppongo dovremo trovare una via d’accesso verso il basso.-
-Esatto.- risponde l’Uomo
Collettivo.
-E, se ho ben capito, la tua
spia sarà fondamentale per questo.-
-Hai capito benissimo.-
-Bene, allora cosa
aspettiamo?-
-Temo che siamo giunti
troppo tardi. Non ricevo più comunicazioni dalla nostra talpa da alcune ore. E
senza di lui non ho idea di come entrare, ci vorrebbero giorni… non abbiano
nemmeno qualche minuto.-
Ursa
Major afferra l’Uomo Collettivo.
-Fammi capire bene, ci hai
trascinati per ore e adesso non possiamo fare niente?-
L’eroe cinese riesce a
liberarsi e replica.
-Non fa piacere nemmeno a me
questo, c’è mio fratello lì dentro e forse l’ho perduto per sempre. Stavano
attingendo a una fonte misteriosa di energia e potrebbero aver capito il suo
tradimento!-
-Va bene, va bene- borbotta
Ursa Major -Suppongo ci sia una sola cosa da fare.-
-Sarebbe?- chiede Sisma.
-Quello che fanno gli
sciocchi supereroi americani in queste situazioni. Spaccano tutto!-
Ursa
Major inizia a correre, Sisma lo segue a sua volta. Gli altri osservano l’Uomo
Collettivo che alla fine dice:
-A me sembra un buon piano.-
Aeroporto
Internazionale di Sheremetyevo, nei pressi di Mosca. L’uomo appena sbarcato da un volo
da New York ha i capelli neri con le tempie ed il pizzetto spruzzati
abbondantemente di bianco ed indossa un completo tre pezzi marrone. Ha
l’aspetto di un uomo d’affari ed in effetti lo è. Dirige una multinazionale con
interessi in tutto il Mondo. Quelli come
lui da queste parti li chiamano oligarchi
Accompagnato dal suo staff, tra cui
almeno un paio di guardie del corpo vestite di nero, lascia l’aeroporto a bordo
di una Mercedes limousine che lo porta in una dacia alla periferia della
capitale russa.
-Casa, dolce casa.- mormora, in tono ironico, l’uomo
mentre gli si avvicina quello che di tutta evidenza è uno dei domestici.
-Compagno Generale!- esclama -Che bello rivederla a
casa dopo tanto tempo.-
Aleksandr
Vassilievitch Lukin si concede un sorriso.
-Purtroppo mi tratterrò solo per poco tempo,
Sergei.- risponde -Gli affari mi reclamano, purtroppo, ma anch’io sono felice
di essere di nuovo nella Rodina.-[1]
Anche
se potrebbe essere arrivato nel momento meno adatto… o forse no, forse è
proprio il momento giusto. Dipende dai punti di vista.
Komarov. Powersurge,
guidato dalla voce del suo leader, spara un altro raggio. Il Guardiano Rosso
mette lo scudo davanti a sé e lo piega leggermente di modo che, all’impatto,
questo viene re-direzionato contro altre cinque Superscimmie, che seguono il
destino delle loro simili. Shostakov sente dolore lungo tutte le ossa ma dice
ancora:
-Un altro, fo…-
Niente
da fare, Powersurge ha perso di nuovo i sensi, proprio nel momento peggiore.
Rimangono solo tre superscimmie, più la leader dalla pelle dorata. Shostakov
impreca, mancava così poco…
Le
superscimmie continuano a seguire l’ultimo ordine di Ultron, ma il Guardiano
Rosso vuole togliersi una soddisfazione. Scatta verso di loro, poi all’ultimo
istante compie una mirabile scivolata passando sotto le gambe di una di esse.
Prima che possano voltarsi, si rialza, compie l’ennesimo balzo e mentre sta
atterrando si trova a pochi centimetri da Ultron.
Il
tempo sembra quasi fermarsi mentre il pugno dell’eroe rimane sospeso a
mezz’aria e il robot assassino, ora in forma umana, resta immobile e incredulo.
Poi il pugno cala e Ultron, nel corpo di Kragoff, assaggia il duro sapore della
terra russa.
-Che soddisfazione!- esclama
Shostakov.
Poi
vede di fronte a sé la scimmia dorata: è tempo del secondo round.
5.
Cina.
Contro i militari a presidio della base, gli eroi hanno gioco facile, ma ben
presto China Force fa la sua comparsa.
-Uomo Collettivo!- esclama
Bue -Dunque le voci sono vere, sei a capo della Resistenza.-
L’eroe
cinese non replica e si prepara a battersi.
-Chi di questi è tuo
fratello?- gli chiede Vanguard.
-Non è qui.- replica
l’altro.
-Cosa vuol dire che non…-
Ma
Nikolai Krylenko non riesce a completare la domanda poiché un istante dopo una
enorme crepa si apre nel terreno, una crepa da cui si può notare parte della
struttura sotterranea nota come Piramide.
Tuttavia
un osservatore casuale non avrebbe tempo di indugiare ad ammirarne i corridoi
poiché, contemporaneamente, dalla crepa escono orrori volanti che la Terra non
vedeva da tempo. Orrori che si credeva fossero dimenticati, banditi, esiliati: le
Deathwing.
Centro di affari
internazionali di Mosca. Su un grattacielo di questo quartiere nel centro della capitale, a
circa quattro chilometri e mezzo in linea d’aria dalla Piazza Rossa, svetta in
caratteri cirillici la scritta Kronas.
Al cinquantesimo piano ci sono gli
uffici dirigenziali dell’omonima multinazionale ed è nel suo ufficio mentre
guarda il panorama, che troviamo il suo presidente Aleksandr Vassilievitch
Lukin immerso in chissà quali pensieri che, per ora almeno, non ci è dato di
conoscere.
Il silenzio è rotto dalla voce del
suo braccio destro Lev Ilyich Kuryakin che gli dice:
-La tua ospite è arrivata, Alek.-
-Facciamola entrare, allora.- risponde Lukin.
Pochi
minuti dopo, introdotta da una segretaria, entra nell’ufficio un’attraente
donna apparentemente sui trent’anni, dai capelli neri e gli occhi nocciola, che
indossa un sobrio tailleur marrone. Lukin fa un largo sorriso accogliendola a
braccia aperte.
-Yelena Alexeievna, che piacere rivederti dopo tanto
tempo. Sei bella come ti ricordavo.-
La
donna abbozza un sorriso e china leggermente il capo.
-Lei è troppo galante, Generale.- risponde.
-Solo sincero. Vedo che sei in borghese.-
-Sono in congedo.- replica Yelena
Alexeievna Brement, Tenente Colonnello delle Forze Terrestri Russe in forza al
G.R.U.[2] il servizio segreto militare Russo.
-Eri un ottimo ufficiale quando eri
sotto il mio comando e sono lieto che tu abbia fatto carriera, anche se una con
le tue qualità meritava di meglio. Se ti interessa una nuova carriera nel settore
privato, posso offrirti il posto di capo della sicurezza della Kronas, con uno
stipendio almeno dieci volte quello che prendi attualmente, mi permetto di
sottolineare.-.
-Io… è per questo che mi ha fatto
venire qui, Generale?-
-Anche. In realtà ho bisogno che tu
guardi delle immagini con me e mi dia il tuo parere.-
Su
uno schermo panoramico scorrono delle immagini evidentemente riprese da un
satellite. Yelena riconosce immediatamente il luogo.
-Ma questa è Komarov! Come ha fatto ad avere queste
riprese, Generale?-
-Ho i miei mezzi.- è la sibillina risposta di Lukin
-Ora ti prego, Yelena, dai un’occhiata a queste immagini e dimmi cosa o chi
vedi.-
C’è
uno zoom all’interno della cupola che circonda la cittadina russa sotto assedio
verso due figure: una svenuta ed una che si sta rimettendo faticosamente in
piedi.
-Ma quello…- esclama Yelena Brement sorpresa -Non è
possibile: quello è Valentin… Valentin Shatalov!-
Komarov.
Valentin Shatalov si ritrova libero grazie a Fantasma, la sua testa gira alla
grande, per poco non vomita. Poi finalmente la vista sembra schiarirsi e i
sensi tornare ai loro ritmi consueti.
Freneticamente,
come se fosse un gesto automatico, cerca nella sua tuta qualcosa. E la trova.
Quelle scimmie per fortuna non gliel’hanno tolto: il controllo remoto che gli
permette di richiamare l’armatura di Airstrike.
Lo
attiva e deve attendere solo pochi secondi prima di poter tornare in azione.
Prima però la sua testa si gira verso uno dei suoi compagni svenuti, verso la
Dinamo Cremisi e quando lo vede immediatamente lo riconosce.
-Ma… è Bullski!- esclama.
Che ci fa lui qui? Perché ha assunto l’identità della
Dinamo Cremisi? Menikov ha tirato anche lui fuori di galera facendogli la
stessa offerta che ha fatto a lui? Perché nessuno gli ha detto niente? Il
Guardiano Rosso lo sa? Troppe domande e nessuna risposta.
Il
Guardiano Rosso ha bisogno del suo aiuto, ma lui esita. Si alza in volo e
atterra davanti a Vostok, la cui vera identità può facilmente riconoscere
poiché anche se gli sono stati alterati i tratti facciali, quella testa è
inconfondibile.
-Vostok, c’è uno dei Remont
4 nella nostra squadra. Dobbiamo…-
-Mio padre mio padre
ammazzato, hanno ammazzato mio padre, mio padre.- continua a ripetere l’altro
come se fosse un disco rotto. Non è decisamente nello spirito di fare
conversazione.
Una
scimmia si lancia urlando contro di loro: senza esitare Airstrike attiva i suoi
armamenti e la crivella di proiettili, uccidendola.
Fantasma
lo prende e con una forza che Shatalov non immaginava possedesse, lo porta sul
terreno di battaglia.
Shostakov
è impegnato con la scimmia dorata, mentre le ultime due scimmie rimaste si
avvicinano a Fantasma e Airstrike. Costui si prepara a sparare di nuovo, ma per
sfortuna gli armamenti si sono inceppati.
<<Dannazione,
non c’è n’è andata bene una in questi due giorni!>> borbotta.
Fantasma
compie un incredibile scatto in avanti ed estrae due lunghi coltelli affilati.
Si avvicina a una scimmia e con due colpi di taglio la ferisce al petto. La
bestia urla e tenta di reagire, ma Fantasma è più agile ed evita l’attacco, la
colpisce ancora e ancora e ancora evitando ogni sua sortita. Alla fine, col
sangue che esce copioso dalle ferite procurate, la scimmia cade a terra per non
rialzarsi più.
Airstrike
nota che i suoi stivali-jet sono ancora funzionanti. Li attiva e si lancia
contro l’altra scimmia: la colpisce e la manda a terra. Poi afferra la sua
testa e la sbatte con violenza sul terreno, infine col gomito rivestito
dall’armatura la centra in mezzo agli occhi e nuovamente materia cerebrale
inzacchera la sua divisa da battaglia.
Contemporaneamente
il Guardiano Rosso afferra la scimmia dorata da dietro e stringe al collo,
forte. L’animale prova a controbattere, a cercare di afferrare Alexi Shostakov,
ma invano. L’eroe del popolo russo stringe sempre di più, sempre di più, fino a
quando alla fine, con un grido di liberazione e uno sforzo incredibile, torce
il collo della scimmia dorata, spezzandoglielo.
Shostakov,
ansimante, si inginocchia a terra e Shatalov gli si avvicina.
-Guardiano Rosso.-
Nella
sua mente non passa l’idea di stare parlando a uno sconosciuto, che potrebbe già
essere al corrente di Bullski. Nella sua mente Il Guardiano Rosso è l’eroe del
popolo che lotterà per la verità e il bene del popolo russo.
-Guardiano, c’è una cosa che
devi sapere…-
Ma
Valentin Shatalov non avrà modo di condividere quanto ha scoperto perché
improvvisamente qualcosa accade. Il corpo di Ivan Kragoff si agita, come colto
da una crisi di epilessia, poi il macchinario a cui Stella Nera è stata
bloccata si attiva, come se un invisibile fantasma avesse premuto un altrettanto
invisibile pulsante.
Energia
nera inizia a fuoriuscire dal corpo etereo di Katrina Bulikova, energia nera
che va ad accumularsi davanti agli increduli Shatalov e Shostakov. Energia che
assume poi una forma precisa, quella di un gigantesco robot Ultron nella sua
ultima evoluzione.
-Ci sono riuscito!- grida
Ultron -Ho assorbito la Forza Oscura e sono diventato invincibile. Ora posso
procedere alla mia opera di sterminio e sono libero! Mai mi legherete!-
SI CONCLUDE SU THE OTHERS 44
NOTE A MARGINE
Pochissimo da dire.
1)
Il tenente colonnello
Yelena Brement era l’assistente ed amante di Valentin Shatalov, che all’epoca
era la Dinamo Cremisi. È apparsa per la prima su Iron Man Vol. 1° #255 datato
aprile 1990. In quell’occasione ci fu
uno scambio di menti tra Shatalov e Tony Stark che finirono l’uno nel corpo
dell’altro con il risultato che Yelena si ritrovò inconsapevolmente a letto con
Tony, si può dire. -_^
2)
Madre Natura è stata
creata da Steve Englehart & Gene Colan su Doctor Strange Vol. 2° #6 datato
febbraio 1975. Solo in seguito si seppe che era l’ultima incarnazione di Gaea,
la dea primeva della Terra.
Nel
prossimo episodio: chi può fermare Ultron? Che collegamento c’è, se c’è, con
quanto sta accadendo in Cina e in Inghilterra? Avete un solo modo per saperlo,
non mancate.
Carlo (anche a nome di Fabio)