SACRED WAR
PARTE 2 DI 3
di Luca
Losito
Nei cieli del Canada.
Una civetta dal luminoso piumaggio candido come la neve sta sorvolando le vaste boscaglie canadesi illuminate a giorno da una luna argentea che regna sovrana nel cielo. Una leggera corrente fredda permette al rapace di sfruttare le correnti ascensionali per muoversi molto velocemente.
Dopo gli ultimi giorni trascorsi rinchiusa sotto osservazione alla base degli Alpha Flight, a Snowbird poter volare libera nel cielo sembra un miracolo. Sa di non stare molto bene e che molto presto sarebbe dovuta tornare dai suoi compagni per trovare una soluzione al suo malessere, ma vuole godersi il più possibile quel momento così intimo tra lei e la terra a cui appartiene, dopotutto è la dea della natura.
Ad un tratto, poco sotto di lei uno stormo di oche plana sempre più basso fino ad atterrare in un laghetto. Snowbird decide di seguirle e trasformandosi in un stupendo esemplare di oca bianca giunge in volo il lago dove si tuffa immergendosi nelle gelide acque. Dall’acqua riemerge una donna dai capelli biondi che raggiunge la riva a nuoto.
La fauna e la flora sembrano rispondere alla presenza della dea della natura con una sorta di danza. Il fruscio del vento tra le foglie degli alberi sembra dare il ritmo al volo di uno sciame di lucciole che sembrano danzare attorno alla dea.
Dopo essersi asciugata, Snowbird si siede su uno scoglio in riva allo specchio d’acqua e affacciandosi ammira la luce della luna riflessa. Socchiudendo gli occhi Narya emette un dolcissimo suono come un fischio profondo. Il suono si propaga in tutta la foresta fino nelle profondità del lago. Dopo pochi secondi un gruppo di otarie inizia a spuntare dall’acqua e a nuotare verso la dea come se richiamate dalla sua voce.
Snowbird è la dea della natura ed è a contatto con tutte creature che appartengono a quella terra. Ci mette pochi secondi a leggere nelle loro menti la presenza di una terribile minaccia che a breve avrebbe messo in pericolo l’esistenza della foresta e dell’intero Canada.
Snowbird preoccupata inizia ad interrogare gli altri elementi della natura: nessun lupo ulula alla luna piena questa notte, le oche riprendono presto il volo come se impaurite. Narya interroga quindi il vento che gli permette di percepire le voci e i passi dei militari che marciano sulla terra verso la montagna Quidlivun, la resistenza degli dei Inuit.
Improvvisamente Snowbird capisce la gravità della situazione, non c’è tempo per tornare alla base di Alpha Flight per chiedere aiuto ai suoi amici. Questi ultimi inoltre non sono neppure nelle condizioni di poterla aiutare, la squadra è divisa e la maggior parte dei suoi amici sono già in difficoltà.
Questa volta deve salvare il Canada contando soltanto sulle sue forze, ma si sente in grado nelle sue condizioni? Forse un’altra possibilità c’è...
Prese le sembianze di una giovane cerva bianca, inizia a correre nel bosco chiedendo a tutti gli animali e a tutte le creature che abitano quei boschi di poterla aiutare a fronteggiare il nemico. La sua missione ora è quella di correre il più veloce possibile per raggiungere il vicino villaggio Kemetron ad avvertire il popolo Inuit della minaccia che incombe.
La foresta lentamente sembra svegliarsi al suo passaggio, ogni tipo di creatura vivente viene chiamata a raccolta, branchi di lupi iniziano a scendere dalle montagne ululando e chiamandosi a raccolta. Il tremito della terra segnala la corsa di una mandria di bisonti che inarrestabile corre a testa bassa. Le grandi alci scendono dalle foreste raccogliendosi a valle assieme agli altri animali, così come gli orsi, linci e volpi.
Dal cielo lo strepito di aquile e civette segnala il loro arrivo, anche loro avrebbero partecipato alla battaglia.
Il villaggio Inuit Kemetron della tribù Turpa'lurpa'todian è immerso nel silenzio della notte, gli abitanti dormono nelle loro tende.
Soltanto un uomo è di guardia, accampato al centro del villaggio con un piccolo fuocherello che gli permettere di illuminare il villaggio durante la notte.
Il suo nome è Yukotujakzurjimozoata ma è da tutti conosciuto come Yukon il campione del villaggio, figlio di Makkamakkamaktsptoo il capo del villaggio Kemetron.
Il vento gelido della notte non lo tocca minimamente, sin da piccolo gli dei avevano donato a Yukon straordinari poteri tanto da farlo considerare dagli altri appartenenti della tribù una semi-divinità. Ma Yukon non si sente per nulla divino, anzi vorrebbe essere considerato al pari di tutti i suoi coetanei.
Si sta annoiando a morte quella notte, l’ha passata a intagliare delle ossa di orso trasformandole in armi affilate. Ad un tratto intravede provenire dal bosco un esemplare di cerva bianca che silenziosamente si avvicina a lui.
Rimane subito senza parole, non aveva mai visto un’esemplare di quel colore e sopratutto di quelle dimensioni. D’istintio impugna il coltello di osso rendendosi conto solamente dopo che quello che ha davanti agli occhi non è un semplice cervo, ma un segno divino.
Ha sentito molte storie raccontate dagli anziani del villaggio su Naryna, la dea della natura che si manifesta al suo popolo sotto forma di animale, ma non aveva mai creduto che potesse incontrarla di persona.
Conscio di quella esclusiva fortuna si inginocchia a testa bassa davanti alla cerbiatta in segno di rispetto e devozione. Ma la mano di una donna si appoggia sulla spalla del ragazzo. Yukon alza lo sguardo e vede davanti a lui il volto di una bellissima donna dai capelli biondi e dagli occhi azzurri che lo fissa.
“Alzati Yukon di Kemetron. Raduna tutti gli uomini più valorosi del tuo villaggio e preparatevi alla battaglia. Il Canada ha bisogno di voi”
Yukonn immediatamente segue le parole della dea, corre alla tenda di suo padre e senza indugi inizia a battere forte i pugni su di un grande tamburo svegliando tutti gli altri abitanti del villaggio. Dopo aver riferito a suo padre quello che la dea della natura gli aveva detto, gli abitanti della tribù Kemetron iniziarono a prepararsi alla battaglia armandosi ed eseguendo gli antichi rituali propiziatori che anticipano la discesa in guerra.***
Dopo poche ore. Adesso.
“Generale Atwood” chiede un soldato avvicinandosi al suo superiore “è tutta la notte che marciamo e non abbiamo ancora fatto un minuto di pausa. I soldati sono tutti stanchi e provati per il freddo, ci chiedono di poterci accampare per qualche minuto per riprendere le forze...”
“Siete tutti un branco di mezze calzette!” tuona Atwood “Mancano ancora un paio di ore prima che raggiungeremo i piedi della montagna! Come potete pensare di poterla scalare e affrontare il nemico se già vi state lamentando?! Torna alla tua posizione soldato!”
“Signore.. c’è qualcosa...che ci sta seguendo” disse il soldato guardandosi attorno, improvvisamente tra il buio e la nebbia che aleggia tra i tronchi della foresta spuntano degli occhi gialli seguiti da degli ululati.
“Soldato sono dei lupi! Cosa si aspettava di incontrare in mezzo alla foresta?! Torni immediatamente alla sua posizione prima che io perda definitivamente la pazienza!”
Dalle chiome nere degli alberi iniziano a gracchiare sempre più forti un gruppo di corvi.
L’Araldo delle Grandi Bestie inizia ad agitarsi guardandosi attorno spaventato. Sente che la sua presenza in quella dimensione non è passata inosservata.
“Dottor Ramat che sta succedendo?!” chiede il generale Atwood leggermente spaventato mentre l’esercito di soldati veniva pian piano circondato da un altro esercito composto però da animali.
Ad un tratto si sente provenire dagli alberi un fruscio e subito dopo una pioggia di frecce piove dal cielo colpendo la spalla dell’Araldo delle Grandi Bestie che inizia a dimenarsi dal dolore.
“Frecce?! Gli indigeni ci stanno attaccando!” urla il generale Atwood impugnando la sua pistola.
“Come supponevo, i demoni hanno preso possesso degli animali e degli uomini che abitano queste terre per difendersi. Non dobbiamo avere timore di contrattaccare!” risponde il Dottor Ramat mentre il suo pitone gigante inizia ad avvicinarsi ad un gruppo di inuit con le fauci spalancate.
“Soldati contrattaccate!” urla a sua volta il generale Atwood
I soldati impugnano i loro fucili ed iniziano a sparare contro gli inuit e gli animali che oramai li hanno circondati completamente e messi alle strette. Animali e inuit sono numericamente superiori all’esercito di soldati, ma questi ultimi sono dotati di armi da sparo ben più letali che di frecce o coltelli fatti di osso.
Il generale Atwood è terrorizzato nel vedere quegli animali e quei “selvaggi” attaccarli così brutalmente. I suoi soldati a fatica riescono a tenere testa al nemico, alcuni vengono sbranati da orsi, altri incornati da bisonti e altri ancora braccati dai lupi e dalle linci. Atwood si rende conto che le speranze di vittoria che hanno si stanno man mano riducendo con il passare dei minuti.
“Dottor Ramat!” dice con un filo di voce riuscendo ad evitare all’ultimo alcune frecce dirette a lui “Siamo in difficoltà! Il mio esercito non credo potrà a resistere ancora per molto a questo attacco!”
Il Dottor Ramat sta partecipando anche lui alla battaglia, grazie ai suoi poteri magici crea delle fruste di fuoco che fa scoccare in aria per allontanare e intimorire gli animali che lo stanno circondando.
“Generale Atwood lei e il suo esercito avreste dovuto essere pronti a affrontare questo tipo minaccia!” risponde con un ghigno non minimamente preoccupato per quello che sta succedendo.
“Il mio compito di generale è quello di proteggere gli abitanti del Canada da qualsiasi tipo di minaccia, umana o magica che sia. Mi aveva detto che lei era l’uomo giusto per questo tipo di lavoro, non si faccia pregare ed utilizzi tutto ciò che è in suo potere per portare a compimento la nostra missione!”
“Tutto ciò che è in mio potere?...” sghignazza il Dottor Ramat “... molto bene! Ormai non abbiamo tempo di raggiungere la montagna Quidlivun per fronteggiare gli dei, dovremo farlo qui e ora. Se vogliamo estirpare alla radice il problema c’è solo un modo per farlo, l’unica cosa di cui questi esseri tremano anche solo a sentire pronunciare... evocheremo le Grandi Bestie!”
A quelle parole il pitone del Dottor Ramat seguendo gli ordini del suo padrone striscia rapidamente verso all’Araldo delle Grandi Bestie iniziando ad avvolgerlo tra le sue grandi spire. Il mostruoso Araldo non può nulla contro la forza e il peso del gigantesco rettile nero, cerca di dimenarsi per liberarsi ma è tutto inutile. Il pitone lo stringe così forte da spezzargli il collo.
Dalla bocca dell’Araldo orami privo di vita, il Dottor Ramat raccoglie un liquido nerastro che scorre fuori simile a sangue facendolo scivolare all’interno del corno sacro Tekkeitsertok.
Dopo aver compiuto quel terribile sacrificio che provoca il voltastomaco al generale Atwood, il Dorrot Ramat impugna nuovamente il corno e ci soffia a gran fiato dentro.Questa volta dal sacro corno non fuoriesce nessun suono, ma stranamente un liquido nero come pece scivola viscoso a terra in una pozza nerastra sulla neve. La pozza prende fuoco divampando di fiamme bluastre ed emettendo una densa colonna di fumo nero che con il passare dei secondi raggiunge il cielo coprendolo interamente. Dalla torre di fumo e fiamme iniziano a provenire strepiti e urla lancinanti di puro terrore.
Gli animali e gli Inuit fuggono terrorizzati nel vedere quella scena, sanno bene cosa sta per succedere.
Il generale Atwwod e i soldati si raggruppano anche loro spaventati a morte, mentre il Dottor Ramat guarda con gli occhi pieni di soddisfazione quello che è riuscito finalmente ad evocare.
“Dopo tutti questi anni di studi, finalmente ci sono riuscito... Tundra la bestia di terra, Tolomaq la bestia di fuoco, Kolomaq la bestia delle nevi, Kariooq il corruttore e Somon il grande artefice! Sono al vostro cospetto!”
La torre di fumo si squarcia aprendo un varco dal quale i mostruosi volti delle cinque Grandi Bestie del Canada compaiono...CONTINUA...