Numero 11

 

ULULATI DI GUERRA - Parte 7

 

di Carlo Monni
con l’amichevole consulenza di Mickey

 

da un’idea di Andrea Garagiola

 

 

            Nuovo Quartier Generale del F.B.S.A. Georgetown, Washington D.C. Il palazzo destinato ad ospitare la nuova sede del F.B.S.A. doveva essere ancora inaugurato ufficialmente, ma Jasper Sitwell era già lì, in piedi davanti alla sua entrata. Era molto importante per lui essere lì. Quel palazzo simboleggiava la vitalità della sua agenzia, il suo essersi ripresa dopo l’attentato che aveva distrutto la vecchia sede e provocato tanti morti e feriti.[1]

Fu lì che lo trovò Nick Fury quando arrivò a bordo della sua Porsche 904 volante assieme a Dum Dum Dugan.

Quando scesero dall’auto, Jasper fece istintivamente il saluto militare.

-È un piacere rivederla, Colonnello.- disse.

-Rilassati, Jasper, non sono più il tuo comandante, ricordi? Qui sei tu il capo.- lo rimproverò bonariamente Nick.

-Uhm, certo, Signore… uhm… voglio dire…-

Dum Dum fece un sorrisetto divertito.

-Vedo che la Contessa De La Fontaine non è con voi, come mai?- chiese Jasper.

-Qualcuno doveva pur restare sull’Eliveicolo a dirigere la baracca mentre noi siamo qui.- tagliò corto Nick.

            La verità era che non si sentiva del tutto a suo agio con l’inconsapevole LMD[2] di Valentina De La Fontaine che ne aveva preso il posto dopo che un clone della vera Contessa era stato smascherato ed ucciso[3] ed aveva preferito lasciarla indietro.

-Questa faccenda dei cloni è decisamente esasperante.- disse Nick mentre entravano nell’edificio -Noi dovremmo essere riusciti a smascherare e neutralizzare quelli che erano stati infiltrati nello S.H.I.E.LD. dall’Hydra, voi come siete messi?-

-Dovremmo averli individuati tutti anche noi.- risponde Sitwell. -Ho sentito di suo figlio.-

-Mike è ancora vivo, ne sono certo.- affermò, risoluto, Nick.

 Gli altri due si limitarono ad annuire senza commentare. La speranza che l’Hydra avesse mantenuto in vita gli agenti sostituiti era decisamente esigua, ma bisognava aggrapparvisi.

Jasper si fermò subito dopo l’ingresso, davanti al “muro nero” con i nomi degli agenti caduti in servizio. Una sezione commemorava coloro erano morti nell’esplosione del vecchio QG. Di alcuni non si erano mai trovati i cadaveri, forse vaporizzati. La loro tomba era proprio lì sotto la colata di cemento che faceva da fondamenta per il nuovo edificio .Una targa speciale ricordava il Capitan America caduto proprio in quell’occasione. Ironicamente tra i caduti c’era anche il nome del giornalista Jeff Mace, che era proprio Capitan America. Solo Nick e forse Dum Dum erano al corrente di questo particolare.

Jasper passò la sua mano sui nomi in rilievo. Quando parlò, nella sua voce c’era un’insolita nota di malinconia:

-Ho giurato di proteggere questa Nazione da chi vorrebbe distruggerla e cancellare i principi su cui è stata costruita. Il Consorzio Ombra ci ha provato e lo abbiamo fermato.[4] Lo faremo anche con l’Hydra ed i suoi cloni. Non prevarranno.-

            Normalmente Nick avrebbe fatto una battuta sulla tendenza di Sitwell ad essere retorico ma stavolta decise di lasciar perdere.

-Sono lieto di sentirtelo dire, ragazzo.- disse invece -È ora di unire finalmente le nostre forze contro il nemico comune.-

-Sarà un piacere lavorare di nuovo al suo fianco, Colonnello.-

-Per l’amor del Cielo, Jasper, devi sempre essere così formale?- sbottò Dum Dum -Speravo che quella rossa sexy con cui vai a letto ultimamente[5] ti avesse un po’ svegliato, ma vedo che mi sbagliavo.-

            Nick dovette trattenersi dal ridere mentre si accorgeva del rossore che stava imporporando le guance di Sitwell. Per fortuna, a stemperare l’imbarazzo ci pensò l’arrivo di una giovane donna dai capelli scuri tagliati a caschetto che indossava un tailleur blu con pantaloni.

-Vice Direttrice Hill!- esclamò Jasper -È arrivata giusto in tempo. Avevamo appena iniziato a parlare dell’affare cloni. Lei conosce il Direttore Fury e il Vice Direttore Dugan dello S.H.I.E.L.D., vero?-

            Nick sorrise: era stato proprio lui a convincere Maria Hill a lasciare lo S.H.I.E.L.D. per entrare nel F.B.S.A. da poco costituito. I maligni dicevano che l’avesse fatto per levarsela di torno visto il suo carattere non proprio socievole.

-Miss Hill è stata appena promossa ufficialmente Vice Direttore per le Risorse Superumane ora che Henry Peter Gyrich è il nuovo Consigliere del Presidente per gli Affari Superumani.-  spiegò Sitwell.

-Il Direttore Sitwell mi ha incaricata di seguire personalmente l’indagine sui cloni usando, se necessario le risorse superumane, di cui possiamo disporre.- disse la giovane donna bruna.

            Le Communicard di Nick e Dum Dum vibrarono all’unisono e sui rispettivi display apparve il volto di Valentina Allegra De La Fontaine.

-Che succede Val?- chiese Nick.

<<Notizie sulla missione della squadra di Laura Brown e Junior Juniper.al Pentagono.>> rispose lei,

            Non erano buone.

 

            Pentagono, Contea di Arlington, Virginia. Quando io e gli altri arrivammo sul posto, ormai era tutto finito. Laura e Junior ci stavano aspettando ed avevano entrambi un‘espressione decisamente cupa. Accanto a loro due donne, una bionda con l’uniforme dei Marines ed una castana con quella dell’Esercito.

-Il Maggiore Elizabeth Mace ed il Colonnello Carolyn St. Lawrence della sicurezza militare.- le presentò Laura.

Sapevo chi erano ovviamente, è mio dovere tenermi informato su certe cose. Sulla bionda Liz Mace, poi, sapevo anche altre cose che non era il caso di far conoscere agli altri.

            Dopo un breve scambio di convenevoli chiesi:

-Allora, cos’è successo?-

-Non c’è molto da raccontare: l’informazione sull’attacco dei Fenris era esatta. Siamo arrivati appena in tempo per dare una mano a Capitan America ed insieme abbiamo sconfitto i cattivi così ora i Fenris sono in mano nostra.-[6]

            Con quel noi, Laura si riferiva alla squadra speciale assemblata da Junior Juniper e composta oltre che da loro, dalla mutante con poteri legati alla fortuna che si faceva chiamare Domino, lo Svanitore, altro mutante col potere del teletrasporto, Man-Killer, superumana il cui nome in codice diceva tutto su cosa pensasse dei maschi, ed infine Gorilla Man, un uomo la cui anima era stata imprigionata nel corpo di un gorilla immortale e parlante. Nel caso ve lo chiedeste, no: non è la cosa più strana che mi sia capitata.

            Laura Brown proseguì con la sua storia:

-Il Colonnello St. Lawrence aveva appena arrestato l’Ammiraglio Henry H. Nelson, capo di una sezione speciale dei servizi segreti militari, che si era rivelato essere un clone che i servizi segreti russi avevano sostituito da chissà quanto a quello vero, quando un cecchino l’ha ucciso.-

-Un cecchino molto in gamba.- puntualizzò Liz Mace -Ha eseguito con maestria un tiro quasi impossibile sparando da un elicottero in volo e da grande distanza.-

-I Russi stanno cercando di eliminare i loro cloni prima che ci mettiamo sopra le mani noi?- dissi riflettendo ad alta voce -Questo è quasi ridicolo: stanno continuando il lavoro che abbiamo cominciato noi prima di cambiare idea.[7] La scoperta che l’Hydra si è impadronita della loro operazione deve averli innervositi.-

-Sta parlando di uccisioni mirate, Colonnello?- intervenne Sitwell -Sa che non approvo simili metodi.-

            Scrollai le spalle. Non avevo né il tempo né la voglia di una discussione sull’etica con Jasper.

-Ora pensiamo ai Fenris.- disse Dum Dum, caro, vecchio tricheco -Adesso che sono nelle nostre mani potremmo convincerli a dirci qualcosa di interessante sul loro paparino.-

-I Fenris sono nostri.- affermò, secca, Maria Hill -Sono civili superumani che hanno attaccato un’installazione governativa americana.-

-Ma è la sede della Difesa.- ribatte Cary St. Lawrence -Non ci taglierete fuori.-

-E i Fenris sono affiliati all’Hydra e l’Hydra è da sempre affar nostro.- interviene Laura.

-Calma, calma.-  dissi -Non ho alcun problema se i Fenris sono presi in custodia dal F.B.S.A. purché il caso sia seguito congiuntamente da tutti noi.-

-Mi pare un buon compromesso.- convenne Jasper Sitwell.

            Maria Hill non sembrava molto d’accordo ma non le restò che abbozzare.

-Porteremo i prigionieri nel nostro QG temporaneo di Quantico per interrogarli prima di trasferirli in una prigione sicura.- proseguì Jasper -Ovviamente siete tutti benvenuti se vorrete venire.-

-Questo non si discute.- replicò, risoluta, Liz Mace.-

            Pochi minuti dopo eravamo tutti in viaggio.

 

            Covo segreto dell’Hydra. Dire che il Barone Strucker era arrabbiato sarebbe stato un delicato eufemismo. Gli altri capi della sinistra organizzazione preferirono rimanere in silenzio in attesa che si calmasse. Alla fine Strucker sembrò riprendere il controllo e si rivolse al suo secondo in comando l’Hydra Imperiale:

-Non intendo tollerare che i miei figli rimangano nelle mani dello S.H.I.E.LD. e dei suoi alleati. Voglio che siano liberati. Sta a te studiare un piano per riuscirci.-

-Sarà fatto.- risponde semplicemente l’altro -Ho già un’idea.-

-Se mi permette, Supremo Hydra, mi offro di guidare personalmente la squadra di salvataggio.- interviene Madame Hydra.

              Strucker li squadra entrambi ed infine dice:

-Concesso. Mi aspetto che non falliate.-

 

            Elivelivolo dello S.H.I.E.L.D. La Contessa Valentina Allegra De La Fontaine era nel suo ufficio di Secondo Vice Direttore Esecutivo dello S.H.I.E.LD. e rifletteva. Con Nick Fury e Dum Dum Dugan lontani era lei al comando delle operazioni di routine, un compito facile per lei che le lasciava un po’ di tempo per pensare.

            Lei e Jonathan “Junior” Juniper erano stati, per così dire, intimi negli ultimi tempi ma ora  lui la stava palesemente evitando, quasi si sentisse a disagio con lei, e Val non sapeva darsene una spiegazione… o meglio, una ce l’aveva: Junior doveva essersi preso una cotta per Laura Brown. Cosa potesse trovare in quella biondina insipida era un mistero. Non le bastava portarsi a letto Nick Fury, doveva incantare anche Juniper? Ma perché poi doveva importarle? Che la Brown ci provasse pure con Junior, quanto a lei, perché preoccuparsi? Trovare un uomo con cui divertirsi non era certo un problema

            La donna scacciò i cattivi pensieri e premette un bottone. Sullo schermo apparve il volto di uomo dai capelli e baffi bianchi e gli occhiali.

-Novità sulla tua squadra, Gonzales?- chiese.

<<Sì e no, Vice Direttore. Ho appena avuto notizie di un caso importante in cui sono stati coinvolti in Florida... proprio durante il godimento delle loro ferie arretrate.[8]>> sottolineò in tono palesemente scettico il Supervisore Robert Gonzales <<Preferirei non sbilanciarmi prima che rientrino per fare rapporto>>

-Di solito non sarei così tollerante nell'accogliere questa richiesta, ma con tutto quello che sta succedendo ultimamente, i problemi con la tua squadra passano in secondo piano, se non sono collegati. Attendo un rapporto quanto prima, Robert.-

            Chiusa la comunicazione Valentina tornò ai suoi pensieri. Chissà se sarebbe stata più contenta di sapere che il vero motivo del disagio di Junior Juniper non era l’essersi preso una cotta per Laura Brown, cosa peraltro vera, ma il fatto, di cui Valentina stessa era ignara, che lei non era la vera Contessa ma un suo LMD che credeva di essere lei? Se lo avesse saputo, avrebbe sicuramente approvato la scelta di Nick ma non si sarebbe sentita comunque meglio con Juniper..

 

            Sede provvisoria del F.B.S.A., Quantico, Virginia. La base dei Marines di Quantico era la più grande del mondo ed al suo interno si trovavano le sedi dei servizi investigativi della Marina, dell’Esercito e dell’Aviazione, della D.I.A. dell’accademia e del laboratorio del F.B.I. ed era proprio nelle strutture del F.B.I. che l’F.B.S.A. era ospitato da quando il suo Quartier Generale di Georgetown era stato distrutto. Fu qui, in due stanze separate anche per evitare il rischio anche e che potessero toccarsi ed attivare così il loro potere mutante di sparare scariche di bioenergia che furono portati i gemelli Strucker.

Le sale interrogatori sono tutte uguali e questa non faceva eccezione. Mi ricordava quella in cui avevo interrogato il clone di mio figlio.[9] Il pensiero di Mike non mi abbandonava mai. Mi rendevo perfettamente conto che il mio aggrapparmi all’idea che lui, Valentina e Pierce fossero ancora vivi era irrazionale ma non potevo farci niente: non volevo accettare che fossero stati uccisi, specialmente Mike, un figlio che avevo conosciuto troppo tardi e troppo poco.

            Mi sedetti tra il Maggiore Elizabeth Mace, che sapevo essere segretamente Capitan America e che era con noi in veste di investigatore militare sul caso, e Maria Hill, poi fissai dritto negli occhi Andrea Strucker che ricambiò con uno sguardo gelido.

-Quest’interrogatorio è inutile.- disse calma -Io non ho nulla da dire e nemmeno la tortura cambierebbe le cose.-

-Questo lo vedremo.- replicai secco. -Voglio sapere che ne è stato di mio figlio, e degli altri e tu me lo dirai a qualunque costo.-

-Tortureresti una donna? Minaccia inutile, so benissimo che non è da te ed i tuoi amici sono troppo teneri per farlo al posto tuo. Comunque risponderò alla tua domanda: se davvero credi che l’Hydra non li abbia uccisi ma li tenga prigionieri, allora non sei altro che un povero illuso.-

            Mi rizzai di scatto ed allungai il braccio verso di lei gridando:

-Maledetta sgualdrina, io…-

            Liz Mace mi afferrò l’altro braccio e disse:

-Non ceda alle sue provocazioni, Colonnello.-

            La fissai e capii che aveva ragione. Mi risiedetti mentre Andrea mi rivolgeva un sorrisetto insolente.

            L’interrogatorio era finito.

 

            Al lato opposto dello stesso corridoio. Andreas Strucker, seduto su una sedia a cui era stato ammanettato, fissò l’uomo e le due donne entrati nella piccola stanza. Ovviamente conosceva Jasper Sitwell, Direttore del F.B.S.A. e Laura Brown, che tanto tempo prima aveva tradito l’Hydra. L’altra donna gli era sconosciuta: alta, capelli castani corti, vestiva l’uniforme dell’Esercito degli Stati Uniti con i gradi di Colonnello e le mostrine delle Forze Speciali. Gliela presentarono come Carolyn St. Lawrence quando si sedettero davanti a lui.

-Non ho nulla da dirvi a parte il mio nome e grado.- disse Andreas con voce dura.

-E numero di matricola, magari?- ribatté Cary St. Lawrence -Non sei un prigioniero di guerra. La Convenzione di Ginevra non si applica ai bastardi come te.-

-Ma come arrestato comune ha dei diritti che le sono stati letti al momento dell’arresto.- intervenne Sitwell serio -Se vuole può farsi assistere da un avvocato.-

-Non mi serve un avvocato per mandarvi tutti all’inferno.-

            La situazione era decisamente in stallo.

 

            Ufficio di Jasper Sitwell mezz’ora dopo. Non avevamo cavato il classico ragno dal buco. Interrogare i Fenris era stata una perdita di tempo ma potevo aspettarmelo.

-Che ne farete di quei due balordi?- chiesi ai padroni di casa.

-Domattina presto li imbarcheremo su uno dei nostri aerei per il trasporto prigionieri e li porteremo al Raft, la nuova prigione supersicura nel mezzo dell’Oceano Pacifico.- rispose Jasper -Non possiamo fare altro per il momento.-

-Un viaggio bello lungo.- commentai -Può succedere di tutto, compreso qualche tentativo di liberare i prigionieri.-

-Lei avrebbe qualche idea per evitarlo, Colonnello Fury?- replicò Maria Hill.

-In effetti, sì.- ribattei facendo un sorriso sornione.

 

            Los Angeles, California. La vista di un’auto volante era una cosa che ancora riusciva a stupire i pur disincantati abitanti della metropoli californiana che pure si erano assuefatti alla presenza in zona della filiale Costa Ovest dei Potenti Vendicatori e di vari supercriminali.

            Alla guida della Maserati blu c’era un uomo sui quarant’anni dai capelli castani con le tempie imbiancate che indossava un completo gessato scuro. Al suo fianco una giovane donna vestita casual i cui capelli biondi erano acconciati a coda di cavallo mentre gli occhi erano coperti da occhiali da sole.

-Manca ancora molto?- chiese la donna con una certa impazienza nella voce.

-Ci siamo quasi, Agente 33.- rispose Gerald “Jerry” Hunt, un’agente veterano a differenza della sua compagna.

            Kara Lynn Palamas, l’Agente 33, prima di entrare nello S.H.I.E.L.D. era stata ricercatrice universitaria di Mitologia a Berkeley, cosa l’avesse spinta a mollare tutto per arruolarsi Jerry non lo sapeva ed in fondo non gli importava.

-Ci siamo, ecco il nostro obiettivo.- disse indicando una donna che era appena uscita da una palazzina e si stava dirigendo al vicino parcheggio -Helena Marquez, direttrice del controspionaggio del F.B.I. qui a Los Angeles. Una posizione chiave in questa zona degli Stati Uniti.-

-E i Russi l’avrebbero sostituita con un suo clone? È dura da digerire.- replicò la Palamas.

-Eppure è così. Il nostro compito è prelevarla e portarla in un luogo sicuro per evitare che siano i Russi stessi ad ucciderla. Atterreremo proprio accanto a lei.-

            Mentre la Maserati si avvicinava al suolo, la donna che Hunt aveva chiamato Helena Marquez era giunta alla sua auto. Una giovane donna dai capelli ramati che indossava una camicetta bianca ed una minigonna nera la sfiorò mentre si apprestava a salire sull’auto accanto alla sua.

-Mi scusi.- disse.

-Non è nulla.- rispose cortesemente la Marquez.

            La sconosciuta partì proprio mentre l’auto dello S.H.I.E.L.D. terminava le manovre di atterraggio. Mentre i due agenti stavano scendendo, Helena Marquez cadde improvvisamente a terra.

-Maledizione!- esclamò Jerry e le corse accanto.

            Gli bastò poco per giungere ad una triste conclusione:

-Morta.-

-Quella ragazza…- borbottò Palamas.

-Ha usato una variante del trucco dell’ombrello bulgaro, ci scommetto.-

-Possiamo inseguirla. Con l’auto volante dovremmo poterla individuare anche in mezzo al traffico.-

-Ci proveremo, certo, ma ho la sensazione che non la troveremo. È una professionista e di sicuro sa come far perdere le proprie tracce.-

            Le previsioni di Jerry Hunt si rivelarono, purtroppo, esatte. Erano appena decollati che udirono un’esplosione provenire da un vicolo. Quando arrivarono sul luogo, trovarono l’auto della fuggitiva ridotta ad un cumulo di lamiere fumanti e contorte. La fuggitiva era scomparsa.

-C’era da aspettarselo.- commentò Jerry -Ha capito chi eravamo ed è ricorsa ad un piano di emergenza. Non ci ha lasciato neanche un indizio.-

-E adesso?- chiese Kara Lynn.

-Torniamo alla base ed informiamo Fury. Non sarà affatto contento.-

            E di questo si poteva essere certi.

 

Quantico, Virginia. La sera era calata. Gli agenti dello S.H.I.E.LD. ed i loro ospiti avevano consumato una frugale cena alla mensa ufficiali della base dei Marines e poi si erano diretti ai rispettivi alloggi assegnati loro dal comandante della base. Non era stato difficile ottenerli: Liz Mace e Cary St. Lawrence erano ufficiali in servizio attivo, la prima proprio dei Marines, mentre gli altri erano quasi tutti ex militari.

-Dovrete rassegnarvi a stare un po’ stretti.- disse loro il sergente che li accompagnava -Purtroppo non abbiamo alloggi per tutti.-

-Ci siamo tutti trovati a dormire in condizioni peggiori credo.- replicò Nick Fury.

-A chi lo dici!- convenne Dum Dum Dugan -Ricordo certe trincee in Normandia.-

-Se qualcuna delle ragazze vuol dividere la stanza con me, non mi oppongo di certo.- disse Man Killer.

-Te lo sogni.- ribatté, secca, Laura Brown.

-Immagino valga anche per me.- intervenne Gorilla Man facendo una specie di sogghigno e ricevendo un’occhiataccia in risposta.

            Ognuno si fermò al rispettivo alloggio. Laura Brown stava per entrare nel suo, che condivideva con Domino, quando si sentì chiamare:

-Laura.-

            Era Nick Fury e dal suo sguardo era ovvio il motivo per cui era lì. Laura sospirò. E disse:

-Nick, non so se…-

-Se vi preoccupate di me, sgombro subito.- disse Domino uscendo rapidamente dalla stanza lasciandosi dietro l’eco di una risatina divertita.

Nick afferrò Laura per la vita e la baciò. Lei rispose con trasporto al bacio e si lasciò condurre all’interno dell’alloggio la cui porta fu chiusa alle loro spalle.

 

Da lontano avevo assistito alla scena e con un sospiro di rassegnazione mi diressi verso la mia stanza. Diciamo la verità: mi ero fatto troppe illusioni. Dopotutto io non ero nemmeno il vero Junior Juniper, perché Laura avrebbe dovuto interessarsi a me? In fondo ero solo il clone di un soldato morto troppo presto tanti anni fa, tutti miei ricordi in realtà erano di un altro.

Aprii la porta del mio alloggio e vi entrai senza accendere la luce. Feci qualche passo e per poco non inciampai in qualcosa per terra. Mi chinai a guardare cosa fosse e riconobbi la tutina attillata di Domino.

-Ma cosa…- mormorai.

-Sorpresa.- disse una voce femminile mentre la lampada sul comodino si accendeva.

Domino era distesa sul letto, nuda, e con sorriso invitante sulle labbra.

-Ho pensato che avresti gradito un po’ di compagnia stanotte.- disse -Sbagliavo?-

-Io… io…- balbettai preso di sorpresa.

-Beh, come si dice: se non hai una pistola in tasca, e potrebbe anche essere, io direi che sei contento di vedermi, quindi perché non vieni qui che ci divertiamo un po’ insieme?

         E fu esattamente quello che feci.

 

Quartier Generale dello S.H.I.E.L.D., Turtle Bay, Manhattan, New York City. All’occhio di un comune visitatore questo sarebbe potuto sembrare un normale palazzo adibito ad uffici. Certo le misure di sicurezza erano molto più strette che in qualunque altro posto e le guardie di sicurezza indossavano la divisa blu con lo scudo e l’aquila ormai familiare per gli abitanti di buona parte del Mondo ma gli impiegati sembravano simili a quelli di un qualunque ufficio governativo o similare.

Gli uffici dei dirigenti occupavano gli ultimi due piani ma erano quasi sempre vuoti perché i capi preferivano lavorare nell’Elivelivolo.

L’ufficio del Direttore Esecutivo era, ovviamente, il più spazioso di tutti. In quel momento l’assistente personale (volgarmente detta segretaria) di Nick Fury era intenta ad un compito noioso ma essenziale: digitalizzare tutta la documentazione cartacea che ancora transitava per l’ufficio. Fury era decisamente un dinosauro in quest’era digitale.

La ragazza in questione poteva avere un’età qualunque tra i 25 e i 35 anni e si chiamava Karin Rossberg, era nativa di Uppsala in Svezia e delle svedesi aveva le classiche caratteristiche fisiche: capelli corti color biondo cenere, carnagione chiara, occhi chiarissimi su cui portava degli occhiali rotondi che le conferivano un‘aura vagamente intellettuale, gambe lunghissime ed affusolate. Era decisamente attraente insomma, ma senza essere troppo appariscente, quanto bastava comunque per essere il sogno proibito di parecchi tra funzionari, impiegati ed agenti e per qualcuno nemmeno tanto proibito si sussurrava. Il personale amministrativo non aveva l’obbligo della divisa e lei aveva scelto una camicetta bianca e gonna nera come le scarpe,

Finì di archiviare i rapporti ed eseguì tutte le procedure previste dai rigorosi protocolli di sicurezza prima di uscire dal sistema.

Guardò un’ultima volta lo schermo con aria soddisfatta poi lo spense e si alzò. La lunga giornata di lavoro era finalmente finita.

 

            Nei cieli tra la Virginia e l’oceano Pacifico. Andrea e Andreas von Strucker furono caricati su due aerei separati, precauzione necessaria per evitare al massimo i contatti anche accidentali tra loro. Gli aerei erano MD-80 appositamente modificati per trattenere prigionieri con superpoteri. A bordo del primo, a scortare Andrea salirono Nick Fury, Laura Brown, Maria Hill ed una mezza dozzina di agenti del F.B.S.A. con indosso giubbotti azzurri con il logo dell’agenzia sul davanti e sulla schiena la sigla in lettere dorate. Sul secondo, a tener d’occhio suo fratello Andreas, c’erano Dum Dum Dugan, Junior Juniper, Jasper Sitwell in persona, un’altra mezza dozzina di suoi agenti e Cary St. Lawrence.

-Avete paura, non è vero?- disse Andreas rompendo il silenzio tenuto sino a quel momento.

-E di cosa avremmo paura?- chiese in tono polemico Juniper -Non sei più in grado di nuocere ormai.-

-Di mio padre, è ovvio.- rispose l’altro con un sorriso cattivo sulle labbra.

 

            Una scena analoga si stava svolgendo sul secondo aereo ma a parlare era la gemella di Andreas:

-Le truppe dell’Hydra verranno sicuramente a liberarci.-

-E questo dovrebbe spaventarci, ragazzina?- replicò Nick in tono sarcastico.

-Certo.- ribatté Andrea -Lo sapete benissimo che vi attaccheranno in forze ed è questo a spaventarvi.-

-Al contrario.- affermò una voce maschile dal fondo dell’aereo -È questo che speriamo che accada.-

 

            Velivolo d’assalto dell’Hydra. Madame Hydra squadrò i membri della Divisione Tigre, la forza speciale d’assalto dell’Hydra. Quasi tutti uomini, naturalmente: la sinistra organizzazione di cui lei era uno dei capi era ancora decisamente sessista ma questo non aveva importanza adesso. Ciò che contava era liberare i figli del Supremo Hydra e dare una lezione a quell’arrogante di Nick Fury. Quando parlò la sua voce era ferma e decisa:

-Conoscete il piano. Fate quel che dovete e non falliremo. Io stessa guiderò l’attacco.-

-Mi perdoni, Signora, ma non penso che sia saggio da parte sua esporsi in prima persona, lei è uno dei nostri leader.-

            Madame Hydra rimase impassibile mentre replicava:

-Due cose, Vice Capo Settore T6. La prima è: un vero leader non rimane nelle retrovie ma sta in prima linea alla testa delle sue truppe incurante del pericolo.- estrasse rapidamente la sua pistola e sparò al suo interlocutore uccidendolo all’istante -La seconda è: mai discutere le mie decisioni.-

            Ripose la sua pistola con la massima tranquillità e continuò il suo discorso come se niente fosse:

-Ricordate il nostro motto: Hail, Hydra! L'Hydra è immortale! Noi non saremo mai distrutti! Taglia una testa ed altre due prenderanno il suo posto! Noi serviamo solo i nostri leader come il mondo presto servirà noi! Hail Hydra.-

-Hail Hydra!- risposero tutti i presenti all’unisono.

            Madame Hydra sorrise soddisfatta e dette il segnale d’attacco.

 

Nei cieli tra la Virginia e l’oceano Pacifico. Agenti dell’Hydra che indossavano jetpack ed erano ben armati sciamarono in volo dal loro velivolo d’assalto muovendosi in perfetta formazione. Alla loro testa Madame Hydra li dirigeva via radio.

Lo stormo si divise in due ali ciascuna delle quali si diresse verso i velivoli del F.B.S.A. e mentre la maggior parte teneva impegnate le loro difese, un piccolo gruppo si staccò dal grosso degli attaccanti per dirigersi ai portelli. Bastarono pochi istanti per farli saltare e gli spietati commandos della Divisione Tigre furono a bordo degli aerei.

In quello stesso istante, in ciascuno dei velivoli uno scudo circolare con una stella bianca al centro piombò su ognuna delle squadre sparigliandole come birilli.

A bordo del velivolo che trasportava Andreas von Strucker, Capitan America recuperò al volo il suo scudo bianco rosso e blu e disse:

-Ci sembrava scortese non farvi trovare un comitato di benvenuto, così hanno chiamato me.-

            A bordo del velivolo che trasportava Andrea von Strucker U.S.Agent non disse niente recuperando il proprio scudo bianco rosso e nero ma il suo sguardo era molto eloquente.

            Gli agenti dell’Hydra rimasero per un attimo sconcertati mentre alle loro spalle nuovi portelli si richiudevano intrappolandoli all’interno dei rispettivi velivoli, ma recuperarono in fretta il sangue freddo.

-All’attacco!- ordinò il caposquadra a bordo del primo aereo.

-All’attacco!- ordinò il caposquadra a bordo del secondo aereo.

            Entrambi erano consapevoli che il fallimento avrebbe significato la loro morte: il Supremo Hydra non era solito offrire una seconda possibilità.

 

            Primo aereo. Osservai Capitan America gettarsi sui soldati dell’Hydra e dovetti ammettere che la ragazza aveva fegato, considerato che non aveva superpoteri ed a parte lo scudo era disarmata mentre quelli che aveva contro erano l’élite dei combattenti di quella dannata organizzazione, eppure li stava abbattendo uno dopo l’altro mentre loro non riuscivano a colpirla. Ragazza in gamba, Rogers non avrebbe potuto esserne più orgoglioso se fosse stata sua figlia.

Non mi potevo certo pentire di aver deciso di averla con me e di aver fornito al suo alter ego il pretesto per fingere di lasciare la nostra compagnia. Non potevo però lasciare che lei facesse tutto il lavoro.

-Diamoci una mossa!- urlai -Diamo il fatto loro a quei bastardi.-

-Non avrei potuto dirlo meglio, Colonnello.- disse Maria Hill scattando in avanti.

-Nemmeno io.- concordò Laura Brown.

 

            Secondo aereo. U.S.Agent si sbarazzò facilmente dei primi avversari, poi usò lo scudo per disarmarne altri.

-Idioti.-  fu il suo unico commento.

            Anche Juniper e Sitwell assieme alla loro squadra si dettero da fare da par loro stendendo quanti più avversari potevano.

Sitwell gridò ad un microfono:

-Adesso!-

 

Velivolo d’assalto dell’Hydra. Madame Hydra era al tempo stesso sconcertata e furiosa. I suoi uomini si erano fatti incastrare da Fury e da quei maledetti supereroi patriottici. Le immagini trasmesse dalle webcam dei suoi uomini erano abbastanza eloquenti.

Ora avrebbe dovuto…

-Madame, guardi!-

            L’urlo del suo sottoposto la spinse a guardare un’altra sezione del maxischermo che inquadrava l’esterno e quel che vide le strappò un’imprecazione.

            Come dal nulla erano comparsi due dei due grossi velivoli dello S.H.I.EL.D. chiamati bus fiancheggiati da aerei più piccoli che avevano anche le insegne del F.B.S.A.

-Era una maledetta trappola.- sibilò a denti stretti.

            Una voce echeggiò improvvisamente all’interno del velivolo:

<<Attenzione velivolo dell’Hydra. Qui è il Direttore Gabriel Jones dello S.H.I.EL.D. che vi parla. Avete due minuti per comunicare la vostra resa dopodiché cominceremo a sparare.>>

            Madame Hydra contemplò per un istante l’idea di combattere ma era fin troppo evidente che non avrebbero avuto speranze. Dette un ordine secco:

-Attivare il motore Hyperdrive.-

-Subito Signora.-

            Ci fu una specie lampo poi il velivolo dell’Hydra ebbe una brusca accelerazione ad una velocità eccezionale e di fatto scomparve.

 

            Primo aereo. La faccia di Gabe Jones sul display era decisamente cupa.

<<Li abbiamo persi, Nick.>> disse.

-Peccato.- risposi -Ma pensa a questo: abbiamo decimato una delle loro unità migliori ed impedito loro di liberare i prigionieri. Io la chiamo una vittoria.-

            Ed il mio vecchio amico Strucker non l’avrebbe affatto presa bene, pensai sorridendo.

 

Raft, Oceano Pacifico. Le formalità per la consegna dei Fenris al Supercarcere da poco inaugurato furono le più rapide possibili ma la burocrazia aveva comunque i suoi tempi e per come lo conosceva, Laura Brown avrebbe scommesso che Nick fosse ben contento di lasciare la maggior parte delle scartoffie al suo ex pupillo Sitwell e a Maria Hill.

I Gemelli Strucker vennero separati per l’ultima volta ed avviati alle rispettive ali del carcere. Non si sarebbero più rivisti sino all’inizio del processo a loro carico e poi fino all’espiazione della condanna che aveva ottime probabilità di essere a vita se non gli avessero applicato la pena di morte, argomento sui cui Laura aveva le idee non molto chiare.

Andrea von Strucker si voltò verso di lei rivolgendole uno sguardo carico d’odio e disse:

-Non finirà qui. La vendetta di mio padre sarà terribile e vi colpirà tutti. E tu, sgualdrina, farai la fine che meritano coloro che tradiscono l’Hydra.-

-Sono più di settant’anni che tuo padre cerca di uccidermi, ma io sono ancora qui, per cui le tue minacce non m’impressionano, ragazza.- ribatté, tranquillo, Fury.

            Andrea voltò la testa senza dir niente. I Guardiani la spinsero oltre un pesante portone che si chiuse alle loro spalle.

-Non ti farai impressionare dalle sue parole, spero.- disse Jonathan Juniper rivolto a Laura.

-Junior ha ragione.- aggiunse Nick -Non farti venire il sangue amaro a causa di quella…-

-Tranquilli.- replicò Laura con un sorriso -Ho fatto il callo ormai alle minacce di morte dell’Hydra. Lasciamo pure che Andrea sfoghi il suo rancore, non può fare altro adesso.-

-Ottimo. Torniamo a casa ragazzi. Sarà un lungo viaggio sino a New York.-

-Io devo tornare in Virginia, dove ho alcuni affari in sospeso.-[10] disse Capitan America facendo il saluto militare -È stato un piacere lavorare al suo fianco, Direttore.-

            Fury sogghignò e replicò:

-Puoi anche chiamami Nick, ragazza. I tuoi predecessori sono sempre stati poco formali con me dopotutto. A volte anche in modo irritante.-

            Liz Mace sorrise e si rivolse a U.S.Agent:

-E tu, vieni con me?-

-Mi fermerò a Los Angeles. È ora che mi riunisca ai miei compagni Vendicatori. Ho saputo che hanno avuto un bel po’ di guai senza di me.-[11]

-Il solito modesto, vedo.-

-So quanto valgo, tutto qui… e proposito di valore, non te la sei cavata poi malaccio contro quei buffoni dell’Hydra. Comincio a pensare che ti meriti il nome di Capitan America.-

-Suppongo volesse essere un complimento.-

            Era un abbaglio o sulla mascella squadrata di U.S.Agent apparve una specie di sorriso?

-Pensala come vuoi.- rispose.

            Nick li osservò salire sui rispettivi aerei e disse:

-In fondo sono gente in gamba anche se hanno il brutto vizio di indossare tutine attillate e le mutande sopra i pantaloni.-

-Però devo ammettere che a qualcuno donano. Quella Capitan America ha davvero un bel…-

-Vergognati Junior!- esclamò Nick ridacchiando -Dire certe cose alla tua età ed in presenza di una signora.-

-Sono più vecchio di quel che sembro, Nick… o è proprio questo il problema? Comunque hai ragione: scusami Laura.-

-Non c’è problema, Jon, ho sentito di peggio dai maschi… anche su di me. Ora diamoci una mossa: il Bus ci aspetta.-

 

Sede S.H.I.E.L.D. di Los Angeles, California. U.S. Agent ci salutò sbrigativamente come suo solito e saltò sulla sua moto diretto verso la penisola di Palos Verdes.

Avremmo potuto ripartire subito ma prima volevo sbrigare una certa faccenda. Squadrai i due agenti davanti a me e dissi:

-Voglio che sia chiaro che non vi rimprovero di esservi lasciati sfuggire la killer russa: sapevamo già che è un tipo in gamba.-

-Se non altro adesso sappiamo con certezza che è una donna.- replicò l’Agente 33.

-Non che ci serva a molto purtroppo.- intervenne Jerry Hunt -Finora è stata sempre un passo avanti a noi ed ora che ha fatto fuori l’ultimo nome sulla lista potrebbe aver già preso il primo volo per Mosca.-

-Forse.- borbottai -O forse no.-

-Hai qualcosa in mente, Nick?- mi chiese Hunt.

-Non so…- ammisi -… è come se mi sfuggisse qualcosa che non riesco a mettere a fuoco. Mah… mi verrà in mente prima o poi.-

-Quindi non abbandoniamo la caccia?- aggiunse Kara Lynn Palamas

-Assolutamente no.- ribadii -Voglio sapere chi è questa killer imprendibile e credo di sapere come riuscirci.-

            Avrei dovuto pensarci prima ma era inutile piangere sul latte versato.

 

            Quartier Generale Segreto dell’Hydra. Il Barone Strucker era furioso e non lo nascondeva.

-Il vostro piano perfetto è fallito ed ora i miei figli sono imprigionati in un carcere da cui è quasi impossibile evadere.-

-Quasi, appunto.- intervenne L’Hydra Imperiale -Sabretooth ci è riuscito ed è ancora libero.-[12]

-Con il risultato che avranno rafforzato le misure di sicurezza ed un’evasione sarà ancora più difficile.- ribatté Strucker.

-Sono io che guidavo la spedizione e sono io che ho fallito e merito la pena stabilita per chi fallisce.- disse enfaticamente Madame Hydra porgendo la sua pistola al Supremo Hydra.

            Il Barone la prese e serrò le labbra. Per qualche istante sembrò considerare l’idea e puntò la Luger al petto della giovane donna che rimase impassibile, poi abbassò l’arma.

-Sei una risorsa preziosa per l’Hydra e vivrai per rimediare al fallimento di oggi.- si rivolse di nuovo all’Hydra Imperiale -A che punto è la caccia all’agente russo incaricato di eliminare i loro cloni?-

-L’Agente B ha perso le sue tracce a Los Angeles, purtroppo.- rispose quest’ultimo.

-Sarà meglio che le ritrovi in fretta. I Russi devono capire che non si sfida impunemente l’Hydra.-

 

Quartier Generale dello S.H.I.E.L.D., Turtle Bay, Manhattan, New York City. Entrai nel mio ufficio assieme a Junior Juniper che era ormai tarda sera. Non ci venivo molto spesso a dire il vero, preferivo lavorare sull’Elivelivolo, più vicino all’azione.

La mia segretaria mi accolse con un sorriso.

-Direttore Fury.- esclamò -Che piacere rivederla di persona. È arrivato appena in tempo, stavo per andar via.-

-Anch’io sono contento di rivederla, Karin.- dissi -Cercherò di venire più spesso glielo prometto. L’Agente Juniper ha bisogno di un computer per scrivere un rapporto, può usare il suo?-

-Ma certo, per fortuna non l’ho ancora spento. Si sieda pure qui, Agente Juniper.-

            Salutai ancora Karin Rossberg, lasciai Junior al suo lavoro e mi rinchiusi nel mio ufficio privato. Mi misi alla scrivania ed attivai una comunicazione criptata.

            Pochi istanti dopo sul display apparve il volto del mio vecchio amico Yuri Brevlov, un tempo pezzo grosso del KGB ma da alcuni anni Direttore della ufficialmente chiusa sezione russa dello S.H.I.E.L.D., che in realtà continuava ad operare clandestinamente dall’Ucraina.

            Dopo brevi saluti arrivai subito al sodo:

-Hai trovato le informazioni che ti ho chiesto? Non voglio metterti in imbarazzo coi tuoi compatrioti ma…-

<<Va tutto bene, Nick. Le mie fonti hanno confermato i miei sospetti: l’assassina che stai cercando non è altri che la migliore eliminatrice del F.S.B.[13] prestata al S.V.R.[14] per l’occasione. Il suo nome in codice è Vedova Bianca.>>

-Prima due Vedove Nere, poi una Vedova Rossa,[15] e ora questa. Se salta fuori una Vedova a Pois mi ritiro in un monastero trappista.-

<<Non ti ci vedo a fare l’eremita Nick>> ribatté, ridendo, Yuri <<Niente sigari, niente alcool, niente donne, non fa proprio per te.>>

            Ridacchiai a mia volta, poi tornai serio.

-Dimmi cosa sai di lei, Yuri. So che eri tra gli addestratori del Programma Vedova prima di passare allo S.H.I.E.L.D. quindi sai qualcosa per forza.-

<<So il suo nome ma non ti servirà a molto. Si chiama Olga Nikolaievna Derevkova.>>

            Quel nome fece riaffiorare in me ricordi piuttosto lontani.

-Derevkova hai detto? Conoscevo una donna con quel nome ma è stato molti anni fa, lei era una spia russa ed io ero nella C.I.A., è stato almeno 25 anni fa. Non può essere lei -

<<È sua figlia infatti.>>

-Sua figlia…-

            Anya aveva una figlia? Non me ne aveva mai parlato nel breve periodo in cui prima ci eravamo scontrati e poi avevamo collaborato per salvare la pace mondiale.[16] E se l’avesse avuta dopo? Curioso che proprio come era avvenuto con me e mio figlio Mike, avesse seguito le orme della madre. Ancora più curioso che suo padre si chiamasse Nikolai. La versione russa del mio nome. La vita è strana a volte

Non ebbi il tempo di rifletterci oltre: qualcosa attrasse la mia attenzione. Un rumore o forse solo istinto? Non importava: ero sicuro che qualcosa non andasse per il verso giusto e tanto bastava.

 

Nell’anticamera. Stavo approfittando del computer della segretaria di Nick per aggiornare i dati dell’ultima missione. Il vostro Junior Juniper non era esattamente a suo agio con queste diavolerie moderne, sapete? Ecco perché ci stavo mettendo un po’ troppo tempo.

Avevo quasi finito quando l’istinto mi spinse a voltarmi.

-Esci pure dall’ombra.- dissi a voce alta -Lo so che ci sei.-

         Quella che avanzò verso di me era una bella ragazza dai capelli ramati. Indossava un’attillata tuta bianca con un ragno nero disegnato all’altezza del seno sinistro. In mano aveva quella che riconobbi come una pistola Makarov di fabbricazione russa.

-Complimenti.- disse con appena una punta di accento russo -Non sono molti quelli che si accorgono della mia presenza finché non è troppo tardi.-

-Sono stato addestrato dal migliore.- ribattei.

Improvvisamente capii.

-Tu sei l’assassina dei cloni!- esclamai.

         Lei sorrise ed alzò la pistola all’altezza della mia faccia dicendo:

-Esatto e sono qui per eliminare l’ultimo dei miei bersagli: tu, Jonathan Juniper.-

 

 

CONTINUA SU CAPITAN AMERICA #94

 

 

NOTE DEGLI AUTORI

 

 

            Nella migliore tradizione quest’episodio finisce con un cliffhanger che sarà risolto su Capitan America #94, che presenterà anche altre sorprese.

            Ma passiamo alle note:

1)     Due parole sulla Vedova Bianca, personaggio originale MIT apparso per la prima volta su The Others #49. È la migliore eliminatrice del F.S.B. il servizio di sicurezza interna della Federazione Russa.

2)     Le tre agenti Vedova (Nera, Rossa e Bianca, come gli omonimi ragni velenosi in ordine di presunta pericolosità) sono le migliori allieve della misteriosa Stanza Rossa.

3)     Il trucco dell’ombrello bulgaro si riferisce ad un ombrello con un meccanismo pneumatico nascosto, capace di sparare piccoli proiettili contenenti, potente veleno naturale in grado di uccidere un essere umano. Sarebbe stato lo strumento usato per assassinare a Londra, in Inghilterra, lo scrittore dissidente bulgaro Georgi Markov il 7 settembre 1978.

4)     Yuri Brevlov è un personaggio creato da Roy Thomas, Archie Goodwin & George Tuska su Incredible Hulk Vol. 1° #106 datato agosto 1968.

Nel prossimo episodio: la risoluzione tanto attesa della saga, il destino di molti personaggi ed altro ancora.

 

 

Carlo & Mickey



[1] Vedere Capitan America #50.

[2] Life Model Decoy, androidi in tutto simili agli esseri umani.

[3] Nell’episodio #0.

[4] Su Capitan America #85.

[5] Bethany Cabe, Capo della Sicurezza della REvolution, il cui corpo è occupato dalla mente di Whitney Frost alias Madame Masque, come sa chi legge il nostro Iron Man.

[6] Vedi Capitan America #93.

[7] Sino all’episodio #9.

[8] Potrebbe aver ragione e lo saprebbe se avesse letto Agents of S.H.I.E.LD. #002. -_^

[9] Nell’ultimo episodio.

[10] E voi ne saprete di più su Capitan America #94.

[11] Su Vendicatori Costa Ovest #38/39.

[12] Vedi Vendicatori Costa Ovest #40 e X-Men #44.

[13] Federal'naya Sluzhba Bezopasnosti, Servizio Federale di Sicurezza russo.

[14] Služba Vnešnej Razvedki ovvero il Servizio di intelligence internazionale della Federazione Russa.

[15] Vedi Lethal Honey #16/19.

[16] Una storia del passato di Nick Fury nella C.I.A. che prima o poi troveremo il modo di narrarvi.