N° 17
(PARTE SECONDA)
1.
L’uomo
dimostra circa 35 anni, la sua pelle ha il colore del caffè appena tostato, il
naso è schiacciato, è robusto e muscoloso, indossa jeans, camicia ed un
giubbotto di pelle. Resta fermo per qualche istante dinanzi al complesso
industriale noto come Revolution, poi, fa un sospiro ed oltrepassa il portone
d’ingresso.
Nel suo
ufficio il multimilionario Tony Stark è immerso nei suoi pensieri. Il suo
medico avrebbe sicuramente da protestare per il suo comportamento, dopotutto,
sono passati solo pochi giorni da quando ha avuto un attacco di cuore molto
serio, che lo ha lasciato molto debilitato ed eccolo di nuovo sulla linea del
fuoco. La dottoressa Foster può dire ciò che vuole, ma lui non è tipo da
permettere a simili inconvenienti di fermarlo Il suo pacemaker, un suo brevetto
esclusivo, regola il suo battito cardiaco alla perfezione e l’unico residuo
rimasto dell’infarto che per poco non l’uccideva è solo il senso di
affaticamento che lo assale di tanto in tanto, ma anche quello sta passando
ormai. Certo, in questi periodi ha dovuto non solo rallentare la sua attività lavorativa,
ma ha pure dovuto rinunciare ad interpretare il ruolo di Iron Man, lasciando
che fosse Happy Hogan sotto la sua guida a rispondere alle emergenze per cui ci
fosse bisogno di lui[1] Per quanto
lo riguarda si sentirebbe in grado di ricominciare sin da subito, ma gli altri
insistono perché si rilassi e si riposi; beh, lui non si sente affatto un
invalido, ma deve ammettere che, forse, non è ancora pronto per un certo tipo
di sforzi, per questo ha deciso di prendere alcuni provvedimenti al riguardo.
Sarebbe più facile se Rhodey fosse qui, ma i suoi affari nella Costa Ovest si
stanno prolungando più del previsto.
Ok, pensa
War Machine, io non sono fanatico delle Teorie del Complotto, ma quando
un’amica in difficoltà mi confida che in un’installazione supersegreta delle
Forze Armate USA c’è un detenuto a cui stanno negando i più elementari diritti
spettanti ad un prigioniero, un detenuto che ufficialmente non esiste, io devo
darle almeno il beneficio del dubbio. Naturalmente sarebbe stato meglio se mi
avesse saputo dire il nome del detenuto e perché il Governo lo tenga non solo
segregato, ma ne neghi perfino l’esistenza, ma non aveva queste informazioni,
la sua fonte non era stata così accurata ed io … beh non so proprio da dove
cominciare.
War
Machine entra in un hangar abbandonato, il suo raggio pettorale illumina uno
scenario desolantemente vuoto. Rebecca Bergier, il Capo operativo della defunta
organizzazione umanitaria chiamata Worldwatrch[2]
aveva avuto una soffiata, ma non il nome del prigioniero. Caso strano, dopo
aver chiesto informazioni al Pentagono, erano cominciati i guai
dell’organizzazione. O forse era solo paranoia, chissà, forse, ma allora perché
i sensori della sua armatura gli stanno segnalando di essere osservato?
2.
Tony
Stark getta uno sguardo agli uomini seduti dinanzi a lui, uomini diversi eppure
simili: Happy Hogan, amico e collaboratore fidato; Eddie March, ex pugile, un
uomo che ha lottato duramente per superare un grave trauma; Michael O’Brien, ex
poliziotto, ex capo dei Guardiani, il corpo di guardie carcerarie della Volta,
ex responsabile della Sicurezza dei Vendicatori; Carl Walker, un tempo noto
come Clay Wilson, finché il programma di protezione testimoni non gli diede una
nuova identità. Uomini che hanno tutti in comune una cosa con lui e tra loro:
hanno indossato l’armatura di Iron Man.
Verrò subito al punto signori…-
inizia Tony -… L’uomo che abitualmente indossa l’armatura di Iron Man è rimasto
ferito in uno scontro con un supernemico. Nulla di grave, ma per qualche tempo
sarà costretto a… rimanere a riposo. In questo periodo ci sarà, però, sempre
bisogno di qualcuno che risponda alle chiamate ogni qual volta che ci sarà
bisogno di Iron Man.-
-Credevo che ne avesse più d’uno
al suo servizio.- interviene Carl Walker –Non c’è un sostituto pronto?-
Tony
scuote il capo, l’aver lasciato credere che nel ruolo di Iron Man si siano
alternate più persone nel corso degli anni può essere stata una buona idea per
proteggere la sua identità segreta, ma lo ha esposto a questo genere di domande.-
-Quello era un tempo, quando avevo
maggiori risorse al mio servizio.- risponde –Ora non ho pronto alcun Iron Man
di riserva… a parte voi.- pausa di silenzio per far assorbire la notizia, poi
Tony riprende –Voi tutti avete in diverse occasioni indossato l’armatura e, in
alcuni casi, armature vostre, vi chiedo di assumere questo ruolo per il tempo
che sarà necessario. Ci deve essere un Iron Man e quello sarete tutti voi.
Altra pausa, mentre dagli stanti provengono borbottii, scrollate di testa e sorrisi.
–Opererete a turno, questo vi permetterà di badare senza problemi alle vostre
necessità personale con tranquillità. Non ci sarà mai in azione più di un Iron
Man alla volta, nessuno deve sospettare la verità, tutti devono credere che ci
sia sempre il solito Iron Man in giro.
So che siete tutti esperti e ve la caverete bene e, per ogni problema
potrete contare su di me e sulla nostra Intelligenza artificiale personale:
Jocasta.-
Un
monitor si accende alle sue spalle ed appare un volto virtuale.
<<Buongiorno signori, io sono Jocasta e potete rivolgervi a me per qualunque problema.>>
-Dunque signori?- chiede Tony.
-Io ci sto.- risponde Mike
O’Brien.
-Anche per me è Ok.- risponde
Eddie March,
-Io non so se posso farlo.-
risponde Carl Walker –Ho il mio lavoro alla Accutech in California e non posso
lasciare tutto per trasferirmi sulla Costa Est.-
-Comprendo Carl.- replica Tony
–Con un po’ di fortuna non avremo bisogno di te, ma se dovesse essere
necessario, risponderai ad eventuali emergenze della tua zona, che ne dici?
-Che le devo molto Mr. Stark, non
mi tirerò indietro, se sarà necessario.- risponde Walker.
-Bene ed ora che siamo tutti
d'accordo, discutiamo dei dettagli.-
Quando Morgan Stark aveva assunto la presidenza della Stark-Fujikawa erano stati in molti a pensare che lui fosse solo un uomo di facciata e che il vero potere fosse, in realtà, altrove ed avevano ragione, almeno all’inizio, ma, sorprendentemente Morgan si rivelò un dirigente più in gamba di quanto lui stesso avesse immaginato. Il bello era che la metamorfosi era avvenuta così gradualmente che nemmeno Morgan si rendeva ben conto di come fosse accaduto che, da semplice burattino, fosse divenuto effettivamente l’uomo di punta del gruppo. Ovviamente il potere è ancora dei giapponesi, sono loro ad avere la maggioranza, per quanto questa parola avesse significato in una public company, ed il vecchio Kenshiro Fujikawa è ancora il Presidente del Consiglio dei Direttori, coloro che decidono la politica del gruppo e la nomina dei dirigenti. C’è da stupirsi, quindi, che Morgan lo accolga con grandi sorrisi e con lo stesso stile con cui i diplomatici accolgono il loro Capo di Stato in visita? L’intero gruppo dirigente è schierato alle spalle di Morgan
-È piacere averla tra noi Mr.
Fujikawa.-
-E per me è un piacere
reincontrarla Stark San.- risponde, cortesemente Kenshiro Fujikawa. con un
leggero inchino -È da molto che manco dagli Stati Uniti, con mio grande
rammarico. Scuserà spero, l’inglese alquanto arrugginito di questo povero
vecchio.-
Solita
falsa umiltà giapponese, pensa Morgan, come se non sapessi che parla un inglese
migliore di molti dei miei operai, che non gli piaccia parlarlo, beh è un altro
paio di maniche, ma, mi spiace per lui, io di giapponese so appena quattro
parole.
Il
vecchio giapponese passa davanti a ciascun dirigente come un generale che passa
in rivista le truppe, il suo volto non rivela particolari emozioni mentre gli
vengono presentati, si limita ad un sorriso di circostanza, anche mentre gli
presentano Sunset Bain o Ling McPherson. Sono in molti a sapere che lui non è
molto convinto, diciamo così, del nuovo ruolo della donna nella società
moderna, ma è anche abbastanza duttile da riconoscere l’inevitabilità dei
cambiamenti. Solo davanti alla nipote Rumiko, la sua imperturbabilità cede.
-Sono felice di rivederti nonno.-
dice la ragazza, poi butta all’aria il protocollo e lo abbraccia.
-Ehm si….- risponde Fujikawa
-Anch’io … ti trovo molto bene, Rumiko, ma consiglio di rimandare le
dimostrazioni d’affetto a più tardi, ora devo, disgraziatamente, onorare ai
miei doveri come dirigente di quest’azienda. Sono molto curioso di visitare
questi, come dite voi? Stabilimenti?-
-Sarà un onore per noi, Mr.
Fujikawa.- replica Morgan ed intanto si chiede quale sia il vero significato
della visita.
Il primo
attacco non è affatto una sorpresa per War Machine, era da quando si era
accorto di essere sorvegliato, che si aspettava qualche mossa e, puntuale
eccola: mini missili a ricerca di calore, nulla di nuovo sotto il sole, sembra.
Senza scomporsi, lascia che dalle sue spalle escano due piccoli cannoncini, i
cui colpi abbattono due dei missili, poi si leva in volo, seguito dai missili
rimasti. Siete dei ragazzini
tenaci, pensa War Machine, ma io sono più tenace di voi, vediamo chi la
spunterà. Non ha mai testato sino in fondo il limite di velocità di questa
meraviglia d’armatura, ma non ha bisogno di essere più veloce di loro, ma solo
di tenerli a distanza finché non sarà in grado di fare… questo.
Una
virata improvvisa e punta verso il basso, di nuovo verso l’hangar, giù, giù,
sempre più veloce, più veloce, finché le strutture in ferro sono così vicine da
rendere l’impatto inevitabile, poi, all’ultimo secondo, un’altra virata ed
un’impennata verso l’alto. Una manovra che i missili non riescono a fare,
centrano il bersaglio ed esplodono. L’armatura War Machine Mark II sopporta
egregiamente sia il calore che l’onda d’urto generati dall'esplosione e quando
il fumo si dissipa, l’unica cosa che rimane in movimento è la figura nera ed
argento, che vola verso il basso.
3.
In altri momenti, la ragazzina nota come Katherine Finch avrebbe trovato il giro degli impianti della Revolution decisamente molto noioso, ma è decisa a conoscere tutto quello che può dell’uomo che le hanno detto essere il suo vero padre. All’inizio ne era rimasta sconvolta, ma ha finito per farsene una ragione. Questo non vuol dire che non vuole più bene all’uomo che ha sempre chiamato papà, Howard Finch è sempre suo padre nella sua testa, ma questo Tony Stark… beh deve ammettere che è simpatico e sta facendo del suo meglio con lei.
-Spero che non ti stia annoiando
troppo Katherine.-
È stata Pepper Potts a parlare. Katherine tira fuori un sorrisino. Chissà se lei e Tony… le scappa da ridere, che penserebbe sua madre se sapesse a cosa pensa? Per lei è solo una bambina, ma ha quasi 11 anni e certe cose le capisce, che crede?
-Beh un po’, ma è meglio della
scuola.- risponde.
Pepper
ride e Joanna Nivena Finch, la madre di Katherine scuote la testa. In quel
momento ecco arrivare Happy Hogan con un certo numero di fascicoli sotto il
braccio. Saluta allegramente le donne e da un buffetto a Katherine.
-Tutto a posto, Happy?- chiede
Pepper.
-Magari.- risponde lui –Li vedi
questi?- indica i fascicoli –I conti della Fondazione. Tony mi ha dato una mano
a capire certe cose, ma ora tocca a me sistemarle.-
Saluta
ancora le donne e se ne va, poi il gruppetto raggiunge gli uffici. Superano gli
uffici del Capo del Personale, la temibile Bambi Arbogast, è molto gentile, ma
Katherine se ne sente un po’ intimidita; la donna fa loro un cenno di saluto,
poi eccole davanti alla porta dell’ufficio di Tony.
Tony
Stark chiude il fascicolo riservato davanti a lui. Il confronto che ha tanto
rimandato si sta avvicinando. Ancora una volta si chiede perché Veronica
Benning non gli abbia mai detto del bambino. È rimasta davvero così ferita
dalla loro esperienza insieme? Che domande, ma certo che si. Deve ammettere con
se stesso di essere un esperto nel rovinare le relazioni. Non ha mai avuto
difficoltà a trovare una donna, ma quanto ad un legame serio, quello è un altro
paio di maniche. Forse Joanna aveva ragione, non sarebbe stato un buon padre
per Katherine… Sciocchezze, non aveva comunque il diritto di nascondergli la
verità e lui non è sicuro di volerci passare sopra. Quando Katherine entra,
però, non lascia trasparire nulla dei suoi dubbi.. Sua figlia si merita il
meglio che lui può darle.
Un
cratere gigantesco, che ha aperto la via per un complesso di sotterranei,
ottimo. War Machine vi si infila senza perdere tempo. Mentre vola lungo il
primo corridoio, non si illude di non incontrare altri ostacoli ed, infatti,
eccoli. Uno sbarramento laser, roba da
bambini, per uno con le sue attrezzature Gli ci vogliono meno di due minuti per
superarla.Lo Zio Sam dovrà spendere un bel po’ di quattrini per rimettere
quest’attrezzatura in funzione, ma a lui non importa adesso. C’è un segreto
oltre queste mura e lui scoprirà qual’è ad ogni costo
<<Ti avverto, fermo dove
sei!>>
La
voce viene da un altoparlante vicino
<<E
tu chi saresti?>> replica War Machine <<Il gran capo di questo posto?>>
<<Chiunque tu sia, sei un
intruso in un’area militare, ti consiglio di arrenderti.>>
<<Ed
io ti consiglio di prendere i tuoi consigli e farci la birra. Se non sai chi
sono, e non ci credo, beh sono War Machine e le minacce non mi hanno mai
impressionato, fai pure del tuo peggio.>>
Ha
appena finito di parlare che dalle pareti escono una serie di bocche da fuoco e
cominciano a sparare.
<<L’armamento di questo
posto è stato costruito per fermare Hulk. Non hai speranze>> proclama la
voce.
<<Beh,
mi pare che non abbia avuto troppo successo, sbaglio o il vecchio pelleverde è
sempre riuscito a filarsela da qui? E comunque, io non sarò Hulk, ma sono
altrettanto pericoloso quando mi arrabbio.>>
E così
dicendo, inizia un contrattacco a colpi di cannone, raggi al plasma e raggi
repulsori, quando ha finito, tre pareti sono state perforate e lui si trova in
un’ampia sala, in cui campeggia quella che sembra una vasca e dentro la vasca,
una figura, immersa in uno strano liquido: il prigioniero? Beh chiunque sia,
nessuno dovrebbe essere trattato così. Bastano due colpi ben assestati per
aprire la vasca e quando il misterioso liquido è defluito, la figura che vi era
immersa comincia ad agitarsi ed una voce dice:
-Finalmente!-
E
Jim Rhodes si chiede se non abbia fatto una sciocchezza, dopotutto.
4.
I
capelli di Meredith McCall sono mossi dal vento nel piccolo cimitero di Long
Island dove sono sepolti suo padre ed il suo primo marito. Aveva deciso di lasciare
questi luoghi per sempre, ma per sempre è un tempo troppo lungo, vero? A volte
i fantasmi del passato si ripresentano quando meno te lo aspetti. Sarebbe stata
diversa la sua vita se o loro genitori non avessero separato lei e Tony quando
erano ragazzi? Forse, non potrà mai saperlo, ma almeno deve chiudere qualche
conto e comincerà subito.
Nel
suo ufficio al 30° piano della Stark Tower, Happy Hogan da il benvenuto ad un
visitatore, un uomo di colore, elegantemente vestito, ma dall’aria decisa.
-Sono lieto che sia venuto Mr.
Wilson, credevo fosse troppo impegnato con la campagna elettorale.-
-Ah l’ha saputo? Non credevo che
la notizia avesse già fatto il della città.- risponde Sam Wilson stringendogli
la mano. –Continuo a chiedermi perché l’ho fatto.-
-Beh le auguro buona fortuna, ne
avrà bisogno Mr. Wilson.-
-Lasciamo perdere queste
formalità, ok.- ribatte Sam –io sono Sam per gli amici.-
-Uh, Ok Sam, puoi chiamarmi Happy.
Immagino che vorrai i dettagli sul perché ti ho fatto venire qui.-
-Qualcosa che riguarda il Centro
Jimmy Betha, giusto?-
-Già, ho le prove che qualcuno si
è impadronito di un bel po’ di fondi, truccando i conti del centro. Pensavano
che non avessi abbastanza cervello da capirlo, ma mi hanno sottovalutato.
Sam
corruga la fronte e riflette.
-Che intendi fare?-chiede.
-Non mi piacciono i ladri, ma chi
approfitta di un’associazione benefica per i suoi loschi fini mi rivolta lo
stomaco.- risponde Happy –Voglio incastrare quei figli di buona donna e dar
loro una buona lezione.-
-Conta pure su di me. Non mi piace
essere preso in giro.-
E
questa è fatta, pensa Happy, chi ha pensato di prendermi per i fondelli, finirà
per rimpiangere di non aver fato a pugni con Tyson, invece.
È
stato un lungo viaggio pensa Bethany Cabe, ma ha raggiunto la sua meta,
finalmente, è di nuovo a New York dopo tutto questo tempo. Adesso deve solo
sperare che tutto vada per il meglio prima che sia troppo tardi o tutto quello
che ha fatto sarà stato inutile. Per
prima cosa deve trovare una persona e sa da dove cominciare.
5.
War
Machine sta cominciando a credere di aver commesso un errore gravissimo,
avrebbe dovuto controllare chi c’era nella vasca, prima di farla saltare, si è
fatto guidare dalla rabbia e non si è fermato a riflettere, un comportamento
che il suo istruttore dei Marines non avrebbe tollerato, ma ormai è tardi per
recriminare. Ha l’impressione di essere stato manovrato, che tutti loro siano
stati manovrati.
La
figura massiccia davanti a lui si sta muovendo, la sua voce è profonda, mentre
sembra diventare più grande…o è solo un impressione?
-Ti ringrazio. Non ero in grado di liberarmi, ma ora… ora sono libero, libero di ridurre questo posto in macerie.-
<<Io ti conosco.>> esclama War Machine <<Tu
sei….>>
-I militari di questa nazione mi dettero un nome quando mi trasformai la prima volta, puoi usarlo anche tu prima che ti faccia a pezzi come gli altri: ABOMINIO!-
Magnifico, pensa Rhodey, l’ho combinata grossa, stavolta.
La porta dell’ascensore si apre e Bethany entra
nell’appartamento, ha appena fatto un passo che viene apostrofata da una voce:
-Mi deve delle spiegazioni
Miss Cabe e me le darà adesso.-
La padrona di casa, Natasha Romanov, la Vedova Nera le
punta addosso uno dei suoi bracciali da cui lancia il Morso da Vedova, meglio
non sottovalutarla.
-Avrà tutte le risposte
che le servono Vedova, ma prima dovrò parlare cpon Tony Stark, deve portarmi da
lui.- replica Bethany
Natasha
sorride.
-Mia cara…- risponde con
un sorriso. –Non c’è nulla di più facile.-
Per Tony è stata una lunga giornata, ma deve ammettere di
essersi divertito in fondo, avere a che fare con una figlia preadolescente può
sembrare stressante, ma gli sta facendo vedere le cose in maniera differente e
lui le è grato per questo. Ora per coronare il tutto, una breve sosta in casa
per cambiarsi d’abito e, quindi, una cena in un ristorante esclusivo. È quello che si meritano tutti. Anche
Pepper, ha davvero molta pazienza con lui e lui non la ripaga abbastanza per
l’amicizia che lei gli da. Anche con lei è in torto, chissà le cose potevano
essere diverse se….
-Ciao Tony.-
Conosce quella voce ed anche il profumo. Tony non si
chiede nemmeno come ha fatto ad entrare, per una come lei era un giochetto da
ragazzi
-Natasha!- esclama –Cosa
fai qui?-
Tony si mette subito all’erta, la Vedova Nera non si
muove per cose da poco..
-Ho accompagnato una
persona che deve parlarti di cose molto serie, una persona che ben conosci.-
Seduta su una poltrona c'è Bethany Cabe. Tony sussulta
non la vede da quando ancora abitava in California, letteralmente una vita fa,
prima del pasticcio con Kang o chi diavolo era, eventi che ha rimosso dalla
memoria, ormai[3]
-Parlarmi di cosa?-
esclama, mentre dietro di lui sia Pepper che Joanna si irrigidiscono e
quest’ultima stringe a se la figlia.
-Ti trovo in forma, Tony.-
risponde Bethany –Credevo che avrei trovato un ragazzino ed invece, sei tornato
dalla tomba ancora una volta. Beh meglio così, perché devo parlarti di un
problema che ha radici nel passato. Ti ricordi di Madame Masque?-
Il suono di quel nome riporta alla mente di Tony molti
ricordi e non tutti sono piacevoli. Aveva quasi dimenticato il mistero intorno
alla scomparsa di Whitney Frost, quasi, ma ora sente che avrà delle risposte e
non è sicuro che gli piaceranno.
FINE SECONDA PARTE
Beh, anche quest’episodio è finito e, non so se viene
siete accorti, ma Iron Man non vi compare per niente, in compenso, abbiamo un
bel po’ d’azione con War Machine, che, ultimamente era stato un po’ defilato
(ma non sulle pagine dei Vendicatori e di Capitan Marvel, a dire il vero). Non
preoccupatevi, però, Iron Man tornerà sin dal prossimo episodio. Ed ora un po’
di note.
1)
cosa significa la
formazione di questi Iron Man di riserva? Lo saprete presto, contateci, ma non
temete, questo non significa che Tony rinuncerà ad essere Iron Man, come
dimostra la sua presenza in Fantastici Quattro #20, proprio nella scintillante
armatura rossa e oro.
2)
Abominio? Si proprio
lui. La sua precedente apparizione è avvenuta, in Hulk Vol 1° #474, inedito in
Italia. Com’è finito in questa installazione segreta? LO saprete abbastanza
presto, fidatevi
3)
Qual è il segreto di
Bethany? E com’è collegato a Madame Masque? Le prime risposte già nel prossimo
episodio.
A
proposito del prossimo episodio: War Machine contro Abominio, il ritorno di
Madame Masque, più donne del suo passato di quante Tony può, forse, riuscire a
reggere, mente molti nodi vengono al pettini. Il velo sui molti misteri sta per
alzarsi, ma Tony lo apprezzerà? Lo saprete solo leggendo il prossimo episodio.
Vi aspetto.
Carlo