N° 16
(PARTE PRIMA)
1.
L’auto
della Polizia lascia la sede della REvolution sotto gli occhi attenti del
supereroe Iron Man, che poi prende il volo, mentre in un angolo la scena è
osservata anche dal Dottor William Barrett Foster, che poi rientra
nell’edificio principale.
All’interno
dell’auto, i due poliziotti in divisa sembrano soddisfatti
-E così questo sarebbe il famoso
Spettro? Ne avevo sentito parlare, ma non mi sembra poi questo granchè.- dice
l’autista.-
-Senza i suoi aggeggi, è solo un
tipo come tanti.- aggiunge il suo compagno, poi si rivolge direttamente al
prigioniero –Davvero amico, non sembri tanto in gamba, ora.
Lo
spettro, a volto scoperto, quello di un uomo di circa 35/40 anni dai capelli ed
occhi castani, non dice niente
-Fai ancora il silenzioso eh?-
insiste il primo poliziotto –Beh, non importa caro John Doe[1],
una volta arrivati al Distretto ti prenderemo foto ed impronte digitali ed
allora, scoprire il tuo vero nome sarà solo questione di tempo.-
Lo
Spettro alza la testa e sogghigna
-Questo lo credi tu stupido.- dice
semplicemente.
Le
sue mani si toccano, i palmi riescono ad unirsi ed ecco che, improvvisamente,
sembra diventare trasparente. Le mani passano oltre le manette e lui,
rapidamente, le passa davanti a se e, con un gesto rapido, le pone sulle teste
dell’autista e dell’altro poliziotto, che si scuotono, apparentemente colpiti
da una scarica elettrica. L’auto sbanda, e piomba contro un albero; lo Spettro,
ancora intangibile, è già fuori. Ora diventa di nuovo tangibile. È stato
facile, pensa. Dopotutto è un pianificatore, ha sempre un piano d’emergenza.
Nessuno ha pensato alla possibilità che, per ogni evenienza, ci fosse un mini
generatore incorporato nel costume. La sua autonomia era limitata, ma è stato
sufficiente per quello che doveva fare. La prossima volta impareranno a mandare
quelli di Codice Blu per lavori come questi, ma non ci sarà una prossima
volta..
Il
resto è facile. Si sbarazza dei due poliziotti, senza curarsi se siano svenuti
o morti, indossa la divisa di uno di loro e riparte con l’auto. Avrà tempo per
pensare ad una rivincita che quell’idiota in armatura si goda pure il suo
trionfo, perché quando lui tornerà, le cose andranno diversamente
Quando
l’autovettura viene rintracciata dello Spettro non c’è più alcuna traccia.
Questo
accadeva due giorni fa ed ora è il momento di vedere cosa succede al nostro
cast, adesso, pronti? Si alzi il sipario allora.
Il tuo
nome è Anthony Edward Stark ed il meno che si possa dire di te è che hai avuto
una brutta settimana. Sei sopravvissuto ad un brutto attacco di cuore che ha
davvero rischiato di ucciderti, proprio quando eri convinto che un simile
problema fosse ormai definitivamente alle tue spalle. Puoi considerarla una
vera e propria lezione che ti dimostra che non devi mai dare nulla per
scontato, hai preteso troppo da te stesso ed ora il prezzo che devi pagare è
quell’apparecchietto metallico che porti attaccato al petto e che mantiene
regolare il battito del tuo cuore. La dottoressa Foster ti ha avvertito che se
non terrai una vita sana e regolare, non potrai rimuoverlo e tu sai cosa
sottintendesse, no? Se continuerai con gli stress, tipo l’impersonare Iron Man,
il tuo cuore continuerà a tradirti. Tu sai come andrà a finire e lo sa anche
lei. Ci sono cose che scatenano flussi di adrenalina pura, cose come i ritmi
frenetici che hanno sempre contraddistinto la tua vita. Tu ami il rischio, non
c’è il minimo dubbio, ti ha sempre dato quella marcia in più, devi essere
onesto con te stesso, è uno dei motivi per cui quell’armatura rossa e oro è
così attraente. A quanto pare nemmeno il pensiero di una figlia che si è preoccupata
a morte per te, basterà a frenarti e ne sei consapevole. Figlia, tu e
Katherine, padre e figlia. Come sarebbe stata diversa la vostra vita se Joanna
ti avesse rivelato subito la verità? L’avresti sposata, immagini, e poi?
Sareste ancora insieme o il tuo stile di vita avrebbe distrutto ugualmente il
vostro rapporto? Chi può saperlo, ma di sicuro quella bambina meritava di
meglio che scoprire di colpo che buona parte della sua vita è stata basata
sulla menzogna. Ha insistito per venire da Chicago ed i genitori hanno dovuto
accontentarla e non è stato bello vederla entrare nella tua stanza, tu ancora
debole e lei col viso scuro, ma sei stato all’altezza della situazione ed
almeno sei riuscito a convincerla a non venire a prenderti all’uscita dall’ospedale,
non avresti sopportato vederla sotto assedio dei media, come sta accadendo a te
in questo momento.Maledetti sciacalli, ansiosi solo di scavare nella tua vita,
di riempirti di domande su Katherine, sul presunto altro figlio, di cui neanche
tu sai nulla, di sciocchezze varie. Proprio quando pensi di essere sul punto di
esplodere, la limousine si ferma davanti a te e, quando una voce familiare ti
dice:
-Salta su, capo.-
Tu non
perdi tempo e gli dai retta, per poi dire, mentre l’auto parte sgommando:
-Happy che ti ha preso? Tu non sei
più il mio autista, sei un dirigente.-
-Bah per sottrarti a quelle
sanguisughe ci voleva uno abbastanza tosto da reggere a 15 round con Battlin’
Murdock non una pappamolla qualsiasi e poi… mi diverto.-
-Grazie Hap… e grazie per quel che
hai fatto l’altro giorno con lo Spettro.-[2]
.Non ho fatto granché, l’idea è
stata tuta di Jocasta, io ci ho messo solo i muscoli.- replica Happy.
-Non ti sottovalutare Hap… è un
peccato che sia riuscito a fuggire, pero. Com’è andata coi Vendicatori?-
-Mah temo di aver fatto una
figuraccia. Ho tentato di fingere di essere te, ma mi hanno scoperto. Ho
l’impressione che pensino che sia un mezzo imbecille e magari hanno ragione.-[3]
-Dovrò parlare con loro e
aggiusterò tutto.-
-Lascia perdere e riposati per un
po’. A casa hai ospiti che aspettano solo di vederti ritto sulle tue gambe.-
-Kathy?-
-Già. Una bambina speciale
lasciatelo dire, devi trattarla coi guanti, capo, quella è una donna con cui
devi usare le molle.-
Tony
sorride.
.-Immagino di si Happy e... ti ho
già detto mille volte, di non chiamarmi capo ormai.-
-Come desideri, capo ed ora via
verso casa.-
2.
Las Vegas, la città dalle mille
luci, sorge ai margini del deserto del Nevada.Ottanta anni fa era solo un
piccolo villaggio, che aveva visto il passaggio di avventurieri, fuorilegge,
cercatori d’oro e nessuno si era mai fermato abbastanza a lungo, poi, giorno,
venne un uomo. “Bugsy” Siegel aveva un sogno e lo realizzò; poteva essere un
gangster, ma non per questo gli mancava l’immaginazione e la voglia di renderla
realtà. Nel giro di pochi anni, il sonnacchioso villaggio divenne la
sfavillante capitale del gioco d’azzardo e della prostituzione legale di tutti
gli Stati Uniti. “Bugsy” fece la fine di molti suoi colleghi dell’epoca, ucciso
barbaramente da un rivale, ma il suo sogno è sopravvissuto, arrivando sino a
noi. In un luogo del genere, il Crimine Organizzato ha prosperato, almeno
finché le autorità federali, statali e locali non si sono unite per
combatterlo, riuscendo, o almeno così si dice, ad estrometterlo dalle parti
vitali della città, il che non vuole affatto dire che sotto le luci non ci
siano parecchie ombre.
Willie
Garvin è un Investigatore Privato, o almeno, questo è quello che dice il suo
biglietto da visita; specializzato nel ritrovare persone scomparse, il che
significa, perlopiù, mariti del Midwest o ragazzine attratte dal grande
sfavillare delle luci e risucchiate, invece, dalle ombre. Willie si muove lungo
la linea che divide coloro che tutelano la legge e quelli che la violano e a
volte la oltrepassa, il che, sarà anche divertente, ma ha le sue
controindicazioni, ad esempio, svegliarsi di soprassalto, nel cuore della notte
con un coltello puntato contro la carotide.
-Ciao Willie, non fare movimenti
bruschi.- gli dice una voce di donna.
Willie
sbatte gli occhi. Non distingue ancora i lineamenti della donna, ma conosce la
sua voce, una voce che non sentiva più da anni:
-Beth, per l’amor di Dio, ma che
ti prende?-
Bethany
Cabe lo fissa con gli occhi verdi più duri che mai
-Sono reduce da una brutta
esperienza Willie e non posso concedermi il lusso di fidarmi completamente di
nessuno. Per quanto ne so, tu potresti lavorare per loro.-
-Loro chi? Andiamo baby, sei
divenuta una di quei fanatici che vedono complotti dappertutto?-
Bethany
sogghigna.
-Beh, può darsi, Willie, può
darsi, ma non voglio discuterne adesso, da te voglio solo due cose: 500 dollari
dal tuo “fondo d’emergenza” ed un biglietto di sola andata per Los Angeles.-
Il
coltello è allontanato dalla gola e Willie Garvin si massaggia la gola.
-Non ho problemi a procurarti il
tutto baby, ti devo un po’ di favori dopotutto, ma… da chi stai scappando?-
-Fidati Willie, è meglio per te
che tu non lo sappia.-
Città
di Los Angeles, uno dei più lussuosi hotel della grande città, il meglio che ci
si può pagare con lo stipendio da dirigente di una grande società. James Rupert
Rhodes, guarda fuori dalla finestra e riflette. Dietro di lui, sul grande letto
matrimoniale, a malapena coperta da un lenzuolo che non può nascondere le sue
forme, la sua bionda compagna lo chiama:
-Non riesci a dormire?-
Lui
si volta il sorriso non riesce a nascere sul suo volto cupo.
-Stavo riflettendo.- risponde. I
raggi lunari danno una strana luminosità al suo corpo color ebano –Su quanto mi
ha detto Rebecca l’altro giorno. Non me la sento di abbandonarla, dovrò trovare
una soluzione.-
Mentre
parla si avvicina al letto e si siede sul bordo. Rae Lacoste gli circonda il
collo con le braccia
-Il mio cavaliere dalla
scintillante armatura… è ovvio che non puoi abbandonarla, da sola si metterebbe
nei guai. Farai intervenire il tuo amico in armatura?-
-Che donna perspicace che sei. Si,
solo War Machine potrebbe aiutarla temo, anche se dovrà violare un bel po’ di
leggi internazionali e di qualche paese sovrano.-
-Non è un problema se è per una
buona causa no?-
-Ti ho mai detto che sei una donna
eccezionale e che sono fortunato ad averti incontrato?-
-Non nelle ultime 24 ore, ma per
tua fortuna lo so. Ora su, da bravo, torna a letto.-
-Non credo di avere molto sonno
ormai.-
-E chi parla di dormire? Non era
quella la mia intenzione.-
-Ah Ah…Donna bianca, tu vuoi la
mia morte.,-
E,
così dicendo, si china su di lei.
Tony
è arrivato a casa, il suo attico alla Stark Tower, solo per trovarla con un bel
po’ di ospiti. Katherine, la figlia che deve ancora imparare a conoscere, sua
madre ed il marito di lei, l’uomo che la bambina considerava sua padre sino a
poche settimane prima, quando una verità nascosta le era stata sbattuta davanti
agli occhi da due giornalisti con poco tatto.[4]
Tony percepisce immediatamente l’ostilità che Howard Finch prova per lui. Mi
dispiace amico, pensa, ma non ho scelto io che succedesse questo, ma che ti
piaccia o no, dovrai accettarlo come ho dovuto fare io. Per un attimo esita,
vorrebbe parlare a Joanna Nivena, poi rinuncia ed abbraccia la bambina.
-Come sta la mia piccolina?-
chiede
-Non sono piccolina, ho 11 anni.-
ribatte Katherine piccata.
-Perdonalo Kate, non è più
abituato a trattare con una donna sotto i 18.-
La
donna che ha parlato è l’unica a cui Tony potrebbe permettere un’osservazione
sarcastica del genere: Virginia “Pepper” Potts è una collaboratrice preziosa,
una dirigente di talento una buona amica e, un tempo, qualcosa di più. Tony la
guarda e ricambia il sorriso.
-Temo che abbia ragione Katherine,
ma spero che mi aiuterai a superare il problema.-
La
ragazzina rimane pensierosa per un po’ poi…
-Io… si, ci posso provare… Tony…
voglio dire…-
-Lascia stare.- replica Tony
sorridendo –Non so se anch’io sono pronto per farmi chiamare papà.-
-Tu non hai mica altri figli? Ho
visto un giornale che..-
Imbarazzo
continuo, doveva approfondire quella storia pubblicata dal New York Express, ma
non ha avuto tempo di farlo ed ora, è urgente avere una risposta, anche per il
bene di Katherine. Non può rimediare al passato, ma può fare qualcosa per il
suo futuro.
.-Vieni.- le dice, eludendo la
domanda –C’è un nuovo videogioco che la mia compagnia sta realizzando e vorrei
il tuo parere-
-Il mio? Oh Wow!-
Pepper
trattiene una risata. È goffo, questo è certo, ma almeno prova ad imparare. C’è
speranza per Tony Stark e lei ne è lieta.
3.
A questo punto vi starete chiedendo: ma dov’è
l’azione? Non dovrebbe essere un racconto di supereroi questo? Dove sono: il
dramma, il pathos, i supercriminali dai costumi variopinti e dalle armi letali?
Abbiate un attimo di pazienza e sarete accontentati. Nel frattempo, concedeteci
quella facoltà abitualmente usata dagli autori di fiction, per cui il tempo
scorre sino a portarci avanti di un paio di giorni. In questo periodo, Tony
Stark cerca di acclimatarsi con la figlia e, nonostante il parere contrario del
suo medico, torna subito al lavoro, lavoro che comprende anche aiutare i
Vendicatori a risolvere alcuni problemi, come l’instabilità dei poteri di
Photon[5]
ed è proprio poco prima di recarsi al Palazzo dei Vendicatori sta
chiacchierando con Happy Hogan, venuto a fargli visita per motivi seri.
-Mi dispiace Happy, ma ho avuto
poco tempo per esaminare quella contabilità che mi hai portato,[6]
ma, anche se devo fare un esame più approfondito, direi che hai ragione:
qualcuno sta sottraendo soldi al centro, certe spese sono state sicuramente
gonfiate.-
-Uhm, lo immaginavo.- commenta
Happy -Certa gente pensa che, solo perché sono un ex pugile, io sia un po’
tardo di cervello, ma ho imparato un
sacco stando con te capo.-
-Sei il miglior Direttore
Esecutivo che la Fondazione Maria Stark abbia mai avuto Hap, devi credermi.-
gli replica Tony.
In
quel momento, il ronzio dell’interfono li interrompe ed ecco la voce dell’imperturbabile
Mrs. Arbogast.
<<Mi scusi Mr. Stark, ma sul
canale della W.G.B.S. c’è qualcosa che dovrebbe vedere, io credo.>>
Tony
accede la TV e sullo schermo scorrono delle immagini familiari, quelle
dell’impianto produttivo della Stark-Fujikawa in preda alle fiamme, fuori
campo, il cronista parla:
<<… non si conoscono le
stime esatte dei danni, ma sembra che sia saltato un laboratorio, e si dice che
vi siano persone ancora intrappolate all’interno… Si parla di almeno cinque
persone e...>>>
-Maledizione!- sbotta Tony
–Conosco quel posto. Non arriveranno mai in tempo a salvarli con i mezzi
ordinari, ma Iron Man può…
-Niente da fare Tony.- interviene
Happy –Sei ancora troppo debole. La dottoressa Foster ti ha proibito sforzi
eccessivi per un altro paio di giorni e se ti permetto di andare, anche Pepper
mi mangerà vivo.-
-Ma…-
-Andrò io. Anch’io, come te,
conosco la fabbrica e col tuo aiuto e quello di Jocasta, me la caverò?
Tony
vorrebbe replicare, ma…
-OK, faremo così. Non perdere
tempo, ora.-
Happy
indossa l’armatura di Iron Man e Tony, invece prende un apparecchio che si
applica alla testa.
-Con questo vedrò quello che vedi
tu e ti guiderò passo per passo, se necessario, vai…adesso!ò
Happy
prende il volo e Tony si rilassa sulla poltrona, ed abbassa una specie di
visiera sugli occhi. Immediatamente una telecamera gli trasmette il punto di
vista di Iron Man come se fosse in armatura al posto di Happy. A pensarci bene,
poteva usare direttamente la telepresenza, senza inviare Happy, ma orami è
troppo tardi. Subito effettua un collegamento.
-Jocasta, sono Tony, abbiamo
un’emergenza da gestire.-
Contea di
Los Angeles. La cittadina di Claremont è una tranquilla comunità di poco più di
34.000 abitanti, grande poco più di 14 miglia quadrate. Qui Bethany Cabe aveva
trovato casa quando aveva accettato l’incarico di Responsabile della Sicurezza
per le Stark Enterprises, oggi Stark-Fujikawa, e qui è tornata. Nessuno ha
toccato nulla durante la sua prolungata assenza, per fortuna. Una veloce
doccia, un completo cambio d’abiti ed il tempo per recuperare libretto degli
assegni e carte di credito. Ora non ha tempo da perdere: deve andare a New York
e parlare con Tony, subito.
Un
breve volo ha portato Iron Man sopra Flushing, Long Island. Buffo, pensa happy
Hogan, è passato tanto tempo, ma questo posto gli scatena sempre un attacco di
nostalgia. Quando vi arrivò per la prima volta si chiamava ancora Stark
Industries e lui era solo il neo autista di Tony;[7]
da allora molte cose sono cambiate e nell’ufficio che appartenne a Tony ed a
suo padre e suo nonno prima di lui, ora siede Morgan Stark, i tempi cambiano e
noi con essi.
<<Ci siamo Happy>> la
voce di Tony risuona nelle orecchie di Hogan <<Plana sul laboratorio. Il
modo più adatto per spegnere le fiamme è usare la nuova schiuma antincendio che
la Stark Solutions sta testando per il Dipartimento dei Vigili del
fuoco>>
-Uhm, Ok, dove la trovo?-
<<Ci penso io, Hap, ho già regolato i comandi
dell’armatura, tu devi solo pensare ad attivarli.>> è la voce di Jocasta a
parlare
-Ah, Ok, solo pensare, fatto!-
Un
sottile raggio esce dalla piastra pettorale e si condensa in una schiuma che si
espande a contatto con l’aria ed in breve tempo, avvolge le fiamme spegnendole.
L’incendio, non più alimentato, si spegne ed Iron man si appresta ad atterrare.
Happy si rivolge a Tony
-Niente
più fiamme, ma la gente all’interno?- chiede.
<<Ora
che le fiamme sono spente non dovresti avere problemi ad aprire una via di fuga
per loro il calore non è un problema per te.>>
-Giusto,
ma prima, se permetti, voglio assicurarmi di una cosa. Jo, mi puoi mettere in
contatto con i sistemi di comunicazione del laboratorio?-
<<Affermativo Happy, sono gia nella loro rete, devi
solo parlare.>> risponde
Jocasta.
In quel mentre, si ode chiaro lo
squillo di più telefoni, mentre risuona la voce metallica di Iron Man
<<Qui è Iron Man che parla, se siete in grado di
sentirmi, allontanatevi da porte e pareti, sto per…agire.>>
<<Vai tranquillo.>> gli dice Jocasta <<Non c’è nessuno aldilà della parete>>
Happy scarica i repulsori sulla
porta di metallo, che cede con uno schianto. Il resto è facile, anche se
occorre tempo, ma, alla fine, tutti sono portati fuori dall’edificio, per
fortuna, non ci sono feriti troppo gravi.
<<Happy,
devo staccare per un po’, devo andare dai Vendicatori, penso che te la possa
cavare adesso. Appena posso, mi ricollego.>>
-Vai
tranquillo capo e salutami Wasp.-
Mentre il collegamento si chiude,
ecco arrivare il trio dei massimi dirigenti della Stark-Fujikawa: il Presidente
Morgan Stark e le due Vice Presidenti, Rumiko Fujikawa e Sunset Bain
-Iron Man…- esordisce Morgan -… immagino che
ti debba ringraziare per il tuo aiuto.-
<<Immagino di si anch’io… ma non si preoccupi
Mr. Stark, non le presenterò il conto, questo è un servizio gratuito.>> la battuta voleva essere
sarcastica, ma l'effetto è rovinato dal tono metallico
<<Piuttosto, forse è stato un sabotaggio, avete dei nemici?>>
-Questo
è un problema che il nostro servizio di sicurezza risolverà di sicuro.
Ringrazia anche mio cugino Tony e digli che spero si sia rimesso in salute.
<<Glielo dirò. Ora… se volete scusarmi.>>
Senza aggiungere altro, l’uomo in
armatura prende il volo e presto è scomparso all’orizzonte.
4.
.
Sunset
Bain scuote la testa.
-È un bel guaio Morgan. Non mi
piace che Iron Man ficchi il naso nei nostri affari.- dice.
-Nemmeno a me.- reolica Morgan
–Non potevo, certo, dirgli che l’incendio è quasi certamente stato causato dai
nostri esperimenti per potenziare il nostro modello di armatura. I segreti
industriali hanno senso solo se restano tali.-
Gia.- commenta Sunset -Sa il cielo
se non abbiamo bisogno di fughe di notizie, specie ora che quella Talia Kruma
ha inaugurato la sua nuova compagnia.-
-Non mi preoccuperei di questo, è
una compagnia troppo piccola per impensierirci, dopotutto. I nostri progetti
sono troppo lontani dalla loro portata.-
-A proposito… - interviene Rumiko
– Quando sarà pronta l’armatura? Sarebbe bello se mio nonno potesse vederla in
azione al suo arrivo qui. -
-Non preoccuparti cara.- risponde
Morgan –Manca solo un dettaglio che sarà presto risolto, ovvero: chi piloterà
il prototipo?-
-Hai già un candidato?- chiede
ancora la ragazza.
Morgan
sorride sornione
-Oh si e vi assicuro che è
perfetto.-
Da
un’altra parte, ecco un altro uomo in armatura in volo. Il suo nome? Lo
chiamano War Machine. Per alcuni è un fuorilegge, per altri è un benefattore,
quello che pochi sanno è che, segretamente è un membro dei più potenti eroi
della Terra, i Vendicatori. La missione che sta intraprendendo è strettamente
personale, un favore ad una cara amica in difficoltà. Rebecca Bergier era il
Direttore Operativo di un gruppo umanitario chiamato Worldwatch,[8]
specializzato nella difesa dei diritti umani.. Il gruppo ha dovuto chiudere i
battenti per mancanza di fondi, cosa che Jim Rhodes, l’uomo dentro l’armatura,
sospetta non essere avvenuta a caso. Il problema, infatti, è che
l’organizzazione di Rebecca stava investigando su uomo detenuto non in una
remota località del terzo mondo, ma proprio nel cuore degli Stati Uniti. Una
località segreta per detenuti speciali, così l’ha chiamata Rebecca, il Governo
ne nega l’esistenza e nega anche che esista il prigioniero. I metodi
convenzionali hanno fallito, ora tocca alle armi non convenzionali,
all’esercito di uomo solo chiamato War
Machine. Ovviamente, quando quello che sai è solo che una serie di voci ti
indirizzano in una base militare in disuso nel deserto del New Mexico, devi
andare molto cauto. Eccola, la vecchia Base Gamma, o Hulkbuster che dir si
voglia, una cattedrale nel deserto con nulla attorno per miglia. Vuota da
quando il progetto fu chiuso anni fa, dopo l’apparente scomparsa di Hulk dopo
quello che fu chiamato Gammagate.[9]
Tra l’altro, molto curiosamente, è dai tempi della Guerra dei Mondi che non si
sente più parlare del Golia Verde, come se fosse svanito dalla faccia della
terra e non è certo facile che uno come lui passi inosservato. Beh, prima o poi
tornerà, quelli come lui non scompaiono mai a lungo.[10]
War
Machine si aggira per al base circospetto. Se c’è qualcosa da trovare ci
riuscirà o si metterà nei guai provandoci, questo è certo.
Occhi
ostili hanno osservato War Machine sin da quando è atterrato
-Che facciamo signore?- chiede un
uomo –Dicono che quel War Machine sia tosto.-
-I nostri ordini sono chiari
soldato: deve essere fermato e, se necessario ucciso... con qualunque mezzo.-
L’aereo
proveniente dal Giappone inizia la manovra d’atterraggio all’aeroporto Kennedy
di New York. L’anziano giapponese si rivolge alla sua più giovane
accompagnatrice.
-Contenta di ritornare nel suo
paese… Miss McCall?-
-Si Mr. Fujikawa.- risponde
Meredith McCall –Ho delle cose da in sospeso da sistemare.-
NOTA DELL’AUTORE
Eccoci all’inizio di una saga che ci offrirà, finalmente la soluzione ad alcuni misteri che risalgono all’era pre Onslaught e ci porterà verso nuovi ed inesplorati sentieri, ma per il momento, ecco qualche noterella.
1) Credevate
che avremmo finalmente scoperto la vera identità dello Spettro? Illusi, questo
personaggio ha ancora molto da dire, ma lo dirà solo tra qualche tempo. Quanto
alla sua faccia, beh quella la conoscevamo sin dai tempi della sua prima
apparizione, quindi non era una grande rivelazione, direi.
2) Qual è il
segreto di Bethany Cabe, la risposta arriva sin dal prossimo episodio,
tranquilli,
3) Un’altra
allusione al presunto secondo figlio di Tony Stark avuto dalla fisioterapista
Veronica Benning.Non crucciatevi scoprirete prestissimo la verità, ma attenti,
potreste restare sorpresi
4) Happy Hogan ancora Iron Man? È un
cambio permanente? Tranquilli, il buon Tony tornerà in armatura sin già dal
prossimo numero, ma chissà cosa riserva il futuro al suo povero cuore.
5) Quale
mistero attende War Machine sotto le sabbie? Chi è il detenuto misterioso? Di
quale carcere segreto stiamo parlando? Alludiamo, forse, al Cubo? Troppe
domande, ma niente paura, avrete le risposte a tutte nel prossimo episodio,
quindi tranquilli e non pensate troppo a strane figure geometriche. -_^
6) Che
influenza avranno l’arrivo di Meredith McCall e Kenshiro Fujikawa sulla
tormentata vita del nostro cast? Aspettate e vedrete.
7) Infine un
avviso di continuity: seguite Tony Stark e Iron Man sui Vendicatori #27/29 e
poi tornate da noi per il prossimo episodio,
Nel
prossimo episodio: Ehi non vorrete troppe anticipazioni vero? Tornate qui a leggerlo.
-_^
[1] Il nome dato negli U.S.A. a coloro di cui non si conosce la vera identità.
[2] Nell’ultimo episodio
[3] Di che parla Happy? Per saperlo leggete Vendicatori #27
[4] Nell’episodio #10
[5] Sempre in Vendicatori #27
[6] Nell’episodio #13
[7] Nello storico Tales of Suspence #45 (Devil, Corno, #29)
[8] Come al solito, ripeto che non ha connessione con il supergruppo dell’O.N.U. -_^
[9] Una delle migliori saghe di Hulk di tutti i tempi: “Ground zero”
[10] Lo speriamo anche noi, ma potremo esserne sicuri solo quando leggeremo Hulk MIT #2 -_^