N° 16

 

DIETRO LA MASCHERA

 

(PARTE PRIMA)

 

 

DECISIONI

 

Di Carlo Monni

 

 

 

1.

 

 

            L’auto della Polizia lascia la sede della REvolution sotto gli occhi attenti del supereroe Iron Man, che poi prende il volo, mentre in un angolo la scena è osservata anche dal Dottor William Barrett Foster, che poi rientra nell’edificio principale.

            All’interno dell’auto, i due poliziotti in divisa sembrano soddisfatti

-E così questo sarebbe il famoso Spettro? Ne avevo sentito parlare, ma non mi sembra poi questo granchè.- dice l’autista.-

-Senza i suoi aggeggi, è solo un tipo come tanti.- aggiunge il suo compagno, poi si rivolge direttamente al prigioniero –Davvero amico, non sembri tanto in gamba, ora.

            Lo spettro, a volto scoperto, quello di un uomo di circa 35/40 anni dai capelli ed occhi castani, non dice niente

-Fai ancora il silenzioso eh?- insiste il primo poliziotto –Beh, non importa caro John Doe[1], una volta arrivati al Distretto ti prenderemo foto ed impronte digitali ed allora, scoprire il tuo vero nome sarà solo questione di tempo.-

            Lo Spettro alza la testa e sogghigna

-Questo lo credi tu stupido.- dice semplicemente.

            Le sue mani si toccano, i palmi riescono ad unirsi ed ecco che, improvvisamente, sembra diventare trasparente. Le mani passano oltre le manette e lui, rapidamente, le passa davanti a se e, con un gesto rapido, le pone sulle teste dell’autista e dell’altro poliziotto, che si scuotono, apparentemente colpiti da una scarica elettrica. L’auto sbanda, e piomba contro un albero; lo Spettro, ancora intangibile, è già fuori. Ora diventa di nuovo tangibile. È stato facile, pensa. Dopotutto è un pianificatore, ha sempre un piano d’emergenza. Nessuno ha pensato alla possibilità che, per ogni evenienza, ci fosse un mini generatore incorporato nel costume. La sua autonomia era limitata, ma è stato sufficiente per quello che doveva fare. La prossima volta impareranno a mandare quelli di Codice Blu per lavori come questi, ma non ci sarà una prossima volta..

            Il resto è facile. Si sbarazza dei due poliziotti, senza curarsi se siano svenuti o morti, indossa la divisa di uno di loro e riparte con l’auto. Avrà tempo per pensare ad una rivincita che quell’idiota in armatura si goda pure il suo trionfo, perché quando lui tornerà, le cose andranno diversamente

            Quando l’autovettura viene rintracciata dello Spettro non c’è più alcuna traccia.

 

            Questo accadeva due giorni fa ed ora è il momento di vedere cosa succede al nostro cast, adesso, pronti? Si alzi il sipario allora.

 

Il tuo nome è Anthony Edward Stark ed il meno che si possa dire di te è che hai avuto una brutta settimana. Sei sopravvissuto ad un brutto attacco di cuore che ha davvero rischiato di ucciderti, proprio quando eri convinto che un simile problema fosse ormai definitivamente alle tue spalle. Puoi considerarla una vera e propria lezione che ti dimostra che non devi mai dare nulla per scontato, hai preteso troppo da te stesso ed ora il prezzo che devi pagare è quell’apparecchietto metallico che porti attaccato al petto e che mantiene regolare il battito del tuo cuore. La dottoressa Foster ti ha avvertito che se non terrai una vita sana e regolare, non potrai rimuoverlo e tu sai cosa sottintendesse, no? Se continuerai con gli stress, tipo l’impersonare Iron Man, il tuo cuore continuerà a tradirti. Tu sai come andrà a finire e lo sa anche lei. Ci sono cose che scatenano flussi di adrenalina pura, cose come i ritmi frenetici che hanno sempre contraddistinto la tua vita. Tu ami il rischio, non c’è il minimo dubbio, ti ha sempre dato quella marcia in più, devi essere onesto con te stesso, è uno dei motivi per cui quell’armatura rossa e oro è così attraente. A quanto pare nemmeno il pensiero di una figlia che si è preoccupata a morte per te, basterà a frenarti e ne sei consapevole. Figlia, tu e Katherine, padre e figlia. Come sarebbe stata diversa la vostra vita se Joanna ti avesse rivelato subito la verità? L’avresti sposata, immagini, e poi? Sareste ancora insieme o il tuo stile di vita avrebbe distrutto ugualmente il vostro rapporto? Chi può saperlo, ma di sicuro quella bambina meritava di meglio che scoprire di colpo che buona parte della sua vita è stata basata sulla menzogna. Ha insistito per venire da Chicago ed i genitori hanno dovuto accontentarla e non è stato bello vederla entrare nella tua stanza, tu ancora debole e lei col viso scuro, ma sei stato all’altezza della situazione ed almeno sei riuscito a convincerla a non venire a prenderti all’uscita dall’ospedale, non avresti sopportato vederla sotto assedio dei media, come sta accadendo a te in questo momento.Maledetti sciacalli, ansiosi solo di scavare nella tua vita, di riempirti di domande su Katherine, sul presunto altro figlio, di cui neanche tu sai nulla, di sciocchezze varie. Proprio quando pensi di essere sul punto di esplodere, la limousine si ferma davanti a te e, quando una voce familiare ti dice:

-Salta su, capo.-

Tu non perdi tempo e gli dai retta, per poi dire, mentre l’auto parte sgommando:

-Happy che ti ha preso? Tu non sei più il mio autista, sei un dirigente.-

-Bah per sottrarti a quelle sanguisughe ci voleva uno abbastanza tosto da reggere a 15 round con Battlin’ Murdock non una pappamolla qualsiasi e poi… mi diverto.-

-Grazie Hap… e grazie per quel che hai fatto l’altro giorno con lo Spettro.-[2]

.Non ho fatto granché, l’idea è stata tuta di Jocasta, io ci ho messo solo i muscoli.- replica Happy.

-Non ti sottovalutare Hap… è un peccato che sia riuscito a fuggire, pero. Com’è andata coi Vendicatori?-

-Mah temo di aver fatto una figuraccia. Ho tentato di fingere di essere te, ma mi hanno scoperto. Ho l’impressione che pensino che sia un mezzo imbecille e magari hanno ragione.-[3]

-Dovrò parlare con loro e aggiusterò tutto.-

-Lascia perdere e riposati per un po’. A casa hai ospiti che aspettano solo di vederti ritto sulle tue gambe.-

-Kathy?-

-Già. Una bambina speciale lasciatelo dire, devi trattarla coi guanti, capo, quella è una donna con cui devi usare le molle.-

            Tony sorride.

.-Immagino di si Happy e... ti ho già detto mille volte, di non chiamarmi capo ormai.-

-Come desideri, capo ed ora via verso casa.-

 

 

2.

 

 

            Las Vegas, la città dalle mille luci, sorge ai margini del deserto del Nevada.Ottanta anni fa era solo un piccolo villaggio, che aveva visto il passaggio di avventurieri, fuorilegge, cercatori d’oro e nessuno si era mai fermato abbastanza a lungo, poi, giorno, venne un uomo. “Bugsy” Siegel aveva un sogno e lo realizzò; poteva essere un gangster, ma non per questo gli mancava l’immaginazione e la voglia di renderla realtà. Nel giro di pochi anni, il sonnacchioso villaggio divenne la sfavillante capitale del gioco d’azzardo e della prostituzione legale di tutti gli Stati Uniti. “Bugsy” fece la fine di molti suoi colleghi dell’epoca, ucciso barbaramente da un rivale, ma il suo sogno è sopravvissuto, arrivando sino a noi. In un luogo del genere, il Crimine Organizzato ha prosperato, almeno finché le autorità federali, statali e locali non si sono unite per combatterlo, riuscendo, o almeno così si dice, ad estrometterlo dalle parti vitali della città, il che non vuole affatto dire che sotto le luci non ci siano parecchie ombre.

            Willie Garvin è un Investigatore Privato, o almeno, questo è quello che dice il suo biglietto da visita; specializzato nel ritrovare persone scomparse, il che significa, perlopiù, mariti del Midwest o ragazzine attratte dal grande sfavillare delle luci e risucchiate, invece, dalle ombre. Willie si muove lungo la linea che divide coloro che tutelano la legge e quelli che la violano e a volte la oltrepassa, il che, sarà anche divertente, ma ha le sue controindicazioni, ad esempio, svegliarsi di soprassalto, nel cuore della notte con un coltello puntato contro la carotide.

-Ciao Willie, non fare movimenti bruschi.- gli dice una voce di donna.

            Willie sbatte gli occhi. Non distingue ancora i lineamenti della donna, ma conosce la sua voce, una voce che non sentiva più da anni:

-Beth, per l’amor di Dio, ma che ti prende?-

            Bethany Cabe lo fissa con gli occhi verdi più duri che mai

-Sono reduce da una brutta esperienza Willie e non posso concedermi il lusso di fidarmi completamente di nessuno. Per quanto ne so, tu potresti lavorare per loro.-

-Loro chi? Andiamo baby, sei divenuta una di quei fanatici che vedono complotti dappertutto?-

            Bethany sogghigna.

-Beh, può darsi, Willie, può darsi, ma non voglio discuterne adesso, da te voglio solo due cose: 500 dollari dal tuo “fondo d’emergenza” ed un biglietto di sola andata per Los Angeles.-

            Il coltello è allontanato dalla gola e Willie Garvin si massaggia la gola.

-Non ho problemi a procurarti il tutto baby, ti devo un po’ di favori dopotutto, ma… da chi stai scappando?-

-Fidati Willie, è meglio per te che tu non lo sappia.-

 

            Città di Los Angeles, uno dei più lussuosi hotel della grande città, il meglio che ci si può pagare con lo stipendio da dirigente di una grande società. James Rupert Rhodes, guarda fuori dalla finestra e riflette. Dietro di lui, sul grande letto matrimoniale, a malapena coperta da un lenzuolo che non può nascondere le sue forme, la sua bionda compagna lo chiama:

-Non riesci a dormire?-

            Lui si volta il sorriso non riesce a nascere sul suo volto cupo.

-Stavo riflettendo.- risponde. I raggi lunari danno una strana luminosità al suo corpo color ebano –Su quanto mi ha detto Rebecca l’altro giorno. Non me la sento di abbandonarla, dovrò trovare una soluzione.-

            Mentre parla si avvicina al letto e si siede sul bordo. Rae Lacoste gli circonda il collo con le braccia

-Il mio cavaliere dalla scintillante armatura… è ovvio che non puoi abbandonarla, da sola si metterebbe nei guai. Farai intervenire il tuo amico in armatura?-

-Che donna perspicace che sei. Si, solo War Machine potrebbe aiutarla temo, anche se dovrà violare un bel po’ di leggi internazionali e di qualche paese sovrano.-

-Non è un problema se è per una buona causa no?-

-Ti ho mai detto che sei una donna eccezionale e che sono fortunato ad averti incontrato?-

-Non nelle ultime 24 ore, ma per tua fortuna lo so. Ora su, da bravo, torna a letto.-

-Non credo di avere molto sonno ormai.-

-E chi parla di dormire? Non era quella la mia intenzione.-

-Ah Ah…Donna bianca, tu vuoi la mia morte.,-

            E, così dicendo, si china su di lei.

 

            Tony è arrivato a casa, il suo attico alla Stark Tower, solo per trovarla con un bel po’ di ospiti. Katherine, la figlia che deve ancora imparare a conoscere, sua madre ed il marito di lei, l’uomo che la bambina considerava sua padre sino a poche settimane prima, quando una verità nascosta le era stata sbattuta davanti agli occhi da due giornalisti con poco tatto.[4] Tony percepisce immediatamente l’ostilità che Howard Finch prova per lui. Mi dispiace amico, pensa, ma non ho scelto io che succedesse questo, ma che ti piaccia o no, dovrai accettarlo come ho dovuto fare io. Per un attimo esita, vorrebbe parlare a Joanna Nivena, poi rinuncia ed abbraccia la bambina.

-Come sta la mia piccolina?- chiede

-Non sono piccolina, ho 11 anni.- ribatte Katherine piccata.

-Perdonalo Kate, non è più abituato a trattare con una donna sotto i 18.-

            La donna che ha parlato è l’unica a cui Tony potrebbe permettere un’osservazione sarcastica del genere: Virginia “Pepper” Potts è una collaboratrice preziosa, una dirigente di talento una buona amica e, un tempo, qualcosa di più. Tony la guarda e ricambia il sorriso.

-Temo che abbia ragione Katherine, ma spero che mi aiuterai a superare il problema.-

            La ragazzina rimane pensierosa per un po’ poi…

-Io… si, ci posso provare… Tony… voglio dire…-

-Lascia stare.- replica Tony sorridendo –Non so se anch’io sono pronto per farmi chiamare papà.-

-Tu non hai mica altri figli? Ho visto un giornale che..-

            Imbarazzo continuo, doveva approfondire quella storia pubblicata dal New York Express, ma non ha avuto tempo di farlo ed ora, è urgente avere una risposta, anche per il bene di Katherine. Non può rimediare al passato, ma può fare qualcosa per il suo futuro.

.-Vieni.- le dice, eludendo la domanda –C’è un nuovo videogioco che la mia compagnia sta realizzando e vorrei il tuo parere-

-Il mio? Oh Wow!-

            Pepper trattiene una risata. È goffo, questo è certo, ma almeno prova ad imparare. C’è speranza per Tony Stark e lei ne è lieta.

 

 

3.

 

 

            A questo punto vi starete chiedendo: ma dov’è l’azione? Non dovrebbe essere un racconto di supereroi questo? Dove sono: il dramma, il pathos, i supercriminali dai costumi variopinti e dalle armi letali? Abbiate un attimo di pazienza e sarete accontentati. Nel frattempo, concedeteci quella facoltà abitualmente usata dagli autori di fiction, per cui il tempo scorre sino a portarci avanti di un paio di giorni. In questo periodo, Tony Stark cerca di acclimatarsi con la figlia e, nonostante il parere contrario del suo medico, torna subito al lavoro, lavoro che comprende anche aiutare i Vendicatori a risolvere alcuni problemi, come l’instabilità dei poteri di Photon[5] ed è proprio poco prima di recarsi al Palazzo dei Vendicatori sta chiacchierando con Happy Hogan, venuto a fargli visita per motivi seri.

-Mi dispiace Happy, ma ho avuto poco tempo per esaminare quella contabilità che mi hai portato,[6] ma, anche se devo fare un esame più approfondito, direi che hai ragione: qualcuno sta sottraendo soldi al centro, certe spese sono state sicuramente gonfiate.-

-Uhm, lo immaginavo.- commenta Happy -Certa gente pensa che, solo perché sono un ex pugile, io sia un po’ tardo di cervello,  ma ho imparato un sacco stando con te capo.-

-Sei il miglior Direttore Esecutivo che la Fondazione Maria Stark abbia mai avuto Hap, devi credermi.- gli replica Tony.

            In quel momento, il ronzio dell’interfono li interrompe ed ecco la voce dell’imperturbabile Mrs. Arbogast.

<<Mi scusi Mr. Stark, ma sul canale della W.G.B.S. c’è qualcosa che dovrebbe vedere, io credo.>>

            Tony accede la TV e sullo schermo scorrono delle immagini familiari, quelle dell’impianto produttivo della Stark-Fujikawa in preda alle fiamme, fuori campo, il cronista parla:

<<… non si conoscono le stime esatte dei danni, ma sembra che sia saltato un laboratorio, e si dice che vi siano persone ancora intrappolate all’interno… Si parla di almeno cinque persone e...>>>

-Maledizione!- sbotta Tony –Conosco quel posto. Non arriveranno mai in tempo a salvarli con i mezzi ordinari, ma Iron Man può…

-Niente da fare Tony.- interviene Happy –Sei ancora troppo debole. La dottoressa Foster ti ha proibito sforzi eccessivi per un altro paio di giorni e se ti permetto di andare, anche Pepper mi mangerà vivo.-

-Ma…-

-Andrò io. Anch’io, come te, conosco la fabbrica e col tuo aiuto e quello di Jocasta, me la caverò?

            Tony vorrebbe replicare, ma…

-OK, faremo così. Non perdere tempo, ora.-

            Happy indossa l’armatura di Iron Man e Tony, invece prende un apparecchio che si applica alla testa.

-Con questo vedrò quello che vedi tu e ti guiderò passo per passo, se necessario, vai…adesso!ò

            Happy prende il volo e Tony si rilassa sulla poltrona, ed abbassa una specie di visiera sugli occhi. Immediatamente una telecamera gli trasmette il punto di vista di Iron Man come se fosse in armatura al posto di Happy. A pensarci bene, poteva usare direttamente la telepresenza, senza inviare Happy, ma orami è troppo tardi. Subito effettua un collegamento.

-Jocasta, sono Tony, abbiamo un’emergenza da gestire.-

 

                Contea di Los Angeles. La cittadina di Claremont è una tranquilla comunità di poco più di 34.000 abitanti, grande poco più di 14 miglia quadrate. Qui Bethany Cabe aveva trovato casa quando aveva accettato l’incarico di Responsabile della Sicurezza per le Stark Enterprises, oggi Stark-Fujikawa, e qui è tornata. Nessuno ha toccato nulla durante la sua prolungata assenza, per fortuna. Una veloce doccia, un completo cambio d’abiti ed il tempo per recuperare libretto degli assegni e carte di credito. Ora non ha tempo da perdere: deve andare a New York e parlare con Tony, subito.

 

            Un breve volo ha portato Iron Man sopra Flushing, Long Island. Buffo, pensa happy Hogan, è passato tanto tempo, ma questo posto gli scatena sempre un attacco di nostalgia. Quando vi arrivò per la prima volta si chiamava ancora Stark Industries e lui era solo il neo autista di Tony;[7] da allora molte cose sono cambiate e nell’ufficio che appartenne a Tony ed a suo padre e suo nonno prima di lui, ora siede Morgan Stark, i tempi cambiano e noi con essi.

<<Ci siamo Happy>> la voce di Tony risuona nelle orecchie di Hogan <<Plana sul laboratorio. Il modo più adatto per spegnere le fiamme è usare la nuova schiuma antincendio che la Stark Solutions sta testando per il Dipartimento dei Vigili del fuoco>>

-Uhm, Ok, dove la trovo?-

<<Ci penso io, Hap, ho già regolato i comandi dell’armatura, tu devi solo pensare ad attivarli.>> è la voce di Jocasta a parlare

-Ah, Ok, solo pensare, fatto!-

Un sottile raggio esce dalla piastra pettorale e si condensa in una schiuma che si espande a contatto con l’aria ed in breve tempo, avvolge le fiamme spegnendole. L’incendio, non più alimentato, si spegne ed Iron man si appresta ad atterrare. Happy si rivolge a Tony

-Niente più fiamme, ma la gente all’interno?- chiede.

<<Ora che le fiamme sono spente non dovresti avere problemi ad aprire una via di fuga per loro il calore non è un problema per te.>>

-Giusto, ma prima, se permetti, voglio assicurarmi di una cosa. Jo, mi puoi mettere in contatto con i sistemi di comunicazione del laboratorio?-

<<Affermativo Happy, sono gia nella loro rete, devi solo parlare.>> risponde Jocasta.

            In quel mentre, si ode chiaro lo squillo di più telefoni, mentre risuona la voce metallica di Iron Man

<<Qui è Iron Man che parla, se siete in grado di sentirmi, allontanatevi da porte e pareti, sto per…agire.>>

<<Vai tranquillo.>> gli dice Jocasta <<Non c’è nessuno aldilà della parete>>

            Happy scarica i repulsori sulla porta di metallo, che cede con uno schianto. Il resto è facile, anche se occorre tempo, ma, alla fine, tutti sono portati fuori dall’edificio, per fortuna, non ci sono feriti troppo gravi.

<<Happy, devo staccare per un po’, devo andare dai Vendicatori, penso che te la possa cavare adesso. Appena posso, mi ricollego.>>

-Vai tranquillo capo e salutami Wasp.-

            Mentre il collegamento si chiude, ecco arrivare il trio dei massimi dirigenti della Stark-Fujikawa: il Presidente Morgan Stark e le due Vice Presidenti, Rumiko Fujikawa e Sunset Bain

 -Iron Man…- esordisce Morgan -… immagino che ti debba ringraziare per il tuo aiuto.-

<<Immagino di si anch’io… ma non si preoccupi Mr. Stark, non le presenterò il conto, questo è un servizio gratuito.>> la battuta voleva essere sarcastica, ma l'effetto è rovinato dal tono metallico <<Piuttosto, forse è stato un sabotaggio, avete dei nemici?>>

-Questo è un problema che il nostro servizio di sicurezza risolverà di sicuro. Ringrazia anche mio cugino Tony e digli che spero si sia rimesso in salute.

<<Glielo dirò. Ora… se volete scusarmi.>>

            Senza aggiungere altro, l’uomo in armatura prende il volo e presto è scomparso all’orizzonte.

 

 

4.

.

 

            Sunset Bain scuote la testa.

-È un bel guaio Morgan. Non mi piace che Iron Man ficchi il naso nei nostri affari.- dice.

-Nemmeno a me.- reolica Morgan –Non potevo, certo, dirgli che l’incendio è quasi certamente stato causato dai nostri esperimenti per potenziare il nostro modello di armatura. I segreti industriali hanno senso solo se restano tali.-

Gia.- commenta Sunset -Sa il cielo se non abbiamo bisogno di fughe di notizie, specie ora che quella Talia Kruma ha inaugurato la sua nuova compagnia.-

-Non mi preoccuperei di questo, è una compagnia troppo piccola per impensierirci, dopotutto. I nostri progetti sono troppo lontani dalla loro portata.-

-A proposito… - interviene Rumiko – Quando sarà pronta l’armatura? Sarebbe bello se mio nonno potesse vederla in azione al suo arrivo qui. -

-Non preoccuparti cara.- risponde Morgan –Manca solo un dettaglio che sarà presto risolto, ovvero: chi piloterà il prototipo?-

-Hai già un candidato?- chiede ancora la ragazza.

            Morgan sorride sornione

-Oh si e vi assicuro che è perfetto.-

 

            Da un’altra parte, ecco un altro uomo in armatura in volo. Il suo nome? Lo chiamano War Machine. Per alcuni è un fuorilegge, per altri è un benefattore, quello che pochi sanno è che, segretamente è un membro dei più potenti eroi della Terra, i Vendicatori. La missione che sta intraprendendo è strettamente personale, un favore ad una cara amica in difficoltà. Rebecca Bergier era il Direttore Operativo di un gruppo umanitario chiamato Worldwatch,[8] specializzato nella difesa dei diritti umani.. Il gruppo ha dovuto chiudere i battenti per mancanza di fondi, cosa che Jim Rhodes, l’uomo dentro l’armatura, sospetta non essere avvenuta a caso. Il problema, infatti, è che l’organizzazione di Rebecca stava investigando su uomo detenuto non in una remota località del terzo mondo, ma proprio nel cuore degli Stati Uniti. Una località segreta per detenuti speciali, così l’ha chiamata Rebecca, il Governo ne nega l’esistenza e nega anche che esista il prigioniero. I metodi convenzionali hanno fallito, ora tocca alle armi non convenzionali, all’esercito di uomo  solo chiamato War Machine. Ovviamente, quando quello che sai è solo che una serie di voci ti indirizzano in una base militare in disuso nel deserto del New Mexico, devi andare molto cauto. Eccola, la vecchia Base Gamma, o Hulkbuster che dir si voglia, una cattedrale nel deserto con nulla attorno per miglia. Vuota da quando il progetto fu chiuso anni fa, dopo l’apparente scomparsa di Hulk dopo quello che fu chiamato Gammagate.[9] Tra l’altro, molto curiosamente, è dai tempi della Guerra dei Mondi che non si sente più parlare del Golia Verde, come se fosse svanito dalla faccia della terra e non è certo facile che uno come lui passi inosservato. Beh, prima o poi tornerà, quelli come lui non scompaiono mai a lungo.[10]

            War Machine si aggira per al base circospetto. Se c’è qualcosa da trovare ci riuscirà o si metterà nei guai provandoci, questo è certo.

           

Occhi ostili hanno osservato War Machine sin da quando è atterrato

-Che facciamo signore?- chiede un uomo –Dicono che quel War Machine sia tosto.-

-I nostri ordini sono chiari soldato: deve essere fermato e, se necessario ucciso... con qualunque mezzo.-

 

            L’aereo proveniente dal Giappone inizia la manovra d’atterraggio all’aeroporto Kennedy di New York. L’anziano giapponese si rivolge alla sua più giovane accompagnatrice.

-Contenta di ritornare nel suo paese… Miss McCall?-

-Si Mr. Fujikawa.- risponde Meredith McCall –Ho delle cose da in sospeso da sistemare.-

 

 

FINE PRIMA PARTE

 

 

NOTA DELL’AUTORE

 

 

            Eccoci all’inizio di una saga che ci offrirà, finalmente la soluzione ad alcuni misteri che risalgono all’era pre Onslaught e ci porterà verso nuovi ed inesplorati sentieri, ma per il momento, ecco qualche noterella.

1)       Credevate che avremmo finalmente scoperto la vera identità dello Spettro? Illusi, questo personaggio ha ancora molto da dire, ma lo dirà solo tra qualche tempo. Quanto alla sua faccia, beh quella la conoscevamo sin dai tempi della sua prima apparizione, quindi non era una grande rivelazione, direi.

2)       Qual è il segreto di Bethany Cabe, la risposta arriva sin dal prossimo episodio, tranquilli,

3)       Un’altra allusione al presunto secondo figlio di Tony Stark avuto dalla fisioterapista Veronica Benning.Non crucciatevi scoprirete prestissimo la verità, ma attenti, potreste restare sorpresi

4)       Happy Hogan ancora Iron Man? È un cambio permanente? Tranquilli, il buon Tony tornerà in armatura sin già dal prossimo numero, ma chissà cosa riserva il futuro al suo povero cuore.

5)       Quale mistero attende War Machine sotto le sabbie? Chi è il detenuto misterioso? Di quale carcere segreto stiamo parlando? Alludiamo, forse, al Cubo? Troppe domande, ma niente paura, avrete le risposte a tutte nel prossimo episodio, quindi tranquilli e non pensate troppo a strane figure geometriche. -_^

6)       Che influenza avranno l’arrivo di Meredith McCall e Kenshiro Fujikawa sulla tormentata vita del nostro cast? Aspettate e vedrete.

7)       Infine un avviso di continuity: seguite Tony Stark e Iron Man sui Vendicatori #27/29 e poi tornate da noi per il prossimo episodio,

Nel prossimo episodio: Ehi non vorrete troppe anticipazioni vero? Tornate qui a leggerlo. -_^

 

 

Carlo



[1] Il nome dato negli U.S.A. a coloro di cui non si conosce la vera identità.

[2] Nell’ultimo episodio

[3] Di che parla Happy? Per saperlo leggete Vendicatori #27

[4] Nell’episodio #10

[5] Sempre in Vendicatori #27

[6] Nell’episodio #13

[7] Nello storico Tales of Suspence #45 (Devil, Corno, #29)

[8] Come al solito, ripeto che non ha connessione con il supergruppo dell’O.N.U. -_^

[9] Una delle migliori saghe di Hulk di tutti i tempi: “Ground zero”

[10] Lo speriamo anche noi, ma potremo esserne sicuri solo quando leggeremo Hulk MIT #2 -_^