N° 14
(PARTE PRIMA)
1.
Il sole è sorto da un pezzo, ormai, illuminando la cima della Stark Tower, uno dei più recenti edifici di Manhattan. L’attico è interamente occupato da un unico appartamento, quello dell’uomo che ha reso possibile la costruzione di questo grattacielo, quasi fosse un tributo vivente al suo genio ed intraprendenza: Anthony Edward Stark. A quest’ora del mattino, il padrone di casa sta ancora dormendo e, forse, continuerebbe a farlo, se il persistente trillo del telefono non lo svegliasse. Tony raggiunge il telefono e si porta la cornetta all’orecchio destro.
-Si…Pronto?- risponde con la voce ancora impastata di sonno.
<<Buongiorno Mr. Stark, ho pensato fosse il caso di ricordarle che oggi ha un appuntamento alle 9 con i suoi legali e che alle 11 c’è la riunione del Consiglio dei Direttori della REvolution.>>
A parlare è stata Mrs. Arbogast l’efficiente Capo del Personale ed assistente privata di Tony nel suo ruolo di Presidente della REvolution Inc., una donna dotata di un tale carattere, che al suo confronto il sergente istruttore di “Ufficiale e Gentiluomo” sembra un cagnolino con la coda tra le gambe. Tony si rizza a sedere di scatto.
-D’accordo Mrs. Arbogast, la ringrazio.- risponde e riappende la cornetta
-Qualcosa che non va?- gli chiede la donna al suo fianco nel letto, una donna di notevole bellezza, nota alle cronache mondane e non come Natasha Romanov, la Vedova Nera.
-No, solo ordinaria amministrazione.- risponde con un sorriso forzato Tony, poi da un’occhiata all’orologio –Purtroppo mi toccherà andarmene in fretta, devo essere in ufficio tra meno di un’ora… vuoi che faccia venire la mia limo per farti accompagnare a casa?-
-Sei molto gentile, ma non è necessario.-
-Insisto.- replica Tony. Si alza e, per un attimo lo coglie un senso di vertigine, ma passa quasi subito. Dev’essere una reazione all’affaticamento degli ultimi giorni, pensa. Tra quello che è successo nella sua vita privata e con i Vendicatori,[1] è stato davvero molto impegnato. Scuote la testa ed allontana il pensiero.
Le operazioni di toilette non portano via molto tempo. Ha appena finito di farsi la barba e contempla il suo volto. Non male pensa, forse potrebbe radersi il pizzetto che si porta dietro sin da quell’avventura nell’universo creato da Franklin Richards,[2] a volte ha l’impressione che lo faccia sembrare più vecchio. No, in fondo non gli sta poi così male e, comunque, non è più un ragazzino lo stesso, ormai. A Natasha sembra non dispiacere, no? È quasi buffo pensare che quando si sono conosciuti quello che lei voleva era ucciderlo o rapirlo, mentre lui voleva spedirla in prigione ed ora… I tempi cambiano ed alla fine si sono ritrovati a godere della reciproca compagnia più di una volta e senza impegno. Non era con quest’intenzione che l’aveva ricercata, ma per chiederle di rientrare nei Vendicatori e partecipare all’Ordine,[3] il resto era semplicemente successo. Buffo, ha sempre avuto un debole per le rosse... Questo gli fa tornare in mente Colleen Wing. Forse dovrebbe sentirsi in colpa nei suoi confronti... No, è stata lei a reagire in maniera isterica dopo aver saputo di Katherine[4] ed a non mostrare la minima comprensione per quello che gli stava succedendo, eppure… Tony scaccia il pensiero molesto, ha altro di cui preoccuparsi adesso.
Il luogo è diverso: una villa immersa nel verde a Southampton, Contea di Suffolk, Long Island NY. La scena è molto simile: una camera da letto e sul letto matrimoniale, un uomo ed una donna ancora addormentati. L’uomo è leggermente sovrappeso ed ha un’indubbia somiglianza con Tony Stark, del resto, è normale che sia così, visto che è suo cugino Morgan Stark, Presidente della Stark-Fujikawa, il trillo del telefono interrompe anche il suo sonno e Morgan cerca a tentoni l’apparecchio, per poi rispondere, con voce ancora impastata del sonno:
-Pronto?… Oh è lei Miss Nocenti? Si….Cosa?-
Morgan si rizza a sedere, mentre la sua esclamazione ha svegliato la donna dai capelli ramati al suo fianco.
-Arrivo subito. Ha già avvertito Miss Fujikawa? Molto bene.-
Morgan riappende la cornetta e la donna gli si rivolge
-Problemi di lavoro, Morgan caro?- chiede
-A quanto pare si, Sunset. Problemi alla fabbrica e tocca a noi risolverli, ci conviene prepararci.-
Sunset Bain si alza dal letto,incurante della sua nudità
-Peccato.- commenta –Speravo che avremmo potuto divertirci insieme ancora un po’, ma il dovere viene prima di tutto, no?-
Morgan la guarda mentre si dirige verso il bagno e pensa che una mezz’ora di ritardo non farà male a nessuno, dopotutto.
2.
Tony Stark si rivolge alle persone davanti a lui dice:
-E questo è quanto voglio.Ora sta a voi.-
L’avvocatessa Rebecca, “Becky” Blake, si mostra decisamente perplessa mentre risponde:
-Non sarà una cosa facile, Mr. Stark, lei vuole: non solo essere legalmente riconosciuto come il padre naturale di Katherine Finch, e questa è la parte più facile, ma vorrebbe addirittura ottenerne la custodia e questo non è affatto facile non col suo stile di vita. –
-Cosa vorrebbe dire Miss Blake?- chiede Tony seccato.
-Semplicemente che lei è single e cambia accompagnatrice più spesso di quanto molti suoi impiegati cambiano il vestito.- ribatte Becky –Inoltre è un capitano d’industria molto impegnato e spesso in giro d’affari. Con chi vivrebbe la bambina durante le sue assenze? Chi si occuperebbe di lei? Trovare un giudice disposto a decidere in suo favore qui o a Chicago non sarebbe per niente facile.-
-Cosa sta cercando di dirmi?-
-Di lasciar perdere ogni strategia aggressiva e cercare un accordo con la famiglia Finch.-
Tony scuote la testa.
-Joanna Nivena e suo marito mi hanno tenuto per 11 anni lontano da mia figlia. Non sono tipo da perdonare facilmente un torto subito, Miss Blake. Voglio il riconoscimento dei miei diritti con qualunque mezzo e su questo non transigo. Se il suo studio non se la sente di assistermi, mi rivolgerò a qualcun altro. Spero di essere stato chiaro.-
Becky Blake annuisce e dopo aver salutato, gira la sua carrozzella e si avvia alla porta. Nell’uscire incrocia un’attraente donna dai capelli rossi che Tony accoglie con gioia
-Pepper! Sono davvero felice di rivederti.-
-Come stai Tony?- chiede Virginia “Pepper” Potts mentre lei e Tony si scambiano un rapido abbraccio,
-Stressato.- risponde lui e rapidamente la mette al corrente degli ultimi avvenimenti.
-Sei certo di comportarti correttamente Tony?- chiede, infine, Pepper.
-Che vorresti dire?-
-Da quel che ricordo, Joanna si è comportata correttamente con te: ti fa vedere Katherine quando vuoi e tu pensi a sottrarle la custodia della bambina.-
-È mia figlia, Pepper, e lei me l’ha tenuta nascosta da quando è nata. Non posso dimenticarlo.-
-Sei sempre il solito Tony. Devi sempre avere tutto quello che vuoi ed al diavolo le conseguenze. Non hai pensato alla situazione? A come si sentirà Joanna o a Kathy se fosse sbalzata lontano dai luoghi e dalle persone che sono sempre stati il suo mondo, proprio ora che ha dovuto imparare a superare uno shock non da poco? –
-Io….-
-Cresci Tony, sei un uomo buono, ma prima o poi dovrai imparare che esistono non solo i tuoi sentimenti e le tue esigenze, ma anche quelle degli altri.-
Lui tace. Che lei abbia ragione? Forse è tutto sbagliato
-Dici delle parole molto dure Pep.- dice infine.
-È perché ti voglio bene Tony e non voglio vederti fare cose di cui poi ti pentiresti.-
Prima che lui possa rispondere, entra Mrs. Arbogast. La riunione del Consiglio dei direttori sta per cominciare. Tony silenziosamente, ringrazia il tempismo della sua assistente
L’uomo è grasso, non c’è altro modo per definirlo. La tunica da greco antico che indossa non fa che accentuare la sua corporatura, Solo la sua speciale poltrona, montata su di un cuscino ad aria compressa, è in grado di farlo muovere quando non indossa uno speciale esoscheletro. È anche molto ricco, forse uno degli uomini più ricchi del mondo, ma non gli è mai bastato: Mordecai Midas, noto ai più semplicemente come Mida, deve sempre avere di più.
L’uomo di fronte a lui indossa un costume bianco che lo copre da capo a piedi. Nessuno conosce la sua vera identità, ma tutti conoscono i suoi obiettivi, perché ciò che lo Spettro odia di più al mondo sono le grandi società commerciali e farebbe qualsiasi cosa per distruggerle, qualsiasi cosa.
-Allora siamo d’accordo?- sta terminando di dire Mida.
-Certo. Quello che mi chiedi è un giochetto da ragazzi. Quando avrò finito con loro, non resterà abbastanza della REvolution per giocarci a Monopoli.-
-Molto bene. Al ritorno avrai il resto della tua ricompensa.
E tu, conta pure sul fatto che dopo che avrò finito con Stark ed i suoi soci, distruggerò anche il tuo impero economico, pensa lo Spettro
L’aereo è atterrato al LAX di Los Angeles in perfetto orario e tra i tanti passeggeri, ce ne sono due che non possono non attirare l’attenzione dei presenti: lui è un nero massiccio, alto e ben piantato, il volto impenetrabile, incorniciato da una rada barba terminante in pizzetto appena al di sotto del labbro inferiore; lei è bionda alta, occhi azzurri, un fisico da modella. Il modo in cui si muovono l’uno accanto all’altra, la familiarità con cui lei infila il suo braccio in quello di lui, indica anche all’osservatore non interessato che tra loro esiste un alto grado d’intimità e qualcuno li osserva con aria di disapprovazione che non oserebbe mai esprimere ad alta voce.
-Contenta di essere tornata in California?- chiede James Rupert Rhodes alla sua compagna.
-Puoi scommetterci.- risponde Rebecca ”Rae” Lacoste –Le spiagge di Long Island saranno anche carine, ma nulla in confronto a quelle di queste parti.-
-Ed è per questo che ti sei presa tre giorni di ferie per seguirmi, per rivedere il sole della California.-
-Anche, ma anche per tenerti sotto controllo, mio bel maschione, non vorrei che le bellezze locali ti facessero cadere in tentazione.-
-Molto divertente. Ora sarà meglio andare in albergo e lasciare le valigie, poi penseremo al resto.-
Il che include qualche problema, ovviamente.
2.
È uno dei soliti meeting periodici del Consiglio dei Direttori della REvolution. La cosa buffa è che quasi nessuno dei tre sa che ciascuno di loro è un supereroe. Dwayne Taylor, l’uomo che ha avuto l’idea di fondare la società, è molto giovane, ma oltre ad essere a capo della Fondazione Taylor, è anche il combattente del crimine chiamato Night Trasher; Daniel Thomas Rand non è solo uno dei più alti dirigenti della società chiamata Rand-Meachum Inc., è anche il campione della leggendaria città di K’un Lun, Iron Fist; Tony Stark è, ovviamente, l’Invincibile Iron Man ed è lui ad alzarsi in piedi per illustrare la recente situazione ai suoi soci. Prende un profondo respiro. Vorrebbe non provare quella lieve sensazione di vertigine e di sfinimento. È cominciata subito dopo il suo scontro con Warhawk nella sua prima armatura[5] e l’ha sentito ancora ogni tanto. Gli ricorda qualcosa, ma…. No, non può essere, non lo è di sicuro. Comincia a parlare.
-Ci sono stati degli acquisti di pacchetti azionari della società un po’ sospetti ultimamente. Apparentemente, si tratta di normali transazioni, ma potrebbero essere il segnale di un’azione ostile.-
-Lo sapevo che era un errore entrare in borsa,- commenta freddo Dwayne Taylor.
-Questo non c’entra.- ribatte Tony. –Era ed è uno dei modi più semplici per raccogliere finanziamenti e limitare… l’indebitamento. Io penso… penso che… che…-
La sua voce s’interrompe, il suo volto è pallido ed imperlato di sudore, il petto comincia a dolergli un dolore che diventa sempre più forte, più acuto. Ha appena il tempo di capire cosa significa e pensare che non doveva più essere, poi si porta le mani al petto, emette un gemito e si accascia sul pavimento.
C’è un istante di panico, grida, poi è Danny Rand a muoversi verso Tony, con pochi, rapidi, gesti gli allenta la cravatta e gli slaccia la camicia.
-Sembra un attacco di cuore.- dice –E sembra grave. Ha difficoltà a respirare. Provo un massaggio cardiaco.-
-Chiamo un’ambulanza.- dice Dwayne con in mano il cellulare.
-Ci ho già pensato io.- replica Mrs. Arbogast –Arriveranno presto. Come sta andando Mr. Rand?-
-Non bene.- risponde il giovane industriale –Respira appena ed il cuore…beh non so se reggerà sino all’arrivo dell’ambulanza..-
Potrei cercare di guarirlo col potere del Pugno d’Acciaio. L’ho già usato in questo modo altre volte. Mi giocherò la copertura, ma pazienza, c’è in gioco una vita.
Appena Tony è caduto, Pepper ha compreso immediatamente la situazione, l’ha già vissuta altre volte nel lontano passato e sa cosa fare. È uscita di corsa dalla sala riunioni ed è piombata nell’ufficio di Tony. Deve esserci, ne è certa, nonostante tutta la sua sicurezza Tony se l’è sempre tenuto dietro non foss’altro per scaramanzia, ma dove? La cassaforte? Ma certo. La apre freneticamente e ci trova quel che cerca. Di corsa rientra in sala riunioni, mentre Daniel Rand continua a massaggiare il petto di Tony ed a praticargli la respirazione bocca a bocca di tanto in tanto. Quando Pepper rientra,.vede Rand poggiare la mano sul petto di Tony e prendere un profondo respiro. Non sa cosa voglia fare, ma l’interrompe.
-Bisogna mettergli questo.- gli dice.
-Cos’è?- chiede Dwayne
-Non c’è tempo per le domande.- replica Pepper –Dobbiamo agire subito, non voglio vederlo morire.-
Con gesti decisi, la giovane donna appoggia una piastra metallica al cuore dell’uomo che ha significato molto per una parte rilevante della sua vita; la lamina aderisce al petto di Tony, poi Pepper la collega alla più vicina presa elettrica. Trascorre quella che le sembra un’eternità, mentre sono solo pochi secondi, poi… il battito comincia a stabilizzarsi e Tony riapre gli occhi.
-Cosa…?- mormora.
-Non ti affaticare Tony.- gli si rivolge lei –hai avuto un brutto attacco.-
-Il cuore… lo so… dolore… forte… ma ora… come…-
-Ti ho messo il tuo vecchio pacemaker, ti sta tenendo regolare il battito in attesa dell’ambulanza.-
Tony le stringe la mano con tutta la forza che ha
-Grazie…Pep…-
-Non dirlo nemmeno, brutto testone, lo sai che non ti avrei lasciato andare così facilmente.-
Tony reclina la testa e, mentre le sirene dell’ambulanza in arrivo si fanno più vicine, il volto di Pepper Potts si riga di lacrime.
3.
Los Angeles. Il tempo di una breve sosta in albergo per rinfrescarsi e riposarsi un pò, poi, dritti verso il luogo dell’appuntamento. Rhodey pensa che Los Angeles è sicuramente più calda di quanto si ricordasse, ma, di certo, il traffico non poteva essere peggiore. Ci mettono mezz’ora più del previsto per arrivare a destinazione e l’umore di Rhodey non ne ha tratto giovamento. Per Rae è diverso: Los Angeles è la sua città e per lei questo è un ritorno a casa dopo tanto tempo, di certo non è molto emozionata, ma soddisfatta, questo si.
Quando entrano nel ristorante, lei li sta già aspettando. È la stessa che Rhodey ricordava bene: capelli biondi, occhi grigi, sguardo duro di chi ne ha viste troppe nella sua vita, una donna attraente che ha dovuto imparare a portare sulle sue spalle pesi forse sin troppo pesanti, ecco il ritratto di Rebecca Bergier. Ricorda ancora il loro primo discorso serio: lui era da poco diventato Direttore di Worldwatch Inc.,[6] l’associazione umanitaria, e lei gli volle parlare in privato. Era ricattata perché lesbica ed era pronta a dimettersi per non mettere in pericolo la reputazione del gruppo. Jim aveva respinto le dimissioni e, con una mossa a sorpresa, aveva deciso di rivelarle il suo segreto, ovvero, il fatto di essere War Machine. Rebecca era rimasta sconcertata per un attimo, poi era scoppiata a ridere. Ad un Rhodey sorpreso aveva detto: “Credevo di avere un segreto pesante, ma il tuo è molto peggio. Ora quella donna gli aveva telefonato per chiedergli aiuto e lui non è certo di capire bene cosa possa fare.
I saluti e le solite chiacchiere tra persone che non si vedono da tempo, poi le ordinazioni ed infine è Rhodey a rompere il ghiaccio.
-Cosa c’è Rebecca? Perché hai voluto che venissi qui? Che problemi ci sono?-
Lei esita
-Vorrei sapere da che parte cominciare Rhodey io…-
Il trillo del cellulare di Jim interrompe la donna, Rhodey risponde rapido.
-Si…. Cosa? Ed ora come sta? C’è bisogno che… Ok, mi tenga informato Mrs. A.-
-Che succede Rhodey?- chiede Rae che ha notato la preoccupazione nello sguardo del suo uomo.
-Tony ha avuto un attacco cardiaco.-
-Mio Dio, ma come…-
-Non preoccuparti. Se l’è vista brutta, ma ora pare che sia stabilizzato. Mrs. Arbogast dice che non è necessario che torniamo a New York e che è meglio che ci occupiamo degli affari qui. Stavamo dicendo Rebecca?-
Ma, mentre parla, Rhodey non può fare a meno di pensare al suo vecchio amico. Non ne ha già passate abbastanza?
Howard Stark Memorial Hospital, un ospedale finanziato dalla Fondazione Maria Stark e da altri enti pubblici e privati, qui, in una delle migliori camere che il denaro possa permettersi, sta Tony Stark, mentre i suoi amici e colleghi aspettano all’esterno, finché la dottoressa Jane Foster non viene a parlare con loro.
-Come sta dottoressa?- chiede una Pepper Potts visibilmente preoccupata.
Lo sguardo di Jane non è affatto rassicurante, mentre risponde:
-È stabile adesso ed è fuori pericolo, ma la situazione del cuore non è affatto rassicurante. A quanto abbiamo visto, il muscolo cardiaco è sovraffaticato ed ha subito alcuni microinfarti di cui credo non si sia nemmeno accorto e poi l’attacco grosso. Che sappiate è stato sottoposto a grossi stress o sforzi ultimamente?-
-Non lo sa dottoressa?- interviene Happy Hogan –Nelle ultime settimane i media si sono buttati come squali su quelle storie dei suoi figli illegittimi.-
-Non ho molto tempo per leggere i giornali o guardare la TV e men che meno la cronaca rosa.- ribatte, secca, la dottoressa Foster.
-Ora come sta? Chiede ancora Pepper.
-Il suo pacemaker mantiene il battito stabile, ma al momento non è sicuro rimuoverlo, ma con un po’ di riposo ed un’adeguata terapia farmacologica, dovrebbe tornare normale nel giro di pochi giorni. Purtroppo per lui non è mai stato tenero col proprio fisico e questo gli sta presentando il conto.-
-Non c’è modo di stabilizzare la cosa?- chiede Colleen Wing –Che so: un intervento chirurgico per eliminare alla radice il problema?-
-Si potrebbe tentare qualcosa, ma l’attuale cuore di Mr. Stark è un misto di tessuti organici ed artificiali sperimentali trapiantatogli anni fa da un famoso chirurgo europeo, il Dottor Jose Santini, quando l’ingegneria genetica era appena agli inizi. Un operazione resa necessaria dallo stato terminale del suo vecchio cuore[7] ed era così all’avanguardia, che solo Santini poteva compierla. Normalmente non consiglierei un intervento, ma so che il paziente non è il tipo da seguire i consigli su una vita sana e regolare.-
Pepper ed Happy si scambiano uno sguardo. Loro, come la dottoressa Foster, sanno che in realtà Tony Stark è Iron Man e che non c’è modo di sperare che se ne stia tranquillo. Jane continua.
-Qui, in quest’ospedale abbiamo un solo chirurgo abbastanza bravo da poter tentare di metterci le mani, ma l’assistenza di Santini sarebbe, comunque, preziosa.-
-Allora chiamatelo!- sbotta Pepper –Se è una questione di soldi, non ci sono problemi.-
Jane la guarda dura
-Non mi preoccupo mai dei soldi, ma solo della salute dei miei pazienti, lei dovrebbe saperlo Miss Potts.- replica.
-Lo so, mi scusi Dottoressa.-
In quel momento, ecco arrivare un uomo in camice bianco. È il dottor Keith Kincaid, marito di Jane. È lui il chirurgo di cui parlava la Foster? Certo si è fatta una fama di chirurgo eccezionale, come… come Don Blake, il medico scomparso da tempo. Ora che ci pensa, Kincai9d gli somiglia moltissimo, che ci sia…. Calma, pensa Pepper, a furia di frequentare supereroi ti stai facendo trascinare dalla fantasia.
Happy le batte sulla spalla.
-Pensavo di fare un salto in ufficio a sistemare alcune cose, tu resti qui immagino.-
Lei prova a sorridere
-Si, non mi muoverò di qui finché non gli avrò parlato.- risponde.
-Lo immaginavo, beh cerca di non affaticarti troppo, Sai? Sei sempre la mia rossa preferita.-
Uscendo Happy si volta a guardare verso l’ex moglie. Certe cose non cambiano mai, pensa, forse sono semplicemente scritte nel destino. Eppure…. Scaccia il pensiero molesto ed esce.
Non esistono ostacoli per lo Spettro: gli basta diventare immateriale per superare i sistemi di sicurezza e poi, una volta entrato, attivare un altro dei suoi aggeggi per diventare invisibile sia ai sensori elettronici, che alla semplice vista. Ora può iniziare la sua opera di sabotaggio.
4.
Le notizie viaggiano veloci e nel suo ufficio di Chicago, il milionario Howard Finch apprende dell’attacco di cuore di Tony Stark quasi in tempo reale. La sua prima preoccupazione è per la figlia (Per lui Katherine è e sarà sempre sua figlia, a dispetto di chi sia il suo padre biologico). Spera non abbia già saputo la notizia. Telefona subito alla moglie.
-Hai già saputo di Stark, immagino.-
<<Si dalla TV poco fa, pensavo di andare a scuola e parlare con Katherine per dirle la cosa prima che l’apprenda per caso.>>
-Ottima idea, vuoi che venga con te?-
<<Lo faresti davvero?>>
-Non chiederlo nemmeno, sarò alla scuola tra mezz’ora.-
Howard riattacca e sospira.
Alla REvolution, Daniel Rand siede alla scrivania di un ufficio che usa pochissimo. Quando decide di recitare il ruolo dell’uomo d’affari, riserva i suoi sforzi all’azienda di famiglia, la Rand-Meachum, ma quella è gestita molto bene dalla sua socia Joy Meachum e lui, di solito, non interferisce. A volte non è certo se la vera maschera non sia Danny Rand, piuttosto che Iron Fist. Ora, però non ha tempo per simili domande: con Stark all’ospedale e Rhodes in California, qualcuno deve occuparsi dell’ordinaria amministrazione ed è toccato a lui. All’entrata di Misty Knight alza la testa.
-Come sta Stark?- le chiede dopo i convenevoli.
-Stabile. I dottori dicono che grazie al suo avveniristico pacemaker sarà in grado di andarsene in un paio di giorni quasi nuovo.-
-Colleen è là?-
-Si. Buffo no? Sino a ieri diceva di detestarlo ed ora eccola al suo capezzale e non è la sola, c’è anche la Potts. Quello Stark fa davvero colpo sulle donne.-
-Tranne che a te.- le dice Danny.
-Io ho trovato di meglio e non lo mollo.- replica Misty abbracciandolo.
Il loro attimo di intimità è interrotto dal suono di un’esplosione, seguito da quello di un allarme.
-La pace non dura mai a lungo.- sentenzia Danny.
Pochi minuti prima. Lo Spettro ha piazzato le micro carche esplosive, I danni che faranno e la confusione che genereranno gli permetteranno di compiere il resto del suo lavoro. Ci sono cose che un qualsiasi hacker può fare, ma lui distruggerà il sistema alla radice.
Happy Hogan non sa perché è venuto alla REvolution: ha dei problemi da affrontare alla Fondazione ed alcuni sono urgenti. Un altro modo per sentirsi vicino al capo, forse, no lo sa. Certo lui, Tony e Pepper sono sempre starti un gruppo affiatato, nonostante le evidenti differenze culturali e sociali. Pepper… dovrebbe smettere di pensare a lei. Tra loro è finita ormai, no? Sono divorziati, hanno vite separate, eppure…. Avrebbe dovuto saperlo che sarebbe finita così, chissà se Tony si rende conto di… Cos’era quello? Esplosioni? La fabbrica sotto attacco? Succede spesso e stavolta il nemico di turno ha scelto il momento adatto con Tony all’ospedale e Rhodey a Los Angelus, non c’è nessuno per difendere il posto e la volta della gente. A meno che… No, non pensarci nemmeno, è assurdo. Un’altra esplosione. Calcinacci che cadono e stanno per colpire una donna.Happy scatta e la placca con una presa degna del miglior giocatore di Football e la porta al sicuro. Basta! Si dice, non posso permettere che continui. Corre verso l’ufficio di Tony.
5.
Iron Fist svolta il corridoio per trovarsi di fronte a… nulla. Eppure il suo, chiamiamolo sesto senso, gli dice che qualcosa non va. Ricorda gli insegnamenti che gli hanno impartito. Cerca di svuotare al mente, di espandere i suoi sensi oltre il normale spettro e... Eccolo! È una figura evanescente, poco più di un fantasma, ma c’è, invisibile ad ogni tipo di rilevamento
-Tu, fermo!- intima.
Lo Spettro ritorna visibile.
-Così mi hai visto eh? Tu devi essere uno di quei noiosi supereroi.-
-Sono Iron Fist e non ti permetterò di mettere in pericolo la vita degli innocenti.-
-Le solite belle parole, datti da fare, eroe.
Iron Fist salta, ma lo Spettro si è reso immateriale e l’eroe ci passa attraverso. Per quanto sorpreso, Iron Fist è un combattente tropo esperto e gli basta una rapida capriola per rimettersi in piedi.
-Complimenti Jackie Chan, ora che ne dici di provare un altro attacco?-
Lo sta sfidando, spera che diventi imprudente, che lasci agire la rabbia, ma lui non è mai stato imprudente. Il suo avversario ha molti talenti e deve stare attento. Si avvicina con cautela e studia l’avversario. Ha sicuramente dei punti deboli e …
-Spiacente cocco. Non ho tempo per te.-
Lo spettro lancia una granata e rapidamente l’ambiente si riempie di gas
-Trattieni pure il respiro, amico, vediamo quanto dura.- dice lo Spettro.
Bastano pochi minuti ed Iron Fist cade svenuto.
-Iron Fist. Bah, non eri alla mia altezza. Avei preferito battere Iron Man.-
<<Attento a quel che desideri amico, potresti
ottenerlo.!>>
Dice una voce distorta da un filtro elettronico.
Pochi minuti prima. Happy ha raggiunto l’ufficio di Tony. Nella confusione seguita al suo attacco di cuore nessuno ha pensato a chiuderlo e la valigetta ventiquattr’ore è lì, sopra la scrivania. Happy spera che Tony non abbia cambiato la combinazione e... no, si apre. Eccola lì, l’armatura polarizzata e pronta all’uso. Ricorda ancora come si fa? Certo, certe cose non si dimenticano, anche se l’ha fatto solo poche volte in passato. Tra pochi minuti sarà pronto.
Lo Spettro si volge verso il nuovo venuto:
Ah!- esclama per nulla intimorito –Iron man, finalmente, mi aspettavo di vederti arrivare molto prima. Cosa c’è? Sei appena tornato dalle ferie?
<<Molto spiritoso.>> replica Iron
Man
<<Ora ti arrendi con le buone o devo essere io a farti fare il bravo
bambino?>>
-Puoi provarci, questo si, ma riuscirci? Non è affatto detto.
Dentro l’armatura di Iron Man, Happy Hogan non è così sicuro di se come vuol sembrare. Ha riconosciuto lo Spettro e sa che è u nemico temibile, ma è stato sconfitto in passato. Certo, da gente del calibro di Tony o, magari, l’Uomo Ragno, non dal primo che passa e si mette un’armatura. Beh tanto vale provarci. Lo spettro gli scarica contro un raggio da una strana pistola, il colpo lo respinge contro una parete che viene sfondata, facendolo precipitare all’aperto.
Ecco che ci guadagno a non stare abbastanza attento, pensa Happy, per fortuna questo gioiellino può sopportare di peggio. Basta evitare i Jets e… Ehi cos’è quello? Che fanno quegli idioti là sotto?
All’ospedale, finalmente è stato consentito l’accesso ala camera di Tony Stark. Le prime ad entrare sono Colleen Wing e Pepper Potts. Colleen non può negare di essere confusa riguardo Tony: aveva cominciato con notevoli pregiudizi nei suoi riguardi, a causa della sua fama di playboy, poi, dopo la loro avventura nella Terra Selvaggia,[8] aveva cambiato idea su di lui. Non era sicura di a che punto stesse la loro relazione, ma non aveva preso bene che lui l’avesse ignorata quando era saltata fuori la faccenda di Katherine e, dopo la loro ultima discussione, lui non l’aveva più richiamata. Ora, però, sembra tutto dimenticato, mentre si avvicina al letto dove Tony sta riposando.
Tony Stark apre gli occhi e vede la semi indistinta massa di capelli rossi e mormora:
-Pepper?-.
Colleen è indispettita, ma cerca di nasconderlo e gli stringe la mano rispondendo:
-No, sono Colleen, Miss Potts è qui anche lei, però.-
-Colleen, sono felice di vederti… anche tu Pepper. Ho fatto una figura da stupido, vero?-
-Hai solo preteso troppo da te stesso, come tuo solito.- risponde Pepper –Ora, però stai meglio. Tu e Miss Wing avrete parecchie cose da dirvi, immagino, quindi vi lascio soli. Ci vedremo domani, Tony.-
Se Tony vuol dire qualcosa per trattenerla, non fa in tempo, Pepper è già uscita dalla stanza.
6.
Gli idioti sono due giornalisti avvicinatisi troppo. Sciacalli che speculano sui guai del capo, pensa Happy, mentre vede dei frammenti di muro cadere su di loro. Con un pensiero istintivo, comanda ai jet sugli stivali di accendersi e vola verso di loro, afferrandoli all’ultimo momento e trasportandoli fuori pericolo
<<Non per fare il guastafeste, signori, ma se vi
avvicinate troppo al fuoco, rischiate di scottarvi, lo sapete?>> dice,
loro posandoli poco lontano. <<Ora scusatemi, ma ho un cattivo da
sistemare.>>
Non riesce a credere di averlo davvero detto, spinge i Jet verso l’alto, dove c’è il buco nella parete. Oops l’ha quasi superato, deve imparare a regolarne l’intensità. Ah! Parla come se avesse intenzione di fare Iron Man per sempre, l’ha fatto solo per via di quest’emergenza e… lo Spettro è scomparso, ma lui non crede che se ne sia andato. Aspetta, c’è un modo per rintracciarlo; come faceva io capo? Vediamo se funziona.
-Jocasta mi ricevi? Sono Happy Hogan nell’armatura di Iron Man
La voce dal timbro metallico risuona nei suoi auricolari.
<<Ti sento benissimo,
Hogan, che posso fare per te?>>
-Innanzitutto, dimmi tutto quello che sai su un tizio chiamato Spettro.-
<<Lo Spettro:
sabotatore industriale, dotato di un’apparecchiatura in grado di renderlo
invisibile od intangibile, ma non tutte e due le cose insieme. Usa come armi
granate semplici ed al napalm ed una pistola a raggi di energia.>>
-Grazie della lezione.Mi sai dire se è ancora qui o è scappato?
<<Sembra invisibile
ai sensori, ma sto riaggiustando i parametri per adattarli a qualunque
frequenza stia usando ora e… eccolo, è proprio dietro di te.>>
“Iron Man” si gira di scatto e, contemporaneamente, attiva una doppia scarica di repulsori conto il suo avversario
<<Se credevi di sorprendermi, ti sei sbagliato, bello!>> esclama, attraverso il filtro vocale.
Lo Spettro riattiva il dispositivo di intangibilità appena in tempo
-Troppo tardi Iron Man, non sei stato abbastanza svelto.-
Maledizione, pensa Happy, se esiste un modo di battere questo qui non è certo questo vecchio pugile suonato che sarà in grado di trovarlo.
L’uomo nell’armatura di Iron Man comincia a temere di aver fatto il passo più lungo della gamba.
FINE PRIMA PARTE
NOTE DELL’AUTORE
Eccoci alla fine della prima parte di una storyline che inizierà a far luce su alcuni vecchi misteri riguardanti questa serie e porrà le basi per altri, si spera, intriganti avvenimenti. Per il momento, via con le note.
1) So che vi direte subito: i problemi di cuore e Happy Hogan nei panni di Iron Man, ma che razza di idee ha in testa questo Monni? Tranquilli, so quel che faccio ed i risultati potrebbero sorprendervi piacevolmente. Mi limiterò solo a dirvi questo. Una delle particolarità di Iron Man è che è un supereroe che, almeno apparentemente, chiunque potrebbe essere. In fondo, è l’armatura ad essere importante, non l’uomo che la indossa, giusto? Giusto? Chissà…
2) Lo
Spettro è un nemico di Iron Man creato nel 1987 da David Michelinie & Bob
Layton (Con Mark D. Bright alle matite) nel loro secondo run su Iron Man ed è
ormai divenuto un classico di Testa di Ferro, ora tocca ad Happy Hogan
risolvere il problema di come si può sconfiggere un nemico che non si può
toccare.
3) Rebecca
Bergier, Direttore delle Operazioni dell’Agenzia Indipendente per la
salvaguardia dei diritti umani a livello internazionale chiamata Worldwatch
(che non ha nulla a che fare con l’omonimo gruppo di supereroi dell’O.N.U. e
che presto cambierà nome, ne saprete di più nei prossimi episodi.) è
un’omosessuale dichiarata, la qual cosa non ha mai avuto grande importanza per
i suoi amici e per Jim Rhodes all’epoca in cui era il suo capo, ma ha esposto
sia lei che altri a ricatti che lei respinse dichiarando pubblicamente le sue
inclinazioni sessuali col pieno supporto di amici e compagni di lavoro. Ora
questa donna e la sua organizzazione entrano a far parte del già ricco cast di
questa serie. Come ho detto, ne saprete di più in futuro;
4) Che
problemi ci sono alla Stark-Fujikawa? Abbiate pazienza, devo proprio dirvi
tutto?
5) Un’ultima
parola sulle condizioni cardiache di Tony. Come tutti saprete certamente, Tony,
per lungo tempo, ha vissuto con una scheggia di granata nel cuore, il quale
continuava a battere grazie ad un pacemaker elettrico inventato da Tony e dal
professor Yinsen. Qualche tempo dopo, in seguito ad un attacco più forte degli
altri, Tony fu sottoposto dal Dottor Jose Santini ad una complesso intervento
di trapianto cardiaco, con la sostituzione del suo cuore malato con uno
parzialmente artificiale.. Il suddetto cuore aveva retto molto bene, nonostante
due superate crisi di rigetto, ma dopo l’alcoolismo, due morti e relative
resurrezioni, gli strapazzi e lo stress subito ultimamente, niente di più
facile, che il cuore di Tony si ribellasse allo stile di vita dello stesso. La
situazione è, quindi, questa: il pacemaker ha stabilizzato le condizioni di
Tony; se Tony farà il bravo bambino, potrà toglierselo fra due o tre giorni, se
poi continuerà a fare il bravo bambino, potrà continuare così pressoché
indefinitamente; se non farà il bravo bambino, sarà necessario operarlo.
Domanda: voi come credete che si comporterà Tony?
Nel prossimo episodio: la risoluzione dello scontro con lo Spettro con l’intervento di Machine Man. Altre novità sulle nostre sottotrame ed in più: alcuni graditi (spero) ritorni.
Carlo
[1] Oltre a quanto visto negli ultimi episodi, c’è tutto quanto è avvenuto in Vendicatori #22/26, le cui vicende sono precedenti a quest’episodio (un Carlo custode della continuity -_^)
[2] Si riferisce agli eventi del dopo Onslaught narrati in Iron Man Vol 2° 1/13
[3] Come visto in Marvel Knights #28
[4] La figlia di Tony di cui lui ha scoperto l’esistenza solo nel #10
[5] Nell’ultimo episodio
[6] No, non il gruppo di supereroi dell’O.N.U. -_^
[7] Tanto tempo fa in Iron Man Vol 1° #14 (Devil, Corno #109)
[8] Episodio #8