#12
(PARTE TERZA)
IL CAVALIERE E LA SUA SCINTILLANTE ARMATURA
Di Carlo Monni (da un’idea di Tobia
Brunello)
1.
Il mondo di Anthony Edward Stark è appena stato
rivoltato. Ha appena scoperto che una donna che aveva amato anni fa ha avuto
una figlia da lui e non glielo ha mai detto. Non solo, ha permesso che un altro
uomo la riconoscesse come propria e l’allevasse al posto suo Di fatto, l’ha
resa un’estranea. I sentimenti
prevalenti di Tony sono la frustrazione e la rabbia, mentre entra nella suite
che ha prenotato nel più elegante albergo di Chicago, sentimenti alimentati
anche dal giornale che ha trovato nel taxi che l’ha portato sin lì. Il titolo
del New York Express parla chiaro:
Ex fidanzata del magnate partorisce poco
dopo averlo lasciato
Il secondo erede Stark?
Un
titolo che lo riempie di furia, ma la parte più dura da mandar giù e che non sa
se quanto l’articolo dice sia vero. Non importa, nulla ha importanza, tranne la
lezione che darà a quegli insolenti giornalisti. Jameson e Hobbs dovranno
pentirsi di aver permesso la pubblicazione di quegli articoli. I suoi occhi
cadono sul mobile bar: sicuramente c’è del buon Bourbon d’annata in cui
annegare i suoi guai. No, non deve nemmeno pensarlo. Il telefono della stanza
squilla insistentemente, distraendolo dai suoi pensieri pericolosi. Chi diavolo
può essere? Si chiede. Un altro seccatore? Dall’altro capo del ricevitore, gli
risponde una voce che conosce molto bene, quella di una delle poche persone che
considera veramente amica:
<<Tony, è tutto il giorno
che cerco di raggiungerti, stavo cominciando a preoccuparmi.>>
-Pepper, che piacere sentirti.-
risponde Tony -Sei un vero sollievo. Hai ragione, avevo lasciato staccato il
cellulare. D’altra parte, con quegli avvoltoi di giornalisti ad alitarmi sul
collo… Hai letto il New York Express?-
<<Certo.>> risponde
Pepper Potts <<Sembra che capiti tutto insieme vero? Ho sentito anche
della battaglia con quel tipo…El Toro Negro.>>
-Quello non è stato niente.
Preferisco mille supercriminali a questo, ma la pagheranno per questa invasione
della privacy.-
<<Allora è vero? La figlia
di Joanna è tua figlia?>>
-Si, è vero e me l’ha tenuto
nascosto per tutti questi anni. Che diritto aveva di farlo? Non doveva decidere
per me. E’ fortunata se non gliela faccio pagare per…-
<<Tony!>> c’è una nota
di allarme nella voce di Pepper. Sente la rabbia in quella di Tony ed una
sottile paura si affaccia in lei <<Tony ho sentito che la bambina è
rimasta ferita nella battaglia, sta bene?>>
-Si, lei…Oh Dio!- Un pensiero
improvviso colpisce Tony: era così scosso dalla rivelazione di Joanna, così
preso dalla sua rabbia, che aveva completamente dimenticato la bambina. Se
Katherine Finch è davvero sua figlia, beh lui ha appena dimostrato di essere
proprio il tipo di padre che Joanna non voleva per lei: un egoista che pensa
solo ai suoi bisogni. Ce l’hai fatta Tony, sei diventato proprio come il tuo
vecchio, sei il degno figlio di Howard Anthony Stark, complimenti. –Scusami
Pep, ora devo tornare in ospedale, ci sentiamo dopo.-
Un
saluto frettoloso, poi, Tony apre la sua valigetta, avrà ancora bisogno
dell’armatura.
A
New York, Pepper Potts, riabbassa la cornetta. Non le è capitato molto spesso
di vedere Tony in queste condizioni. Spera proprio che non faccia qualche
sciocchezza, tipo: rimettersi a bere. Non importa quel che pensa, non può
affrontare tutto questo da solo, semplicemente non può. Non le resta molta scelta,
a quanto pare, tranne andare a Chicago.
Pochi
minuti dopo, Iron Man sorvola i cieli di Chicago per atterrare sul tetto del
Chicago Hope Hospital. Bastano pochi istanti per far scomparire l’armatura e
riporla nell’elegante valigetta ventiquattr’ore, poi, eccolo di nuovo al piano
della Terapia Intensiva. Joanna Nivena è ancora lì, accanto ad una finestra.
Vicino a lei, il marito, Howard Finch. Improvvisamente, Tony non sa cosa dire.
Joanna gira a guardarlo e stringe la mano del marito, i suoi occhi brillano di
sfida
-Sei tornato.- dice semplicemente.
-Questo è il mio posto.- risponde
lui –Prima ho permesso alla rabbia di guidarmi, ma ora mi sono ripreso. Non ho
cambiato idea, non posso perdonarti per avermi taciuto una cosa tanto
importante, ma ora che so la verità non abbandonerò…mia…figlia.-
-tanto per cominciare…- interviene
Howard Finch. … È mia figlia, lo è stata per 11 anni ed io sono l’unico padre
che conosce, l’unico che conti, direi. –
-Aspetta un attimo, Finch…-
-No, aspetta tu. Conosco i tipi
come te, Stark. Joanna non ha nemmeno dovuto dirmi perché vi eravate lasciati,
era chiaro come il sole. Non sei il tipo che si prende la responsabilità di una
famiglia. Avresti pensato a Kathy solo per incaricare qualcuno dei tuoi sgherri
di comprare un regalino per il compleanno o per Natale e ti saresti sentito a
posto con la coscienza. –
Tony
serra i pugni, cosa può replicare? Finch ha ragione? Non, non può averla, non
deve.
-Calmatevi, voi due.- interviene,
irata, Joanna –Parleremo dopo di questo, ora pensiamo a Kathy.-
In
quel momento, ecco arrivare uno dei medici e tre persone trattengono il
respiro.
2.
Nell’aereo
che lo riporta dalle rovine di Phoenix a New York, Harold, Happy Hogan, ex
pugile ed attuale Capo Amministratore della Fondazione Maria Stark, riflette. I
fondi per la ricostruzione della capitale dell’Arizona sono sotto controllo,
anche se il rischio che qualcuno privo di scrupoli possa approfittarne è sempre
presente, ora, però, è il momento di pensare al problema che lo aspetta a New York
Se il suo istinto non sbaglia, qualcuno al Centro Jimmy Betha a Harlem sta
usando impropriamente i fondi destinatigli, se è così, lui lo scoprirà e gli
darà una tale lezione che preferirà fare 15 round con Mike Tyson, piuttosto che
affrontarlo di nuovo. Mentre riflette, Happy apre i quotidiani newyorkesi
portatigli dalla hostess e quando arriva al New York Express tutti sentono
un’esclamazione censurabile uscirgli dalla bocca:
-Il capo sa come cacciarsi nei
guai, non c’è che dire.- commenta, poi, ad alta voce, mentre appena una smorfia
segna la sua solitamente imperturbabile faccia -Se la storia è vera, la stampa
lo massacrerà.-
Con
la sua storia in fatto di donne, pensa Happy, può dirsi fortunato che ne siano
uscite solo due di queste storie. Farà bene a riconsiderare la sua politica in
fatto di precauzioni.
Da
qualche parte, il finanziere Justin Hammer sogghigna divertito. La sua idea di
usare la piccola Katherine Finch (o dovrebbe chiamarla Stark, ora?) non ha dato
i risultati sperati: El Toro Negro ha fallito. Ma non c’è solo lui, dopotutto e
questa è solo un’altra mossa di una partita che dura da anni, ormai
Nella
sede americana della Stark-Fujikawa, a Long Island, New York, il Presidente
Morgan Stark è a colloquio con una variegata serie di collaboratori: Sunset
Bain, Presidente della Baintronics, una delle controllate della S-F, e
supervisore tecnico scientifico della Holding; Corvo, uno dei più abili hacker
della Nazione e la bizzarra Ruby Thursday, la cui testa, a forma di rotonda
palla color rosso rubino, è un interfaccia con ogni sistema informatico. Questi
tre hanno appena compiuto un’impresa davvero notevole sottraendo tutti i dati
disponibili sull’armatura di Iron Man al database della REvolution.[1]
-Perfetto.- commenta Morgan –Ora,
cara Sunset, sei in grado di replicare il software dell’armatura creata da mio
cugino?-
-Certo, caro Morgan.- replica la
donna con un sorriso di trionfo -Con questi dati, avremo proprio quel che ci
serve: un’armatura perfettamente funzionante e, con i cambiamenti che apporterò
al software, Tony non potrà toccarci nemmeno legalmente.-
-Questi particolari non mi
interessano, mi basta la tua garanzia che potremo iniziare presto la
produzione. Abbiamo già delle ordinazioni anche dal Giappone.-
Il
ronzio di un interfono interrompe Morgan.
<<Mr. Stark, Miss Fujikawa è
in arrivo nel suo ufficio.>>
-Signori, riprenderemo il
colloquio più tardi. Non c’è bisogno che la mia associata sappia del nostro
progettino, non ancora almeno. Per ora arrivederci.-
Sarà
un piacere rivedere la bella Rumiko, pensa Morgan.
3.
Il dottore si rivolge a Joanna e
suo marito
-Si riprenderà, non abbiate paura.
L’operazione ha avuto pieno successo e lei è una ragazzina molto forte.-
-Dio ti ringrazio!- esclama Joanna
e si abbandona ad un pianto liberatorio mentre il marito la stringe a se.
-Possiamo vederla dottore?- chiede
Finch.
-Per ora è meglio lasciarla
riposare, ma potrete vederla presto e credo che sarete un’ottima medicina.-
In disparte, Tony
osserva tutto, stringendo i pugni. È tagliato completamente fuori, eppure
quella è sua figlia e loro non hanno il diritto di ignorarlo. Non sa cosa dire
o fare. Ha sempre voluto avere il controllo di ogni situazione, ma in questo
caso né la forza di Iron Man, né i soldi di Tony Stark possono aiutarlo, non
adesso almeno. Può solo sedersi ed aspettare che accada qualcosa.
-Tony!-
Alza
gli occhi e la vede: Pepper Potts, proprio lì in quella corsia d’ospedale.
-Cosa ci fai qui?- le chiede.
-È proprio da te, fare una domanda
così stupida,. Ho capito che avevi bisogno di un’amica ed eccomi qui.-
Tony
abbozza un sorriso e le stringe la mano.
-Pep… non so davvero cosa farei
senza di te.-
-Scommetto che lo dici a tutte le
donne, o forse no ed è questo il tuo guaio.-
Si
siede accanto a lui ed attendono insieme.
A
New York un’altra donna dai capelli rossi è decisamente più infuriata. Il suo
nome è Colleen Wing e credeva di essere la donna di Tony Stark, ma sta
cominciando a chiedersi se non lo sia solo per questa settimana. Da quando è
scoppiata la grana della figlia, Tony è diventato irreperibile, non l’ha mai
chiamata e non risponde al cellulare. Alla scrivania, la sua socia Misty Knight
scuote la testa. È la terza, o forse la quarta volta, che la sente ripetere che
è infuriata, ma, a parte il fatto che deve mordersi la lingua per non dirle:
“te l’avevo detto”, non sa proprio cosa risponderle. Colleen è sempre stata una
donna di forti passioni e di scelte infelici in fatto di uomini. A Danny Rand
aveva tentato addirittura di staccare la testa,[2]
di Scott Summers era meglio non parlarne ed ora nientemeno che Tony Stark, un
uomo non certo famoso per la lunghezza e stabilità delle sue relazioni
sentimentali. In questo, però era, forse ingenerosa, dopotutto, entrambi erano
adulti e consenzienti, e Colleen avrebbe dovuto essere abbastanza in gamba da
non farsi guidare dai suoi ormoni. Bah, inutile pensarci troppo.
-Mi stai facendo girare la testa
Colleen, ti dispiace fermarti un attimo.- le dice.
-Ah scusami Misty, ma… beh non mi
piace essere trattata così. Prima devo venire a sapere da un giornale che Tony
avrebbe una figlia e questo posso sopportarlo, dopotutto neanche lui lo sapeva,
ma ora mi esclude dalla sua vita e questo proprio non riesco a mandarlo giù.-
replica, tutto d’un fiato, Colleen.
-Questo avevo cominciato a
sospettarlo, dopo la quinta volta che me lo hai detto.. mi chiedevo, però che
intendi fare.-
-A dir la verità…Misty, non lo so.
Ora ci si è messo anche questo stupido New York Express con la sua nuova
rivelazione.-
-Beh potremmo cominciare a trovare
questa Veronica Benning e vedere che ci dice, no?-
Sede
della REvolution, dove c’è qualcuno che deve ancora riprendersi da
un’esperienza non certo positiva
<<State
bene ragazzi?>> chiede Jocasta, l’Intelligenza Artificiale che
sovrintende ai sistemi computerizzati della REvolution.
-A dir la verità Jo…- risponde
Deathlok -..temevo che il nostro Aaron avesse riportato danni gravi al sistema,
ma sembra che fosse solo svenuto, se un simile termine si può applicare ad un
robot vivente.-
-Trovo il termine robot alquanto
riduttivo per descrivermi…- ribatte Aaron Stack, alias Machine Man, rizzandosi,
improvvisamente a sedere -…ma ammetto di non essere capace di trovarne di
migliori. Quanto a quello che mi è successo, lo definirei una temporanea
interruzione dei miei circuiti.-
-In altre parole, uno svenimento.-
replica Michael Collins.
-In altre parole, si.-
<<L’importante
è che tu non abbia riportato danni permanenti, Aaron.>> ribadisce
Jocasta.
-A scanso di equivoci farò una
scansione completa dei miei sistemi. Ad ogni modo la cosa importante è quel che
è successo con quel tentativo riuscito di hackeraggio.-
-Hai dei suggerimenti?- chiede
Deathlok
<<A dir la verità, ancora no.- risponde Jocasta -… ma con Tony Stark impegnato, credo che non ci sia molta scelta… Jim abbiamo un problema e, forse, per risolverlo ci servirà War Machine.>>
4.
Pepper
si avvicina a Joanna Nivena Finch.
-Immagino non si ricordi di me,
Mrs. Finch…- dice -…quando era la fidanzata di Tony, io ero solo la sua
segretaria, dopotutto.-
Joanna
fa un sorriso sforzato.
-Mi fa torto, Miss Potts.-
risponde - Mi ricordo bene di lei, anche se ha meno lentiggini e non sembra più
una liceale in libera uscita.-
-È sempre così acida?-
-Mi scusi, ma questa situazione mi
ha snervato. Non è facile, ora che il segreto è stato scoperto. Dovevo
aspettarmelo, prima o poi, sono stata stupida a pensare che non sarebbe mai
successo.-
-Inutile chiederle perché l’ha
fatto, vero?-
Un
altro sorriso.
-Sembrava la migliore delle idee
all’epoca, avevo i miei motivi per pensarlo. Tony non sembrava proprio il tipo
di padre che avrei voluto per i miei figli. All’epoca quel che volevo era solo
lasciarmi tutto alle spalle. Non avrei sopportato il fardello.-
-Vuol dire il suo carattere
arrogante o la doppia identità?-
Joanna
spalanca la bocca.
-Lei sa? Non dovrebbe
sorprendermi, dopotutto. Ricordo come lo guardava all’epoca ed era sorprendente
come lui non se ne sia mai accorto. Sapeva essere così cieco a volte. Immagino
che le cose siano cambiate, però.-
Pepper
fa una smorfia che potrebbe essere un sorriso amaro, prima di rispondere:
-Più di una volta per la verità.
Diciamo che ora siamo ottimi amici.-
-Non ho mai pensato che Tony Stark
potesse essere “solo amico” di una donna.-
-Ci sono cose più strane al mondo.
Piuttosto, come intende comportarsi con lui riguardo a… sua figlia?-
-Dovrò pensarci. Di certo non
gliela farò vedere prima di aver spiegato le cose a Katherine io stessa. Dovrò
parlare anche col mio altro figlio e non sarà facile, ha solo nove anni. Non so
se saprò spiegarlo… a tutti e due.-
Pepper
vorrebbe poter dire qualcosa, ma si rende conto di non sapere cosa.
Rae
Lacoste quasi si pente di aver accettato l’incarico di Responsabile delle
Pubbliche Relazioni della REVolution, cosa c’è di male, in fondo, a gestire un
negozio di Parrucchiere per clientela d’alta classe a Los Angeles? Beh lasciamo
stare. Ecco gli sciacalli dei media.
-Miss Lacoste, allora è vero che
Katherine Finch è la figlia di Tony Stark?-
-Miss Lacoste che ripercussioni
avrà la faccenda sulla società?-
-Come commenta l’articolo del New
York Express sul fatto che anche la fisioterapista Veronica Benning avrebbe
avuto un figlio da Stark?-
Rae
si schiarisce la gola e poi parla:
-Signori, ho solo un commento
ufficiale da fare: non abbiamo alcuna notizia sulla veridicità di queste voci,
che, pertanto, rimangono solo voci. Le questioni personali di Mr. Stark non si
riflettono sulla REvolution e per noi le cose continuano come sempre.Mi
permetterò una sola considerazione. Certa stampa dovrebbe pensare a cose ben
più serie che gettare alle ortiche la reputazione di una persona senza rispetto
per la privacy di chiunque vi sia coinvolto. A Chicago c’’è una ragazzina di 11
anni che ha visto il suo mondo sconvolto dalla discutibile etica di due giornalisti
e ciò, a prescindere dalla veridicità della notizia, è intollerabile. Ora
risponderò solo a domande che riguardano la politica aziendale.-
Non
è stato così difficile, dopotutto, anche se una seduta dal dentista sarebbe
stata più piacevole, pensa la giovane donna.
È
passato del tempo, ma ce l’ha fatta. Le modifiche al suo corpo eseguite dagli
scienziati di Justin Hammer l’hanno dotato di un sistema di supporto vitale che
gli ha consentito di sopravvivere anche mentre, stordito, piombava verso il fondo
del Lago Michigan, poi, una volta ripresosi, è stato facile risalire in
superficie ed ora El Toro Negro segue l’ultima direttiva impiantata nel suo
cervello: trovare Iron Man ed ucciderlo.
Come trovarlo? Il modo più semplice consiste nel trovare quella
ragazzina, Katherine e minacciarle la vita, Testa di Ferro si farà certamente
vivo. Non è un buon piano? Non pretendete troppo da El Toro Negro, in fondo, se
Hammer considera il suo cervello un optional, ci sarà pure una ragione, no?
5.
È la fine
di una lunga giornata e Tony si sente a pezzi, ha dovuto affrontare una verità
difficile da accettare. Le cose sono cambiate per sempre e dovrà prendere delle
decisioni dure. È buffo come ora pensi a suo padre. Come avrebbe affrontato
Howard Anthony Stark quella situazione? Buffo, che anche il marito di Joanna si
chiami Howard, proprio come il padre di Tony. Le assurde coincidenze della
vita. E tanto per smentire il detto per
cui i fulmini non cadono mai due volte nello stesso posto, ecco quell’articolo
del New York Express. Ha avuto tempo di leggerlo e rileggerlo più volte durante
l’attesa ed ancora non sa se crederci o meno. I tempi corrispondono, ma
Veronica avrebbe agito così? Glielo avrebbe tenuto nascosto? Certo, non si
erano lasciati troppo bene e poi c’era stata quella disgraziata faccenda della
“Traversata”, la sua cosiddetta “morte” e tante altre cose. No, di tempo ne è
passato da allora e, se avesse voluto, Ronnie l’avrebbe contattato mille volte.
Deve risolvere la questione appena avrà finito qui a Chicago. Guarda verso
Joanna e l’uomo che condivide con lei sentimenti ed emozioni da cui lui è stato
escluso. Lo avrebbe voluti, pero? Joanna ha ragione? Che padre sarebbe stato
per Katherine? No, non è questo il punto, Joanna non aveva alcun diritto di tenerglielo
nascosto, nessun diritto. Rabbia e frustrazione, ecco quel che prova. È in
momenti come questi che sente la mancanza di un bicchiere di scotch & soda.
Accantona quel pensiero immediatamente, poi non ha più il tempo di
soffermarvisi. Il pavimento
dell’ospedale trema, mentre El Toro Negro irrompe a passo di carica.
-Voglio Iron Man! Portatelo da
me!- grida.
Panico,
grida, confusione. Per un attimo Tony resta interdetto, poi Pepper gli ficca la
valigetta in mano e lo spinge verso la porta della toilette.
-Va!- gli intima –Fa quello che
devi fare!-
Lui
non replica, come ha detto lei, fa quel che deve fare ed in pochi istanti, Iron
Man è pronto e Tanto peggio per il suo avversario.
Justin
Hammer segue divertito l’evolversi della situazione grazie ai sensori
installati nel suo sgherro. Uno sviluppo insperato, in un certo senso. A quanto
pare il nuovo Toro Negro ha più sorprese del previsto. Bene, ragazzo, ora
vedremo se sei davvero all’altezza di sconfiggere Iron Man, eccolo che arriva,
infatti, un moderno cavaliere in una scintillante armatura che viene a salvare
la damigella in pericolo.
Iron
Man piomba direttamente su El Toro Negro e lo spinge oltre una finestra.
<<Questo
è un ospedale amico non un campo da football, quindi vediamo di portare la battaglia
altrove..>> esclama il Vendicatore Dorato mentre piombano all’esterno.
-Ti ucciderò Iron Man!- urla il
suo avversario.
<<Oh
se solo avessi un decino per ogni volta che me l’hanno detto, avrei un’armatura
fatta interamente di monetine, adesso.>>
I due sono
l’uno di fronte all’altro adesso ed El Toro Negro carica in modo degno del suo
nome. Iron Man è preso di sorpresa, ora le dita del suo avversario stringono la
sua gola di ferro. Il metallo tiene, ovviamente, anche se l’armatura è rimasta
danneggiata nella precedente battaglia,[3]
ma il nemico è davvero superforte. Non è della classe di Namor o Hulk, ma è pur
sempre tosto e chiunque gli abbia fatto quegli innesti bionici conosceva bene
il suo lavoro, non è il caso di andarci troppo cauti. Non c’è di mezzo solo la
sua incolumità, è per colpa di quest’energumeno che Katherine è finita
all’ospedale, adesso è il momento di pareggiare i conti. Il primo colpo lo
sferra col raggio pettorale e sbatte lontano l’avversario, poi si rialza in
piedi e stavolta è l’altro a sparare colpi energetici, ma Testa di Ferro è
lesto ad evitarli. Per fortuna, pensa, qui all’aperto ci sono meno rischi
di…NO! Un’ambulanza sulla traiettoria del raggio del Toro Negro. Una sola
speranza. Spinge i jet al massimo ed intercetta il colpo, attivando lo scudo
energetico. Il contraccolpo lo sbatte di nuovo a terra, ma almeno ambulanza ed
occupanti sono salvi. Ora usa entrambi i repulsori per colpire il suo
avversario.
<<Ora
mi hai fatto davvero arrabbiare, amico e dovrò darti una seria lezione.>>
Lo colpisce
con una combinazione di uniraggio e repulsori. Il suo avversario le prova
tutte: gli lancia della granate, ma sono neutralizzate gli spara, ma Iron Man
lo evita o resiste e continua a bersagliarlo. Infine, lo afferra e lo colpisce
una due, tre volte, finché non è caduto una volta per tutte ed è pronto per la
Polizia. Iron Man alza gli occhi verso lo squarcio provocato da lui e da Toro
Negro quando sono piombati fuori e vede Pepper e dietro di lei Joanna. Stanno
bene e questo gli basta. Ora ha altre cose da sistemare, è ora che Iron Man
esca, di nuovo, di scena.
Hammer
lascia sua scrivania ed esce nel parco della sua villa. È stato uno scontro
interessante, pensa, peccato per El Toro Negro. Ora dovrà spendere un po’ per
trovare il modo di riportarlo in libertà. Oh beh, almeno non lo tradirà, il
vantaggio di avergli praticato quella specie di lobotomia è che basterà
spegnergli il cervello fino a che non avrà ancora bisogno di lui e non è detto
che sia molto presto.
Hanno
attraversato il corridoio con ansia, poi la porta è stata aperta e Joanna ed
Howard Finch sono entrati. Tony è rimasto nel corridoio e sente la voce flebile
della bambina che dice:
-Mamma… papà…-
Poi la
porta si chiude e la famiglia Finch si rinchiude in un’intimità che a Tony
Stark è negata… Per ora almeno, ma domani, beh… domani è un altro giorno e le
cose saranno diverse.
Esce e si
avvia lungo il viale d’uscita. Forse è il suo destino pensa, forse non avrà mai
il calore di una famiglia, forse sarà per sempre solo.
Alle sue spalle, una donna dai
capelli rossi corre per raggiungerlo.
FINE TERZA PARTE
NOTE DELL’AUTORE
Ebbene, eccoci qui: dopo una pausa
di circa sette mesi ritorna tra noi la serie del Vendicatore Dorato. Mi sono
assunto l’onere e l’onore di continuare la saga della figlia di Tony Stark dove
l’aveva lasciata Tobia. Certamente non l’ho scritta come avrebbe fatto lui, ma
spero che apprezzerete il risultato. Tobia, scusami, ma non ce l’ho fatta ad
attendere. -_^
Ed ora, un po’ di note.
1) Innanzitutto,
la meno interessante delle spiegazioni: questa storia si svolge prima degli
eventi narrati in Vendicatori #17/2o ed in generale prima degli eventi
collegati alla miniserie “Inferno².” Successivamente Iron Man compare in
solitario in un uno speciale, che speriamo di potervi offrire presto, in cui,
nel pieno di “Inferno²”, Iron Man si confronta con i suoi demoni personali, per
poi riapparire in Capitan America #12, Vendicatori #21 ed “Inferno². #3. La
prossima storia, invece, fungerà da epilogo alla saga di Katherine e si
svolgerà subito prima di Vendicatori #22.
2) Voglio
chiarire subito che io ho sempre detestato quegli scrittori che arrivando su
una serie ignorano tutto quanto fatto dai loro predecessori e modificano tutto
infischiandosene di tutto. Tobia ha fatto un ottimo lavoro ed io ho intenzione
di tener conto di tutti gli spunti ed i personaggi da lui introdotti.
Ovviamente le direzioni in cui mi muoverò non saranno sempre quelle che avrebbe
preso lui, ma non snaturerò di punto in bianco il suo lavoro.
3) Per chi
non lo sapesse, Veronica Benning, citata nella storia come madre di un altro
presunto figlio di Tony, è stata una delle ultime fiamme di Tony prima
dell’infame ciclo della Traversata. Era una fisioterapista, che l’aiutò a
recuperare l’uso delle gambe, dopo che era rimasto paralizzato successivamente
al suo “ritorno in vita” dopo la guarigione da una grave degenerazione
cellulare. Fu lei a piantarlo. I motivi: semplice era convinta che Tony fosse
incapace di costruire un vero rapporto paritario con una donna. Vi sembra
familiare?
Detto questo, non mi resta che
invitarvi al prossimo episodio, in cui Tony incontra, finalmente, Katherine e
ne approfitta per fare il punto sulla sua vita e sulla carriera di Iron Man, ma
non sarà tutto.
A
presto.
Carlo