#11 - KATHERINE

Parte seconda

Di Tobia

 

Morgan Stark sfoggia un sorriso da vincente. In una conferenza stampa spesso questa è una cosa decisiva: non importa tanto cosa dici quanto come la dici. La perdita della Oracle[I] e la conseguente denuncia della procedura illegale seguita al tempo dell’acquisizione è stato uno smacco per la Stark Fujikawa, ma Morgan sa che basta dare qualcos’altro di cui parlare ai giornali ed in poco tempo l’immagine della società sarà forte come prima.

“Benvenuti! Pregherei i giornalisti che hanno notizie su un mio presunto figlio segreto di farsi avanti subito. Nessuno? Bene, possiamo continuare…”

Una risata collettiva si diffonde per la sala.

“Passando a cose più serie, i motivi di questa conferenza stampa sono due. Per prima cosa, voglio annunciare che da domani sarà disponibile lo Stark Energy Glove, il nuovo accessorio di difesa personale progettato e sviluppato dai nostri tecnici. Per 7.500 dollari la gente potrà usufruire della tecnologia impiegata dai Guardiani della Volta. Un accessorio ormai indispensabile nel mondo in cui viviamo. Tre colpi a massima intensità prima di esaurire una batteria dalle dimensioni di un pacchetto di sigarette. Il tutto pesa solamente 200 grammi!” Mentre pronuncia queste parole, alle sue spalle uno schermo trasmette uno spot pubblicitario in cui un’avvenente ragazza indossa il guanto energetico in maniera molto sensuale puntandolo verso la telecamera. Una mano si alza dalla platea.

“Prego?”

“Non crede che sia troppo pericoloso mettere in vendita un accessorio del genere?”

“No, sinceramente. Anzi, è meno pericoloso di una pistola, avendo la possibilità di regolare l’intensità dei raggi repulsori che emette. Prego?”

“È vero che il progetto è stato sottratto illegalmente a Tony Stark?”

“Assolutamente falso. Il guanto è basato su dei progetti ideati da mio cugino per le Stark Enterprises, progetti che, come il resto della società, sono ora di proprietà della Stark-Fujikawa. Non mi risulta che Anthony abbia intenzione di intraprendere alcuna azione legale nei nostri confronti. D’altronde, ultimamente credo dia molta più importanza di un tempo al concetto di ‘famiglia’…”

Un’altra risata sommessa.

Una teca di vetro alta un paio di metri, ricoperta da un telo viene porta

“Il secondo motivo per cui è stata indetta questa conferenza, signore e signori, è questo!”

Il telo viene rimosso, e all’interno della teca appare un’armatura del tutto simile a quella di Iron man, solo diversa nei colori (blu e argento invece che rosso ed oro).

“Scattate tutte le foto che volete! Tra un paio di mesi, armature del genere saranno a disposizione delle forze dell’ordine in America ed in Giappone!”

 

Chicago.

Sullo yacht di Howard Finch si sta consumando un dramma. Iron Man osserva il corpo inerte della bambina che ha inavvertitamente travolto, sfondando il ponte sopra la cuccetta di prua. Non respira, non da segni di vita. Deve portarla assolutamente all’ospedale, ma prima deve liberarsi di El Toro Negro… Come in risposta alle sue preghiere sente il rumore del fucile che sta per sparare alle sue spalle. Immediatamente si prega sopra Kathy, proteggendola da eventuali colpi vaganti. Il computer interno lo avverte che lo strato più esterno dell’armatura ha ceduto. El Toro Negro si ferma un istante per ricaricare. Tony non aspettava altro, si gira e spara una raffica di repulsori. Il mercenario messicano evita agilmente l’attacco e lancia una piccola granata all’interno della cabina. Iron Man non ci pensa due volte, l’afferra e vola fuori, più in alto possibile. Non può rischiare di lanciarla semplicemente, chissà dove finirebbe. Dopo tre secondi la granata esplode, ed il computer segnala che i sistemi sono prossimi al collasso. Ha a malapena l’energia necessaria ad atterrare sullo yacht senza causare altri danni. El Toro Negro si avvicina minaccioso, con il fucile spianato.

“Mi dispiace, amigo. Pare che non approfitterai della pensione di Stark!”. Dice puntando il fucile verso un Iron Man quasi inerme.

 

Arizona.

Jim Rhodes si è precipitato qui prima possibile. Ha promesso a Tony che avrebbe pensato lui a tutti i problemi che sarebbero sorti mentre era a Chicago. Chi avrebbe mai immaginato che Happy Hogan avrebbe chiamato denunciando la presenza di Iron Man? Nei panni di War Machine è subito venuto ad indagare. Dato che Tony è a Chicago, quello che Happy ha visto sospeso a mezz’aria sollevando detriti attraverso qualche forza inspiegabile non poteva che essere un impostore. Dalla descrizione di Happy ha riconosciuto i due che hanno aiutato l’impostore, sono Pip il Troll e Gamora, un tempo compagni inseparabili di Adam Warlock ed ora, a sentire le ultime notizie, nuovamente membri della Guardia dell’Infinito[II]. Eccoli davanti a lui, ora.

Ok, belli. Visto che quello che vi ha aiutato ieri non era Iron Man, volete spiegarmi cosa cavolo sta succedendo?”

“Stiamo dando una mano a rimediare a questo disastro, lattina. Perché non ti dai da fare anche tu?”

risponde masticando il sigaro Pip.

“Senti nanetto, esigo di sapere chi si nasconde sotto…” Gamora si rivolge annoiata a PipPip, ti dispiace?” Il troll soffia via il fumo e Rhodey si ritrova a diverse miglia di distanza, a Phoenix, sembrerebbe. “…quell’armatura! Cosa diavolo ?!?” Si guarda intorno e inizia a riflettere. Quei due non stavano facendo nulla di male, anzi. Metterà al corrente Tony del fatto, ma se con un solo pensiero sono riusciti a metterlo fuori gioco, sarà meglio non irritarli ulteriormente.

 

Chicago.

Iron Man capisce di trovarsi in una situazione disperata. L’armatura sta convogliando l’energia residua nell’uni-raggio pettorale, ma non riuscirà mai a sparare prima che El Toro Neno faccia fuoco, e anche se ce la facesse, non riuscirebbe mai a portare la piccola Kathy in un ospedale in queste condizioni. Il dito del messicano sta per premere il grilletto quando il rumore di un piccolo motoscafo si fa sempre più vicino. Un bengala colpisce in pieno il mercenario, e Tony immediatamente si alza in piedi e scarica la potenza dell’uni-raggio contro il suo avversario, che viene sbalzato fuori bordo ed inghiottito dalle onde. Prima di crollare a terra privo di energia, riconosce l’uomo in piedi sul piccolo motoscafo che stringe ancora la pistola lanciarazzi con la mano tremante. È Howard Finch, marito di Joanna Nivena e fino a prova contraria il padre di Katherine. L’uomo sale di corsa sopra lo yacht e si avvicina a Iron Man.

“Tu sei la guardia del corpo di Tony Stark! Cosa succede? Dov’è mia figlia?”

Rialzandosi a fatica, Iron Man indica la prua, mezza sfondata. “Là sotto, bisogna portarla in ospedale, presto…”

“Oddio! Ce la fai a salire sul motoscafo? Vado a prendere Kathy!”

Finch si precipita sotto coperta, e riemerge con il corpicino esanime dalla bambina in braccio. Preme un pulsante sulla cabina dei comandi, facendo precipitare l’ancora in acqua, quindi sale sulla lancia attraccata al bordo dello yacht.

Iron Man, cos’è successo?”

“Un incidente, io… Stavamo combattendo, mi ha abbattuto e Kathy… me la sono ritrovata sotto…”

“Dio… chiamo un ambulanza… Prega che si riprenda, Vendicatore!”

 

New York. Stark-Fujikawa.

Morgan Stark passeggia con fare trionfale nello stabilimento di produzione. Non ha mai avuto il genio tecnologico di suo cugino, ma della famiglia ha sicuramente due tratti distintivi: il fiuto per gli affari e la capacità di scegliersi i collaboratori. Kenshiro Fujikawa ha fatto pervenire una nota in cui elogiava i suoi sforzi per diffondere il marchio Stark-Fujikawa negli Stati Uniti, il presidente Bush ha chiamato personalmente per ricevere informazioni sulle armature annunciate qualche ora fa, addirittura lo SHIELD, per quanto Nick Fury lo consideri “uno sciacallo che si nutre degli avanzi del cugino”, o almeno così gli hanno riferito, ha richiesto informazioni tecniche sulle armature. Ma Morgan sa bene che il merito del successo non è totalmente suo. Non sarebbe giunto a nulla di tutto questo se non fosse stato per la sua alleata, la donna che sovrintende alle varie operazioni del laboratorio tecnico, Sunset Bain.

“Mia cara, siamo sulla cresta dell’onda!”

“Immagino, Morgan. È una condizione a cui sono abituata, sinceramente.

“Non credo ti sentissi così dopo che il Nuovo Figlio aveva raso al suolo i tuoi stabilmenti.”

Sunset è un po’ risentita dell’affermazione.

“Te lo concedo, Morgan. La tua offerta è arrivata in un momento decisamente difficile. Ad ogni modo, sei sicuro di aver fatto bene ad annunciare la produzione delle armatura? Abbiamo riprodotto l’hardware, ma con il software siamo veramente in alto mare.

“Non ti preoccupare, ho contattato un paio di collaboratori che ci aiuteranno in tal senso.”

Una porta si apre ed entrano due persone. Uno è un uomo dai capelli lunghi neri ed indossa degli occhiali da sole ed una giacca di pelle nera. L’altra è una donna che indossa un succinto costume viola ed al posto della testa presenta una sfera rossa.

“Ti presento i nostri nuovi dipendenti. Raven, che è appena stato trasferito dalla nostra sede di Los Angeles, e la dottoressa Ruby Thursaday, che ha sacrificato la sua faccia per ottenere la facoltà di collegarsi con tutti i sistemi informatici mondiali.

“Curioso, Morgan. E cosa dovrebbero fare?”

“Non chiederlo a me, Sunset. Sei tu il supervisore di questo progetto. Confido che con il loro apporto tu riesca a risolvere il problema del software. Vi saluto, signori.”

-Non sei stupido, Morgan!- pensa Sunset –sai perfettamente che introdursi nei sistemi di Tony è illegale. Mi hai messo a disposizione i mezzi per riuscirci, ma non me lo hai ordinato esplicitamente. Se mai questa storia verrà fuori, riuscirai ad uscirne pulito…-

 

Arizona.

Happy Hogan supervisiona i lavori di soccorso finanziati dalla Fondazione Maria Stark. Nonostante l’intervento di molte persone, tra cui anche vari gruppi di superesseri, come i Campioni dello Zilnawa, i Rangers, la Guardia dell’Infinito, lo spettacolo è tremendo. La devastazione che osserva lo sgomenta e al tempo stesso lo rafforza. Negli ultimi anni si era sempre sentito un fallimento, come pugile, come marito… Il compito che gli ha affidato Tony lo ha riempito di fiducia, nemmeno quando vinceva tre incontri di seguito sul ring si sentiva così bene. Sta realizzando qualcosa di buono, di essenziale, qualcosa che Tony con la sua armatura di Iron Man non potrà mai fare. Sta regalando speranza, aiuto, calore a persone che hanno perso tutto. Tony non ha mai avuto il tempo e la possibilità di seguire a tempo pieno le attività della Fondazione, preso com’era dai suoi impegni con l’azienda e come Iron Man. Ma da quando è arrivato Happy, ora l’efficienza dell’organizzazione è aumentata a dismisura, tutti i soldi impiegati arrivano direttamente a coloro che ne hanno bisogno. L’unico cosa che non lo convince è l’ingente quantità di denaro indirizzata al centro giovanile di Harlem. Avrebbe voluto indagare, ma la situazione qui in Arizona è grave, e occorre concentrare tutte le forze in questo punto, per ora.

 

Chicago, sala di attesa di un ospedale. Tony è costretto ad indossare ancora i panni di Iron Man, almeno fino a quando la polizia non smetterà di interrogarlo. Mentre sta ricostruendo l’accaduto, nella stanza irrompe Joanna Nivena, accompagnata (o sarebbe meglio dire spinta) da due infermerie.

“Voglio sapere come sta mia figlia, non potete impedirmi di vederla!”

“Signora, non può entrare durante l’operazione, è molto delicata. Non appena sapremo qualcosa le faremo sapere, si faccia coraggio…”

Joanna si siede sconsolata, cercando inutilmente di nascondere le lacrime poggiando la fronte sul palmo della mano.

I poliziotti lasciano Iron Man ed escono dalla sala, mentre il Vendicatore si avvicina alla madre della bambina.

Joa… Signora Finch?”

“Tu… tu sei Iron Man! Sei la guardia del corpo di Tony!”

“Sì, io…”

Dov’è Tony? Perché sei qui?”

“Io… Mr. Stark arriverà a momenti, credo. Io… per caso ho notato lo yacht al largo e sono intervenuto…”

“È tutta colpa di quell’articolo…”

Mentre Joanna scoppia a piangere, Tony si allontana. Iron Man non può fare nulla in questa situazione. Ha visto una zona dell’ospedale deserta, dovrebbe essere in grado di cambiare identità indisturbato.

 

New York.

Nel laboratori sotterraneo della REvolution l’attività è frenetica. Machine Man, Deathlok e Jocasta sono impegnati nel ricercare e decifrare vari codici di programmazione, nel tentativo di infiltrarsi nella rete della Stark-Fujikawa.

Contemporaneamente, alla Stark Fujikawa Raven, Ruby e Sunset Bain compiono azioni molto simili con l’intenzione di penetrare nei database di Tony Stark. Mentre lavorano, Raven si accorge che c’è qualcosa di strano.

“Mi scusi, Miss Bain, ma a quanto pare Stark ci sta giocando lo stesso scherzo…”

Che cosa?” Sunset si precipita ad osservare il terminale dell’hacker. “È vero… Così anche Tony ha deciso di giocare sporco… a quanto pare stanno cercando i file di controllo delle armature, giusto?”

“Esattamente, evidentemente pensano che ne siamo già in possesso.

Ruby, riesci a penetrare nel sistema che sta cercando di infiltrarsi nel nostro?”

“Certamente” risponde la donna. La sua testa, inespressiva come al solito, aumenta le dimensioni, mentre sullo schermo di Raven inizia ad apparire lo schema del sistema della REvolution.

“Perfetto. Ci stanno dando una mano senza volerlo!”

Alla REvolution, Jocasta nota l’intrusione.

Attenzione! Ci stanno hackerando!

Deathlok e Machine Man si guardano.

“Non è possibile… Micheal, guarda, stanno penetrando nella banca dati, stanno copiando… oh, no!”

“Ho visto, Aron. Sono i file di controllo dell’armatura di Iron Man. Io entro nel cyberspazio, devo tentare di bloccarli.”

Deathlok si collega ai sistemi e apparentemente cade in trance.

In realtà la sua coscienza è proiettata nel cyberspazio.

“Computer, trova l’intruso e portami da lui.

Affermativo. Intruso individuato, si consiglia un attacco a sorpresa.

“Grazie tante!” Deathlok, o meglio il suo avatar virtuale, spara alcuni colpi in direzione della sagoma che vede in lontananza. Questa si volta verso di lui.

Deathlok! Da quanto tempo!” La sagoma si fa più definita, prendendo le sembianze di una donna con una piccola sfera al posto della testa.

“Io ti ho già vista[III]! Sei Ruby Thursday!”

“Esattamente, vedo che ti ricordi di me!” Dalla sfera iniziano a spuntare dei tentacoli che rapidamente avvolgono Deathlok.

Attenzione! Crollo neurale imminente, scollegarsi entro cinquanta secondi. Quarantanove…

“Dannazione computer, e come faccio a scollegarmi?”

Dati insufficienti a formulare una risposta. Trentasette…

Deathlok capisce che tutti i suoi sforzi per liberarsi sono vani, quando un paio di braccia meccaniche afferrano i tentacoli di Ruby e lo liberano.

“Aaron…?”

“Esatto, amico. Scollegati immediatamente, rischi di perdere quel poco di cervello che ti è rimasto, ci penso io qui…”

Ruby osserva il suo antagonista. “Machine Man, eh? La mia collega Sunset Bain sa molte cose su di te, anche sul come renderti inoffensivo…” Una scarica di dati attraversa i tentacoli cremisi, facendo sbalzare via Machine Man. Nel frattempo lo spazio surreale intorno ai tre si trasforma in qualcosa di simile ad un cristallo nero. Ruby sparisce, mentre il tutto rischia di imprigionare i due eroi. Deathlok abbraccia Machine Man e scompare a sua volta, per risvegliarsi nel laboratorio. Machine Man è ancora inerte.

Jocasta, che cosa è successo.”

Hanno rubato i dati e hanno lasciato dietro di loro un virus che ha cancellato ogni prova del loro passaggio. È come se non avessero compiuto nulla.

“Dannazione, gli abbiamo servito i programmi dell’armatura su un piatto d’argento, e loro si sono fregati anche il piatto!”

 

Chicago

Assicuratosi che non ci sia nessuno nei paraggi, Iron Man entra in un bagno dell’ospedale rapidamente per non farsi notare. Una volta chiusa la porta a chiave, estrae un piccolo modulo dal petto, una specie di scatoletta, che appoggia a terra prima di aprirla. In pochi istanti la sua fedele ventiquattrore è aperta sul pavimento, mentre il modulo torna al suo posto. “Caro vecchio Hank, a volte mi chiedo se hai mai pensato alle possibilità commerciali delle tue particelle Pym…” Estrae un vestito pulito e stirato dalla valigetta, si spoglia, ripone l’armatura nella valigetta e si veste, quindi esce a passo spedito dal bagno, dirigendosi verso la sala d’aspetto dove ha lasciato Joanna. Non appena entra, a Joanna cade un bicchiere d’acqua dalle mani, che va a frantumarsi in mille pezzi sul pavimento.

“Tony!”

“Ciao Joanna. Ho saputo di quanto è successo, mi dispiace veramente, ma devo sapere una cosa…”

“Immagino già cosa mi vuoi chiedere.”

“Senti, immagino che sia tutta una montatura, ho già chiesto ai miei legali di citare la redazione di Now e…”

Joanna, abbassa lo sguardo. “No, Tony… è vero! Katherine è… è tua figlia!”

Tony è impietrito. Passa una decina di secondi prima che riesca a riaprire bocca.

“Tu… tu… me l’hai tenuto nascosto per tutto questo tempo? Ma come… Perché?”

Perché… perché… oddio, ora ricordo, è come se fosse tornato disponibile un ricordo inaccessibile[IV]! Perché tu sei Iron Man! Perché non saresti mai stato il padre che volevo per mia figlia, l’ho capito a quella partita di tennis[V]!”

Tony fatica a guardarla in faccia.

“Come puoi dirlo? Non me ne hai dato l’opportunità! Mi hai tenuto nascosta l’esistenza di mia figlia! Joanna, come hai potuto fare una cosa del genere?”
”Io… io
…”

“Non posso perdonartelo, mi dispiace!”

Tony esce sbattendo la porta e si dirige verso l’uscita dell’ospedale. Non appena uscito, viene assalito da un’orda di giornalisti.

Cosa diavolo succede ora?”

“Mr. Stark, una dichiarazione sull’articolo del New York Express?”

Cosa ne pensa delle mosse di suo cugino?”

Tony cerca una via d’uscita, e adocchia un taxi poco distante. Alzando un braccio per prenotarlo, cerca di evadere alle domande dei giornalisti.

“È stata una giornata stressante, parlerò non appena avrò riordinato alcuni affari, vogliate scusarmi…”

Tony sale sul taxi. “Mi porti all’Hilton… o allo Sheraton… dove vuole lei!”

Mentre si rilassa, nota una copia del New York Express sul sedile. Deve averla introdotta qualcuno di quei giornalisti, pensa mentre lo afferra. Scorrendo la prima pagina, un titolo lo fa trasalire:

Ex fidanzata del magnate partorisce poco dopo averlo lasciato

Il secondo erede Stark?

 

CONTINUA

 

Note dell’Autore: Non ho molto da aggiungere su questo episodio. Nel prossimo episodio si tireranno le somme di tutti gli eventi, quindi aspettatelo ansiosi! Ringrazio Carlo e Valerio che in quel di Lucca mi hanno suggerito il modo per far avere a Tony un vestito impeccabile dopo un combattimento.



[I] DIFENSORI 2002

[II] Come visto su LA GUARDIA DELL’INFINITO 9

[III] Su Deathlok: Lo spirito del popolo cibernetico (Play Press)

[IV] Evidentemente l’intervento di rimozione psichica operata da Tony su Marvel Crossover 28 non è servito a molto su coloro così intimamente legati alla nascita di Iron Man

[V] Su Iron Man (Play Press) 28