N° 99
IO SONO TONY STARK
1.
Tony Stark si sveglia in un vicolo
con la testa pesante e la bocca impastata. L’ultima cosa che ricorda è di
essere stato nel suo appartamento. Pepper era appena uscita e… e poi più nulla
sino ad ora.
Cosa mi sta succedendo? Si chiede
mentre prova con una certa fatica a rimettersi in piedi. La testa gli gira e
subito dopo vomita.
Ha bevuto, questo è certo: dopo anni
di sobrietà ha ceduto ma quando e come? Questo è il secondo blackout in poco
tempo. Il primo è durato un paio di giorni[1]
e questo? Ha paura di scoprirlo ma deve.
Con un certo sforzo si muove. Le
gambe lo reggono ed è già qualcosa. Con passo malfermo si dirige nell’unico
posto dove pensa, o meglio: spera, di poter trovare le risposte alle sue
domande.
Non molto distante da dove Tony sta
muovendo i primi, incerti passi, un uomo dai capelli e barba castani ma così
chiari da sembrare quasi biondi e vestito con un impeccabile completo bianco
siede su una comoda poltrona e sorride soddisfatto.
-Mio caro Tony…-
mormora tra sé e sé -… questo è solo l’inizio..--
La
figura in armatura color nero e argento scivola sempre più verso il fondo del
Mar dei Caraibi. L’uomo al suo interno, James Rupert Rhodes, ha perso i sensi e
non è in grado di rendersi conto di ciò che sta accadendo. La sua
ipertecnologica armatura ha cessato di funzionare ma continua a proteggerlo
dalla pressione delle profondità marine e solo una riserva d’aria lo tiene in
vita al momento. Intorno a lui fluttuano i resti metallici del robot noto come
Demolitore con cui si è da poco scontrato ed ha sconfitto pagando, forse, il
prezzo più salato.[2]
Se fosse cosciente forse War Machine
potrebbe credere di avere le allucinazioni nel vedere la figura femminile che
sta velocemente nuotando verso di lui ma, presto si renderebbe conto che quella
donna è reale per sua fortuna.
2.
Non molto distante da dove War Machine
sta affondando sorge l’Hotel Sol del Mar, il più esclusivo, costoso e lussuoso
della piccola repubblica di Santa Providencia e soprattutto il vero centro di
potere di questo Stato caraibico crocevia di affari non sempre puliti.
L’uomo
biondo sui quarant’anni dallo sguardo crudele affacciato al terrazzo della
suite presidenziale si chiama Graydon Creed ed anche se non ha alcun titolo
formale è il vero padrone di Santa Providencia. È un uomo particolare Graydon
Creed: suo padre è Victor Creed, il mutante ferino meglio conosciuto come
Sabretooth, che della tigre dai denti a sciabola possiede la ferocia e la
spietatezza; sua madre si chiama Raven Darkholme ma le polizie ed i servizi di
sicurezza di buona parte del mondo la conoscono meglio come Mystica anche lei è
una mutante ed ha il potere di assumere l’aspetto che desidera. Apparentemente
Creed non ha ereditato alcun potere dai suoi genitori e nemmeno ne ha di suoi,
è figlio di due mutanti ma tecnicamente è un normale essere umano.
Tecnicamente, dicevamo, perché in fondo qualcosa Graydon Creed ha ereditato da
entrambi i suoi genitori: la crudeltà, l’amoralità e l’ambizione.
In
questo momento sul suo volto c’è un sorriso soddisfatto mentre osserva la
figura rossa e oro di Iron Man piombare al suolo colpita da un mini missile
sparato da uno dei mercenari superumani al suo servizio. Il sorriso, però gli
muore sulle labbra quando il Vendicatore Dorato arresta la sua caduta, riprende
l’assetto di volo e si dirige a tutta velocità verso il punto da cui è stato
sparato il missile.
Da
sotto un uomo di età indefinibile dai lunghi capelli corvini come i baffi alla
mongola, a petto nudo a parte una bandoliera a tracolla ricoperta di placche di
metallo. Ad osservarlo da vicino si capirebbe che è, come si dice oggi, un
Nativo Americano, ma questo è meno importante del fatto che è il leader di una
squadra di mercenari mutanti chiamata Marauders.
Vedendo
Iron Man puntare dritto su di lui Scalphunter non perde il sangue freddo e
sussurra ad un microfono:
-Harpoon, ora!-
Un robusto Inuit appostato poco
lontano scaglia verso l’alto un arpione caricato di una qualche forma di
energia ma una scarica di raggi repulsori lo colpisce a mezz’aria facendolo
esplodere.
Iron
Man atterra davanti a Scalphunter e dice:
<<Mi avevano avvertito che avrei avuto a che
fare con voi Marauders. Mi avete colto di sorpresa la prima volta ma ora sono
pronto ad affrontarvi.>>
John Greycrow stira le labbra in un
sorriso cattivo e replica:
-Davvero? Lo
vedremo.-
Un’improvvisa scossa di terremoto solleva
il terreno sotto i piedi dell’eroe in armatura.
L’Howard A. Stark Memorial Hospital
si trova nel Lower East Side di Manhattan ed è posseduto dalla Fondazione Maria
Stark. Si è fatto una fama come ospedale dei supereroi a causa del fatto che ha
una convenzione con il supergruppo dei Vendicatori.
La
cosa importa poco alla donna dai capelli rossi che entra in una stanza
riservata ai degenti di lungo periodo. Sul letto, collegata a macchine che la
tengono in vita e monitorano il suo stato, sta una donna il cui volto è
sfigurato da orribili cicatrici. Una cartella appesa al letto la identifica
come Whitney Frost ma la donna appena entrata conosce una verità diversa.
-Ciao Beth.- dice
-Immagino che non ti dispiaccia se mi prendo un po’ di confidenza con te, in
fondo si può dire che io sono te e lo sono da un bel po’ di tempo ormai. La tua
ex socia Ling McPherson ha scoperto chi sono veramente ed ho dovuto sistemarla.
Non mi è piaciuto farlo ma dovevo preservare la mia copertura. Sono certa che
lo capisci anche se non lo approvi. Devo ammettere che mi piace essere te,
quasi più dell’essere me stessa..-
La donna che tutti pensano essere
Bethany Cabe ma la cui mente è in realtà quella di Whitney Frost alias Madame
Masque si avvicina ad quadro comandi e sfiora con le dita il pulsante di
accensione.
-Dicono che non hai
quasi nessuna speranza di risvegliarti. Forse ti farei un favore a staccare la
spina. Che ne dici?-
Il rumore della porta che si sta
aprendo la spinge ad allontanarsi. Pochi istanti dopo nella stanza entra un
uomo dai capelli rossi che vedendola esclama:
-Beth, cosa fai
qui?-
-Potrei farti la
stessa domanda Mike.- ribatte lei -Se ci tieni a saperlo, dopo che mi hai detto
di aver incontrato Madame Masque[3]
non ho resistito all’impulso di vedere se lei fosse ancora qui.-
-È la prima cosa
che ho controllato. Secondo i medici è proprio lei, non ci sono dubbi. Quella
che era con Nefaria e gli altri doveva essere un’impostora.-
-Già. Dopotutto dietro
una maschera può esserci chiunque. Non mi hai ancora detto perché sei qui,
Mike.-
-Tony
è scomparso un’altra volta.. Speravo di trovarlo qui.-
-Ancora?
Non penserai che si sia rimesso a bere?- chiede Beth con tono di sincera
preoccupazione.
-Mi
auguro di no.- replica Mike.
-Beh,
muoviamoci. E cerchiamo di scoprirlo. È inutile restare qui. Lasciamo che
Whitney riposi tranquilla.-
I due lasciano la stanza e non si
avvedono che sui monitor accanto al letto i segni vitali della donna che vi è
distesa mostrano un improvviso picco per tornare ai valori consueti subito
dopo.
La dimora che si trova al numero 890
della 5° Avenue a New York un tempo era la casa di città della famiglia Stark
poi Tony Stark l’ha donata alla fondazione che porta il nome di sua madre con
il vincolo di usarla come sede del gruppo di supereroi noti come i Potenti
Vendicatori ed è proprio qui che Tony Stark in persona si presenta ad un
sorpreso Edwin Jarvis.
-Padron
Tony, non mi aspettavo di vederla qui!- esclama il sempre solerte maggiordomo.
-Devo
fare una cosa urgente, Jarvis.- replica Tony.-
-Va
tutto bene, signore?-
-Questo
è proprio ciò che voglio scoprire.-
Senza attendere oltre Tony si dirige
verso una sala vicina mentre Jarvis lo osserva con espressione preoccupata.
Tony si chiude la porta alle spalle
poi si siede su una poltrona e si infila in testa un casco
-Speriamo
che l’induttore di ricordi funzioni.- mormora tra sé e sé
Aziona una serie di pulsanti sul
bracciolo destro della poltrona. Per un momento nulla accade poi attorno a Tony
tutto scompare e lui si ritrova in piedi ed in mezzo al nulla.
-Ma
che succede?- esclama sorpreso -Non è questo che doveva accadere!-
Davanti a lui comincia a
materializzarsi la figura di un uomo vestito di bianco con capelli baffi e pizzetto
castani chiari che dice:
-Benvenuto
nella tua mente Tony… finché è ancora tua.-
-Tu!-
esclama ancora Tony -Tu sei…-
La figura muta d’aspetto sino a
diventare una perfetta replica di Tony e sorridendo ribatte:
-Io?
Io sono te.-
3.
Jarvis
è intento alle sue normali occupazioni quotidiane quando sente un urlo
provenire dalla sala vicina.
-Padron
Tony!- esclama.
Messa da parte la sua abituale flemma,
il maggiordomo corre verso il punto da cui è provenuto il grido ma proprio in
quel momento la porta si apre e ne esce Tony Stark che si spazzola la giacca
con le mani. Davanti allo sguardo ansioso dell’altro, lo rassicura:
-Tutto
a posto, Jarvis. Doveva esserci un interruttore difettoso ed ho preso una
scossa ma non è niente di serio.-
-Ne
è sicuro, signore?- replica Jarvis -Quel grido…-
-Ho
detto che sto bene, Jarvis e so quel che dico.- ribatte Tony con freddezza -Ora
scusami ma ho degli affari di cui occuparmi.-
Senza dire altro Tony esce dal palazzo
mentre Jarvis non smette di fissarlo. Non importa cosa ha detto Padron Tony,
pensa, c’è qualcosa che non va, decisamente non va.
Jim Rhodes si sveglia con in bocca un
sapore strano e la vista confusa. Come attraverso una nebbia vede, china su di
lui la figura di una donna dai capelli biondi. Un nome gli sfugge dalle labbra:
-Rae?-
-Non
sono Rae, mi spiace.- risponde la donna in un ottimo Inglese venato da uno
strano accento che gli sembra vagamente familiare.
La vista gli si schiarisce e
finalmente Rhodey può mettere a fuoco la figura di una donna dai fluenti
capelli biondi e la fronte ornata da una tiara argentea. Indossa un costume da
bagno intero con un’ampia scollatura, è a piedi nudi ed alle caviglie svettano
due piccole alucce.
-Sono
Namora, Principessa Reggente di Atlantide.- si presenta -Tu sei War Machine,
giusto? Ci siamo conosciuti quando abbiamo combattuto insieme Thanos.[4]
Non avevo idea che tu fossi nero.-
Solo adesso Rhodey si rende pienamente
conto di essere senza armatura. Come se gli leggesse nel pensiero, Namora
aggiunge:
-Ho
dovuto aprire quel che restava della tua armatura per poterti salvare. Sei
stato fortunato che mi trovassi a passare da queste parti o saresti annegato o
soffocato.-
-Ti
ringrazio. Direi che al Demolitore è andata peggio.-
-Parli
del robot i cui nei cui detriti mi sono imbattuta? A quanto sembra, l’hai
distrutto.-
-Se
lo meritava. Ascolta, Namora: laggiù…- indica una palazzina poco distante -…
c’è, o almeno c’era sino a poco fa, una ragazzina che ho la sensazione abbia
bisogno di aiuto.-
-Posso
volare fin laggiù in un batter d’occhio, ma tu?
Rhodey fa un sogghignò e replica:
-Io
sono un combattente nato. Saprò cavarmela.-
Namora lo squadra attentamente e
commenta:
-Ne
sono convinta.-
Senza dire altro vola verso la
palazzina lontana e subito Rhodey la segue correndo.
Nelle Alpi Svizzere un robot verde
smeraldo vola portando con sé la figura esanime di uomo che indossa l’armatura
di Iron Man. Non è possibile capire se sia solo svenuto o se sia addirittura
morto e di certo al robot non importa.
Atterra di fronte alla villa della
Contessa Stephanie De La Spiroza ed attende finché la nobildonna europea non
esce accompagnata dall’avventuriera americana di nome Meredith McCall.
-Mio
Dio!- esclama Stephanie.
-Non
è possibile!- le fa eco Meredith.
Il robot chiamato Demolitore, gemello
di quello che si è scontrato con War Machine nei Caraibi, lascia cadere al
suolo il suo fardello, poi vola via.
4.
Una donna dai capelli
biondi e corti che indossa una tuta bianca aderente che le lascia scoperta la spalla destra sta in ginocchio e fa un
sorriso cattivo mentre, coperta dalle palme sulla spiaggia di Santa Providencia
poggia le mani al suolo. Dalle sue dita si sprigiona un'onda di energia che
attraversa il terreno davanti a lei provocandone l’immediato sollevamento, un
piccolo terremoto localizzato in sostanza.
A poca distanza, Iron Man, già
sbalzato a terra dalla precedente scossa si ritrova sommerso dai detriti. Poca
cosa per uno come lui.
<<Tutto qui quel che sapete fare?>> esclama, sarcastico <<Mi aspettavo una sfida più seria.>>
-Se è quello che
vuoi...- replica Scalphunter -... sarai accontentato. Scrambler, tocca a te!-
Un ragazzo di evidenti origini
asiatiche esce da dietro una palma e poggia le sue mani sulle spalle di Iron
Man. Meno di un secondo dopo tutte le funzioni dell'armatura vanno in tilt e
l’eroe in rosso ed oro piomba a terra.
-Bel lavoretto eh?-
dice sogghignando il ragazzo coreano.
-Ed è ora di
finirlo.- commenta Scalphunter.
Con rapidità incredibile assembla un
fucile di foggia avveniristica usando i componenti elettronici attaccati alla
sua bandoliera, poi lo punta sulla figura a terra.
-Addio.- sussurra,
poi spara.
Dal piccolo complesso di edifici che
costituiscono i laboratori scientifici di Santa Providencia una ragazzina di
colore che non può avere più di 15 anni osserva lo scontro tramite un monitor.
-War Machine è
scomparso.- commenta -Forse il Demolitore l’ha ucciso?-
Nella sua voce paura, incredulità e
dolore.
-Potrebbe anche
essere.- replica una voce maschile dietro di lei -D’altra parte conosceva i
rischi a cui andava incontro penetrando qui. É la vita che si era scelto
dopotutto.-
-É venuto qui per
me!- ribatte la ragazzina -Perché sono io che ho inviato quel video. Siete
stati voi a costringermi a farlo, minacciando la mia famiglia e portandomi qui
con la forza.-
Un paio di mani pelose di color blu
scuro e quasi animalesche si posano sulle spalle della giovane mentre la stessa
voce maschile ribatte.
-Per la verità, mia cara
Riri, all’inizio Mr. Creed si è limitato a fornire ai tuoi rapitori una base
logistica da cui potessero operare in tranquillità, dietro un adeguato
compenso, ovviamente. Sono stato io ad insistere con lui perché tu fossi
trattenuta qui anche dopo che avevi esaurito il tuo compito. Uccidere una
creatura con un talento naturale come il tuo per l’informatica e l’elettronica
sarebbe stato un terribile spreco. Le tue capacità in questo campo rivaleggiano
con quelle di Tony Stark e forse gli sono perfino superiori. Mi chiedo se tu
non sia una mutante. Sarebbe il caso di fare esami approfonditi per scoprirlo,
forse.-
La ragazzina chiamata Riri trema
istintivamente a quelle parole come se contenessero un’implicita minaccia. Sta
per parlare ancora quando qualcosa, o meglio: qualcuno, sfonda una parete. Quel
qualcuno è Namora.
-Vile, giù le mani da
quella bambina!- esclama furente.
-Adolescente è il
termine più corretto.- replica il suo interlocutore con ostentata calma.
Davanti a Namora c’è un essere
dall’aspetto vagamente scimmiesco ricoperto di pelo blu con zanne affilate
nella dentatura e che indossa solo un paio di slip.
La Principessa Reggente di Atlantide è
tornata alla vita dopo molto tempo passato in coma e non è in grado di
riconoscere in chi le sta davanti la Bestia Nera, versione malvagia e
proveniente da una Terra parallela dell'X-Man noto come la Bestia. Al momento
l’identità del suo nemico le interessa meno del metterlo fuori combattimento.
Gli sferra un pugno ma l’altro ha spiccato uno spettacolare salto balzando
sopra di lei per poi afferrarle il collo con le gambe dai piedi prensili e
serrarlo in una morsa.
-Normalmente
considero la violenza fisica come l’ultimo rifugio degli incompetenti.- dice
-Devo però ammettere che occasionalmente mi diverte.-
-Zitto!- gli intima
Namora scrollandoselo di dosso e lanciandolo lontano.
Lui rimbalza contro le pareti e le
piomba di nuovo addosso colpendola con un doppio calcio.
-Un vero un
gentiluomo avrebbe ripugnanza a colpire così una donna. Peccato che io non sia
un gentiluomo..- le dice colpendola ripetutamente senza darle tregua.
Namora reagisce sferrandogli un
potente diretto che lo spedisce contro la parete opposta così forte da
fargliela sfondare.
L’atlantidea vola verso di lui ma la
Bestia Nera non si muove più.
-Credevi davvero di
poter essere alla mia altezza?- gli dice.
Jim Rhodes arriva in quel momento e
commenta:
-Bel lavoro.- poi
osserva il supercriminale ed aggiunge -Incredibile: se non fossi certo che è
impossibile, giurerei che è la Bestia.-
-Lo conosci?- gli
chiede Namora.
-Somiglia ad uno dei
membri fondatori degli X-Men ma non può essere McCoy.-
È così che lo chiama
Creed: Dottor McCoy.- interviene la ragazza afroamericana.
Rhodey si volge verso di lei e dice:
-Sarebbe ora che ci
dicessi chi sei.-
-Mi chiamo Riri
Williams e sono di Chicago … anche se quando mi hanno rapita ero a Cambridge in
Massachusetts nel campus del MIT.-[5]
risponde lei.
-Il MIT? Ma avrai si
e no 14 anni!-
-Ne sto per compiere
15 e mi manca poco a conseguire il dottorato.-
-Ci mancava pure una
bimba prodigio. Ma perché ti avrebbero rapito? È stato Creed?-
-No, lui...-
Prima che Riri possa rispondere a
questa domanda, si ode improvvisamente il rumore di un esplosione.
-Clay!- esclama
Rhodey.
L’ascensore privato si apre direttamente sullo
spazioso salotto di un ancor più spazioso attico. Ne esce Tony Stark che si
guarda intorno con aria soddisfatta.
-Casa.- mormora.
-Tony?-
Al suono della voce femminile alle sue spalle lui si volta
per trovarsi di fronte Virginia Ann “Pepper” Potts.
-Ciao Pepper.- la saluta
sfoderando uno dei suoi migliori sorrisi -Che piacere vederti.-
-Dove sei stato? Ti ho
cercato per ore. Non rispondevi nemmeno al cellulare-
-Ero impegnato a cercare
me stesso e sai una cosa? Mi sono trovato.-
La afferra alla vita e l’attira a sé baciandola. Quando
stacca le sue labbra da quelle di lei dice semplicemente
-Decisamente
soddisfacente.-
Prima che Pepper possa dire altro, la spinge verso la
vicina camera da letto poi le è subito sopra.
5.
Madame Masque entra nella
stanza in penombra dove la sta aspettando un uomo anziano in piedi davanti ad
un lettino metallico dove è distesa una donna di chiare origini asiatiche.
-È tutto a posto?- chiede
all’uomo.
-Tutto secondo le sue richieste.-
risponde l’uomo -Non è stato facile predisporre tutto con così poco preavviso
ma ci sono riuscito.-
-Sta cercando di tirare
sul prezzo?-
-Per carità. Abbiamo un
accordo ed io sono un onesto uomo d’affari.-
-Normalmente lo
considererei un ossimoro. Il solo onesto uomo d’affari che credo di aver
conosciuto è Tony Stark.-
-Interessante
considerazione. Lei è stata fidanzata con Tony Stark mi pare di ricordare.
Sempre che lei sia la vera Madame Masque, che, a quanto ne so, dovrebbe
trovarsi ancora in coma allo Stark Hospital.-
-Suppongo che lei conosca
quel proverbio sulla curiosità e sui gatti.-
L’uomo anziano abbozza un
sorrisetto di circostanza e replica:
-Naturalmente rispetto
sempre la riservatezza dei miei clienti… tuttavia non posso non chiedermi… lei
ha speso una somma considerevole per procurarsi un esemplare funzionante della
famigerata Macchina Id di Wizard allo scopo di riprogrammare la mente di questa
donna che evidentemente rappresenta un pericolo per lei, non avrebbe fatto
prima ad ucciderla?-
-Può anche non crederci,
ma non mi piace uccidere se ho un’alternativa e Ling McPherson mi sarà più
utile da viva e dalla mia parte che da morta.- risponde Madame Masque.
-Nemmeno io amo gli
omicidi sa? Ma ora immagino che voglia che mi metta subito al lavoro.-
-Faccia quel che deve
fare, Riparatore e lo faccia bene. Non se ne pentirà.- è la risposta di Madame
Masque.
Harold
Joseph Hogan, Happy per gli amici, lascia il suo ufficio di Direttore Esecutivo
della Fondazione Maria Stark pregustando tra sé una serata tranquilla assieme
alla sua donna Georgia Jenkins
Raggiunge la sua auto nel parcheggio
sotterraneo e sta per entrarvi quando sente un dolore acuto alla schiena. Ha
appena il tempo di chiedersi cosa sia quando le gambe gli cedono ed i polmoni
cominciano a riempirsi di sangue. Quando tocca il suolo una macchia brunastra
si sta allargando all’altezza delle reni.
Pepper Potts si alza dal letto con la precisa sensazione
che ci sia qualcosa di terribilmente sbagliato nell’uomo che ora dorme al suo
fianco. Non sa dire cosa e perché ma lo sente.
-Tu non sei Tony Stark.-
sussurra -Chi sei?-
CONTINUA
NOTE DELL’AUTORE
Poche osservazioni da
fare, quindi non perdiamo tempo:
1)
Viene introdotta nella nostra continuity Riri Williams che i lettori
delle serie americane di Iron Man dovrebbero ben conoscere. Quanto a quanto e
come la nostra versione si discosti dall’originale, lo scoprirete solo
leggendo. Per ora ci limitiamo a dire che è stata creata da Brian Michael
Bendis & Mike Deodato Jr. su Invincible Iron Man Vol. 2° #9 datato luglio
2016.
2)
La Bestia Nera è una versione distorta e malvagia di Henry McCoy
proveniente dalla realtà alternativa chiamata l’Era di Apocalisse. È un
personaggio creato da Scott Lobdell & Roger Cruz su “X-Men Alpha” datato
febbraio 1995.
3)
Namora è stata creata
presumibilmente da Bill Everett con l’assistenza di uno sceneggiatore non
identificato su Marvel Mystery Comics #82 datato maggio 1947 per i disegni di
Ken Bald (matite) & Syd Shores (chine).
4)
I Marauders sono stati creati da Chris Claremont & John Romita Jr.
su Uncanny X-Men #210 datato ottobre 1986.
5)
Il Riparatore è stato creato da Stan Lee & Steve Ditko su Amazing
Spider Man Vol. 1° #1 datato marzo 1963.
Nel prossimo episodio: cosa è accaduto a Tony Stark? Chi
sopravvivrà degli Iron Man? Le risposte potrebbero non piacervi.
Carlo