N° 97

 

PROLOGO AL DISASTRO

 

Di Carlo Monni

 

 

1.

 

 

            La montagna è di nuovo quieta. La valanga che ha spazzato via tutto sul suo cammino ha cessato la sua furia ed ora c’è solo il silenzio.

            Improvvisamente una porzione del manto nevoso si fonde e dal buco che si forma emerge una figura che indossa una familiare armatura rossa e oro.

            Eddie March, ex campione del Mondo dei Pesi Massimi, impiegato della Fondazione Maria Stark ed Iron Man a tempo perso, si erge in piedi sulla neve e volge lo sguardo verso l’alto dove fino a pochi minuti prima sorgeva un ex monastero divenuto rifugio dei rapitori della Contessa Stephanie De La Spiroza almeno finché il misterioso mandante del rapimento non ha deciso di farlo esplodere. Ora l’esplosione e la valanga che ne è seguita hanno completamente cancellato la costruzione ed ogni altra traccia.[1]

            Iron Man solleva il pugno verso l’alto e grida:

<<Ok, Mister… questo round è tuo ma il match non è ancora finito, mi senti?>>

            Nessuna risposta e nemmeno se l’aspettava del resto. Eddie aziona i jet e prende il volo verso la villa della Contessa.

 

            Un elicottero atterra in un piccolo aeroporto non lontano da Zurigo e ne scende un uomo dai capelli e barba castani chiari. Affiancato da due donne entrambe bionde, una della sfumatura cosiddetta biondo miele e l’altra, invece, platinata. Sulla pista, in piedi accanto ad un jet privato, un’altra donna in divisa da hostess[2] anche lei bionda.

-Ben arrivato, signore.- dice -Siamo pronti a partire non appena lei lo desidera.-

-Allora non perdiamo tempo.- ribatte l’uomo -Ci aspetta un lungo viaggio.-

            Non appena a bordo del jet l’uomo prende uno Starkphone e fa una chiamata:

-Sono io. Come sta andando?-

<<Tony Stark è appena rientrato a casa dall’ospedale.>> gli risponde una voce alterata elettronicamente.

-Quindi sta andando tutto come previsto. Possiamo passare alla fase successiva. E per il resto?-

<<Il nostro uomo è a Santa Providencia proprio come programmato. Non credo sospetti niente.>>

-Non sottovalutarlo, è un uomo molto pericoloso -.

<<Anche io lo sono, non dimenticarlo.>>

-Non potrei mai, è per questo che ti pago profumatamente.

            L’uomo sorride e chiude la comunicazione.

 

            Santa Providencia è una piccola nazione insulare centroamericana a cavallo degli oceani Atlantico e Pacifico, meta turistica, paradiso fiscale e rifugio sicuro per chi, in fuga dalla legge, ha soldi sufficienti per pagarsi il costosissimo soggiorno o è disponibile a mettere i propri discutibili talenti al servizio di cause non proprio limpide.

            L’uomo bianco sulla cinquantina un po’ sovrappeso che indossa un completo che in origine doveva essere stato candido come la neve ma ora sembra aver bisogno di una buona lavata e di un’energica stiratura sta dietro ad un afroamericano dalla testa rasata che sta girovagando per la capitale come un comune turista. A volte entra in qualche locale e ci si trattiene per un po’ poi riprende il suo cammino apparentemente senza meta.

Quando la sua preda svolta in un vicolo, l’inseguitore lo imita e si ritrova preso per il bavero della giacca dall’uomo che stava seguendo.

-Mi stai alle calcagna da stamattina.- lo apostrofa con durezza quest’ultimo -Chi sei e cosa vuoi?-

-Io… non… non capisco cosa dice signore…- balbetta l’uomo in abito bianco -… io…-

-Non prendiamoci in giro. La commediola dell’ingenuotto non m’inganna. So riconoscere un professionista e tu lo sei. Peccato che io sia più in gamba di te. Se sei uno degli scagnozzi di Creed…-

-Non lavoro per Graydon Creed, Mr. Jacobs. Perché lei è Parnell Jacobs, sbaglio?- la voce dell’uomo ha ora un tono più sicuro.

-E se lo fossi?- ribatte l’altro in tono diffidente.

-In questo caso potrei essere il suo unico amico su quest’isola. Lei ha pestato i piedi a gente molto pericolosa: i Cinesi non hanno gradito lo scherzetto che ha provato a far loro nel Mar Cinese Meridionale,[3] poi c’è Sunset Bain che ha messo una taglia sulla sua testa e pure il Dottor Crocodile.-

-Sai un sacco di cose. Non sei un comune turista americano o uno dei tanti fuggiaachi. Chi sei veramente?-

-Mi chiamo Jack Bascomb e come ho detto sono il suo unico amico a queste parti.-

-Perché dovrei fidarmi di te? Io non ti conosco.-

-Ma abbiamo una conoscenza in comune: le dice niente il nome Logan?-

 

 

2.

 

 

            Nell’appartamento di Bethany Cabe alla Stark Tower nel centro di Manhattan Ling McPherson esce dalla doccia avvolta in un ampio asciugamano. Sul letto ci sono i vestiti di ricambio che la sua amica ed ex socia le ha preparato. La stessa Bethany è seduta su una poltroncina nella stessa stanza e le dice:

-Abbiamo praticamente la stessa taglia, dovrebbero andarti bene.- poi aggiunge -Ti senti meglio adesso?-

-Decisamente sì.- risponde la cinoamericana sedendosi sul letto.

-Vogliamo parlare di quello che ti è successo?-[4]

-Non c’è molto da aggiungere a quello che ti ho già detto. Mi pare evidente che qualcuno non ha gradito che indagassi sulla scomparsa di Rumiko Fujikawa ed ha cercato di farmi fuori. Se non fossi intervenuta tu a quest’ora sarei un mucchietto di cenere.-

-Tu avresti fatto lo stesso per me e questo chiude il discorso per quanto mi riguarda.-

            Ling le sorride. Beth fruga in cassetto e le porge una Beretta 92.

-Questa ti servirà visto che ti hanno preso la tua.-

-Grazie.-

-Ora pensiamo a trovare il tuo aspirante assassino. Dubito che la Polizia di Southampton sia capace di scovarlo.-

-E credi che noi due lo saremo?-

            La risposta di Beth è un sorriso ammiccante.

 

            Tony Stark contempla quel che rimane della villa di famiglia. Le mura hanno resistito al fuoco ma quanti ricordi di una vita, di molte vite a dire il vero, sono andati irrimediabilmente perduti? Uno sguardo al volto di suo cugino da poco rientrato dal Giappone, gli dice che prova emozioni analoghe.

-Il bastardo che ha fatto questo deve pagarla cara.- afferma con rabbia Morgan Stark.

-Per una volta tanto sono completamente d’accordo con te.- replica Tony.

-Quando ho chiesto a Ling di rintracciare Rumiko non immaginavo che avrebbero cercato di ucciderla ed in questo modo poi. Sono stato uno stupido.- interviene Philip, il primogenito di Tony.

-Sciocchezze.- taglia corto Morgan -Io avrei fatto la stessa cosa ed anche Tony ci scommetto. Ling McPherson non è una ragazzina indifesa ma una detective esperta che ti ha fatto anche da guardia del corpo. Io se fossi nel suo mancato assassino avrei paura.-

-Concordo con Morgan anche in questo, ragazzo.- aggiunge Tony -Non è il momento delle recriminazioni questo ma di agire e se conosco Beth Cabe e Ling McPherson neanche loro staranno con le mani in mano.-

-Forse posso scoprire qualcosa nella rete.- borbotta Philip.

            Tony si lascia sfuggire un sorriso di soddisfazione.

 

            Nella Chinatown di New York è arrivato un uomo, anzi, più di un uomo: una leggenda sinistra. Il suo nome è Zhang Tong e tutte le Triadi[5] e le Tong[6] lo temono e lo rispettano. Di sicuro Martin Li, ufficialmente imprenditore di successo e benefattore, ufficiosamente leader della Triade del Drago Nero nella Grande Mela, lo teme e teme anche la sua assassina, la misteriosa Lady Mandarin, capace di arrivarti alle spalle superando ogni misura di sicurezza, ucciderti e sparire senza lasciare altra traccia che il tuo cadavere.

             Quando sul vetro della finestra da cui sta guardando la città si delinea una figura umana è scosso da un brivido, poi riconosce il nuovo venuto e dice:

-E così sei venuto.-

-L’onore mi imponeva di rispondere alla tua chiamata.- ribatte l’altro.

-Sai cosa voglio, suppongo.-

-Che io uccida Zhang Tong. Non è un compito facile. Si dice che ci abbiano provato in tanti e tutti sono morti mentre lui è ancora vivo.-

-Così dicono infatti. Ci proverai?-

-Domani sera avrai il suo cadavere… o il mio.-

            Non è un pensiero molto consolante, riflette Martin Li.

 

 

3.

 

 

            Il volto dell’afroamericano ha un’espressione dura mentre dice:

-Non conosco nessun Logan, mi confondi con qualcun altro.-

-Io non credo proprio.- replica l’uomo che ha detto di chiamarsi Jack Bascomb -Prova a pensarci: canadese, piccoletto, brutto carattere, artigli retrattili, molto difficile da uccidere, ultimamente porta un costume colorato e si fa chiamare Wolverine.-

-Parli di roba vecchia, molto vecchia.-

-Una dozzina di anni fa, giusto? Forse di più, un’operazione organizzata dalla C.I.A. e dalla D.E.A.[7] contro un signore della droga centramericano. Tu eri lì come tiratore scelto ed il tuo amico Jim Rhodes era ai comandi dell’elicottero.-

            Parnell Jacobs lascia la presa e dice:

-Sai un sacco di cose che dovrebbero essere segrete. Sei della C.I.A. giusto?-

            Bascomb si limita a sorridere alzando le spalle

-Ok, diciamo che ti credo, questo non vuol dire che mi fido di te.- continua l’altro -Dici di essere l’unico amico che ho da queste parti, dammene una prova.-

-Ieri sera sei stato agganciato da una bionda mozzafiato, alta, gambe lunghe, vestito succinto di nome Birdy-

-E allora?-

-Birdy lavora per Creed, non è stato un caso che ti abbia agganciato. A proposito, com’è?-

-Com’è cosa?-

-Andiamo, Jacobs, lo sai, siamo uomini di mondo dopotutto. Siete usciti insieme dal locale e siete saliti in camera tua, non dirmi che voi due non….-

-Non sono affari che ti riguardano. Che Birdy fosse un’agente di Creed me l’ero già immaginato da solo. Dimmi qualcosa che non so.-

-Birdy era una mutante e l’amante del padre di Creed, il mutante assassino chiamato Sabretooth. Era l’unica che riuscisse a tenere a freno i suoi istinti omicidi ed è stata uccisa proprio da Creed qualche anno fa.-[8]

-Quella di ieri sera non era un fantasma, posso assicurartelo.-

-Non ne dubito. Birdy non è l’unico defunto misteriosamente tornato in vita da queste parti. Devi sapere che c’è uno scienziato pazzo tra i residenti di questa bella isola, lo chiamano Dottor McCoy e dicono che il Dottor Frankenstein fosse un dilettante al suo confronto. Dicono anche che non sia umano.-

-Informazione curiosa, ma perché questo dovrebbe interessarmi e perché interessa la C.I.A.?-

-McCoy non è l’unico residente… interessante…di questo sputo di nazione: c’è la Guardia Pretoriana di Creed, i Marauders, che lo aiutano a tenerne in pugno le redini, e poi ci sono altri rifugiati eccellenti. Lo Zio Sam sarebbe molto grato a chi ne sfoltisse il numero.-

              Parnell Jacobs sogghigna e commenta:

-Esattamente quello che mi aspettavo che dicessi. Quanto grato? Al punto di dare un colpo di spugna ai miei passati peccatucci e restituirmi una fedina penale pulita?-

              Bascomb abbozza un sorriso e replica:

-Possiamo parlarne.-

-Intanto che ci lavori, Mister C.I.A., forse hai un’informazione che mi serve: sto cercando un hacker, uno in gamba, molto in gamba.-

-Mmm…. Perché lo cerchi?-

-Lui o chi l’ha ingaggiato ha tentato di ricattare mia moglie ed anche se ora siamo separati la cosa non mi è piaciuta.-

-Una cosa personale, quindi. Ok, credo di poterti aiutare ma tu in cambio farai un favore a me.-

-Chi devo ammazzare?-

              Jack Bascomb scoppia in una grassa risata.

 

              In Svizzera è notte ormai. Nella villa di Stephanie De La Spiroza Eddie March non riesce a prendere sonno, e dopo un po’ ne ha abbastanza di rigirarsi nel letto e decide di alzarsi e vedere se può trovare qualcosa da fare per ingannare il tempo..

              È appena entrato in salotto che si sente apostrofare da una voce femminile:

-A quanto sembra, non sono l’unica che non riesce a dormire stanotte.-

              Stephanie De La Spiroza è in piedi accanto al mobile bar ed indossa solo un négligé trasparente.

-Contessa!- esclama Eddie imbarazzato.

-Chiamami Stephanie, non è certo il caso di essere formali in questa situazione non credi, Eddie?-

-Io….-

-Sono contenta di averti incontrato. Non me la sentivo di stare da sola stanotte e direi che anche tu sei contento di vedermi.-

              Se gli forse fisicamente possibile ora il viso di Eddie sarebbe rosso come un peperone. Stephanie avanza verso di lui, lascia cadere sul pavimento la camicia da notte e lo abbraccia

-Non… non so se è una buona idea.- dice lui.

-A me sembra ottima.- replica lei e lo bacia -Portami nella mia stanza.- gli dice quando stacca le sue labbra da quelle di lui.

              Eddie esita qualche istante poi la solleva tra le braccia e si avvia verso le scale. Nessuno dei due si accorge di essere osservato.

              Quel che succede dopo non sono cose che ci riguardino e così consentiteci di passare a qualche ora dopo quando Eddie March lascia la stanza della Contessa per tornare nella propria e ci trova una sorpresa: Meredith McCall è distesa nel suo letto sotto le lenzuola.

-Spero che tu non sia troppo stanco. Eddie.- gli dice sorridendo.

              Eddie rimane senza parole. Un pensiero gli attraversa rapido il cervello: queste cose capitano a James Bond o a Tony Stark, non ad uno come me.

 

              A New York Rae Lacoste torna nel suo appartamento vuoto ed è colta da un senso di malinconia. Basta, si dice con fermezza: non sei mai stata quel tipo di donna che si piange addosso e per colpa di un uomo per giunta.

              Stasera non intende restarsene a casa. Sterling Stuyvesant dà uno dei suoi famosi party al Plaza e lei ha ricevuto l’invito. Tirerà fuori dall’armadio il suo vestito più sexy e ci andrà. Sì, è esattamente quello che farà.

 

 

4.

 

 

              Nella sua armatura di Iron Man Eddie March sorvola l’impianto di componentistica di precisione di cui la Contessa Stephanie De La Spiroza è azionista di maggioranza. L’istinto gli dice che il misterioso nemico della Contessa non se ne starà con le mani in mano dopo il fallito rapimento di Stephanie e stavolta vuole essere pronto. Nella peggiore delle ipotesi avrà modo di starsene lontano dalla Contessa e da Meredith McCall e chiarirsi le idee dopo quello che è accaduto la notte scorsa.

              Sembra tutto tranquillo, forse si è preoccupato inutilmente. Un momento, cos’è quello che si sta avvicinando in velocità?

              Un raggio di energia proveniente dalla cosa in avvicinamento raggiunge Eddie facendogli perdere stabilità. Comincia a precipitare ma all’ultimo momento riesce a riprendere l’assetto di volo. Risale rapidamente e si trova di fronte un umanoide metallico di colore verde. Impossibile capire se è un’armatura che racchiude un essere umano o se invece sia un robot.

<<Bene, amico…>> gli si rivolge Eddie <<… hai fatto la tua mossa, ora sta a me.>>

              La sua piastra pettorale comincia a brillare ma il suo avversario è veloce quanto e forse più di lui: un raggio parte dal suo petto intercettando il suo. Il contraccolpo sbatte entrambi indietro.

              Ancora una volta Iron Man si ritrova a dover riprendere stabilità. Ci è appena riuscito che un altro raggio lo colpisce alle spalle.

              Mentre precipita per la terza volta in pochi minuti, riesce ad inquadrare chi lo ha colpito: un altro essere metallico esattamente identico al primo.

              Il suo misterioso avversario ha deciso di giocare pesante, ma lo sa fare anche lui.

 

              Il Plaza è uno dei più famosi hotel del mondo e si trova all’incrocio tra la Quinta Avenue e la 58° Strada a Manhattan non troppo lontano dall’altrettanto famoso Palazzo dei Vendicatori. La sua famosa sala da ballo è uno dei luoghi favoriti per i party dei ricchi e potenti della Grande Mela e dintorni. Quello di stasera è organizzato dal miliardario Sterling Stuyvesant, famoso anche per i ricevimenti sfarzosi che organizza almeno una volta all’anno ed uno dei suoi scopi è la raccolta di fondi per la campagna elettorale di Deborah Harris, figlia di un consigliere comunale da poco defunto e candidata alla carica di Sindaco.[9]

              La donna bionda sulla trentina che indossa un tubino rosso con le spalle nude ha appena ordinato un Cocktail Margarita quando una voce di uomo alla sua sinistra dice:

-Posso offrirglielo io.?-

              La donna si volta e si trova di fronte un ragazzo dai capelli castani che indossa uno smoking con giacca bianca.

-Sicuro di avere l’età giusta per frequentare un bar?- replica  -Senza offesa ma mi sembri piuttosto giovane.-

-Stando a quel che c’è scritto sulla mia patente di guida, ho l’età giusta, Madame.- ribatte lui.-

-Non volevo offenderti e per dimostrartelo accetterò la tua offerta.-

-Bene. Ma non mi sono presentato. Mi chiamo Jason… Jason Halloway.-

-Halloway? Non è un nome nuovo ma non ricordo dove… aspetta… hai qualcosa a che fare con le Halloway Enterprises di Los Angeles?-

-Mi nonno le ha fondate ed io sono il suo unico erede, Miss…-

-Lacoste, ma tu puoi chiamarmi Rae.-

-Rae Lacoste, la Vice Presidente Esecutiva della REvolution e proprietaria di una catena di saloni di bellezza? Quella Rae Lacoste?-

-Vedo che hai fatto i compiti, giovanotto. Cosa porta un ragazzo sveglio come te da Los Angeles a New York?-

-Sto pensando di iscrivermi alla Scuola di Legge della Columbia e sono venuto a dare un’occhiata. La mia famiglia ha una suite permanente qui ed ho pensato che sarebbe stato divertente fare un salto a questo party.-

-E lo è stato? Divertente voglio dire?-

-Non finora.- ammette candidamente Jason Halloway -Non finché non ho incontrato… te.-

-Sul serio? Non pensi che sia troppo vecchia per te?-

-Penso che tu sia bellissima, ecco quello che penso.-

              Rae Lacoste sorride compiaciuta.

 

              Sempre sulla 5° Avenue, al n. 840, a circa otto isolati di distanza dal Plaza, all’incrocio con la 66° Strada, sorge la sede del Club Infernale, uno dei club sociali più noti di New York. Solo i ricchi e potenti possono permettersi l’iscrizione a questo circolo privato. Tra la gente comune circolano leggende su quello che avviene dietro quelle mura, racconti di orge sfrenate e cose simili. Quello che in pochi sanno però, compresi molti degli stessi soci, è quello che avviene durante le riunioni del consiglio direttivo del Club, meglio noto come Cerchio Interno, composto da dieci membri, attualmente cinque uomini e cinque donne,, che usano come titolo i nomi dei pezzi degli scacchi e si vestono coi relativi colori.  Questi uomini e queste donne non si accontentano di comuni trasgressioni, il loro fine è la conquista del potere sia esso politico ed economico.

-Sto aspettando la vostra decisione.- dice Sebastian Show, il Re Nero, vestito come gli altri uomini presenti in abiti tardo settecenteschi.

              La prima a replicare è la donna conosciuta come Selene, mutante semi immortale, nata in un lontano e leggendario passato, Regina Nera, vestita solo con una guepiere e lunghi stivali come tutte le donne presenti:

-Non intendo di certo oppormi alla tua vendetta contro Tony Stark ed il suo servo Iron Man, Shaw, io stessa ho un conto aperto con loro. Io voto a favore ed anche Parnell lo farebbe se fosse qui-

-Dove è stasera il tuo schiavetto?- le chiede Donald Pierce, il Re Bianco, industriale dell’acciaio

-Impegnato altrove in affari personali.- risponde Selene con un sorriso -Ogni tanto bisogna allentare il guinzaglio.-

-Capisco. Bene, hai anche il mio voto, Shaw. Quell’arrogante di Stark e la sua guardia del corpo meritano una lezione, non sei d’accordo, mia piccola Cordelia?-

              Mollemente sdraiata su un divanetto dove sta sorseggiando una coppa di champagne, la bruna Cordelia Frost, il Cavallo Bianco, Presidente delle Frost e Meridien Enterprises, ribatte piccata:

-Non sono la tua piccola, Pierce, e per quanto mi riguarda, Shaw può fare tutto quello che vuole basta che non mi coinvolga nei suoi intrighi. Sono occupata in altri affari al momento.-[10]

-Interpreterò il tuo voto come un’astensione.- commenta Shaw -Sunset?

              Sunset Bain, la Torre Bianca, Presidente della Baintronics e Vice Presidente per il Settore Scienza e Tecnologia della Stark-Fujikawa, fa un sorriso mellifluo e risponde:

-Uno scontro diretto con Tony Stark è assolutamente contrario ai miei interessi in questo momento. Non coinvolgere il Cerchio Interno nelle tue faide personali. Non dimentico certo che tutto nasce da un tuo attacco contro di me.-[11]

-Mi avevi appena portato via le mie industrie.-

-Una semplice transazione d’affari. Le Industrie Shaw sono più sicure sotto l’ombrello della Stark-Fujikawa e tuo figlio Shinobi è un ottimo presidente.-

-Un ottimo burattino intendi dire, vero, sgualdrina?-

-Vi consiglio di lasciare le animosità personali fuori da questa discussione.- interviene Ezekiel Stane, l’Alfiere Nero e Vice Presidente Fusioni e Acquisizioni della Stark -Fujikawa -Io non ho nulla contro di te, Shaw, ma la penso come Sunset.

-E così anch’io.- precisa Tiberius Stone, l’Alfiere Bianco, Presidente e C.E.O.[12] del colosso chimico Alchemax.

-Pare che siamo in stallo, Shaw.- commenta Pierce -Anche con il voto della tua fedele puledrina nera Mercedes, non raggiungi la maggioranza ed ho il sospetto che se la nostra ineffabile Regina Bianca[13] fosse presente voterebbe contro di te, quindi ti sono interdette le risorse del Club ma se qualcuno di noi vorrà aiutarti a titolo personale è libero di farlo.-

              L’espressione truce di Shaw è abbastanza eloquente.

-E sia.- dice infine -Agirò da solo e vedremo chi la spunterà.-

              La riunione si scioglie ed i vari membri lasciano il club. Nella limousine che la riporta al suo appartamento assieme al giovane Ezekiel Stane, Sunset Bain si rivolge al suo accompagnatore:

-A cosa stai pensando?.

-Che sarà interessante vedere Shaw contro Stark.- risponde il ragazzo -Sei consapevole che anche tu sei un bersaglio delle sue vendette vero?-

-Non sottovalutarmi.- replica la matura donna d’affari con un sorrisetto malizioso -Ne sono così consapevole che ho intenzione di aiutare Tony ad incastrarlo Sai, sono convinta che tu saresti un ottimo Re Nero.-

              Ezekiel fa una risata divertita.

 

 

5,

 

 

              Il suo vero nome lo conoscono in pochissimi, lui stesso è così abituato ad usare una serie di pseudonimi che potrebbe perfino averlo dimenticato. Il nome con cui è più noto, specie in certi ambienti, è lo Straniero, capo di un’efficiente rete di assassini a pagamento nota in tutto il mondo come Club dei 1400. È un uomo da non sottovalutare ma non è infallibile ed anche lui può essere preso di sorpresa.

              È appena rientrato nel suo elegante appartamento di Manhattan che sente il freddo acciaio della canna di una pistola premere contro la sua nuca ed una voce femminile dire:

-Hai meno di un minuto per convincermi che non c’entri niente con l’incendio di Villa Stark ed il tentativo di assassinio di Ling McPherson poi il tuo cervello decorerà le pareti di questa stanza.-

              Lo Straniero, almeno apparentemente, non sembra impressionato e senza scomporsi replica:

-Mia cara Whitney, non ti facevo così violenta.-

-Non mi conosci abbastanza.- ribatte Whitney Frost alias Madame Masque. -Ti restano trenta secondi.-

-Pensavo che invece tu avessi imparato a conoscermi: un delitto così privo di eleganza non è nel mio stile né in quello di chi lavora per me.-

-Un punto per te.- ammette lei abbassando la sua arma.

-Tuttavia…-

-Tuttavia?-

-Posso aiutarti a scoprire chi è stato. Non sono un comune criminale ma ho comunque delle conoscenze tra la gente che può sapere le risposte alle mie domande. In cambio…-

-Cosa vuoi?-

-Nulla di complicato: solo una cena tu ed io da soli. La compagnia di una bella donna è una ricompensa sufficiente.-

-Bella? Che ne sai tu del volto dietro questa maschera?- replica con durezza Madame Masque toccandosi la maschera d’oro che le nasconde il viso.

-La bellezza è sempre nell’occhio di chi guarda… e poi io so esattamente qual è il volto dietro la tua maschera, mia cara Whitney… o preferisci che ti chiami Beth?-

-Il mio nome è Whitney. Non Giulietta o Bethany, Whitney.- ribatte lei sfilandosi la maschera.

              Lo Straniero sorride.

 

              Il prestante afroamericano dalla testa rasata esamina un’altra volta la piccola costruzione davanti a sé poi rompe gli indugi e cammina svelto verso di essa. Se Jack Bascomb non si è sbagliato o gli ha mentito, l’hacker che lui sta cercando opera da lì ed è ora di avere una resa dei conti con lui.

              La porta è chiusa ma non blindata. Ottimo, così non dovrà usare maniere troppo farti. Sferra un potente calcio e la porta si spalanca.

-Bene amico, ora tu ed io…-

              L’uomo si blocca a metà frase quando si accorge che alla postazione del computer sieda una ragazzina di colore come lui dai capelli voluminosi e che non può avere più di 15 anni.

-Ma cosa…?- esclama sorpreso,

<<Ah, Mister Jacobs, lei mi ha davvero deluso sa?>> la voce di Graydon Creed echeggia da un altoparlante <<Speravo davvero che potessimo avere una proficua collaborazione, ma sono costretto ad ammettere che mi sbagliavo.>>

-Sai quanto mi dispiace.-

<<Sfortunatamente la sua mossa era attesa ed ero preparato:>>

              Una parete viene improvvisamente sfondata ed appare un essere ricoperto di metallo verde.

-Credi di farmi paura con quella lattina ambulante, Creed?- chiede l’uomo che dice di essere Parnell Jacobs stringendo i pugni.

              Una sfera di metallo color nero e argento sfreccia all’interno della stanza, si separa in vari componenti che si riassemblano attorno all’uomo formando l’armatura di War Machine.

<<Questo è un altro dei tuoi errori.>>               

 

.             Tony Stark si sveglia e si guarda intorno perplesso. Quella dove si trova non è la sua camera da letto. Sembra la suite di un hotel di lusso. Ne ha viste troppe nella sua vita per non riconoscerne una. L’ultima cosa che ricorda è che stava rientrando a New York dopo l’ispezione alla villa di famiglia. Ricorda distintamente la telefonata con Pepper e poi… il buio totale. Cosa gli è successo?

              Un lieve gemito accanto a lui attira la sua attenzione. Solo allora si accorge che sull’altro lato del letto c’è una donna dai capelli neri nuda ed a malapena coperta dal lenzuolo. -Pepper?- mormora ancora confuso

              Lei alza la testa è Tony si ritrova a fissare il volto di una donna trent’anni decisamente attraente ma altrettanto decisamente sconosciuta.

-Beh… un po’ di pepe c’è stato indubbiamente tra noi stanotte, tesoro.- gli dice con un sorriso.

-Molto di più di un po’ direi.-

              A parlare è stata una giovane donna bionda che esce dalla stanza da bagno coperta solo da un asciugamano. La situazione non è esattamente nuova per Tony ma non è più abituale da quando sta con Pepper Potts. C’è qualcosa di sbagliato, di tremendamente sbagliato in tutto questo. Cupi ricordi del passato si affacciano alla sua mente.

-Dove sono e voi chi siete?- chiede.

-Vuoi farci credere che non ricordi quel che abbiamo combinato insieme, stallone?- replica la bionda -Sono delusa.-

-Mi spiace ma è così.- ribatte Tony in tono ansioso -L’ultima cosa che ricordo è che ero in auto diretto a New York -

-Beh, sei finito un bel po’ fuori strada, tesoro. Siamo nel migliore hotel di Las Vegas e siamo chiusi in questa suite da due giorni.-

              Tony ha la sensazione di precipitare in un vortice.

 

 

CONTINUA

 

 

NOTE DELL’AUTORE

 

 

              Che dire? In quest’episodio latita forse l’azione in senso tradizionale, ovvero gli scontri fra supereroi e supercriminali ma vi rifarete abbondantemente nel prossimo nel frattempo un po’ di note:

1)     Jack Bascomb è un personaggio creato da Archie Goodwin & John Byrne su Wolverine Vol. 2* #19 datato dicembre 1989.

2)     Jason Halloway è stato creato da Ed Brubaker & Steve Epting su Marvels Project #8 datato luglio 2010. Ed apparso per la prima volta in MIT su Vendicatori Segreti #31 Chi fosse suo nonno potrete apprenderlo leggendo quella storia e per sapere qualche altra cosuccia interessante su di lui vi basterà seguire questa serie.

              Nel prossimo episodio: cosa sta succedendo a Tony Stark? Chi è il misterioso uomo vestito di bianco e cosa vuole? Chi è l’hacker che ha ingaggiato? Trame che sembravano scollegate o addirittura già risolte si rivelano intrecciate tra loro.

              Comincia la corsa verso l’esplosivo numero 100. -_^

 

 

Carlo



[1] Nell’ultimo episodio e dove sennò?

[2] O assistente di volo

[3] Nell’episodio #92.

[4] Negli ultimi due episodi.

[5] Criminalità organizzata cinese

[6] Società segrete di mutuo soccorso cinese spesso di stampo criminale.

[7] Drug Enforcement Administration.

[8] Nella miniserie Sabretooth e precisamente nel numero 4 (In Italia su Marvel Miniserie #18)

[9] Per maggiori dettagli vedere Devil #98.

[10] Per i quali rimando a futuri episodi di X-Men.

[11] Negli episodi #72/73.

[12] Chief Executive Officer.

[13] Emma Frost se non lo sapeste. -_^