N° 94
VIAGGIO ALLUCINANTE
1.
Il nome dell’uomo è
Scott Edward Harris Lang e nella sua vita è stato molte cose: ad esempio un
brillante ingegnere elettronico, un marito non proprio modello, un ladro di
rara abilità, un ex carcerato in cerca di redenzione, un padre che ha sempre
voluto solo il meglio per la sua unica figlia ed infine un supereroe che porta
avanti la tradizione di un nome glorioso, quello di Ant Man.
In questo momento è un uomo
decisamente stupito.
-Cosa volete che faccia?-
esclama.
Dal suo letto in una camera privata
dell’Howard A. Stark Memorial Hospital Tony Stark sorride e risponde:
-C’è qualcosa che
ti è poco chiaro, Scott?-
-No, no, è tutto
chiarissimo: in fondo cosa mi hai chiesto? Di rimpicciolirmi a dimensioni
microscopiche ed entrare nel tuo flusso sanguigno per estirpare una sorta di
virus artificiale di cui non conosciamo l’origine e gli scopi, una robetta da
niente.-
-Io ho fatto
qualcosa di simile, anni fa, per riparare la Visione danneggiata.-[1]
interviene Henry Pym, il supereroe che era stato il primo Ant Man ed ora agisce
con il nome di Calabrone.-Come vedi, sono sopravissuto.-
-Era diverso: la
Visione è un essere artificiale ed era quasi una tua creazione. Il che mi porta
ad una domanda: perché hai chiamato me invece di pensarci tu stesso?-
-Sarebbe la mia
intenzione, infatti, ma come capo dei Vendicatori Ovest non è improbabile che
debba affrontare qualche emergenza come quella di Magneto da un momento all’altro.
Voglio essere sicuro che nel caso non fossi disponibile, ci sia qualcuno
competente al mio posto.-
-Tu si che sai come
lisciare il pelo alla gente. Ma perché sto a discutere? È ovvio che lo farò.
Quando si comincia?-
-Domani.- risponde
Tony.
Non è domani ma piuttosto
dopodomani, il tempo che è stato necessario per seguire ed affrontare la crisi
internazionale creata da Magneto.[2]
Come si immaginava, Calabrone è impegnato con la sua squadra di Vendicatori[3]
e tocca a Scott Lang portare avanti la missione.
Tony
Stark ora giace su un tavolo operatorio. Una blanda anestesia lo mantiene
incosciente mentre la Dottoressa Erica Sondheim gli pratica un’iniezione.
-Mi sente, Ant
Man?- dice ad un microfono.
<<Forte e
chiaro, Dottoressa.>> risponde Scott Lang dall’interno di una
microscopica navicella assolutamente invisibile ad occhio nudo ed inserita
nella siringa in mano alla Dottoressa <<Sa, tutto questo mi ricorda un
film di Joe Dante che ho visto da bambino solo che lì Dennis Quaid veniva proiettato
nel corpo di Martin Short per errore.[4]
È davvero sicura che non ci saranno intoppi?>>
-Tranquillo, è
tutto sotto controllo.-
Erica
Sondheim preme lo stantuffo e la capsula viene proiettata all’interno di Tony
Stark.
La
prima impressione di Ant Man è di essere stato colpito da un calcio al sedere o
sparato da un cannone. Gli ci vuole qualche istante per recuperare il fiato. Il
suo primo commento è:
-Wow!-
<<Tutto a
posto, Signore?>> gli si rivolge una voce femminile dal
timbro elettronico.
-Uh… io penso di
sì.- risponde Scott -Ma... chi parla?-
<<Sono il
sistema operativo di questa speciale navicella. Sono stata disegnata da Anthony
Edward Stark con l’assistenza del Dottor Henry Jonathan Pym, la mia
designazione è: Clitemnestra.>>
-Ho
sempre trovato sorprendente il fascino che Tony prova per la Grecia Classica. Bene,
Cly... ti dispiace se ti chiamo Cly?-
<<Non sono
programmata per provare emozioni come il dispiacere.>>
-Chissà perché non
sono sorpreso? Beh torniamo agli affari, Cly: come troviamo quei cosi che
dovremmo neutralizzare?-
<<Stando ai
miei sensori, ci hanno trovato loro e sono in modalità ostile.>>
-Tu sì che sai come
dare le cattive notizie, Cly.-
2.
La ragazza indossa
un costume rosso con rinforzi metallici sulle spalle e ed alla vita. Di metallo
è anche il grande guanto che porta alla mano destra e che risplende di luce
rossastra. Sul volto porta un visore metallico che ne copre la metà superiore impedendo
di vederne gli occhi ma non di capire la sua origine orientale.
In questo momento sta volando sopra
la città di New York decisamente ebbra del proprio potere, un potere che ha
acquisito solo di recente e con cui si sta familiarizzando sempre di più e che
deriva proprio dallo strano guanto che indossa alla mano destra.
Il suo volo sembra apparentemente
senza meta ma ben presto diventerebbe evidente ad un eventuale osservatore che
una meta esiste: l’attico di un palazzo nel cuore di Chinatown.
La donna in costume atterra sulla
terrazza panoramica e si ferma davanti ad una porta finestra che si apre
lentamente mentre una voce maschile dall’interno dice in perfetto Giapponese:
-Entra pure senza
timore, Cybermancer, ti stavo aspettando.-
-Io non temo
nulla.- proclama orgogliosamente nella stessa lingua la donna chiamata
Cybermancer entrando in una stanza immersa nella penombra. Su un’ampia poltrona
siede un uomo di indubbia etnia cinese: capelli corti e ben curati, baffi alla
mongola. Indossa un elegante completo grigio con giacca doppio petto, un’impeccabile
camicia bianca e ed una cravatta nera come il fazzoletto che spunta dal
taschino della giacca. Al suo fianco, in
piedi , una donna, anche lei asiatica, che indossa un costume blu con rinforzi
metallici, il volto parzialmente coperto da una maschera che ricorda gli elmi
dei samurai giapponesi.
L’uomo siede tranquillo con le gambe
accavallate e con voce calma dice:
-Io sono Zhang
Tong. Hai sentito parlare di me?-
-Il leggendario
Signore del Crimine di Hong Kong il cui nome è temuto anche dalle Triadi[5]
e dalla Yakuza?-[6]
replica, sorpresa, Cybermancer -Credo siano in pochi in tutta l’Asia Orientale a
non aver mai sentito il suo nome, anche se c’è chi crede che sia solo uno
spauracchio, che in realtà non esista.-
-Io esisto, invece,
ma preferisco agire perlopiù nell’ombra. Solo in casi rari agisco di persona
per questo sono qui negli Stati Uniti.-
-E come faccio a
sapere che sei quello vero?-
-Sei qui no? Come
ci sei arrivata?-
Cybermancer apre la bocca ma si
accorge di non sapere cosa dire. Zhang Tong sorride compiaciuto ed aggiunge:
-Sei qui perché io l’ho voluto e tu adesso
lavorerai per me.-
Cybermancer
sta per replicare duramente che lei non lavora per nessuno ma invece dice:
-Dimmi cosa vuoi che faccia.-
Nel
suo ufficio provvisorio di Presidente della REvolution alla Stark Tower,[7] James
Rupert Rhodes osserva il display del suo cellulare e si lascia sfuggire
un’imprecazione.
Si
alza dalla poltrona, esce ed attraversa a passo svelto il breve tratto di
corridoio che separa il suo ufficio da quello della Vice Presidente Esecutiva
Rae Lacoste, che incidentalmente è anche sua moglie. Il suo sguardo è
decisamente cupo.
Entra
nell’anticamera, dove trova l’assistente personale di Rae, Gayle Watson, che
gli rivolge uno sguardo torvo e gli dice:
-La sta aspettando.-
Rhodey
la guarda perplesso. Come poteva Rae sapere che sarebbe venuto quando lui ha
agito d’impulso? A meno che… scuote la testa ed apre la porta.
-Bastardo!-
La
voce di Rae è decisamente carica di collera, la collera di una donna tradita. Rhodey
capisce immediatamente:
-Hanno mandato il video anche a te.-
-Già.- replica lei con voce dura mentre lui
si chiude alle spalle la porta -Sai che bella sorpresa è stata trovare sul mio
cellulare un video di te che ti dai da fare con la Dottoressa Glenda Sandoval
tra le lenzuola della tua stanza d’hotel nel Sin-Cong?-[8]
-Posso spiegarti.- dice lui e si sente
stupido ancor prima di finire di parlare.
-Direi che non ci sia bisogno di molte
spiegazioni: la bella dottoressa portoricana ha cercato consolazione dal suo
vecchio amico d’infanzia e l’ha trovata, oh se l’ha trovata.-
-Io…-
-Non dire niente… anzi, dimmi una cosa: è una
relazione seria? Va avanti da molto?-
-Non c’è nessuna relazione. È accaduto solo
due volte e tutte e due in circostanze particolari.-
Rhodey
fa un rapido riassunto di quanto è accaduto in Sin-Cong ed alla fine Rae dice:
-Lo sai cosa mi brucia di più? Io non sono
una bacchettona, anzi il contrario. Prima di incontrare te la fedeltà sessuale
non era certo tra le mie virtù e tutti i miei partner, compreso Tony, ne erano
consapevoli, non ho mai fatto le cose di nascosto. Se tu me l’avessi detto subito,
probabilmente, ci sarei passata sopra ma tu non l’hai fatto ed hai tradito la
mia fiducia. Questo, più di ogni altra cosa, per me è intollerabile, lo
capisci?-
-Sì, lo capisco.-
-E quindi capirai anche che devi prendere le
tue cose e trasferirti in uno degli appartamenti vuoti della Torre. Non ti
voglio a casa quando rientrerò.-
Il
tono è di quelli che non ammettono repliche e Rhodey si limita ad annuire, poi
fa per uscire quando lei dice:
-Chi pensi che lo abbia mandato?-
-Il video?- replica lui -Posso dirti chi non
l’ha fatto: il Mandarino. Una vendetta così meschina non è da lui. Non posso
escludere la sua figlia psicopatica, Madame Macabra, o magari il governo del
Sin-Cong o perfino quello cinese. Una cosa è certa: eravamo sorvegliati e sono
stato stupido a non pensarci.-
-Non sei stato stupido solo in quello.-
ribatte, acida, Rae.
Il
telefono di Rhodey squilla.
-Scommetto che è la bella dottoressa.
Qualcosa mi dice che anche lei ha ricevuto il video. Falla venire qui, sarà una
chiacchierata interessante.-
Per
usare un eufemismo, pensa Rhodey.
Il piccolo aereo privato atterra in un lindo
aeroporto svizzero e ne scendono una donna dai capelli neri tagliati nello
stile di Audrey Hepburn e che indossa un tubino nero simile a quello che la
suddetta attrice portava nel film “Colazione da Tiffany”, cappellino compreso,
gli occhi nascosti da occhiali scuri; un uomo afroamericano dal fisico
massiccio che indossa un completo marrone ed infine una donna dai lunghi
capelli color castano ramato dal fisico atletico che indossa un sobrio tailleur
blu.
-Mi dispiace che Miss… Potts non sia potuta
venire a causa del guaio di Tony, ma capisco che non poteva lasciarlo solo ed è
giusto così.- dice la donna in nero.
Non
so se ci credi veramente, visto quante volte ce l’hai ripetuto durante il viaggio,
pensa,l’altra donna con un lieve sorriso, mi sa che invece ti dia fastidio che
Tony non sia potuto venire.
-Per fortuna…- continua la brunetta prendendo
sottobraccio l’afroamericano -… ci ha consigliato una guardia del corpo del suo
calibro, Eddie.-
-Sono solo un vecchio pugile, Contessa.- si
schermisce Eddie March.
-Oh, non così vecchio.-ribatte la Contessa
Stephanie De La Spiroza -Quando era sul ring la chiamavano Iron Man, non è
vero? Beh, direi che i suoi muscoli sono ancora d’acciaio.-
Parlando
sono usciti dall’aeroporto e saliti su una limousine in attesa. Mentre l’auto
parte, la Contessa si rivolge alla donna dai capelli ramati:
-Non ho ben capito il suo ruolo, Miss McCall.
Pepper ha detto che è una consulente, ma consulente in cosa?-
-Guai.- risponde sorridendo Meredith McCall
-E mi pare di capire che non le manchino.-
-Può ben dirlo, ma ne parleremo meglio una
volta arrivati a casa.-
Casa
si rivela essere una splendida villa poco fuori Ginevra.
-Le piace trattarsi bene, Contessa.- commenta
Eddie
-Mi piace avere sempre il meglio, che male
c’è?- replica Stephanie De La Spiroza ammiccando.
Mentre
i domestici portano i bagagli della padrona e degli ospiti nelle rispettive
stanze, una figura in armatura rossa e oro atterra davanti all’ingresso.
-Iron Man!- esclama la Contessa -Sono felice
di rivederti. Mi fa piacere che Tony abbia mandato anche te, anche se potevi
fare il viaggio con noi. Devi esserti sentito solo.-
Iron
Man non risponde, gira la testa più volte squadrando la zona poi riprende il
volo.
-Accidenti che tipo silenzioso.- dice ancora
Stephanie -Me lo ricordavo più loquace.-
Difficile
che potesse chiacchierare molto, visto che è un’armatura vuota e telecomandata,
pensa Eddie March. Un piccolo trucco per stornare i sospetti da lui nel caso
fosse necessario l’intervento di Iron Man e l’istinto gli dice che lo sarà.
3.
Qualunque
cosa si aspettasse Scott Lang non era questo.
-Sembra una nuvola temporalesca!- esclama
vedendo quello che si sta avvicinando alla sua navicella.
<<La
definizione più appropriata è: sciame. >> replica l’intelligenza artificiale
della navicella stessa <<Le analisi mostrano che si
tratta di microorganismi che si muovono all’unisono guidati presumibilmente da
un’intelligenza collettiva. Il virus artificiale che lei è venuto a debellare,
Mr. Ant Man, è dotato di adeguate misure di difesa. Il suo creatore ha dimostrato di essere un genio
anche prevedendo la possibilità della nostra presenza qui.>>
-Puoi evitare di fargli i complimenti, Cly, e
suggerire, invece, un sistema per sbarazzarcene?-
<<Ho già
provveduto. Un impulso alla giusta frequenza dovrebbe interrompere il
collegamento con la mente collettiva e lasciare i singoli elementi senza
guida.>>
Ed
è, infatti, proprio quel che accade: lo sciame si disperde.
-Ce l’hai fatta, Cly.- commenta Scott -Direi
che è stato facile… forse perfino troppo facile.-
<<Che intende
dire, signore?>>
-Che…-
Ant
Man non finisce la frase: improvvisamente la navicella si spezza in due.
Molto
lontano da li ma al tempo stesso molto vicino, la Dottoressa Erica Sondheim
vede il corpo di Tony Stark agitarsi improvvisamente mentre i monitor mostrano
un’impennata dei suoi segni vitali.
-Defibrillatore, presto!- urla all’infermiera
che l’assiste.
Bastano
pochi istanti ed il cuore di Tony torna a battere regolarmente, ma le brutte
notizie non sono finite:
-Abbiamo perso il contatto con la navicella
di Ant Man.- comunica un giovane dai
capelli corvini -Il computer è scollegato e la webcam è andata.-
Maledizione,
pensa la donna: che ti è successo, Scott?
Ant
Man sbatte gli occhi e cerca di mettere a fuoco la situazione: è alla deriva in
un liquido denso e rossastro ma cos’è e come ci è arrivato? Il ricordo arriva
come un pugno nello stomaco: questo è il sangue di Tony Stark. La navicella
dove si trovava è stata spezzata in due da qualcosa e lui è stato sbalzato
fuori. Per fortuna il casco si è richiuso automaticamente o sarebbe annegato...
annegato nel sangue di Tony, che pensiero inquietante.
Che
deve fare adesso? Ha perso tutti gli strumenti o quasi, non sa dove sta andando
e cosa fare una volta arrivato. Peggio di tutto: non sa se il suo misterioso
nemico colpirà ancora ed a cosa serva quel virus che è stato iniettato. Per
fortuna non è stato attivato e forse non lo sarà mai dopo la rimozione del
minuscolo marchingegno che si trovava nel pacemaker di Tony.
Se
solo riuscisse a comunicare con l’esterno e forse può riuscirci. Tanto vale
fare un tentativo.
4.
Se c’è una cosa che
Eddie March può dire di Stephanie De La Spiroza è che si tratta bene. La sala
da pranzo della sua villa è più grande dell’appartamento in cui lui viveva da
bambino coi suoi genitori. D’altra parte la cena è decisamente ottima.
Una
volta finita Stephanie guida i suoi ospiti in un attiguo salotto e si dirige al
mobile bar.
-Desiderate un drink?- chiede -Io mi prendo
uno scotch importato direttamente dalla Scozia e voi?-
-Per me niente, grazie.- risponde Meredith
McCall.
.-Io, invece, le farò compagnia.- replica Eddie.
-Ora possiamo passare agli affari?-
interviene Meredith -Sbaglio se affermo che non si è rivolta alla Stark
Solutions solo per un problema di ristrutturazione aziendale, Contessa?-
-No: non sbaglia.- replica la Contessa -Conoscete
una società di nome Cordco?-
-Il nome mi dice qualcosa.- risponde Eddie
-Ma…-
-La Cordco era una società specializzata in elettronica
rivale della Stark International prima e delle Stark Enterprises poi.- spiega
Meredith -Il suo Chief Executive Officer, Edwin Cord, era un uomo assolutamente
privo di scrupoli che usava anche mezzi criminali per guadagnare. Finì in
prigione per questo.-
-Ora ricordo!- esclama Eddie -Ma perché ne
parli al passato? È forse morto?-
-Non si sa con certezza. Poco dopo aver scontato la sua pena
è scomparso e non si è saputo più nulla di lui. C’è chi dice che sia morto e
chi afferma, invece, che si sia nascosto
sotto falso nome in qualche paradiso turistico e fiscale dei Caraibi. Quanto alla Cordco, è stata venduta ed
ora dovrebbe essere parte della Stark-Fujikawa. A questo punto, immagino che la
nostra Contessa abbia qualcosa di più da dirci.-
-Non molto, purtroppo.- replica Stephanie
-Non molto tempo fa una giovane donna bionda che si è presentata come emissaria
della Cordco è venuta da me e mi ha fatto un’offerta di acquisto della società
che ho ereditato da mio marito. Ho risposto cortesemente di no. Lei ha
insistito e mi ha anche detto che avrei potuto pentirmi di non aver accettato.
Ho ribadito il mio no e l’ho pregata di andarsene. Non è passato molto tempo
che nella ditta hanno cominciato a verificarsi degli incidenti. Dapprima poca
roba, poi sempre più gravi finché, qualche giorno fa, un operaio è morto ed io
ho ricevuto una telefonata di condoglianze dalla stessa donna che mi ha poi
chiesto se avessi cambiato idea sulla vendita. Le ho sbattuto il telefono in
faccia ed ho deciso di cercare aiuto… da voi. -
-Una donna misteriosa, un’offerta da parte di
una società che non esiste più… un enigma interessante.- riflette Meredith ad
alta voce -Peccato non avere neanche un’immagine di quella donna.-
-Purtroppo ne ho una sola e nemmeno tanto
buona, ripresa dalle telecamere di sicurezza della villa mentre se ne andava.-
-Vediamola.- dice Meredith
-La mando sui vostri Starkphone.-
Passano pochi istanti
e l’immagine di una giovane donna bionda che sta salendo su un’auto nera appare
sul display dei telefoni.
-Uhm, è vero: non si vede molto.- commenta
Meredith -Ma forse posso migliorarla un po’.-
La
donna si mette al lavoro e finalmente riesce ad ottenere un primo piano
accettabile.
-Non è possibile!- esclama Eddie.
-Che cosa c’è?- chiedono quasi all’’unisono le
due donne.
-Questa donna…- replica Eddie -… a parte il
colore dei capelli, che sono molto più chiari dei suoi e l’acconciatura che è
diversa , sembra Janice Cord, un ex fidanzata di Tony, ma Janice Cord è morta…
morta da almeno dieci anni!-
New
York. La figura rosso e oro di Iron Man è ormai una vista familiare per gli
abitanti. Se quelli che ora lo osservano passare volando potessero seguirne la
rotta, lo vedrebbero giungere nei pressi di una certa finestra di un condominio
di lusso di Manhattan ed aprirla senza tanti complimenti.
All’interno
una giovane donna molto attraente dai capelli corvini e la pelle olivastra che
indossa una vestaglia azzurra nel vederlo abbozza un sorriso che non sembra
affatto forzato.
-Iron Man!- esclama -Se volevi vedermi,
potevi fissare un appuntamento e passare dalla porta come fanno tutti.-
<<Me lo immagino.>>
replica
l’eroe in armatura, che altri non è che
Michael O’Brien, Capo della Sicurezza della Stark Tower <<Questa non è una visita di cortesia,
Indries. Sono qui per darti un avvertimento,: forse pensi di essere al sicuro
perché l’altro giorno a Riverdale sei riuscita a sfuggirmi assieme ai tuoi
amici[9] ma
prima o poi riuscirò a dimostrare che sei coinvolta nella morte di Vincent
Vandergill ed in qualche crimine assieme al Conte Nefaria e finalmente pagherai
per tutto quello che hai fatto.>>
Indries
Moomji gli si avvicina sfiorando con la mano destra la piastra pettorale .e
replica tranquilla:
-Sembra una di quelle scene dei film noir col
poliziotto cattivo ma non mi ha impressionato. È un peccato essere nemici sai?
Forse potremmo trovare un modo di appianare le nostre divergenze.-
Sta
cercando di sedurlo? Mike capisce come si sono sentiti Tony Stark e Rebecca
Bergier. C’è qualcosa in questa donna che ti spinge a…
<<Me ne vado.>>
dice
levandosi in volo attraverso la finestra <<Ma tornerò.>>
Non
sente la risposta della donna:
-Lo fanno tutti… sempre.-
Martin
Li, ufficialmente imprenditore cinese di Hong Kong trasferitosi a New York che
le forze dell’ordine cittadine sospettano essere il nuovo capo della Triade[10]
del Drago Nero a New York, è in piedi sulla terrazza panoramica del suo attico
a Chinatown guardando il panorama davanti a lui quando, improvvisamente, si
ritrova una lama alla gola ed una voce femminile dice:
-Zhang Tong ti manda i suoi saluti e ti
informa che è arrivato a New York.-
-Suppongo che un bigliettino o una telefonata
non sarebbero stati abbastanza melodrammatici per lui.- ribatte Li con voce
calma.
La
donna ritrae la lama e commenta:
-Hai mantenuto il sangue freddo, sono…
impressionata.-
-Hai mai danzato col Diavolo al chiaro di
luna?- aggiunge l’uomo voltandosi -Beh io l’ho fatto.-
-E questo cosa vorrebbe dire?-
-Che ho avuto esperienze che nemmeno
immagini. Tu cosa avresti potuto farmi più che uccidermi?-
Martin
Li squadra la donna davanti a lui che indossa un costume
blu con rinforzi metallici, una maschera che ricorda gli elmi delle armature da
battaglia dei samurai giapponesi le
copre la parte superiore de volto
sino al naso.
-Bel costume, forse
un po’ barocco ma fa la sua figura.- commenta.
-Io sono Lady
Mandarin.- proclama orgogliosamente lei -I nemici di Zhang Tong sono destinati
a perire per opera della mia spada, quindi sappi che non sarebbe saggio per te
opporti a lui.
-Non è certo mia
intenzione, puoi riferirglielo.- replica l’uomo, poi aggiunge -Ho conosciuto
una come te a Hong Kong ,anni fa. Lavorava anche lei per Zhang Tong... o per
qualcuno che diceva di essere lui, poi è scomparsa.-
-E con questo che
vorresti dire?-
-Che Zhang Tong è
un padrone molto esigente, se mai dovessi deluderlo, forse nessuno sentirebbe
più parlare nemmeno di te.-
La sola risposta che riceve è il
silenzio.
5.
Nella stanza dello
Stark Hospital Pepper Potts chiede:
-Si può sapere cosa
sta succedendo?-
La Dottoressa Erica Sondheim allarga
le braccia e risponde:
-Non ne ho la più
pallida idea. Qualunque cosa fosse, ha provocato un piccolo scompenso a Tony ma
a questo abbiamo rimediato facilmente, il vero problema è che abbiamo perso
ogni contatto con Ant Man.-
-Dovete tirarlo
fuori da li, mi pare chiaro.- interviene Happy Hogan, Direttore Esecutivo della
Fondazione Maria Stark, vecchio amico di Tony, ex marito di Pepper, Iron Man a
tempo perso.
-Lo farei
immediatamente se potessi.- replica la Dottoressa -Il fatto è che è talmente
piccolo che i comuni strumenti non riescono a distinguerlo.-
-Dottoressa!- la
chiama un tecnico -Abbiamo un segnale.-
La tensione si taglia con il
coltello e Glenda Sandoval non riesce a sostenere lo sguardo di Rae Lacoste finendo
per abbassare gli occhi.
-E così anche lei
ha ricevuto il video.- le dice Rae.
Non
è una domanda la sua ma una constatazione. Glenda, però, risponde lo stesso:
-Sì, oggi, proprio
come voi… io…-
-Non dica niente la
prego. Non sono dell’umore giusto per sentire giustificazioni. Concentriamoci
sul problema immediato: possiamo
impedire la diffusione del video e magari risalire a chi l’ha inviato?-
Jim
Rhodes riflette un attimo e dice:
-Conosco uno che
sarebbe capace di fare entrambe le cose anche se mi secca chiedergli un
favore.-
-A questo punto,
accetterei pure l’aiuto del Diavolo.- afferma Rae.
-Potresti non
esserci andata lontana.- replica Rhodey.
La sola speranza, pensa Scott Lang,
è il comunicatore del suo elmetto. Dovrebbe essere capace di tararlo sulla
giusta frequenza per comunicare con l’esterno. In ogni caso, vale pena provare.
-Qui Ant Man.
Qualcuno mi sente?-
<<Forte e
chiaro Ant Man.>> la voce della Dottoressa Sondheim <<Eravamo
preoccupati per te.>>
-Figurarsi io.-
<<Che è
successo?>>
Scott lo spiega il più rapidamente
possibile la sua situazione ed alla fine
dice sconsolato:
-E così eccomi
letteralmente alla deriva e senza l’attrezzatura necessaria.-
<<La missione
è fallita, dobbiamo tirarti fuori di lì.>> la voce di Happy Hogan.
-E lasciare Tony in
balia di qualunque cosa ci sia qui nel suo organismo? Non se ne parla nemmeno:
sono un eroe dopotutto, un Vendicatore… beh di riserva ma sempre un
Vendicatore.-
<<Potremmo
inviarti una nuova attrezzatura,.>> interviene la Dottoressa Sondheim
<<Il Dottor Pym ci ha lasciato una seconda siringa. Il problema è che non
abbiamo nessuno da metterci dentro: Pym
è in California e non arriverebbe mai in tempo utile prima che ti finisca la
riserva d’ossigeno mentre Wasp non risponde. Devi per forza uscire.>>
<<Posso…
posso farlo io.>>
Voce di donna, molto giovane. Scott
la riconosce e grida :
-No!-
CONTINUA
NOTE
DELL’AUTORE:
In
verità quasi niente da dire. Solo due precisazioni:
1)
Martin Li è basato sull’omonimo
personaggio creato da Dan Slott & Phil Jimenez sul Free Comic Book Day (Spider-Man) datato maggio 2007.
2)
L’originale Lady Mandarin altri non era che Psylocke in un periodo
in cui era amnesiaca ed aveva appena scambiato il corpo con Revanche in un
ciclo di storie degli X-Men di Chris Claremont & Jim Lee. Chi sia
l’attuale, lo scopriremo prima o poi.
3)
“Hai mai danzato col Diavolo al
chiaro di luna” è una frase che dice il Joker nel Batman di Tim Burton e
che Wolverine rivolge a Psylocke nei panni di Lady Mandarin durante un loro
scontro. Le citazioni piacciono anche a me. -_^
Nel
prossimo episodio: Scott Lang riceve un inaspettato aiuto. Eddie March affronta
i primi guai ed altro ancora.
Carlo
[1] Nello storico e leggendario Avengers Vol. 1° #95 (prima edizione italiana Thor, Corno, #108/109).
[2] Come visto in Vendicatori Costa Ovest #40, X-Men #44 e Vendicatori #102.
[3] Ne saprete di più in futuri episodi di Vendicatori Costa Ovest.
[4] Salto nel buio (1987).
[5] La criminalità organizzata cinese.
[6] La criminalità organizzata giapponese.
[7] Gli uffici della REvolution sono stati distrutti da Temugin, il figlio del Mandarino nell’episodio #86.
[8] È accaduto tra gli episodi #85 e 86 e non solo.
[9] Ovvero nello scorso episodio.
[10] Organizzazione criminale cinese