N° 90

 

SFIDE

 

Di Carlo Monni

 

 

1.

 

 

            Il giovane cinese vestito con quella che potremmo chiamare “tenuta alla Mao”, giacca chiusa sul collo, pantaloni leggeri, sandali di stoffa, misura a passo cadenzato la stanza in cui si trova.

È perfettamente consapevole che dall’altro lato di quello che sembra un comune specchio ci sono occhi che lo scrutano, occhi appartenenti a detective della Polizia di New York, agenti del F.B.I., F.B.I., I.C.E.[1] e perfino dello S.H.I.E.L.D., ma la cosa lo lascia indifferente.

            Il suo nome è Temugin e suo padre è il temuto Mandarino, un uomo che da solo è uno dei maggiori pericoli esistenti alla pace mondiale. Questo solo basterebbe a giustificare una sua sorveglianza continua.

            Finalmente si ferma e fissa un punto di una parete. Le sue labbra si increspano in un sorriso mentre appoggia la mano destra sulla parete e questa semplicemente si scioglie lasciando il vuoto al suo posto.

Sirene d’allarme risuonano in tutto l’edificio mentre Temugin, senza la minima esitazione, attraversa il varco che si è creato.

 

            Ezekiel Stane rientra nel suo appartamento che è ormai l’alba. Si è appena richiuso la porta alle spalle che ode una voce:

-Sei stato con mia madre?-

            A parlare è stata una giovane donna, dimostra a malapena 18 anni, seduta su una poltrona del salotto. Ha capelli corti e neri ed i suoi lineamenti mostrano tracce di ascendenze orientali, indossa un abito scandalosamente corto e così aderente da far chiedere come sia riuscita ad infilarselo.

-Sasha!- esclama Zeke -Come hai fatto ad entrare?-

-L’altra volta che sono stata qui ho preso un calco delle tue chiavi mentre dormivi.- risponde, serafica, Sasha Hammer -È stato facile.-

-Tu hai… cosa?- Zeke Stane è davvero sorpreso poi scoppia a ridere -Sei davvero una cattiva ragazza, lo sai?-

Sasha si alza e lo raggiunge e lo abbraccia.

-Non è per questo che ti piaccio?- gli dice.

            Lo bacia con passione, poi, quando si stacca, aggiunge:

-Non mi hai ancora risposto su mia madre.-

-Un gentiluomo mantiene sempre discrezione sui suoi incontri con una signora.-

-Tu non sei un gentiluomo e mia madre non è una signora.-

-Hai la lingua affilata, mia cara Sasha . Ti dirò solo che io e tua madre abbiamo festeggiato insieme la riuscita del nostro piano… del mio piano a dire il vero… e discusso le nostre prossime mosse.-

-Oh certo, me lo immagino.-

-Non ti facevo il tipo geloso, Sasha.-

-Non m’importa se ti sbatti mia madre o quell’altra tipa, la Bain, per arrivare dove vuoi, l’importante è che non dimentichi che siamo soci. Io so essere molto vendicativa con mi tradisce.-

            Le dita di Sasha brillano di una strana luce ma la cosa non sembra impressionare Zeke.

-Non lo dimenticherò, stai tranquilla.- risponde con apparente calma.

 

            Anna Wei è una giovane donna di origini cinesi che lavora come interprete per la delegazione del governo della piccola nazione chiamata Sin-Cong il cui compito è trattare con la multinazionale americana REvolution e le Fondazioni Stark e Taylor una serie di interventi sulle infrastrutture nazionali.

            Anna è una donna attraente che ha suscitato quasi immediatamente l’interesse del Direttore Esecutivo della Fondazione Taylor, l’afroamericano Andrew Chord, interesse che si è concretizzato molto presto in una relazione sessuale tra loro, proprio come progettato dal Mandarino e sua figlia.

            Anna non può non chiedersi se Chord, che avrebbe l’età per essere suo padre, non abbia pensato che la sua disponibilità non fosse altro che un trucco delle autorità del Sin-Cong per renderlo più morbido sulle loro richieste. Che direbbe se sapesse che la verità è molto più complessa, che lei è un'agente del Mandarino costretta ad ubbidirgli per salvaguardare la vita di suo figlio tenuto in ostaggio?

            Vestita con una maglietta aderente ed un paio di short Anna esce dall’hotel più lussuoso che la capitale del Sin-Cong ha da offrire e cammina verso il limitare della jungla vicina.

Se vuole salvare la vita di suo figlio non ha altra scelta che obbedire agli ordini che il Mandarino le ha impartito e pregare per la propria anima. Si volge verso l’hotel e poi abbassa lo sguardo.

 

 

2.

 

 

            Il figlio del Mandarino galleggia in aria sopra il complesso direzionale dello S.H.I.E.L.D. a New York. Alle sue dita risplendono i dieci anelli simbolo e fonte del potere di suo padre ed ora concessi a lui.

            Sarebbe facile usare tutto quel potere per ridurre in cenere questo posto ed i palazzi accanto, una lezione per Nick Fury sulla reale potenza del Mandarino e dei suoi figli. Sarebbe facile, ma Temugin non è il tipo da indulgere in ripicche infantili. Una volta che avrà ottenuto quello per cui era venuto, potrà andarsene.

<<Non sparire in fretta, amico. Abbiamo diversi conti in sospeso io e te.>>

            Al suono di quella voce Temugin si volta per trovarsi di fronte la figura in armatura rosso e oro di Iron Man. Un lieve sorriso gli increspa le labbra mentre replica:

-Stark… dunque vuoi continuare il nostro scontro? Sappi che sono pronto.-

La figura in armatura non risponde ma tende le braccia con i palmi rivolti verso di lui.

 

Il sole è già alto nel cielo quando Sunset Bain, terminata una corroborante doccia, indugia davanti ad un armadio chiedendosi quale tra i suoi tanti abiti indossare per recarsi in ufficio.

La donna, non più giovanissima ma ancora con un fisico notevole, è una personalità di spicco nel panorama industriale e finanziario americano e mondiale specie da quando ha assunto l’incarico di Vice Presidente Scienza e Tecnologia della multinazionale nippoamericana Stark-Fujikawa. Le sue decisioni possono influenzare l’andamento di interi mercati.

Mentre si chiede quale look adottare oggi, da una vicina TV sintonizzata su un noto canale di economia e finanza arrivano notizie che attraggono la sua attenzione:

<<L’improvviso annuncio della Stark-Fujikawa di ritirare la sua OPA[2] sulla Osborn Corporation ha provocato un brusco crollo delle azioni di quest’ultima, che a pochi minuti dall’inizio delle contrattazioni sono già scese a…>>

            Un sorriso maligno si dipinge sul volto di Sunset mentre commenta:

-Assolutamente perfetto.-

 

            Nel Sin-Cong la giovane donna chiamata Madama Macabra, figlia adottiva del Mandarino, è stata portata nella centrale di Polizia della Capitale, qui è stata spogliata e sottoposta a perquisizioni ed ispezioni corporali che molti attivisti dei diritti civili non esiterebbero a definire umilianti e degradanti, ufficialmente eseguite allo scopo di essere certi che lei non nascondesse alcunché che potesse essere usato come arma o per evadere. Lei ha sopportato tutto con stoicismo, senza emettere mai un lamento, anzi non ha emesso alcun tipo di suono da quando l’eroe cinese chiamato Spirito del Popolo l’ha catturata.[3]

            Ora, rivestita di un rozzo camicione arancione ed incatenata mani e piedi, viene portata in una saletta, dove l’attende proprio quell’uomo, vestito con un costume rosso, a parte guanti, stivali e le stelle su petto, che sono di un giallo vivido.

-Sai chi sono?- le chiede.

-So esattamente chi sei.- ribatte lei abbozzando un sorriso.

            Anche l’altro sorride.

-Bene, non perderemo tempo in preamboli, allora  Sai anche cosa voglio da te, immagino.-

            La sola risposta è un sorriso ancora più ampio, poi la ragazza dice:

-Il Sin-Cong, sta lasciando te, il supereroe patriottico cinese, a condurre il gioco. Dunque è vero che il nuovo governo è solo un fantoccio della Repubblica Popolare?-

-Sono io a fare le domande qui, ragazza.- ribatte Spirito del Popolo -Tu devi solo rispondere.-

-Ma le mie risposte potrebbero non piacere a quelli là fuori.

            Macabra indica uno specchio sulla parete davanti a lei.

-E la cosa ti preoccupa?-

-Al contrario, mi diverte.-

 

 

3.

 

 

            Fuori da quella stessa porta James Rupert Rhodes mostra chiari segni d’impazienza.

-Tutto questo è decisamente irritante.- sbotta infine -Ci hanno fatto venire sin qui e adesso ci fanno aspettare senza dirci niente. Intanto quel tipo in rosso è libero di interrogare la donna che ha cercato di ucciderci.-

-Ed è anche l’uomo che l’ha fermata… o è proprio questo che ti irrita, Rhodey?- replica la Dottoressa Glenda Sandoval.

            Rhodey scuote vigorosamente la  testa.

-Sciocchezze!- ribatte -Non sono così meschino… o almeno lo spero. È solo che… tu credi ai presentimenti, Glenda?-

-Se ci credessi non avrei mai accettato di venire qui… e avrei fatto bene. Perché me lo chiedi?-

-Perché ho la sensazione che i nostri guai non siano ancora finiti.-

            Rhodey ha appena finito di parlare che la stanza comincia a tremare.

-Un terremoto!- esclama Glenda.

-Non credo.- ribatte Jim Rhodes -È qualcos'altro, ma cosa?-

            Una parete si spacca letteralmente ed i pezzi volano dappertutto. Rhodey si getta su Glenda trascinandola a terra.

            Pochi secondi e tutto è finito. Rhodey alza la  testa.

-Stai bene?- chiede alla donna sotto di lui.

            C’è imbarazzo nella sua voce mentre torna alla sua mente l’ultima volta che sono stati così vicini, quando hanno ceduto alla passione per una notte, una cosa che Rhodey non riesce a perdonarsi o a dimenticare.

-Sono stata peggio.- replica Glenda -Ma cos’è successo?-

            Prima che Rhodey possa rispondere, si  accorge che la porta della sala interrogatori è saltata, Spirito del Popolo giace, apparentemente svenuto, contro la parete opposta e Madame Macabra è in piedi nel salone.

-Bene, Mr. Rhodes…- dice vedendolo -… abbiamo ancora  degli affari in sospeso io e lei.-

            Guai, per l’appunto.

 

            A New York, Temugin, il figlio del Mandarino fa un gesto con la mano e respinge al mittente i raggi repulsori e per Iron Man la cosa ha lo stesso effetto del calcio di un mulo. Barcolla in aria ma prima che possa riprendersi Temugin rilascia da uno dei suoi anelli un raggio concessivo. Iron Man viene respinto a diversi metri di distanza.

-Avremo il nostro scontro al momento opportuno. Ora ho una missione da portare a termine.-

Senza esitare Temugin si tuffa verso il palazzo di sotto e lo attraversa come se fosse uno spettro.

 

Nella sede della Stark-Fujikawa, nel suo ufficio privato, l’attuale Presidente della multinazionale, Rumiko Fujikawa termina di indossare il costume che ha ordinato, un’esatta replica di quello della supercriminale Cybermancer ora detenuta a Hong Kong. [4]

Quello che ora Rumiko sta indossando è il vero guanto del potere di Cybermancer. Per settimane ne ha sentito il richiamo ed alla fine ha ceduto: il guanto vuole essere indossato, vuole essere usato e lei lo accontenterà.

-Il potere è mio.- sussurra.

 

 

4.

 

 

            Nulla irrita Tony Stark più della mancanza di controllo, potete, quindi, immaginare come si sente mentre il colpo di forza del figlio del Mandarino lo fa volare indietro. Un palazzo è dritto sulla sua strada e lui lo colpirà se non riesce a fermarsi. Per la sua armatura non è niente ma possono esserci dei civili innocenti.

            Con uno sforzo di volontà Tony riesce ad arrestare l'armatura appena in tempo. Rimane sospeso in aria mentre recupera un assetto accettabile.

<<Ed ora pensiamo a dare una bella lezione a quel giovane figlio del Celeste Impero.>> dice.

            Rimane fermo qualche istante per rendersi contro di dove si trova. Temugin potrebbe essersi ormai allontanato di parecchio ma qualcosa gli dice che non è così. Senza esitare punta deciso verso Turtle Bay.

 

            Temugin si muove con sicurezza nei corridoi del quartier generale della più grande agenzia di sicurezza del Mondo intero. Sul pavimento i corpi degli agenti che hanno tentato di fermarlo. Avrebbe potuto ucciderli facilmente tutti quanti ma lui uccide solo quando è strettamente necessario, una politica che suo padre tollera ma non approva.

-Fermo!-

            Temugin si volta e fissa con una certa sorpresa l'uomo che ha parlato: anziano, capelli e baffi bianchi, porta gli occhiali ed indossa un completo blu scuro con gilet. Nella destra stringe un bastone e con la sinistra impugna una Sig Sauer P230. Ha l'aria più del burocrate che dell'uomo d'azione ma qualcosa nei suoi occhi dice a Temugin che sa usare quell'arma e non esiterà a fare fuoco.

-Sono il Supervisore Robert Gonzales e tu sei in arresto per aver violato una proprietà delle Nazioni Unite ed altre accuse.- dice l’uomo.

            Temugin sorride e replica tranquillo:

-Ti ammiro per il tuo coraggio, Robert Gonzales,.Sai chi sono?-

-Temugin, figlio del Mandarino. Maestro delle arti marziali, capace di spezzare l’acciaio a mani nude. Mi piace tenermi aggiornato sui maggiori ricercati mondiali.-

-Bene, Robert Gonzales, che farai adesso, mi sparerai?-

-Se mi costringi…-

Temugin si muove rapidissimo e con un colpo di taglio spezza in due la canna della pistola.

-E ora, Robert Gonzales, che farai?-

<<Lui , non so, ma tu farai meglio ad arrenderti se non vuoi una sonora lezione.>>

            Iron Man è appena arrivato.

 

            Nella Centrale di Polizia della Capitale del Sin-Cong Jim Rhodes guarda la giovane donna in piedi davanti a lui e le chiede:

-Cosa… cosa hai fatto?-

-Non è stato difficile. Ho ridotto le dimensioni dei pilastri portanti e le pareti non hanno retto alla fine.-

-Come….?-

-Quegli stupidi pensavano che usassi qualche dispositivo ed hanno pensato di essere al sicuro togliendomi tutto. Poveri idioti: non sapevano che mio padre ha trasferito in me il potere.-

Mentre Macabra parla, si odono sinistri scricchiolii.

-La struttura non reggerà a lungo.- commenta Rhodey.

-Pensi alla tua amica Sandoval ed a quelli che chiami innocenti? Dubito che ci sia qualcuno di veramente innocente qui dentro ma voglio essere generosa: puoi richiamare la tua armatura di War Machine e portare in salvo tutti, poi risolveremo le nostre questioni.-

Rhodey si alza in piedi. Il suo volto è una maschera di pietra.

-La resa dei conti è solo rimandata.- dice

            La sua armatura gli si assembla addosso mentre Macabra esce dall’edificio ostentando calma e sicurezza.

            Senza esitare War Machine afferra Glenda Sandoval e la porta fuori dall’edificio. La posa delicatamente su un prato.

-Non preoccuparti per me, torna dentro.- lo esorta lei.

<<Sei sicura?>> replica lui.

-Fidati, sono un medico.- ribatte Glenda con un mezzo sorriso.

            War Machine riparte in volo e rientra nell’edificio. In pochi istanti è vicino a Spirito del Popolo. A quanto sembra, ha preso una brutta botta ma è vivo.

            Con un gemito l’eroe cinese si risveglia.

-Cosa… cosa è successo?- chiede in Inglese.

<<Non c’è tempo per le domande.>> replica War Machine <<Qui sta per…>>

            Un attimo dopo l’edificio collassa su se stesso.

 

 

5.

 

 

            La donna attraente dai capelli corvini e la pelle olivastra sta preparandosi a lasciare la costosa suite che occupa. Tutte le cose belle devono finire, pensa. Il suo incarico è terminato con la morte di Vincent Vandergill, è ora di pensare al prossimo.

            Un lieve bussare la distrae dai suoi pensieri.

-I facchini, signora.- dice una voce oltre la porta.

            Lei apre e si trova davanti un uomo dai folti capelli rossi che indossa un completo scuro ed una donna bionda che indossa un maglione girocollo rosso e jeans. Alle loro ali stanno un uomo dai capelli bianchi che indossa un impermeabile ed un afroamericano col naso rincagnato.

-Indries…- esclama quello dai capelli rossi -… non hai idea di quanto tempo ho aspettato di farti certe domande.-

            Indries Moomji indietreggia perplessa.

 

            La Stark Solutions è una piccola società di consulenza aziendale posseduta al 51% da Tony Stark ed al 49% dalla donna che ora la sta dirigendo.

            In molti hanno pensato che Tony Stark fosse pazzo a lasciare la gestione operativa del suo impero industriale e finanziario a questa donna dai capelli rossi ed appena un accenno di lentiggini sulle guance, ma presto Virginia Ann Potts ha dimostrato di avere la grinta necessaria e che il nomignolo Pepper è ben meritato.

            Quelli che con una certa pretenziosità sono chiamati gli uffici della Stark Solutions, sono composti di tre stanze. In quella con la targhetta “Presidente” sulla porta Pepper sta esaminando le ultime richieste di consulenza. Solo poche superano un primo vaglio ed ancora meno sono quelle giudicate degne dell’attenzione di Tony Stark in persona.

            Sta a Pepper fare la scelta definitiva. Improvvisamente la sua attenzione viene attratta da un nome che conosce. Si sofferma a leggere la scheda ed alla fine commenta:

-È incredibile il talento di quella donna a cacciarsi nei guai.-

 

            Uno dei privilegi dell’essere uno dei fondatori dello S.H.I.E.L.D. è la conoscenza dei codici di accesso ai suoi edifici, pensa Tony Stark mentre fronteggia Temugin, non ha avuto problemi ad arrivare sin qui.

<<Una parte di me vorrebbe che ti arrendessi pacificamente…>> dice <<… ma un'altra vorrebbe che tu reagissi in modo da poterti dare la lezione che meriti.>>

-Ahimè, temo che l’onore non mi consenta una resa pacifica.- ribatte Temugin.

<<Meglio così.>>

            Un raggio esce dalla piastra pettorale di Iron Man ed investe Temugin sbattendolo contro una parete e tenendolo bloccato lì.

<<Non sei l’unico a saper fare certi giochetti.>> dice l’eroe in armatura.

-So che sei un nemico degno.- replica il figlio del Mandarino.

            La sua fronte s’imperla di sudore mentre socchiude gli occhi e dai suoi lineamenti si capisce che è decisamente concentrato. I suoi piedi si muovono ed un passo alla volta lui avanza verso il suo avversario.

            L’uniraggio si spegne mentre Temugin affonda la mano nella piastra pettorale facendola a pezzi. La mano prosegue sino alla carne viva.

            I battiti del suo cuore accelerano improvvisamente e Tony Stark urla.

 

 

CONTINUA

 

 

NOTE DELL’AUTORE

 

 

            Non che ci sia molto da dire su quest’episodio, quindi passerei subito al prossimo dove i nodi arriveranno finalmente al pettine. E sapremo anche chi è la donna nel cui nome si è imbattuta Pepper,

            Non mancate.

 

 

Carlo



[1]Immigration and Customs Enforcement, il servizio di polizia di frontiera e doganale degli Stati Uniti che dopo l’11 settembre 2001 ha assunto anche compiti di sicurezza interna.

[2] Offerta Pubblica di Acquisto.

[3] Nello scorso episodio ovviamente.

[4] Dall’episodio #58.