N° 90
SFIDE
1.
Il giovane cinese vestito con quella
che potremmo chiamare “tenuta alla Mao”, giacca chiusa sul collo, pantaloni
leggeri, sandali di stoffa, misura a passo cadenzato la stanza in cui si trova.
È
perfettamente consapevole che dall’altro lato di quello che sembra un comune
specchio ci sono occhi che lo scrutano, occhi appartenenti a detective della
Polizia di New York, agenti del F.B.I., F.B.I., I.C.E.[1]
e perfino dello S.H.I.E.L.D., ma la cosa lo lascia indifferente.
Il suo nome è Temugin e suo padre è
il temuto Mandarino, un uomo che da solo è uno dei maggiori pericoli esistenti
alla pace mondiale. Questo solo basterebbe a giustificare una sua sorveglianza
continua.
Finalmente si ferma e fissa un punto
di una parete. Le sue labbra si increspano in un sorriso mentre appoggia la
mano destra sulla parete e questa semplicemente si scioglie lasciando il vuoto
al suo posto.
Sirene
d’allarme risuonano in tutto l’edificio mentre Temugin, senza la minima
esitazione, attraversa il varco che si è creato.
Ezekiel Stane rientra nel suo
appartamento che è ormai l’alba. Si è appena richiuso la porta alle spalle che
ode una voce:
-Sei stato con mia
madre?-
A parlare è stata una giovane donna,
dimostra a malapena 18 anni, seduta su una poltrona del salotto. Ha capelli
corti e neri ed i suoi lineamenti mostrano tracce di ascendenze orientali,
indossa un abito scandalosamente corto e così aderente da far chiedere come sia
riuscita ad infilarselo.
-Sasha!- esclama
Zeke -Come hai fatto ad entrare?-
-L’altra volta che
sono stata qui ho preso un calco delle tue chiavi mentre dormivi.- risponde,
serafica, Sasha Hammer -È stato facile.-
-Tu hai… cosa?-
Zeke Stane è davvero sorpreso poi scoppia a ridere -Sei davvero una cattiva
ragazza, lo sai?-
Sasha
si alza e lo raggiunge e lo abbraccia.
-Non è per questo
che ti piaccio?- gli dice.
Lo bacia con passione, poi, quando
si stacca, aggiunge:
-Non mi hai ancora
risposto su mia madre.-
-Un gentiluomo
mantiene sempre discrezione sui suoi incontri con una signora.-
-Tu non sei un
gentiluomo e mia madre non è una signora.-
-Hai la lingua
affilata, mia cara Sasha . Ti dirò solo che io e tua madre abbiamo festeggiato
insieme la riuscita del nostro piano… del mio piano a dire il vero… e discusso
le nostre prossime mosse.-
-Oh certo, me lo
immagino.-
-Non ti facevo il
tipo geloso, Sasha.-
-Non m’importa se
ti sbatti mia madre o quell’altra tipa, la Bain, per arrivare dove vuoi,
l’importante è che non dimentichi che siamo soci. Io so essere molto vendicativa
con mi tradisce.-
Le dita di Sasha brillano di una
strana luce ma la cosa non sembra impressionare Zeke.
-Non lo
dimenticherò, stai tranquilla.- risponde con apparente calma.
Anna Wei è una giovane donna di
origini cinesi che lavora come interprete per la delegazione del governo della
piccola nazione chiamata Sin-Cong il cui compito è trattare con la
multinazionale americana REvolution e le Fondazioni Stark e Taylor una serie di
interventi sulle infrastrutture nazionali.
Anna è una donna attraente che ha
suscitato quasi immediatamente l’interesse del Direttore Esecutivo della
Fondazione Taylor, l’afroamericano Andrew Chord, interesse che si è
concretizzato molto presto in una relazione sessuale tra loro, proprio come
progettato dal Mandarino e sua figlia.
Anna non può non chiedersi se Chord,
che avrebbe l’età per essere suo padre, non abbia pensato che la sua
disponibilità non fosse altro che un trucco delle autorità del Sin-Cong per
renderlo più morbido sulle loro richieste. Che direbbe se sapesse che la verità
è molto più complessa, che lei è un'agente del Mandarino costretta ad
ubbidirgli per salvaguardare la vita di suo figlio tenuto in ostaggio?
Vestita con una maglietta aderente
ed un paio di short Anna esce dall’hotel più lussuoso che la capitale del
Sin-Cong ha da offrire e cammina verso il limitare della jungla vicina.
Se
vuole salvare la vita di suo figlio non ha altra scelta che obbedire agli
ordini che il Mandarino le ha impartito e pregare per la propria anima. Si
volge verso l’hotel e poi abbassa lo sguardo.
2.
Il figlio del Mandarino galleggia in
aria sopra il complesso direzionale dello S.H.I.E.L.D. a New York. Alle sue
dita risplendono i dieci anelli simbolo e fonte del potere di suo padre ed ora
concessi a lui.
Sarebbe facile usare tutto quel
potere per ridurre in cenere questo posto ed i palazzi accanto, una lezione per
Nick Fury sulla reale potenza del Mandarino e dei suoi figli. Sarebbe facile,
ma Temugin non è il tipo da indulgere in ripicche infantili. Una volta che avrà
ottenuto quello per cui era venuto, potrà andarsene.
<<Non sparire in fretta, amico. Abbiamo
diversi conti in sospeso io e te.>>
Al suono di quella voce Temugin si
volta per trovarsi di fronte la figura in armatura rosso e oro di Iron Man. Un
lieve sorriso gli increspa le labbra mentre replica:
-Stark… dunque vuoi
continuare il nostro scontro? Sappi che sono pronto.-
La
figura in armatura non risponde ma tende le braccia con i palmi rivolti verso
di lui.
Il
sole è già alto nel cielo quando Sunset Bain, terminata una corroborante
doccia, indugia davanti ad un armadio chiedendosi quale tra i suoi tanti abiti
indossare per recarsi in ufficio.
La
donna, non più giovanissima ma ancora con un fisico notevole, è una personalità
di spicco nel panorama industriale e finanziario americano e mondiale specie da
quando ha assunto l’incarico di Vice Presidente Scienza e Tecnologia della
multinazionale nippoamericana Stark-Fujikawa. Le sue decisioni possono
influenzare l’andamento di interi mercati.
Mentre
si chiede quale look adottare oggi, da una vicina TV sintonizzata su un noto
canale di economia e finanza arrivano notizie che attraggono la sua attenzione:
<<L’improvviso
annuncio della Stark-Fujikawa di ritirare la sua OPA[2]
sulla Osborn Corporation ha provocato un brusco crollo delle azioni di
quest’ultima, che a pochi minuti dall’inizio delle contrattazioni sono già scese
a…>>
Un sorriso maligno si dipinge sul
volto di Sunset mentre commenta:
-Assolutamente
perfetto.-
Nel Sin-Cong la giovane donna
chiamata Madama Macabra, figlia adottiva del Mandarino, è stata portata nella
centrale di Polizia della Capitale, qui è stata spogliata e sottoposta a
perquisizioni ed ispezioni corporali che molti attivisti dei diritti civili non
esiterebbero a definire umilianti e degradanti, ufficialmente eseguite allo
scopo di essere certi che lei non nascondesse alcunché che potesse essere usato
come arma o per evadere. Lei ha sopportato tutto con stoicismo, senza emettere
mai un lamento, anzi non ha emesso alcun tipo di suono da quando l’eroe cinese
chiamato Spirito del Popolo l’ha catturata.[3]
Ora, rivestita di un rozzo camicione
arancione ed incatenata mani e piedi, viene portata in una saletta, dove
l’attende proprio quell’uomo, vestito con un costume rosso, a parte guanti,
stivali e le stelle su petto, che sono di un giallo vivido.
-Sai chi sono?- le
chiede.
-So esattamente chi
sei.- ribatte lei abbozzando un sorriso.
Anche l’altro sorride.
-Bene, non
perderemo tempo in preamboli, allora Sai
anche cosa voglio da te, immagino.-
La sola risposta è un sorriso ancora
più ampio, poi la ragazza dice:
-Il Sin-Cong, sta
lasciando te, il supereroe patriottico cinese, a condurre il gioco. Dunque è
vero che il nuovo governo è solo un fantoccio della Repubblica Popolare?-
-Sono io a fare le
domande qui, ragazza.- ribatte Spirito del Popolo -Tu devi solo rispondere.-
-Ma le mie risposte
potrebbero non piacere a quelli là fuori.
Macabra indica uno specchio sulla
parete davanti a lei.
-E la cosa ti
preoccupa?-
-Al contrario, mi
diverte.-
3.
Fuori da quella stessa porta James
Rupert Rhodes mostra chiari segni d’impazienza.
-Tutto questo è
decisamente irritante.- sbotta infine -Ci hanno fatto venire sin qui e adesso
ci fanno aspettare senza dirci niente. Intanto quel tipo in rosso è libero di
interrogare la donna che ha cercato di ucciderci.-
-Ed è anche l’uomo
che l’ha fermata… o è proprio questo che ti irrita, Rhodey?- replica la
Dottoressa Glenda Sandoval.
Rhodey scuote vigorosamente la testa.
-Sciocchezze!-
ribatte -Non sono così meschino… o almeno lo spero. È solo che… tu credi ai
presentimenti, Glenda?-
-Se ci credessi non
avrei mai accettato di venire qui… e avrei fatto bene. Perché me lo chiedi?-
-Perché ho la
sensazione che i nostri guai non siano ancora finiti.-
Rhodey ha appena finito di parlare
che la stanza comincia a tremare.
-Un terremoto!-
esclama Glenda.
-Non credo.-
ribatte Jim Rhodes -È qualcos'altro, ma cosa?-
Una parete si spacca letteralmente
ed i pezzi volano dappertutto. Rhodey si getta su Glenda trascinandola a terra.
Pochi secondi e tutto è finito.
Rhodey alza la testa.
-Stai bene?- chiede
alla donna sotto di lui.
C’è imbarazzo nella sua voce mentre
torna alla sua mente l’ultima volta che sono stati così vicini, quando hanno
ceduto alla passione per una notte, una cosa che Rhodey non riesce a perdonarsi
o a dimenticare.
-Sono stata
peggio.- replica Glenda -Ma cos’è successo?-
Prima che Rhodey possa rispondere,
si accorge che la porta della sala
interrogatori è saltata, Spirito del Popolo giace, apparentemente svenuto, contro
la parete opposta e Madame Macabra è in piedi nel salone.
-Bene, Mr. Rhodes…-
dice vedendolo -… abbiamo ancora degli
affari in sospeso io e lei.-
Guai, per l’appunto.
A New York, Temugin, il figlio del
Mandarino fa un gesto con la mano e respinge al mittente i raggi repulsori e
per Iron Man la cosa ha lo stesso effetto del calcio di un mulo. Barcolla in
aria ma prima che possa riprendersi Temugin rilascia da uno dei suoi anelli un
raggio concessivo. Iron Man viene respinto a diversi metri di distanza.
-Avremo il nostro
scontro al momento opportuno. Ora ho una missione da portare a termine.-
Senza
esitare Temugin si tuffa verso il palazzo di sotto e lo attraversa come se
fosse uno spettro.
Nella
sede della Stark-Fujikawa, nel suo ufficio privato, l’attuale Presidente della
multinazionale, Rumiko Fujikawa termina di indossare il costume che ha
ordinato, un’esatta replica di quello della supercriminale Cybermancer ora
detenuta a Hong Kong. [4]
Quello
che ora Rumiko sta indossando è il vero guanto del potere di Cybermancer. Per
settimane ne ha sentito il richiamo ed alla fine ha ceduto: il guanto vuole
essere indossato, vuole essere usato e lei lo accontenterà.
-Il potere è mio.-
sussurra.
4.
Nulla irrita Tony Stark più della mancanza di
controllo, potete, quindi, immaginare come si sente mentre il colpo di forza
del figlio del Mandarino lo fa volare indietro. Un palazzo è dritto sulla sua
strada e lui lo colpirà se non riesce a fermarsi. Per la sua armatura non è
niente ma possono esserci dei civili innocenti.
Con
uno sforzo di volontà Tony riesce ad arrestare l'armatura appena in tempo.
Rimane sospeso in aria mentre recupera un assetto accettabile.
<<Ed
ora pensiamo a dare una bella lezione a quel giovane figlio del Celeste
Impero.>> dice.
Rimane
fermo qualche istante per rendersi contro di dove si trova. Temugin potrebbe
essersi ormai allontanato di parecchio ma qualcosa gli dice che non è così.
Senza esitare punta deciso verso Turtle Bay.
Temugin
si muove con sicurezza nei corridoi del quartier generale della più grande
agenzia di sicurezza del Mondo intero. Sul pavimento i corpi degli agenti che
hanno tentato di fermarlo. Avrebbe potuto ucciderli facilmente tutti quanti ma
lui uccide solo quando è strettamente necessario, una politica che suo padre
tollera ma non approva.
-Fermo!-
Temugin
si volta e fissa con una certa sorpresa l'uomo che ha parlato: anziano, capelli
e baffi bianchi, porta gli occhiali ed indossa un completo blu scuro con gilet.
Nella destra stringe un bastone e con la sinistra impugna una Sig Sauer P230.
Ha l'aria più del burocrate che dell'uomo d'azione ma qualcosa nei suoi occhi
dice a Temugin che sa usare quell'arma e non esiterà a fare fuoco.
-Sono il Supervisore Robert Gonzales e tu sei
in arresto per aver violato una proprietà delle Nazioni Unite ed altre accuse.-
dice l’uomo.
Temugin
sorride e replica tranquillo:
-Ti ammiro per il tuo coraggio, Robert
Gonzales,.Sai chi sono?-
-Temugin, figlio del Mandarino. Maestro delle
arti marziali, capace di spezzare l’acciaio a mani nude. Mi piace tenermi
aggiornato sui maggiori ricercati mondiali.-
-Bene, Robert Gonzales, che farai adesso, mi
sparerai?-
-Se mi costringi…-
Temugin si muove
rapidissimo e con un colpo di taglio spezza in due la canna della pistola.
-E ora, Robert Gonzales, che farai?-
<<Lui , non so, ma tu farai meglio ad
arrenderti se non vuoi una sonora lezione.>>
Iron
Man è appena arrivato.
Nella
Centrale di Polizia della Capitale del Sin-Cong Jim Rhodes guarda la giovane
donna in piedi davanti a lui e le chiede:
-Cosa… cosa hai fatto?-
-Non è stato difficile. Ho ridotto le
dimensioni dei pilastri portanti e le pareti non hanno retto alla fine.-
-Come….?-
-Quegli stupidi pensavano che usassi qualche
dispositivo ed hanno pensato di essere al sicuro togliendomi tutto. Poveri
idioti: non sapevano che mio padre ha trasferito in me il potere.-
Mentre Macabra parla,
si odono sinistri scricchiolii.
-La struttura non reggerà a lungo.- commenta
Rhodey.
-Pensi alla tua amica Sandoval ed a quelli
che chiami innocenti? Dubito che ci sia qualcuno di veramente innocente qui
dentro ma voglio essere generosa: puoi richiamare la tua armatura di War
Machine e portare in salvo tutti, poi risolveremo le nostre questioni.-
Rhodey si alza in
piedi. Il suo volto è una maschera di pietra.
-La resa dei conti è solo rimandata.- dice
La
sua armatura gli si assembla addosso mentre Macabra esce dall’edificio
ostentando calma e sicurezza.
Senza
esitare War Machine afferra Glenda Sandoval e la porta fuori dall’edificio. La
posa delicatamente su un prato.
-Non preoccuparti per me, torna dentro.- lo
esorta lei.
<<Sei sicura?>>
replica
lui.
-Fidati, sono un medico.- ribatte Glenda con
un mezzo sorriso.
War
Machine riparte in volo e rientra nell’edificio. In pochi istanti è vicino a
Spirito del Popolo. A quanto sembra, ha preso una brutta botta ma è vivo.
Con
un gemito l’eroe cinese si risveglia.
-Cosa… cosa è successo?- chiede in Inglese.
<<Non c’è tempo per le domande.>>
replica
War Machine <<Qui
sta per…>>
Un
attimo dopo l’edificio collassa su se stesso.
5.
La
donna attraente dai capelli corvini e la pelle olivastra sta preparandosi a
lasciare la costosa suite che occupa. Tutte le cose belle devono finire, pensa.
Il suo incarico è terminato con la morte di Vincent Vandergill, è ora di pensare
al prossimo.
Un
lieve bussare la distrae dai suoi pensieri.
-I facchini, signora.- dice una voce oltre la
porta.
Lei
apre e si trova davanti un uomo dai folti capelli rossi che indossa un completo
scuro ed una donna bionda che indossa un maglione girocollo rosso e jeans. Alle
loro ali stanno un uomo dai capelli bianchi che indossa un impermeabile ed un
afroamericano col naso rincagnato.
-Indries…- esclama quello dai capelli rossi
-… non hai idea di quanto tempo ho aspettato di farti certe domande.-
Indries
Moomji indietreggia perplessa.
La
Stark Solutions è una piccola società di consulenza aziendale posseduta al 51% da
Tony Stark ed al 49% dalla donna che ora la sta dirigendo.
In
molti hanno pensato che Tony Stark fosse pazzo a lasciare la gestione operativa
del suo impero industriale e finanziario a questa donna dai capelli rossi ed
appena un accenno di lentiggini sulle guance, ma presto Virginia Ann Potts ha
dimostrato di avere la grinta necessaria e che il nomignolo Pepper è ben
meritato.
Quelli
che con una certa pretenziosità sono chiamati gli uffici della Stark Solutions,
sono composti di tre stanze. In quella con la targhetta “Presidente” sulla
porta Pepper sta esaminando le ultime richieste di consulenza. Solo poche
superano un primo vaglio ed ancora meno sono quelle giudicate degne
dell’attenzione di Tony Stark in persona.
Sta
a Pepper fare la scelta definitiva. Improvvisamente la sua attenzione viene
attratta da un nome che conosce. Si sofferma a leggere la scheda ed alla fine
commenta:
-È incredibile il talento di quella donna a
cacciarsi nei guai.-
Uno
dei privilegi dell’essere uno dei fondatori dello S.H.I.E.L.D. è la conoscenza
dei codici di accesso ai suoi edifici, pensa Tony Stark mentre fronteggia
Temugin, non ha avuto problemi ad arrivare sin qui.
<<Una parte di me vorrebbe che ti arrendessi
pacificamente…>> dice <<… ma un'altra vorrebbe che tu reagissi in
modo da poterti dare la lezione che meriti.>>
-Ahimè, temo che l’onore non mi consenta una
resa pacifica.- ribatte Temugin.
<<Meglio così.>>
Un
raggio esce dalla piastra pettorale di Iron Man ed investe Temugin sbattendolo
contro una parete e tenendolo bloccato lì.
<<Non sei l’unico a saper fare certi
giochetti.>> dice l’eroe in armatura.
-So che sei un nemico degno.- replica il
figlio del Mandarino.
La
sua fronte s’imperla di sudore mentre socchiude gli occhi e dai suoi lineamenti
si capisce che è decisamente concentrato. I suoi piedi si muovono ed un passo
alla volta lui avanza verso il suo avversario.
L’uniraggio
si spegne mentre Temugin affonda la mano nella piastra pettorale facendola a
pezzi. La mano prosegue sino alla carne viva.
I
battiti del suo cuore accelerano improvvisamente e Tony Stark urla.
CONTINUA
NOTE DELL’AUTORE
Non
che ci sia molto da dire su quest’episodio, quindi passerei subito al prossimo
dove i nodi arriveranno finalmente al pettine. E sapremo anche chi è la donna
nel cui nome si è imbattuta Pepper,
Non
mancate.
Carlo