N° 88

 

L’OMBRA DI GOBLIN

 

Di Carlo Monni

 

 

1.

 

 

            Il Sin-Cong è un piccolo paese dell’Indocina con una storia piuttosto travagliata, ma non è la sua storia che c’interessa adesso, bensì il suo presente. Per qualche oscuro motivo questo piccolo paese è diventato importante per i piani dell’aspirante conquistatore del mondo noto solo come Mandarino, che si proclama discendente di Gengis Khan e sogna non solo di restaurarne l’impero ma di andare più oltre.

            Finora si è tenuto in disparte facendo agire i suoi figli tra cui la giovane donna che in questo momento sta osservando un monitor. Il suo vero nome lo conoscono in pochi, preferisce usare il nome di Madame Macabra, che sembra uscito da un racconto pulp degli anni 30, ma in fondo qualcuno potrebbe dire che lei è proprio quel tipo di personaggio.

             La scena che sta osservando si sta svolgendo all’esterno dell’hotel di lusso dove alloggia segretamente. Tre uomini stanno discutendo: uno è un afroamericano dal cranio rasato e una folta barba nera appena spruzzata di grigio che potrebbe avere poco più di cinquant’anni; il secondo indossa un’armatura nera e argento che nel design ricorda quella di Iron Man. L’uomo che la indossa si fa chiamare War Machine e pochi potrebbero ipotizzare che sotto il suo elmo si cela un altro afroamericano ma Madame Macabra lo sa con certezza; il terzo uomo è un Cinese ed indossa un costume rosso con un cappuccio che gli copre la parte superiore del volto, i guanti, la cintura, gli stivali e le stelle sul petto disposte nello stesso modo di quelle sulla bandiera della Repubblica Popolare Cinese sono gialli.

            Madame Macabra sa esattamente perché l’eroe patriottico cinese chiamato Spirito del Popolo è qui adesso e la cosa non la preoccupa minimamente.

-Sono pronta a giocare coi tuoi nemici, padre.- sussurra.

 

            Qualcuno potrebbe pensare che il distretto di polizia di Central Park sia uno dei più tranquilli della città di New York e sbaglierebbe perché anche se il numero dei crimini è molto diminuito, sia dentro che fuori dai confini di uno dei parchi più famosi del mondo, i reati continuano ad avvenire.

            Il Detective di Primo Grado John Laviano, un veterano italoamericano dai capelli bianchi con lo sguardo disincantato di chi ne ha viste troppe, si sta occupando dell’omicidio di un uomo d’affari avvenuto nel suo appartamento di lusso. Non è certo il primo omicidio su cui Laviano e il suo abituale collega, l’afroamericano Stan Witts, si trovano ad indagare. Nella sua memoria è ancora ben vivo il ricordo della strage, avvenuta anni prima, di una famiglia involontaria testimone di un’esecuzione mafiosa nel bel mezzo del parco. Non essere riuscito ad incastrare i colpevoli di quei delitti è uno dei fallimenti di cui Laviano più si rimprovera. In preda alla frustrazione, passò una copia del fascicolo delle indagini all’unico sopravvissuto, un ufficiale dei Marines, che pensò personalmente a fare giustizia sommaria degli assassini di sua moglie e dei suoi figli per poi imbarcarsi in una crociata violenta contro i criminali. Se fosse stato più bravo, se fosse riuscito ad arrestare Bruno Costa ed i suoi scagnozzi, pensa spesso Laviano, forse il Punitore non sarebbe mai nato.[1]

            La voce di Witts lo riporta al caso che stanno seguendo:

-Quell’arrogante di Norman Osborn mi sta davvero sulle scatole. Se è stato lui ad uccidere Vincent Vandergill[2], sarò ben lieto di sbatterlo in galera e buttar via la chiave.-

-Non correre troppo, Stan…- lo rimprovera Laviano -... non sono poi così convinto che sia stato lui. Non trascuriamo altre piste. Per esempio: negli ultimi tempi Vandergill è stato visto spesso in compagnia di una donna bruna dall’aspetto esotico. Forse sarebbe il caso di parlarle… se sapessimo dove trovarla.-

-Forse potrei darvi una mano.-

            A parlare è stato un uomo dai capelli rossi che è appena entrato in sala agenti affiancato da una bella donna dai capelli biondi.

-E tu chi saresti, amico?- lo apostrofa Witts.

-Io ti conosco.- esclama Laviano -Eri al 107°. O’Brien, giusto?-

-Puoi anche chiamarmi Mike.- ribatte il nuovo venuto.

-Vuoi dire che è uno dei nostri?-

-Lo era sino a qualche anno fa.- risponde Laviano -Poi , se non sbaglio, è passato ai Federali.-

-Esatto.- conferma Mike O’Brien -Adesso però lavoro come Capo della Sicurezza della Stark Tower.-

-Se ora sei un civile, che ne sai del delitto Vandergill?- chiede ancora Witts.

-So chi è la vostra donna misteriosa e posso aiutarvi a trovarla. Ma intanto lasciate che vi presenti la mia compagna, l’Agente dello S.H.I.E.L.D. Judith Klemmer.-

-Cos’ha a che fare lo S.H.I.E.L.D. con un comune omicidio…. O forse non è così comune?- chiede Laviano.

-C’è poco di comune quando è coinvolto il Conte Nefaria.- risponde O’Brien.

 

            Anthony Edward Stark è molte cose per molte persone: un brillante inventore, genio dell’elettronica, un capitano d’industria, un multimiliardario, playboy, il supereroe in armatura noto come Iron Man e ultimamente anche un padre di famiglia. Soprattutto lui si considera uno che guarda al futuro, uno di coloro che pensano che se una cosa può essere immaginata, allora può essere realizzata ed è forse la cosa che più di tutte vorrebbe fosse ricordata di lui.

            Tutto quello che è lo ha reso da sempre un bersaglio per ogni genere di nemico. Dovrebbe esserci abituato ma questo non vuol dire che non si preoccupi questa mattina, mentre cerca senza successo di concentrarsi sul suo ultimo progetto nel suo laboratorio privato del suo attico alla Stark Tower.

-Conosco quello sguardo.- gli dice la sua compagna, la rossa Virginia Ann Potts, meglio nota con il soprannome di Pepper -Scommetto che stai pensando a quel che è successo ieri.- [3]

-Vinceresti facilmente.- replica Tony -La verità è che non riesco a capire perché il Mandarino abbia mandato suo figlio Temugin a distruggere la sede della REVolution, non ha molto senso.-

-Forse era una specie di test.-

-Ci ho pensato,ma test per chi o cosa? Ho la sensazione che il peggio debba ancora arrivare.-

            Pepper non replica ma ha anche lei la stessa sensazione.

 

 

2.

 

 

            Le parole di Mike O’Brien sono accolte da una smorfia di scetticismo da parte di Stan Witts.

-Nefaria?- borbotta -Non è un tizio che ha fatto a botte con i Vendicatori un paio di volte? Che c’entra lui?-

-Prima di avere una breve carriera come supercriminale, è stato il Capi dei Capi del Maggia, il cartello internazionale del crimine.- spiega O’Brien.

-Lo sappiamo cos’è il Maggia, dicci qualcosa di nuovo.-

            O’Brien sospira. Prima che possa parlare ancora, però, interviene Judith Klemmer:

-Abbiamo ragione di credere che Nefaria sia dietro ad una cospirazione internazionale di cui Vincent Vandergill era solo una pedina. Ultimamente frequentava questa donna.-

            Fa vedere loro la foto di una bellissima donna dai capelli neri e la carnagione olivastra. Witts emette un fischio di ammirazione e commenta:

-Gran bel pezzo di…-

            Judith fa una smorfia disgustata e prosegue:

-Si chiama Indries Moomji e forse è Indiana ma usa anche altri nomi. È una seduttrice professionista impiegata da governi e cartelli criminali come trappola al miele.-

-Conosco l’espressione.- interviene John Laviano -Quindi voi pensate che sia stata assunta per convincere Vandergill a vendere la Oscorp alla Stark-Fujikawa, ho capito bene?-

-L’idea è quella.- aggiunge O’Brien -Sapete chi è il Vice Presidente addetto alle fusioni e acquisizioni della Stark-Fujikawa? Ezekiel Stane. Suo padre Obadiah usò proprio Indries Moomji per spingere Tony Stark all’alcolismo ed impadronirsi della sua azienda.-

-E tale padre, tale figlio. Ha senso, abbastanza da fare una chiacchierata con la signora in questione e con Mister Stane.-

-Speravo che lo dicessi, Laviano. Spero che non ti dispiaccia se ti accompagneremo.-

-Ci sono di mezzo questioni di sicurezza internazionale.- precisa Judith -Se Nefaria è implicato lo S.H.I.E.LD. Vuole saperlo.-

-Sarete graditi ospiti.- replica il detective -Basta che non interferiate col nostro lavoro.-

-Lascerò volentieri a te e Witts tutta la gloria, Laviano, non preoccuparti.- dice O'Brien. A me interessa solo che certi conti siano chiusi.-

 

            Forse è solo la sua natura diffidente o i pessimi precedenti che ha avuto con le autorità cinesi in occasione di altre crisi, ma  War Machine decisamente non è entusiasta di collaborare con l'agente cinese in costume che si fa chiamare Spirito del Popolo.

-Si dice che tu sia un fuorilegge, War Machine.- gli si rivolge l'eroe cinese -Se non sbaglio, nel tuo paese sei ricercato per terrorismo.-

<<Sabotaggio industriale per essere esatti.>> risponde Jim Rhodes <<Ho fatto saltare un paio di fabbriche di avidi capitalisti.>>

            Inutile dirgli che a quell'epoca c'era Parnell Roberts dentro l'armatura. Fingere di essere sempre lo stesso uomo gli è servito come una buona copertura finora, anche se certi suoi recenti exploit stanno mettendola a dura prova.

Ripensare a Parnell riporta la sua mente a sua moglie Gloria Sandoval ed a quello che è successo tra loro la notte precedente, qualcosa che non doveva accadere e di cui prima o poi dovrà affrontare le conseguenze ma non è il momento di pensarci.

<<Un gesto che i tuoi padroni avrebbero apprezzato un tempo, non è vero?>> aggiunge.

-Il mio solo padrone è il Popolo Cinese.- ribatte l'altro -Io ne sono solo l'umile servo.-

<<Certo, come no? Ora ti dispiace spiegarci perché il Sin-Cong è così importante per il Mandarino? È solo uno sputo di paese senza nessun interesse.>>

-Non posso dirti ciò che  non so. Magari è qui perché ci sei tu. Ho sentito che sei nella lista dei suoi nemici.-

            Rhodey ammette di non averci pensato ma forse è davvero la spiegazione corretta, forse ciò che vuole il Mandarino è solo pura e semplice vendetta.

            Lo Spirito del Popolo prosegue:

 -Forse la domanda dovrebbe essere: perché ci sei tu? Cosa cerca un presunto terrorista nel Sin-Cong?-

<<Non tradisco la riservatezza dei miei datori di lavoro.>>

        Il Cinese fa un sorrisetto mentre sul volto di Andrew Chord si dipinge un'espressione perplessa.

-Quindi hai un committente? Allora dovrei chiedermi chi potrebbe guadagnarci. Forse il tuo datore di lavoro è il creatore della tua armatura. Tony Stark in persona?-

            Ci sei vicino, pensa Rhodey e ribatte:

<<Ascolta amico, come ho detto: i miei affari sono solo miei. Ora scusatemi ma ho delle cose urgenti che mi aspettano.>>

            Così dicendo War Machine si solleva in volo.

-Tipo interessante, non crede Mr. Chord?- chiede il supereroe cinese vedendolo andar via.

            Andrew Chord rimane silenzioso

 

            I meeting societari possono essere noiosi e Tony Stark ne ha visti abbastanza da sapere quanto sia vero, quello del Consiglio dei Direttori della Stark-Fujikawa non fa eccezione. Tony si guarda intorno con discrezione. Conosce tutti i presenti e sa che alcuni di loro lo vedrebbero volentieri morto. Sunset Bain e Zeke Stane ad esempio. Per fortuna c'è gente come Meredith McCall, il suo primo amore e madre del suo primogenito. Lei è sicuramente un'alleata.

            Morgan Stark, appena rientrato dal Giappone prende la parola:

-Il mostro nuovo membro Ezekiel Stane ci dirà le ultime novità sulla scalata alla Osborn Corporation. Mr. Stane...-

            Il giovane si alza in piedi ma prima che riesca a parlare la vetrata della sala riunioni va in mille pezzi mentre nella sala riunioni entra una figura in un costume verde e porpora che monta un velivolo a forma di ali di pipistrello.

-Stane!- grida -Dov'è quel farabutto?-

            Tony quasi non crede ai propri occhi: quello è proprio Goblin.

 

 

3.

 

 

            Rientrato nella sua camera senza essere visto, Jim Rhodes si sbarazza della sua armatura ed indossa una pratica maglietta e dei jeans su cui indossa un giubbotto. Ha appena completato l’operazione che il suo telefono squilla. Quando vede da chi viene  la chiamata non sa se essere felice o preoccupato.

-Ciao, Rae. Come vanno le cose a New York?- chiede.

<<Se ti dicessi che la REvolution è stata attaccata dal figlio del Mandarino ti stupiresti?>> ribatte sua moglie.

-Non tantissimo,qui è accaduto qualcosa di simile.-

            I due si scambiano i resoconti di quanto loro accaduto nelle ultime ventiquattro’ore[4] ed alla fine Rhodey dice:

-È chiaro che il Mandarino ci ha preso di mira. Conoscendolo, ci riproverà presto e…-

            In quel momento Glenda Sandoval esce dalla sua stanza e Rhodey si blocca di colpo.

<<Rhodey, tutto bene? Che succede?>> chiede Rae Lacoste-Rhodes con tono preoccupato.

-Nulla.- si affretta a rispondere lui -Tutto a posto.-

<<Ne sei sicuro? Hai una voce strana.>>

-Sì, tranquilla  Ti richiamo più tardi.-

Prima che Rae possa replicare, Rhodey interrompe la comunicazione. Stupido, si dice, ora sì che penserà che c’è qualcosa che non va e avrebbe ragione. Probabilmente penserà che lui si sia messo alla caccia di Madame Macabra, non le verrà di certo in mente che lui ha passato la notte con Glenda.

È proprio a Glenda che si affianca in ascensore. Nessuno dei due parla: l’imbarazzo tra loro è palpabile ed entrambi sono sollevati quando le porte si aprono.

Pochi minuti dopo sono nella sala riunioni dove li stanno aspettando Andrew Chord e la delegazione del governo del Sin-Cong con l’interprete Anna Wei. È quest’ultima a rivolgersi a loro traducendo le parole del capo delegazione:

-Ora che ci siamo tutti, è possibile ricominciare le trattative sperando che ciò avvenga sotto i migliori auspici.-

            Dopo uno scambio di convenevoli tutti si siedono. Rhodey ha l’impressione che Chord lo guardi in modo strano ma forse è solo paranoia, la stessa che gli fa temere un attacco imminente. Spera di sbagliarsi.

 

            Il Folletto Verde attraversa la sala ed afferra Zeke Stane per il bavero della giacca e lo solleva dalla poltrona in cui siede.

-Qualcuno vuole appiopparmi un omicidio che non ho commesso.- gli dice -Se ci sei tu dietro a tutto, te lo farò sputare.-

Approfittando della confusione Tony Stark si eclissa e contemporaneamente richiama a sé la sua armatura. Si infila in una stanza vuota e si fa ricoprire da quella meraviglia tecnologica per poi uscire dalla finestra e raggiungere rapidamente la sala riunioni dove, nel frattempo, Goblin sta minacciando il giovane Stane.

-Ora confesserai o sarà peggio per te.-

-Ti sbagli, io non so di cosa stai parlando.- ribatte il ragazzo.

-Davvero? Lo vedremo.-

<<Quel che vedremo sei tu che ti arrendi pacificamente.>>

            La voce elettronicamente distorta di Iron Man echeggia nella stanza. Goblin lo guarda. Nessuna emozione traspare dalla sua maschera.

-Non t’impicciare, Iron Man….- dice -Non sono affari che ti riguardano.-

<<Questo lascialo decidere a me. Ora lascia andare Zeke Stane.>>

-Non credo che lo farò.-

            Con un movimento più rapido di quanto il Vendicatore Dorato si aspettasse, Goblin gli lancia contro delle bombe zucca che gli esplodono in faccia.

 

            Altrove, in un loft di lusso, la donna che si fa chiamare Madame Masque osserva il Conte Nefaria versarsi del pregiato cognac.

-Tieni.- le dice lui porgendole un bicchiere poi, dopo qualche istante, aggiunge -Non hai bisogno di tenere la maschera quando siamo soli, Giulietta.-

            La donna si sfila la maschera dorata che le copre il volto e replica:

-Non Bethany? Credevo che ti fossi abituata a sentirti chiamare così da quando occupi il corpo della deliziosa Miss Cabe.-

-Che era il tuo piano fin dall’inizio.- ribatte la ragazza scuotendo la chioma di capelli rossi che erano nascosti da una parrucca nera -Ha funzionato, non ne sei contento?-

 -Lo sono e molto.- risponde Nefaria -Ho sempre voluto il tuo bene.-

-Per questo mi hai fatto adottare da Byron Frost? Ma non parliamo di questo Come sta procedendo la nostra operazione?-

-Alla perfezione. Il nostro giovane alleato ha fatto bene la sua parte e tra poco sapremo se avrà avuto successo.-

-Ti fidi di lui?.

-Io mi fido solo di me stesso… e di te. Naturalmente.-

-Ne sono lusingata… papà.-

            Io, invece, pensa Madame Masque, mi fido solo di ne stessa.

 

 

4.

 

 

            L’impatto delle due bombe zucca non è sufficiente a danneggiare l’armatura ma basta a sbilanciare Iron Man.

-Perché voi buffoni in costume non sapete fare a meno di impicciarvi degli affari altrui?- sbotta Goblin.

<<Senti da che pulpito viene la predica. Non sono io quello che si veste come una comparsa del Signore degli Anelli e con colori discutibili.>> replica il Vendicatore Dorato sparando una scarica di repulsori che il suo avversario evita agilmente.

-Le tue battute sono pessime.- replica  Goblin -Peggio di quelle dell’Uomo Ragno.-

            Dal suo dito indice parte una scarica che colpisce in pieno la piastra pettorale dell’armatura. Mentre viene sbalzato indietro, Iron Man pensa che questo Goblin è un osso più duro di quanto credesse.

            Poco distante Ezekiel Stane sorride: sta andando meglio del previsto.

 

            L’uomo che entra nella Stark Tower è chiaramente cinese, giovane, di bell’aspetto, cranio rasato, completo di sartoria fatto su misura, valigetta ventiquattrore al polso. Tutto lo indica come un manager che deve fare una visita d uno dei tanti uffici della torre e questo indicano le sue credenziali come Terence Yuan, vicepresidente delle Temujin Enterprises di Hong Kong. Tuttavia l’apparenza a volte inganna.

I sofisticati sensori della torre lo scandagliano da cima a fondo e lo identificano come Temugin, il figlio del Mandarino. Un allarme scatta in tutta la torre. Uno speciale segnale appare sui cellulari di due determinate persone all’interno del grattacielo.

-Non ci posso credere!- esclama Harold Joseph Hogan, detto Happy, Direttore Esecutivo della Fondazione Maria Stark –Quel bastardo ha avuto la faccia tosta di venire sin qui in pieno giorno!-

Happy si assicura che la porta del suo ufficio sia ben chiusa, poi si avvicina ad una parete che si apre rivelando un’armatura di Iron Man.

 

Altrove, in un edificio molto simile, un uomo dai capelli biondi annodati a coda di cavallo riflette mentre è seduto alla sua scrivania.

Tony Stark forse crede che si sia dimenticato di lui ma presto capirà il suo errore, pensa Tiberius Stone. Compone un certo numero su un cellulare criptato e dice:

-Spymaster, ho un lavoro per te.-

 

 

5.

 

 

            La limousine si ferma davanti all’ingresso della Stark Tower e lo trova completamente sigillato.

-Che succede?- chiede Kathy Stark.

-Non ne ho idea, Miss Stark.- risponde l’autista -Ho provato a chiamare la torre ma nessuno risponde.-

-Sono i protocolli di difesa ideati da mio padre.- afferma la ragazzina. -C’è sicuramente qualche minaccia in corso e la torre è completamente isolata. Nessuno può entrare o uscire.-

-Che facciamo adesso, Kathy?- le chiede il suo fratellastro Howard Finch Jr.

-Aspettiamo Howie, non possiamo fare altro. –

 

            Glenda Sandoval pensa alle bizzarre circostanze che l’hanno portata sin qui. Sembrava un lavoro semplice: fare da consulente per la costruzione di un ospedale finanziato dalla Fondazione Stark e dalla Fondazione Taylor e supervisionare le attrezzature mediche. Un lavoro più tranquillo dei suoi turni come volontaria in Africa e l’avrebbe aiutata a non pensare a Parnell… ma c’era Rhodey.

-Mi scusi, Dottoressa Sandoval…- la voce di Anna Wei interrompe il flusso dei suoi pensieri -… il Dottor Yang vorrebbe sapere cosa ne pensa di…-

            Le parole della giovane donna si perdono nel suono di un’improvvisa esplosione: una parete è crollata e ne entra un carro armato dalla cui torretta partono raffiche di mitra.

            Si ricomincia, pensa Jim Rhodes mentre si getta a terra. Si guarda intorno: Glenda sembra illesa, ma per quanto ancora?

Sente improvvisamente una mano sulla sua spalla, è Andrew Chord.

-Si muova Rhodes.- gli dice -Faccia quel che deve.-

            Rhodey annuisce. Non è sorpreso che Chord abbia intuito la sua doppia identità, era una deduzione ovvia dopotutto. Ora non è il caso di pensarci, è il momento di agire.

Si allontana e richiama la sua armatura.

 

            Iron Man riprende l’assetto di volo. Goblin è un avversario più tosto di quanto si aspettasse. Credeva che sconfiggerlo sarebbe stato facile ma deve ricredersi. Quel suo aliante è incredibilmente manovrabile e lo rende difficile da colpire.

-Perché non mi lasci in pace?- gli dice il Folletto mentre gli scaglia addosso un’altra bomba zucca -Sto cercando di redimere il nome di Goblin e che succede? Arriva un idiota e cerca di incastrarmi per un omicidio che non ho commesso. Hai idea di come ci si sente?-

<<In effetti, sì.>> risponde Iron Man mentre distrugge la bomba a mezz’aria con una scarica di uniraggio <<È capitato almeno un paio di volte a me ed a quasi tutti quelli che conosco, ma non è questo il punto. Non puoi andartene in giro ad accusare la gente e minacciarla.>>

-Ma davvero? E tu allora , cos’è che ti rende così speciale da poterlo fare?-

<<Una tessera di Vendicatore, tanto per cominciare. Per quanto ne so, tu sei sempre un supercriminale, il nemico n. 1 dell’Uomo Ragno.>>

-Non sono lo stesso uomo, è così difficile da credere?-

            E se dicesse la verità? Si chiede Tony Stark. Se davvero questo non fosse Norman Osborn ma qualcun altro? D’altra parte lui stesso ha usato la stessa bugia in passato, quindi come essere sicuro che non stia mentendo? Poco importa: lo fermerà e gli farà le domande dopo.

            Spara una scarica di repulsori contro l’aliante ed il risultato è che Goblin si rovescia a testa in giù per poi precipitare verso terra.

<<Maledizione!>> esclama Iron Man.

Non voleva ammazzare il suo nemico. Ora deve salvarlo. Si getta a capofitto verso il suo avversario che nel frattempo è riuscito a premere un pulsante sul suo glider.

Una sorta di folta nebbia avvolge Iron Man che reagisce attivando ancora una volta il suo uniraggio. Quando la nebbia si dissipa Goblin è scomparso.

Può essere andato dovunque ma può ancora tentare di rintracciarlo grazie ai sistemi della sua armatura.

Sta per provarci quando un allarme speciale risuona nell’armatura. Tony lo riconosce immediatamente: la Stark Tower è sotto attacco. Goblin dovrà aspettare, ora ha cose più urgenti a cui pensare. Avvertirà l’Uomo Ragno via Communicard, che se ne occupi lui.

Quanto a chi ha attaccato la torre, imparerà che non è saggio sfidare Iron Man a casa sua.

 

 

CONTINUA

 

 

NOTE DELL’AUTORE

 

 

 

            Onestamente, nulla da dire: se non sapete chi è Goblin, peggio per voi. Spero che abbiate comunque gradito questa breve digressione dalla trama principale. A proposito della quale, nel prossimo episodio: il Mandarino si rivela.

            Basta così .

 

 

Carlo



[1]Avevate capito che parlavamo di Frank Castle, vero? -_^

[2] Due episodi fa.

[3] Ovvero sempre negli ultimi due episodi.

[4] Negli ultimi due episodi e dove sennò? -_^.