N° 79

 

DEATHLOK IL DEMOLITORE

 

Di Carlo Monni

 

 

1.

 

 

            La situazione finora: quattro cyborg guidati da Deathlok hanno invaso la REvolution e preso in ostaggio quasi tutto il personale ed i dirigenti. Il loro obiettivo: catturare o uccidere Michael Collins, l’ex Deathlok, e il cyborg rinnegato Coldblood-7. Mentre Tony Stark è lontano, a consolare sua figlia dopo che il suo patrigno si è ucciso, Happy Hogan interviene come Iron Man e Jim Rhodes, tenuto sotto mira dalla cyborg che si fa chiamare Gryphon, cerca un sistema di cavarsi dai guai senza rivelare di essere War Machine.

            James Rupert Rhodes, Rhodey per gli amici, si alza in piedi e fronteggia la donna che gli ha detto di chiamarsi Gryphon.

-Ti avevo detto di non muoverti.- gli dice lei con voce dura.

-Non hai armi.- ribatte Rhodey -Solo quegli artigli e devi toccarmi per farmi male.-

-Non contarci troppo.-

Rhodey si avvicina cautamente alla finestra. Se ha calcolato giusto…

-Fermo!- intima Gryphon allungando i suoi artigli verso di lui.

            Jim indietreggia per evitare di essere colpito, ma apparentemente inciampa perdendo l’equilibrio e piombando oltre la finestra aperta.

-Maledizione!- esclama la cyborg.

            Rhodey precipita e pensa che devono sicuramente esserci modi migliori per uscire dai guai. Se l’armatura di War Machine non risponde in tempo al suo richiamo, lui si spiaccicherà al suolo, questo è garantito.

 

            Sebastian Shaw fa entrare nel suo studio il visitatore che attendeva. Questi si guarda intorno e il suo sguardo si sofferma sulla ragazza bruna seduta di fianco a Shaw e che indossa solo una guepiere nera e alti stivali neri coi tacchi a spillo.

-Credevo fosse un colloquio riservato.- dice sedendosi a sua volta.

-Mercedes è il mio braccio destro. Non c’è nulla che diremo qui che lei non debba sapere-.- replica il Re Nero del Club Infernale di New York.

-Se ho capito bene, lei sta cercando qualcuno che elimini i suoi rivali.-

-I responsabili della mia rovina: Sunset Bain, Morgan Stark e Rumiko Fujikawa. Pensa di esserne in grado?-

-Non mi insulti. Certo che ne sono in grado. La vera domanda è: voglio farlo?-

-E la risposta?-

-Parliamo del mio onorario.-

            Alla fine è sempre una questione di prezzo, pensa l’enigmatica Mercedes.

 

            Tony Stark si stringe a Pepper Potts

-Non so cosa avrei fatto senza di te.- le dice.

-Te la saresti cavata in qualche modo.- replica lei.

-Non credo proprio. Se si tratta di risolvere un problema di ingegneria, di crisi aziendali o attacchi di supercriminali, so sempre cosa fare, ma se si tratta dei sentimenti di chi mi sta vicino, sono un vero pesce fuor d’acqua.-.

-Tua figlia è forte e supererà anche questo, vedrai… e anche suo fratello.-

-Io e mio padre non parlavamo molto. Tante cose sono rimaste irrisolte tra noi quando è morto. Avevo 21 anni. Howard Jr. ne ha 10. Non oso pensare a come si senta.-

-Il fatto che tu te lo chieda, dimostra quanto tu sia sensibile.-

-Io? Parliamo dello stesso Tony Stark? In ogni caso non posso essere la figura paterna di riferimento anche per lui, non ne sono in grado.

-Io credo di sì. Vedila così: è un problema da risolvere e tu sei sempre stato bravo a risolvere i problemi.-

            Davvero è così semplice? Tony vorrebbe disperatamente crederlo.

 

 

2.

 

 

            Nella sua carriera di Iron Man sostituto Happy Hogan ha avuto modo di affrontare svariate minacce ed è sopravvissuto per raccontarlo, il che non significa necessariamente che gli piaccia essere il bersaglio di un paio di cyborg assassini di cui uno sembra tosto quanto terminator, anche se al momento pare che gli stia succedendo qualcosa

<<Direttiva primaria: rintracciare e se necessario terminare i soggetti Coldblood-7 e Collins, Michael. Direttiva Secondaria: eliminare ogni ostacolo al conseguimento della direttiva primaria con ogni mezzo possibile.>>

<<Direttiva primaria: in corso. Direttiva secondaria: applicata.>>

            Le due voci elettroniche echeggiano direttamente nel cervello di Deathlok e ad esse se ne aggiunge una terza, quella di Luther Manning espressa a voce alta:

-Perché?-

<<Domanda irrilevante: lo scopo di questa unità è eseguire le direttive impartitile, non di discutere.>>

-L’uccisione di civili innocenti è contraria alle regole.-

<<Rilevato malfunzionamento dell’unità. Azione consigliata: ripristino programmazione originaria.>>

<<Ripristino programmazione originaria in esecuzione. Completato al 55%.>>

            Happy deve confessare di non aver capito molto di quello che sta succedendo, ma una cosa è evidente: Deathlok si sta muovendo molto lentamente e questo gli consente di evitare i raggi della sua pistola con facilità. Qualunque cosa stia accadendo al suo avversario, deve approfittarne

<<Filate mentre nessuno bada a voi.>> ordina agli ostaggi.

-E tu?- chiede Mrs. Arbogast.

<<Che domande, Mrs. A, me la caverò come al solito. Ora sbrigatevi.>>

            Con una certa fatica il braccio destro di Deathlok sta puntando verso Iron Man e dalla sua pistola parte un raggio.

            Quasi istintivamente Happy risponde con una scarica di repulsori che colpisce Deathlok sbattendolo a terra.

<<Secondo round a me.>> esclama.

            In quel momento si ricorda che c’era anche un altro cyborg: una donna dai capelli biondi e la maschera di ferro. Dov’è finita?

            Proprio allora due artigli di molibdeno si appoggiano alla sua schiena e scaricano una quantità elevata di energia nell’armatura sovraccaricandola. Forse era meglio non avere risposta all’ultima domanda dopotutto.

 

            Se qualcuno fosse presente al momento, vedrebbe una palla di metallo nero e argento sfondare una parete della palazzina principale della REvolution e sfrecciare ad elevata velocità verso Jim Rhodes che sta precipitando verso il suolo. La vedrebbe anche modificare il proprio aspetto e diventare una vera e propria armatura che ricopre Rhodey appena in tempo per proteggerlo dall’impatto che altrimenti avrebbe avuto nefaste conseguenze.

            War Machine si solleva dal piccolo cratere che ha provocato e vola verso la finestra del suo ufficio.

<<Ed ora vediamo di sistemare un po’ di conti in sospeso.>> dice.

            Quando raggiunge l’ufficio, ormai è vuoto e non ne é sorpreso. Gryphon non aveva nessun motivo di restare dopo che lui era caduto dalla finestra, ma dove può essere andata?

-Antigone…- ordina all’Intelligenza Artificiale dell’armatura -… scansione immediata dell’edificio.-

<<Scansione eseguita, Mr. Rhodes. Dati inviati direttamente all’interfaccia visivo.>>

            Una specie di display virtuale si forma davanti agli occhi di Rhodey mostrandogli la situazione dell’edificio ed alla fine lui esclama:

<<Avrei dovuto immaginarlo. Bene Miss Gryphon, ora stai per scoprire di aver pestato i piedi all’uomo sbagliato.>>

            E sfreccia via.

 

            Quando la pesante porta d’acciaio del laboratorio cede, Michael Collins non ne è particolarmente sorpreso, ma lo è quando vede chi entra.

-Kelly?- esclama.

-Ci conosciamo forse?- gli chiede il cyborg.

-In un’altra vita, quando ero Deathlok, ci siamo… incontrati.-

-Mi pare di ricordarlo, ma tante informazioni non essenziali sono state cancellate dai miei banchi memoria.-

            È decisamente cambiato, pensa Collins, colpa anche questa di quel Dottor Harrow?

-Consegnami Coldblood-7 e non ti sarà fatto alcun male.-

-Sono qui.- proclama una voce alla sua sinistra -E non ho nessuna intenzione di venire con te.-

            Detto questo, Coldblood contrae il dito sul grilletto della sua pistola e spara.

 

 

3.

 

 

            In un attico nel centro di Manhattan la donna chiamata Selene si concede un po’ di relax nella grande vasca idromassaggio quando arriva un cameriere e le dice:

-C’è Mister Sebastian Shaw che vuol vederla, Milady.-

            La strega millenaria sorride e replica:

-Fallo passare.-

            Sebastian Shaw entra. Indossa un completo grigio tre pezzi che su di lui sembra quasi un abito d’altri tempi, come quello in stile Reggenza Britannica che è solito indossare alle riunioni del Cerchio Interno del Club Infernale.

-Caro Sebastian…- lo accoglie Selene -… vuoi unirti a me e Parnell? La temperatura dell’acqua è semplicemente deliziosa.-

-Non ho tempo per queste sciocchezze.- taglia corto Shaw -Devo parlarti di affari.-

-Come vuoi.-

            Selene si alza in piedi e mentre esce dalla vasca schiocca le dita e il cameriere le porge un asciugamano, naturalmente nero, che lei usa per coprirsi. Alle sue spalle, l’afroamericano Parnell Jacobs richiama la sua armatura eidolon che lo ricopre sino al collo.

-Quello che ho da dirti riguarda solo me e te.- afferma l’industriale.

 -Parnell può ascoltare tutto quello che hai da dirmi. Non temere per la sua lealtà: da quando ho assaggiato la sua energia vitale,[1] non ha altra scelta che essermi fedele.- replica Selene.

-Come un cagnolino? Molto utile. Non perdiamo tempo allora: come ti ho già detto, voglio il tuo aiuto per una vendetta contro Tony Stark e i suoi alleati.-

-Adoro le vendette, sono così dolci e Tony Stark e la sua guardia in armatura sono una sfida interessante. Tu che ne dici, Parnell?-

-Nessun problema, per me.- risponde Jacobs -Posso battere Iron Man e anche War Machine, ne sono certo.-

-Quanta incoraggiante fiducia. Dicci di più, Sebastian.-

            Shaw illustra in dettaglio le sue intenzioni ed alla fine Selene chiede:

-Perché non ne parli anche agli altri membri del Cerchio Interno? Tony Stark ha parecchi nemici tra di loro e credo che riceveresti il loro appoggio. -

-Lo farò ma prima volevo assicurarmi che i miei principali alleati, tu e Pierce, foste dalla mia parte. E poi non voglio che quella sgualdrina di Sunset Bain sia informata troppo presto dei miei piani. È colpa sua se ho perso le Industrie Shaw e la mia vendetta colpirà anche lei, anche se in modo diverso.-

-Capisco.-

            Discutono un po’ di altri dettagli e alla fine Shaw se ne va. Dopo che è uscito, Parnell Jacobs parla:

-Devi stare attenta con lui, ti tradirà se ne avrà l’occasione.-

-Ti preoccupi per me, Parnell? Che tenero.- ribatte Selene sdraiandosi mollemente sul letto e lasciando aprire l’asciugamano -Non temere, so come trattare Sebastian Shaw da molto prima che t’incontrassi e non mi fido di nessuno, se non di coloro che non possono fare altro che servirmi anima e corpo, proprio come te. Tu non mi tradiresti, vero Parnell?-

-Non potrei mai, mia signora.-

-Esatto, non potresti mai. Ed ora dedichiamoci a cose più piacevoli: togliti quell’ingombrante armatura e raggiungimi, da bravo.-

            E come detto prima, Parnell Jacobs non può che obbedire.

 

            Happy Hogan crolla in ginocchio mentre la cyborg chiamata Cylla usa i suoi artigli per scaricargli addosso più energia possibile ma le cose non vanno come lei aveva previsto.

<<Energia immessa assorbita ed immagazzinata. Livello di efficienza dell’armatura 85%... 90%... 98%... 100%.>> recita l’Intelligenza Artificiale dell’armatura.

<<Pare che tu mi abbia potenziato, dolcezza.>> dice Happy rialzandosi in piedi <<Ora, però devo scaricare l’energia in eccesso e il tuo amico mi sembra un bersaglio adatto.>>

            Una scarica di uniraggio colpisce Deathlok proiettandolo oltre una parete e all’esterno.

<<E Ora pensiamo a te.>> dice Iron Man rivolgendosi a Cylla.

<<Analisi: cyborg di sesso femminile. Impianti sul viso, occhi, braccia, gambe. Nome: Markham, Cylla. Costruttore: Pierce, Donald. Gruppo: Reavers. Status: defunta per mano del vampiro Bloodscream.>>

<<Ti dirò, Antigone, non mi sembra poi così tanto defunta.>> replica Happy all’Intelligenza artificiale <<Temo che dovrai aggiornare i tuoi database.>>

<<Aggiornamento in corso. Dati trasmessi anche al database degli X-Men.>>

<<Ottimo e ora…>>

            Happy non termina la frase. Cylla gli piomba addosso con la potenza di un treno in corsa… o così almeno sembra all’ex pugile.

-Riuscirò a farti fuori!- proclama la donna.

            Iron Man le afferra i polsi e la respinge indietro.

<<Non ne sono così convinto.>> ribatte <<Sai, di solito trovo scorretto prendere a pugni una donna, ma tu mi sembri una dura. Vediamo quanto.>>

            Le sferra un diretto all’addome che la spinge contro la parete opposta.

 

            War Machine si muove velocemente. Sa esattamente dov’è Gryphon e la rapidità è essenziale.

            Mentre si avvicina al laboratorio sente la voce di Coldblood:

-Non mi avrai tanto facilmente.-

            Qualcosa passa davanti a War Machine: un cyborg massiccio. Deathlok? No, è troppo grosso e di sicuro è più pericoloso di Gryphon.

<<Tu chi saresti?>> gli chiede.

-Mi chiamo Siege.- replica l’altro.

<<Bel nome. Sei tosto quanto sembri?>>

            La risposta di Siege è una scarica dal cannoncino al plasma montato sul suo avambraccio destro che spedisce Rhodey dall’altro lato del corridoio.

<<Ok, lo sei.>> ribatte quest’ultimo <<Ma anch’io lo sono.>>

            Dai mitragliatori montati sulle sue spalle parte una scarica di proiettili.

 

 

4.

 

 

            Chiusa nel suo ufficio Rumiko Fujikawa guarda l’oggetto che era nella scatola che ha prelevato dai laboratori: un guanto di metallo che sembra brillare e pulsare come se fosse vivo e che sembra chiamarla e dirle:

“indossami”.

            Perché non dovrebbe farlo? Rumiko prende il guanto e lo infila nella mano destra e ne sente crepitare il potere, un potere che ora sente scorrerle nelle vene, un potere che è inebriante, quasi intossicante.

            Perché non dovrebbe usarlo?

 

            Siege sente i colpi di War Machine infrangersi contro la sua armatura e corre contro il suo avversario sparando a più non posso.

-Pensavi davvero di fermarmi in quel modo?- chiede.

<<Ora che me lo chiedi…>> ribatte Rhodey <<… non mi sarebbe dispiaciuto.>>

            Senza esitare spedisce sul suo avversario una doppia scarica di repulsori che manda Siege a terra.

            Può tenergli testa ma mentre lo combatte, Gryphon potrebbe prendersela con Collins e Coldblood ed anche se quest’ultimo è davvero tosto, potrebbe farsi cogliere impreparato.

            Maledizione: i loro nemici sono fin troppo determinati.

 

            In un loft di Manhattan l’uomo conosciuto come Conte Nefaria scuote il capo:

-Devo ammetterlo, sono deluso, molto deluso.- dice.

-Non è colpa mia, Conte.- si giustifica la donna chiamata Indries Moomji -Vandergill è ormai un burattino nelle mie mani e ha fatto tutto quello che gli ho chiesto. È stato Norman Osborn a fermarlo.-

-Osborn, già.- borbotta Nefaria -Giusto, è lui che sta sabotando i nostri piani. Speravo di evitare uno scontro diretto con lui almeno per ora, ma avrei dovuto sapere che era impossibile. Dicono che si è rammollito, che non ha più la forza e la determinazione di quando era Goblin, ma forse sono solo chiacchiere che ha messo in giro lui stesso. Meglio non fidarsi. Puoi andare Indries.-

            La donna fa un ambiguo sorriso.

-Vuole davvero che me ne vada, signor Conte?- chiede.

            Luchino Nefaria si volta verso di lei e le rivolge uno sguardo di evidente ammirazione.

-Ripensandoci…- le dice -… non è così urgente che tu ne vada. Rimani.

            Qualche ora dopo Indries esce dal loft e fa una telefonata.

-Sono io. È andata proprio come avevi previsto. Ho dato il via alla seconda parte del piano. Tranquillo: non sospetta nulla, non potrebbe mai dubitare di me, mai.-

            Chiude la telefonata e sorride.

 

 

5.

 

 

            Dalla finestra panoramica del suo attico Sasha Hammer guarda verso l’orizzonte immersa in pensieri molto personali quando sente una voce alle sue spalle:

-Stai contemplando il tuo futuro regno?-

            La voce appartiene ad un ragazzo dai capelli neri apparentemente poco più vecchio di lei.

-E tu chi saresti?- ribatte Sasha con tono volutamente scortese -Il nuovo toy boy di mamma?-

            Il ragazzo ride divertito e ribatte:

-Sono molto di più di questo, sono una sorta di angelo della vendetta, ma tu puoi chiamarmi Zeke… Zeke Stane.-

-Stane…- mormora Sasha -Sì, mi  ricordo di te: una volta ho sentito il nonno definirti la cosa più vicina all’erede maschio che ha sempre desiderato.-

-Sul serio? Sono commosso, il vecchio è davvero imprevedibile. Io, invece ti conosco bene, Sasha, e so cosa nascondono i tuoi atteggiamenti ribelli e trasgressivi.-

-Ma davvero, Dottor Freud?-

-Tu sei come me: i limiti morali della gente comune non ti riguardano e non t’interessano. Hai mai sentito il modo di dire: tutto quello che vedi un giorno sarà tuo? Io posso renderlo vero per te, sai?-

            Sasha gli rivolge uno sguardo interessato.

-Davvero?- replica -E come conti di fare, Mr. Stane?-

-Resta al mio fianco e lo saprai.- è la sibillina risposta.

 

            Cylla si rialza e corre verso Iron Man sfoderando gli artigli e gli piomba di nuovo addosso.

-Vediamo se la tua armatura resiste ai miei artigli.- dice.

 <<Io dico di sì.>> replica Iron Man spezzandole un artiglio <<Altri trucchetti?>>

            Cylla replica colpendolo a tutta forza facendolo barcollare.

<<Buono ma non abbastanza. Ne ho incassati di peggiori.>>

Senza che Happy se accorga un mirino a infrarossi lo sta inquadrando.

 

            Deathlok si rimette in piedi. Iron Man è proprio davanti a lui, inquadrato nel mirino della sua pistola, bersaglio facile.

<<Azione consigliata: eliminazione ostacolo identificato come Iron Man.>> dice una delle voci computerizzate nella sua testa.

<<Preparazione all’eliminazione. Pistola regolata su massima intensità. Bersaglio inquadrato. Sparare.>> recita l’altra voce.

-No.- afferma Deathlok

<<Anomalia comportamentale. Azione suggerita: correggere.>>

<<Correzione in corso.>>

-Non sono un’anomalia e non sono disposto a farmi correggere da nessuno. Io sono… sono… Luther Manning.-

 

 

CONTINUA

 

 

NOTE DELL’AUTORE

 

 

            Praticamente nulla da dire su questo episodio, passiamo dunque, a parlare del prossimo dove Deathlok farà delle scelte e sapremo di più sui piani del Consorzio Ombra e di Zeke Stane.

 

 

Carlo



[1] Nell’episodio #72.