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N° 69
GUERRA E PACE
1.
Solo i morti hanno visto la
fine della guerra.
George Santayana
Parnell Jacobs conosce
bene la guerra: è stata il suo mestiere per anni, prima come ufficiale dei
Marines che ha operato al servizio del suo paese poi come mercenario al
servizio del miglior offerente in molte zone calde del Mondo ed infine come
contrabbandiere d’armi in quelle stesse zone senza curarsi troppo dei torti e
delle ragioni ma solo del compenso.
Sì, Parnell Jacobs
conosce bene la guerra al punto da esserne rimasto disgustato ed aver promesso
a sua moglie di tenersene alla larga, ma al tempo stesso ne è affascinato e
solo l’amore per sua moglie è riuscito davvero a tenercelo fuori. E ora eccolo
qui: in un lembo dimenticato di Africa centrale, rivestito da una misteriosa
armatura aliena denominata Warwear, a combattere una guerra non sua, in una
terra lontana da quella in cui è nato, ma da cui potrebbero provenire i suoi
antenati per quanto ne sa. Continua a dirsi che lo sta facendo per la vita di
Glenda ma come negare l’adrenalina, la gioia selvaggia del potersi scatenare
senza remore contro un nemico i cui superpoteri lo rendono in grado di
sopportare la piena potenza della sua armatura?
Mentre colpisce
ripetutamente il suo avversario Warwear deve ammettere con se stesso che si sta
divertendo… e la cosa lo terrorizza.
Sdraiata in bikini sul
ponte dello Yacht in navigazione nei Caraibi, Pepper Potts osserva Tony Stark,
in perfetta tenuta da yachtsman, venire verso di lei impugnando due bicchieri
che contengono drink rigorosamente analcolici.
Lui si inginocchia al
suo fianco e le porge un bicchiere.
-Felice?- le chiede.
-Abbastanza…- risponde lei con un sorriso -… anche se, visti i
precedenti, ogni tanto mi capita di chiedermi quando ci attaccherà qualche
supercriminale.
-Stavolta non accadrà.- risponde Tony -Stavolta nulla turberà la nostra
vacanza. Ci prenderemo tutto il tempo che vogliamo e se ci saranno dei guai, ci
penserà qualcun altro.-
Mentre lo bacia,
Pepper non può che sperare che questa volta sia vero.
Attraverso le
telecamere incorporate nei costumi dei componenti della Squadra della Morte il
Conte Nefaria osserva le fasi del loro scontro con Iron Man a Ventimiglia.
-Tu sapevi che sarebbe saltato fuori Iron Man, non è vero Luchino?- gli
chiede la bionda Pavane, vestita, per così dire, come suo solito, di un bikini
di pelle nera e lunghi stivali.
-Diciamo che lo sospettavo.- risponde Nefaria -O’Brien non è un comune
ex poliziotto: per molto tempo è stato il capo dei Guardiani, i secondini in
armatura della Volta.[1]
Le probabilità che mandandolo qui Stark gli avesse fornito un’armatura che lui
sa benissimo come usare erano molto alte.-
Naturalmente tutta la
verità è che Nefaria sa benissimo che Tony Stark è l’originale Iron Man e che Mike
O’Brien è uno dei membri della squadra di Iron Men che ha recentemente messo
assieme, ma Pavane non ha bisogno di saperlo. La conoscenza è potere, ma se è
condivisa con troppe persone cessa di esserlo.
-Per questo volevi che fosse separato dalla sua valigetta.- insiste
Pavane.
-Sarebbe stato più facile se non avesse avuto accesso all’armatura ma
ormai è andata così.-
-Quindi hai rinunciato a prenderlo vivo?-
-Non ho molta scelta direi… ma la donna è un altro discorso. La voglio
viva: se è davvero un’agente dello S.H.I.E.L.D. come sospetto, può dirci molte
cose… se riusciamo a farla parlare.-
-Di quello mi occuperò volentieri io personalmente.- afferma Pavane
facendo scioccare la sua frusta.
2.
Se vuoi la pace prepara la
guerra.
Vegezio
A volte… ma solo a
volte… Jim Rhodes, ora nei panni metallici di War Machine, si rammarica che il
movimento di liberazione della donna abbia raggiunto u bel po’ di traguardi.
Non che rimpianga i tempi in cui si riteneva che il posto naturale di una donna
fosse la cucina, ma almeno quelli in cui non si vestivano di armature leggere
per sparare missili addosso alla gente. Nel caso specifico si riferisce a
Harrier, l’unica donna tra i Supremazisti, che l’ha appena fatto cadere al
suolo ed ora lo bersaglia di proiettili. Gli costa un certo sforzo ma alla fine
riesce a rimettersi in piedi.
<<Adesso basta!>> dice alla sua avversaria mentre avanza verso di
lei <<Pensi di essere alla mia altezza? Beh… ti sbagli.>>
War Machine continua
ad avanzare nonostante le scariche di energia che Harrier continua a lanciargli
addosso.
-Cadi, maledetto! Perché non cadi?-
<<Forse sono troppo stupido o forse le
tue armi non sono abbastanza forti per la mia armatura. Dovrai migliorarti… se
ne avrai mai l‘occasione.>>
Le afferra i polsi
frantumando i congegni di sparo. La ragazza urla.
<<Ti avevo detto che non eri pronta
per questo gioco, ricordi?>>
Improvvisamente la sua armatura è avvolta dalle
fiamme.
Judith Klemmer osserva l’esplosione nei cieli di Ventimiglia e per la
prima volta da tanto tempo si ritrova a pregare, sperando che Mike O’Brien se
la sia cavata. Da quel che ne sa l’armatura di Iron Man è abbastanza forte da
resistere ad un’esplosione simile. Da qualche parte deve aver letto o sentito
che ne ha addirittura superato una nucleare ma forse era un’esagerazione e…
-Bene, bene… guarda
chi abbiamo qui.-
Judith si volta di scatto
maledicendosi per essersi distratta ed aver permesso al resto della Squadra
della Morte di sorprenderla.
Il capo della squadra, che si fa
chiamare Firefight, le sta puntando alla nuca il fucile che ha innestato sul
braccio destro.
-Sei fortunata che
ci hanno ordinato di prenderti viva o a quest’ora ti avrei già fatto saltare la
testa.-
-Davvero?- replica
Judith -Non avresti dovuto dirmelo.-
Con una mossa improvvisa gli sferra
un calcio all’inguine e, mentre Firefight si piega per il dolore, scatta in una
corsa a zig zag
-Prendiamola- urla
la donna che si fa chiamare Cortina.
Che ci riusciate o meno, pensa
Judith ve la dovrete sudare.
A New York, nella sede della
Stark-Fujikawa, Sunset Bain assapora il suo nuovo potere: finché Morgan Stark e
Rumiko Fujikawa sono in Giappone, sta a lei la gestione ordinaria della
società. Dovrebbe essere sempre così, pensa sorridendo. Comunque non può
lamentarsi: Morgan le ha già concesso il pieno controllo del settore scienza e
tecnologia, il cuore delle attività della multinazionale, almeno finché
produrrà risultati e l’unico modo per assicurarsi che continui così è che
Morgan vinca la battaglia per la successione al vecchio Fujikawa. Non ha
scelta: deve aiutarlo con ogni mezzo possibile.
Si volge verso la sua assistente,
che nel chiuso dell’ufficio ha ripreso il suo vero aspetto: quello di una donna
attraente con una sfera color rosso rubino al posto della testa.
-Come stanno
andando i nostri progetti?- le chiede.
-A meraviglia.-
risponde Ruby Thursday -Il solo problema è che il nostro amico sta diventando
sempre più impaziente. Presto non saremo più in grado di tenere sotto controllo
la sua ossessione di distruggere Tony Stark.-
-Presto non sarà
più necessario tenerla sotto controllo e il nostro amico, come lo chiami tu,
sarà libero di scatenarsi come vorrà. Il caro Tony e la sua bambola dai capelli
rossi avranno un’amara sorpresa vedrai.-
3.
La guerra è Inferno.
William Tecumseh Sherman
Il boom sonico lo ha lasciato
stordito per un attimo ma sembra aver avuto lo stesso effetto sul Vendicatore
Bianco per fortuna.
Senza esitare Warwear spara i suoi
mini droni da alcuni dei quali escono cavi sottili ma robustissimi che
imprigionano il suo avversario mentre da altri vengono sparati raggi di energia
che lo colpiscono senza dargli tregua.
-Questi… non mi fermeranno.-
proclama il suo avversario liberandosi dai cavi mentre altri lo avvolgono -Ti
farò a pezzi.-
<<Provaci.>> lo sfida Warwear <<Vedremo chi farà a pezzi
chi.>>
Richiama i suoi droni e resta fermo
mentre il Vendicatore Bianco si libera per poi sollevarsi dal suolo e
precipitarsi verso di lui.
Il colpo ricevuto è forte e Parnell
Jacobs vacilla ma resta in piedi.
<<Hai fallito.>> ribatte <<Ora tocca a me.>>
Dalle sue spalle emergono dei
cannoncini i cui proiettili colpiscono in pieno il Vendicatore Bianco
sbattendolo a terra, poi, prima che si rialzi, Warwear gli è addosso.
-Tu non puoi…-
biascica il suo avversario.
<<Posso… e lo faccio con gioia.>> replica Warwear mentre mette nel pugno che gli sferra tutta la forza di cui dispone.
Philip Grant e Ling McPherson
restano muti assaporando le parole di Bethany Cabe:
-Ho scoperto chi vuole morto il tuo ragazzo.-
-Non è il mio… oh lascia stare.- replica la ragazza cinoamericana -Non
perdiamo tempo in preamboli: dicci chi è.-
Beth fa un sorrisetto e
ribatte:
-Avete mai sentito parlare dello Straniero?-
La prima sensazione di
James Rhodes è panico ed è comprensibile… come il fatto che il calore sia
assorbito dalla sua armatura senza essere minimamente percepito all’interno e
rapidamente convertito in energia aggiuntiva.
War Machine si volta
verso il nuovo avversario il cui nome è Capitan Blaze e gli dice:
<<Bel tentativo… ma come vedi non è
riuscito e ora tocca a me.>>
Dalla sua piastra
pettorale esce un raggio… che è bloccato da una barriera invisibile. Rhodey è
contento di aver fatto bene i suoi compiti e sa che il campo di forza in
questione è stato creato dal tizio robusto che si fa chiamare Barricata, un
nome appropriato. Sa anche che abbattere campi di forza simili è tutta
questione di pressione ed è pronto a scommettere che quelli di Barricata non
resistono alle esplosioni nucleari come quelli di Susan Richards. Tuttavia non
ha né tempo né voglia di provarci quando esiste un metodo migliore.
War Machine spicca il
volo e quando sente di essere all’altezza giusta si precipita verso il basso
sparando a più non posso.
Barricata eleva uno
scudo psionico che regge ai colpi almeno finché non è lo stesso War Machine a
colpirlo a tutta velocita.
Il rumore dell’impatto
scuote il perimetro dell’azione. Alla fine uno solo dei contendenti si rialza
in piedi: War Machine
<<Tre a zero per me.>> proclama.
4.
Non ci sono mai state una buona guerra o una cattiva pace.
Benjamin Franklin
Lo Yacht naviga lento nelle acque
dei Caraibi. Messosi il costume da bagno Tony Stark si sporge dal parapetto e
contempla l’idea di una nuotata quando ode il suo cellulare squillare. Chi
Diavolo può essere? Si chiede: aveva chiesto espressamente di non essere
disturbato e a casa c’è chi è in grado di prendersi cura di serie emergenze sia
al lavoro che come Iron Man. E se fosse accaduto qualcosa ai suoi figli? Cerca
di scacciare quel pensiero ma non è facile.
Il numero è criptato. Nulla di buono
pensa Tony mentre schiaccia il tasto di risposta.
<<Mi
riconosci Stark?>>
Voce secca, tono sottilmente
ironico, ottimo inglese con un inflessione chiara, forse troppo, della Cina
Meridionale. Tony la riconosce immediatamente.
-Mandarino…-
risponde con tono duro -… che vuoi stavolta?-
<<Solo
ricordarti che tra noi non è ancora finita… e avvertirti che hai cinque minuti
esatti da ora per abbandonare il tuo yacht prima che lo distrugga. Dovrebbero
bastarti per scappare: non ti voglio morto troppo presto e in modo indolore.-
La comunicazione si interrompe e
Tony si concede solo un paio di secondi di incertezza prima di gridare:
-Tutti in acqua,
presto… presto!-
Senza esitare afferra Pepper per un
polso e salta oltre il parapetto. Ha appena il tempo di sentire Pepper che
grida…
-Tony… cosa sta…?-
… che le acque si chiudono su di
loro. Prima ancora che possano risalire si ode un rombo e le acque diventano
innaturalmente più calde.
Con una certa fatica Tony e Pepper
riguadagnano la superficie e si accorgono che al posto dello yacht ora c’è una
nuvola di vapore che sale verso il cielo.
-Mio Dio!- Esclama
Pepper –Cos’è successo?-
Tony freme di rabbia mentre il suo
pensiero va ai membri dell’equipaggio che non ce l’hanno fatta a fuggire. La
sua voce è dura mentre risponde:
-Il Mandarino mi ha
appena dichiarato guerra.-
C’è una calma innaturale nell’aria
mentre le truppe del Mgangawi entrano in quella che era l’ultima roccaforte del
potere bianco nella nazione africana di Rudyarda: la velleitaria Libera
Repubblica di Kiplingia.
Joshua N’Dingi ha un’aria
soddisfatta mentre la sua vettura scoperta attraversa la strada principale
della cittadella e si ferma davanti ad una palazzina di tre piani l’ormai ex
residenza presidenziale.
Si rivolge a Glenda Sandoval seduta
al suo fianco e le dice:
-Sorrida
dottoressa. Oggi è un giorno felice, dopotutto: la guerra civile è finalmente
finita.-
Glenda storce le labbra.
-E lei ha quel che
voleva: la Rudyarda ai suoi piedi.-
-Questo paese
cambierà presto nome e ne prenderà uno indigeno. Che ne pensa di Mutapa?-
Nessuna risposta. L’uomo chiamato
Dottor Crocodile scuote la testa poi scende dalla camionetta ed entra nella
palazzina seguito da una riluttante Glenda e da due ibridi umano animale, Pantera
e Leonessa, che la scortano.
Raggiungono un ampio ufficio dove
War Machine e Warwear li stanno già aspettando.
-Ah… amici...- li
saluta N’Dingi -… è davvero un piacere avervi al mio fianco in quest’ora di
vittoria.-
<<Meno chiacchiere, Crocodile.>> taglia corto Parnell Jacobs <<Ora che ti abbiamo aiutato a vincere questa sporca guerra,
libera Glenda e dalle l’antidoto definitivo.>>
-Non c’è nessun
antidoto… perché non c’è mai stato un veleno.- interviene Glenda -Me l’ha
confessato stamattina confermando i miei sospetti.-
<<Non so chi mi trattenga dal farti
saltare la testa “Dottore”>> afferma Jim Rhodes.
-Sarebbe indegno di
lei, colonnello.- ribatte tranquillo N’Dingi -Uccidere un avversario che non la
sta nemmeno minacciando non è nella sua natura. Il suo amico, forse, lo
farebbe, ma perché dovrebbe? Avevate messo in conto che bluffassi e farmi del
male non vi servirebbe a molto a questo punto.>
<<Mi darebbe un’immensa
soddisfazione.>> replica War Machine <<Ma ha ragione:
non ne vale la pena.>>
<<Ben detto socio.>> interviene Warwear <<Su, Glenda: andiamocene da
qui.>>
Da fuori giunge l’eco di colpi di fucile.
<<Che sta succedendo?>> chiede War Machine <<Credevo che la battaglia
fosse finita… aspetta… i tuoi uomini stanno ammazzando i soldati che si sono
arresi, non è vero?>>
-E se anche fosse?-
ribatte il Dottor Crocodile -Sono nemici, perché dovrei curarmi della loro
sorte?-
<<Perché?>> anche col filtro elettronico la
voce di James Rupert Rhodes è chiaramente carica di collera <<Se non lo
capisci, non perderò tempo a spiegartelo, bastardo.>>
La mano destra di War Machine si
solleva con il palmo rivolto verso Joshua N’Dingi e comincia a crepitare di
energia.
<<Se volevi darmi un pretesto per
ammazzarti, me ne hai appena fornito uno.>> dice War Machine <<Richiama i tuoi
uomini o ti giuro che di te non rimarrà abbastanza per una sepoltura
decente.>>
E pochi nella stanza dubitano che
stia bluffando.
Nel soggiorno di un piccolo
appartamento di Queens è Philip Grant a rompere per primo il silenzio seguito
alle parole di Bethany Cabe:
-Suppongo che tu
non alluda al gruppo rock britannico,[2]
dico bene?-
Prima che Beth possa rispondere, è
Ling ad intervenire:
-Lo Straniero, vero
nome sconosciuto, è a capo di una consorteria nota come Club dei 1400
specializzata in assassini su commissione ma non si sono mai trovate prove
incriminanti di questa attività. Si dice che abbia abilità superumane ma
neanche questo ci sono prove. Tra i pochi che lo hanno visto da vicino qualcuno
dice che assomigli a Dean Martin, altri a Patrick McGoohan.-
-Chi?- esclama
Philip.
Ling gli lancia un’occhiataccia e
prosegue:
-Per non si sa
quanto tempo ha impersonato il Tenente Kris Keating della Polizia di New York
dopo averlo ucciso. Si dice anche che sia stato sposato con Silver Sable.-
-Un sacco di: “Si
dice”.- puntualizza Philip.
-È… è un uomo molto
elusivo.- spiega Beth -Pare che sia stato avvistato di recente a Montecarlo[3]
ma anche questo…-
-… non è confermato
dico bene?- conclude il Corvo -Ma perché quest’uomo dovrebbe volermi morto? O
meglio: chi lo paga?-
-Bella domanda.-
ammette Beth -Con un po’ di fortuna saprò la risposta entro domani sera.-
-Vuoi aiuto?- le
chiede la sua ex socia.
Beth sogghigna mentre replica:
-Me la caverò
benissimo da sola Ling. Tu bada al tuo amichetto piuttosto.-
5.
Non c'è pace
senza giustizia
Papa Giovanni
Paolo II
Ventimiglia, Italia. Mike O’Brien è
un po’ scosso. L’armatura di Iron Man ha assorbito la forza dell’esplosione ma
il contraccolpo lo ha scagliato lontano e gli ci è voluto un po’ per
riprendersi. Ora, però, punta dritto verso i suoi avversari.
Il microfono direzionale gli ha permesso di sapere che la Squadra della
Morte ha l’ordine di catturare Judith viva e forse questo può tornare a suo
vantaggio. Attiva la modalità stealth rendendosi invisibile.
-Judith mi senti?-
La voce risuona forte e chiara nel
micro auricolare di Judith Klemmer.
-Mike… sei vivo.-
risponde.
<<Ma loro non
devono saperlo.>> replica lui <<Vorrei che ti facessi
catturare.>>
-Cosa?-
<<Nefaria ti
vuole viva, sicuramente per interrogarti. In questo modo scopriremo il suo covo
segreto.>>
-Perché tocca a me
la parte della preda?-
<<Perché sei
in gamba.>>
-Io…-
Prima che la donna possa replicare,
una granata flash-bang le esplode davanti stordendola e poi delle bolas le
agganciano le caviglie facendola cadere.
La donna chiamata Cortina ed i suoi
compagni la circondano rapidamente.
-La corsa è
finita.- dice, soddisfatta, Cortina.
Rudyarda, Africa. Il Dottor
Crocodile fa una smorfia che forse vorrebbe essere un sorriso e replica:
-Non c’è bisogno di
essere così drastici, colonnello. Neanche io amo gli spargimenti di sangue
ingiustificati.- attiva un comunicatore al polso sinistro e scandisce bene le
parole -Qui è il Presidente N’Dingi. Cessate il fuoco. Nessun prigioniero… ripeto:
nessun prigioniero… deve essere ucciso.-
si volge alla leonessa umanoide -Tu… assicurati che eseguano gli ordini.-
-Io… sì signore.-
Mentre la mutata abbandona la stanza
N’Dingi si rivolge ancora a War Machine:
-Soddisfatto, ora
colonnello?-
<<Smettila di chiamarmi
colonnello.>> ribatte Rhodey <<Non sono più un militare e detesto le guerre.>>
-Affermazione curiosa
da pare di uno che si fa chiamare Macchina da Guerra. Se ci crede davvero,
forse dovrebbe cambiare nome. Che ne pensa di Iron Man 2.0 o magari sarebbe più
appropriato Iron Patriot? In questo caso certamente dovrebbe cambiare i suoi
colori.-
<<Ho proprio voglia di farti saltare i
denti.>>
-E allora ci provi…
colonnello. Se pensa che la sua armatura le dia un indebito vantaggio…- con un
gesto rapido Crocodile si sbarazza della tunica restando in slip e rivelando in
pieno il braccio e la gamba bionici -… le assicuro che per me non è affatto un
problema.-
E il suo occhio bionico comincia a
brillare.
Il giovane ufficiale della Guardia
Costiera si rivolge a Tony Stark e Pepper Potts che stanno sorseggiando una
bevanda calda:
-Temo che non ci
siano altri superstiti a parte voi, signori.-
-No!- esclama
Pepper.
-Quel bastardo.- è
il commento di Tony.
-Non è stato un
incidente a distruggere il vostro yacht, quindi…- chiede il giovane -… ma un
atto deliberato?-
-Lo chiami come
vuole tenente…- replica Pepper -… ma rimane un assassinio.-
-Mi crederebbe,
tenente…- interviene Tony -… se le dicessi che un aspirante conquistatore del
mondo cinese ha usato contro il mio yacht un raggio laser sparato da un
satellite?-
Il giovane riflette solo per un
istante poi risponde:
-Non vedo perché non
dovrei… in questi ultimi anni si sono viste cose molto più strane… anche qui in
Florida. Questo tizio… perché voleva uccidervi?-
-Mi odia perché io…
e la mia guardia del corpo Iron Man abbiamo ostacolato i suoi piani più di una
volta.- risponde Tony.
-Il Mandarino…
certo. Avrei dovuto capirlo quando ha detto che era cinese. Credevo fosse
morto.-
-L’erba cattiva non
muore mai purtroppo.- commenta Pepper.
La navigazione trascorre tranquilla
e non molto tempo dopo Tony e Pepper sono in una suite di un hotel di Miami.
-Riusciremo mai a
fare una vacanza normale senza che qualcuno cerchi di ucciderci?- chiede
Pepper.
-Ti prometto che
accadrà.- risponde Tony.
Prima che possa aggiungere altro si
sente un discreto bussare alla porta. Tony va ad aprire la porta e si trova di
fronte un fattorino.
-Hanno lasciato
questa per lei con preghiera di consegnargliela subito.- gli dice porgendogli
una busta.
Tony si chiede appena chi può sapere
dove alloggia: ha un cupo presentimento.
Apre la busta e ne estrae dei fogli,
un mezzo di comunicazione lento e quasi obsoleto con le nuove tecnologie. Li
guarda ed esclama:
-Maledetto…
maledetto bastardo!-
I fogli gli sfuggono dalle mani come
se scottassero. Pepper si china istintivamente a raccoglierli.
Uno è un semplice messaggio:
“Questo è solo l’inizio.”
Sotto c’è una foto... quella di
Kathy Finch la figlia di Tony, inquadrata da un mirino telescopico.
CONTINUA
NOTE
DELL’AUTORE
In realtà c’è molto poco da dire:
1)
Lo Straniero (The Foreigner) è un personaggio
ideato da Peter David e realizzato graficamente da Mark Beachum ed è apparso
per la prima volta su Spectacular Spider Man #11 datato giugno 1986. Secondo il
suo creatore doveva assomigliare all’attore Patrick McGoohan, noto soprattutto
per esser stato l’interprete del serial britannico “Il Prigioniero”. Non tutti
i disegnatori devono aver fatto un buon lavoro, però, se Marco Marcello Lupoi
pensava che assomigliasse a Dean Martin. -_^
2)
Chi ha pagato lo Straniero per uccidere Philip
Grant? Ed era davvero lui il bersaglio? Le risposte sono imminenti.
3)
Il Mutapa era un regno africano che occupava buona
pare dei territori degli odierni stati di Zimbabwe e Mozambico. Crollò nel
1760. Joshua N’Dingi sa quel che dice proponendolo come nome della Rudyarda
post apartheid
4)
La saga della guerra in Rudyarda avrà dei risvolti
su Marvel Knights a partire dall’episodio #73. Dateci un’occhiata: potrebbero
piacervi.
Nel prossimo episodio: la resa dei conti tra War Machine e il Dottor
Crocodile, il Mandarino si avvicina, i sinistri piani di Sebastian Shaw e molto
altro.
Vi aspetto.
Carlo
[1] Il carcere federale di massima sicurezza per supercriminali situato in Colorado.
[2] Gioco di parole intraducibile visto che Foreigner è il nome dello Straniero in originale ma anche quello di un gruppo rock noto soprattutto per il singolo “I want to know what love is “.
[3] Su Destino MIT #3/4.