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N° 61
1.
Solo pochi minuti fa a
Clason Point, Bronx, sede operativa dalla REvolution Inc., un capannone è stato
fatto saltare in aria dai due terroristi industriali noti come lo Spettro e il Sabotatore
Fantasma (o più familiarmente il Fantasma). Il capannone è stato completamente
distrutto ed anche gli edifici vicini sono stati seriamente lesionati. Il
numero di vittime tra impiegati ed operai è stato fortunatamente minimo ma c’è
una domanda che sale spontanea alle labbra dei presenti ed a cui ha dato voce
Bambi Arborgast, responsabile delle Risorse Umane della società:
-Che fine ha fatto Iron Man?-
Tra le rovine non c’è
traccia del Vendicatore Dorato e nemmeno si è ancora fatto vivo: è semplicemente
scomparso.
-La sua armatura avrebbe dovuto proteggerlo dall’esplosione… - ragiona
Rae Lacoste-Rhodes, Vice Presidente Esecutivo -… e comunque anche se ne fosse
rimasto vittima non può essere semplicemente evaporato… o sì?-
-Credo che un’esplosione così forte da fare una cosa simile avrebbe
vaporizzato anche tutti noi.- replica Mrs. A –Ma detto questo, non ho la minima
idea di cosa gli sia successo. Dubito che sia semplicemente andato via ma con
quelli come lui non si può mai essere sicuri di niente.-
E tutto questo doveva
accadere proprio con Rhodey assente e la nostra responsabile della sicurezza
Bethany Cabe è ancora in ferie, pensa Rae, bella gatta da pelare che mi è
toccata.
Pepper Potts non ha
perso tempo: affidato il figlio adottivo Andy alla ben pagata baby sitter ha
preso l’auto e si è diretta verso il Bronx. L’allarme che ha sentito in casa
scatta solo quando una delle armature operative cessa di dare segnali, una
salvaguardia inventata di recente da Tony.
Continua a ripetersi
che questo non vuol necessariamente dire che questo non vuol dire che il suo
uomo sia in pericolo ma dentro di sé non può reprimere l’angoscia.
A quasi mezzo mondo di
distanza, nella martoriata nazione africana di Rudyarda, James Rupert Rhodes,
nelle metalliche vesti di War Machine, ode l’allarme echeggiare nella sua
armatura ma è costretto ad ignorarlo. Sta battendosi contro avversari duri e
spietati e non può abbassare la guardia nemmeno per un secondo. Chiunque sia
quello dei suoi compagni in difficoltà dovrà cavarsela da solo stavolta.
2.
Happy Hogan e Georgia Jenkins sono appena arrivati
a casa di lei che l’allarme risuona anche per l’ex pugile irlandese.
-Guai?- chiede la bella infermiera di colore.
-E seri anche.- risponde Happy con evidente disappunto –Temo che
dovrò…-
-Capisco.- replica lei –Beh… se più tardi ce la fai a passare di qui…-
-Grazie Georgia sei un tesoro. Non conosco molte donne che avrebbero la
tua pazienza.-
La bacia rapidamente e
torna alla sua auto.
Anche Mike O’Brien
sente l’allarme ma anche lui è lontano ed è troppo tardi per tornare indietro
ormai. Dovranno cavarsela senza di lui.
-Di che si tratta?- gli chiede la sua compagna d’avventure, la bionda
agente dello S.H.I.E.L.D. Judith Klemmer, incuriosita dal persistente ronzio
ora cessato.
-Problemi di lavoro.- risponde Mike mantenendosi sul vago –Ma io ho
altro da fare adesso.-
-Abbiamo altro da fare.-
puntualizza la ragazza.
-Giusto… quasi dimenticavo che Fury mi ha imposto te come assistente.-
-Non sono l’assistente di nessuno: sono un’agente qualificata e…-
-Ok…ok... lasciamo perdere e concentriamoci sul nostro vero bersaglio:
Indries Moomji.-
Eppure non può non
pensare a cosa sta succedendo a New York. Deve essere davvero qualcosa di molto
serio.
Una saletta riservata
alla Stark Tower, è qui che Pepper Potts, Happy Hogan e Eddie March fanno il
punto della situazione in videoconferenza con Carl Walker, l’ultimo degli Iron
Men in carica, che si trova a Los Angeles.
<<Se posso essere utile, fatemelo sapere.>> sta dicendo
quest’ultimo.
-Se ce e sarà bisogno, te lo faremo sapere, Carl.- risponde Happy –Per
ora contiamo di cavarcela da soli.-
Terminata la chiamata
Happy si rivolge agli altri:
-Allora che si fa?-
-Tony è scomparso.- puntualizza Pepper –Non c’è segno di lui, non
risponde al cellulare e stando ai rilevatori la sua armatura è… svanita… come
se non esistesse più.- la tensione nella sua voce è palpabile.
-Ma dove può essere finito?- chiede Eddie –Un’esplosione di quel genere
non poteva distruggere completamente la sua armatura e allora che è successo?
Come può essere sparito dalla faccia della Terra? Dove diavolo è Tony Stark
adesso?-
3.
La prima sensazione
che prova è disorientamento, l’impressione di essere stato strappato via da una
forza irresistibile e di cadere in un gorgo, poi la caduta si arresta per
ritrovarsi in mezzo al nulla.
Guardandosi meglio
intorno capisce di essere sul fondo di un immenso cratere. Effetto
dell’esplosione causata dal Fantasma? No, è impossibile solo una detonazione
nucleare avrebbe potuto causare una devastazione simile e né Donald Birch né lo
Spettro sarebbero stati davvero così pazzi da fare una cosa simile… almeno lo
spera.
Finalmente Tony Stark
si rivolge all’Intelligenza Artificiale della sua armatura:
-Antigone: stato dell’armatura?-
<<Efficienza all’80%. Ripristino piena efficienza in 57
secondi.>> risponde con voce
femminile la suddetta A.I.
-Situazione dei luoghi?-
<<Epicentro di esplosione termonucleare di 25 megatoni. Livello
di radiazioni nell’atmosfera pari al 40%.>>
-Cosa? Non… non è possibile! Dove…dove siamo?-
<<Stati Uniti, Stato di New York, Città di New York, Distretto di
Queens, Quartiere di Flushing…>>
La sede della Stark-Fujikawa, il complesso
industriale fondato dai suo antenati. Come può essere possibile? Un momento:
cos’ha detto Antigone sul livello di radiazioni?-
-Antigone: quando è avvenuta l’esplosione nucleare?-
<<Esattamente sei anni, 8 mesi e 22 giorni fa.>>
Ok… e adesso la
prossima domanda.
-In che anno siamo?
<<Ricalibrazione calendario interno effettuata. Data: 27 marzo
2043.>>
Proprio come pensava: è stato sbalzato nel futuro.
Non è la prima volta che gli capita di viaggiare nel tempo[1]
e almeno qui c’è tecnologia da poter usare e forse anche alleati da cercare. In
qualche modo riuscirà a tornare indietro.
Parnell Jacobs non lo
ammetterebbe forse mai, ma la verità è che si sente euforico ad usare di nuovo
l’armatura di Warwear. È una sensazione che lo esalta e lo spaventa al tempo
stesso: la sensazione di poter fare tutto quello che vuole, è quasi
intossicante. Per questo ha smesso di usarla ma per salvare sua moglie Glenda
farebbe qualunque cosa.
Non sa cosa vogliono
questi Supremazisti o cosa fanno qui in Rudyarda ma sa due cose: si frappongono
tra lui ed il suo obiettivo e sono degli schifosi razzisti. Due buoni motivi
per picchiarli di santa ragione per quanto lo riguarda
Grazie ai sistemi
della sua armatura riesce ad identificarli tutti: quello dai capelli rossi, gli
occhialoni scuri e il costume rosso e arancione si fa chiamare Capitan Blaze e
può generare colpi di calore; quello dai lunghi capelli e baffi neri e il
costume violetto è Vooortrekker ed è un esperto guerriero; la ragazza col
costume bianco, nero e blu con componenti elettroniche si chiama Harrier e può
volare e sparare raggi di vario tipo; quello in verde si chiama Hungyr e può
sottrarre all’avversario le sue abilità ed infine c’è Barricade, che può
generare campi di forza.
Parnell si ferma
davanti a loro restando a mezz’aria e quindi parla:
<<Io sono Warwear e vi consiglio di
tornare a casa vostra pacificamente o ve ne pentirete.>>
-Questo è da vedersi.- replica Capitan Blaze scagliandogli contro una
palla di fuoco.
L’armatura la deflette
senza sforzo e Warwear ribatte:
<<Risposta sbagliata.>>
Immediatamente dopo
scarica su di loro un fiotto di energia.
Nell’appartamento di
Ling McPherson Philip Grant, noto anche come il Corvo, è, come suo solito,
intento a navigare in Internet e non bada molto alle due splendide donne alle
sue spalle. Forse dovrebbe essere preoccupato del fatto che sembra che qualcuno
voglia ucciderlo, ma in questo momento è troppo eccitato dalle notizie che sta
raccogliendo:
-Nessuna notizia di Iron Man e anche Tony Stark è irreperibile… uhm…-
-Che novità ci sono?- chiede Ling.
-Sull’esplosione alla REvolution?- ribatte lui –Nessuna: non hanno la
più pallida idea di chi sia il responsabile e di che fine abbia fatto Iron Man.
No… aspettate… qualcuno l’avrebbe visto in volo sopra la città.-
Se Tony è quello
scomparso, pensa Bethany Cabe, allora dev’essere uno degli altri. Beth è una
delle poche persone al corrente del fatto che Tony Stark è Iron Man e che è
occasionalmente sostituito da altri, un fatto che non è necessario che Ling e
il ragazzo sappiano,
-Credo che dovrò andare alla REvolution.- dice –Pensi di cavartela da
sola Ling?-
-Ma certo.- risponde la sua ex socia –Anche se credo che dovrò andare
anch’io alla Stark-Fujikawa domattina. Ho ancora un lavoro come responsabile
della sicurezza.-
-Allora verrò con te.- proclama Philip.
-Può essere pericoloso se davvero cercano di ucciderti.-
-Anche restare qui allora… e poi… forse è te che vogliono far fuori.-
-Bene… discutetene pure tra voi.- interviene Beth –Io purtroppo devo
muovermi più in fretta. Godetevi la serata… e la notte.-
Senza dar loro tempo
di replicare Beth esce dall’appartamento e poco dopo è a bordo della sua auto
sportiva. La scomparsa di Tony può essere un’opportunità da sfruttare anche se
deve decidere come
Sotto l’apparenza di
Bethany Cabe Whitney Frost si concede un sorriso.
4.
Il volo da Hong Kong è
stato piacevole e privo di sorprese. Al loro arrivo al J.F.K. Meredith McCall e
Kenzo Fujikawa hanno trovato ad attenderli una limousine che li porta alla
Stark-Fujikawa.
Seduta davanti al Giapponese Meredith McCall stringe una valigetta. Al
suo interno, contenuto in uno speciale astuccio, il guanto di Cybermancer.
Meredith si sentirà sollevata solo quando quell’oggetto sarà nelle mani dei
tecnici della S-F.
Ripensandoci, forse
nemmeno allora.
Mentre vola sopra una
New York devastata Tony Stark nell’armatura di Iron Man interroga ancora la sua
Intelligenza Artificiale:
-Cosa ha causato l’esplosione?-
<<Stando ai dati raccolti dai database a cui mi sono
interfacciata, è stata causata da una bomba prodotta dalla Stark International
per il Dipartimento della Difesa e creata dal Presidente della Stark
International Arno Stark. Nome in codice: MK3 Planet Buster.>>
Arno Stark? Il figlio di Morgan? In questa linea
temporale è divenuto il capo della società di famiglia. Forse qui la Fujikawa
non l’ha mai acquisita o Morgan ha avuto successo nel suo piano di strapparla
ai giapponesi… poco importa. Se c’è una cosa che Tony ha imparato è che il
futuro è sempre flessibile e c’è ancora modo per impedire che il giovane Arno
commetta errori irreparabili.
Continua ad ascoltare il racconto di Antigone.
<<Un terrorista di nome Robert Saunders ha sabotato la fabbrica
impedendo a chiunque di uscirne, compresi la moglie di Arno Stark, Cynthia, ed
il figlio Arno Jr., e poi ha attivato la bomba. Arno Stark, come Iron Man, ha
tentato di fermarlo ma ha fallito. La bomba è esplosa causando milioni di
morti.>>[2]
-Moglie e figlio morti? Mio Dio, povero ragazzo. E di lui, di Arno,
cosa è stato?-
<<Per un po’ nessuno ha più sentito parlare di lui poi è
ricomparso come mercenario ipertecnologico collaborando con la Baintronics…
dopo di che è stato dato per morto. Circa sei mesi fa è ricomparso nell’area di
Los Angeles.>>
Los Angeles? Interessante. Non può biasimare Arno
per aver perso la testa dopo quello che gli è capitato ma non può pensare a lui
adesso. Deve trovare una macchina del tempo e tornare a casa e ce n’è una sola
che conosce nelle vicinanze al Four Freedom Plaza o Baxter Building o comunque
lo chiamino da queste parti.
Al posto del palazzo
c’è un cratere. E ora che gli resta da fare? Un viaggio in Latveria sperando
che dopo 35 anni il Dottor Destino sia divenuto più… ragionevole… o che lo sia
il suo successore?
<<Fermo dove sei,
intruso.>>.
La voce elettronica
risuona nell’aria e Tony alza gli occhi per trovarsi di fronte ad una versione
della sua armatura con un look decisamente più aggressivo e cattivo. Si ricorda
di averlo affrontato anni fa coi Vendicatori Costa Ovest[3]
ed anche di aver visto un disegno simile poco tempo fa, decenni fa per l’uomo
davanti a lui. Come aveva detto il giovane Arno? “Iron Man deve poter
distruggere i cattivi”.
A quanto pare le voci
che davano Arno Stark sulla Costa Ovest erano un tantino errate.
<<Arno?>> si lascia sfuggire.
<<Io so benissimo
chi sono e tu, invece? Dove hai trovato una delle vecchie armature dello zio
Tony?>>
Con un gesto plateale
Iron Man si toglie l’elmetto e risponde:
-È mia: io sono Tony Stark.-
Un altro tempo ed un
altro Iron Man, che atterra davanti al complesso della REvolution proprio
mentre arriva l’auto di Bethany Cabe.
Rae si fa avanti con
tutti e due.
-Dov’eri finito Iron Man?- chiede alla figura in armatura –Temevamo
tutti che ti fosse successo qualcosa nell’esplosione.-
<<Io… uh… sono
andato dietro ai sabotatori ma li ho persi di vista.>>
-Beh… spero che…-
Ma Rae non ha il tempo
di finire la frase che Mrs. Arborgast le si avvicina tenendo in mano un tablet
Starkphone.
-Guardate qui.- dice -È su tutti i media.-
Sullo schermo appare
l’inconfondibile figura dello Spettro con accanto un altro che l’uomo
nell’armatura di Iron Man riconosce:
<<Ma quello è il
fantasma.>>
-Chi?- chiede
Rae, ma Beth la zittisce bruscamente.
Sullo schermo lo Spettro sta
parlando:
<<…
l’attacco alla REvolution è stato solo l’inizio. Adesso toccherà alla sua
concorrente Stark-Fujikawa provare la sua stessa amara medicina.>>
E nell’armatura di Iron Man Happy
Hogan non può non provare un brivido.
5.
War Machine vola verso il superuomo
che si fa chiamare Vendicatore Bianco, ma questi si gira verso di lui e senza
perdere tempo spara due raggi di calore dai suoi occhi.-
<<Se speravi di
abbattermi con così poco, ti conviene ripensarci amico.>> gli si rivolge Rhodey spavaldamente.
-Tutto quello che
serve per abbattere un amico dei negri come te, stai sicuro che io ce l’ho.-
ribatte l’altro.
<<Amico… non mi è
piaciuto quello che hai detto, non mi è piaciuto come lo hai detto e pensandoci
bene tu non mi piaci del tutto.>>
War Machine spara un colpo
dell’uniraggio pettorale che scaglia lontano il suo avversario ma questi si rigira
in volo e torna all’attacco a tutta velocita apparentemente incolume.
Rhodey aveva capito che era tosto ma
si augurava che non lo fosse così tanto. Non è il modo o il momento migliori
per scoprire di essersi sbagliato.
Mentre il rumore del bang sonico
squassa l’aria, War Machine è investito dal suo avversario con la forza di un
treno in corsa. La forza dell’impatto li sbatte entrambi al suolo ed il suo
avversario comincia a colpire l’uomo in armatura a mani nude. Rhodey è
costretto ad ammettere che il Vendicatore Bianco è abbastanza forte da fare a
pezzi l’armatura…ammesso che lui gliene dia il tempo.
Con una combinazione di muscoli e
servomotori Rhodey riesce a spingere lontano l’avversario e si rimette
rapidamente in piedi.
<<Ok, fottuto
razzista… finora ci sono andato piano ma adesso si fa sul serio.>>
In rapida successione gli spara contro l’uniraggio
e poi una doppia scarica di repulsori quindi gli rovescia contro le sue
mitragliette da polso. Infine gli piomba addosso riempiendolo di pugni.
<<Non hai davvero
idea di come mi senta bene a potermi scatenare senza riserve una volta
tanto.>>
Quando Iron Man, ovvero Happy Hogan,
atterra nel bel mezzo del complesso industriale della Stark Fujikawa si vede
venire incontro a passo di carica Morgan Stark e Sunset Bain seguiti da un uomo
in camice da laboratorio con i capelli scarmigliati alla Einstein.
-Che ci fai qui?-
lo apostrofa Morgan –Nessuno ti ha invitato.-
<<Sono qui per
aiutare se lo Spettro attaccherà.>> ribatte Happy.
-Possiamo
benissimo cavarcela da soli.- è la secca replica di Sunset Bain.
In quel momento si sente il rombo di
una vicina esplosione.
-L’hangar del
nuovo shuttle.- si lascia sfuggire Sunset.
<<Mi dica ancora
una volta che non avete bisogno del mio aiuto miss Bain.>>
Senza attendere risposta Happy vola verso la zona
dello scoppio. Morgan resta un attimo in silenzio poi si rivolge a Sunset:
-Non voglio
sentire altre scuse: voglio Steel Warrior operativo subito.-
-Lo avrai.-
replica Sunset e prende il suo cellulare.
-Chester? Il
momento è adesso.-
Ancora in un altro tempo ma quasi
nello stesso luogo, dove si confrontano due figure in due diverse versioni
dell’armatura di Iron Man. A più di trent’anni nel futuro Tony Stark ha di
fronte un non molto mentalmente stabile Arno Stark.
<<Impostore!>> urla Arno sparandogli contro
una scarica di repulsori a piena potenza.
Tony si è prontamente rimesso
l’elmetto ed è volato via appena in tempo.
<<Ascolta… Arno…
non dobbiamo combattere. Io e te siamo…>>
<<Io sono Iron
Man e tu… chiunque tu sia veramente presto sarai solo morto.>>
Maledizione, pensa Tony, non voleva
combattere con lui ma non gli lascia molta scelta. Quella che Arno sta usando è
una versione dell’armatura che sembra combinare il meglio di quella classica di
Iron Man e del modello War Machine e sembra essere anche più offensiva di
entrambi. Il ragazzo ha fatto bene in compiti pare. Nel suo tempo è poco più di
un bambino ma se il talento è lo stesso di questo qui, avrà un dottorato al MIT
ancora prima di compiere i 18 anni. Ne sarebbe orgoglioso se questo Arno Stark
non stesse usando quel talento per cercare di ucciderlo.
Non può biasimarlo per essere andato
fuori di testa, dopotutto ha visto morire il suo stesso figlio oltre a milioni
di persone a causa di una bomba che ha inventato lui. Questo pensiero riporta
alla mente di Tony i suoi figli, la donna che ama ed i suoi amici. Che ne è
stato di loro in questo tempo? La bomba di Arno ha ucciso anche loro? Accantona
il pensiero per non andare fuori di testa lui stesso. Tutto questo non è ancora
accaduto per te, si ripete, e può ancora essere evitato. Farò di tutto per
riuscirci… sempre che ritorni indietro vivo, s’intende.
Ma perché ogni volta che finisce nel futuro deve essere un futuro
distopico? Ce ne sarà pure almeno uno in cui tutto è andato bene e tutti vivono
felici e contenti. Evidentemente è nel suo destino attirare i guai.
Parlerà con Arno dopo averlo sconfitto se è questo che deve fare. Usa
l’uniraggio ma il suo avversario lo intercetta usando il suo.
Le mie tattiche usate contro di me, e lo merito, pensa Tony. Sta per
usare i repulsori quando dall’armatura di Arno di staccano dei piccoli droni.
<<Non conosci i
miei Iron-bots?>> gli si rivolge questi <<Beh adesso hai
rimediato all’errore.>>
I droni lo circondano poi lo colpiscono
ripetutamente con raggi e proiettili di vario tipo.
Ok, pensa Tony, sarà molto più
difficile di quel pensavo.
CONTINUA
NOTE
DELL’AUTORE
Che dire di quest’episodio?
Pochissimo, quindi partiamo subito:
1) I Supremazisti (nome che non a caso fa rima con razzisti ed in Italiano
pure con Nazisti -_^) sono un gruppo inventato da Peter B. Gillis & Denys
Cowan in una miniserie inedita di Pantera Nera ed erano il supergruppo
ufficiale della nazione inventata di Azania prima che questa abbandonasse la
politica di Apartheid grazie anche ad una spintarella da parte di T’Challa. Dai
loro nomi “civili” si ricava che sono quasi tutti di origine Boera, ovvero i
discendenti degli Olandesi che per primi colonizzarono il Sud Africa. Del
resto, Azania era la metafora del Sud Africa (o della Namibia) così come la
Rudyarda che sto usando io in queste storie. Uno dei Supremazisti, il
Vendicatore Bianco, è modellato su un certo famosissimo supereroe col mantello.
Sapete indovinare chi? -_^
2) Il futuro in cui Tony finisce dopo l’esplosione è quello descritto per
la prima volta da Tom De Falco & Barry Windsor-Smith nella miniserie
Machine Man uscita nel 1984 ed ambientata nel 2020, In questa mini facevamo
conoscenza di Arno Stark, un Iron Man più aggressivo e spietato e privo di
scrupoli. Solo diversi anni dopo avremmo saputo che era il figlio di Morgan
Stark.
Che ne sarà di Tony Stark e come finirà il suo scontro con il cugino
Arno? Happy Hogan saprà affrontare la doppia minaccia dello Spettro e del
Fantasma? Cosa vogliono i Supremazisti? Che fine ha fatto Glenda Sandoval? La
risposta a molte, se non a tutte, queste domande nel prossimo episodio.
Carlo