N° 40
(PARTE TERZA)
1.
Tony Stark corre lungo
uno degli ampi corridoi dell’Eliveicolo dello S.H.I.EL.D. e sul suo volto sono
chiari i segni della preoccupazione. Poco più di 48 ore fa due sciami di
nanomacchine assassine hanno attaccato i complessi industriali della REvolution
e della Stark-Fujikawa seminando morte e distruzione. Per cercare di capirne di
più su questa minaccia Tony si è recato in Texas, dove vive e lavora la sua ex
compagna di studi Maya Hansen, nota esperta di nanotecnologia. Una nuova serie
di attacchi in varie parti del mondo ha spinto lo S.H.I.E.L.D. a richiedere
l’aiuto di Tony e della dottoressa Hansen, ma appena arrivati a bordo
dell’Eliveicolo Tony ha ricevuto una cattiva notizia da uno dei suoi
collaboratori: la compagnia farmaceutica per cui lavora Maya Hansen appartiene
al suo vecchio avversarlo, il Mandarino. Ora Tony teme di aver portato a bordo un
vero e proprio Cavallo di Troia e spera di essere ancora in tempo per impedire
il peggio.
Entra di colpo nel
salone e vede Maya assieme a Timothy Dugan Jr. e Gaffer chini ad osservare
qualcosa su un tavolo e grida:
-Fermi!-
I tre si fermano a
guardarlo ed è Dugan il primo a dire:
-Che succede, Tony?-
-Succede che ho appena scoperto che la compagnia per cui Maya Hansen
lavora appartiene al Mandarino, ecco cosa succede. Credete che sia una semplice
coincidenza che ci siano questi attacchi nanotecnologici quando
Maya Hansen avvampa e reagisce
con furia:
-Come osi? I miei nanofagi sono progettate per aggredire le cellule
tumorali e non per uccidere indiscriminatamente. Tu lo sai, li hai visti. E poi
cosa ti fa essere così certo che
-Che attraverso una serie di controllate appartiene ad una certa
Temujin Enterprises di Hong Kong.- replica Tony -Temujin, per chi non lo
sapesse era il vero nome di Gengis Khan, il condottiero mongolo da cui il
Mandarino afferma di discendere. Ci scommetto la reputazione che c’è lui dietro
a tutto.-
-Un’accusa molto grave, Stark.- interviene Sidney E. levine, detto
Gaffer –Specie per la reputazione della Dottoressa Hansen. Ritiene di essere in
grado di provarla?-
-Credo che questo sia un compito che spetti a voi ragazzi dello
S.H.I.E.L.D. e non a me.- ribatte, ancora, Tony –Ma sono ragionevolmente sicuro
di quello che dico: certe cose non possono essere delle semplici coincidenze.
Posso credere che Maya, la dottoressa Hansen, sia del tutto inconsapevole del
vero uso che viene fatto delle sue ricerche, ma per il suo stesso bene eviterei
di coinvolgerla in quest’indagine.-
-Uhm, grazie per la fiducia Tony.- è la risposta con accenti sarcastici
di Maya.
-Maya io…-
Tony non termina la
frase, improvvisamente, l’eliveicolo ondeggia, sbilanciando i presenti e quasi
contemporaneamente una voce risuona in un comunicatore che Tony porta
all’orecchio destro, una voce che solo lui può udire e che appartiene a Mike
O’Brien, che in quel momento sta volando accanto all’eliveicolo nell’armatura
di Iron Man:
<<Tony,
forse non ci crederai…anzi, ripensandoci, probabilmente ci crederai senza
problemi… ma qui è appena arrivato un tipo in armatura medioevale cinese che
cavalca un drago.>>
-Il drago è vivo o artificiale?- chiede Tony senza scomporsi.
<<Artificiale.
È una specie di velivolo. E prima che tu me lo che idea: no, il tipo che ho
davanti non sembra il Mandarino… e a dirla tutta, non è solo.>>
In effetti, accanto al bizzarro guerriero a cavallo di un drago stanno
volando degli altri oggetti che sembrano antichi soldati cinesi medioevali in miniatura.
All’interno
dell’eliveicolo Tim Dugan ha acceso un monitor a parete che mostra la scena al
di fuori.
-È incredibile che siano arrivati fin qui senza farsi notare e siano
apparsi d’improvviso come per magia.- commenta perplesso.
-Quando si tratta del Mandarino scienza e magia sono quasi
indistinguibili.- risponde Tony –Avrà usato un congegno che li rende invisibili
anche ai sofisticati detector dello S.H.I.E.L.D. probabilmente.-
-Sembri così sicuro che ci sia di mezzo il Mandarino.- interviene Maya
–Perché? Solo per la tematica cinese?-
-Anche.- replica Tony.
-Ha senso.- interviene Gaffer –L’uso di alta tecnologia ed il richiamo
alle antiche tradizioni cinesi sono, in effetti, due dei marchi di fabbrica del
Mandarino.-
-Per la cronaca…- continua Tony -… quelle accanto a quel tipo sembrano delle
riproduzioni del famoso Esercito di Terracotta. Mi chiedo se…-
<<Ehi
capo… qualunque cosa siano quegli affari direi che non hanno buone
intenzioni.>>
In effetti, i piccoli
guerrieri stanno puntando le loro lance verso l’eliveicolo.
-Ti metto in viva voce… Iron Man… così tutti potranno sentire cosa sta
succedendo oltre che vederlo.-
<<Beh,
c’è poco da capire, direi… stanno per…>>
Prima che Mike finisca
la frase dalle lance escono dei raggi di energia che colpiscono la fiancata
dell’eliveicolo, che ondeggia sotto l’attacco.
-Ci risiamo!- esclama Tim Dugan –Devono essere stati loro anche prima.
Attenzione qui è il Dottor Dugan. Alzare gli schermi. Ripeto: alzare gli
schermi.-
Al semplice comando
vocale un campo di forza si alza a protezione dell’eliveicolo, ma a quanto
sembra la risposta degli assalitori è l’aumento dell’intensità dell’attacco.
Nel frattempo Iron Man
non è rimasto a guardare ed è scattato verso gli assalitori. I piccoli
guerrieri sembrano ignorarlo del tutto, concentrati sull’impresa di abbattere
le difese dell’eliveicolo e l’eliveicolo stesso, ma il misterioso guerriero in
armatura si volge verso di lui ed anche se il suo volto è interamente coperto
da un elmo, Mike riesce comunque a sentire la bruciante intensità del suo
sguardo. Senza dire una parola punta su Iron Man l’indice sinistro. Subito la
figura in armatura rosso e oro è avvolta dalle fiamme e comincia a cadere.
-Mi… Iron Man!- urla Tony, riuscendo solo all’ultimo istante a non
pronunciare il vero nome dell’altro.
<<Sto
bene, Tony… o almeno mi pare. L’armatura ha già assorbito il calore. Quanto a
me, avevo solo perso la concentrazione, ma ho già riguadagnato il controllo dei
jet ed adesso vado a suonarle a quel tipo.>>
-Sta attento. Credo che…-
Il guerriero in
armatura punta su Iron Man il mignolo sinistro e subito l’aria intorno a Mike
O’Brien si raffredda ricoprendolo interamente di ghiaccio.
-… quel tipo abbia gli stessi poteri degli anelli del Mandarino… oh
cavolo!-
Per un attimo la
figura incasellata nel ghiaccio di Iron Man rimane immobile, poi, di nuovo,
riprende a cadere.
Tony lo osserva cadere,
mentre si maledice per non aver portato con se l’apparecchiatura per la
telepresenza, che gli avrebbe consentito di controllare l’armatura
direttamente.
-Maledizione. Mi senti Iron Man? Mi senti?-
Nessuna risposta: Mike
deve essere già svenuto o peggio. No, non deve permettersi di pensare al
peggio, deve trovare una via d’uscita alla svelta. Per la vita di Mike e per
gli altri. Il campo di forza sta per cedere, lo sente.
Un momento… il suo
palmare, forse… si, la connessione wireless Starkware funziona.
<<Programma
Antigone attivato.>>
-Antigone, connettiti all’armatura di Iron Man, Codice 3. Ordina al
programma di aumentare il calore esterno sino a dissolvere il ghiaccio e quello
interno sino a ripristinare nell’occupante una temperatura corporea di 37 gradi. Arrestare la
caduta. Subito.-
<<Operazioni
effettuate. Ghiaccio esterno in scioglimento, temperatura corporea
dell’occupante in aumento. Status dell’occupante: funzioni vitali buone,
leggero stato di disorientamento.>>
-Grazie Antigone. Stark ad Iron Man: mi senti?-
<<Forte
e chiaro. Va tutto bene adesso.>>
-Ascoltami:
quel tipo ha nelle sue dita gli stessi poteri degli anelli del Mandarino,
quindi non gettarti a testa bassa.-
<<Mi
conosci… ehm… capo: sono un tipo impulsivo a volte, ma imparo dai miei errori.
Ti assicuro che non mi coglierà fuori guardia un’altra volta.>>
Così dicendo, Mike è risalito sino a
raggiungere di nuovo il suo avversario e questi, per la prima volta, parla:
-Sei un
avversario davvero tenace e questo ti fa onore. Peccato dover essere
avversari.-
<<Se
la cosa ti dispiace tanto, perché non ti arrendi?>>
-Questo mai:
l’onore esige che io ti combatta ed è quel che farò.-
Il Guerriero punta il suo indice
destro, ma stavolta Iron Man è pronto e rilascia il suo uniraggio pettorale. Il
raggio concessivo del Guerriero e quello di Iron Man si annullano a vicenda, ma
entrambi i combattenti sono respinti indietro dalla reazione che ne segue.
È a questo punto che le difese dell’eliveicolo cedono e… l’attacco si
ferma. Per quello che sembra un tempo molto lungo è come se l’aria stessa si
fosse immobilizzata, poi il guerriero in armatura alza un braccio ed impenna la
sua bizzarra cavalcatura.
-È stata una
buona battaglia, ma adesso è finita.- dice e poi volta le spalle ad Iron Man.
<<Ehi,
non crederai di cavartela così, vero?>> replica
questi.
Il suo avversario non lo degna di una
risposta e parte. Mike si mette all’inseguimento, ma improvvisamente i suoi
avversari aumentano la loro velocità a ritmi incredibili, per poi sparire
letteralmente davanti agli occhi di Mike O’Brien.
<<Che
mi venga… Mi dispiace Tony, ma li ho persi. Sembrava quell’effetto di Star
Trek, quando le astronavi arrivano a velocità curvatura.>>
-Ho visto.-
risponde Tony –Non preoccuparti. Ho la sensazione che ce li ritroveremo davanti
molto presto. Ora raggiuncici. Inutile perdere altro tempo.-
E di tempo, Tony ne è abbastanza
sicuro, non ne rimane molto per fermare il Mandarino, perché ora è più che
certo che si tratti di lui, prima che sia troppo tardi.
Sola nel suo moderno ufficio di
Presidente della Stark Solutions Virginia “Pepper” Potts riflette. Ne è passata
di acqua sotto i ponti da quando, giovane ed ingenua, cominciò come semplice
segretaria di Howard Stark, ora è una dirigente, il braccio destro di Tony
Stark, ed il brutto anatroccolo è diventato un bel cigno. Eppure… quante cose
sono successe in quegli anni: si è sposata, il suo matrimonio è finito ed i
bambini che aveva in affidamento le sono stati portati via. Ad un certo punto
il destino è sembrato riportarla là dove tutto era iniziato: con Tony Stark di
nuovo parte della sua vita in modi che non avrebbe mai pensato. La scelta di
adottare il piccolo Andy assieme a Tony è stata forse un modo per cercare di
rimediare agli errori del passato e per cercare di aiutare Tony a fare lo
stesso, ma non per questo lei vuole sottrarsi ai suoi doveri di madre, doveri
tra cui c’è il dare a quel bambino una stabilità che è possibile che il padre
adottivo non riesca a dargli.
Come conciliare tutto questo con il
suo essere una donna in carriera? Non ha una risposta, ma non per questo
smetterà di cercarla.
Ora… se solo Tony si facesse vivo. A
volte si chiede se sarebbe meno preoccupata per lui se non sapesse che è Iron
Man ed in quali guai è solito cacciarsi, ma è una domanda retorica, dopotutto.
Nell’Eliveicolo regna una
comprensibile atmosfera di incertezza.
-Non posso
fare a meno di chiedermi perché quei robot o quel che erano abbiano arrestato
il loro attacco proprio quando erano riusciti ad abbattere lo scudo
energetico.- commenta Tim Dugan.
-Sfida.- è la
risposta di Tony Stark –Il Mandarino ha voluto farci sapere che è in grado di
colpirci quando e come vuole e che ci ritiene impotenti nei suoi confronti.-
<<Ah
si?>> la voce potente di Timothy Dugan Senior, detto Dum Dum, risuona dal
grande monitor. Al suo fianco Nick Fury sogghigna <<Vedremo se ne sarà
ancora convinto, quando lo S.H.I.EL.D. gli spaccherà il c§*.>>
<<Quando
accadrà, avvertimi.>> interviene Mike O’Brien,
sempre nel ruolo di Iron Man <<Sarò
molto volentieri della partita.>>
Tony sta per dire qualcosa, quando
il suo cellulare privato squilla. Il numero è sconosciuto e lui si chiede chi
possa mai essere a chiamarlo. Decide di rispondere.
<<Buongiorno
Mr. Stark.>>
La voce che gli arriva attraverso il
microfono gli è familiare e Tony non fatica a riconoscerla.
<<Sono
Charles Yuan, Presidente delle Temujin Enterprises. Ho saputo che stava
cercando notizie sulla mia compagnia ed ho pensato che sarebbe stato cortese da
parte mia farmi vivo con lei.>>
Non importa quale nome usi: Gene
Khan, Zhang Tong, o Charles Yuan come sta facendo adesso, Tony sa che è il Mandarino.
Non si disturba nemmeno a chiedergli come ha avuto il suo numero privato. Sa
che il suo avversario è dotato di mille risorse.
-Che cosa
vuoi?- gli chiede brusco.
<<Ho
pensato che sarebbe una cosa buona se avessimo un… chiamiamolo: colloquio chiarificatore
faccia a faccia. Accetterebbe un incontro nei miei uffici di Hong Kong?>>
Significherebbe entrare nel covo del
nemico, lasciargli la scelta del campo di battaglia, un errore da non
commettere mai. Eppure per Tony è così difficile resistere ad una sfida, specie
se considera la posta in gioco.
-Mi basta
sapere esattamente quando e dove.- replica.
<<Problemi,
Stark?>> gli chiede Nick Fury.
-Non
esattamente.- risponde Tony –Ho appena accettato un invito nella tana del lupo…
o farei meglio a dire: del drago.-
2.
A Flushing, Queens, nella Grande New York, la donna conosciuta come
Sunset Bain, Vice Presidente Scienza e Tecnologia della Stark-Fujikawa, nonché
Presidente della controllata Baintronics, entra a passo di marcia nei
laboratori e si dirige verso l’uomo magro e quasi calvo chino su alcuni
strumenti.
-Novità,
Hawk?- chiede con fare impaziente.
-Purtroppo
no.- risponde Robert Hawkins sollevando appena la testa –Degli organismi che ci
hanno attaccato non è rimasta traccia. Non si può nemmeno dire con certezza se
si trattava di qualcosa di organico oppure artificiale.-
Peccato, pensa Sunset, mi sarebbe
piaciuto saperne di più su quella tecnologia e magari farne un uso proficuo.
Sarà per un’altra volta.
Pochi minuti dopo la donna raggiunge
un’ala del complesso scientifico il cui accesso è consentito solo a lei stessa
ed a pochi altri. All’interno trova la sua assistente personale Ruby Thursday.
Questo è uno dei pochi posti in cui la misteriosa donna può permettersi di
mostrare il suo vero aspetto, ovvero la rilucente sfera rossa che ha al posto
della testa e che è dotata di incredibili poteri.
-Come stiamo
andando?- chiede Sunset.
-A
meraviglia.- risponde Ruby indicando la stanza adiacente, dove una figura in un’armatura
color blu cobalto e bianco argento, il cui design, sia pure con significative
differenze qua e là, ricorda quello dell’armatura di Iron Man, sta completando
un percorso di guerra, per poi atterrare dinanzi alle due donne.
<<Tutto questo è una perdita di tempo.>> dice <<So usare quest’armatura
molto meglio di quel cretino che avete scelto per portarla in pubblico. Non ho
più nulla da imparare. Voglio entrare in azione e far mordere la polvere a
Stark ed ai suoi amici.>>
Sunset si lascia sfuggire un sospiro,
mentre replica:
-Devi imparare
ad avere pazienza, amico mio. Arriverà anche il tuo momento. Per ora tu sei la
mia… la nostra… arma segreta e non voglio sprecarti inutilmente. Avremo la
nostra vendetta su Tony Stark al momento giusto.-
<<Sarà meglio che arrivi presto. Tony Stark deve pagare salato per
avermi rubato ciò che era mio di diritto.>>
Mentre l’uomo
nell’armatura di Steel Warrior si allontana Ruby Thursday si rivolge a Sunset
Bain:
-Comincio a
chiedermi se abbiamo fatto la scelta giusta a scegliere proprio lui: mi sembra davvero
sempre più mentalmente instabile.-
Sunset si lasci a sfuggire un
sorrisetto. È davvero ironico, pensa, che un’osservazione del genere venga
proprio da lei, considerata la sua storia personale. Il che non vuol dire che
non abbia ragione, dopotutto.
-Non
preoccuparti.- le risponde –Tutto è sotto controllo. Il nostro amico farà la
sua parte senza darci problemi, vedrai.-
E lei farà in modo che sia vero… a
qualunque costo.
Happy Hogan si prende il tempo di un
lungo respiro e poi apre la porta.
-Buongiorno
Rebecca.- dice
Rebecca Bergier, responsabile dell’Osservatorio
sui Diritti Umani della Fondazione Maria Stark e fino ad oggi anche Direttore
ad interim della stessa, alza gli occhi dallo schermo del computer ed esclama:
-Happy! Che
piacere vederti.-
Si alza dalla confortevole poltrona
dirigenziale e fa il giro della scrivania per stringere la mano al nuovo
arrivato.
-Ti trovo
davvero in forma. Mi fa piacere vedere che ti sei ristabilito perfettamente.-
-Ci vuole ben
altro che un po’ di calcinacci infuocati per fermarmi, sai?-[1] replica
Happy –Devo, però, ammettere che è anche merito di quel misterioso fenomeno che
ha guarito tutti i degenti dello Stark Memorial Hospital un paio di settimane
fa,[2] altrimenti
oggi non sarei così in forma. Mi è bastata solo un po’ di fisioterapia ed
eccomi qui.-
-Quindi
intendi riprendere il tuo posto di Direttore?-
-Se la cosa
non ti disturba, si.-
-Scherzi?
Sono sollevata. Occuparmi dei Diritti Umani è già un lavoro a tempo pieno ed
aggiungendoci anche i compiti del direttore mi restava ben poco tempo per il
resto della mia vita.-
-Questa è una
cosa che posso capire, credimi. Sperò, però che mi darai una mano se ne avrò
bisogno. Sono un solo un vecchio pugile un po’ suonato, dopotutto e le
complicazioni burocratiche mi hanno sempre fatto venire il mal di testa.-
All’interno del veicolo dello
S.H.I.E.L.D. diretto a Hong Kong Tony Stark medita sui recenti eventi ed il suo
pensiero corre a Maya Hansen. Lo S.H.I.E.L.D. ha deciso di tenerla in “custodia
protettiva” almeno per il momento. Probabilmente lei non aveva idea delle vere
intenzioni del Mandarino, pensa Tony, ma in ogni caso è bene non lasciarla da
sola, almeno per il momento. Peccato, però, non avere avuto il tempo di
riparlare della questione con lei. Dovrà pensarci al suo ritorno.
Nel suo viaggio Tony non è solo. Con lui ci sono anche due agenti
dello S.H.I.E.LD. che lo scortano su insistenza di Nick Fury: Clay Quartermain,
con la sua caratteristica uniforma arancione ed un altro, che dimostra a
malapena 20 anni, capelli rossi, fisico atletico ed altezza sul metro e novanta
cm. circa.
-Non avevo
bisogno di una scorta, Quartermain.- sta dicendo Tony –Iron Man, là fuori,
basta a fornirmi tutta la protezione di cui ho bisogno.-
Mentre parla, Tony rivolge lo sguardo, attraverso un finestrino alla
figura in armatura rossa e oro che vola al fianco del velivolo corazzato.
-Sono ordini di
Zio N… ehm… del Direttore Fury, Mr. Stark.- replica l’agente più giovane –Lei è
troppo prezioso in questa situazione di crisi.-
-Ma davvero?-
Tony si lascia sfuggire un sogghigno divertito –Tu sei il figlio maggiore di
Tim Dugan, vero? Il nipote di Dum Dum. Tuo nonno mi ha parlato di te qualche
volta.-
-Timothy
Aloysius Cadwallader Dugan III, per la precisione.- replica il ragazzo -E sono
orgoglioso di portare avanti la gloriosa tradizione iniziata da mio nonno.-
-Rilassati
ragazzo. Sei troppo giovane per essere così serio.-
-Glielo dico
sempre anch’io.- interviene Quartermain –Ma il nostro Timmy è sempre molto
entusiasta ed ansioso di far vedere quanto vale. A quanto ne so la sola volta
che lo hanno visto imbarazzato è stato quando
-Ancora con
quella storia? Io…-
-Consiglio di
rimandare le discussioni a più tardi.- interviene Tony –Stiamo atterrando, a
quanto vedo.-
Poco più tardi, tutti i passeggeri
sono scesi ed Iron Man volteggia a pochi metri da terra. Tony vede arrivare una
giovane donna e non riesce a trattenere un moto di irritazione. Prima di
partire si era messo in contatto con Kenshiro Fujikawa a Tokio per chiedergli
di poter usare la sede locale della Stark-Fujikawa come base temporanea. Il
vecchio aveva acconsentito, ma Tony non ha nemmeno pensato che potesse mandare
proprio lei.
La ragazza, di evidenti origini
giapponesi, si avvicina sorridendo e porge a Tony la mano dicendo:
-Sono felice
di rivederla, Mr. Stark. Si ricorda di me? Sono Suzi Endo.-
-Certo che mi
ricordo di lei, Suzi. Come sta?-
-Bene. Ora
sono il General Manager, come dicono da queste parti, della filiale di Hong
Kong della Stark Fujikawa. Fujikawa San in persona mi ha chiesto di mettermi a
sua disposizione per qualsiasi cosa le serva.-
-Grazie. Ha
pensato lei a sistemare le cose per l’incontro con… Charles Yuan?-
-Si. Dalle
Temujin Enterprises ci hanno fornito ora e luogo. Incontrerà Mr. Yuan a
mezzogiorno nel suo ufficio.-
-Bene. Non vedo l’ora di incontrarlo faccia a
faccia.-
Il gruppetto prosegue per un po’ il
suo cammino, poi Tony rompe il silenzio:
-Suzi… vorrei
scusarmi se le sono sembrato scostante. La verità è che rivederla mi ha fatto
ricordare un periodo della mia vita di cui non vado molto orgoglioso e che
avrei preferito dimenticare. Non è colpa sua, naturalmente, ci si è solo
trovata in mezzo.-
-Si, ho
capito a cosa si riferisce e la capisco. Io stessa ho delle difficoltà ad
accettare tutto quello che è accaduto all’epoca e devo confessare che ci sono
parti che faccio fatica a ricordare.-
Questo perché sei sotto l’effetto,
del potere di Mentallo che mi permise di cancellare il ricordo della mia identità
segreta in tutti quelli che la conoscevano, a meno che non volessi altrimenti,
pensa Tony, poi riprende a parlare:
-Vorrei farmi
perdonare per il mio atteggiamento. Che ne dice se ripartiamo da zero? Magari
con drink prima dell’incontro con Yuan e poi la sera a cena?-
Per un attimo Tony si chiede quale
commento avrebbe Pepper su questo suo automatico impulso di corteggiare
(diciamo pure: di provarci) con ogni bella donna che incontra, ma scaccia il
pensiero quando Suzi Endo risponde con un sorriso:
-Mi farebbe
piacere…. Davvero piacere.-
3.
Un grattacielo di vetro e acciaio,
una torre che si erge orgogliosa verso il cielo, tutte descrizioni che non sono
sufficienti a rendere in maniera efficace l’aspetto della sede della Temujin
Enterprises, sorvoliamo su di esse, quindi, ed entriamo nel vivo dell’azione.
Accompagnato da una graziosa
segretaria Tony Stark percorre un lungo corridoio al termine del quale viene
introdotto in un largo e spazioso ufficio, poi la segretaria esce chiudendo la
porta alle sue spalle.
Tony ha poco tempo per premettersi di ammirare l’arredamento sfarzoso,
e del resto ha ben altro in mente: il suo sguardo è attirato immediatamente
dall’ampia scrivania vicino ad una grande finestra e sulla poltrona
dirigenziale che ruota, rivelando finalmente il suo occupante, colui che si fa
chiamare Charles Yuan.
-È un piacere
rivederti Stark.- dice quest’ultimo in perfetto inglese oxfordiano appena
velato da un lieve accento, che sembra voluto per un vezzo di colui che parla. -Ne
è passato di tempo dal nostro ultimo incontro, non è vero?-
Tony non potrebbe confondere quel
volto con quello di chiunque altro, anche se oggi, invece di una tonaca verde,
il suo avversario indossa un gessato grigio, una camicia bianca, una cravatta a
righe e porta i capelli corti. Sembrerebbe un comunissimo uomo d’affari
orientale, le sue dita sono lunghe e ben curate, senza alcuna traccia di
anelli. Ma basterebbe fissare per un solo breve attimo i suoi occhi per
scorgervi qualcosa di indescrivibile a parole, ma che inquieterebbe qualunque
osservatore… compreso Tony Stark, per quanto non sia nuovo ad incontri con
quest’uomo.
-Mai troppo
poco.- replica seccamente –Non mi sorprende ritrovarti vivo. Ho sentito
qualcosa delle tue attività negli ultimi tempi.-
-Mi sono
tenuto occupato. In effetti. Tra le altre cose una volta io ho salvato questo
mondo da una minaccia che voi cosiddetti eroi non sareste stati capaci di
fermare.[4] Che
ironia, non trovi? In fondo tu e quelli come te pensate a me come un criminale,
mentre io mi sono sempre visto come il salvatore della mia patria e del mondo
intero dai mali che lo affliggono.-
-Il che
dimostra quanto sei megalomane. Cosa ti fa pensare che sei tu quello più adatto
per riuscirci?-
-Il mio
stesso retaggio e cosa fa, invece, pensare a te di essere adatto?
Tony sceglie di non raccogliere la
provocazione e prosegue:
-Già, il tuo
retaggio. Mi ero quasi dimenticato quanto sia importante per te.- una parte di
Tony trova quel dialogo alquanto surreale, ma non può impedirsi di continuare
–Prendiamo il nome che hai scelto per questa tua identità di stimato
imprenditore cinese: Charles Yuan… è un nome interessante, ma in fondo
prevedibile. Ho fatto un po’ di ricerche prima di venir qui, Internet sa essere
una risorsa preziosa, dopotutto:
-Non lo
affermo solamente: è la pura e semplice verità.- replica l’altro –Ma non
sprecherò il mio tempo in queste diatribe, non quando ci sono altre cose da
discutere. Siamo uomini d’affari, dopotutto, dico bene?-
-Uomini
d’affari? Forse io lo sono, ma tu… tu sei ben altro: un megalomane con
ambizioni di potenza, un omicida di massa e tante altre cose ancora.-
L’altro sorride semplicemente.
-Io? Io sono
solo un normalissimo uomo d’affari e tu… non sei nemmeno in grado di provare
che io sia davvero il Mandarino o che abbia progettato gli attacchi che hai
intenzione di rinfacciarmi e con cosa li abbia eseguiti. Hai solo supposizioni
e le supposizioni non servono a nulla. Vedi: ho imparato molto dalle mie
precedenti… esperienze. Agli occhi del Mondo ignaro Charles Yuan è uno stimato
manager di una rispettata multinazionale con interessi perfettamente legittimi.
Durante il tempo in cui ho vissuto qui a Hong Kong ed ho guadagnato il
controllo delle sue, chiamiamole pure così, attività criminali, ho imparato a
piegare il decadente sistema capitalistico occidentale ai miei interessi. C’è una
certa giustizia poetica nell’usare le armi del tuo nemico per distruggerlo non
trovi?-
-Sembri non aver paura di parlarne apertamente
con me.-
-E perché
dovrei? Anche nel caso che tu avessi avuto la deprecabile idea di portare con
te un qualche sofisticato sistema di registrazione da te inventato, questa stanza
è stata completamente schermata dal mondo esterno.-
Il che spiega perché Mike non l’abbia ancora
contattato, pensa Tony. La cosa non lo sorprende più di tanto, in fondo.
Il Mandarino riprende a parlare:
-Devi ammetterlo:
il mio genio scientifico non ha nulla da invidiare al tuo... anzi gli è
superiore.-
-Non ho certo
difficoltà ad ammettere che sei uno scienziato di valore… anche se penso che il
tuo genio sia messo al servizio di valori sbagliati.-
-Questione di
opinioni, mio vecchio nemico, solo questione di opinioni.-
Tony non nasconde la propria
irritazione adesso.
-Parliamoci
chiaro, Mandarino.- dice –Che cosa vuoi? Si tratta di un altro dei tuoi
contorti piani per conquistare
L’altro si limita a sorridere
-Visto che
sei stato così gentile da accettare il mio invito, credo che sia ora di darti
qualche risposta. Si: ci sono io dietro gli attacchi nanotecnologici degli
ultimi giorni e non ho mai voluto tenertelo nascosto. Mi sorprende, anzi, che
tu ci abbia messo così tanto a capirlo, ma suppongo di averti sopravvalutato. Quanto a come abbia fatto e quali
siano i miei obiettivi finali… consentimi di non dirtelo, almeno per ora. In
fondo tutti noi abbiamo diritto ai nostri segreti. Dopotutto tu non hai certo
rivelato al mondo che sei Iron Man e nemmeno che altri quattro uomini si
alternano con te in quell’armatura. A proposito chi è che recita la parte oggi,
volando fuori dalle mie finestre nel ruolo di solerte guardia del corpo? Non
quel bestione di Hogan… dovrebbe essere ancora troppo debole per le sue ferite.
Forse il pugile negro? No: scommetto che è il poliziotto irlandese.-
Sa anche le identità degli altri?
Tony non se ne meraviglia più di tanto. Una volta che ha capito che c’era più di
un Iron Man, il Mandarino non deve aver fatto troppa fatica ad indovinare chi
altro si alternasse nell’armatura. Non si disturba a rispondergli, invece gli
dice:
-Tu lo sai
che se pazzo, vero?-
L’uomo chiamato Charles Yuan si
muove rapidissimo: la sua mano destra afferra Tony per il collo e lo sbatte
contro una parete sollevandolo dal suolo. Mentre lo fa la sua mano si
trasforma, diventando verde, scagliosa ed artigliata, mentre sulle dita
compaiono gli anelli. La sua voce perde la compostezza quasi melliflua che
aveva sfoggiato sinora.
-Potrei
ucciderti in un microsecondo...- sibila in tono rabbioso -… ed il tuo patetico
lacché la fuori non potrebbe mai riuscire ad impedirmelo…- Inaspettatamente lo
lascia andare -… ma non mi darebbe alcun piacere adesso. Vivrai per assistere
al mio trionfo ed alla completa disfatta di tutto ciò in cui credi.-
La mano del Mandarino è tornata
normale e sul suo volto è comparso il sorriso di circostanza che aveva prima.
-Il nostro
colloquio è finito, Mr. Stark. Può uscire da questo edificio senza temere per
la sua incolumità o per quella dei suoi accompagnatori. Quando ci rivedremo
sarà in termini molto meno cordiali.-
-Su questo ci
puoi scommettere.- replica Tony aggiustandosi la cravatta, ma è decisamente
molto meno tranquillo di quanto voglia apparire.
L’aereo atterra all’aeroporto
Howard Finch è venuto fin qui da
Chicago per salvare la sua famiglia e non se ne andrà prima di aver raggiunto
il suo scopo.
La stanza è illuminata debolmente
dalla luce della luna che filtra dalla vetrata che dà sulla terrazza. Suzi
Endo, nuda, si mette a sedere sul letto matrimoniale ed osserva l’uomo,
anch’egli nudo sotto il lenzuolo che lo copre, addormentato accanto a lei: Tony
Stark.
Probabilmente non era a questo che
Kenshiro Fujikawa pensava, quando le ha ordinato di mettersi a disposizione del
suo ospite… anche se non si può mai sapere con uno come lui. Di certo ci sono
cose che il vecchio giapponese nemmeno sospetta.
Quanto a lei, indubbiamente ci sono
lati piacevoli nel compito che le è stato affidato ed era inevitabile che certe
cose accadessero, anche se avrebbero potuto finire in modo diverso se lei non
avesse fatto le scelte che ha fatto. La sua mano accarezza i capelli di Tony,
mentre scuote la testa. Che peccato, pensa.
Senza far rumore Suzi si alza e s’infila
un leggero kimono, poi esce dalla stanza per raggiungere un piccolo studio. Chiude
la porta alle sue spalle, estrae un palmare, preme un pulsantino rosso. Subito
davanti a lei appare un’immagine olografica: quella del Mandarino, rivestito da
una delle sue uniformi di battaglia.
<<Hai
fatto quello che ti ho chiesto?>> le chiede senza preamboli.
-Si mio
signore.- risponde Suzi inchinandosi leggermente –Tutto è andato come previsto.
Lui non si è accorto di niente. Ora dorme profondamente.-
<<Pienamente
soddisfatto, immagino.>> commenta il Mandarino con sogghigno.
<<Povero Stark, le donne sono sempre state la sua grande debolezza. Devo
complimentarmi con te, mia cara miss, Endo. Hai fatto la scelta giusta
decidendo di unirti a me e per questo avrai la ricompensa promessa.>>
-Ti
ringrazio, mio signore.-
L’immagine olografica tremola e
scompare. Suzi Endo rimane per un attimo a contemplare il palmare con
espressione pensierosa, poi lo ripone con cura, quindi si dirige verso una
parete, scosta un quadro che rivela una cassaforte e da essa Suzi trae una
specie di guanto di metallo. La sua espressione muta mentre lo soppesa tra le
mani, per un breve attimo i suoi occhi neri brillano di una luce malvagia, poi
ripone il guanto al suo posto e ritorna in camera da letto. Si sfila il kimono
e si rimette al fianco di Tony Stark. Sul suo volto solo una lieve espressione
di tristezza che subito svanisce.
4.
A mezzo mondo di distanza, a bordo
dell’Eliveicolo dello S.H.I.E.LD. la donna di nome Maya Hansen è irrequieta. Le
cose hanno preso una piega inaspettata e questo la preoccupa.
Il suo cellulare squilla. Curioso
che le abbiano concesso di tenerlo, pensa, ma dopotutto non è una prigioniera,
non ancora almeno, ma solo un’ospite… o così dicono.
Riconosce il numero del laboratorio della Futurepharm ad Austin. È il
dottor Aldrich Killian a chiamarla. La sua voce suona quasi isterica:
<<Maya,
che cosa sta succedendo? Ci sono agenti S.H.I.EL.D. dovunque. Vogliono sapere
tutto delle nostre ricerche e…>>
-Cerca di
calmarti, Aldrich.- replica lei -Non mi pare il caso di parlarne adesso, non al
telefono.-
Ì<<Ma…>>
-Non adesso,
ho detto! Presto sarò di ritorno ed allora ne discuteremo. Andrà tutto bene,
vedrai.-
Maya interrompe la comunicazione e
con espressione pensierosa ritorna a guardare il panorama fuori dall’oblò, ma
la sua mente è decisamente altrove.
Aeroporto di Hong Kong. Tony Stark,
con al fianco Suzi Endo ed accompagnato da Mike O’Brien in veste di Iron Man,
Clay Quartermain e Timmy Dugan, si sta dirigendo verso il minivelivolo dello
S.H.I.E.L.D. pronto per il viaggio di ritorno.
La conversazione verte, com’è ovvio,
sul suo recente incontro con il cosiddetto Charles Yuan. Tony si chiede ancora
quale sia stato il vero senso di quest’incontro. Cosa voleva dimostrare il
Mandarino? E, più di tutto: cosa voleva dimostrare lui?
Le chiacchiere s’interrompono di colpo,
quando da dietro il minivelivolo esce una figura, quella di un uomo rivestito
da quella che sembra un'armatura cinese medioevale, a parte il fatto che la
lega metallica di cui è fatta sembra decisamente moderna.
<<Tu!>>
esclama Mike O’Brien, puntandogli contro
istintivamente i palmi delle mani guantate <<Sei
lo stesso che ha attaccato l’eliveicolo. Che cosa vuoi adesso?>>
Pressoché contemporaneamente
Quartermain ed il giovane Dugan hanno puntato contro l’intruso le loro armi.
-Chiunque tu
sia…- dice Timmy –… come hai fatto ad entrare? Stai violando un’area riservata
alle Nazioni Unite. Non tentare azioni ostili.-
-Secondo me
dovresti parlare meno e sparare di più.- commenta sarcastico Quartermain.
-Cosa ti fa
pensare, straniero, che le tue patetiche armi potrebbero ferirmi?- replica il
guerriero.
<<Brutto…>>
Tony appoggia una mano sulla spalla
della sua “guardia del corpo”.
-Aspetta,
Iron Man.- gli chiede, poi si rivolge al nuovo venuto –Sono curioso. Chi sei?
Ti manda il Mandarino? E perché?-
-Tante
domande, una sola vera risposta.- ribatte l’altro –Chi sono io? Sono il custode
del potere dei dieci anelli, l’erede designato del Grande Mandarino.- con gesto
teatrale solleva la visiera dell’elmo, mostrando il volto di un giovane orientale
che dimostra poco più di vent’anni –Se desideri un nome, puoi chiamarmi
Temugin.-
-Temugin?-
esclama Tony –Un altro modo di traslitterare il vero nome di Gengis Khan,
dunque…-
-Perché non
dovrei portare il suo nome, quando nelle mie vene scorre il suo stesso sangue?
Quanto a come scegliete di scriverlo voi occidentali, non è cosa che mi
riguardi.-
Si è definito erede del Mandarino.
Un figlio dunque? E perché esserne sorpresi?
-Che cosa sei
venuto a fare qui?-
-A dare un
semplice avvertimento: il mio augusto signore ti ha garantito una temporanea
immunità, Tony Stark, ma lo stesso non vale per i tuoi lacché in armatura o per
chi ti sta accanto.-
Così dicendo Temugin punta l’indice
destro contro Iron Man e subito un raggio di forza concessiva si dirige verso
l’uomo in armatura rosso e oro… solo per scontrarsi con una coppia di raggi repulsori di egual potenza.
<<Non
avrai davvero creduto di prendermi ancora di sorpresa, vero?>> gli si rivolge Mike.
-So che sei
un avversario di valore, ma so anche di poterti sconfiggere.-
<<Davvero?
Fatti avanti e vediamolo, sbruffone.>>
Sorprendentemente, l’uomo che si fa
chiamare Temugin non usa un’altra arma, ma, lanciando un urlo di battaglia,
salta con un’agilità insospettabile per uno che indossa un’armatura come la sua
e sferra un calcio al mento di Iron Man, sbattendolo a terra. Toccandosi
istintivamente la maschera Mike scopre che dei pezzi si sono staccati.
<<Ma
cosa…>>
Temugin sorride.
-Sorpreso? La
tua tanto vantata armatura non è poi così invulnerabile alla mia abilità nelle
arti marziali.-
<<Sporco…>>
Mike non ha
modo di continuare, un colpo col taglio della mano lo raggiunge al plesso
solare aprendo uno squarcio nell’armatura, per essere seguito da un altro e poi
un altro, senza dare a Mike un’occasione
per ribattere.
Tony assiste quasi impietrito. Al
diavolo la prudenza, pensa stringendo la sua valigetta, a questo punto devo
intervenire a tutti i costi.
Prima che possa fare qualunque cosa,
Temugin interrompe il suo attacco e si volge verso di lui, poi, senza mutare
espressione, punta il dito medio sinistro contro Tony, che è subito avvolto da
una scarica elettrica. Non abbastanza forte da fargli davvero del male, ma
quanto basta da stordirlo.
-Adesso
basta!- grida Clay Quartermain –Fuoco su di lui, ragazzo!-
I due agenti sparano tutti i loro
colpi, ma questi s’infrangono contro l’armatura di Temugin senza fare danni. Il
loro avversario non si cura nemmeno di loro e si volge verso Iron Man.
-È ora di
finire il nostro scontro!- proclama.
Nelle sue mani appare come dal nulla
una lama di energia sagomata come un’antica spada cinese e Temugin si appresta calarla
su Iron Man, quando… Timmy Dugan gli salta addosso gridando:
-NO!-
Temugin lo fa volare sopra la sua
testa e Timmy piomba contro la fiancata del miniveicolo, per poi accasciarsi al
suolo come una bambola rotta.
La scena sembra bloccarsi per un
lungo istante, poi Clay Quartermain, dimentico del resto, si precipita verso il
ragazzo e Temugin si scurisce in volto.
-Non doveva
andare così.- mormora, poi si rivolge a Mike O’Brien –Sei fortunato: l’eroismo
di quel ragazzo ti ha fatto guadagnare la vita per questa volta. La prossima
andrà diversamente.-
<<Cosa
ti fa pensare che aspetterò la prossima volta, figlio di…?>>
Temugin non risponde, si limita a
sorridere, mentre la sua figura si fa evanescente e poi scompare.
Iron Man rimane solo, in piedi,
mentre accanto a lui Tony sta cercando di rialzarsi e Clay è chino sulla figura
esanime di Timmy Dugan.
Da qualche parte nelle montagne della
Mongolia si erge un’antica fortezza. Qui è giunta una squadra d’assalto dello
S.H.I.E.L.D. solo per trovarla…
-Vuota…
completamente vuota.- commenta il Capo Squadra –Se davvero questa era la
fortezza del Mandarino, ora l’ha abbandonata.-
Lontano da lì una mano inanellata
aziona un pulsante. Passa qualche istante, poi la fortezza si illumina di una
luce accecante e quando questa cessa la fortezza non esiste più, assieme a
chiunque e qualunque cosa vi fosse all’interno. Al suo posto solo una macchia
nera sul terreno e nient’altro. Assolutamente nient’altro.
FINE TERZA PARTE
NOTE DELL’AUTORE
Poche cose da dire su quest’episodio:
1)
Suzi Endo è un personaggio creato da Dan
Abnett & Andy Lanning & Dave Taylor su Force Works #6 (Iron Man & I
Vendicatori #4), brillante ingegnere della divisione di Hong Kong delle Stark
Enterprises, oggi Stark-Fujikawa. Dopo aver svolto un piccolo, ma rilevante
ruolo nel crossover “Le mani del Mandarino” era riapparsa nel famigerato
crossover noto come “la traversata”. Di lei e delle sue motivazioni, però,
parleremo meglio nel prossimo episodio.
2)
Temugin, il figlio del Mandarino, è un
personaggio creato da Mike Grell & Michael Ryan su Iron Man Vol III #53
(Iron Man & I Vendicatori #76). Questa è la sua prima apparizione Marvelit.
Nel prossimo episodio: il fato di Timmy Dugan, novità su Maya Hansen e
sui piani del Mandarino. In più: ancora Temugin e la mortale minaccia di Madama
Macabra… no, non sto scherzando. -_^
Carlo
[1] Happy è stato ferito gravemente durante uno scontro tra Iron Man e Firebrand in Iron Man MIT #29.
[2] Vale a dire il rilascio di tutto il potere in eccesso del figlio di Scarlet e Wonder Man in Vendicatori MIT #70.
[3] Credeteci: è accaduto in Marvel Knights #19.
[4] In Super Villain Team Up Special