#48

 

GLI EREDI DI HULK

 

PARTE SECONDA

 

REAZIONI

 

Di Carlo Monni

(con il contributo di idee, concetti e personaggi di Mickey e Fabio Volino)

 

 

1.

 

 

La ragazzina dai capelli rossi si sveglia e per prima cosa si guarda le braccia ancora magre e di un desolante color rosa. Sbuffa e salta giù dal letto. Si concentra, serra le labbra, stringe i pugni, perle di sudore le scendono dalla fronte ma nonostante i suoi sforzi nulla accade.

-Maledizione!- esclama in preda alla frustrazione.

 Il suo nome è Lyra ed ha 15 anni anche se tecnicamente non è ancora nata e non è nemmeno ancora certo che nascerà, non in questa linea temporale almeno.

            Confusi? Potrebbe essere comprensibile ma solo fino ad un certo punto visto che questo mondo ha già conosciuto un discreto numero di viaggiatori temporali alcuni dei quali hanno perfino scelto questo tempo e questa linea temporale come loro dimora permanente.

Del resto come si può biasimarli? Il futuro da cui provengono è di solito del tipo che chiamare distopico verrebbe definito in retorica delicato eufemismo, proprio come il futuro da cui proviene Lyra in cui la separazione dei sessi teorizzata e vagheggiata da certe femministe radicali è divenuta realtà ma invece di portare l’utopia ha portato il disastro. Maschi e femmine non solo vivono in comunità completamente separate dove le relazioni tra sessi diversi sono proibite, anzi, nemmeno concepite, e la riproduzione avviene per via esclusivamente artificiale, ma sono impegnate in una costante guerra di reciproco annientamento.

            Lyra è un’anomalia perché sua madre, la guerriera Thundra, l’ha concepita alla vecchia maniera, diciamo così, assieme a Hulk durante un viaggio in quello che per lei era il passato, lo stesso in cui si è ritrovata intrappolata Lyra.

            Mentre si veste e si prepara ad affrontare una nuova giornata sperando che i poteri tramessile dal DNA del padre tornino presto, la sua mente torna alla sera precedente.

 

            Suo padre era sceso nel cratere accompagnato da alcuni di quelli del Pantheon tra cui Ulisse, Ettore e Cassiopea. Si era mosso in modo insolitamente delicato, vista la sua massa, sulla superficie vetrificata ed aveva, con altrettanta delicatezza, preso tra le braccia la donna che giaceva sul fondo.

-È viva - aveva annunciato balzando poi fuori dal cratere con un solo balzo.

         Pochi minuti dopo era a bordo dell’aeronave del Pantheon ed adagiava Angela Lipscombe su una lettiga.

-I segni vitali sembrano stabili.- disse -Non sembrano esserci danni fisici evidenti ma ne sapremo di più da esami più approfonditi.-

-Al Quartier Generale del Pantheon abbiamo tutto quello che serve, compreso medici qualificati.- disse Ulisse.

-E allora non perdiamo tempo.-

         Ci vollero solo pochi minuti per scaricare la Dottoressa Lipscombe, portarla in infermeria e sottoporla con urgenza a tutti gli esami necessari. Mezz’ora dopo Hulk poteva leggere i risultati e rilassarsi.

-Torno a Base Gamma.- disse infine.

-Io, invece, rimango qui con lei.- ribattè Leonard Samson.

-D’accordo. Tienimi aggiornato sulle sue condizioni.-

         È solo dopo che erano rientrati a bordo e l’aeronave era ripartita alla volta del New Mexico che Lyra si era rivolta a Banner:

-Papà, quando ritorneranno i miei poteri?-

-Ci vorrà del tempo, ma non so dirti quanto.- aveva risposto lui -Forse poche ore, forse un giorno intero. Non ne sono sicuro. Devi avere pazienza.-

 

         La stessa cosa che le ha detto quando l’ha incontrata nel corridoio pochi istanti fa assieme ad un’altra cosa decisamente più sconvolgente.

-Che vuol dire che devo andare a scuola? - esclama ancora Lyra -Io non ho bisogno di nessuna scuola.-

-E invece sì.- ribatte, deciso, Bruce -Hai bisogno di interagire con altri ragazzi e ragazze della tua età, solo così potrai integrarti a dovere nella nostra società così diversa da quella a cui eri abituata… senza contare che hai comunque bisogno di completare adeguatamente gli studi.-

-So già tutto quello che mi serve sapere. A Femizonia si diventa donne e guerriere molto presto -

-Qui non siamo a Femizonia, non ancora almeno e probabilmente mai, quindi tu farai come ti dico.-

-Non puoi decidere per me.-

-Oh sì che posso. Tu sei minorenne ed essendo tua madre introvabile, io, che sono tuo padre, come non manchi mai di ricordarmi, ho l’autorità legale per decidere del tuo futuro.-

-Non è giusto!- sbuffa Lyra battendo i piedi.

-La vita non è quasi mai giusta, bambina… e questa è solo la prima lezione che ci dà.- ribatte, sorridendo, Bruce Banner.

 

 

2.

 

 

La Dottoressa Katherine Waynesboro è una donna giovane ed attraente, ha i capelli neri, occhi castani, fisico slanciato, niente affatto mortificato dal camice da laboratorio che indossa sul lavoro.

            Kate Waynesboro è una scienziata specializzata in fisica nucleare, laureatasi con il massimo dei voti ed ha un curriculum accademico e lavorativo di tutto rispetto, per questo Bruce Banner l’ha scelta come capo dell’equipe scientifica della Base Gamma.

Kate Waynesboro è anche una donna con un segreto, uno di quelli che spera che l’uomo grande e grosso dalla pelle verde per cui lavora non scopra mai o almeno il più tardi possibile.

            Come ogni giorno si sveglia di buon mattino nel suo alloggio privato nella Base Gamma e si dedica alla solita routine del post risveglio.

Vestitasi con una semplice camicetta bianca, una gonna azzurra, niente calze e scarpe nere quasi senza tacchi, Kate si reca in laboratorio. È la prima ad arrivare ed è sola. Meglio così.

Accende lo schermo doppio collegato ad un microscopio elettronico ad alta risoluzione che pochi laboratori pubblici e privati nel mondo possono vantare ed ad uno spettrometro di massa altrettanto avanzato, la sua mente vaga verso gli avvenimenti della sera precedente…

 

-Io per oggi, ho finito, Dottoressa, viene anche lei?-

         Kate sollevò lo sguardo dal microscopio e si volse verso l’uomo che aveva parlato: Igor Drenkov era uno scienziato di origine russa che aveva lavorato come spia del suo paese natale e si era reso responsabile, sia pure involontariamente, della nascita di Hulk. Kate non si fidava di lui e gli rispose distrattamente:

-Io rimango ancora per un po’. Ci vediamo domani, Dottor Drenkov.-

         L’uomo sembrò esitare un attimo e Kate temette che volesse tentare un qualche approccio. Aveva notato come la guardava spesso: praticamente la spogliava con gli occhi, un vero porco. Si preparò ad opporre un cortese ma fermo rifiuto poi Drenkov mormorò:

-A domani.-

         Kate attese che fosse uscito, poi si assicurò che le porte del laboratorio fossero ben chiuse, quindi attivò un congegno sul suo orologio e con voce chiara disse:

-Qui Agente Waynesboro per Direttore Fury. La trasmissione avviene su un canale sicuro.-

<<Non c’è bisogno di essere così formali, Kate.>> rispose il Direttore dello S.H.I.E.L.D. Nick Fury il cui volto riempiva ora uno schermo che aveva preso il posto del normale quadrante dell’orologio <<Novità?>>

-Bruce… voglio dire: Hulk… è appena tornato dal Nevada e mi ha lasciato dei campioni da analizzare. Vengono da un sito…-

<<… dove si è verificato un fenomeno di origine sconosciuta che ha fatto impazzire i sismografi ed i misuratori di radiazioni della zona. Gli esperti di quasi tutte le agenzie governative della Nazione, per tacere dei nostri, sono lì, dove c’è un cratere di sabbia mutata in vetro che sembra essere stato creato da un'esplosione termonucleare al suolo.>>

-Solo che non c’è stata nessuna esplosione e nemmeno emissione di radiazioni.-

<<Già. Banner è forse l’unico che potrebbe capire cos’è successo.>>

-Credo che abbia già un’idea ed aspetti solo che io gliela confermi.-

<<Qualunque cosa sia, trasmetti i risultati anche a noi e non farti scoprire, ragazza.>>

         Fury interruppe la comunicazione ed il display dell’orologio riprese la sua normale configurazione. Kate rimase pensierosa a farsi mille domande senza risposta.

        

Un ronzio insistente la riporta alla realtà. Lo spettrometro di massa ha appena terminato il suo lavoro. Un click del mouse e sullo schermo appaiono i risultati: una serie di dati che ad altri sarebbero apparsi incomprensibili ma che per lei sono chiarissimi.

-Incredibile!- esclama Kate -Se era questo che Bruce si aspettava, ha avuto ragione.-

            Ha il tempo di fare tutto quello che deve: scarica i dati in un dispositivo incorporato nel suo orologio poi comincia a stampare.

 

 

3.

 

 

            Valerie Jessup e Gabriel Jones sono gli ultimi ad entrare nella sala riunioni della sede del F.B.S.A. di Los Angeles e sono accolti da uno sguardo severo di Victoria Hand, vestita di con un impeccabile tailleur gessato nero, che si aggiusta nervosamente gli occhiali dicendo in tono gelido:

-È in ritardo di cinque minuti, Agente Speciale Jessup. Spero che abbia una buona giustificazione.-

-Io… - replica Valerie -… mi sono svegliata tardi, mi dispiace.-

-Che non accada più. Mi aspetto la massima efficienza e puntualità da ogni membro della mia squadra. Se non è in grado di garantirle, forse le conviene richiedere il trasferimento ad un altro incarico.-

-Non la stai facendo troppo tragica per un banale piccolo ritardo, Vicky?- interviene Isabelle Hartley.

-Nessuno ha chiesto il suo parere, Vice Comandante Hartley. Non interferisca in faccende che riguardano solo l’F.B.S.A. e non lo S.H.I.E.L.D.- ribatte, dura, Victoria.

-Se la mette, così, Agente Speciale Supervisore Hand, non dico altro… ma sbaglia.-

-Ha ragione lei, Vicky, e lo sai.- dice Sandra Verdugo appoggiata al tavolo -La stai facendo troppo grossa per un piccolo ritardo. La povera Valerie non se lo merita.-

            Victoria Hand avvampa e sibila:

-Agente Speciale Verdugo…-

-Sì?- replica l’altra con il suo solito sorriso insolente.

-Nulla.- dice infine Victoria -Passiamo al lavoro.-

-Concordo.- interviene Clay Quartermain, Capo della cosiddetta Squadra Gamma dello S.H.I.E.L.D. -In fondo siamo qui per discutere di quel che è successo ieri e non delle nostre faccende private, giusto?-

-Giusto.- ammette a denti stretti la Hand.

-Ottimo, allora possiamo cominciare.

            Il biondo agente sfoggia il suo famoso sorriso a 32 denti e con lo sguardo passa in rassegna gli uomini e le donne davanti a lui, alcuni in uniforme, altri in borghese ed alla fine il suo sguardo si ferma su Sandra Verdugo.

-Ho alcune domande per lei, Agente Verdugo.- dice con voce risoluta.

-Per me?- ribatte la giovane donna -Sono lusingata.-

-Non sono certo che la penserà ancora così tra poco.-

            Clay fa un gesto e sullo schermo alle sue spalle appare la foto di un uomo sui vent’anni, capelli e baffetti scuri in tenuta da battaglia dei Marines.

-La mia prima domanda è…- continua Clay -… quali sono i suoi rapporti con Brian Talbot?-

 

C’è una specie di ronzio nel corridoio poi, praticamente dal nulla, si materializzano tre figure femminili. Non si tratta di donne qualunque e questo è evidente al primo sguardo. A guidarle è una gigantessa dalla pelle color smeraldo che indossa una calzamaglia nera sbracciata e sgambata con una profonda scollatura. Immediatamente dietro di lei, sulla destra c’è una donna dal fisico snello che indossa un corpetto blu che le lascia scoperto l’ombelico ed un paio di pantaloni dello stesso colore, la pelle è dorata ed i capelli corti e ramati sul suo volto un sorriso poco rassicurante. A sinistra si trova un’altra donna dall’aspetto decisamente inumano che indossa anche lei una calzamaglia ma viola, la sua pelle ed i capelli hanno un colore brunastro, il volto è del tutto privo di lineamenti e gli occhi non hanno pupille visibili.

-Seguitemi.- ordina la donna verde -Quello che stiamo cercando è là in fondo.-

            Betty Ross lancia un’occhiata alle sue compagne e può solo augurarsi che tutto vada come previsto. Sono nei sotterranei di una base governativa superprotetta ma che loro hanno violato senza problemi. Deve ammettere che Sam[1] sa il fatto suo.

            Raggiungono una porta blindata. Nessun guardiano per ora ma è inevitabile che arrivi tra poco, quindi è meglio non perdere tempo.

            Usando un dispositivo datole dal Capo, Betty disattiva il blocco della serratura e la porta si spalanca rivelando una serie di contenitori criogenici. Il loro obiettivo, quello per cui sono venute sin qui.

-Ed ora…- dice -… passiamo alla seconda fase.-

 

            Sandra Verdugo sbatte gli occhi, si morde le labbra e tace.

-Sto ancora aspettando una risposta, Agente Speciale Verdugo.- la incalza Clay Quartermain.

-La sai già la risposta, non è forse vero?- replica, infine, Sandra.

-Vero…- ammette, quieto Quartermain -… ma avrei preferito che fossi tu a darla ai tuoi compagni di squadra, Sandra.-.

 Il tono colloquiale assunto adesso da Clay non è meno incisivo. Sandra fa uno dei suoi famigerati sorrisi e ribatte:

-Sei più bravo di me nel raccontare, vai pure avanti tu.

-Come desideri -

            Sullo schermo alle spalle di Clay appare una foto che mostra alcuni uomini e donne in tenuta militare mimetica con le armi in pugno ed in posa.

-Questa era la Squadra Speciale Interforze di intervento rapido denominata Strikeforce Alpha.. Solo quattro di coloro che vedete in questa foto sono ancora vivi: l’allora Sottotenente Brian Talbot dell’Aviazione, il Sergente Alejandra Verdugo dei Marines, il Sottufficiale di Seconda Classe Katherine Glover della Marina.- un puntatore sullo schermo indica una giovane afroamericana -Il Soldato Scelto Rona Philips, anche lei dell’Esercito. Immagino che vi interesserà sapere che sia Brian Talbot che Rona Philips erano due dei mostri gamma che abbiamo affrontato e che sono prigionieri in questo posto. Informazione ancor più interessante è che anche la nostra Agente Verdugo ha dimostrato di avere capacità non comuni.-

Eccoci arrivati al punto, pensa Sandra sospirando. Prima che possa replicare qualcosa interviene Victoria Hand:

-Conoscevi quei due e non ci hai informato?-

-Non potevo riconoscerli in quelle forme e solo ora ho capito chi sono.- si giustifica Sandra.

-Torneremo su di loro più avanti.- taglia corto Clay -Ciò che ci interessa adesso è che i membri sopravvissuti del team furono tutti sottoposti a valutazione psichiatrica. Una procedura standard prima di farli rientrare in servizio ma non era quello il solo motivo.-

No, pensa Sandra, decisamente no.-

 

 

4.

 

 

            Il gigante dalla pelle verde che il Mondo conosce come Hulk è seduto nel suo studio privato nella cosiddetta Base Gamma nel Nevada, su una poltrona costruita apposta per contenere la sua mole considerevole, e riflette. Fissa lo schermo di un computer e ripensa ad una conversazione tenuta in videoconferenza solo poche ore prima..

 

            L’uomo che era appena apparso sullo schermo aveva i capelli bianchi alle tempie ed indossava un costume blu con i bordi neri ed il numero 4 iscritto in un cerchio bianco sul petto. Quando parlò la sua voce aveva un tono calmo ed al tempo stesso autorevole:

<<Devo ancora completare l’analisi dei dati e dei campioni che mi hai inviato, Bruce, ma da quel che ho già potuto vedere, direi che la tua ipotesi sulla dislocazione spaziotemporale potrebbe essere esatta.>>

-Ti ringrazio Reed.- replicò Banner -La tua consulenza è sempre preziosa.-

         Reed Richards, Mr. Fantastic, leader dei Fantastici Quattro, abbozzò una specie di sorriso e ribatté:

<<Ti ringrazio ma in realtà non ne avevi bisogno: tra di noi sei tu il maggiore esperto in radiazioni… quelle gamma in particolare.>>

-Ma tu sei forse il maggior esperto di energie cronali.-

<<Ce ne sarebbe anche un altro, quasi certamente ancora più esperto ma…>>

-… ma ci sono più buone ragioni per non coinvolgere in questa faccenda il Dottor Destino di quante ce ne sarebbero per chiedere anche il suo parere, lo so, Reed.- conclude Hulk -In quanto tempo pensi di poter completare le analisi?-

<<Se Annihilus non fugge dalla Zona Negativa per tentare di invadere la Terra, direi meno di un paio d’ore.>> risponde Mr. Fantastic.

-Ti ringrazio ancora Reed ed aspetto tue notizie.-

 

         Le due ore sono quasi passate ormai e Reed è di solito un uomo di parola. Se non è stato rallentato da qualche emergenza, le sue risposte dovrebbero arrivare da un momento all’altro. Qualcuno potrebbe pensare che sia stato un azzardo per un aspirante conquistatore del mondo chiedere l’assistenza di un supergruppo che gli aspiranti conquistatori del mondo è abituato a sconfiggerli prima di colazione ma in un certo modo Richards è un ingenuo e non ha modo di sospettare i suoi obiettivi a lungo termine.

            Improvvisamente la porta si spalanca ed entra, trafelata, una donna dai capelli neri che indossa un camice bianco da laboratorio.

-Che succede, Kate?- le chiede senza scomporsi.

            La Dottoressa Katherine Waynesboro gli porge dei fogli e replica:

-Scusa, Bruce, ma ho pensato che volessi vedere i risultati di persona invece che su uno schermo.-

            Lui dà una rapida lettura ai fogli ed un sorriso gli si dipinge sulle labbra. Alla fine esclama:

-Ottimo! Ora, se solo arrivasse anche la risposta di Richards…-

            Un ping dal computer lo informa che la risposta in questione è appena arrivata. Bruce apre la mail e vede che con l’allegato c’è un messaggio di accompagnamento:

“Annihilus è tranquillo ma Blastaar ci sta dando dei guai. Se hai delle perplessità, ci sentiamo quando io e gli altri saremo tornati dalla Zona Negativa.”

            Reed non si smentisce mai, pensa Bruce con un sorriso. Ha detto: “quando” e non “se” saremo tornati.

            Apre gli allegati e ne legge il contenuto.

-Ottimo!- esclama soddisfatto -Anche Reed conferma la mia iniziale ipotesi.-

-Ma resta comunque ancora solo un’ipotesi.- interviene Kate -Mancano ancora riscontri empirici.-

-Ma arriveranno, Kate. È proprio il caso di dire che è solo questione di tempo.-

            Bruce si alza di scatto e la fissa pensieroso, poi pone le sue grandi mani sulle sue piccole spalle e le dice:

-Devo chiederti un favore, Kate.-

 

 

5.

 

Rick Jones rientra alla base Gamma e dal garage sotterraneo, prende l’ascensore e raggiunge i piani superiori. Quando alla fine entra nell’ufficio di Bruce Banner ha quella che probabilmente è la più strana sorpresa della sua vita: Lyra, la figlia di Hulk e Thundra, è in piedi nella forma umana ed è vestita con una camicetta bianca di raso, giacca blu di velluto, gonna di tartan lunga fin sopra il ginocchio e calzettoni. La sua espressione è decisamente poco soddisfatta, per usare un eufemismo. Nella stanza assieme a Bruce c’è anche la direttrice dei laboratori della base: Katherine Waynesboro.

-Ciao Rick.- lo saluta allegramente Bruce -Bentornato tra noi.

            Kate Waynesboro lo saluta a sua volta e Rick, sempre più perplesso chiede:

-Che cosa sta succedendo qui?-

-Lyra si sta provando l’uniforme della St. Gabriel Catholic High School di Santa Fe dove andrà presto. L’ho iscritta ai corsi estivi che cominciano la settimana prossima.- risponde Bruce.

-Sul serio? E tu che ne pensi, Lyra?-

-Che è un’idea stupida.- risponde lei -Chi ha bisogno della scuola?-

-La pensavo anch’io così alla tua età, poi ho cambiato idea.-

-Perché?-

-Troppo lungo e complicato da spiegare.- replica Rick -Carino il vestito, comunque.-

-Odioso. Non capisco cosa non andasse nella mia tuta da battaglia e perché devo portare questa stupida gonna.

-Trattala con rispetto. È il tartan del Clan Banner disegnato appositamente da Janet Van Dyne su mia richiesta.- ribatte Bruce, non si capisce se seriamente o scherzando.

-E da quando esiste un Clan Banner?- gli chiede Rick.

-Da quando l’ho deciso io.-

-Ah, ok.- commenta il giovanotto abbozzando un sorriso ed allargando le braccia poi si rivolge ancora a Bruce -Mi sorprende che alla scuola non abbiano fatto storie all’idea di avere tra le loro allieve la figlia di Hulk.-

-Per questo l’ho iscritta con il nome di Marjorie Bruce.- spiega l’altro con un sorriso divertito -E Kate ha gentilmente accettato di fingersi sua madre: Mrs. Isabella Bruce.-

-Bruce è un vecchio amico, oltre che il mio datore di lavoro, e non potevo non fargli questo favore.- si schermisce la scienziata.

            Oh, ci credo, ci credo, vecchio amico, certo, che altro? pensa maliziosamente Rick poi dice ad alta voce:

-Una vera e propria identità segreta, eh? Non so quanto reggerà ma potresti trovarlo perfino divertente, Lyra.-

-Non credo proprio.- ribatte lei -E poi, che razza di stupido nome è Marjorie?-

-La versione scozzese di Margaret.- spiega Bruce.

-Chissà perché ho la sensazione che nessuno di questi nomi di copertura sia stato scelto a caso.- commenta Rick.

-Perché è così.- ribatte Banner senza aggiungere altro.

-Beh, fatemi sapere quando ci andate che vengo con voi. Lo spettacolo di Lyra in una scuola, cattolica per giunta, non voglio assolutamente perdermelo.-

            La ragazzina gli rivolge un’occhiataccia e Rick scoppia di nuovo a ridere.

 

            Il luogo è un’installazione dismessa della DARPA,[2] da qualche parte nel Sud Ovest americano, ma dovremmo dire: apparentemente dismessa perché di recente qualcuno l’ha rimessa in funzione.

Il Brigadiere Generale dell’Esercito degli Stati Uniti Reginald Fortean guarda l’esoscheletro dorato davanti a lui e si chiede ancora una volta come sia riuscito Henry Peter Gyrich ad organizzare tutto questo nel più assoluto segreto.

-Buongiorno, Generale Fortean, sono felice di ritrovarla qui.-

A parlare è stata una splendida donna dai lunghi capelli rossi che indossa un camice bianco da laboratorio sopra un tailleur scuro.

-Buongiorno, Dottoressa Necker. Vedo che è finalmente tornata. Si era presa una vacanza?-

-Ahimè, no.- risponde la donna -Ho dovuto recarmi al Progetto P.E.G.A.S.U.S[3] per risolvere una certa faccenda urgente[4] ma adesso sono pronta per dedicarmi esclusivamente a lei.-

            Se c’è un sottinteso in quelle parole, Fortean non sembra coglierlo. Serra le labbra, indica l’esoscheletro poi chiede ancora:

-Davvero è convinta che quest’affare possa sconfiggere Hulk, qualsiasi Hulk?-

-Tutti i test indicano di sì, Generale, ma solo un test sul campo potrebbe dare la risposta definitiva. Se la sente di essere lei a farlo?-

            Fortean non esita un istante a rispondere:

-Non desidero altro in questo momento.-

            Evelyn Necker sorride compiaciuta.

 

            Un’intera ala della Base Gamma è stata destinata ad alloggio per gli otto alieni noti collettivamente come i Fratelli di Guerra, tutti sopravvissuti alla distruzione del pianeta Sakaar ad opera di Thanos, anche se due di loro non sono nativi di quel mondo ma erano prigionieri destinati a combattere nell’arena come gladiatori. Tutti loro ebbero una scelta: o perire come tutti gli altri abitanti ed il pianeta stesso o entrare nella Guardia Imperiale di Thanos e combattere per lui. Scelsero di vivere, e chi potrebbe biasimarli dopotutto?

            Thanos è stato sconfitto e sei di loro non hanno nemmeno più un mondo a cui tornare. Bruce Banner, l’Incredibile Hulk, ha offerto loro una valida scelta: essere la sua èlite guerriera, i suoi pretoriani, per usare un termine terrestre, e loro gli hanno giurato una fedeltà assoluta e senza condizioni.

            Ora sono tutti in quella che era la palestra della base quando era un’installazione militare e si stanno allenando in varie forme di combattimento. Caiera è stata appena abbattuta ed il suo maestro Hiroim le punta la sua lancia alla gola.

-Sei distratta o non avrei mai potuto sorprenderti così.- dice.

-Hai ragione e me ne scuso.- ammette a malincuore lei.

-In un vero combattimento ora saresti probabilmente morta. Sul campo di battaglia i problemi personali non devono entrare.-

-Lo so.-

-Devo quindi pensare che glielo hai detto? Come hai reagito?-

-Non ha detto niente.-

-Lo accetterà. Non può fare altro.  Un giorno lui conquisterà questo mondo ed avrà bisogno di una regina.-

-Ne vorrà una della sua gente.-

-Siamo noi la sua gente e tu sei la regina adatta a lui, lo capirà.-

            Caiera resta silenziosa.

 

 

6.

 

 

Angela Lipscombe scende dal letto e prova a fare qualche passo. Se non altro le gambe la reggono anche se è ancora debole ed i suoi passi sono ancora un po’ incerti. Su una sedia ci sono dei vestiti e della biancheria intima pronti per lei, un’idea di Len Samson sicuramente. Li indossa e quindi lascia l’infermeria.

            Nessuno la ferma mentre percorre i corridoi diretta alla sezione scientifica ma anche se qualcuno lo facesse, lei ha pronta una spiegazione convincente.

            Raggiunge un certo corridoio che al momento è deserto e si ferma davanti ad una porta chiusa. Si guarda intorno per assicurarsi che non ci sia davvero nessuno in vista, poi appoggia la mano sulla serratura speciale e gli occhi ad un lettore retinico. Un istante dopo la porta si apre e lei entra.

            Tutto come previsto, pensa sorridendo mentre ripensa alle parole di Paride:

 

-Troverai quello che ti serve nell’armadietto centrale. Avrà un’etichetta rossa.-

-E devo berne tutto il contenuto?- chiese Angela.

         Non metteva in dubbio le parole di Paride, non più. Si era alzata da quella specie di tavolo operatorio sentendosi piena di energia come mai prima. Non la disturbava nemmeno l’essere completamente nuda: il pudore era per gli esseri inferiori e lei era forte, la più forte di tutti.

-Purtroppo sì.- aveva risposto lui -Temo sia inevitabile. L’energia liberata dall’implosione prosciugherà la tua e dovrai riattivarla. Adesso vai, è quasi il momento. Non puoi mancare all’appuntamento, lo sai-

         Lei fece un cenno d’assenso e lasciò la caverna uscendo all’aperto Aveva fatto solo pochi passi che vide il bagliore sprigionarsi in lontananza. Continuò a camminare finché il bagliore non la raggiunse avvolgendola completamente. Il calore divenne insopportabile anche per lei ed urlò.

 

È successo ieri per tutto il resto del mondo ma una settimana fa per lei. Senza esitare Angela si dirige all’armadietto, prende la fiala che le è stata indicata e ne inghiotte il contenuto in un sorso..

-Che stai facendo, Angela?-

            Leonard Samson, ancora in forma umana e senza superforza, è sulla soglia e la guarda perplesso. Lei non ha pensato a chiudere la porta dopo essere entrata. È stata stupida ma ormai il danno è fatto ed è inutile cercare scuse. Se tutto va come deve, Len scoprirà comunque presto tutta la verità.

-Mi dispiace.- dice in tono sincero avanzando verso di lui.

            Ad ogni passo il suo corpo si deforma, diventa più grosso, più muscoloso, più forte e cambia colore. I suoi abiti si stracciano e lei se ne sbarazza come un inutile fastidio.

            Len è troppo stupito per muoversi e riesce solo ad esclamare:

-Non è possibile! Tu sei… sei…-

-La She-Hulk Rossa, certo.- completa lei afferrandolo per il collo e sollevandolo da terra come se fosse senza peso -Ed ora che lo sai, dovrò ucciderti!-

 

 

CONTINUA

 

 

NOTE DELL’AUTORE

 

 

            Stavolta, forse, vale la pena di spendere qualche parola su ciò che avete appena finito di leggere.

1)     Immagino già le vostre proteste: ci hai ingannato facendoci perfino vedere la She-Hulk Rossa e Angela Lipscombe insieme ed ora si scopre che sono la stessa persona. Ebbene, ammetto la mia colpa. -_^

2)     Qualcuno di voi forse lo saprà, ma Marjorie era il nome della figlia di Robert Bruce, ovvero Roberto I Re di Scozia, poiché il vero nome di Hulk deriva dal suo, mi è sembrato divertente che il nome fittizio di sua figlia fosse proprio quello. Naturalmente la sposa di Roberto I si chiamava Isabella. -_^

Nel prossimo episodio: un po’ di segreti vengono a galla e finalmente qualcuno si picchia. -_^

 

 

Carlo



[1] Sam Sterns, il vero nome del Capo.

[2] Defense Advanced Research Projects Agency, ovvero: agenzia per i progetti di ricerca avanzata di difesa, agenzia del Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti incaricata dello sviluppo di nuove tecnologie per uso militare.

[3] Potential Energy Group/Alternate Sources/United States. Sì lo so che ha poco senso, come quasi tutti gli acronimi che vorrebbero formare una parola di senso compiuto.

[4] Leggete L’Uomo Ragno MIT #103 per tutti i dettagli.