#39
LA
STIRPE DI HULK
PARTE QUARTA
FAMIGLIE
ALLARGATE
1.
Solo pochi istanti
fa la porta della sala interrogatori della sede del F.B.S.A. di Salt Lake City,
Utah, è stata sfondata dall’Agente Speciale Pratt dello stesso F.B.S.A. ma
della sede centrale di Washington. Il robusto agente afroamericano si è
rivelato essere un superumano capace di aumentare la propria massa e forza, ha
anche rivelato di essere un doppiogiochista al soldo di qualcuno che vuole lo
Starbrand, il misterioso marchio impresso sul palmo della mano destra di Rick
Jones e che è fonte di un potere pressoché illimitato.[1]
Per questo motivo ha fatto irruzione
nella sala e prima che She-Hulk, presente in qualità di avvocato di Rick,
potesse abbozzare una reazione, l’ha afferrata per il collo con l’intenzione di
spezzarglielo.
-Fermati, Pratt,
non costringermi a spararti!-
A parlare è stata l’Agente Speciale
Sandra Verdugo, attraente e sexy latinoamericana che veste in modo decisamente
insolito per un agente federale: maglietta aderente che le lascia scoperto
l’ombelico, shorts e stivali. Lei e Pratt erano partner sul lavoro ma ora lei
gli sta puntando contro una pistola dalla foggia particolare.
Pratt non sembra impressionato.
-Credi davvero di
potermi far male, Verdugo?- ribatte.
-Con quest’arma
dovrei riuscirci, lo sai anche tu. In ogni caso ci proverò.
In quel momento She-Hulk reagisce
sferrando una ginocchiata all’inguine di Pratt, che molla la presa sul suo
collo.
-Non sarà sportivo
ma funziona sempre.- dice soddisfatta.
Pratt si piega in due ed espira, poi
alza la testa e dice con voce carica d’ira:
-Questa me la
paghi, sgualdrina.-
Carica She-Hulk e la colpisce con
una testata al ventre. In quello stesso momento Sandra Verdugo spara.
La ragazza il cui nome in codice è
Scorpia è in caduta libera dopo essersi gettata dall’aereo stealth
dell’organizzazione criminale che si fa chiamare A.I.D.[2]
che l’ha portata clandestinamente sopra Salt Lake City.
Ad una certa quota preme un pulsante
sulla sua cintura e dalle sue ascelle si dispiegano delle specie di ali che ne
rallentano la discesa. Il suolo si avvicina sempre di più e, non appena vede il
tetto del palazzo federale all’altezza giusta, la ragazza si sbarazza
dell’imbracatura e con salto acrobatico atterra sul tetto che è deserto.
Evidentemente il dispositivo di criptaggio fornitole da sua madre, la
Scienziata Suprema dell’A.I.D. Monica Rappaccini, che la rende invisibile alle
telecamere di sicurezza, sta funzionando.
Le ci vogliono solo pochi istanti
per aprire la porta che dà sull’interno del palazzo e rendersi conto che è
capitata in mezzo al caos, ma che sta succedendo?
La domanda resta inespressa ma trova
una parziale risposta quando vede due figure gigantesche sfondare un pavimento
e precipitare al suolo. Quella blu non le dice nulla ma quella verde è
indubbiamente Hulk e dove c’è lui, i guai non mancano mai, questo è certo.
Non può pensare a questo adesso: ha
una missione da compiere. Giunge al piano che cerca, oltrepassa i corpi di
agenti che spera essere solo svenuti e si affaccia su una stanza dove un
energumeno afroamericano con un fisico che farebbe invidia a Hulk stesso sta
picchiando She-Hulk mentre una ragazza dai capelli neri gli spara
ripetutamente, ma apparentemente senza effetto, con una specie di pistola
elettrica.
In un angolo Rick Jones punta il
palmo destro contro il tizio ma il marchio sulla sua mano non si attiva.
Improvvisamente la vede e la riconosce.
-Carmilla?-
esclama.
-Mi dispiace,
Rick.- dice Scorpia.
Dal suo braccio sinistro viene
sparata una scarica venefica che colpisce Rick in pieno.
Da quando è divenuto l’Incredibile
Hulk. Robert Bruce Banner ha vissuto le esperienze più strane e battersi con un
serial killer potenziato dai raggi gamma come lui e dalla pelle blu è in fondo
una delle più normali.
-Dovevi restare in
cella, Charlie.- gli dice rialzandosi. Ora dovrò darti un’altra lezione.-[3]
-Ti ucciderò,
Banner .- ribatte l’altro -E poi ucciderò chiunque altro qui dentro.-
Detto questo, gli sferra un diretto
che gli fa sfondare un muro e lo proietta all’aperto.
-Il Governo ci
presenterà un conto salato, mi sa.- commenta Hulk rialzandosi.
In quel momento l’uomo che si fa
chiamare Bomba A esce anche lui e lo colpisce al ventre con un calcio che lo
scaglia lontano.
Sta
per colpirlo di nuovo quando una catena gli si avvolge al polso ed una voce di
donna dice:
-Non colpirai
nessuno se Thundra potrà impedirtelo.-
2.
Quando vede il vecchio amico di suo
cugino cadere She-Hulk si distrae ed urla:
-Rick!-
Pratt
approfitta del momento di sconcerto di Jennifer e la colpisce pesantemente alla
schiena sbattendola contro una parete che cede di schianto, poi si volge verso
Scorpia e fa un sorrisetto maligno mentre dice:
-Ma guarda, guarda
se non è la cocca della Dottoressa Rappaccini. Anche l’A.I.D. s’interessa allo
Starbrand dunque?-
-Tu mi conosci?-
esclama, sorpresa, la ragazza.
-So di te molte più
cose di quanto pensi. Ho letto il tuo file dell’F.B.S.A. ed altro mi ha detto
il mio datore di lavoro, quello vero, intendo.-
-Allora saprai che
posso farti molto male.-
-Provaci.-
Scorpia spara una delle sue scariche
venefiche contro Pratt che, però, continua ad avanzare verso di lei.
-Riprova, forse
sarai più fortunata.- dice .
Carmilla Black spara ancora,
stavolta con un’intensità più forte, ed ancora Pratt non si ferma e così una
terza. Deve spararne una alla massima forza, non ha altra scelta.
Pratt le afferra improvvisamente il braccio
piegandolo e facendo sì che il suo ultimo colpo prenda in pieno Sandra Verdugo
che crolla al suolo con un grido.
-No!- urla Scorpia.
Pratt le storce ancora di più il
braccio.
-Mi hai fatto un
favore…- le dice -… quindi, per mostrarti la mia gratitudine, invece di
ucciderti, mi limiterò a spezzarti questo bel braccino.-
-Tu non farai
niente!-
Come una furia She-Hulk piomba su
Pratt e lo trascina contro una parete che cede all’impatto. Scorpia li guarda
cadere. Si tiene il braccio sinistro dolorante e si avvicina allo svenuto Rick
Jones.
A Roma, la Città Eterna, ricca di
storia, un’altra donna dalla pelle verde si sta battendo con un uomo la cui
pelle è di una tonalità più scura della sua e ricoperta di scaglie.
La vecchia Betty Ross forse avrebbe
evitato la violenza ma la nuova Betty, tornata dalla morte apparente
decisamente potenziata, sembra decisamente divertirsi in questa situazione.
-Sai, Emil… è
sempre un piacere riempirti di pugni.- dice al suo avversario.
Emil Blonsky, Abominio, finora si è
limitato a difendersi, senza reagire veramente.
-Ti prego, Betty,
non voglio farti altro male.- le replica con voce triste.
-Più male
dell’avermi ucciso? Sarebbe difficile, Emil, ma forse dovrei ringraziarti: se
tu non avessi provato ad uccidermi, non sarei rinata così come sono adesso.-
Così dicendo, Betty trova un varco
nella guardia del suo avversario e gli sferra un diretto al mento che lo
spedisce a terra poi si volge verso il suo compagno d’avventure:
-Serve una mano, Clay?-
Il biondo agente
dello S.H.I.E.L.D. Clay Quartermain scuote la testa sconfortato. La situazione
è in stallo se non gli viene alla svelta un’idea… aspetta… ne ha appena avuta
una, se funziona avrà risolto il problema altrimenti… beh… non sarà vivo per
rimpiangerlo.
-Betty!- urla
-Colpisci Tyrannus adesso!-
Tyrannus, signore di un mondo
sotterraneo dove ha trovato la fonte dell’eterna giovinezza e che afferma di
essere Romolo Augustolo, ultimo Imperatore Romano d’Occidente, fa un passo
indietro mentre Betty gli si avvicina.
-Non toccare il mio
bel viso!- urla spaventato,.
Inciampa in qualcosa alle sue spalle
e cade. Il vaso antico che impugna gli sfugge dalle mani.
Thundra tira a sé la sua catena
strattonando Bomba A.
-Non toccherai
Hulk!- proclama -Lui è mio!-
Charlie Colòn punta i piedi e
strattona a sua volta la catena facendo perdere l’equilibrio alla ragazza
venuta dal futuro.
-Spiacente…-
replica -… l’ho visto prima io. È una vita che aspetto di ucciderlo.-
Sta per colpire Thundra quando una
presa ferrea gli blocca il polso.
-Dovrai aspettare
ancora, Charlie.- gli dice Hulk -Non ho ancora intenzione di morire e certo non
per mano tua.-
Gli sferra un uppercut e nello
stesso momento anche Thundra lo colpisce. Bomba A barcolla sotto il doppio
colpo e prima che possa riprendersi i suoi due avversari lo colpiscono ancora
all’unisono.
Charlie barcolla e cade pesantemente
al suolo.
-Stupido maschio.-
commenta, sprezzante, Thundra.
3.
Sareste sorpresi nello scoprire che Clay
Quartermain ha un passato come giocatore di football americano? Probabilmente
no, anche se, ad essere onesti, non vi ha giocato molto. Questo, però, non ci
interessa ora, non quanto il fatto che riesce ad afferrare l’antico vaso prima
che tocchi terra e lo tiene ben stretto
anche quando atterra su una spalla. Non sa se è davvero il Vaso di Pandora
della leggenda ma è comunque contento di non aver scoperto cosa sarebbe
accaduto se si fosse rotto
-Abominio, uccidili
entrambi e recupera il vaso.- ordina Tyrannus.
Il gigante verde esita. Fissa negli
occhi Betty Ross poi scuote la testa e replica:
-Spiacente,
Tyrannus, ma non ucciderò nessuno per te e men che meno Betty Ross. Le ho già
fatto abbastanza male in passato. Ora basta.-
-Tu… vigliacco…--
Prima che Tyrannus possa proferire
chissà quali insulti, si odono le sirene delle forze dell’ordine.
-Meglio filarsela,
Clay.-
Sulla schiena di Betty spuntano
rapidamente delle ampie ali, il corpo si riempie di piume ed ai piedi spuntano
artigli. Afferra Quartermain per le spalle e spicca il volo oltre una finestra.
-Ehi!- esclama Clay
-Perché dovrei scappare davanti alle autorità? Sono un agente dello
S.H.I.E.L.D., ricordi?-
-Ma io no. Comunque
potrai chiarirti con loro dopo che avrai
consegnato ai tuoi amichetti questo vaso… perché neanche tu vuoi che rimanga
esposto in un museo, vero?- ribatte Betty.
-In effetti, se
questo vaso è quello che dice Tyrannus, starà meglio sotto la custodia della
nostra sezione esoterica.-
-Lo S.H.I.E.L.D. ha
una sezione esoterica? Non dovrei esserne sorpresa.-
-E aspetta di
conoscere il tizio che la dirige, lui potrebbe sorprenderti.- replica Clay con
un sorrisetto ironico.
Jim Wilson si aggira per i corridoi
della base del Pantheon. Il giovane afroamericano è preoccupato ed ha le sue
buone ragioni per esserlo.
Aveva contratto l’AIDS, come non ha
una grande importanza, ed era ormai allo stadio terminale. Morì… o almeno
questo è ciò che credettero tutti, compreso Bruce Banner. In realtà gli
scienziati del Pantheon, seguendo gli ordini di Paride, subito dopo che le sue
funzioni vitali si interruppero gli iniettarono un farmaco sperimentale
derivato dal sangue di Hulk. Il paziente si rianimò ed era anche completamente
guarito, peccato che si fosse anche trasformato in una versione rossa di Hulk
animata da una furia selvaggia ed incontenibile.
Ora Jim Wilson è di fronte ad un
dilemma irresolubile: se viene curato dalla sua attuale condizione l’AIDS
tornerà e lui morirà, quindi per continuare a vivere deve restare Hulk e può
solo sperare di imparare a controllare la sua rabbia prima che lo consumi. Ora
è “normale”, ma quanto durerà?
Dall’altra parte del corridoio sta
arrivando una ragazzina di circa 15 anni dai capelli rossi vestita con una tuta
scarlatta un po’ troppo grande per lei. Jim la riconosce: è Lyra, la figlia di
Hulk proveniente da un futuro distopico in cui maschi e femmine si fanno la
guerra… letteralmente. Da quando conosce Hulk, Jim ha visto cose troppo strane
per meravigliarsi di questa.
-Ciao, Lyra.- la
saluta -Vedo che sei ancora in forma umana.-
Lei lo guarda diffidente poi dice:
-Tu sei quello che
può diventare rosso, non è vero? Io ho provato a diventare di nuovo grande e
verde, ma non ci riesco. Forse non ci riuscirò mai più.-
Nella sua voce è evidente la frustrazione.
Jim prova a consolarla a modo suo:
-Capiterà quando
meno te lo aspetti. A quelli come noi succede sempre.-
-Quelli come noi?-
-Mutati dai raggi
gamma.-
-Io non sono stata
mutata: sono nata verde. Non sapevo di poter diventare così finché non è successo.-
Jim vorrebbe rispondere ma la sua
attenzione è attratta dall’agitazione che sente provenire dalla vicina sala.
-Ma che sta
succedendo?- si chiede.
I due giovani corrono nel vicino
salone dove Doc Samson, Angela Lipscombe, Paride, Aiace ed altri membri del
Pantheon rimasti alla base stanno guardando, sullo schermo panoramico che
occupa un’intera parete le scene di uno scontro che sta avvenendo a Salt Lake
City: un gigante blu giace a terra svenuto. Vicino a lui stanno in piedi Hulk
ed una donna dai capelli rossi la cui somiglianza con Lyra è evidentissima.
-Mamma?- esclama
quest’ultima, sorpresa.
Sullo schermo la donna chiamata
Thundra colpisce Hulk. Lyra freme. Qualcosa in lei accade: il suo corpo trema,
diventa più grande, la pelle diventa verde e lei dice:
-Devo
raggiungerli.-
Spicca un balzo verso l’alto
infrangendo il soffitto. Alle sue spalle Jim Wilson sente arrivare una simile
trasformazione.
-No!- grida.
Tutto è inutile, in pochi attimi al
suo posto c’è un gigante dalla pelle rossa che grida:
-Hulk Rosso
riporterà a casa stupida ragazza verde.-
Balza a sua volta mentre Paride
commenta:
-Dovremo deciderci
a fare soffitti più resistenti.-
A Salt Lake City l’Agente Speciale
del F.B.S.A. Sandra Verdugo si trascina a fatica sul pavimento. Il veleno
sparatole da Scorpia non le lascia scampo, lo sa. Le restano solo un paio di
minuti da vivere a meno che…
Raggiunge uno degli agenti uccisi
poco prima da Pratt ed allunga una mano verso di lui. È ancora caldo, pensa,
forse… forse…
Lo tocca ed il corpo del defunto si
agita come se fosse percorso da una scossa elettrica poi raggrinzisce come una
mela avvizzita, diventa come una mummia di centinaia d’anni e poi si sbriciola
in cenere.
Sandra si alza a fatica e si
appoggia ad una parete. La testa le gira ed il suo volto è pallido ed incavato.
È scossa da improvvisi conati di vomito.
Un agente le si avvicina.
-Agente Verdugo,
cosa le succede?-
Lei urla;
-Non toccar…-
Troppo tardi: l’uomo le tocca una
spalla ed è subito scosso da un tremito e dalle sue labbra esce un urlo che si
spegne subito dopo. In pochi istanti invecchia di decenni mentre la vita gli
viene succhiata letteralmente via. Quando tutto è finito, solo i suoi vestiti
sul pavimento sono la prova che è esistito.
Sandra è tornata in perfetta salute.
Il viso è di nuovo pieno, l’incarnato ha ripreso colore e gli occhi vivaci.
Dedica appena uno sguardo al
mucchietto di vestiti accanto a lei.
-Ho provato ad
avvertirti, stupido.- si limita a dire
Scuote i lunghi capelli e guarda
verso la stanza da cui era uscita con tanta fatica.
-Adesso pensiamo
alla puttanella che mi ha quasi ammazzata.-
4.
La caduta è lunga e
sarebbe fatale praticamente a chiunque ma non certo a questi due. Chiunque sia
veramente l’Agente Speciale Pratt, pensa She-Hulk, è decisamente un tipo fuori
dall’ordinario. Chissà se i suoi superiori al F.B.S.A. sono al corrente delle
sue peculiari abilità? Di certo lo è chi gli ordinato di rapire o uccidere Rick
Jones, chiunque sia.
L’impatto con il terreno è avvertito
in tutto il quartiere. Prima che Jennifer possa rialzarsi, Pratt comincia a
tempestarla di pugni.
-Niente di
personale.- le dice mentre la colpisce -Solo lavoro.-
Lei gli blocca il polso e replica:
-Per me, invece, è
molto personale.-
Il pugno che sferra a Pratt fa fare
all’agente rinnegato un vero e proprio volo a svariati metri di distanza. Non
contenta, She-Hulk spicca un salto e, raggiunto Pratt, gli piomba addosso a
piedi uniti prima che lui possa rialzarsi.
-Non è ancora
finita, bello.- dice colpendolo ancora.
Scorpia si avvicina a Rick Jones
ancora svenuto e gli solleva la mano destra. Il misterioso marchio sul palmo
sembra emettere un debole luccichio ma forse è solo un’illusione, un effetto
della luce della stanza. Sua madre dice che possiede un potere inimmaginabile e
che nelle mani sbagliate potrebbe provocare danni tremendi. Ovviamente pensa
che le sue siano le mani giuste, cosa di cui Carmilla non è affatto convinta.
-Stai lontana da
Jones e tieni le mani in alto!-
Quella voce… non è possibile.
-Non lo ripeterò
un’altra volta: allontanati da Jones e tieni le mani bene in vista o ti ficco
una pallottola in testa. Scommetto che non sei invulnerabile e nemmeno hai un
fattore rigenerante.-.
Carmilla si volta di scatto e si
trova davanti Sandra Verdugo.
-Tu? Sei viva?-
esclama sorpresa ma con sollievo.
-Non certo grazie a
te, piccola sgualdrinella.- ribatte l’altra -Per colpa tua un bravo agente è
morto, quindi dammi pure un pretesto per farti in briciole il cervello.-
E così anche la donna è una
superumana come l’afroamericano, è evidente o non avrebbe potuto sopravvivere
alla sua scarica velenosa. Buono a sapersi.
Inutile provare a ragionare con lei,
è troppo arrabbiata. Scorpia si alza lentamente. Poi scatta all’indietro
tuffandosi nel buco lasciato da Pratt e She-Hulk. Una pallottola la sfiora
senza colpirla.
-Maledizione!-
esclama Sandra e corre verso il corridoio.
Alla guida di un’auto dal design
avveniristico, capace di raggiungere velocità inimmaginabili per qualunque
altro veicolo su strada, Leonard Samson, lo psichiatra dai capelli verdi ed il
fisico potenziato dai raggi gamma meglio noto come Doc Samson, si rivolge
all’unica altra passeggera, un’avvenente donna dai lunghi capelli biondi:
-Non saresti dovuta
venire, Angela.-
-Jim Wilson è anche
una mia responsabilità, Len.k- ribatte la Dottoressa
Angela Lipscombe, eminente esperta di psichiatria organica -Non è mia abitudine
abbandonare i pazienti in difficoltà, dovresti saperlo.-
-Già, è lo stesso
per me, ma c’è una differenza evidente: io sono preparato a tener testa a Jim
anche quando è Hulk Rosso, tu no.-
-Ma è evidente che
ha un debole per me e non mi farebbe mai del male intenzionalmente.-
-Come King Kong con
Fay Wray o la Bella e la Bestia? Il punto sta proprio in quella parola:
intenzionalmente. Potrebbe farti male anche non volendo. Per tacere delle
possibili implicazioni della sua evidente attrazione sessuale per te che tu
stessa hai puntualizzato. Jim Wilson è capace di reprimerla ma Hulk Rosso è
tutta un’altra storia.-
-Hai paura che
possa violentarmi? Jim non lo farebbe mai.-
-Jim Wilson no, ma
Hulk Rosso è una creatura piena di rabbia e passioni elementari e selvagge. Ciò
che vuole se lo prende. È semplice.-
-Ti preoccupi
davvero per me, Len? È così tenero da parte tua.- ribatte Angela sorridendo.
-Prendimi pure in
giro se vuoi. In ogni caso la situazione è davvero seria. È impossibile
prevedere cosa potrebbero combinare Hulk Rosso e Lyra insieme.-
-Su questo siamo
assolutamente d’accordo. Non ti ho chiesto come pensi di ritrovarli.-
-Quest’auto non va
solo a supervelocità, ha anche un gamma detector che ho tarato con le
particolari emissioni energetiche dell’Hulk Rosso. Non potrei perderlo anche se
non sapessi dov’è diretto.-
-Cosa credi che ci
aspetti a Salt Lake City?-
-Essendoci di mezzo
Bruce Banner, indubbiamente guai.-
5.
Hulk sorride rivolgendosi alla donna
dai capelli rossi alta due metri davanti a lui:
-E così tu sei
Thundra? Ho sentito parlare di te e non immagineresti mai perché.-
-Non m’interessa.-
ribatte lei -Tu sei Hulk ed io ho viaggiato molto per trovarti con un unico
scopo in mente.-
-Ah, lo immagino.-
Thundra gli sferra un pugno al
mento. Preso di sorpresa, Bruce Banner cade all’indietro mentre la donna gli
dice:
-Trovare e
sconfiggere il più forte maschio mai esistito e dimostrare la superiorità delle
Sorelle di Femizonia su qualunque maschio.-
-Preferivo
decisamente l’altra opzione.- mormora il Gigante di Giada rimettendosi in
piedi.
Thaddeus E. Ross, chiamato
Thunderbolt da amici e nemici, legge ancora una volta le notizie che scorrono
sullo schermo del suo computer. Non ha alcun dubbio: la gigantessa verde
avvistata in Europa è sua figlia Betty.
Non si è fatta viva con lui. Non può
o non vuole. Il vecchio Ross teme sia la seconda delle due ipotesi, ma non può
biasimare sua figlia per questo, lui è quello con la maggior parte delle colpe,
se non tutte, per il deterioramento del loro rapporto. Gli ci è voluto molto
per capirlo ma forse è ormai troppo tardi per rimediare.
Non
si finisce mai di pagare per i propri errori, pensa il vecchio soldato. Spegne
il computer, si alza dalla sua poltrona e lascia finalmente l’ufficio.
Qual è il confine tra coraggio ed
incoscienza? Ci si potrebbe fare questa domanda a proposito delle azioni della
ragazza che si fa chiamare Scorpia, che si è appena buttata in una buca da
quasi dieci metri di altezza.
Con
una serie di contorsioni riesce ad aggrapparsi ad uno dei cavi dell’ascensore.
Se non indossasse guanti speciali, le sue mani si spellerebbero o peggio a
causa dell’attrito mentre scivolano lungo il cavo.
Proprio
in quel momento nel suo auricolare risuona la voce della Dottoressa Monica Rappaccini:
<<Thasanee,
tutto bene?>>
-Tutto benissimo ,
mammina.- ribatte lei con un po’ di affanno nella voce -Hanno cercato di
uccidermi solo un paio di volte. Normale amministrazione, direi.-
<<Devi per
forza essere così irritante, ragazzina?>>
-Sarà un difetto di
famiglia.-
<<Una squadra
di rinforzi sta arrivando per facilitare la tua fuga. Lo Starbrand può
aspettare.>>.
-Grazie per
l’interessamento ma credo di sapermela cavare da sola.-
Ormai quasi al livello del terreno,
Scorpia lascia la presa sul cavo e con una capriola balza a terra. Si guarda
intorno poi apre una porta e si trova davanti una donna dal cranio rasato e la
pelle grigia che impugna una lunga lancia, un essere fatto di pietra arancione
con in mano una strana pistola ed un insettoide dall’aria decisamente ostile.
-Arrenditi,
intrusa!- le intima Caiera l’Impetuosa -Non costringerci ad ucciderti.-
-Kkk… io dico di
ucciderla comunque… kkk.- afferma l’insettoide.
Carmilla Black, alias Thasanee
Rappaccini, alias Scorpia, parla freneticamente al microfono:
-Uh, mamma… sai
quei rinforzi di cui parlavi? Ho cambiato idea: mi servono alla svelta.-
CONTINUA
NOTE
DELL’AUTORE
Non molto da dire su quest’episodio,
quindi passiamo al prossimo dove ci saranno scontri, incontri e sorprese. Non
vi basta? Continuate a seguirci allora : è l’unico modo in cui potrete avere
delle risposte.
Carlo