#39

 

LA STIRPE DI HULK

 

PARTE QUARTA

 

FAMIGLIE ALLARGATE

 

Di Carlo Monni

(con il contributo di idee, concetti e personaggi di Mickey e Fabio Volino)

 

 

1.

 

 

            Solo pochi istanti fa la porta della sala interrogatori della sede del F.B.S.A. di Salt Lake City, Utah, è stata sfondata dall’Agente Speciale Pratt dello stesso F.B.S.A. ma della sede centrale di Washington. Il robusto agente afroamericano si è rivelato essere un superumano capace di aumentare la propria massa e forza, ha anche rivelato di essere un doppiogiochista al soldo di qualcuno che vuole lo Starbrand, il misterioso marchio impresso sul palmo della mano destra di Rick Jones e che è fonte di un potere pressoché illimitato.[1]

            Per questo motivo ha fatto irruzione nella sala e prima che She-Hulk, presente in qualità di avvocato di Rick, potesse abbozzare una reazione, l’ha afferrata per il collo con l’intenzione di spezzarglielo.

-Fermati, Pratt, non costringermi a spararti!-

            A parlare è stata l’Agente Speciale Sandra Verdugo, attraente e sexy latinoamericana che veste in modo decisamente insolito per un agente federale: maglietta aderente che le lascia scoperto l’ombelico, shorts e stivali. Lei e Pratt erano partner sul lavoro ma ora lei gli sta puntando contro una pistola dalla foggia particolare.

            Pratt non sembra impressionato.

-Credi davvero di potermi far male, Verdugo?- ribatte.

-Con quest’arma dovrei riuscirci, lo sai anche tu. In ogni caso ci proverò.

            In quel momento She-Hulk reagisce sferrando una ginocchiata all’inguine di Pratt, che molla la presa sul suo collo.

-Non sarà sportivo ma funziona sempre.- dice soddisfatta.

            Pratt si piega in due ed espira, poi alza la testa e dice con voce carica d’ira:

-Questa me la paghi, sgualdrina.-

            Carica She-Hulk e la colpisce con una testata al ventre. In quello stesso momento Sandra Verdugo spara.

 

            La ragazza il cui nome in codice è Scorpia è in caduta libera dopo essersi gettata dall’aereo stealth dell’organizzazione criminale che si fa chiamare A.I.D.[2] che l’ha portata clandestinamente sopra Salt Lake City.

            Ad una certa quota preme un pulsante sulla sua cintura e dalle sue ascelle si dispiegano delle specie di ali che ne rallentano la discesa. Il suolo si avvicina sempre di più e, non appena vede il tetto del palazzo federale all’altezza giusta, la ragazza si sbarazza dell’imbracatura e con salto acrobatico atterra sul tetto che è deserto. Evidentemente il dispositivo di criptaggio fornitole da sua madre, la Scienziata Suprema dell’A.I.D. Monica Rappaccini, che la rende invisibile alle telecamere di sicurezza, sta funzionando.

            Le ci vogliono solo pochi istanti per aprire la porta che dà sull’interno del palazzo e rendersi conto che è capitata in mezzo al caos, ma che sta succedendo?

            La domanda resta inespressa ma trova una parziale risposta quando vede due figure gigantesche sfondare un pavimento e precipitare al suolo. Quella blu non le dice nulla ma quella verde è indubbiamente Hulk e dove c’è lui, i guai non mancano mai, questo è certo.

            Non può pensare a questo adesso: ha una missione da compiere. Giunge al piano che cerca, oltrepassa i corpi di agenti che spera essere solo svenuti e si affaccia su una stanza dove un energumeno afroamericano con un fisico che farebbe invidia a Hulk stesso sta picchiando She-Hulk mentre una ragazza dai capelli neri gli spara ripetutamente, ma apparentemente senza effetto, con una specie di pistola elettrica.

            In un angolo Rick Jones punta il palmo destro contro il tizio ma il marchio sulla sua mano non si attiva. Improvvisamente la vede e la riconosce.

-Carmilla?- esclama.

-Mi dispiace, Rick.- dice Scorpia.

            Dal suo braccio sinistro viene sparata una scarica venefica che colpisce Rick in pieno.

 

            Da quando è divenuto l’Incredibile Hulk. Robert Bruce Banner ha vissuto le esperienze più strane e battersi con un serial killer potenziato dai raggi gamma come lui e dalla pelle blu è in fondo una delle più normali.

-Dovevi restare in cella, Charlie.- gli dice rialzandosi. Ora dovrò darti un’altra lezione.-[3]

-Ti ucciderò, Banner .- ribatte l’altro -E poi ucciderò chiunque altro qui dentro.-

            Detto questo, gli sferra un diretto che gli fa sfondare un muro e lo proietta all’aperto.

-Il Governo ci presenterà un conto salato, mi sa.- commenta Hulk rialzandosi.

            In quel momento l’uomo che si fa chiamare Bomba A esce anche lui e lo colpisce al ventre con un calcio che lo scaglia lontano.

Sta per colpirlo di nuovo quando una catena gli si avvolge al polso ed una voce di donna dice:

-Non colpirai nessuno se Thundra potrà impedirtelo.-

 

 

2.

 

 

            Quando vede il vecchio amico di suo cugino cadere She-Hulk si distrae ed urla:

-Rick!-

Pratt approfitta del momento di sconcerto di Jennifer e la colpisce pesantemente alla schiena sbattendola contro una parete che cede di schianto, poi si volge verso Scorpia e fa un sorrisetto maligno mentre dice:

-Ma guarda, guarda se non è la cocca della Dottoressa Rappaccini. Anche l’A.I.D. s’interessa allo Starbrand dunque?-

-Tu mi conosci?- esclama, sorpresa, la ragazza.

-So di te molte più cose di quanto pensi. Ho letto il tuo file dell’F.B.S.A. ed altro mi ha detto il mio datore di lavoro, quello vero, intendo.-

-Allora saprai che posso farti molto male.-

-Provaci.-

            Scorpia spara una delle sue scariche venefiche contro Pratt che, però, continua ad avanzare verso di lei.

-Riprova, forse sarai più fortunata.- dice .

            Carmilla Black spara ancora, stavolta con un’intensità più forte, ed ancora Pratt non si ferma e così una terza. Deve spararne una alla massima forza, non ha altra scelta.

            Pratt le afferra improvvisamente il braccio piegandolo e facendo sì che il suo ultimo colpo prenda in pieno Sandra Verdugo che crolla al suolo con un grido.

-No!- urla Scorpia.

            Pratt le storce ancora di più il braccio.

-Mi hai fatto un favore…- le dice -… quindi, per mostrarti la mia gratitudine, invece di ucciderti, mi limiterò a spezzarti questo bel braccino.-

-Tu non farai niente!-

            Come una furia She-Hulk piomba su Pratt e lo trascina contro una parete che cede all’impatto. Scorpia li guarda cadere. Si tiene il braccio sinistro dolorante e si avvicina allo svenuto Rick Jones.

 

            A Roma, la Città Eterna, ricca di storia, un’altra donna dalla pelle verde si sta battendo con un uomo la cui pelle è di una tonalità più scura della sua e ricoperta di scaglie.

            La vecchia Betty Ross forse avrebbe evitato la violenza ma la nuova Betty, tornata dalla morte apparente decisamente potenziata, sembra decisamente divertirsi in questa situazione.

-Sai, Emil… è sempre un piacere riempirti di pugni.- dice al suo avversario.

            Emil Blonsky, Abominio, finora si è limitato a difendersi, senza reagire veramente.

-Ti prego, Betty, non voglio farti altro male.- le replica con voce triste.

-Più male dell’avermi ucciso? Sarebbe difficile, Emil, ma forse dovrei ringraziarti: se tu non avessi provato ad uccidermi, non sarei rinata così come sono adesso.-

            Così dicendo, Betty trova un varco nella guardia del suo avversario e gli sferra un diretto al mento che lo spedisce a terra poi si volge verso il suo compagno d’avventure:

-Serve una mano, Clay?-

Il biondo agente dello S.H.I.E.L.D. Clay Quartermain scuote la testa sconfortato. La situazione è in stallo se non gli viene alla svelta un’idea… aspetta… ne ha appena avuta una, se funziona avrà risolto il problema altrimenti… beh… non sarà vivo per rimpiangerlo.

-Betty!- urla -Colpisci Tyrannus adesso!-

            Tyrannus, signore di un mondo sotterraneo dove ha trovato la fonte dell’eterna giovinezza e che afferma di essere Romolo Augustolo, ultimo Imperatore Romano d’Occidente, fa un passo indietro mentre Betty gli si avvicina.

-Non toccare il mio bel viso!- urla spaventato,.

            Inciampa in qualcosa alle sue spalle e cade. Il vaso antico che impugna gli sfugge dalle mani.

 

            Thundra tira a sé la sua catena strattonando Bomba A.

-Non toccherai Hulk!- proclama -Lui è mio!-

            Charlie Colòn punta i piedi e strattona a sua volta la catena facendo perdere l’equilibrio alla ragazza venuta dal futuro.

-Spiacente…- replica -… l’ho visto prima io. È una vita che aspetto di ucciderlo.-

            Sta per colpire Thundra quando una presa ferrea gli blocca il polso.

-Dovrai aspettare ancora, Charlie.- gli dice Hulk -Non ho ancora intenzione di morire e certo non per mano tua.-

            Gli sferra un uppercut e nello stesso momento anche Thundra lo colpisce. Bomba A barcolla sotto il doppio colpo e prima che possa riprendersi i suoi due avversari lo colpiscono ancora all’unisono.

            Charlie barcolla e cade pesantemente al suolo.

-Stupido maschio.- commenta, sprezzante, Thundra.

 

 

3.

 

 

            Sareste sorpresi nello scoprire che Clay Quartermain ha un passato come giocatore di football americano? Probabilmente no, anche se, ad essere onesti, non vi ha giocato molto. Questo, però, non ci interessa ora, non quanto il fatto che riesce ad afferrare l’antico vaso prima che tocchi terra e  lo tiene ben stretto anche quando atterra su una spalla. Non sa se è davvero il Vaso di Pandora della leggenda ma è comunque contento di non aver scoperto cosa sarebbe accaduto se si fosse rotto

-Abominio, uccidili entrambi e recupera il vaso.- ordina Tyrannus.

            Il gigante verde esita. Fissa negli occhi Betty Ross poi scuote la testa e replica:

-Spiacente, Tyrannus, ma non ucciderò nessuno per te e men che meno Betty Ross. Le ho già fatto abbastanza male in passato. Ora basta.-

-Tu… vigliacco…--

            Prima che Tyrannus possa proferire chissà quali insulti, si odono le sirene delle forze dell’ordine.

-Meglio filarsela, Clay.-

            Sulla schiena di Betty spuntano rapidamente delle ampie ali, il corpo si riempie di piume ed ai piedi spuntano artigli. Afferra Quartermain per le spalle e spicca il volo oltre una finestra.

-Ehi!- esclama Clay -Perché dovrei scappare davanti alle autorità? Sono un agente dello S.H.I.E.L.D., ricordi?-

-Ma io no. Comunque potrai chiarirti con loro  dopo che avrai consegnato ai tuoi amichetti questo vaso… perché neanche tu vuoi che rimanga esposto in un museo, vero?- ribatte Betty.

-In effetti, se questo vaso è quello che dice Tyrannus, starà meglio sotto la custodia della nostra sezione esoterica.-

-Lo S.H.I.E.L.D. ha una sezione esoterica? Non dovrei esserne sorpresa.-

-E aspetta di conoscere il tizio che la dirige, lui potrebbe sorprenderti.- replica Clay con un sorrisetto ironico.

 

            Jim Wilson si aggira per i corridoi della base del Pantheon. Il giovane afroamericano è preoccupato ed ha le sue buone ragioni per esserlo.

            Aveva contratto l’AIDS, come non ha una grande importanza, ed era ormai allo stadio terminale. Morì… o almeno questo è ciò che credettero tutti, compreso Bruce Banner. In realtà gli scienziati del Pantheon, seguendo gli  ordini di Paride, subito dopo che le sue funzioni vitali si interruppero gli iniettarono un farmaco sperimentale derivato dal sangue di Hulk. Il paziente si rianimò ed era anche completamente guarito, peccato che si fosse anche trasformato in una versione rossa di Hulk animata da una furia selvaggia ed incontenibile.

            Ora Jim Wilson è di fronte ad un dilemma irresolubile: se viene curato dalla sua attuale condizione l’AIDS tornerà e lui morirà, quindi per continuare a vivere deve restare Hulk e può solo sperare di imparare a controllare la sua rabbia prima che lo consumi. Ora è “normale”, ma quanto durerà?

            Dall’altra parte del corridoio sta arrivando una ragazzina di circa 15 anni dai capelli rossi vestita con una tuta scarlatta un po’ troppo grande per lei. Jim la riconosce: è Lyra, la figlia di Hulk proveniente da un futuro distopico in cui maschi e femmine si fanno la guerra… letteralmente. Da quando conosce Hulk, Jim ha visto cose troppo strane per meravigliarsi di questa.

-Ciao, Lyra.- la saluta -Vedo che sei ancora in forma umana.-

            Lei lo guarda diffidente poi dice:

-Tu sei quello che può diventare rosso, non è vero? Io ho provato a diventare di nuovo grande e verde, ma non ci riesco. Forse non ci riuscirò mai più.-

            Nella sua voce è evidente la frustrazione. Jim prova a consolarla a modo suo:

-Capiterà quando meno te lo aspetti. A quelli come noi succede sempre.-

-Quelli come noi?-

-Mutati dai raggi gamma.-

-Io non sono stata mutata: sono nata verde. Non sapevo di poter diventare così finché non è successo.-

            Jim vorrebbe rispondere ma la sua attenzione è attratta dall’agitazione che sente provenire dalla vicina sala.

-Ma che sta succedendo?- si chiede.

            I due giovani corrono nel vicino salone dove Doc Samson, Angela Lipscombe, Paride, Aiace ed altri membri del Pantheon rimasti alla base stanno guardando, sullo schermo panoramico che occupa un’intera parete le scene di uno scontro che sta avvenendo a Salt Lake City: un gigante blu giace a terra svenuto. Vicino a lui stanno in piedi Hulk ed una donna dai capelli rossi la cui somiglianza con Lyra è evidentissima.

-Mamma?- esclama quest’ultima, sorpresa.

            Sullo schermo la donna chiamata Thundra colpisce Hulk. Lyra freme. Qualcosa in lei accade: il suo corpo trema, diventa più grande, la pelle diventa verde e lei dice:

-Devo raggiungerli.-

            Spicca un balzo verso l’alto infrangendo il soffitto. Alle sue spalle Jim Wilson sente arrivare una simile trasformazione.

-No!- grida.

            Tutto è inutile, in pochi attimi al suo posto c’è un gigante dalla pelle rossa che grida:

-Hulk Rosso riporterà a casa stupida ragazza verde.-

            Balza a sua volta mentre Paride commenta:

-Dovremo deciderci a fare soffitti più resistenti.-

 

            A Salt Lake City l’Agente Speciale del F.B.S.A. Sandra Verdugo si trascina a fatica sul pavimento. Il veleno sparatole da Scorpia non le lascia scampo, lo sa. Le restano solo un paio di minuti da vivere a meno che…

            Raggiunge uno degli agenti uccisi poco prima da Pratt ed allunga una mano verso di lui. È ancora caldo, pensa, forse… forse…

            Lo tocca ed il corpo del defunto si agita come se fosse percorso da una scossa elettrica poi raggrinzisce come una mela avvizzita, diventa come una mummia di centinaia d’anni e poi si sbriciola in cenere.

            Sandra si alza a fatica e si appoggia ad una parete. La testa le gira ed il suo volto è pallido ed incavato. È scossa da improvvisi conati di vomito.

            Un agente le si avvicina.

-Agente Verdugo, cosa le succede?-

            Lei urla;

-Non toccar…-

            Troppo tardi: l’uomo le tocca una spalla ed è subito scosso da un tremito e dalle sue labbra esce un urlo che si spegne subito dopo. In pochi istanti invecchia di decenni mentre la vita gli viene succhiata letteralmente via. Quando tutto è finito, solo i suoi vestiti sul pavimento sono la prova che è esistito.

            Sandra è tornata in perfetta salute. Il viso è di nuovo pieno, l’incarnato ha ripreso colore e gli occhi vivaci.

            Dedica appena uno sguardo al mucchietto di vestiti accanto a lei.

-Ho provato ad avvertirti, stupido.- si limita a dire

            Scuote i lunghi capelli e guarda verso la stanza da cui era uscita con tanta fatica.

-Adesso pensiamo alla puttanella che mi ha quasi ammazzata.-

 

 

4.

 

 

            La caduta è lunga e sarebbe fatale praticamente a chiunque ma non certo a questi due. Chiunque sia veramente l’Agente Speciale Pratt, pensa She-Hulk, è decisamente un tipo fuori dall’ordinario. Chissà se i suoi superiori al F.B.S.A. sono al corrente delle sue peculiari abilità? Di certo lo è chi gli ordinato di rapire o uccidere Rick Jones, chiunque sia.

            L’impatto con il terreno è avvertito in tutto il quartiere. Prima che Jennifer possa rialzarsi, Pratt comincia a tempestarla di pugni.

-Niente di personale.- le dice mentre la colpisce -Solo lavoro.-

            Lei gli blocca il polso e replica:

-Per me, invece, è molto personale.-

            Il pugno che sferra a Pratt fa fare all’agente rinnegato un vero e proprio volo a svariati metri di distanza. Non contenta, She-Hulk spicca un salto e, raggiunto Pratt, gli piomba addosso a piedi uniti prima che lui possa rialzarsi.

-Non è ancora finita, bello.- dice colpendolo ancora.

 

            Scorpia si avvicina a Rick Jones ancora svenuto e gli solleva la mano destra. Il misterioso marchio sul palmo sembra emettere un debole luccichio ma forse è solo un’illusione, un effetto della luce della stanza. Sua madre dice che possiede un potere inimmaginabile e che nelle mani sbagliate potrebbe provocare danni tremendi. Ovviamente pensa che le sue siano le mani giuste, cosa di cui Carmilla non è affatto convinta.

-Stai lontana da Jones e tieni le mani in alto!-

            Quella voce… non è possibile.

-Non lo ripeterò un’altra volta: allontanati da Jones e tieni le mani bene in vista o ti ficco una pallottola in testa. Scommetto che non sei invulnerabile e nemmeno hai un fattore rigenerante.-.

            Carmilla si volta di scatto e si trova davanti Sandra Verdugo.

-Tu? Sei viva?- esclama sorpresa ma con sollievo.

-Non certo grazie a te, piccola sgualdrinella.- ribatte l’altra -Per colpa tua un bravo agente è morto, quindi dammi pure un pretesto per farti in briciole il cervello.-

            E così anche la donna è una superumana come l’afroamericano, è evidente o non avrebbe potuto sopravvivere alla sua scarica velenosa. Buono a sapersi.

            Inutile provare a ragionare con lei, è troppo arrabbiata. Scorpia si alza lentamente. Poi scatta all’indietro tuffandosi nel buco lasciato da Pratt e She-Hulk. Una pallottola la sfiora senza colpirla.

-Maledizione!- esclama Sandra e corre verso il corridoio.

 

            Alla guida di un’auto dal design avveniristico, capace di raggiungere velocità inimmaginabili per qualunque altro veicolo su strada, Leonard Samson, lo psichiatra dai capelli verdi ed il fisico potenziato dai raggi gamma meglio noto come Doc Samson, si rivolge all’unica altra passeggera, un’avvenente donna dai lunghi capelli biondi:

-Non saresti dovuta venire, Angela.-

-Jim Wilson è anche una mia responsabilità, Len.k- ribatte la Dottoressa Angela Lipscombe, eminente esperta di psichiatria organica -Non è mia abitudine abbandonare i pazienti in difficoltà, dovresti saperlo.-

-Già, è lo stesso per me, ma c’è una differenza evidente: io sono preparato a tener testa a Jim anche quando è Hulk Rosso, tu no.-

-Ma è evidente che ha un debole per me e non mi farebbe mai del male intenzionalmente.-

-Come King Kong con Fay Wray o la Bella e la Bestia? Il punto sta proprio in quella parola: intenzionalmente. Potrebbe farti male anche non volendo. Per tacere delle possibili implicazioni della sua evidente attrazione sessuale per te che tu stessa hai puntualizzato. Jim Wilson è capace di reprimerla ma Hulk Rosso è tutta un’altra storia.-

-Hai paura che possa violentarmi? Jim non lo farebbe mai.-

-Jim Wilson no, ma Hulk Rosso è una creatura piena di rabbia e passioni elementari e selvagge. Ciò che vuole se lo prende. È semplice.-

-Ti preoccupi davvero per me, Len? È così tenero da parte tua.- ribatte Angela sorridendo.

-Prendimi pure in giro se vuoi. In ogni caso la situazione è davvero seria. È impossibile prevedere cosa potrebbero combinare Hulk Rosso e Lyra insieme.-

-Su questo siamo assolutamente d’accordo. Non ti ho chiesto come pensi di ritrovarli.-

-Quest’auto non va solo a supervelocità, ha anche un gamma detector che ho tarato con le particolari emissioni energetiche dell’Hulk Rosso. Non potrei perderlo anche se non sapessi dov’è diretto.-

-Cosa credi che ci aspetti a Salt Lake City?-

-Essendoci di mezzo Bruce Banner, indubbiamente guai.-

 

 

5.

 

 

            Hulk sorride rivolgendosi alla donna dai capelli rossi alta due metri davanti a lui:

-E così tu sei Thundra? Ho sentito parlare di te e non immagineresti mai perché.-

-Non m’interessa.- ribatte lei -Tu sei Hulk ed io ho viaggiato molto per trovarti con un unico scopo in mente.-

-Ah, lo immagino.-

            Thundra gli sferra un pugno al mento. Preso di sorpresa, Bruce Banner cade all’indietro mentre la donna gli dice:

-Trovare e sconfiggere il più forte maschio mai esistito e dimostrare la superiorità delle Sorelle di Femizonia su qualunque maschio.-

-Preferivo decisamente l’altra opzione.- mormora il Gigante di Giada rimettendosi in piedi.

 

            Thaddeus E. Ross, chiamato Thunderbolt da amici e nemici, legge ancora una volta le notizie che scorrono sullo schermo del suo computer. Non ha alcun dubbio: la gigantessa verde avvistata in Europa è sua figlia Betty.

            Non si è fatta viva con lui. Non può o non vuole. Il vecchio Ross teme sia la seconda delle due ipotesi, ma non può biasimare sua figlia per questo, lui è quello con la maggior parte delle colpe, se non tutte, per il deterioramento del loro rapporto. Gli ci è voluto molto per capirlo ma forse è ormai troppo tardi per rimediare.

Non si finisce mai di pagare per i propri errori, pensa il vecchio soldato. Spegne il computer, si alza dalla sua poltrona e lascia finalmente l’ufficio.

 

            Qual è il confine tra coraggio ed incoscienza? Ci si potrebbe fare questa domanda a proposito delle azioni della ragazza che si fa chiamare Scorpia, che si è appena buttata in una buca da quasi dieci metri di altezza.

Con una serie di contorsioni riesce ad aggrapparsi ad uno dei cavi dell’ascensore. Se non indossasse guanti speciali, le sue mani si spellerebbero o peggio a causa dell’attrito mentre scivolano lungo il cavo.

Proprio in quel momento nel suo auricolare risuona la voce della  Dottoressa Monica Rappaccini:

<<Thasanee, tutto bene?>>

-Tutto benissimo , mammina.- ribatte lei con un po’ di affanno nella voce -Hanno cercato di uccidermi solo un paio di volte. Normale amministrazione, direi.-

<<Devi per forza essere così irritante, ragazzina?>>

-Sarà un difetto di famiglia.-

<<Una squadra di rinforzi sta arrivando per facilitare la tua fuga. Lo Starbrand può aspettare.>>.

-Grazie per l’interessamento ma credo di sapermela cavare da sola.-

            Ormai quasi al livello del terreno, Scorpia lascia la presa sul cavo e con una capriola balza a terra. Si guarda intorno poi apre una porta e si trova davanti una donna dal cranio rasato e la pelle grigia che impugna una lunga lancia, un essere fatto di pietra arancione con in mano una strana pistola ed un insettoide dall’aria decisamente ostile.

-Arrenditi, intrusa!- le intima Caiera l’Impetuosa -Non costringerci ad ucciderti.-

-Kkk… io dico di ucciderla comunque… kkk.- afferma l’insettoide.

            Carmilla Black, alias Thasanee Rappaccini, alias Scorpia, parla freneticamente al microfono:

-Uh, mamma… sai quei rinforzi di cui parlavi? Ho cambiato idea: mi servono alla svelta.-

 

 

CONTINUA

 

 

NOTE DELL’AUTORE

 

 

            Non molto da dire su quest’episodio, quindi passiamo al prossimo dove ci saranno scontri, incontri e sorprese. Non vi basta? Continuate a seguirci allora : è l’unico modo in cui potrete avere delle risposte.

 

 

Carlo



[1] Tutto questo ed altro nello scorso episodio.

[2] Advanced Idea of Destruction.

[3] La precedente è stata due episodi fa.