#38

 

LA STIRPE DI HULK

 

PARTE QUARTA

 

UNIVERSI COMPLESSI

 

Di Carlo Monni

(con il contributo di idee, concetti e personaggi di Mickey e Fabio Volino)

 

 

1.

 

 

            Solo pochi minuti fa,[1] a Salt Lake City, Capitale dello Utah, Hulk, con un po’ d’aiuto da parte del supergruppo noto come i Rangers, ha sconfitto il pericoloso serial killer potenziato ai raggi gamma che si faceva chiamare Bomba A, poi l’Agente Speciale del F.B.S.A. Pratt si è fatto avanti affiancato dalla collega Sandra Verdugo e si è rivolto a Rick Jones dicendo:

-Abbiamo l’ordine di prenderla in custodia in quanto pericolo per la sicurezza nazionale. Le consiglio di venire con noi pacificamente, Mr. Jones.-

Rick rimane senza parole ma è Hulk a dire la sua:

-Che state combinando?-

-Lo ha sentito benissimo, Dottore: sicurezza nazionale.- ribatte Pratt.

-Da un po’ di tempo a questa parte è la scusa che voi federali usate per giustificare ogni vostra azione del cavolo e non rispondere alle domande. Rick è amico mio e non lo lascerò andare senza sapere perché lo arrestate.-

-Dì solo una parola, mio signore, ed io ed i miei Fratelli di Guerra faremo a pezzi questi stolti.- interviene l’aliena dalla pelle grigia chiamata Caiera l’Impetuosa.

-Mi tenti.-

            La tensione si potrebbe tagliare con il coltello. I Rangers si dispongono a semicerchio dinanzi a Hulk e la sua gente. Puma non è ben certo di qual è la parte da cui vorrebbe stare ma una cosa la sa di sicuro: non lascerà uccidere nessuno senza prima aver deciso lui se lo merita.

            L’Agente Speciale Sandra Verdugo si fa avanti interponendosi tra i due gruppi e dice:

-Ci pensi bene prima di mettersi contro le autorità, Dottor Banner. Lei ha da poco ricevuto il Perdono Presidenziale per il suo ruolo nell’aver sventato un’invasione aliena.[2] Non mandi tutto all’aria così, tornando ad essere un fuorilegge.-

-Tanto accadrà comunque, prima o poi, è il mio karma.- replica Bruce Banner -Adesso potrebbe essere un momento buono come un altro... a meno che lei non abbia un’alternativa migliore, Agente Verdugo.-

            La ragazza alza la testa fissando Hulk dritto negli occhi senza mostrare timore.

-Venga con noi. Potrà controllare che tutto sia fatto secondo le regole e che a Rick… Mr. Jones… non sia fatto alcun male mentre la sua posizione sarà chiarita.-

-Verremo anche noi Rangers.- interviene Puma -Anch’io ci tengo a vederci chiaro in questa faccenda.-

            Ancora un attimo di silenzio, poi Hulk dice:

-D’accordo: niente violenza per ora. Seguiremo le regole e le seguiremo così bene che chiameremo addirittura un avvocato.- fa un sorrisetto beffardo -Ne conosco giusto uno veramente sensazionale.-

 

            A Los Angeles si sta svolgendo una scena che gli abitanti della città stanno cominciando a trovare familiare: uno scontro tra superesseri.

            I contendenti in questione sono:un uomo e una donna. Lui ha un fisico massiccio e indossa un costume rosso bianco e blu che sul corpetto azzurro ha le tredici stelle della bandiera originale della rivoluzione e, sotto, strisce orizzontali alternate bianche e rosse. Guanti e stivali sono bianchi, maniche e gambe, invece, rossi; il volto è coperto da un semplice cappuccio che lascia scoperta solo la parte inferiore del viso, al polso ha uno scudo triangolare in tutto simile a quello che aveva Capitan America all’inizio della sua carriera nel 1940. Lei è alta circa due metri, ha lunghi capelli rossi tenuti fermi da una tiara argentata, il fisico scolpito ed indossa un costume scarlatto, decisamente attillato, che le lascia scoperti la pancia e la spalla ed il braccio sinistri; nel pugno destro stringe una catena.

            Perché si battano non ha molta importanza per gli spettatori che sono decisamente divisi in due gruppi: quelli che si tengono a distanza, timorosi di farsi male, e quelli che usano i loro telefoni per fotografare o filmare l’evento da mostrare in tempo reale su qualche social network. Uno di questi si sta avvicinando troppo per il suo bene.

            L’uomo in costume patriottico, che si fa chiamare Maggiore Libertà, ha appena bloccato il polso della donna di nome Thundra. Qualcuno sicuramente troverebbe dell’ironia in questo scontro tra un uomo rimasto ibernato dal 1940 sino a non molto tempo fa ed una donna che viene da un futuro distopico, entrambi, in un certo senso, fuori dal loro tempo, ma i due contendenti non sono nella posizione di apprezzarla.

            Il Maggiore Libertà riesce a far saltare di mano a Thundra la catena che vola in aria dritta verso la testa di una spettatrice che si è fatta troppo vicina.

            Il Maggiore non esita un secondo: lascia la presa sui polsi di Thundra e si getta sulla donna buttandola a terra.

            Sente alle sue spalle i passi di Thundra e si gira pronto a riprendere il combattimento ma lei alza le mani mostrando i palmi e dice:

-Hai salvato questa sorella senza pensare che avrei potuto approfittarne per colpirti. Ti ho giudicato male: non hai intenzioni ostili.-

-È quel che cercavo di dirti da quando abbiamo cominciato a picchiarci ma non mi stavi a sentire.- replica lui balzando agilmente in piedi.

-Devi perdonarmi: non sono ancora avvezza a questo tempo in cui maschi e femmine vivono insieme e non sono nemici.-

-Ragazza… credo che avremo un bel po’ di cose da raccontarci io e te ora che abbiamo sepolto l’ascia di guerra. Che ne dici di farlo davanti ad un buon caffè?-

            Thundra lo guarda con aria perplessa.

 

            Roma, un museo privato dove sta avvenendo un tentativo di furto del tutto particolare: l’uomo chiamato Tyrannus, che sostiene di essere nientemeno che Romolo Augustolo, l’ultimo Imperatore Romano d’Occidente, si è appena impadronito di un vaso di foggia molto antica.

-Troppo tardi!- esclama -Il Vaso di Pandora è mio, non potete più fermarmi.-

            L’Agente dello S.H.I.E.L.D. Clay Quartermain esita: se sparasse e rompesse il vaso, chissà cosa potrebbe accadere.

-Già una volta credevi di averlo trovato ma era una copia e per poco non ti ha ucciso.[3] Cosa ti fa pensare che stavolta sia diverso?- gli dice.

-È quello autentico, lo so. Chi lo possiede è in grado di controllare tutti i mali del mondo. Con questo potere dominerò finalmente il Pianeta come è mio diritto!-

            Matto come un cavallo ma… e se avesse ragione? Deve essere fermato a qualunque costo.

 

 

2.

 

 

            La donna che entra nella sede del F.B.S.A. di Salt Lake City non può non attirare l’attenzione. Dopotutto non capita tutti i giorni di vedere una donna alta più di due metri dalla pelle verde e dalle forme decisamente giunoniche che indossa un tailleur scuro con gonna appena sopra il ginocchio, camicetta bianca coi primi bottoni slacciati e scarpe decolleté tacco 12 fatte evidentemente su misura. I capelli sono raccolti in uno chignon e gli occhi verde smeraldo sono seminascosti da occhiali con montatura di tartaruga. Nella mano sinistra stringe una valigetta di pelle nera.

-Sono l’Avvocatessa Jennifer Walters.- si presenta -Sono qui per Rick Jones.-

            L’agente all’ingresso rimane silenzioso e lei lo apostrofa in tono divertito:

-I miei occhi sono un po’ più in alto.-

            L’uomo si imporpora mentre alza di scatto la testa.

-Posso vedere il mio cliente, adesso?- insiste lei.

-La… la faccio parlare con l’Agente Speciale Pratt, è lui che si occupa di questa faccenda.- borbotta l’uomo facendole strada in un corridoio.

            Jennifer gli va dietro a grandi falcate mentre quasi tutti gli sguardi dei presenti la seguono. Arriva in una stanza dove la attendono un afroamericano sui quarant’anni dal fisico possente a malapena contenuto dal completo nero che indossa. Ha i capelli rasati e gli occhi coperti da occhiali da sole a specchio. Al suo fianco una donna decisamente sexy, lunghi capelli neri, alta, slanciata, dalle gambe lunghe e affusolate, che indossa una maglietta aderente che le lascia scoperto l’ombelico, shorts e stivali. Un abbigliamento che non si assocerebbe all’immagine tradizionale dell’agente federale quale lei è stando al distintivo appeso alla cintura.

-La famosa She-Hulk!- esclama l’uomo -Io sono L’Agente Speciale Pratt e lei è l’Agente Speciale Verdugo. La sua presenza ci lusinga.-

-Sono qui in veste professionale, quindi mi chiami Avvocatessa Walters.- taglia corto Jennifer -Non sono venuta fin qui da Los Angeles per perdere tempo in convenevoli, per cui mi porti da Rick Jones subito.-

-Non è così semplice: ci sono in ballo questioni di sicurezza nazionale.-

-La sicurezza nazionale è una giustificazione troppo comoda che voi federali invocate spesso ma mi risulta che la Costituzione non sia stata abrogata, quindi o mi fa vedere Rick Jones o rischia di farmi perdere la pazienza e per usare una frase fatta, non le piacerei quando sono arrabbiata, mi creda.-

            Pratt la fissa con espressione impenetrabile, Alla fine è Sandra Verdugo a dire:

-Va bene, ci segua.-

            Esce dalla stanza seguita da Jennifer e da un riluttante Pratt, Percorre pochi metri svoltando in un altro corridoio ed arriva davanti ad una stanza sorvegliata da diversi agenti pesantemente armati e perfino da un paio di Guardiani nelle loro armature verdi, evidentemente fatti venire dalla Volta.[4]

            Di cosa hanno paura? Si chiede She-Hulk. Di un intervento di Bruce o di qualcos’altro? Che razza di pericolo può rappresentare Rick Jones per la sicurezza nazionale?

            Entra nella stanza, una tipica sala interrogatori senza finestre ed uno specchio unidirezionale ad una parete. Nulla che lei non abbia già visto mille volte.

            Rick siede al tavolo con aria cupa che svanisce quando la vede.

-Jen!- esclama -Sei venuta! Vederti è una gioia per i miei occhi.-

-Me lo dicono spesso.- replica lei sedendosi accanto a lui ed accavallando le gambe -Diamo un po’ di spettacolo a quei guardoni là fuori.- dice sorridendo poi torna di colpo seria -Allora, Rick, in che guaio ti sei cacciato?-

-Non mi hanno detto niente.- risponde lui -Mi sono fatto un’idea, però; dev’essere a causa di questo.-

            Rick mostra il palmo della mano destra su cui è inciso un tatuaggio. Jennifer esclama:

-Lo Starbrand!-

 

            Il Detective Jacob Raven del Dipartimento di Polizia di Salt Lake City esce all’aperto. Nello spiazzo davanti alla sede locale del F.B.S.A. ci sono un po’ di membri del gruppetto giunto con Hulk e dei Rangers. Raven non ha mai visto tanti superumani tutti insieme in vita sua nemmeno nel breve periodo che ha passato a New York sulle tracce del killer chiamato Kaine,[5]

            La sua attenzione è attratta particolarmente dalla statuaria guerriera dalla pelle grigia e dai suoi compagni: uno grigio e calvo come lei e gli altri tre dalla pelle scarlatta. Sono alieni, gli è stato detto, i primi che abbia mai visto in carne e ossa, ma sembrano i protagonisti di un film sui gladiatori. Che la cultura del loro pianeta sia rimasta al livello dell’Impero Romano?

-Qualcosa ti turba, terrestre?-

            A fargli la domanda è stata una degli alieni dalla pelle rossa, una ragazza attraente dai capelli neri e lunghi.

-Nulla di particolare.- si schermisce Raven -Mi chiedevo solo: noi terrestri vi sembriamo strani come voi lo sembrate a noi?-

-In effetti sì ma è normale quando sei in un posto nuovo ed incontri gente nuova. Io stessa mi sono dovuta adattare a circostanze insolite per me: ero un membro dell’aristocrazia di Sakaar, il mio pianeta, ma l’Imperatore non gradiva certi miei atteggiamenti e mi ha privato del mio rango e sbattuta tra i gladiatori.-

            Dunque, non si sbagliava, pensa Raven: imperatori, aristocratici e gladiatori; questo pianeta Sakaar doveva essere una versione fantascientifica dell’Impero Romano.

-Anche i tuoi compagni erano gladiatori?- chiede.

-Non tutti. Caiera e Hiroim del Popolo Ombra sono divenuti gladiatori per essersi opposti alla tirannia dell’Imperatore Rosso, proprio come me e Lavin Skee e Miek l’insettoide, mentre Korg l’uomo di pietra e Senza Nome sono alieni catturati dalle truppe imperiali. Omaka, invece, era la figlia del tiranno. L’arrivo del distruttore di mondi chiamato Thanos ha cambiato tutto. A noi sopravvissuti ha offerto due alternative: o divenire parte del suo esercito o morire come gli altri. Abbiamo scelto la vita.-

-Voi… voi sei siete gli unici sopravvissuti del vostro pianeta?-

            Raven è sconcertato.

-Purtroppo sì. Oggi Sakaar è solo un deserto senza più vita. Ma mi accorgo ora di non averti detto come mi chiamo. Perdona la mia scortesia. Io sono Elloe Kafi.- si presenta l’aliena -Qual è il tuo nome, terrestre?-

-Jacob Raven.-

-Bene , Jacob Raven, sono felice di conoscerti. Le cicatrici che hai sulla guancia sinistra sono il segno del tuo rango?-

-Cosa? No.- Raven si tocca istintivamente la ragnatela di cicatrici con cui l’ha marchiato anni fa Kaine.[6]  Il ricordo indelebile di uno dei suoi giorni più bui -Questo me lo ha fatto un nemico.-

-Dunque eri un guerriero, Jacob Raven?-

-Sono un detective.-

-E cos’è un detective?-

-Quando qualcuno fa qualcosa contro la legge, io lo cerco e quando lo trovo lo sbatto in galera… o almeno ci provo.-

-Capisco. Avevamo qualcosa di simile anche su Sakaar ma era più efficiente nel colpire i nemici dell’Imperatore.-

            A quanto pare, certe cose sono costanti nell’Universo, riflette amaramente Raven.

 

            Rick è decisamente sorpreso.

-Tu sai cos’è questa cosa?- esclama

-Anche se non molti ci credono, quando posso mi tengo aggiornata coi rapporti degli altri Vendicatori ed ho letto quel che ne ha scritto Quasar. Cosa sia esattamente non si sa. Proviene da un multiverso parallelo al nostro ed è una fonte di potere praticamente illimitato. Può essere passato solo volontariamente da un possessore ad un altro ma all’originario possessore rimane comunque una percentuale del potere e una qualunque percentuale di infinito… beh è sempre infinito.-

-Questo non è possibile!- ribatte Rick -Quest’affare è stato dato temporaneamente a Bruce da Mefisto e dopo un  po’ è apparso sulla mia mano. Ti posso assicurare che non me lo ha passato Bruce e che lui non ha più quel potere.-

-Allora questo è uno Starbrand diverso e questo complica le cose.-

-Perché?-

-Perché se la voce si è sparsa, non sarà solo l’F.B.S.A. a volere un pezzo di te.-

            Il tono della voce di Jennifer non è affatto tranquillizzante.

 

 

3.

 

 

            L’Agente Speciale Pratt si porta in un posto appartato e tira fuori di tasca un cellulare criptato.

-Sono io.- dice -Ci sono complicazioni. Oltre a Hulk ed ai Rangers è arrivata anche She-Hulk. Prendere in consegna Jones potrebbe essere più difficile del previsto.-

<<Non m’importa come farai, Pratt…>> replica una voce dura dall’altra parte <<Voglio lo Starbrand ad ogni costo. Se necessario amputa la mano di Jones e portamela. Ti ho fornito i mezzi per fronteggiare anche Hulk se necessario, quindi non deludermi.>>

-Non lo farò, signore.-

            Pratt chiude la comunicazione ma proprio in quel momento ode una voce sferzante alle sue spalle:

-Con chi stava parlando, Agente Pratt?-

            Lo sguardo sul volto di Puma non promette nulla di buono.

 

            In un luogo segreto la Dottoressa Monica Rappaccini, Scienziata Suprema dell’A.I.D.,[7] è immersa in riflessioni poco piacevoli. Alla fine accende l’interfono e dice:

-Agente Scorpia, vieni da me immediatamente.-

            Pochi minuti dopo entra nel suo ufficio una ragazza che indossa un attillato costume verde come i suoi capelli, la parte inferiore del volto è coperta da una sorta di fazzoletto che, una volta che si è chiusa la porta alle spalle, abbassa rivelando un volto che mostra un’evidente somiglianza con la donna davanti a lei.

-Volevi vedermi, mammina?- le chiede.

-Ti ho detto mille volte di non usare quel tono insolente con me, Thasanee.- replica la Dottoressa Rappaccini -Non riesci proprio a mostrare un po’ di rispetto per tua madre?-

La risposta della ragazza è una sonora risata.

-Ti dispiace arrivare al punto?- chiede sempre con lo stesso tono.

            Monica sospira ed alla fine dice:

-Sono appena stata informata che ci sono altri che stanno cercando lo Starbrand. Non posso permettere che se ne impadroniscano prima di me.-

-Credevo che avessi promesso a mio … a Hulk che non avresti cercato di impadronirtene.-

-Le circostanze sono cambiate. Non posso permettere che altri abbiano a disposizione quel potere. Devi portarmi Jones… vivo. Per farlo devi sottrarlo alla custodia del F.B.S.A. e sfuggire a chiunque cercherà di impedirtelo, tra cui tuo padre. Te la senti?-

            Scorpia sorride e ribatte:

-Adoro le missioni impossibili.-

 

            In un volo privato diretto da Los Angeles a Las  Vegas la donna di nome Thundra si rivolge all’uomo chiamato Maggiore Libertà ora in abiti “civili”.

-Davvero non capisco cosa possa volere la donna per cui lavori da me.-

            Sean Clinton McIntyre sogghigna mentre replica:

-Suzy Berengetti è una donna complicata. Magari vuole offrirti un lavoro.-

-Sono stato inviata in questo tempo con uno scopo preciso: trovare il maschio più forte del pianeta. Mi è stato detto che è quello che chiamate Hulk, ma finora non sono riuscita ad incontrarlo.-

-Parlate di Hulk?- chiede la hostess -Il notiziario della WWN ha appena detto che è a Salt Lake City dove ha aiutato a catturare un serial killer superumano.-

-È molto lontana Salt Lake City?- chiede Thundra -Quest’aereo può portarmici?-

            McIntyre sospira. Chissà se Suzy sarà d’accordo per un cambio di rotta?

 

 

4.

 

 

            Solo pochi minuti fa, fuori dalla sala interrogatori della sede F.B.S.A. di Salt Lake City, stazionava un gruppetto di persone particolari tra cui l’Incredibile Hulk, Ulisse del Pantheon e Puma, leader del supergruppo chiamato i Rangers.

            Dallo specchio unidirezionale osservavano il colloquio tra Rick Jones e Jennifer Walters. Il microfono era ovviamente spento.

-Darei non so cosa per sapere cosa si stanno dicendo.- si lasciò sfuggire Sandra Verdugo.

-Segreto cliente-avvocato.- ribatté Hulk -Mia cugina si arrabbierebbe molto se lei provasse ad accendere quel microfono, senza contare che io le spezzerei immediatamente quel suo bel braccino.-

-Sta davvero minacciando un agente federale?- replicò lei senza sembrare minimamente impressionata.

-Ho fatto di peggio… e probabilmente lo rifarò.-

            Mentre Banner e Verdugo discutevano, Puma aveva notato Pratt allontanarsi. Non gli piaceva quell’uomo e non era solo istinto: i suoi sensi animali gli dicevano che c’era qualcosa di strano in lui, qualcosa di sbagliato. Così l’aveva seguito.

Il che ci riporta ad ora.

-A chi stava telefonando, Agente Pratt?-

-Non sono affari che ti riguardino, Puma.- ribatte il massiccio afroamericano.

-Davvero?- replica Thomas Firehart -Io scommetto il contrario. Scommetto che non stavi parlando con i tuoi superiori a Washington. Per chi lavori davvero, Pratt? E quella Verdugo è d’accordo con te?-

-Tu devi essere impazzito.-

-Sento l’odore delle tue menzogne e questo mi fa arrabbiare.-

-Che sta succedendo qui?

            Sandra Verdugo è appena arrivata assieme a Hulk e Ulisse.

-Succede che l’Agente Pratt è una serpe nel nostro seno, un traditore.- risponde Puma -Davvero non lo sapeva, Agente Verdugo?-

            Prima che Sandra possa rispondere Pratt si toglie gli occhiali e borbotta:

-A quanto pare, non ho scelta.-

            I suoi abiti esplodono letteralmente mentre la sua massa aumenta rapidamente. Alla fine, davanti agli astanti c’è un gigante i cui muscoli sono al livello di quelli di Hulk.

-Pratt, no!- grida Verdugo.

-Avevo ragione su di lui.- commenta Puma sfoderando gli artigli.

            Hulk non dice niente e si scaglia su Pratt. L’impatto scuote l’intero edificio.

 

            Jacob Raven comincia a trovare davvero piacevole la conversazione con l’aliena dalla pelle rossa di nome Elloe Kafi. Molta gente è spaventata dall’idea che esseri di altri pianeti vengano sulla Terra ma Raven ha ormai capito che ci sono buoni e cattivi tra loro come tra i terrestri. Ci vorrebbe maggiore comprensione. Una volta, forse l’avrebbe pensata diversamente ma il tempo e l’esperienza gli hanno insegnato a non essere troppo rigido nei giudizi,

            Le sue riflessioni sono interrotte quando qualcosa sfonda il muro alle sue spalle e piomba al suolo evitandolo per un pelo. Quel qualcosa è un essere umano anche se non molto comune: Hulk.

-Quel grandissimo bastardo!- grida rialzandosi poi fa un salto e raggiunge il punto da cui è precipitato pochi piani più sopra.

-Il nostro leader ha bisogno di noi, muoviamoci, Fratelli di Guerra!- incita Caiera l’Impetuosa precipitandosi dentro l’edificio.

-Finalmente.- commenta Senza Nome, membro della spietata specie nota come la Covata.

            Raven estrae la sua pistola d’ordinanza e li segue.

 

            Dopo aver scagliato oltre il muro Hulk, l’essere che era l’Agente Pratt travolge letteralmente gli altri davanti a lui e raggiunge una stanza chiusa di cui sfonda facilmente la porta.

            All’interno, legato saldamente con manette speciali ad una sedia c’è un gigante blu: il serial killer chiamato Bomba A.

-Tu!- esclama sorpreso -Ti riconosco: sei quell’agente federale. Sei cambiato: sei anche tu un gammairradiato?-

-Qualcosa di simile.- risponde Pratt -Ora ti libererò e tu farai qualcosa per me: ucciderai chiunque incontrerai in questo edificio.-

-Mi piace.- replica con un sorriso folle Charlie Colòn.

 

 

5.

 

 

            Un aereo assolutamente invisibile sia ai radar ed ogni altro strumento elettronico sorvola Salt Lake City. A bordo la ragazza di nome Scorpia spera di nascondere bene il suo nervosismo.

            La sua vita non è stata facile: appena nata la sua madre naturale l’ha data in adozione. Quando aveva appena 15 anni i suoi genitori adottivi sono stati uccisi da inviati dell’organizzazione terroristica nota come A.I.M.[8] e lei è stata rapita e sottoposta a crudeli esperimenti scientifici che l’hanno dotata di superpoteri. Ora è immune a qualunque tossina e può rilasciare sostanze venefiche attraverso il braccio sinistro. Riuscì a fuggire e per un po’ visse per strada. Un giorno, meno di un anno prima, fu rintracciata dalla sua madre naturale, ora leader del neonato A.I.D., che le propose di unirsi a lei e le fornì il costume ed il nome in codice. Quel che Monica Rappaccini non sapeva, però, era che sua figlia era già stata trovata da Nick Fury che le propose di infiltrarsi nell’A.I.D. come sua talpa e che la ragazza aveva fatto in  modo di farsi trovare da lei.

            Da tempo Scorpia o Carmilla Black, il nome datole dai suoi genitori adottivi, o Thasanee Rappaccini, il nome sul suo certificato di nascita originale, vive sul filo del rasoio come agente doppio e non sa cosa succederà se e quando sua madre scoprirà la verità. A complicare le cose c’è stata anche la recente scoperta che il suo padre naturale è nientemeno che Robert Bruce Banner, l’Incredibile Hulk, uno degli uomini che dovrà affrontare da avversaria.

            Ha cercato di avvertire Nick Fury, uno dei pochi all’interno dello S.H.I.E.L.D. a sapere del suo doppio ruolo, di questo raid come ha fatto con altri in passato, ma lui ha detto che non poteva aiutarla[9] e di improvvisare. Benissimo: lei è abituata ad improvvisare.

-Aprite il portello.- ordina.

-Siamo ancora troppo in alto.- protesta uno degli uomini nella tipica uniforme nera.

-Ho detto di aprire il portello, volete discutere i miei ordini?-

Uno dei vantaggi dell’essere la figlia del capo è che difficilmente qualcuno osa contraddirti. Sul pavimento dell’aereo si apre un portello e senza esitare Scorpia salta nel vuoto.

 

            Hulk atterra all’interno della stanza da cui Pratt l’aveva gettato fuori poco prima. Si guarda intorno ma di Pratt nessuna traccia. Dov’è finito quel figlio di…?

            All’improvviso sente urla e spari da un corridoio vicino. Corre in quella direzione e vede alcuni agenti alle prese con una familiare figura blu.

-Charlie!- esclama -Quel bastardo ti ha liberato?-

Bomba A fa un sorriso maligno e replica:

-Banner… mi divertirò di più ad uccidere te che questi idioti.-

            Ignora gli agenti che gli sparano e si getta su Hulk che balza verso l’alto sfondando il soffitto.

-Non scappare, vigliacco!- gli urla Charlie Colòn.

            Hulk gli piomba sulla schiena.

-Non scappo, Charlie. Non scappo mai.- replica.

            La forza dell’impatto fa loro sfondare il pavimento e precipitare di sotto.

 

            Il rumore di lotta all’esterno è un segnale sufficiente per Jennifer Walters per alzarsi in piedi e… cominciare a spogliarsi.

-Ehi, Jen…- dice un sorpreso Rick Jones -Ma ti pare il momento di uno spogliarello?

-Non pretenderai mica che rovini scarpe ed abiti costosi in uno scontro, vero?- replica lei.

            In pochi attimi giacca, gonna, camicetta e scarpe sono in un angolo rivelando il costume di She-Hulk, pochi istanti che bastano a qualcuno per sfondare la porta blindata.

-Ma guarda se non è l’Agente Pratt!- esclama Jen vedendo la figura gigantesca sulla porta -Hai fatto una cura istantanea di steroidi, bello?-

-Jones viene con me- replica Pratt.

-Per citare un’altra frase fatta, dovrai passare sul mio cadavere.- ribatte She-Hulk.

-Affare fatto.-

            Con velocità impressionante ed inaspettata Pratt afferra la Gigantessa di Giada per il collo sollevandola senza sforzo e cominciando a stringere.

 

 

CONTINUA

 

 

NOTE DELL’AUTORE

 

 

            Praticamente nulla da dire se non una nota di continuity: l’apparizione di She-Hulk in questo e nel prossimo episodio spiega perché non sia coi suoi compagni in Vendicatori Costa Ovest #38/39.

Ora non mi resta che invitarvi di nuovo qui per il prossimo episodio dove tutti picchieranno tutti o quasi e ci sarà anche spazio per parlare di Tyrannus e per insolite riunioni familiari. -_^

 

 

Carlo



[1] Vale a dire nell’ultimo episodio.

[2] Vedi episodio #25 ed Avengers Icons #44.

[3] Su Destino MIT #3/4.

[4] Il primo supercarcere per supercriminali sito nelle Montagne Rocciose del Colorado.

[5] Tanto tempo fa, durante la famigerata seconda saga del clone sulle serie dell’Uomo Ragno

[6] Su Spider-Man: The Lost Years #3 (in Italia su Wiz #10).

[7] Advanced Idea of Destruction.

[8] Advanced Idea Mechanics.

[9] Il perché lo saprete se e quando leggerete Nick Fury #11.