Stark Tower, New York City

-Bentornato a casa, signor Stark – annuncia automaticamente una voce femminile ed elettronica non appena Tony entra nel proprio appartamento.

Se fosse successo solo poche settimane fa avrebbe sottobraccio una qualche modella o stella del cinema, ma la vita da playboy appartiene al passato. Infatti Pepper Potts è già in casa, e lo saluta con un bacio sulla guancia mentre Tony si slaccia la cravatta.

-Dovresti davvero cambiare quella voce elettronica. Potrei diventare gelosa.

-Potrei darle la voce di un fido maggiordomo inglese, ma poi dovrei licenziare Jarvis. Che ci fai già a casa? Credevo dovessi lavorare fino a tardi oggi.

-L’ho fatto. Tony, hai idea di che ore siano? Credevo avessi almeno un orologio nell’armatura.

-Non l’ho neanche indossata oggi...con tutto il tempo passato in Giappone [1] non ho avuto tempo per dedicarmi al laboratorio. Pensare che ho lasciato a te il controllo della Stark Solutions per dedicarmi alla mia vecchia passione.

-A proposito di passioni – cambia argomento Pepper, stringendosi all’uomo che ama.

Le labbra dei due amanti si avvicinano, ma prima che possano toccarsi un’esplosione scuote l’appartamento. Tony Stark si assicura che Pepper stia bene, prima di voltarsi verso il buco nel muro lasciato dall’esplosione. Dall’altra parte, una figura avvolta in un mantello verde fluttua a mezz’aria, le braccia incrociate sul petto.

-Stark. Desidero parlarti – annuncia il Dottor Destino.

 

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#7 – L’alleanza delle armature

di Fabio Furlanetto

 

Una base segreta dell’AIM

La forma astrale del Barone Mordo cammina tra gli agenti dell’organizzazione terroristica, invisibile ed intangibile. Un altro uomo sarebbe impressionato dall’avanzatissima tecnologia presente, ma Mordo ha visto cose ben più bizzarre nella sua lunghissima vita.

-Sei proprio sicuro di volere questo monastero della scienza, Vendetta? Non c’è nulla degno della nostra attenzione, qui.

La voce che risponde è eterea, né maschile né femminile, un’eco tra le ombre.

-Non ancora, forse. Ma abbiamo bisogno di un posto dove costruire.

-Come preferisci. Che le Nebbie Nere di Nuupor oscurino la mente di chi brama la conoscenza!

Improvvisamente, ogni agente AIM smette di fare ciò che sta facendo: i loro cervelli sono ora sotto il totale controllo del Barone Mordo.

 

Stark Tower, New York City

La prima reazione di Tony Stark è di porsi tra Pepper e l’intruso, che in qualche modo non ha fatto scattare tutti gli allarmi.

“Gran bel guaio” pensa Stark “Ci vorrebbe troppo tempo per raggiungere l’armatura da Iron Man nascosta dietro la parete”.

-Le mie più sentite scuse per questa invasione della vostra privacy, miss Potts – esordisce Destino, avvicinandosi alla coppia. Pepper risponde con tono altrettanto cortese, e solamente Tony riesce a captare l’esitazione nella sua voce.

-Non fa niente. Ma gradirei che non distruggesse il resto dell’appartamento.

-Ha la parola di Destino che non danneggerà la vostra casa, miss Potts. Io e Stark abbiamo un conto in sospeso da portare a termine, e sarebbe un peccato che il nostro diverbio mettesse in cattiva luce il sovrano di Latveria agli occhi di una donna dalle capacità straordinarie come lei.

-Grazie...credo – risponde Pepper, stupita dal fatto che il Dottor Destino non sia affatto come se lo immaginava. Tony, in compenso, sembra pronto a rompersi la mano solo per prenderlo a pugni.

-Piantala con la tua messinscena, Destino, che cosa ci fai qui? Immunità diplomatica o meno, neanche tu puoi introdurti in casa mia quando ti pare.

-Destino si reca dove desidera, Stark, e non deve rendere conto di niente a nessuno.

<<Davvero?>>

Iron Man è arrivato sulla scena, passando attraverso il buco nella parete lasciato da Destino, e sta puntando i suoi raggi repulsori contro il nemico.

<<Tornatene al tuo paese, Destino, o scopriremo quale armatura è superiore>>

-Combattere un servo è al di sotto della statura di un sovrano. Lancer?

Un lampo di luce verde, che Stark riconosce come effetto secondario di un teletrasporto, preannuncia l’arrivo di una donna in costume verde e grigio. Una maschera ne copre la metà inferiore del volto, e dalle sue dita spuntano lame di plasma incandescente.

-Lord Destino desidera un’udienza privata. Sparisci – minaccia la donna.

<<Ragazza, non so chi ti credi di essere, ma siamo in una diversa categoria di- >>

Lancer si scaglia contro Iron Man, che non si aspettava una reazione simile; lei è decisamente più forte di quanto sembra, e sfruttando la sorpresa riesce a gettarlo attraverso la parete.

All’interno dell’armatura, Happy Hogan impreca mentalmente per essersi dimenticato di utilizzare i sensori per analizzare l’avversario prima di iniziare uno scontro.

Una scarica di raggi repulsori manca completamente Lancer, facendo esplodere un televisore di ultimissima generazione; la donna si teleporta alle sue spalle, cercando di affondare le lame di energia nell’armatura. Un campo di forza di emergenza glielo impedisce, ed Iron Man approfitta dell’esitazione di Lancer per afferrarle i polsi.

<<Okay, basta così. Impianti cibernetici o meno, non mi piace combattere con una signora>>

In tutta risposta, Lancer rilascia una scarica elettromagnetica che allontana Iron Man, che atterra sfasciando un impianto stereo da migliaia di dollari.

 

Il Dottor Destino non sembra interessato allo scontro; si è allontanato da Stark per dirigersi alla vetrinetta posizionata di fianco alla scrivania. La scrivania dietro alla quale è nascosta un’armatura.

-Dottore, credevo avesse detto che non avrebbe distrutto l’appartamento – gli ricorda Pepper.

-Ho promesso che Destino non l’avrebbe fatto. Non ho fatto parola dei miei servitori – puntualizza Destino, recuperando una bottiglia di bourbon dalla vetrinetta.

-Comincio a capire perché non lo sopporti – Pepper sussurra a Tony.

-Che cosa sei venuto a fare, Destino? Il vandalismo non è nel tuo stile – dice Stark.

-Ah, dritto agli affari. Una cosa che apprezzo di te, Stark – si complimenta Destino mentre si versa un bicchiere di bourbon.

Lancer ed Iron Man si preparano ad un altro scontro, caricando raggi repulsori e lame di plasma. Prima che possano fare fuoco, una lastra di energia bianca inghiotte i loro corpi, facendoli svanire.

-La tua macchina del tempo. Dove...quando li hai mandati, Destino?

-Non sei nella posizione di fare domande a Destino, Stark – risponde il tiranno, prima di sorseggiare il bourbon. Si prende tutto il tempo necessario, e se l’obiettivo è irritare Stark ci è riuscito in pieno.

Tiene quella bottiglia in bella vista per non cedere alla tentazione di ricadere nell’alcol; presentarsi a casa sua, e profanare quel simbolo...per Destino questa è una questione personale.

-Hm. Hai davvero un pessimo gusto, Stark. Ma d’altronde non mi aspetto molto da qualcuno di così folle da tentare di ingannare Destino stesso.

-Di cosa stai blaterando?

-Dottore, sono certa che si tratta di un fraintendimento. Tony non ha certamente...

-Vuoi smetterla di chiamarlo “dottore”?

-Ci pensa già lui a chiamarsi “Destino” da solo. E poi è un capo di stato, e l’ultima cosa che ti serve adesso è un ennesimo incidente diplomatico.

-Stiamo parlando del Dottor Destino, Pepper! E’ un incidente diplomatico vivente!

-Miss Potts, il suo talento è senz’altro sprecato in America. Sarebbe perfetta nella posizione di attendente personale di Destino.

-Solo tu puoi considerare una promozione proporre ad una dirigente di diventare la tua segretaria. Ora dammi una buona ragione per non chiamare i Vendicatori, o vedremo se l’immunità diplomatica copre anche la violazione di proprietà privata.

-Hai poche ragioni per minacciarmi, Stark – risponde Destino, appoggiando una mano sulla scrivania di Stark ed attivando il proiettore olografico per mostrare decine di tabelle e grafici.

-Questa analisi dell’attività elettronica di New York City mostra chiaramente un accesso remoto alla rete satellitare latveriana. Un accesso effettuato con i miei codici di riconoscimento, accuratamente nascosto tra le comunicazioni civili...della Stark-Fujikawa. Mi aspettavo di meglio da te, Stark, anche se non di molto.

-Aspetta, vediamo se ho capito – risponde Stark, facendo segno di “time out” con le mani – Hai fatto irruzione a casa mia, facendo migliaia di dollari di danni e provocando un incidente diplomatico, solo perché hai scoperto...usando satelliti spia che violano non so quanti trattati internazionali...che un’azienda che non è più mia da anni si è infiltrata nei tuoi sistemi!?

-E’ inutile fingere con me, Stark. Vendetta avrebbe dovuto trovarsi un alleato migliore – risponde il Dottor Destino, allungando una mano verso Stark: il suo guanto brilla di energia, pronto a scatenare una scarica letale.

-Destino, lo so che sei pazzo, ma questo è troppo anche per te! Non so chi sia questo Vendetta, ed anche se la Stark-Fujikawa si è infiltrata nei tuoi sistemi...cosa che dubito...non ha niente a che fare con me. Non sono più io a dirigere l’azienda!!!

-Una copertura quasi perfetta, Stark, ma Destino sa che non lasceresti mai il controllo del tuo impero nelle mai di qualcun altro. E che segretamente brami la mia tecnologia superiore.

-Ecco cosa capita a cercare di ragionare con un paranoico...

-Dottore...se permette – si intromette Pepper, posizionandosi tra il guanto e Stark – Chiunque sia in grado di penetrare le sue difese è senz’altro in grado di creare dei falsi indizi.

-Stai insinuando che Destino si è sbagliato, donna? – Destino risponde; il guanto inizia a brillare molto di più, e Stark si stringe a Pepper per toglierla dalla linea di tiro.

-I suoi nemici si aspettano che lei sia implacabile, dottore; non sanno che lei è troppo intelligente per cascare nella loro trappola – lo lusinga Pepper. Passano un paio di secondi prima che Destino disattivi i sistemi d’arma.

-Bah! Come se Stark avesse veramente il coraggio di attaccare Destino. Hai tempo fino al sorgere del sole per dimostrare la tua innocenza, Stark.

-Ho una certa esperienza nel trattare con un ego smisurato – Pepper sussurra a Tony.

-Se la Stark-Fujikawa è coinvolta, non esiste che ti lasci indagare da solo. Riporta Iron Man nel presente e...

-Destino non tratta con chi gli è inferiore – risponde il tiranno, toccando la parete alle sue spalle che svanisce rivelando la presenza di una armatura da Iron Man.

-Ma nel tuo caso, Stark, Destino può magnanimamente fare un’eccezione.

 

Una base segreta dell’AIM

Sunset Bain dovrebbe essere a proprio agio. Non solo è tornata ad indossare il costume da Madame Minaccia dopo troppi anni, ma sta mettendo le mani sulla migliore tecnologia delle Avanzate Idee Meccaniche. Eppure, essere circondata da agenti dell’AIM che eseguono ogni suo ordine la fa rabbrividire.

-Perché quella faccia, Madame? Non dirmi che hai rimorsi – le chiede il Barone Mordo.

Sunset fa del proprio meglio per non mostrarsi sorpresa dal fatto che sia apparso alle sue spalle all’improvviso, ed un po’ troppo vicino per i suoi gusti.

-Il tuo ipnotismo è incredibile, devo ammetterlo. Considerando la qualità dei loro inibitori psionici, controllare mentalmente un’intera base AIM non è cosa da poco.

-Sei una donna energica ma dagli orizzonti limitati, Madame. Sarei molto felice di aiutarti ad espanderli – risponde il Barone, appoggiando una mano sulla spalla della donna.

Madame Minaccia lo respinge, estraendo la propria pistola dalla fondina e puntandola verso lo stregone.

-Prova a mettermi le mani addosso un’altra volta, Mordo, e vedremo a quanto servono i tuoi trucchi da strapazzo.

-Avete finito? – chiede un agente AIM, l’unico a muoversi senza il permesso di Mordo.

-Era ora che ti rifacessi vivo, Vendetta. Che cosa siamo venuti a fare qui? – chiede la donna, riponendo l’arma dopo aver lanciato un’occhiata di disapprovazione verso il Barone.

-Ad armarci – è l’enigmatica risposta di Vendetta.

 

Sala server della Stark-Fujikawa

Le mani di Philip Grant detto Corvo tremano così tanto da rendere un’impresa digitare sulla tastiera.

-Sei sicuro di non voler chiamare i Vendicatori o la sicurezza? Quello è il Dottor Destino!!! – l’hacker sussurra ad Iron Man.

Il Dottor Destino è infatti alle sue spalle, intento ad osservare i server più avanzati che la tecnologia moderna possa comprare.

-Non abbiamo bisogno di questo ragazzino, Iron Man. Scoprire i segreti di questo rozzo sistema informatico sarebbe un’inezia per Destino.

<<E lasciare che tu trasformi il sistema operativo nel prossimo Ultron o approfittare della mia distrazione per un attacco a sorpresa? No, grazie>>

-Credo di aver trovato qualcosa. Chi ha messo mano a questi dati è bravo, ma non quanto me – si vanta l’hacker, la cui sicurezza vacilla quando il Dottor Destino si avvicina per studiare ciò che è presente sullo schermo.

-Hm. Ecco come ha fatto il ladro a superare le mie difese. Questo scagiona la Stark-Fujikawa: non hanno accesso a nulla di così avanzato.

<<Per una volta sono d’accordo; questo è uno sfasatore temporale, vero? Una volta ho provato un accesso remoto all’armatura di Kang ed usava qualcosa di incredibilmente simile>>

-Non altrettanto sofisticato, ma una tecnologia simile non dovrebbe esistere sulla Terra prima dei prossimi 85 anni.

<<Quindi chi ti ha rubato la tecnologia proviene dallo spazio o dal futuro? Forse dice molto su che razza di mondo viviamo, ma questo non restringe molto il campo>>

-Al contrario, Iron Man. Destino sa esattamente dove cercare – nota il dittatore, voltandosi verso l’uscita con un movimento inutilmente teatrale.

-Non dovresti seguirlo? – chiede Philip Grant.

<<Copia tutto quello che hai trovato su un hard drive sicuro, poi cancella i files originali e stai attento a non lasciare tracce. Voglio che Reed studi quei dati>>

-Per scoprire che cosa ha a che fare Destino con degli alieni dal futuro?

<<Direi nulla di buono, ma trattandosi del Dottor Destino è un po’ ridondante>>

 

Una base segreta dell’AIM

I lavori procedono ad una velocità incredibile, persino disarmante per Sunset Bain.

Il Professor McAlexander si avvicina a lei; indossa ancora l’uniforme da scienziato dell’AIM, ma non è tra le vittime dell’ipnotismo di Mordo.

-Le sue abilità ingegneristiche sono incredibili, Madame Minaccia. Completeremo il dispositivo in men che non si dica. Chi avrebbe detto che il team McAlexander, Burns e Decker sarebbe tornato?

-Ne è ancora convinto? Li guardi – risponde la donna, indicando le immagini semitrasparenti di Burns e Decker intente a dirigere gli agenti AIM.

-La turba che Mordo abbia evocato i fantasmi dei miei colleghi deceduti, mia cara? Lui può chiamarla magia, ma non è altro che manipolazione di energia. Quando noi tre abbiamo creato il primo Cubo Cosmico, in molti la chiamavano magia.

-E’ questo che stiamo creando? Un nuovo Cubo Cosmico?

-Lasci che le racconti la mia storia, Madame Minaccia. Quando ero un insegnante di fisica i miei due studenti più brillanti...Reed Richards e Victor Von Doom...discussero con me una teoria. Esistono dimensioni superiori alla nostra dalle leggi fisiche molto più malleabili; teorizzavano che se fosse possibile creare un collegamento tra queste dimensioni, si potesse alterare la realtà a piacimento. Ho impiegato anni a costruire un’applicazione a quella teoria...il Cubo Cosmico. Ma le teorie di Richards e Von Doom si spingevano molto...Questo non deve interessarle, miss Bain, ritorni immediatamente al lavoro.

Il tono di voce del professore è cambiato così bruscamente da far capire a Sunset di avere davanti qualcun altro, adesso.

-Vendetta, suppongo. Stiamo costruendo un Cubo Cosmico per te?

-State costruendo un’arma capace di distruggere il Dottor Destino per sempre. Prima di cercare di scoprire altro, ricordati che posso far sì che tu ti tagli la gola con le tue stesse mani. Scusi, mia cara, ma non ricordo più cosa mi ha chiesto. Sta bene? Mi sembra un po’ pallida.

-Torniamo al lavoro, professore – risponde bruscamente Sunset Bain, avendo capito di non avere più di fronte a sé Vendetta...e che è ora di cambiare strategia.

 

Sopra i cieli di New York

Questa è senz’altro una scena che non si vede tutti i giorni: Iron Man ed il Dottor Destino che volano fianco a fianco.

<<Okay, mettiamo subito in chiaro una cosa: niente forza letale>>

-Destino non risponde a te, Stark. Ma Destino non ucciderà nessuno stanotte: hai la sua parola.

<<E chiamami Iron Man. Sei riuscito a capire che cosa ti hanno rubato?>>

-Non è necessario che tu lo sappia.

<<Eccome se lo è. Devo decidere se lasciarti usare qualunque cosa troviamo>>

-Destino non ha alcuna intenzione di utilizzarlo – è la risposta criptica del dittatore in armatura.

“Decisamente non la risposta che mi aspettavo. Che Destino abbia creato qualcosa di cui persino lui ha paura?” si domanda Tony Stark.

-Philip Grant è tuo figlio – cambia argomento Destino.

<<Sì, lo so. Anche se trovo abbastanza inquietante il fatto che tu lo sappia>>

-Non avevi davvero bisogno di lui per rintracciare il segnale e sapevi che non ti avrei attaccato alle spalle. Hai sfruttato la mia presenza per stimolare il suo orgoglio ed al tempo stesso ricordargli il pericolo della vita che conduci. Forse non siamo poi così diversi come pensavo, Stark.

<<Non la metterei proprio in questi termini>>

-Destino ha avuto un figlio, una volta.

<<Se questa è una minaccia, Destino...>>

-So che hai anche una figlia. E che a differenza di Philip Grant, lei non sembra interessata a seguire i tuoi passi. Accetti che la tua eredità possa esserne compromessa?

<<Katherine ha tredici anni, e a differenza di te io non faccio il lavaggio del cervello ai miei figli per renderli delle copie distorte di me stesso. Dove vuoi arrivare?>>

-Siamo già arrivati – cambia discorso un’altra volta Destino, scendendo rapidamente a terra.

“Da quando il Dottor Destino si preoccupa di figli ed eredità!?!?” – si chiede Iron Man, atterrando a fianco del temporaneo alleato. Non c’è nulla di degno di nota nel magazzino di fronte a loro.

<<Sicuro di aver seguito la pista giusta? Secondo i miei sensori, il magazzino è deserto>>

-Radar e sonar sono semplici da ingannare. Prova un’analisi dello spettro transdimensionale.

<<......Non ho uno scanner dimensionale nell’armatura>> ammette il Vendicatore dopo una certa esitazione.

-Come sempre, Destino deve fare da solo – sospira il dittatore, scagliando una scarica di energia.

 

Destino non è andato certo per il sottile: il primo colpo già ha abbattuto metà facciata, esponendo alla luce il complesso delle Avanzate Idee Meccaniche.

<<AIM. Sospettavo avessero una base in questa zona, ma non l’ho mai individuata. Rilevo più di duecento armi d’assalto ed una ventina di robot classe Dreadnought...per quanto odi ammetterlo, il tuo aiuto potrebbe servirmi>>

-Sarebbe al di sotto di Destino. E’ per simili minuzie che esistono uomini come te.

<<Stai scherzan->> inizia a rispondere Iron Man, interrotto dai due robot alti due metri che lo colpiscono in pieno scagliandolo a decine di metri di distanza.

<<Quanto odio quell’uomo>> dice Iron Man, stringendo i denti e scatenando i raggi repulsori contro i Dreadnought.

 

L’interno della base AIM è una zona di guerra. Una pioggia di raggi laser si abbatte sul campo di forza di Destino, che procede con passo sicuro senza esserne rallentato.

Sunset Bain sta cercando di concentrarsi sul lavoro, mentre il professor McAlexander fissa impietrito la figura di Destino che avanza. Gli tremano le mani e la voce.

-Lo sapevo, lo sapevo...mi sono nascosto per tutti questi anni ed ora è tornato per me...

-Si concentri, professore, abbiamo quasi finito. Se Vendetta ha ragione, quest’arma-

-Arma? Il Fulcro non è stato pensato per scopi offensivi.

-Che cosa!? Ma allora perché...

Il frastuono di un’esplosione copre le altre parole della donna. Il Dottor Destino è di fronte a lei, i guanti carichi di energia elettrica. Alle sue spalle, neanche uno degli agenti dell’AIM è riuscito a restare in piedi. Sono fortunati: se Destino non avesse giurato altrimenti, al posto dello Storditore Neurale avrebbe usato armi letali.

-Madame Minaccia. Hai qualcosa che appartiene a Destino.

-Lasciami ricambiare: anche io ho qualcosa per te – risponde lei, estraendo una pistola pensata per disintegrare Machine Man con un solo colpo e sparando alla testa di Destino a pochi centimetri di distanza. Il contraccolpo quasi le rompe il polso, ma il Dottor Destino fa un passo indietro: il cappuccio è in fiamme ed avvolto da denso fumo nero.

-Ha! Non sei poi così tosto come ackk – cerca di continuare, zittita dal guanto metallico stretto attorno alla gola che le impedisce di parlare.

Il Dottor Destino la solleva con una mano sola. Il cappuccio è completamente distrutto, ma la maschera ed il resto dell’armatura sono completamente illesi.

-Ho ucciso per offese infinitamente minori, donna.

-Victor, ti prego, non è come pensi – interviene il professor McAlexander, inginocchiandosi di fronte al proprio vecchio studente. Destino lascia la presa su Madame Minaccia, lasciandola cadere a terra a riprendere fiato.

-Professore. Non riesco a decidere se vederla ricostruire il Fulcro Fatale dimostra che è più intelligente di quanto credevo o più stolto delle menti limitate per cui lavora.

-Proprio tu parli di menti limitate? Pensavo che Destino non avesse il senso dell’umorismo – interviene una voce maschile alle spalle di Destino.

Una fiammata di fuoco infernale si abbatte su uno scudo mistico sollevato per riflesso. Il Barone Mordo soccorre Madame Minaccia, stringendola a sé per baciarla nonostante lei reagisca con estremo ribrezzo.

-Barone – lo saluta Destino, con un accenno del capo appena percettibile.

-Dottore – risponde Mordo, allontanando Madame Minaccia come un passatempo da rimandare.

-Quale disgrazia. Da ex discepolo del Mago Supremo a mercenario di semplici ladri.

-Almeno io sono rimasto fedele alle arti mistiche, invece di perdere tempo con la scienza.

-Con la tecnologia di cui ti fai beffe ho schiacciato gli dei sotto il mio tallone, Barone. Oltre ad essere umiliato dal Dottor Strange, tu cos’hai fatto ultimamente?

-Le solite vanterie di Destino. Sono ben note, tra i veri maghi. Vai ancora in giro a raccontare che tua madre era una strega capace di combattere con Mefisto in persona?

I guanti dell’armatura sono nuovamente avvolti da plasma incandescente, ma il loro calore impallidisce di fronte a quello che arde negli occhi di Destino.

-Ho toccato un nervo scoperto? E’ questo che ti rende un mago di seconda classe, Destino: manchi di autocontrollo. Come tua madre con-

Il pugno di Destino colpisce Mordo prima che quest’ultimo abbia tempo di accorgersene.

 

All’esterno del complesso, Iron Man sta combattendo una battaglia in estrema inferiorità numerica: i Dreadnought non hanno la stessa potenza di fuoco della sua armatura, ma in quindici contro uno questo non è un grosso problema.

Per fortuna la sua armatura è anche estremamente più manovrabile, e riesce non solo ad evitare i loro raggi energetici ma a far sì che si colpiscano l’uno con l’altro.

<<Questo è davvero ridicolo: perché devo fare tutto da solo? Andiamo ragazzi, è tempo di ravvivare un po’ la festa>> - li incita Iron Man, volando nuovamente verso la base dell’AIM.

I Dreadnought lo seguono a ruota, seguendo la propria programmazione. Il Vendicatore non si prefigura una battaglia semplice: ha imparato ad aspettarsi l’inaspettato dall’AIM.

Vedere un gigantesco scheletro di drago avvolto da fiamme nere fare a pezzi la loro base è un po’ troppo inaspettato, però.

<<Wow. Questa è nuova, devo riconoscerglielo>>

Iron Man esegue una virata a novanta gradi, facendo schiantare un paio di Dreadnought e dirigendosi verso il drago che stringe tra i propri artigli il Dottor Destino.

Il drago cerca di liberarsi del Vendicatore sputando fuoco nero, l’occasione sperata: gli stivali-jet a piena potenza lo portano fuori dalla linea di tiro, mentre i Dreadnought non sono altrettanto fortunati.

<<Incredibile! Neanche la Torcia Umana li avrebbe fusi così rapidamente. Cosa diavolo...>>

Ad attirare l’attenzione di Iron Man è l’uomo avvolto da un mantello verde che ride fluttuando a fianco delle fauci del drago. Il computer dell’armatura lo identifica come il Barone Mordo.

<<Magia. Perché ogni volta che c’è di mezzo Destino devo sempre avere a che fare con la magia?>> si chiede, scagliando raggi repulsori contro Mordo. Senza ottenere alcun risultato.

-Sarebbero questi gli eroi che ti danno tanti problemi, Destino? Forse non ho bisogno di lavorare con Vendetta per ottenere i tuoi artefatti mistici. Conquistare direttamente Latveria sarebbe più facile, non trovi?

Destino non risponde alla provocazione, intrappolato dalle Bande Scarlatte di Cyttorak: se l’incantesimo è creato correttamente, nemmeno la furia di Hulk può spezzarle.

-Avevo pensato di proporti un’alleanza contro Strange, ma è evidente che persino il suo servitore sarebbe capace di aaaahhhh!!!!

Il Barone Mordo urla per il dolore: un piccolo oggetto metallico applicato sulla sua nuca sta scaricando direttamente nel suo sistema nervoso, sollecitando tutti i centri del dolore.

Senza più un’ancora su questa realtà il drago perde di consistenza; il Dottor Destino ed Iron Man volano verso il Barone Mordo, che si libera dell’oggetto realizzando chi lo ha costruito:

-Quella cagna traditrice!!!

 

Madame Minaccia ripone nella cintura il comando a distanza del Disco di Dolore: non tutte le armi più pericolose sono quelle più appariscenti.

-Dopo questa, chissà se Mordo imparerà a tenere le mani a posto. Siamo pronti, professore?

-Il Fulcro è pronto per essere spostato – risponde il Professor McAlexander, appoggiando il pesante dispositivo a terra ed asciugandosi il sudore dalla fronte.

-Per un attimo ho pensato che Destino...Che cosa credi di fare, Sunset?

Il professore ha estratto la pistola a raggi dalla fondina, puntandola contro Madame Minaccia. Dato che il professore non conosce la sua vera identità, è semplice capire chi ha davanti.

-Semplice calcolo di cosa mi conviene di più, Vendetta. Se sconfiggi Destino, non ho nessuna garanzia di ottenere quello che mi hai promesso. Ma se Destino vince, sono l’unica a potergli consegnare il Fulcro: hai dimostrato di non essere capace di costruirlo da solo.

-E cosa mi impedisce di farne costruire un altro dal professore? Posso controllare il suo corpo.

-Non credo ti servirà a molto, Vendetta.

-Esattamente come tu non mi servi più – risponde il corpo del professore, premendo il grilletto.

La pistola a raggi esplode, distruggendo la mano del vecchio insegnante.

 

Iron Man e Destino non si trattengono nel proprio assalto al Barone Mordo: entrambi sanno benissimo quanto sia pericoloso, benché solo uno di loro lo ammetterebbe liberamente.

-Ora basta!!! Nessuno di voi due è all’altezza di un Signore delle Arti Mistiche!!! – protesta Mordo, allontanando i nemici con le Fiamme delle Faltine.

<<Siamo nel tuo campo, Destino. Suggerimenti?>>

-Nulla di più semplice. Mordo non è altro che un mago di secondo ordine, non resisterebbe alle Immagini di Ikonn.

-Secondo ordine!? Figlio di una strega, ti dimostrerò chi è il vero mago tra noi due – replica il Barone Mordo, gesticolando per invocare l’incantesimo.

-Stolto. Sette Anelli di Raggadorr! – risponde il Dottor Destino, il cui corpo viene protetto da sette anelli di luce.

Il Barone Mordo urla. Non è un grido di dolore come quello causato dallo shock di pochi minuti fa... questo è un grido di puro terrore. Il suo corpo, non più sostenuto da un incantesimo di levitazione, cade di nuovo preda della gravità; solo l’intervento di Iron Man gli evita di finire sfracellato al suolo.

<<Sta andando in arresto cardiaco...che cosa gli hai fatto!?>>

-Ho sfruttato la sua arroganza per fargli evocare un attacco di cui conosco bene il contro-incantesimo. Le Immagini di Ikonn costringono chi ne viene colpito ad affrontare tutto il dolore che si è causato ad altri. Il Dottor Strange lo utilizzò una volta contro Galactus [2].

<<Vuoi dire che gli è venuto un infarto sperimentando su di sé tutto il dolore che ha causato ad altri?>>

-No. Il dolore che Destino ha causato.

-Devo ammettere che il tuo stile non mi dispiace, dopotutto – si intromette una voce femminile: una donna in costume e maschera verde che porta con sé una ingombrante valigetta.

<<Madame Minaccia? Credevo non fossi in attività da anni>>

-Hai osato attaccare la persona di Destino, donna, ed ora hai il coraggio di farti viva di fronte a me?

-Propongo un accordo, Destino. Un’alleanza in cambio di informazioni su Vendetta...e di questo.

Madame Minaccia porge la valigetta a Destino. Il tiranno in armatura non risponde subito.

<<Ragazza, qualunque cosa ci sia lì dentro, per Destino è abbastanza importante da causare un incidente internazionale. Ed ha quasi ucciso quest’uomo>> le ricorda Iron Man, troppo impegnato a mantenere in vita Mordo per fare mosse avventate.

-Hai svolto il tuo ruolo, Vendicatore. Riferisci a Tony Stark che ha la gratitudine di Destino.

Il Dottor Destino e Madame Minaccia svaniscono in un raggio di teletrasporto, lasciando Iron Man a dover trattare un mago in fin di vita, le macerie di una base AIM devastata...ed un mistero insoluto.

 

Castello Destino, ore più tardi

Il laboratorio del Dottor Destino contiene meraviglie scientifiche e mistiche oltre ogni descrizione; se solo il suo contenuto fosse di dominio pubblico, ogni nazione della Terra dichiarerebbe guerra pur di mettere mano a un simile bottino. In mezzo a queste meraviglie, il Fulcro Fatale è quasi anonimo. Infatti il Dottor Destino è concentrato su qualcos’altro: un bozzolo carico di energia, all’interno del quale è a malapena distinguibile una figura umana.

Le conoscenze apprese dalle autopsie di Morgana e di Annihilus sono state preziose, ma il suo operato non è ancora finito: persino Destino non può concedersi distrazioni in compiti così ardui.

Eppure...eppure non può fare a meno di pensare al Fulcro. Abbandona il bozzolo e si dirige verso il macchinario. La custodia esterna si apre rivelando una sfera metallica, apparentemente innocua.

-E’ passato così tanto tempo. Avevo giurato che non lo avrei mai veramente costruito.

Il silenzio del laboratorio è assordante. Ogni tanto l’energia nel bozzolo ribolle, impaziente.

-Potrebbe funzionare. Potrei usare il Fulcro Fatale per...

Silenzio.

-No. Non ancora – sentenzia Destino, riponendo il Fulcro e tornando al proprio lavoro oscuro.

 

New York City, il giorno dopo

Sunset Bain è abituata ad avere tutti gli occhi su di sé, ma questa volta è diverso: ogni persona che la osserva potrebbe essere Vendetta. Ed a giudicare dal nome, non dev’essere il tipo che perdona facilmente. Ma Sunset sa anche benissimo che Vendetta gioca in posizione di svantaggio e che non prenderebbe nessuna azione che possa attirare l’attenzione di Destino...almeno non adesso.

Si siede al tavolino di uno dei locali più di lusso della città, aspettando il proprio appuntamento. E non tarda ad arrivare.

La donna vestita di bianco attira anche più attenzione di Sunset, cosa che irrita superficialmente la cosiddetta regina del jet-set. Ma quando la donna si siede di fronte a lei, è chiaro che è il momento di parlare d’affari.

-Sunset Bain. C’è una lista ristretta di persone da cui apprezzo una telefonata nel cuore della notte, e tu davvero non sei in cima. Né a metà né in fondo, se è per questo. Suppongo che tu voglia richiedere i miei servizi.

-Ha a che vedere con il Dottor Destino, il Mandarino e dieci milioni di dollari di anticipo.

-Dimmi di più – incita Silver Sable.

 

CONTINUA

 

Nel prossimo numero: il Mandarino

 

Note

[1] Nelle ultime storie di Iron Man su Marvel IT

 

[2] Sullo storico Fantastic Four 243, in Italia su Fantastici Quattro 15