Doomstadt, Latveria
Samantha Dunbar sta ancora
dormendo quando le luci della stanza si illuminano all’improvviso. Il risveglio
istantaneo è assicurato dai suoi riflessi cyborg: potrebbe reagire all’attacco
di un nemico prima ancora di rendersene conto.
Si rilassa quando vede il robot senza faccia fermo di fronte
al letto, che comunica:
-Destino ordina la sua presenza all’Aeroporto
Internazionale Werner Von Doom entro 15 minuti.
Reagendo più lentamente, un uomo si rigira nel letto e
sbadiglia rumorosamente.
-Sono le cinque di mattina; quell’uomo non dorme mai? –
chiede lo Straniero.
-Meno cose so su come funziona la mente di Destino, meglio è
– commenta Samantha, scollegando il proprio cavo di alimentazione dalla base
del collo e riponendolo sotto il cuscino.
-Un vero peccato che io debba tornare in America proprio
oggi, mia cara...speravo di avere un po’ di compagnia – dice lo Straniero, con
voce suggestiva.
-Abbiamo ancora un po’ di tempo – risponde Samantha,
baciandolo.
-14 minuti – tuona il robot.
Sia Samantha che lo Straniero sospirano; quest’ultimo lancia
il cuscino addosso al robot dicendo:
-Comincio a capire perché così tanta gente odia Destino.
#5 – Destino
d’Arabia
di Fabio Furlanetto
Aeroporto
Internazionale Werner Von Doom
Nonostante questo sia l’unico aeroporto di Latveria, le sue piste sono quasi sempre deserte. E’
necessario ottenere il permesso del governo per potersi recare all’estero; sono
pochissimi a richiederlo, ed ancora meno ad ottenerlo.
Nonostante i ripetuti sforzi del Ministero del Turismo, le
visite degli stranieri sono quasi inesistenti.
Samantha si teleporta al terminal
specificato dal robot. Come da istruzioni, non ha con sé nessun bagaglio e non
indossa l’uniforme di Lancer ma degli abiti civili (e
non è stato trovare dei vestiti che non sembrassero usciti da un film horror
degli anni 30).
“Chissà perché teleportarmi all’interno dei confini di Latveria è molto più facile” si domanda, quando qualcuno
l’afferra per un braccio.
-Ma che fine avevi fatto? Muoviti o partono senza di noi!
L’uomo che l’ha afferrata porta sottobraccio quello che
sembra un tablet e parla così rapidamente da dare
qualche problema anche nel traduttore universale installato nel corpo di
Samantha.
-Questo è il tuo passaporto; per le prossime 48 ore sei
l’attaché culturale alla missione diplomatica in Aqiria.
Questa è la scheda di memoria della tua nuova identità, integrabile con il tuo
sistema operativo: accento, configurazione della retina, segni vitali, quel
genere di cose.
-Rallenta, rallenta! Chi sei e dove stiamo andando!?
-Iosif Fuhrmann,
Capo dello Staff. Abbiamo trenta secondi per imbarcarci sulla Fortezza Volante!
Samantha farebbe altre domande, ma si ferma quando vede il
gigantesco aereo fermo sulla pista.
Grande il doppio di un 747, con impresse sui fianchi la
bandiera latveriana ed il motto nazionale Doom Dominä...”Destino Comanda”.
Oceano Atlantico
Eliveicolo S.H.I.E.L.D.
Lo schermo mostra in diretta le immagini trasmesse dalla
rete americana World Wide News: un’ampia folla di manifestanti che lanciano
sassi contro la polizia, mentre le strade sono illuminate dalle auto date alle
fiamme.
-Dopo settimane di
tentativi di repressione delle proteste, durante le quali le azioni del governo
del re Khalid bin Khafir Al-Aqir sono state
aspramente criticate dalle Nazioni Unite, le nostre telecamere hanno mostrato
uno sviluppo sorprendente nella cosiddetta Primavera di Aqiria.
Ora le immagini passano ad inquadrare i cancelli del Palazzo
Reale, dove la polizia sta trattenendo a fatica i manifestanti. Si sente un
tuono, e qualcosa di pesante atterra con così tanta forza da far perdere
l’equilibrio al cameraman.
Quando si riprende, può inquadrare un robot dalle fattezze
umanoidi alto cinque metri lanciare dal palmo delle mani dei raggi concussivi. Non mira ai manifestanti, ma facendo saltare
per aria un pezzo di terra alle loro spalle riesce comunque a disperdere la
folla.
-Il
Ministero degli Esteri di Latveria ha confermato di
aver posizionato sedici “droni da difesa” in Aqiria
con l’intenzione di mettere fine al movimento di protesta, e che il Primo
Ministro Lucia Von Bardas incontrerà re Khalid entro poche ore. Aqiria,
piccola nazione nota per le proprie immense riserve di petrolio e per le
ripetute violazioni dei diritti umani, in particolare delle donne...
Dum Dum
Dugan toglie l’audio, e rivolgendosi più a se stesso
che agli agenti presenti commenta:
-Il Dottor Destino in Medio
Oriente...peggio che accendere un barbecue in una polveriera. Voi siete i
maggiori esperti su Latveria che abbiamo...cosa
diavolo è quell’affare?
-Sembra una versione
modificata di un Devastatore X-5...i droni anti-carrarmato
dell’esercito latveriano – spiega uno degli agenti.
-Che Destino stia lanciando
un attacco a sorpresa per conquistare Aqiria? –
chiede un altro.
-E’ plausibile...la serie
X-5 ha un motore a fusione, pseudo-repulsori
semiautomatici, uno scheletro interno in lega di titanio e carbonadio...
– continua un terzo agente.
-Sì, sì, possiamo sbavarci
sopra dopo. Di quanti di quei cosi ha bisogno Destino per conquistare Aqiria?
-Uno – rispondono più voci
all’unisono.
Fortezza Volante,
in volo sopra il Mediterraneo
E’ difficile capire di
essere all’interno di un aereo. Non c’è la benché minima vibrazione o
turbolenza, e soprattutto lo spazio e l’arredamento sono indistinguibili da un
salotto dell’alta società ottocentesca.
Lucia Von Bardas sorseggia tranquillamente il suo tè, seduta a gambe
incrociate su una sedia stile Luigi XVI, mentre legge gli ultimi rapporti su un
tablet olografico.
Samantha Dunbar
osserva perplessa il proprio passaporto latveriano,
cercando di leggere ad alta voce:
-Sofiya Lan...Lanzer... Lanzenreiter? Ma chi
diavolo ha pensato a questa falsa identità?
-E’ latveriano
per “Lancer”. Ecco il suo abito, miss Lanzenreiter – spiega Iosif,
porgendo a Samantha una quantità insolita di stoffa nera.
-Che devo farci, arredare
casa? – chiede, stendendo la stoffa fino a comprendere di che tipo di abito si
tratti...e resistendo all’impulso di incenerirlo con i propri poteri.
-Non ho intenzione di
indossare un burqa in missione!!!
-A dire la verità è un niqab; gli occhi restano scoperti – puntualizza Iosif.
-Tipica ignoranza americana
– commenta Von Bardas, quasi per riflesso
condizionato, mentre con tutta tranquillità porge la tazza vuota a Iosif – La tua missione è agire come mia guardia del corpo
in incognito, Lancer. Seguire le leggi locali
sull’abbigliamento femminile ti aiuterà a passare inosservata.
-E lei perché è qui, Primo
Ministro? Perché Latveria si interessa tanto ad Aqiria?
-Rispondiamo entrambe solo a
Destino – è la laconica risposta della donna, che schiocca le dita e punta lo
sguardo su Iosif.
-Ecco il suo abito, Primo Ministro
– dice l’uomo porgendole un tessuto verde scuro.
Lucia Von Bardas si copre la testa con il velo; dato che il colore è
uguale, l’effetto è volutamente molto simile al cappuccio del Dottor Destino.
-Tutto qui? Che fine ha
fatto il rispetto delle leggi locali? – chiede Lancer.
Lucia Von Bardas indossa infatti un tailleur moderno con tanto di
tacchi e gonna decisamente alti.
-Le leggi si cambiano, Lancer. Che Aqiria lo voglia o
meno.
New York City
E’ già mezzanotte, ma Sunset Bain è ancora in ufficio.
Le borse in Europa hanno già aperto e l’impatto della crisi di Aqiria si è già fatto sentire.
Il prezzo del petrolio non
impiegherà molto a schizzare alle stelle, e ci sono molti modi in cui qualcuno
come Sunset può approfittarne; ma non è questo a preoccuparla.
Sullo schermo del suo
computer c’è qualcosa per cui molti paesi pagherebbero una fortuna: gli schemi
della rete satellitare di Latveria.
Latveria riconosce
pubblicamente l’esistenza di un paio di dozzine di satelliti, ma sono solo la
punta dell’iceberg: ogni punto del pianeta è sotto costante sorveglianza, con
numerose ridondanze nel caso una parte della rete venisse danneggiata.
-Miss Bain? – chiede una voce
dall’interfono.
-Ho chiesto di non essere
disturbata.
-Oh, il suo segretario non la disturberà finché ci sarò io.
Il tono della voce è
indistinguibile da quella del suo assistente, certo, ma Sunset
ha capito benissimo con chi sta parlando.
-Vendetta. Questa alleanza
avrà vita breve se continuerò ad essere sotto sorveglianza.
-Temo che i termini non fossero abbastanza chiari, allora. Non mi sono
rivolto a lei perché Sunset Bain
si arricchisse, ma perché Madame Minaccia distruggesse il Dottor Destino.
-E’ quello che sto facendo;
disabilitando la rete satellitare possiamo accecarlo.
-Anche senza i satelliti, le difese di Destino sono ancora impenetrabili
per le armi di cui dispongono i miei alleati. Non distrugga la rete, miss Bain, si limiti a renderci invisibili ai suoi occhi
onnipresenti.
-Tutto qui? Avresti potuto
rivolgerti all’AIM per un lavoro così banale.
-Divertente che lei abbia pensato a loro. Come Madame Minaccia aveva
diversi contatti all’interno di quell’organizzazione...ho bisogno di lei per
rintracciare degli agenti AIM.
-Hai il potere di possedere
le persone. Perché non rubi il corpo dello Scienziato Supremo e lo scopri da
solo?
-Destino sa che possiedo la sua tecnologia; terrà sicuramente sotto
intenso controllo l’AIM per assicurarsi che io non la rivenda a loro. Ma un
ritorno di Madame Minaccia sarebbe al di sotto del suo interesse...senza
offesa.
-Diciamo che ti credo, anche
se mi nascondi qualcosa. Cos’hanno di particolare questi agenti?
-Sono gli ideatori di qualcosa che potrebbe tornarci utile. Ha mai
sentito parlare del Cubo Cosmico, Miss Bain?
Castello di Morgana
Dalle ampie finestre è
possibile vedere solo le nebbie del Limbo. Tra le vecchie mura di pietra
risuonano i passi di Morgana Le Fay, l’unica persona
a risiedere in questa dimora perduta.
Scende le infinite scale
fino alle viscere del castello, un luogo in cui pochi mortali possono
avventurarsi senza esserne distrutti.
Un uomo in armatura sta
lavorando in quello che è solo parzialmente un laboratorio alchemico. Morgana
non ha mai visto molti degli strumenti, ma intuisce facilmente che si tratta di
stregonerie del futuro.
-Onestamente, Victor, inizio
a credere che le leggende sulla mia bellezza siano immeritate se le segrete del
castello hanno più effetto su di te del mio corpo.
-Cessa le tue vanagloriose
vanterie sulla tua vanità, donna, Destino le trova irritanti – risponde il
Dottor Destino senza nemmeno voltarsi per guardarla.
-Ho ucciso re e cavalieri
per essersi rivolti a me con toni meno arroganti – risponde Morgana.
Destino si volta, attivando
i sistemi offensivi dell’armatura che fanno brillare i suoi guanti di energia
atomica. Una nube di malignità magica avvolge Morgana, che la tesse in antiche
rune dal significato e dal potere mortale.
I due amanti si studiano,
pronti a distruggere l’altro al primo segno di tradimento; dopo pochi secondi,
entrambi abbassano la guardia.
Non c’è bisogno di dire
niente: si conoscono troppo bene. Destino torna al lavoro, senza reagire quando
Morgana lo abbraccia e si stringe alle sue spalle.
-Dimmi quali nuovi segreti
proibiti stai studiando, Victor.
-Sto sperimentando un metodo
per isolare l’energia mistica dell’acqua della Fonte della Giovinezza. Le
convergenze magiche e la natura trans-temporale del tuo castello rendono il
procedimento molto più stabile rispetto ad altri luoghi più prosaici.
-Se vuoi diventare
immortale, Victor, non hai che da chiedere – suggerisce Morgana accarezzando il
pettorale dell’armatura.
-Non sono un novizio delle
arti arcane, Morgana. Conosco il prezzo da pagare; se e quando Destino vorrà
diventare immortale, sarà Destino stesso a dettare le condizioni.
-Parole forti come sempre.
Ma non posso fare a meno di notare che stai utilizzando solo metà dell’acqua
rubata dalla tua schiava Lancer.
-Destino è orgoglioso,
Morgana, ma non sprovveduto.
Il Dottor Destino ripone
l’ultima delle provette nella centrifuga, attivandone la rotazione. Poi porta
la mano destra sull’avambraccio sinistro, dove l’armatura apre un pannello per
dargli accesso ai comandi della macchina del tempo.
-Occorrono 78 ore per
completare questa fase. Ho numerose faccende di cui...
-Victor – lo
interrompe Morgana, bloccando con una mano l’accesso ai comandi.
Destino reagisce afferrando
Morgana per i capelli e tirando con forza, minacciandola:
-Destino ti ha già
avvertito, donna, che la tecnologia temporale non è...
-Non mi interessano la tua
stupida tecnologia ed i tuoi stupidi esperimenti – protesta Morgana, svanendo
in una nube di fumo nero per poi riapparire a pochi metri di distanza.
-Ogni volta che scompari nel
tuo regno futuro io resto sola tra queste mura maledette. E per quanto tu
cerchi di mostrarti una fredda creatura d’odio e di acciaio, so che anche tu
senti la mia mancanza. C’è sempre tempo per conquistare il mondo; non puoi, per
questa volta, dimenticare tutto e fare l’amore con una dea?
Il Dottor Destino riflette.
Sa bene quanto è pericolosa Morgana, e quanta esperienza abbia nel manipolare
gli uomini. Ma se sotto i sotterfugi e magia nera ci fosse realmente una donna
che cerca di sfuggire alla solitudine della propria prigione?
-Ho già fatto l’amore con
una dea. Destino vive per trovare nuove sfide da vincere.
Il Dottor Destino estrae un
dispositivo dalla cintura, porgendolo a Morgana; ha la forma e le dimensioni di
un bracciale.
-Altra magia del futuro?
-Un generatore di irrealtà
virtuale localizzata. Ti permetterà di allontanarti dal castello per qualche
ora; può essere usato solo una volta, prima che la maledizione del castello la
neutralizzi.
Detto questo, il Dottor
Destino rilascia una potente scarica di energia contro le mura del castello...che
si riducono a brandelli, lasciando intravedere un sentiero che conduce alla
realtà.
-Andiamo. Il muro si
ricostruirà in meno di un minuto – comanda, afferrando la mano di Morgana.
La maga è spiazzata dal
comportamento del suo amante, e chiede:
-Cosa hai intenzione di
fare?
-Assaltare Camelot e distruggere Re Artù. E dopo aver vinto, Destino
farà l’amore con una dea.
Se solo non desiderasse
renderlo proprio schiavo, questo sarebbe il momento in cui Morgana si
innamorerebbe follemente di Victor Von Doom.
Il presente
Harid,
capitale di Aqiria
La limousine passa dal
cancello del palazzo reale, superando i due robot che ne custodiscono
l’entrata. Da quando la delegazione di Latveria è
atterrata, nessuno ha osato avvicinarsi; anche le guardie presidenziali si
tengono a debita distanza, sussurrando tra loro.
Lucia Von Bardas e Lancer attendono nel
salone del palazzo l’arrivo del re Khalid bin Khafir Al-Aqir;
quest’ultima è visibilmente irritata dall’ingombrante vestito nero che lascia
scoperti solamente gli occhi.
-Che ci facciamo in questo
paese, Von Bardas? Dubito che a Latveria
serva molto petrolio.
-Riceviamo un pagamento
annuale dal governo di Aqiria per non immettere sul
mercato alcune tecnologie che renderebbero obsoleta la benzina, ma altri paesi
arabi fanno altrettanto. Forniamo anche assistenza sul programma super-soldato
di Aqiria.
-Cercano di replicare Fasaud? – Lancer chiede, senza
ricevere risposta.
Nel suo briefing ha letto
dell’unico super-umano conosciuto di Aqiria, l’ex
ministro del petrolio di precedente Re Khafir
trasformato in un essere di pura energia [1].
Re Khalid
entra nella stanza, accerchiato da guardie del corpo. Lancer
esegue immediatamente una scansione: le guardie hanno solo delle normali
pistole, ed il re è disarmato.
-Lucia Von Bardas. A cosa devo l’onore di una visita personale del
Primo Ministro di Latveria?
-Non credevate veramente che
Lord Destino si sarebbe presentato di persona, Vostra Maestà?
-Avrebbe potuto quantomeno
evitare di insultare le tradizioni del mio paese inviando come sua emissaria una donna seminuda.
Lancer invidia
l’autocontrollo di Von Bardas, perché Lucia non dà
minimamente segno di essere offesa dalle parole del re. Lancer
gli avrebbe già spezzato un braccio.
-Il suo regime sta per
cadere e l’unica cosa può salvarlo è un’alleanza con Latveria,
Vostra Maestà.
-E che cosa chiede Destino
in cambio?
Nonostante l’arroganza nella
sua voce, il re ha appena ammesso la superiorità di Latveria
in questa negoziazione. Von Bardas coglie al volo
l’occasione per presentare al re Lancer.
-Vostra Maestà, le presento Sofiya Lanzenreiter
dell’Università Statale di Latveria. E’ qui per
studiare di persona il Manufatto.
-Una donna? Il Manufatto si
trova in un luogo sacro, Primo Ministro. Destino non può chiedere...
-Destino non chiede, Vostra
Maestà. Destino pretende.
A sottolineare le parole di
Von Bardas, uno dei robot di guardia al palazzo si
posiziona di fronte alla finestra. Il vetro trema ad ogni suo passo, ed il re
si morde un labbro.
-N-naturalmente. Da questa
parte, signore.
New York City
Quartier generale S.H.I.E.L.D.
Clay Quartermain
beve la sua seconda tazza di caffè seduto alla scrivania. Non c’è stato il
tempo di una colazione decente: il Colonnello Fury in
persona ha chiesto un aggiornamento di tutte le missioni sotto copertura in
Medio Oriente, nel tentativo di trovare un collegamento con Latveria.
La crisi di Aqiria era già un incubo di politica internazionale prima
che si mettesse in mezzo Destino; è bastato pochissimo per portare ad
un’escalation di azioni preventive.
L’Eliveicolo
è diretto alle coste del Mediterraneo, gli Stati Uniti hanno dato ordine di
riposizionare le proprie portaerei ed messo in stato d’allerta tutte le basi
nella regione, Russia e Cina monitorano con estrema attenzione la situazione, e
come sempre c’è chi parla già di una possibile guerra mondiale. Clay Quartermain non sta dando molta attenzione alla cosa.
Continua a riflettere su ciò
che è successo prima a Monaco e poi nei tunnel di Tyrannus...continua
a chiedersi per chi lavorasse Lancer.
I suoi superiori hanno
archiviato il caso come una pista morta e gli hanno assegnato nuovi compiti. Ma
qualcosa continua a farsi strada nella mente di Clay...la sensazione di avere a
malapena scalfito la superficie di qualcosa di grosso.
Il mandante di Lancer ha una tecnologia che fa sembrare antiquata quella
dello SHIELD, una rete di intelligence altrettanto capace, e può permettersi di
trattare Tyrannus come poco più di una scocciatura.
Mentre ha questi pensieri e finisce di trangugiare caffè, la coda dell’occhio
Clay cade sulla diretta in streaming del sito della World Wide News: stanno
mostrando vecchie immagini di repertorio del Dottor Destino che combatte i Fantastici
Quattro.
E vorrebbe darsi uno
schiaffo per non averci pensato prima.
Harid,
capitale di Aqiria
Dalla più antica moschea di Aqiria è possibile accedere ad un ampio complesso
sotterraneo, molto più vecchio di questa piccola nazione.
Ci sono guardie armate ad
ogni angolo, molte più che in superficie; è chiaro che qualunque cosa si trovi
qui è molto più importante del palazzo presidenziale.
Il labirinto di roccia porta
ad una grande grotta, causando degli spiacevoli dejà vu a Lancer
dopo lo scontro con Tyrannus.
Le misure di sicurezza della
grotta sono imponenti: numerose torrette difensive, mine antiuomo, ed
ovviamente ancora altre guardie.
Ciò che stanno custodendo è
al centro della grotta: una scatola d’oro massiccio, impreziosita da gioielli
dal valore inestimabile.
-Ecco l’ultimo dei gioielli
di Aqiria, signora. Che cosa ne pensa?
Sempre tenuta di mira, Lancer si avvicina alla scatola ed attiva i sensori
interni.
“Scansione”
<Composizione: 110% oro 24
carati, 7% diamante, 14% giada, 34% sconosciuto>
“Come fa ad avere una
composizione superiore al 100%? Ricerca energie magiche”
<Rilevate energie
extradimensionali. Oggetto catalogato come Classe X. Si consiglia estrema
cautela>
“Classe X...il termine più
vicino a Non ho idea di cosa sia che
Destino possa usare”
-Avete provato ad aprire la
scatola? – chiede.
-Con qualunque cosa, bombe
incluse. Niente riesce a scalfirla – spiega il re.
-Forse serve solo un po’ di
tocco femminile.
“Attivare lame al plasma,
massima temperatura”
Dalle dita di Lancer fuoriescono cinque artigli più caldi della
superficie del Sole, che tagliano il lucchetto della scatola come burro fuso.
La scatola si spalanca,
rilasciando una nuvola di denso fumo nero. Le guardie afferrano Lancer per allontanarla dalla scatola; lei se ne libera con
facilità, ma non abbastanza in tempo per evitare che il re recuperi qualcosa
dalla scatola.
-Finalmente! Sapevo che
Destino sarebbe stato troppo tentato dal potere del Manufatto!
-Lancer, recupera
il Manufatto a qualunque costo – ordina Von Bardas.
Lancer si libera
del niqab strappandoselo di dosso, e punta altre lame
contro Re Khalid.
-Vostra Maestà, avete cinque
secondi per consegnarmi il Manufatto prima di ritrovarvi un altro buco in mezzo
agli occhi.
-Stupida vacca
occidentale...non hai visto che cosa ho tra le mie mani?
In tutta la confusione, Lancer non ha avuto il tempo di notare la forma del
Manufatto...solo che è dorato. Ora che riesce a vederlo, il suo cuore
artificiale sussulta.
E’ una lampada magica. Che
il Re ha appena sfregato.
Il fumo che fuoriesce dalla
lampada è accecante e multicolore. Prende rapidamente una forma umanoide,
solidificandosi in un corpo umanoide che allarga le braccia muscolose fino a
riempire l’intera caverna.
Lucia Von Bardas osserva l’essere di energia, e le sue labbra
arrivano a pochissima distanza da un sorriso. Preme un pulsante nascosto
all’interno di un anello, comunicando:
-Lord Destino...abbiamo
trovato il Genio della Lampada.
Camelot
Morgana ammira il proprio
riflesso nello specchio, indossando solamente la corona di Re Artù ed il
bracciale che le ha regalato il Dottor Destino.
La camera da letto del re è
stata ridotta in rovine dalla battaglia, ma questo ha solamente reso
l’esperienza ancora più eccitante. Il suo amante si è già rimesso l’armatura;
Morgana indossa il suo mantello verde, e si avvicina al viaggiatore del tempo.
-Anche se vivessi più a
lungo di tutti gli dei, Victor, non dimenticherò mai l’espressione sul volto di
Lancillotto quando lo hai colpito con...come chiami quell’arma?
-Lanciafiamme. Ora zitta,
donna, sto cercando di carpire i segreti di Excalibur – risponde bruscamente
Destino, la cui armatura è inondata dalle scintille rilasciate dai suoi guanti
mentre cercano di scalfire la spada magica nel tentativo di studiarla.
-Sempre così dedito al
lavoro, Victor. Abbiamo tutto il tempo del mondo – commenta Morgana,
togliendosi la corona per posarla sul casco del Dottor Destino.
-Merlino ed il Cavaliere
Nero possono aver battuto in ritirata, ma di fronte al nostro potere persino
loro dovranno...
-Maledizione! – inveisce il
Dottor Destino mentre Excalibur svanisce dalle sue mani.
Morgana è pronta scagliare
saette nere contro chiunque abbia osato rovinare questo momento glorioso, ma è
distratta dal bracciale che emette un suono fastidioso.
Il mondo attorno a lei si
dissolve rapidamente, ed il castello della favolosa Camelot
lascia spazio alle anguste mura grigie della sua prigione.
-NO!!! Non tornerò ad essere
prigioniera!!! – protesta Morgana, scatenando le magie più devastanti che
conosce contro le mura del castello. Una brezza mattutina avrebbe fatto più
danni.
-Destino ti aveva avvisata
che la fuga sarebbe stata solo provvisoria. Speravo di recuperare Excalibur per
creare un passaggio permanente, ma sembra che l’incantesimo di prigionia non
permetta l’accesso prolungato a realtà temporanee. Tuttavia, valeva la pena
fare un tentativo.
-“Realtà temporanee”? Di
cosa vai parlando!?
-Distruggendo Camelot abbiamo creato una realtà alternativa, che è
collassata su se stessa non appena l’incantesimo ha ripreso il suo effetto.
-Vuoi dire che mi hai
sfruttata per ottenere ciò che volevi e per venire a letto con me!? Non hai mai
avuto alcuna vera intenzione di aiutarmi!!!
-Destino sceglie per sé solo
i migliori maestri...e maestre – risponde l’uomo in armatura.
-Messaggio in arrivo. Priorità livello Richards. Codice
temporale: 03112014213335 – aggiunge l’armatura.
-Finalmente. Trasmettere
messaggio.
-Lord Destino...abbiamo trovato il Genio della Lampada – ripete la
voce di Lucia Von Bardas.
-Torna dalle tue sgualdrine
del futuro – insulta Morgana.
-La prossima volta in cui ci
vedremo sarai molto più docile, donna.
-Ci sono dei limiti alle
cose impossibili che persino tu puoi fare, Victor.
-Lo vedremo. Perché al
nostro prossimo incontro avrò i mezzi per liberarti permanentemente dalla tua
prigione.
Detto questo, il Dottor
Destino scompare all’interno della propria piattaforma temporale.
CONTINUA
Note
[1] su
Fantastici Quattro Star Comics #77-78