Lee Academy, Connecticut
Come sempre al termine dell’ultima lezione della giornata, gli studenti si affrettano ad uscire dall’aula. Il professor Rogers non ne è sorpreso, naturalmente: gli sembra passata un’eternità, ma anche lui è stato un adolescente. La nostalgia lascia spazio all’orgoglio quando nota che c’è ancora uno studente seduto al proprio banco, concentrato sul libro di testo: è sempre un piacere quando uno dei suoi ragazzi smentisce lo stereotipo dell’adolescente disinteressato allo studio.
-La lezione è finita, figliolo, puoi andare a casa – gli ricorda il professore, che soltanto ora vede che quello non è uno dei suoi studenti. Il volto è parzialmente coperto all’ombra del cappuccio di una tuta da ginnastica, ma Rogers è certo di non averlo mai visto prima.
-Insegnare è una nobile arte. Mia madre era un’insegnante – dice il ragazzo.
-“Era”? – ripete Rogers. C’è rabbia in quella voce, assieme ad un accento vagamente slavo.
-E’ morta per colpa di chi interferisce sempre nel destino altrui. Gente come te, Steve Rogers.
Il ragazzo si alza dal banco. Solleva la mano destra, attorno a cui appare un guanto di metallo.
-O dovrei dire... Capitan America? – conclude il ragazzo, scagliando un raggio di energia.
Steve Rogers alza il braccio, improvvisamente coperto da uno scudo di luce. Il raggio di energia cinetica colpisce lo scudo, che ne assorbe solamente una parte: Steve Rogers è scagliato contro il muro con abbastanza forza da far perdere i sensi ad un uomo normale.
Rogers è ancora in piedi; Kristoff se lo aspettava, e sta già calcolando almeno tre possibili traiettorie per il lancio dello scudo. Invece quest’ultimo resta saldamente sul suo braccio, e Rogers gli scaglia contro due shuriken a forma di stella americana.
Kristoff ne schiva uno e distrugge il secondo con un raggio energetico, ma la distrazione è stata sufficiente: Rogers ha approfittato dell’opportunità per saltare oltre la scrivania e raggiungerlo.
-Chi sei? Che cosa vuoi da me? – chiede Rogers, pronto a colpirlo in faccia con lo scudo.
-Sei davvero tu. Mio padre ne sarà compiaciuto – risponde il ragazzo, svanendo in un lampo di luce prima che Rogers possa fare nulla. Il professore si guarda attorno: non ci sono danni se non qualche banco rovesciato, ma sa che è solo l’inizio.
#20 – Destino
segreto
Base dei Vendicatori Segreti
Ufficialmente questo luogo non esiste e questo gruppo di persone non si è mai riunito. Steve Rogers osserva lo schermo davanti a sé, dove un avanzato programma sta comparando la voce del ragazzo che lo ha aggredito con numerosi database. Rogers non è più in abiti civili, ma indossa un costume blu e rosso con una grande stella bianca sul petto.
A fianco a lui c’è una squadra eterogenea: l’ispanica Donna Maria Puentes, il cyborg Soldato d’Inverno, la bionda Yelena Belova ed il taciturno Jack Monroe. L’adolescente supergenio Amadeus Cho è in disparte, intento a lavorare sul proiettore di campo di forza di Steve
Il computer termina la propria analisi e mostra il risultato della propria comparazione.
-Kristoff Vernard, anche noto come Kristoff Von Doom – legge Steve ad alta voce.
-Troppo sperare che non ci sia parentela, vero? – scherza Donna Maria: raramente ha visto Steve così preoccupato.
-Figlio adottivo di Victor Von Doom, ex pretendente al trono di Latveria, ex associato dei Fantastici Quattro ed ex membro della Fantastic Force. Secondo il GRU [1] ha tentato da poco un ennesimo colpo di stato contro Destino. [2] – dice Yelena.
-Ti sei fatto mettere in difficoltà da un ragazzino, Steve? – punzecchia il Soldato d’Inferno, indicando la foto sullo schermo, in cui Kristoff non può avere più di quattordici anni.
-Non abbiamo una foto più recente? – chiede Jack Monroe.
-E’ di un paio d’anni fa, ma Kristoff sembrava comunque più vecchio di quanto dovrebbe essere oggi. Non escluderei che provenga dal futuro – si intromette Amadeus Cho.
-Andiamo, solo perché dimostra qualche anno in più? – dice Donna Maria, e dal suo tono è chiaro quanto considera ridicola l’idea.
-Perché no? Suo padre ha praticamente inventato la fisica temporale. Mai letto il suo lavoro sul decadimento delle particelle temporali? Quell’uomo è un genio.
-Ed un mostro. Ha trasformato un ragazzino innocente in una distorta copia di se stesso – commenta Steve. Per chi lo conosce, il motivo per cui questo caso lo irrita dovrebbe essere chiaro.
-Qualche motivo per cui possa avercela con te? – chiede il Soldato d’Inverno.
-Nessuna. Ci siamo incontrati, ma lo conosco a malapena.
-Forse potresti chiederglielo di persona. Quando ha colpito lo scudo ha lasciato delle particelle temporali a decadimento rapido. Con la giusta calibrazione, possono essere rintracciate fino alla loro fonte – rivela con orgoglio Amadeus.
-Rintracciate fino a che distanza? – chiede Jack Monroe. Appena ha finito la frase, le luci della base iniziano a lampeggiare irregolarmente.
-Almeno da qui a Latveria, direi – risponde Amadeus, allontanandosi dalla fiammata di energia verde che è appena apparsa nella stanza. Quando scompare, lascia il posto a tre persone.
La prima è inconfondibile: è il Dottor Destino. Alla sua destra c’è una ragazza dai capelli corvini che indossa una versione più leggera della sua armatura, e alla sua sinistra una donna dai capelli corti in un costume verde e grigio.
I membri del gruppo di Rogers estraggono le proprie pistole e le puntano contro il dittatore, le cui alleate si preparano a combattere preparando raggi di energia e lame di plasma incandescente.
Rogers e Destino sono gli unici a non muoversi, e tutti aspettano i loro ordini.
-Capitano – saluta Destino.
-Dottore – risponde Rogers, afferrando il proiettore che gli ha appena lanciato Amadeus ed attivando lo scudo.
-Vengo in pace, Capitano. Ordina ai tuoi uomini di deporre le armi e non verrà fatto loro del male.
-Ho la tua parola?
-Se vi avessi voluto morti, questa conversazione non avrebbe mai avuto luogo.
Dopo qualche attimo di esitazione, Steve segnala ai suoi uomini di abbassare le armi. Le donne di Destino fanno altrettanto, mentre quest’ultimo si guarda attorno.
-Equipaggiamento S.H.I.E.L.D. Hm. Non credevo avresti potuto far scendere ulteriormente i tuoi standard, Capitano, ma i tuoi sistemi di sicurezza sono peggio di quelli di Stark.
-Kristoff non voleva uccidermi. Doveva solo darti un modo per rintracciare questa base.
-E non solo, Capitano: dovevo essere certo della tua identità. Dimmi, oltre che a rinunciare al tuo scudo e al tuo costume, hai anche superato la tua infantile infatuazione per libertà e democrazia?
-Non più di quanto tu abbia smesso di essere innamorato della tua voce. Vieni al punto, Destino.
-Per quanto sia ironico, oggi i nostri scopi coincidono: desidero avvalermi dei servigi dei Vendicatori Segreti per salvare il mondo da una grave minaccia.
-Come fai a conoscere quel nome? – chiede Donna Maria.
-Non è forse così che vi chiamano i Vendicatori? Un nome appropriato, suppongo.
-Tu non sai nulla di noi – dice Yelena.
-Davvero, Yelena Kostantinova Belova? So che sei l’attuale Vedova Nera, almeno per quanto concerne i servizi segreti della Federazione Russa. So che Donna Maria Puentes è la cugina di Hector Santiago, deposto dittatore di Rio de Muerte. [3] So che Jack Monroe si è sottoposto ad un trattamento sperimentale negli anni 50, diventando prima il secondo Bucky, e che attualmente opera come Nomad. So che Amadeus Cho è considerato la settima persona più intelligente del pianeta e che ha frequentato la Scuola Xavier fingendosi un mutante. [4]
-Avevi ragione, Steve. E’ veramente innamorato della propria voce – interrompe il Soldato d’Inverno. Il Dottor Destino si volta verso di lui, avvicinandosi per guardarlo con attenzione.
-Una volta ho costruito una tua copia robotica perfetta. [5] Non hai segreti per me, così come non li ha la vostra piccola organizzazione. La conoscenza è potere, “Soldato d’Inverno”, e Destino conosce bene il potere. Così come conosce i danni che certe informazioni potrebbero arrecarvi, se raggiungessero le persone sbagliate.
-Dubito tu sia qui per cercare di ricattarci, Destino – gli fa notare Rogers.
-No, sono qui per fare quello che faccio sempre: salvare il mondo da se stesso. Lancer?
La donna al suo fianco annuisce, gesticolando verso lo schermo. Le immagini cambiano rapidamente, mostrando un castello dall’aspetto familiare... in un contesto insolito.
-Quello è il Castello Destino? – chiede Yelena.
-No, quelle non sono le montagne di Latveria – osserva Rogers.
-Molto perspicace, Capitano. No, state osservando una delle mie residenze minori: un castello situato nello stato di New York, sui monti Adirondacks. [6] Una base a cui ha trovato accesso una vostra conoscenza – spiega Destino, in attesa che lo schermo mostri il volto di una donna la cui espressione sembra di continua sfida verso il resto del mondo.
-Monica Rappaccini, leader dell’organizzazione terroristica dall’infelice nome di Advanced Ideas of Destruction. Voi americani, affascinati dagli acronimi, la chiamate A.I.D.
-L’idea che quella donna possa mettere mano sulle tue armi è preoccupante, Destino, ma non riesco a credere che tu abbia bisogno dell’aiuto dei Vendicatori Segreti per occupartene.
-Destino non ha bisogno di nessuno – risponde con rabbia il dittatore, facendo un passo verso Rogers: grazie all’altezza fornita dall’armatura, può guardarlo dall’alto al basso. Ma il soldato non si lascia intimorire facilmente.
-Quel castello è su suolo americano, Destino. Non puoi custodirvi il genere di armi di distruzione di massa che interesserebbe la Rappaccini.
-Dipende dalla tua definizione di arma, Rogers – risponde Destino: lo schermo ora mostra una fotografia di centinaia di serbatoi ad alta pressione ed una complicatissima formula chimica.
-Wow, come hai fatto a sintetizzare una cosa del genere!? – chiede Amadeus Cho, quasi correndo verso lo schermo per osservarlo meglio.
-Un composto organofosfato mirato
ad alterare l’acetilcolinaesterasi nel
cervello umano, giusto?
-Proprio quello che stavo per dire io – scherza Jack Monroe.
-Armi chimiche, Destino? Un colpo basso persino per te – osserva
Rogers.
-No no no, questa roba non è letale. Ma una volta assorbito dalle cellule
cerebrali basterebbe una piccola alterazione... scatenata da un preciso segnale
magnetico mirato a ri-orientare le molecole di idrogeno, forse... potrebbe
riscrivere la chimica del cervello – spiega Amadeus, parlando troppo
rapidamente per farsi capire, anche se chi lo ascolta conoscesse tutte le
parole che usa.
-Interessante. Non ci sono più di cinque persone al mondo capaci di
intuire le potenzialità di questo composto, Amadeus Cho – si congratula il
Dottor Destino.
-Comandante Rogers, basterebbero pochi grammi per rendere chiunque
respiri quel gas una facile preda per il controllo mentale. E a giudicare dal
volume dei serbatoi in quella foto...
-...la Rappaccini ha tra le mani i mezzi per conquistare il mondo.
Perché non lo fa? – chiede Yelena.
-La dottoressa è una donna brillante, ma non è Destino. Isolare
l’esatta frequenza di attivazione è alla sua portata, ma serve tempo prima di
procedere al rilascio globale. Il compito dei Vendicatori Segreti sarà di
attaccare di soppiatto, assistiti da Lancer e Morgana – spiega Destino.
-Non prendiamo ordini da te! – protesta Jack Monroe.
-L’idea che quella donna possa mettere le mani su qualcosa di così
pericoloso è preoccupante, Destino, ma credevo ti occupassi da solo di
questioni del genere.
-Ciò sarebbe al di sotto del mio rango, Capitano. Gestire minuzie
simili è il motivo per cui Destino permette a persone come voi di sopravvivere.
Detto questo, il Dottor Destino preme un pulsante sul guanto
dell’armatura e svanisce. I Vendicatori Segreti si concentrano allora su Lancer
e Morgana Von Doom: la prima pronta a scattare all’azione, la seconda con le
braccia conserte ed un’espressione di disprezzo sul volto.
-Allora, che state aspettando a mettervi al lavoro? Mio padre non vi
lascia in vita per non far niente!
Castello Destino, Latveria
Il Dottor Destino si materializza in una stanza ricoperta di schermi,
dove una figura in armatura siede su una poltrona iper-tecnologica. A
differenza del solito, però, la persona in armatura non indossa il casco.
-Avrei dovuto essere io a reclutare i Vendicatori Segreti, padre – si
lamenta Kristoff.
-Il Capitano non rispetta ancora la tua autorità, Kristoff. E durante
il vostro incontro ti sei lasciato trascinare dalle emozioni: devi imparare a
muovere le pedine senza lasciare che una mossa inaspettata ti colga
impreparato. Questa operazione ti insegnerà a pensare cinque mosse prima del
tuo avversario.
-Capisco, padre. Ma sei certo che Morgana sia pronta per agire sul
campo?
-Lo scoprirai presto. E dato che Lancer ha esitato nella propria
fedeltà nei miei confronti, verificherai anche se saprà resistere all’influenza
di questi cosiddetti eroi.
-Devo capire che non hai intenzione di assistere personalmente
all’operazione, padre?
-Destino ha faccende più importanti di cui occuparsi. C’è solo una cosa
su cui voglio che tu ti concentri, mentre attendi nuovi sviluppi: i tuoi
sentimenti riguardo la morte di tua madre.
-Dovrei forse ignorare l’odio per chi mi ha reso orfano?
-Mai. Ma dare la colpa a chi non ne ha è un comportamento che non si
addice ad un Von Doom, Kristoff. Non dimenticare mai chi è il vero responsabile
della tua più grande tragedia, Kristoff.
-Reed Richards – annuisce il ragazzo.
Base dei Vendicatori Segreti
Steve Rogers fatica a nascondere il proprio disappunto per l’attuale
situazione. Osserva Lancer inserire informazioni relative al castello nel loro
database, sotto la stretta supervisione di Amadeus Cho e di Yelena Belova.
Morgana Von Doom invece resta in disparte, ed è chiarissimo quanto detesti
trovarsi nella loro compagnia.
-Esattamente perché non le abbiamo cacciate a calci fuori dalla base? –
gli chiede Jack Monroe.
-Non hanno commesso nessun crimine, Jack.
-Violazione di proprietà privata? Non possono essere pulite, se
lavorano per Destino.
-Non è così semplice. Morgana gode di immunità diplomatica in quanto
membro della famiglia reale di Latveria, tanto per cominciare. E di Lancer non
sappiamo quasi nulla: anche i rapporti dell’agente Quartermain sono troppo
vaghi.
-Destino ha ammesso di avere un’arma per il controllo mentale, non
dovremmo almeno coinvolgere lo S.H.I.E.L.D. per una cosa del genere?
-La situazione è già abbastanza complicata; per quanto odi essere
d’accordo con Destino, un approccio silenzioso è l’opzione migliore. Per il
momento seguiamo il piano, ma stiamo all’erta.
-Ecco, adesso avete tutte le informazioni sui sistemi di difesa del
castello – annuncia Lancer.
-Bene, ora allontanati dalla consolle. Amadeus, verifica che non abbia
provato a giocarci qualche scherzo – aggiunge Yelena Belova, posizionandosi tra
Lancer ed il computer. Le due donne si scambiano uno sguardo di sfida, ma
nessuna delle due prende l’iniziativa.
-Tutte le entrate sono ben protette, ma cos’è questo? – chiede il
Soldato d’Inverno, studiando la planimetria del castello ed indicando un tunnel
che risale dalle fondamenta.
-Un accesso ai tunnel dell’Uomo Talpa. Sicuramente agibile, ma è troppo
monitorato per essere utilizzato di soppiatto – risponde Lancer.
-Amadeus potrebbe disattivare i sensori, ma attireremmo l’attenzione.
Ci serve una distrazione, qualcosa che la Rappaccini non possa collegare a noi
– riflette Steve Rogers ad alta voce.
Lentamente, tutti gli occhi sono rivolti verso Morgana Von Doom.
-Principessa, credo avremo bisogno del suo aiuto.
-Hai già deciso che il tuo gruppo non è all’altezza di una Von Doom,
Rogers?
-Voglio soltanto che faccia saltare per aria qualcosa.
Per la prima volta da quando è arrivata, Morgana sorride. E nei suoi
occhi è inconfondibile la luce della follia.
-Mi dica di più, Rogers. Il suo piano inizia a suonare interessante.
Monti Adirondack, New York
Il Quinjet atterra silenziosamente; l’unico indizio della sua presenza
è il movimento delle foglie degli alberi, almeno fino a quando i suoi occupanti
non escono allo scoperto.
Lancer è la prima a scendere, avvicinandosi a quella che sembra
un’anonima parete di roccia. Quando il palmo della sua mano preme contro di
essa, però, nella parete si apre una porta segreta.
-L’accesso ai tunnel dell’Uomo Talpa è da questa parte – spiega. Dalle sue
dita fuoriescono lame di plasma incandescente, che utilizza come una bizzarra
torcia per farsi luce.
I Vendicatori Segreti la seguono; Steve Rogers è l’ultimo, fermandosi a
parlare con Amadeus Cho.
-Una volta arrivati al tunnel vi manderemo un segnale. Non appena
Morgana avrà dato inizio al diversivo, disattiva i sensori; manteniamo il
silenzio radio il più possibile.
-Ricevuto. Sicuro di non volermi con voi? Chissà che razza di trappole
ha piazzato Destino, potrei esservi utile per disattivarle.
-Apprezzo l’offerta, Amadeus, ma mi serve che qualcuno tenga d’occhio
la situazione qui fuori.
-Sei ancora qui, Rogers? Vedi di darti da fare, infiltrarsi nel
castello di mio padre non sarà una passeggiata come violare la sicurezza della
vostra base – lo incalza Morgana.
-Goditi la compagnia – dice sarcasticamente Steve ad Amadeus, prima di
entrare nel tunnel.
Sotto la roccia
E’ abbastanza chiaro che Lancer non ha alcuna intenzione di
socializzare: non ha scambiato una sola parola con i Vendicatori Segreti da quando
sono arrivati. Donna Maria Puentes le si avvicina, cercando di scoprire
qualcosa di più sulla misteriosa servitrice di Destino.
-Ascolta, se Destino ti ricatta in qualche modo, forse possiamo
aiutarti.
-E’ davvero così difficile crede che qualcuno possa seguirlo di propria
volontà?
-So qualcosa sul pentirsi della fiducia malriposta. Mio cugino era un
dittatore, non sai quanti cari amici si sono pentiti di averlo seguito solo
perché al momento gli tornava comodo.
-Ed io ho vissuto per tutta la mia vita in America credendo fosse il
posto migliore del mondo, fino a quando la mia vita non è stata distrutta.
L’unica persona ad avermi offerto una possibilità è stato Destino, e nessun
discorso sul sogno americano mi allontanerà da lui finché avrà bisogno di me.
-Spero per te continuerà ad averne, perché ti garantisco che il giorno
in cui non gli sarai più utile farai la stessa fine di chi protestava contro
mio cugino.
All’esterno
Amadeus Cho non ha molto da fare al momento. Può leggere sul proprio
portatile i dati del castello riportati dai sensori, ma non c’è nulla di nuovo.
Morgana Von Doom è in piedi davanti a lui, a braccia conserte e visibilmente
impaziente di poter entrare in azione.
-Quindi, uhm, “Morgana”, eh? Bel nome.
-Una strega senza cuore amata ed uccisa da mio padre. Mi ha chiamata
così in suo onore.
-Ed io che credevo di avere un nome fuori dal comune. Immagino che...
-Cosa stai facendo? – chiede Morgana, con tono accusatorio.
-Conversazione? Si può sapere qual è il tuo problema?
-Sono la Principessa Destino, erede al trono di Latveria. Che io debba
anche solamente sopportare la presenza di un plebeo che crede di essere
intelligente è un insulto al mio retaggio.
-Okay, lo sai cosa? Ne ho avuto abbastanza di te, “Principessa”. Siamo
venuti fin qui nella speranza che forse, forse, tuo padre stia dicendo
la verità per una volta tanto. Stiamo rischiando le nostre vite senza ottenere
nulla in cambio, e sarebbe ora di mostrare un minimo di riconoscenza. Quindi
che ne dici di scendere da quel piedistallo e portare un po’ di rispetto alla
squadra?
-Osi parlare così alla figlia di Destino!?
-Oso perché se Destino vuole che lavori con noi, non hai scelta. Non è
così che ti ha programmata?
Morgana è visibilmente shockata dalle parole di Amadeus, che sembra
aver penetrato con facilità la sua facciata di arrogante superiorità.
-Come... come fai a sapere...
-Che sei un robot? Non dovresti battere le palpebre ogni 12 secondi
precisi, se non vuoi che qualcuno se ne accorga. Allora, hai intenzione di
seguire la tua programmazione o cosa?
-Amadeus, qui Rogers. Siamo in posizione, procedi con il diversivo.
Lo sguardo di Morgana è perso nel vuoto, ed i muscoli del suo viso
iniziano a muoversi irregolarmente come se presi da un tic nervoso dopo
l’altro.
-Sono padrona del mio destino. Ma devo obbedire a mio padre. Ma sono
padrona del mio destino. Ma devo obbedire a mio padre. Ma sono padrona del mio
destino. <Errore sconosciuto. Si consiglia riavvio subroutine morali>
-Uh-oh. Steve, penso abbiamo un problema – dice Amadeus, agitando la
mano davanti agli occhi di Morgana. Lei sembra riprendersi, afferrandogli il
polso.
-Ow! Piano, così me lo spezzi!
-<Riavvio completato. Errore. Subroutine morali non rilevate>
- dice Morgana con una voce molto più robotica della propria, tirando verso di
sé Amadeus per baciarlo.
Nonostante le sue proteste, non è esattamente spiacevole: il robot è
indistinguibile da una ragazza di un paio d’anni più vecchia di lui. Ma la sua
gola emette suoni anche mentre lo sta baciando.
-<Emulazione personalità attivata>. Stammi lontano!!!
Morgana spinge Amadeus a terra, per poi sputare e ripulirsi la bocca
con il guanto metallico.
-Io sono Destino. Non c’è contraddizione. Il mio destino è obbedire a
mio padre.
-Se lo dici tu, Principessa. Ora perché non ci calmiamo?
-Quella donna OSA attaccare mio padre!? Le mostrerò cosa accade a chi
sfida Destino!!! – proclama Morgana, alzandosi in volo verso il castello
lasciandosi dietro un Amadeus estremamente confuso.
Castello Destino, Latveria
Mentre osserva la sorellastra volare verso il proprio bersaglio,
Kristoff scuote la testa. Ha provato ad avvisare Destino di quanto sia
instabile Morgana, ma cercare di convincerlo di un difetto di una delle proprie
creazioni... specialmente una la cui mente è basata sulle sue stesse onde
cerebrali... non è per nulla facile.
-Ah, la rivalità tra fratelli reali. Ne so qualcosa – commenta uno dei
consiglieri di Destino; Kristoff non si chiede neanche come abbia fatto ad
avvicinarsi senza che se ne accorgesse: sa quanto possa essere pericoloso
Maximus il Pazzo.
-Non dovresti essere qui – lo redarguisce Kristoff.
-Lo so, ma essere dove non dovrei è quello che faccio. Non ti senti
insultato dal fatto che Destino consideri quella macchina difettosa come se
fosse la sua vera figlia, mentre tu devi ancora combattere perché ti porti
rispetto?
-Morgana non ha mai provato a ribellarsi a lui.
-Forse aspetta solo la spinta giusta. Una spinta che potrebbe tornare
utile ad assicurarti il trono.
Kristoff avrebbe tutta l’autorità per cacciare Maximus fuori dalla
stanza... ma più tempo passa in sua presenza, più le sue parole iniziano ad
avere senso.
Monti Adirondack, New York
Il pesante portellone d’accesso ai tunnel dell’Uomo Talpa si apre,
lasciando fuoriuscire i Vendicatori Segreti. Non appena lo hanno fatto,
qualcosa fa tremare l’intero edificio come se fosse stato colpito da un
improvviso terremoto. Il suono inconfondibile di una sirena d’allarme lascia
pochi dubbi al Soldato d’Inverno su cosa stia succedendo.
-Tanti saluti al fattore sorpresa. Mi sa che Amadeus è sceso nella
classifica dei geni.
-No, questo è l’allarme generale. Il castello è sotto attacco, ma non
credo ci abbiano rilevato.
-Qualcosa sta disturbando le comunicazioni: Amadeus non risponde.
Speriamo che il piano abbia funzionato e dirigiamoci verso i laboratori –
ordina Steve Rogers, seguito dal resto del gruppo.
Si muovono silenziosamente, restando fuori dal campo visivo delle
telecamere di sicurezza o disattivandole all’occorrenza.
-Qualcosa non quadra. Sono già stato qui [7], e le
misure di sicurezza dovrebbero essere molto più formidabili di così – nota
Steve Rogers.
-Devono essere state disattivate. Dovremmo dare più credito alla
Rappaccini – ipotizza Lancer.
-Secondo la mappa, il laboratorio dovrebbe essere da questa parte –
ricorda Donna Maria, conducendo gli altri verso la porta in fondo al corridoio
dalle mura in pietra.
Una volta entrati, una luce abbagliante disorienta per un istante i
Vendicatori Segreti. La porta si chiude da sola alle loro spalle, bloccata da
una paratia di metallo che discende dal soffitto.
Rogers prova ad attivare lo scudo energetico, ma non funziona; anche le
armi dei suoi compagni di squadra sono improvvisamente inutilizzabili.
-Scacco matto – dice Monica Rappaccini, la cui voce è quasi coperta dal
suono della sicura rilasciata dalle due dozzine di agenti A.I.D. che puntano i
propri fucili verso gli invasori.
Lancer si teletrasporta una decina di metri più avanti,
inginocchiandosi di fronte all’uomo in armatura a fianco della Rappaccini: il
Dottor Destino.
-Missione compiuta, maestà.
-Ottimo lavoro, Lancer, hai servito Destino adeguatamente.
-Ci hai mentito, maledetto bastardo!!! Hai detto che la Rappaccini
aveva preso possesso del castello e rubato il gas!!! – protesta Jack Monroe.
-No. Ho detto che la dottoressa ha trovato accesso al castello e messo
le proprie mani sul composto. Non ho mai detto di non averla invitata io, o di
non essere stato io a farla lavorare su quel gas.
-Perché, Destino? Che cosa ci guadagni in tutto questo? – chiede
Rogers.
-Il gas per il controllo mentale si è rivelato poco pratico. La
dottoressa ha ideato un procedimento ingegnoso per renderne le scorte
totalmente inerti.
-Ma visto che la cosa esula abbastanza dalla missione dell’A.I.D., in
cambio ho chiesto il miglior pagamento che Destino potesse offrirmi: le vostre
teste su un piatto d’argento – prosegue la dottoressa Rappaccini.
-Che ti sia di lezione, Capitano: le cose non sono mai come sembrano.
-Non imparerà molto da morto, Destino. Al mio segnale, aprite il...
cosa diavolo!?
Il castello trema un’altra volta, quando un’esplosione abbatte una
delle mura. Morgana Von Doom atterra di fronte al plotone A.I.D., i cui
proiettili rimbalzano sul suo campo di forza.
-Padre? Ma come... non capisco!
-Steve, mi senti? Sto tentando un riavvio da remoto del tuo scudo
– dice la voce di Amadeus Cho via radio; Steve Rogers reagisce più rapidamente
di quanto potrebbe fare un normale essere umano, caricando con lo scudo verso
il nemico. Il resto dei Vendicatori Segreti si unisce allo scontro, sotto gli
occhi esterrefatti di Monica Rappaccini.
-Mi hai mentito, Destino! Avevi detto che mi avresti lasciato uccidere
questi lacchè di Fury!
-Avevo detto che te li avrei consegnati, nulla di più. Sei una donna
brillante, dottoressa, ma dovresti imparare a fare più attenzione alle parole.
-Maledetto figlio di – inizia ad insultarlo la donna, estraendo la
propria pistola a raggi; prima che possa usarla, Yelena Belova l’ha già messa
al tappeto con un colpo alla base del collo.
Destino resta a guardare imperturbabile mentre i Vendicatori Segreti si
liberano senza troppi problemi delle forze dell’A.I.D., fino a quando non si
ripresenta una scena familiare. Tutte le armi puntate su di lui, con Lancer e
Morgana al suo fianco.
-Un lavoro passabile, Vendicatori Segreti. Dato che avete la
gratitudine di Destino, potete lasciare queste mura di vostra spontanea
volontà.
-Hai davvero una bella faccia tosta – commenta il Soldato d’Inverno.
L’occhio di Destino è proprio al centro del mirino del suo fucile, fino a
quando Steve Rogers non glielo abbassa.
-Non è così semplice. Tecnicamente, Destino non ha fatto nulla di
illegale.
-Stai scherzando!? Ha fornito armi chimiche ad una terrorista
ricercata!
-Al contrario, Soldato d’Inverno: ho contribuito alla cattura di questi
criminali. E siete liberi di analizzare con cura il gas, che scoprirete essere
totalmente innocuo. In effetti, ora che la vostra presenza non mi aggrada più e
che vi trovate sulla mia proprietà, siete voi a dovervene andare... a meno che
non vogliate che contatti le autorità statunitensi.
-Ce ne andiamo, Destino. Ma ti terremo d’occhio – avverte Steve Rogers,
caricandosi Monica Rappaccini sulle spalle dopo averla ammanettata.
-Arrivederci, Capitano. Continui a proteggere il mondo dai criminali
pericolosi – lo saluta Destino, dal cui tono è impossibile capire se sia
sarcastico o se creda veramente alle proprie parole. Lancer lo segue quando si
allontana, ma non prima di aver incrociato lo sguardo di Donna Maria Puentes.
-Prega di essergli sempre utile, o sai che fine farai – la avverte,
trascinandosi via uno dei terroristi.
Castello Destino, Latveria
Kristoff Von Doom non sembra portare attenzione agli schermi che
mostrano le immagini delle telecamere del castello in America. Maximus, al
contrario, se la ride di gusto.
-Il tuo comportamento non è molto regale – lo redarguisce Kristoff.
-Non faccio più parte della Famiglia Reale degli Inumani [8] , se è quello che intendi. Ma continuo a trovare la
situazione estremamente divertente.
-Non credevo fossi interessato a Capitan America.
-No, mi riferisco alla tua famiglia reale. Hai notato come tuo
padre sta completamente ignorando la pazzia di tua sorella, mentre costringe te
a guardarla agire al suo fianco?
-Se sei così interessato alle nostre dinamiche familiari, forse dovrei
far sapere a Destino che critichi costantemente il suo operato. Sai quanto
apprezza le critiche costruttive.
-Io, criticare il saggio re di Latveria? Non sia mai! Piuttosto, come
procede il vero motivo di questa elaborata commedia degli equivoci?
-Secondo i piani, naturalmente – risponde Kristoff, ingrandendo
l’immagine che sta studiando: una fotografia dell’originale Capitan America,
affiancata da una interminabile serie di dati.
-Ho rilevato la firma temporale, ma è incompleta. Per ottenere quello
che cerca Destino, dovremo analizzare da vicino anche gli altri soggetti. Per
fortuna, abbiamo tempo.
Alla pressione di un pulsante appaiono altre quattro immagini: Scarlet,
Quicksilver, Occhio di Falco e la donna che attualmente ricopre il ruolo di
Capitan America.
-Per loro sfortuna... il loro destino è inevitabile.
Base dei Vendicatori Segreti
E’ stata una giornata interminabile, ma Amadeus Cho è ancora in piedi a
tarda notte. La sua stanza è illuminata solo dalla luce del suo portatile, che
mostra una scansione dettagliata di Morgana.
-Mai visto un robot così avanzato. Se solo potessi accedere al suo
processore centrale, probabilmente potrei riprogrammarla per renderla sana di
mente.
-Non farai proprio nulla del genere – risponde il portatile,
parlando con voce femminile.
-Morgana!? Come hai fatto a... hey, non cancellare! – protesta Amadeus,
vedendo svanire i file dal proprio computer.
-Non hai visto nulla e non è successo niente, hai capito? Una sola
parola e l’intero arsenale nucleare di Latveria esploderà sopra la tua testa.
-Quindi immagino nessun secondo appuntamento?
In tutta risposta il portatile si spegne. Amadeus sospira, fissando la
chiavetta dati appoggiata sulla scrivania e sperando che Morgana non abbia
pensato ai tre backup che ha preparato.
FINE
Note
Episodio di respiro per un incontro d’eccezione: i Vendicatori Segreti,
protagonisti dell’ottima serie Marvel IT ad opera della spionistica ditta Carlo
Monni & Carmelo Mobilia.
Che cosa sta cercando Destino? Che cosa vuole dagli altri eroi su cui
ha messo gli occhi? Il mistero si infittisce!
[1] главное разведывательное управление, “Direttorato principale per l'informazione”, il servizio informazioni delle forze armate russe
[3] su Captain America #206-212 (in Italia, Capitan America Corno 186-192)
[4] Su Young X-Men
Marvel IT #1
[7] Su Avengers #56 (in Italia, Thor Corno
#68)