TERZA PARTE
PANDEMONIO AL PORTO
DI
IGOR DELLA LIBERA
-Ho fatto una breve apparizione in Dexter- Mark accompagnò le parole togliendo una foto con l'ingrandimento della sequenza del telefilm -pochi frame ma di prestigio e poi nel mondo dello spettacolo più il curriculum è grosso meglio è.
Parlava a raffica per vincere la paura dell'audizione, incurante delle smorfie degli altri undici che aspettavano il loro turno sul palco.
Il sipario si scostò un poco e l'assistente del regista chiamò il prossimo. Toccava a Mark, inutile dire che tutti furono contenti di non sentirlo più blaterare. Uno di loro però espresse dei dubbi. Indicò il logo della Ward Production come fosse una garanzia, ma nonostante il nome la sua perplessità rimaneva.
-Ma voi sinceramente avete capito di che prodotto si tratta. Un reality? Kenneth Ward è diventato famoso dal nulla con il suo “Slaughter Fest”. Io non sarei tipo da reality pulp. Ho sentito che ti fanno maneggiare una spada... che poi se passi ti devi vestire come ad una parata medievale?
Nessuno degli altri rispondeva, era come se la maledizione dell'inopportuno fosse passata a chi sarebbe stato il prossimo ad entrare in scena.
I cuori degli aspiranti non smisero di battere con forza, chi più chi meno l'agitazione del provino colpiva tutti anche quelli che dopo molti test dovevano aver sviluppato una certa immunità da giudizio.
-Cosa succede lì fuori, si dovrebbe vedere qualcosa, ma è come se avessero schermato il palco. Io provo a dare un'occhiata...- decise il terzo della fila, ma quando allungò la testa oltre il bordo di tessuto si trovò addosso gli occhi dell'assistente e bruciavano come tizzoni. Tornò sui suoi passi aspettando il turno.
Alla fine solo sei di loro vennero richiamati, agli altri fu regalata una cartella stampa con i successi della Ward Production e furono invitati a raggiungere l'uscita. Gli altri tornarono sul palco che li aveva visti vincitori della preselezione.
Trovarono Ward ad attenderli insieme al regista. C'era una strana atmosfera nel teatro come se l'aria fosse diventata vischiosa e umida. Sudavano i sei, mentre Ward iniziò a parlare.
-Voi siete stati selezionati per partecipare ad un nuovo grande evento televisivo. Inutile dire che farà la storia del nostro caro elettrodomestico. Anzi sarete voi a farla con le vostre qualità. Ci sarà bisogno di un piccolo training, nulla di impegnativo.
Mark era tra i selezionati e non riusciva a liberarsi dalla sensazione di paura. Doveva essere contento e invece era angosciato come se tra tutti avesse un grado maggiore di sensibilità e sentisse che in quel momento qualcosa non andava per il verso giusto.
-Un insegnante...-disse sottovoce -scommetto che è uno dei quei corsi dove ti insegnano a non sembrare un attore, requisito fondamentale per i grandi “eventi televisivi” alla Ward.- virgolettò con la voce le ultime parole.
A Kenneth non sfuggi quel mugolio anche se non ne capì il senso.
-Lo so molti di voi hanno ben altre aspirazioni. Il cinema e quello con la C maiuscola. Molti di voi preferirebbero sfinirsi ricoprendo ruoli minori in qualche fiction, alcuni di voi non hanno fatto che questo negli ultimi anni passando dal tavolo operatorio di C.S.I a fare personaggi che al massimo hanno una posa a puntata.- Ward salì sul palco, sembrava un generale e loro le truppe. La metafora calzava perché la tv era una guerra.
-Spesso le aspirazioni e la realtà non vanno d'accordo. Spesso bisogna compromettersi, sporcarsi le mani, perdere l'anima. Io l'ho fatto, ho abbandonato le velleità del teatro off per sposare i copioni sterili dei reality e i concept tutti uguali.
La voce interiore che sentiva dentro di lui sempre più forte si era calmata come se in quel frangente preferisse stare in disparte. In realtà quello spirito condivideva le parole di Ward perché quando aveva un corpo e il tempo era molto diverso dal presente, ne aveva sentite di simili. Anche se lì la vocazione era la fede e non l'auditel e la sua missione implicava sporcarsi le mani in modo più definitivo di quello che proponeva l'arena televisiva.
Mark prese la parola, coraggioso, sfidando lo sguardo del grande produttore.
-Non siamo qui per sentire la solita favola sul mondo dello spettacolo. Cosa dobbiamo fare? Chi è il nostro insegnante.
Allo spirito in Ward piaceva quel ribelle. Anche se gli ricordava lui e la sua eterna voglia di sfidare i superiori sarebbe stato il primo ad essere “separato”. Non indugiò oltre
-Va bene visto che siete ansiosi vi presenterò il vostro maestro, vi assicuro due cose che non ci metterà molto a spremere il meglio da voi e che sarà molto doloroso...- Tutti si guardarono. Sentirono le porte del teatro chiudersi, l'aria ghiacciarsi e poi uno dei selezionati vide qualcosa muoversi tra le assi del palco.
Tra queste sgusciò fuori un occhio, vivo che sbatteva la palpebra e li fissava. Altri ne comparvero. Loro abituati a quelli di vetro delle telecamere si trovarono bersagliati da sguardi inumani.
Ward si allontanò mentre il teatro si riempiva di grida. Il suo petto scottava, la camicia lasciava filtrare il bagliore dell'ebano fuso nella sua carne. Prima di uscire parlò brevemente con l'assistente.
-Quando il separatore avrà finito prepara i cavalieri.
L'assistente teneva in mano delle spade.
-Sarà fatto signore.
***
-Chi diavolo è Kenneth Ward?
Richmond stava guardando uno dei libri di Victoria, rispose girando leggermente la testa.
-E' un produttore televisivo. Uno dei più potenti. Come molti in questo campo è passato dall'anonimato alla fama.
-Ha venduto l'anima.- precisò Victoria il cui viso veniva illuminato dallo schermo del computer.
-Lo fanno un po' tutti nel mondo dello spettacolo.
Doug non era ancora soddisfatto delle risposte.
-Lui ha un pezzo della spada. L'ho sentito, per questo l'ho aggredito per riprendermelo. Ma non è l'unica cosa che ho percepito. Era come se qualcuno dentro di lui gli desse potere.
-Mossa stupida quella dell'aggressione. E' evidente che chi c'è dietro non se l'aspettava e ha accelerato il suo piano uccidendo Norton.- Richmond guardava sempre con sospetto Doug. Presto lo avrebbe tenuto sotto controllo nei panni del Nottolone. Le prime ombre della sera si affacciavano alle finestre della casa di Victoria dove i tre stavano decidendo cosa fare.
-E' stato più forte di me, sono connesso alla spada. Quando l'hanno fatta a pezzi deve aver creato un cortocircuito...- Victoria lo guardò zittendolo.
-Adesso sappiamo che uno dei frammenti era in possesso di Norton.
-E lo ha usato per la macchina che ha costruito nel mio laboratorio.- precisò Richmond.
-Un secondo è in possesso di questo Ward. Manca il terzo?
Victoria aveva ripetuto l'incanto di rilevazione e adesso sulla mappa c'era un secondo punto nero come l'ebano.
-E' il momento di chiamare il mio amico.
Doug tolse il dito dalla mappa.
-Il frammento si trova nella zona del porto.
Richmond conosceva la via indicata dalla magia.
-Brutta zona. Un ritrovo per la peggior feccia cittadina.
-Il pezzo è lì. Mi chiedo perché abbiano spezzato la lama per poi dare i pezzi a persone come Ward o Norton?
-Chi ha ucciso Norton è in possesso di un grande potere e di zero scrupoli. Chiunque l'abbia ridotto tipo dado da cucina non è un essere umano.
-Dovremmo andare da Ward è la pista più concreta che abbiamo.- consigliò Doug.
-Ward è protetto e fino a quando non sapremo quanto ci conviene fargli terra bruciata attorno. - Richmond disse la sua e alla fine toccò a Victoria.
-Ha ragione Doug. Grazie al tuo legame con la spada abbiamo la possibilità di trovare il frammento sempre che l'assassino messo sul chi va là dal tuo scriteriato attacco a Ward non abbia già giocato ai lego con il possessore della scheggia d'ebano.
-Basta darmi la colpa. Ho sbagliato con Ward ma quella spada mi stava facendo impazzire mi aveva costretto a vivere come un ricercato... a nascondermi.
Richmond si alzò -Dirò al mio amico di incontrarvi al porto.
-E' venuto il momento di usare le armi di Whitman.- pronunciò Doug avvicinandosi alla spada laser e alla specie di maglia rinforzata appoggiate sul tavolo.
-Ne avrai bisogno. Victoria si è ricordata che Dane le usava quando per un periodo non poteva contare sulla magia.
Richmond lo avvicinò e Doug smise di maneggiare la lama di luce per paura che l'imprenditore riuscisse a svelare la sua vera identità.
Anzi Doug era sicuro che Richmond qualcosa sospettasse già. Era nella posizione in cui un semplice gesto, un fendente ben calibrato all'aria poteva far cadere tutto il costrutto magico come un castello di carte.
Victoria si era accorta della stessa cosa e aiutò Doug ad indossare la cotta per distogliere Richmond da quelli che stavano passando da semplici sospetti a certezze.
Ma Kyle non proseguì nelle sue domande, avevano altro da fare e lui doveva allontanarsi da lì per indossare i panni del Nottolone, dopotutto Doug non era l'unico in quella stanza a nascondere qualcosa. Una volta uscito Victoria tirò un sospiro di sollievo.
-Richmond non è uno stupido se vuoi continuare con la tua mascherata devi stare attento.
-Onestamente non so nemmeno io perché non dico semplicemente la verità...- si sedette tenendosi la testa tra le mani -il vero problema è che sto abituandomi al mio nuovo io e non solo perché non mi ricordo di quello vecchio, ma perché sento che in fondo se le cose stanno così è meglio per tutti...
Victoria gli mise una mano sulla spalla, un tocco gentile che diede un brivido a Dane.
-Non pensi a Carol? Non pensi che sarebbe giusto dirle la verità?.
Dane le prese la mano, non la allontanò, la tenne nella sua -Non è ancora il momento. Con Richmond ci siamo già esposti troppo. Era meglio se rimanevamo solo noi due...- girò il capo per incrociare lo sguardo con quello della donna e in quell'istante capì di quale natura fosse il brivido avvertito prima -solo noi due! - ripeté con la voce tenera di chi fa una dichiarazione d'amore, di chi vorrebbe perdersi in un bacio.
Fu Victoria a scostarsi -Devo prepararmi, non posso certo venire al porto vestita così. Mi sa che prenderò anche la mia balestra...- pensava ad altro anche se non poteva visto che ogni atomo del suo corpo era attratto irresistibilmente da Doug.
Ma non successe nulla e lasciò semplicemente la spada mentre Dane attivava la lama tecnologica facendo vibrare l'aria.
***
Il Nottolone attivò il suo artiglio rampino e questo si avviluppò intorno alla spada di chi lo attaccava. Cercò di strappargliela dalle mani, ma l'avversario con sua sorpresa esercitò una forza maggiore e fu lui ad essere sbattuto in terra.
Lo vide piombargli addosso e la sua maschera da uccello predatore si rifletté nella lama lucida copia di quella del Cavaliere Nero. Gli sembrò che il tempo si fermasse, era come se solo lui potesse muoversi e guardarsi attorno.
Le cose non stavano così e presto la punta sarebbe ricaduta su di lui ma in quel non tempo si guardò attorno e vide congelati nell'istante fatale Victoria che opponeva uno scudo magico ai fendenti di due cavalieri e Doug che più di loro rivaleggiava con quei cloni del suo compagno difensore.
Poi il tempo tornò a correre normalmente e lui ebbe giusto quello di girarsi di lato evitando l'affondo che tagliò solo una parte del suo mantello.
Come erano arrivati a quel punto? Per capire cosa stava succedendo bisognava fare un paio di passi indietro a qualche ora prima quando Victoria e Doug erano stati raggiunti dal Nottolone all'ombra di uno dei magazzini del porto.
Le presentazioni erano state rapide come l'individuazione del punto dove era più forte l'emanazione dell'energia d'ebano. Proveniva come un profumo sottile e inebriante da uno dei locali sotterranei. La musica forte scuoteva la porta d'ingresso protetta da un buttafuori. Le sue risate all'indirizzo del costume del Nottolone gli costarono tre denti e al proprietario la porta che venne sfondata dal corpo del suo dipendente.
Quando franò dentro la musica continuò per qualche istante fragorosa e poi, insieme alla consapevolezza dei presenti che la festa era finita, si interruppe. L'atmosfera era satura di alcool, fumo e droghe e così i clienti che sembravano ombre silenti ammantate dagli sbuffi di una macchina scenica che riempiva di nebbia grigia il palco e il locale.
Il Nottolone sapeva chi prendere per il colletto e sollevare da terra per avere informazioni. Lo fece mentre Victoria si stringeva a Doug in cerca di protezione da quel mondo decadente che non le apparteneva.
-Hai notato qualcosa di strano qui attorno, lo vedi il mio amico con il giubbotto lui pensa che qui ci sia qualcosa di suo, un pezzo di una spada per essere precisi, una spada molto potente. Onestamente non so come un verme come te possa entrare in tutto questo, ma sempre secondo il mio compare tu puzzi di magia. In più lo sanno anche i sassi che sei un informatore molto attento...
L'uomo sputò una risata e il Nottolone per risposta lo scagliò su una sedia. Alcuni iniziarono ad uscire, il tipo dietro il bancone faceva segno a tutti di lasciare il locale.
L'informatore alla fine parlò-Magia? Se mi conosci bene come dici sai che io mi tengo lontano dai super poteri e dal soprannaturale. Commercio in altro tipo di informazioni. Non so niente di spade, mi sa che il tuo amico ha qualche rotella fuori posto. Magia qui dentro? Ma hai visto che razza di posto è, non mi sembra lo spaccio delle caramelline di Harry Potter.
Il Nottolone non amava gli spiritosi, lo infastidivano. Chi riduceva tutto ad una barzelletta, chi lo sfidava con battute poi aveva parecchie difficoltà a mangiare qualcosa di diverso da una minestra.
-Vuoi sentire la storia della cannuccia o la conosci già? Il mio amico non si sbaglia, tu bazzichi questo posto e sai sicuramente se c'è qualcuno che ha smesso con il repertorio classico ed è passato alla magia.- Il locale era ormai vuoto, Doug aveva visto passargli accanto la gente che c'era ma la vibrazione dell'ebano non diminuiva, la scheggia era ancora lì.
-Non so niente lo giuro.- Sembrava sincero abbozzò tra se il Nottolone che mollò la presa sul colletto.
A quel punto le macchine smisero di vomitare fumo e il palco stretto e piccolo venne colpito dalla luce dei faretti e lì iniziò a materializzarsi una figura.
-Dice il vero Nottolone. Diciamo che avevamo bisogno di un posto per far venire qui il vostro amico Doug...- Doug man mano che l'essere prendeva forma aveva l'impressione di conoscerlo, anche quella voce spezzettata non gli era nuova.
-Quando ho capito che la maga con voi stava usando un incantesimo di rivelazione lo stesso usato per rintracciare Norton ho deciso che vi avrei facilitato il compito...
Adesso l'essere era comparso totalmente, l'aspetto trasandato, il cappuccio calato sul viso non celavano le fattezze distorte di Pandemonio. Aprì la mano destra e sul palmo fluttuò la scheggia.
-Mi sono divertito a mettere addosso a quel tipo la scia dell'ebano, volevo vedere un po' del tradizionale “pestaggio dell'informatore” ma è evidente che nessuno rispetta più i classici vero Nottolone...-
Victoria capì in quel momento chi fosse, non conosceva solo le arti mistiche ma anche chi le aveva praticate, chi le padroneggiava e chi ne era stato corrotto. Pandemonio apparteneva all'ultima categoria.
-Pandemonio, l'uomo senz'anima, ti sei venduto totalmente a qualche demonio. Cosa ti hanno promesso questa volta?
Non si poteva definire un sorriso la smorfia spezzata dell'essere. Scese dal palco mentre il Nottolone armava il suo guanto e l'informatore sgattaiolava sotto un tavolo pregando per la sua vita.
-Non mi ridaranno l'anima ma mi consegneranno un mondo dove nessuno avrà più la sua. Saranno tutti come me i fortunati, chi invece si opporrà alla Sodoma che verrà inutile dire che passerà dei brutti momenti. Potrei dire “pene dell'inferno” ma onestamente non mi sono mai piaciuti i luoghi comuni.
Doug gli puntò contro la spada laser
-Cosa ne avete fatto di Dane Whitman? - cercava di mantenere la pantomima anche se leggeva negli occhi sghembi, dentro la faccia tagliata a cubi, che Pandemonio sapeva la verità.
-Tranquillo manterrò il tuo segreto, Dane Whitman si è rivelato un osso più duro del previsto e il suo legame con la spada non si è spezzato come credevano rompendola. Certe volte le antiche scritture dei Grimori del mar morto dicono il falso. Vatti a fidare di quei maghi scribacchini.
Victoria era pronta a difendersi, stava richiamando la formula dello scudo purpureo ma doveva prendere tempo.
-Il tuo scopo non è altro se non quello di far precipitare il nostro mondo nel caos. Di togliere a tutti quello che hanno tolto a te e per farlo ti serve la spada...
Pandemonio fece il gesto di guardare l'orologio ma non c'era nulla al polso solo carne segnata da cicatrici e sezioni
-Adesso basta stanno per arrivare gli intrattenitori della nostra serata, se volete questa scheggia d'ebano dovrete strapparla al mio cadavere, a dire il vero sono già morto ma non ditelo in giro. Non sono però solo.
E fu allora, ricordò Nottolone ancora a terra e sovrastato dall'arma del nemico, che apparvero i sei uomini vestiti come il Cavaliere Nero con le loro spade d'ebano che scintillavano sinistre.
Il locale era diventato il teatro dello scontro. I tavoli rovesciati e distrutti, i muri sbrecciati, i vetri infranti, le pozze di alcool dietro il bancone e acquattato nell'ombra il barista che si teneva la mano che aveva cercato di prendere il fucile, erano gli effetti della battaglia che sarebbe finita solo con la sconfitta dei tre eroi.
Pandemonio guardava la scena puntando gli occhi esangui ora su Victoria che aveva richiamato dei lampi di fuoco da scagliare contro i suoi avversari, ora sul Nottolone che usava un tavolo spezzato come scudo contro le spade potenti dei nemici, ma la sua maggiore attenzione era puntata su Doug che aveva appena disarmato con abilità un avversario e lo aveva steso con un pugno diretto alla mascella.
Nel momento in cui la spada era stata separata dal suo nemico questi sembrò svegliarsi da un incubo. Non sapeva bene dove fosse. Disse solo queste parole.
-Deve essere un set... mi sento come se avessi visto una stagione intera di un telefilm... e tu chi diavolo sei...- Doug gridò -dovete togliere le armi dalle mani dei cavalieri, sono persone prigioniere di un incantesimo, solo così potremo spezzarlo...
Pandemonio però aveva altri piani e il suo potere non era certo inferiore a quello dei suoi sgherri così agitando le dita nell'aria trasformò in cubetti lucenti le protezioni erette da Victoria e poi andò dritto da lei. Doug si rese conto della minaccia alla donna e incalzò il malvagio
-Una mossa e scoprirai com'è essere fatto a pezzi...
Pandemonio notò
-Dici sempre le stesse cose Doug ogni volta che ci incontriamo, sono davvero così banale da non suggerirti qualche commento più interessante. In quanto alla scheggia è servita allo scopo di condurvi qui, adesso però finiamola con tutto questo...- le parole si arrestarono sulle labbra coperte di cicatrici. Non ne uscirono più solo un respiro di morte anche se questa già da tempo lo aveva ghermito nel suo abbraccio.
La spada di Doug lo trafisse all'altezza dello sterno e lo trapassò da parte a parte. Girò la lama calda che si fece strada nella carne di Pandemonio come fosse burro. Poi però lo squarcio si rimodellò e tutti gli organi, i tessuti, i muscoli che erano stati attraversati scomparvero lasciando solo un foro perfetto come quelli che si vedono nei cartoni animati.
-Te l'ho già detto Doug, io domino la carne, non mi faccio tentare da lei come i mortali.
Sono io che la tento e la spingo a fare cose che la biologia ha sempre impedito. Puoi ritirare il tuo spillone.
Victoria gli gettò addosso il fuoco delle Faltine, era uno degli incantesimi più potenti a sua disposizione ma le fiamme non fecero nulla a Pandemonio che le sentì sulla pelle come brezza gelida.
-Vi deve essere sfuggita la parte in cui dicevo che sono stato all'inferno, dopo aver provato quel caldo tutto il resto è come una doccia gelata e poi Victoria devi percorrere ancora molta strada per padroneggiare le Faltine come il Dottor Strange uno dei tanti amori mai corrisposti della tua vita..
In quell'istante due cavalieri immobilizzarono Nottolone. Erano forti e lo trattenevano trascinandolo da Pandemonio.
-Cosa vuoi da me? Pensavate di esservi presi tutto ma avete fatto male i vostri conti...
E sotto gli occhi di Nottolone che già sospettava la vera identità di Doug, l'uomo si rivelò con la sua vera faccia quella del Cavaliere Nero.
-Cadono le maschere ma sembra che nessuno in questa stanza sia così sorpreso. Non è certo il colpo di scena che ti aspettavi, dovrò occuparmi io di dare una svolta a tutto...
Ancora una volta mosse le dita piegandole verso il palmo e Victoria si trovò legata da fili invisibili e come un burattino che non sapeva di esserlo, si levò in aria.
-Una parola Whitman e dovrai giocare al puzzle con il corpo della ragazza. Ora lei verrà con me in quanto al tuo amico uccello liberatelo.
Lo gettarono vicino a Dane che provò ad affondare un nuovo colpo ma questo non trovò che il vuoto. Pandemonio e Victoria erano spariti. Rimaneva solo l'eco della voce del mostro che diceva
-Tu sai dove trovarci, ti aspettiamo Dane... stanotte per il gran finale o sarebbe meglio dire il grande inizio.
Dane aiutò il Nottolone ad alzarsi e questo non trattenne la rabbia per essere stato ingannato da un amico. Cercò di colpirlo con un pugno pieno di frustrazione e angoscia
-E' tutta colpa tua, perché non hai detto subito che eri tornato... avevo dei sospetti che Doug fossi tu.- Si fermò, il pugno non era andato a segno -Cosa hai ottenuto con i tuoi giochetti? Victoria è in mano a quel pazzo... hanno sempre la spada e la macchina...
Dane sapeva dove lo aspettavano, ci sarebbe andato da solo ma prima, anche se l'alveare nel cervello non aveva smesso di ronzare pensieri confusi, doveva capire cosa stava succedendo cosa volevano da lui.
Il Nottolone aveva lasciato perdere la discussione e stava cercando di saperne di più dai due cavalieri liberati. Erano ragazzi. Uno si chiamava Mark e aveva bisogno di bere. Il barista arrivò con la mano fasciata e una pinta -Offre la casa..- disse mesto.
Mark bevve un sorso robusto -Ero ad un provino. Ero stato scelto per un programma di Kennet Ward poi sul palco sono usciti occhi, tantissimi occhi e mi sentii come se qualcuno stesse strappandomi l'anima... e poi più nulla. Mi risvegliai con gli altri ragazzi del provino con addosso questo ridicolo costume e poi ci diedero quelle spade...
Dane aveva sentito quelle parole.
-Hai detto occhi, ricordo qualcosa, anche io ho visto degli occhi.
Il Nottolone gli chiese di sforzarsi se poteva ricordare qualcosa della notte di Whispering Woods avrebbero avuto qualche speranza in più contro Pandemonio.
-Non ci riesco, ci ha provato anche Victoria... ma ho solo ricordi di quando sono tornato non so da dove, forse il luogo in cui mi tenevano prigioniero. Ho passato dei giorni come un senza tetto. Mi sembrava di impazzire fino a quando non ho sentito il richiamo dell'ebano e ho aggredito Ward...- Il Nottolone accompagnò fuori i ragazzi subito raggiunto da Dane.
-Cosa intendi fare adesso?
-Prepararmi allo scontro con Ward e con Pandemonio. So che non sono soli, so che probabilmente vogliono che vada dritto da loro, ma non posso rischiare la vita di Victoria... non posso.
Richmond pensava ad altro -E Carol? Non le hai detto nulla come credi che reagirà quando saprà che sei tornato e che l'hai dimenticata.
-Non mi ricordo di lei ma sono convinto che sconfiggendo quei bastardi e riunendo i pezzi della spada riavrò la mia vita. E' una speranza. L'unica che ho.
-Come ci muoviamo?
-Come mi muoverò dovresti dire. E' una cosa che devo fare da solo. Ma prima voglio tornare da Victoria, forse nei suoi libri, nella biblioteca dell'occulto, c'è qualcosa che può far luce su questa follia.
Continua e finisce....