N° 97
1.
Lo S.H.I.E.L.D. è
un’agenzia affiliata all’ONU ed incaricata di vigilare sulla pace mondiale, un
compito decisamente non facile. La sua sede è a New York nel complesso di
edifici che ospitano gli uffici delle Nazioni Unite ma ha sezioni in quasi ogni
nazione aderente all’ONU.
La sezione americana si trova ia Washington
D.C. in un edificio bianco nei pressi del fiume Potomac. È qui che viene
trattenuta una giovane donna dai capelli color rame e gli occhi di smeraldo che indossa un’attillata
tuta bianca che aderisce alle sue forme come se ci fosse disegnata sopra e su
cui, appena sopra il seno sinistro, è impressa la silhouette di un ragno nero.
Il suo nome è Olga Nikolaievna Derevkova, ma nella comunità dei
servizi segreti è nota con il nome in codice di Vedova Bianca, una delle tre
donne diplomatesi nel cosiddetto Programma Vedova della misteriosa Stanza
Rossa. Il suo ruolo è quello di eliminatrice, un eufemismo per assassina, del F.S.B.,[1] il
servizio di sicurezza interna della Federazione Russa.
Il suo ultimo bersaglio
era un giovanotto biondo con gli occhi azzurri che risponde al nome di Jonathan
Junior” Juniper, lo stesso che ora è in piedi davanti a lei con indosso la
tipica divisa dello S.H.I.E.L.D. solo di colore verde invece che azzurro,
esattamente come la donna bionda che gli sta al fianco. Un’altra donna bionda
completa il terzetto ma indossa il famoso costume di Capitan America.
Sin dalla sua cattura
la Vedova Bianca si è chiusa in un ostinato mutismo ignorando ostentatamente le
domande dei suoi carcerieri, sia che le venissero rivolte in Inglese oppure in
Russo. È stata disarmata, perquisita, privata di ogni cosa avrebbe potuto usare
con intenzioni ostili ed infine ammanettata ad una sedia. Ciò nonostante è
guardata a vista da agenti pronti a tutto e consapevoli che qualunque donna
abbia Vedova come nome è sempre pericolosa.
-Immagino che tu sia consapevole che come
agente straniero che ha tentato di uccidere un cittadino americano su suolo
americano passeresti grossi guai se ti consegnassimo alle autorità locali.- le
dice il Comandante Laura Brown.
La
ragazza solleva la testa e guarda verso Junior Juniper. Abbozza un sorriso e
replica parlando in un ottimo Inglese venata da un accento russo a malapena
percettibile:
-Lui non è cittadino americano, non è nemmeno
nato negli Stati Uniti. È solo il clone di un uomo morto da decenni ed stato
estratto già formato da una sorta di incubatrice soltanto pochi anni fa.-
-Puoi anche aver ragione, ragazza mia…- ribatte
l’interessato -… ma un omicidio resta un omicidio anche se la vittima è un
clone, non lo sai?-
-Tentato omicidio, Juniper. Io non ti ho
ucciso… ancora.-
Mentre
Junior pensa ad una risposta, la porta si spalanca e nella stanza entra Nick
Fury, il Direttore Esecutivo dello S.H.I.E.L.D., accompagnato da George
Washington Bridge, un afroamericano massiccio dalla folta barba bianca,
Direttore della sezione americana della stessa agenzia, e da una donna bionda
che indossa l’uniforme delle Forze Aerospaziali Russe.
-Vi presento il Tenente Colonnello Anna
Nikolaievna Amasova, Addetto Militare dell’Ambasciata russa.- dice Nick.
-Ovvero il rezident
[2]del
G.R.U.[3]
negli Stati Uniti.- commenta, sarcastica, Laura Brown.-
-Non mi curo di
commentare questa sua affermazione, Comandante Brown, sì, so chi è lei. Sono qui per l’agente
Vedova Bianca.- replica la nuova venuta.
-Il Colonnello Amasova ha delle comunicazioni
per la nostra… ospite, pare.- dice Bridge
La donna fa qualche
passo e si ferma davanti alla prigioniera per poi parlare con voce ferma:
-L’ordine di eliminazione di Jonathan Juniper è
stato revocato. La tua missione è terminata, Agente Vedova Bianca, e lo
S.H.I.E.L.D. ha acconsentito ad affidarti a me perché provveda al tuo rimpatrio
immediato.-
Nick
Fury si avvicina a sua volta e libera la Vedova Bianca dalle manette. La
ragazza si alza in piedi, si massaggia i polsi e si rivolge a lui:
-Questa è opera tua, non è vero?-
Nick
sogghigna e replica:
-Ho ancora degli amici in Russia e mi hanno
fatto un favore.-
-Capisco.-
La ragazza rimane in
silenzio per qualche istante e poi si rivolge a Junior:
-In fondo sono contenta di non averti ucciso.
Sei un tipo a posto.-
Juniper
sgrana gli occhi e riesce solo a dire:
-Beh… grazie.-
Laura
Brown fa un sogghigno divertito poi si rivolge a sua volta alla giovane Russa:
-Vorrei dirti che è stato un piacere conoscerti…
ma mentirei, quindi sbrigati a prendere la porta.-
-Un momento…-
interviene Capitan America -… questa donna ha ucciso diverse persone, di cui
una sotto miei occhi,[4]
e voi volete lasciarla andare così?-
-Non fare l’ingenua,
Capitano.- replica Nick Fury -Dovresti sapere come funzionano le cose nel mondo
dei servizi segreti.-
-Non vuol dire che mi
piaccia.-
Olga accenna un
sorrisetto sarcastico poi dice:
-Immagino che di riavere le mie armi non se ne
parli.-
-Bottino di guerra.- ribatte Nick -Sono sicuro,
però, che negli arsenali del F.S.B. troverai come rimpiazzarle.-
-Molto probabile.-
La Vedova Bianca scatta
improvvisamente sull’attenti e fa il saluto militare poi dice:
-Sono contenta di non
essere riuscita ad ucciderla Colonnello.-[5]
-Anch’io, ragazza, e
per più di un motivo.-
-È stato un bel tiro
quello con cui mi ha disarmata. Fortuna o…?-
-Io colpisco sempre
quel che voglio colpire… proprio come te.-
-Vero. Arrivederci allora.
Le strade di quelli come noi si incrociano sempre, Colonnello Fury. Sento che
ci rivedremo prima o poi,.-
-Lo credo anch’io.
Tua madre è ancora viva?-
La giovane donna rimane sorpresa.
-Mia madre?-
-L’ho conosciuta anni
fa non te l’ha detto? Quando la rivedi dille…-
-Cosa?-
Fury scuote la testa e risponde:
-Nulla. Non ha importanza.-
-Non abbiamo tempo
per le chiacchiere.- taglia corto il Colonnello Amasova -Dobbiamo andare
adesso.-
Le due donne escono e Nick si
avvicina ad una pensierosa Capitan America.
-Stai ancora
rimuginando sull’accordo che ho fatto coi Russi?- le chiede.
-In realtà stavo
pensando a Bravo e all’Hydra.- risponde Liz Mace -Mi chiedo quale sarà la loro
prossima mossa.-
-Lo scopriremo anche
troppo presto, temo.- sentenzia Nick cupo.
Solo poche ore fa Falcon si è
accorto che l’agente dell’Hydra conosciuto col nome di Bravo era scomparso dal
tetto dove si stava scontrando con l’agente russa chiamata Vedova Bianca
approfittando dello scontro di quest’ultima con Capitan America.
Senza esitare l’eroe afroamericano
si è gettato in volo e non ha tardato a scoprire la finestra rotta in cui Bravo
si è infilato ma la sua ispezione del piccolo appartamento si è rivelata un
buco nell’acqua.
-Quel bastardo si era
predisposto una via di fuga.- commenta fra sé -Ma come?-
Prova una porta ma è chiusa. Nulla
di irreparabile: in tempi che normalmente preferisce non ricordare Sam Wilson si
è fatta una discreta esperienza come scassinatore. Gli ci vuole meno di mezzo
minuto per forzare la serratura ed uscire in un corridoio in cui si aprono vari
uffici. Il suo uomo deve essere entrato in uno di questi ma quale? È riuscito a
beffarlo per ora, ma lui avrà la sua rivincita.
Una Mercedes scura con le bandiere
della Federazione Russa sul cofano e la targa diplomatica procede verso la sede
dell’Ambasciata Russa. A bordo, sedute sul sedile posteriore, due donne: il
Colonnello Anya Amasova e la Vedova Bianca.
-Hai fatto un buon
lavoro.- dice la Amasova -Peccato che l’interferenza di Fury ti abbia impedito
di completarlo.-
Olga Derevkova si stringe nelle
spalle e replica:
Gli ordini sono
ordini e comunque non mi diverto ad uccidere, è solo il mio lavoro.-
Anya Amasova prende una bottiglia di
vodka, la stappa e ne versa un po’ in un bicchiere che porge all’altra donna.
-Aiuta a dimenticare
i dispiaceri.- dice.
La Vedova Bianca beve tutto d’un
fiato poi chiede:
-Quando parte il mio
volo per Mosca?-
-Domattina, ma tu non
lo prenderai.-
-Cosa?-
Il Teschio Rosso ha
altri piani per te.-
-Il…-
Olga non riesce a completare la
frase. Si sente la testa pesante, gli occhi le si chiudono. Riesce appena a
borbottare:
-La… vodka. Tu… tu…-
Non finisce la frase e reclina il
capo sul poggiatesta del sedile. Anya Amasova le tasta il polso, ascolta il suo
respiro regolare poi dice:
-Non preoccuparti,
mia cara: non ti accadrà nulla di male. Il Teschio Rosso ti considera una
risorsa preziosa e come tutti noi sarai al servizio di un bene superiore.-
Ma la giovane donna non la sta più
ascoltando.-
2.
Il tempo passa ed
anche per gli eroi e le eroine viene il momento del riposo. È una stanca
Elizabeth Mace quella che rientra nella sua casa di Falls Church in Virginia
dopo aver recuperato la sua divisa dei Marines ed aver nascosto il costume e lo
scudo di Capitan America nella sua ampia e capace borsa.
Appena entrata capisce
immediatamente di non essere sola ma non è una presenza ostile quella che
l’accoglie in salotto, tutt’altro. È una donna attraente appena più vecchia di
lei, dai corti capelli castani che indossa camicia e pantaloni dell’uniforme
dell’Esercito degli Stati Uniti.
-Cary!- esclama Liz
correndole incontro.
Le due donne si abbracciano e si
baciano appassionatamente. Quando le loro labbra si staccano Liz dice:
-Sono davvero felice
di vederti.-
-Me ne sono accorta.-
replica sorridendo il Colonnello Carolyn “Cary” St. Lawrence -Beh, per me è lo
stesso. Sei la cosa più bella che mi sia capitata da … beh, forse da sempre.-
-Grazie. Avevo
proprio bisogno di sentirmi parole simili.-
-Brutta giornata?-
-Pessima in un certo
senso, ma non parliamone adesso.-
Quel che accade poi tra le due donne
non è affar nostro, così, con l’appropriata discrezione, salteremo alla mattina
seguente, dove le ritroviamo intente a consumare una robusta colazione mentre
ascoltano il notiziario del mattino. La conduttrice attira improvvisamente la
loro attenzione:
<<Un commando
di terroristi armati ha preso d’assalto il Jefferson Memorial a Washington D.C.
durante l’orario d’apertura. I terroristi erano armati e provvisti di esplosivi
ad alto potenziale che oltre a causare molte vittime tra il personale ed i
visitatori avrebbe potuto ridurre in cenere il famoso monumento. Il disastro è
stato sventato grazie all’intervento di un terzetto di eroi in costume
patriottico evidentemente emuli di Capitan America. I tre hanno sbaragliato i
terroristi senza perdite di vite umano e li hanno consegnati alle autorità. Due
di loro erano al loro debutto e si sono identificati come Minuteman e Yankee
Girl ma la terza era già nota al grande pubblico anche se era scomparsa dalle
scene da qualche tempo. Si tratta di American Dream.>>
-Cosa?- esclama Liz
precipitandosi a guardare lo schermo dove campeggiano le figure di una ragazza
dai lunghi capelli neri vestita con un corsetto a strisce rosse e bianche ed un
mantello blu tempestato di stelle bianche, un uomo alto che indossa un costume
rosso a parte gli stivali, i guanti e la maschera che lascia scoperti i folti
capelli castani e la parte inferiore del volto, tutti di colore blu, ed uno
scudo sul petto che riproduce l’originale bandiera americana. Ad attirare
l’attenzione di Liz è però una giovane donna bionda che indossa un costume
simile a quello di Capitan America ma sgambato e con una profonda scollatura.
-Quella… come si è
permessa?-
-Cosa c’è?- le chiede
Cary.
-C’è un che quella
non può essere American Dream perché la vera American Dream sono io.-
La reazione di Sam Wilson, nel
sentire la notizia mentre si trova nel suo ufficio di Rappresentante del 13°
Distretto dello Stato di New York al Congresso degli Stati Uniti è quasi la
stessa:
-Incredibile!-
-Cosa?- gli chiede il
capo del suo staff, la bionda Nicole Adams -Ti sembra strano che anche
Washington abbia i suoi supereroi?-
-Non è questo. È che
sono comparsi così all’improvviso e proprio al momento giusto.-
-Per essere il figlio
di un Pastore Battista sei decisamente malfidente.-
Il volto di Sam si rabbuia per un
istante mentre replica:
-Mio padre si fidava
troppo del suo prossimo ed è finita che l’hanno ucciso. Ma non parliamo di
questo adesso: credi di potermi trovare qualche notizia in più su quel che è
successo stamattina?-
-Si dà il caso che io
abbia ancora qualche conoscenza nell’amministrazione pubblica.- ribatte Nikki
sorridendo -Credo di poter riuscire a sapere qualcosa che non è stato passato
ai media, ma perché questo interesse?-
-Chiamala curiosità -
-Uhm. Mi accontenterò
per ora ma se scovo qualcosa di davvero interessante mi dovrai un’altra cena.-
Per qualche istante i due si fissano
mentre ripensano a quanto è accaduto quando sono andati a cena insieme l’ultima
volta, poi e Sam a rompere il silenzio:
-Mi sembra un buon prezzo.-
Nikki sorride.
La
cittadina di Cambridge in Massachusetts è la sede di due prestigiose
istituzioni: l’Università di Harvard ed il Massachusetts Institute of
Technology o M.I.T. com’è più familiarmente chiamato. La matricola della Scuola
di Legge di Harvard Roberta Ann Mace sta camminando per il campus intenta ad
una tipica attività dei ragazzi della sua età e non solo: smanettare con il suo
smartphone. È solo per caso che nota la notizia e non può fare a meno di
approfondirla.
Il suo sguardo si fissa
sull’immagine della ragazza sorridente in costume che appare sul display e
mormora:
-Tu non sei mia
sorella, chi diavolo sei?-
3.
La stessa domanda
echeggia nella mente di Nick Fury quasi nello stesso momento.
-Scommetto di sapere
a cosa stai pensando, Nick.- gli dice Laura Brown.
-Davvero?- ribatte
lui, sarcastico.
-Ti stai chiedendo se
la comparsa di quei tre nuovi eroi patriottici in questo momento sia una
semplice coincidenza o se magari non ci sia qualcosa dietro.-
-Oh, qualcosa c’è di
sicuro, Laura, ma non necessariamente un altro piano dell’Hydra.-
Prima che Laura possa aggiungere
altro, una voce arriva dall’interfono:
<<I visitatori
che aspettavate sono arrivati.>>
-Li faccia passare,
Agente Huff.- ordina G.W. Bridge,
Poco dopo entra nella stanza un uomo
dell’apparente età di 35/40 anni, elegante, portamento aristocratico, capelli
brizzolati ed occhiali con montatura di tartaruga, che indossa un completo
grigio ed è accompagnato da un altro uomo più o meno della stessa età, dai
capelli castani, vestito di nero ed anche lui con gli occhiali. Con loro anche
una giovane donna dai lunghi capelli castani. I due uomini hanno l’aria di
burocrati ma la donna sembra una abituata all’azione.
Fury si rivolge all’uomo in nero con
un cenno del capo:
-Charles…-
-Nick… George…-
replica l’altro - Immagino che non conosciate Daniel Whitehall, Terzo
Segretario dell’Ambasciata di Sua Maestà Britannica negli Stati Uniti.-
-Nonché capo degli
agenti del MI6[6] in
territorio americano.- precisa Nick con un sorrisetto.
Whitehall abbozza a sua volta un
sorriso e replica:
-Vedo che è ben
informato, Colonnello, non ne sono sorpreso.-
-È il mio lavoro
sapere le cose.- ribatte Fury -Quanto alla signorina è… -
-Agente Gabrielle
Delatour del D.G.S.E.-[7]
si presenta la donna con un Inglese venato da un inequivocabile accento
francese -Ho sentito molto parlare di lei Colonnello Fury.-
-Non sempre bene,
immagino. Bene, ora che ci siamo presentati, passiamo agli affari comuni.-
-L’Hydra.- dice,
semplicemente Charles Dalton -Non devo dire a te quanto sia pericolosa, Nick.
In genere eravamo soddisfatti di lasciare allo S.H.I.E.L.D. il compito di
contrastarla, ma ora le cose sono diverse. Con questa storia dei cloni ci ha
messo tutti in difficoltà. Non possiamo più fidarci di nessuno.-
-Credevo che voi
della C.I.A. già non vi fidaste mai di nessuno, Mr. Dalton.- commenta,
sarcastica, Laura.
-Questo è diverso,
molto diverso.- ribatte Dalton -Questo pericolo deve essere eliminato a qualunque
costo. Dobbiamo unire i nostri sforzi
per riuscirci..-
-Mai vista la C.I.A.
così collaborativa.- interviene G.W. Bridge.
-Il mio governo è
pronto ad offrire la massima collaborazione.- assicura anche Whitehall in tono
convinto.
-Lieto di sentirvelo
dire perché credo proprio che le cose si faranno più calde d’ora in avanti.-
ribatte Nick.
Nella sede di Washington D.C. della
WFSK TV Ursula Armstrong si alza dalla sua postazione per una pausa in attesa
della prossima edizione del notiziario.
Si sta avviando verso l’uscita dello
studio quando una voce risuona negli auricolari che porta nascosti negli
orecchini:
<<Hai scoperto
nulla?>>
-Non ancora
purtroppo.- ammette a malincuore la bionda giornalista sussurrando per non
farsi sentire.
<<Voglio dei
risultati alla svelta e voglio anche delle informazioni su quelle nuove
supereroine patriottiche. È importante sapere se possono essere delle
potenziali reclute o delle avversarie.>>
-Farò quel che
posso.-
<<Confido che
ne sarai capace.>>
La comunicazione si interrompe e
Ursula sospira. Deve trovare le risposte che Lei vuole a qualunque costo. Mai
che le cose siano facili. Ci è abituata.
Da
qualche parte nell’area metropolitana di Washington D.C. una donna dai capelli
castani scuri e gli occhi grigi elegantemente vestita squadra le due donne e
l’uomo in costume in piedi sull’attenti davanti a lei.
-Ottimo lavoro.- dice
infine -Tutto è andato come previsto.-
-Non è per questo che
ci avete addestrati?- replica la ragazza bionda che si fa chiamare American
Dream.
La donna dai capelli scuri corruga
la fronte, fissa l’altra dritta negli occhi e ribatte:
-Se credi che i tuoi
prossimi incarichi saranno altrettanto semplici, avrai una grossa delusione,
puoi credermi.-
-Mi piacciono le
sfide, Miss. Erskine.-
-Non ti mancheranno,
vedrai..-
4.
Claire
Temple entra nella sede del Distretto di Polizia di Midtown Sud e si rivolge al
Sergente di servizio:
-Mi scusi sono qui
per…-
Non finisce la frase perché una voce
maschile esclama:
-Claire… sei proprio
tu?-
L’attraente afroamericana si volta
in direzione della voce e vede venire verso di lei un uomo bianco dai capelli e
baffi scuri appena venati di grigio.
-Ciao Rafe.- lo
saluta -Ne è passato di tempo.-
-Ma è sempre un
piacere vederti. Come mai qui?- replica il Capitano Rafael Scarfe.
-Ho saputo che Big
Ben Donovan è trattenuto qui. Che gli è successo?-
-Ha avuto la
disgraziata idea di sfondare a calci la porta di un appartamento nei pressi di
Times Square.-[8]
-L’appartamento di
chi?-
-Una ragazza di nome
Belinda Browne, meglio conosciuta come Brownie, una delle ragazze della
scuderia di Black Mariah. Sapevi che era tornata in città?-
Claire è scossa da un brivido mentre
Scarfe prosegue:
-Ha cambiato tipo di
attività: adesso si occupa di prostituzione.-
Sì, lo so.- dice
Claire in un sussurro -Era anche lei in quell’appartamento?-
-No ma c’era il
figlio di Big Ben. Pare che se l’intenda con quella ragazza.-
-Allora è questo…-
-Questo cosa?-
-Nulla. Allora Big
Ben è in arresto?-
-No. La ragazza non
ha voluto sporgere denuncia. L’ho comunque fatto trattenere per un po’ per fargli
calmare i bollenti spiriti.-
-Bene, sono venuta a
prenderlo.-
-Perché, Claire?
Perché una donna come te si preoccupa di un tipo come quello?-
-È complicato, Rafe,
te lo spiegherò un’altra volta.-
Scarfe da un ordine al sergente e
dopo pochi minuti ecco arrivare Big Ben Donovan che subito si rivolge al
Capitano:
-Ho intenzione di
denunciare te e tutto il Dipartimento di Polizia per arresto arbitrario,
Scarfe. Ti porterò via anche le mutande.-
In quel momento il massiccio
avvocato si accorge della presenza di Claire e la sua espressione feroce si
stempera in un sorriso mentre esclama:
-Claire! Sei venuta
per me? Che onore!-
-Piantala di fare il
buffone, Big Ben.- ribatte lei -Vieni, ti accompagno a casa così mi assicurerò
che tu non faccia altre sciocchezze.-
-Non potrei avere
scorta migliore. Mi è tornato il buon umore, Scarfe. Credo che lascerò perdere
la mia causa milionaria contro il Dipartimento.-
Senza dare tempo a Scarfe di
replicare Big Ben prende Claire a braccetto e si avvia all’uscita.
-Cosa ti è saltato in
mente, si può sapere, brutto bestione?- lo apostrofa Claire una volta fuori.
-Sono un tipo
impulsivo, lo sai, Claire.- si difende lui.
-Impulsivo e stupido
direi.-
In quel momento un’attraente giovane
donna afroamericana dai capelli corti che veste un tailleur bordeaux si
avvicina alla coppia e si rivolge a Big Ben:
-Mi scusi, lei è Big
Ben Donovan?-
-Conosci forse
qualcun altro come me, bambola?- ribatte lui sogghignando.
La donna fa una smorfia di disgusto
e replica:
-Mi auguro proprio di
no! Sono l’Avvocato Samantha Joyce, dello Studio Bale & Associati, e ci
tenevo a consegnarla personalmente questa.-
Senza
tanti complimenti la donna gli mette in mano dei fogli e dice:
-Questo è un ordine
restrittivo del Giudice Watson con cui le si ingiunge di tenersi a più di cento
metri di distanza da Benjamin Donovan Jr, dalla sua abitazione, dal suo ufficio
e da qualunque altro luogo lui dovesse frequentare per motivi di lavoro o
privati.-
Big Ben scorre in fretta i fogli e
borbotta:
-Vi siete mossi in
fretta,-
La
ragazza fa un sorriso compiaciuto e replica:
-Noi di Bale &
Associati siamo noti per la nostra efficienza.-
-Ed il vostro capo ha
fama di non perdere mai una causa, lo so bene, ma anche io sono un tipo tosto,
sa?-
-So molte cose di
lei, Big Ben Donovan. E quasi nessuna piacevole ma non mi spaventa.-
Samantha Joyce si volta e se ne va.
Big Ben la osserva e commenta:
-Tipino pepato. Deve
essere brava nel suo lavoro ed ha pure un bel culetto.-
-Big Ben!- esclama
Claire -Perché devi essere sempre così… così…-
Lui sogghigna e ribatte: -Te l’ho
già detto una volta, Claire, non sono un bravo ragazzo.-
Claire sospira.
La Base Navale di Norfolk in
Virginia è la più grande di tutti gli Stati Uniti e quando le capita di
visitarla Elizabeth Mace non può fare a meno di riflettere su come sia una vera
e propria città nella città, con le sue regole, i suoi riti e magari anche i
suoi segreti.
Uno di questi segreti riguarda
l’uomo che Liz è venuta a trovare e che rimane sorpreso nel vederla quando apre
la porta del suo alloggio.
-Liz!- esclama il
Tenente di Marina Franklin Mills -Non mi aspettavo una tua visita.-
-Possiamo parlare
Frank?- gli chiede lei seria.
-Ma certo.- risponde
lui facendola entrare -Scusa il disordine. Sai come sono gli alloggi da scapoli.
Vediamo se indovino: non sei qui per accertarti se sono pronto a riprendere
servizio, ed incidentalmente lo sono, ma per sapere se so qualcosa su quel
gruppetto di supereroi patriottici che debuttato ieri, una delle quali si fa
chiamare American Dream, l’alias che avevi adottato tu prima di diventare
Capitan America, non è così?-
-E lo sai?-
-Me lo chiede il mio
superiore gerarchico Maggiore dei Marines o l’amica?-
-Smettila, Frank,
dovresti conoscermi: ho protetto il tuo segreto come tu hai protetto il mio,
ricordi? Sono qui perché voglio il tuo aiuto.-
Mills abbozza un sorriso e risponde:
-La mia risposta è
no: nel programma di addestramento che mi ha reso il Comandante America non
c’era nessuno che somigliasse a quei tre e se sono frutto di un altro progetto
segreto governativo… beh, è segreto anche per me.-
-E mi aiuterai a
scoprire qualcosa in più?-
-Non devi nemmeno
dirlo. La cosa interessa anche me. Tutto quel che volevo era il bene del mio
paese ed invece sono stato manipolato e reso un burattino obbediente almeno
finché tu non mi hai aiutato a tornare me stesso.[9]
Se la cosa si sta ripetendo, voglio impedirla quanto te.-
-Sono felice di
sentirtelo dire.-
E potrò anche tenerti d’occhio nel
caso tu non ti sia davvero rimesso come affermi, pensa Liz.
In un locale di Washington D.C.
Nikki Adams siede ad un tavolino d’angolo sorseggiando un caffè e tamburellando
con le dita sul ripiano.
Un uomo dai capelli e barba castani
la raggiunge dicendo:
-Mi scusi per il
ritardo, Miss Adams.-
-Non importa.-
replica lei -tendendogli Capisco bene che il Vice Direttore del F.B.S.A. deve
avere un’agenda molto fitta -
-Non sa quanto. In
ogni caso ho fatto un po’ di ricerche …e non ho trovato nulla.-
-Cosa?-
-Nessuna traccia di
quei terroristi bloccati da quei tizi col costume patriottico. A quanto pare
sono stati presi in custodia da due tizi qualificatisi come agenti del
Dipartimento della Sicurezza Interna e poi sono svaniti.-
-Che vuol dire:
svaniti?-
-Che non se ne trova
traccia in nessuna prigione locale o federale, Tutti i miei tentativi sono
approdati a nulla.-
-Com’è possibile?-
-Possono essere stati
portati in qualche prigione “fantasma”. Non sarebbe la prima volta.-
Consegnati alla C.I.A. e trasferiti
segretamente all’estero in spregio ai loro diritti civili? Non sarebbe davvero nulla
di nuovo, pensa, amaramente, Nikki.
-Posso chiederle
perché il Congressista Wilson si interessa a questa vicenda?- aggiunge Norriss.
-Pura e semplice
curiosità, suppongo.- risponde Nikki che si sta facendo la stessa domanda.
5.
Il silenzio è come
una cappa tra Liz Mace e Franklin Mills ma è lei a romperlo ancora una volta.
-Vorrei sapere qualcosa
di più su come e perché sei diventato il Comandante America.-
-Non c’è poi molto da
dire: io…-
Prima
che Mills possa proseguire il telefono di Liz trilla.
-È Nick Fury.- dice
lei -Vuole che lo raggiunga immediatamente a Washington. Mi chiedo perché.-
-Vuoi che ti
accompagni?-
-Temo che l’invito
non si estenda a te, Frank. Dovrò avvertire Falcon, però. Fury vuole anche
lui.-
-Guai in vista,
quindi.-
-È la storia della
mia vita da un po’ di tempo a questa parte.- commenta amaramente Liz.
La stanza è immersa nella penombra
mentre un uomo che veste un doppiopetto scuro indica dei volti che scorrono su
un maxischermo fissato ad una parete, un bianco e due afroamericani, e
scandisce i loro nomi:
-Andrew Bolt, attuale
Senatore supplente dello Stato di New York, Samuel T. Wilson, Rappresentante
del 13° Distretto dello Stato di New York al Congresso, entrambi puntano ad
essere rieletti. Joshua Cooper, candidato al seggio di Rappresentante del 7°
Distretto di New York lasciato libero da Bolt quando è stato nominato Senatore
al posto di Ralph Brickman. Nessuno di loro deve vincere, mi sono spiegato?-
Un uomo in costume in piedi davanti
a lui risponde:
-Li consideri già
morti.-
La giovane donna nota come Vedova
Bianca è distesa priva di sensi su un lettino e viene scrutata da un uomo che
ha una decisa rassomiglianza con Albert Einstein.
-Non mi avete dato un
compito facile per il poco tempo che mi avete concesso.- borbotta.
-Lei è un uomo di
talento, Professor Pchelintsov, un vero genio nel campo della cosiddetta
psicotecnica. Sono certo che saprà raggiungere il risultato che desidero anche
se il tempo che ha a disposizione è poco.-
A parlare è stato un uomo che
indossa una tuta verde con disegnato all’altezza del petto il simbolo della
falce e martello rosso, come rossa è l’inquietante maschera a forma di teschio
che gli copre il volto.
Il Professor Grigor Ivanovitch
Pchelintsov coglie l’implicita minaccia nelle parole del suo interlocutore e
replica:
-Farò ciò che devo,
Compagno Teschio Rosso.-
CONTINUA
NOTE
DELL’AUTORE
Ci sono un po’ di
cose da dire, quindi non perdiamo tempo.
1)
Rafael Scarfe è un personaggio creato da
Chris Claremont & Pat Broderick su Marvel Premiere #23 datato agosto 1975.
2)
Samantha Joyce è stata creata da Tom De
Falco & Ron Frenz su Thor Vol. 1° #414 datato febbraio 1990.
3)
Daniel Whitehall, invece, è stato creato
Jonathan Hickman & Stefano Caselli su Secret Warriors #11 datato febbraio
2010. La mia versione è un misto di quella dei fumetti e di quella vista nel
telefilm Agents of S.H.I.E.L.D.
4)
Grigor Ivanovitch Pchelintsov è stato
creato da Richard K. Morgan su Black Widow Vol. 3° #4 datato febbraio 2005.
5)
Charles Dalton è stato creato da Nick
Spencer & Luke Ross su Secret Avengers Vol. 2° #5 datato agosto 2013.
6)
Gabrielle Delatour è una mia creazione
originale.
Cosa vuole il Teschio
Rosso dalla Vedova Bianca? Quale sarà la prossima mossa. Cosa si nasconde
dietro l’arrivo dei nuovi eroi patriottici? Un po’ di risposte nel prossimo
episodio.
Carlo
[1]Federal'naya Sluzhba Bezopasnosti.
[2] Capo della sezione permanente in un paese straniero di uno dei servizi segreti russi.
[3] Glavnoye Razvedyvatel'noye Upravleniye. Direzione Principale Informazioni, il servizio segreto militare russo.
[4] Nell’episodio #93 e in Nick Fury #11.
[5]Nell’episodio #94.
[6] Nome non ufficiale del Secret Intelligence Service, ovvero l’agenzia di spionaggio all’estero del Regno Unito
[7] Direction Générale de la Sécurité Extérieure, il servizio di spionaggio all’estero francese.
[8] Vedi ultimo episodio.
[9] Come visto nell’episodio #91.