N° 88
1.
Harlem, Manhattan, New York City. Martedì
ore 20:42 Ora della Costa Orientale degli Stati Uniti.
La
prima cosa che viene in mente a Liz Mace, alias Capitan America è che ha
indubbiamente un talento naturale per cacciarsi nei guai.
Prendiamo
la situazione attuale: un energumeno afroamericano decisamente più forte di lei
sta provando a strangolarla.
Come
ha fatto a finire in una situazione simile? Mentre la vista le si annebbia, la
sua mente torna indietro al recente passato.
Civic Center, Manhattan, New York City. Lunedì,
ore 11:48 Ora della Costa Orientale degli Stati Uniti.
Capitan
America entra nel palazzo federale di New York intitolato al Senatore Jacob J.
Javits e si ferma davanti ad una stupita guardia mostrando la sua communicard
di Vendicatore.
-Sono attesa.- si limita a dire.
Con
passo deciso si avvia agli ascensori ignorando gli sguardi che si posano su di
lei, sia di quelli che sono sorpresi di vedere una supereroina, che di coloro
che sono impressionati da una bella donna che indossa un costume che lascia
poco spazio all’immaginazione.
Senza
dare alcuna impressione di badarci, Liz Mace entra in un ascensore e preme un
tasto. Poco dopo esce al piano degli uffici del F.B.S.A. dove trova ad
attenderla un attraente e ben vestito afroamericano sulla quarantina affiancato
da una donna decisamente più giovane e di evidenti origini caraibiche,
portoricane per l’esattezza, che indossa una camicetta di seta e dei pantaloni
di pelle.
-Benvenuta Capitano.- la saluta l’uomo -Sono
il Vice Direttore Derek Freeman e lei è l’Agente Speciale Supervisore Angela
Del Toro.-
-Occhio di Falco parla molto bene di lei
Agente Del Toro.- dice Cap mentre stringe la mano della donna.
-Ne sono lusingata.- replica lei -Ma immagino
che non sia qui solo per riferirmi dei complimenti.-
-Dritta al punto eh? Mi piace. In effetti, ha
ragione, come ho accennato al telefono al Vice Direttore Freeman, sono qui per
Mitraglia. Ieri mi sono scontrata con lui e poi l’ho consegnato alla Polizia.[1]
Oggi ho saputo che è scomparso e la cosa non mi piace.-
-Ho fatto qualche ricerca dopo che mi ha
chiamato.- interviene Freeman -Pare che l’ordine di scarcerazione venga da un
giudice federale ma non sono riuscito a saperne di più. Questioni di Sicurezza
Nazionale dicono.-
-Mitraglia era un cecchino in un’unità
speciale della C.I.A.- aggiunge Angela Del Toro -Potrebbe esserci di mezzo
proprio l’Agenzia.-[2]
-Se è così, se lavora ancora per loro…-
conclude Liz -… allora adesso potrebbe essere all’estero. Non ha molto senso
però: perché la C.I.A. avrebbe dovuto commissionargli l’assassinio del Boss del
Crimine di Harlem e farlo aiutare da Lapide? Non è nel suo stile.-
-Li conosci bene quelli della C.I.A.?- chiede
ancora Angela.
-Più di quanto mi piacerebbe e al tempo stesso
meno di quanto mi sarebbe utile.- replica Cap.
Non
è il caso di far sapere loro che nella sua identità di Maggiore dei Marines è
anche un’agente della D.I.A.[3]
l’omologo militare della C.I.A. con cui non corre esattamente buon sangue.
-L’ultima volta che ho sentito parlare di
Lapide era in prigione in attesa di processo. Come fa ad essere libero?- chiede
ancora.
-Non riusciamo a capirlo.- ammette,
imbarazzato, Freeman -Diciamo che… è stato perso durante un trasferimento dalla
Volta a New York per il suo processo.-
-Come sarebbe a dire?-
-Che è partito ma non è mai arrivato e con lui
gli agenti che lo scortavano.-
Decisamente
c’è qualcosa che non va. Liz pensava di averla fatta finita coi complotti dopo
la fine del Consorzio Ombra ma ora capisce di essersi sbagliata.
Upper West Side, Manhattan, New York City. Lunedì,
ore 15:25 Ora della Costa Orientale degli Stati Uniti.
Claire
Temple spinge un’imponente porta a vetri e si ritrova in un atrio grande quanto
tutto il suo ambulatorio medico a Hell’s Kitchen.
La
sede newyorkese dello Studio Legale Bale & Associati è davvero
impressionante. Solo a leggere tutti i nomi degli avvocati che ci lavorano,
scritti sulla targa all’ingresso, ci si perderebbe l’intera giornata, pensa
Claire.
-Come posso aiutarla?- le chiede la
receptionist.
-Mi chiamo Claire Temple e vorrei parlare con
l’Avvocato Benjamin Donovan.-
-Aveva un appuntamento, Mrs. Temple?-
-Dottoressa Temple.- precisa Claire -E no, non
ho appuntamento, io… ho deciso all’ultimo momento.-
-Capisco. Purtroppo ha fatto un viaggio a
vuoto: l’Avvocato Donovan non è venuto oggi.-
Claire
tace e riflette: forse, dopotutto, Big Ben Donovan non era così paranoico su
suo figlio come le era sembrato.
2.
Harlem, Manhattan, New York City. Martedì
ore 20:43 Ora della Costa Orientale degli Stati Uniti.
Dicono
che mentre stai per morire tutta la tua vita ti passi velocemente davanti agli
occhi. Per Capitan America che cerca di divincolarsi da una stretta mortale le
sole immagini che contano sono quelle delle ultime 24 ore.
Come
ha fatto a trovarsi in questo guaio?
Harlem, Manhattan, New York City. Lunedì,
ore 18:32 Ora della Costa Orientale degli Stati Uniti.
I
due uomini, entrambi afroamericani, sono l’uno di fronte all’altro. Uno, dalla
corporatura massiccia siede dietro una scrivania e l’altro, più basso e dal
fisico atletico, è in piedi davanti a lui.
-Non devi prendertela troppo.- dice quello
seduto -Avrai un’altra occasione con Faccia di Pietra.-
-Avrei potuto eliminarlo se Capitan America e
Falcon non avessero interferito.- ribatte l’altro in tono cupo -Perché non
capiscono che stiamo dalla stessa parte? Che il mio è il solo modo per trattare
quei delinquenti?-
L’uomo
alla scrivania sospira: quello che i media hanno soprannominato Cacciatore Notturno
sta diventando sempre più nervoso e violento e lui teme di sapere il perché, ma
teme anche di non poterci fare nulla se non indirizzare la sua rabbia verso
bersagli degni.
Porge
all’altro il suo Starkphone su cui campeggia una la foto di un afroamericano
dai capelli acconciati in stile rasta che indossava una tuta verde.
-Conosci quest’uomo?-
-Lo riconosco dai file che mi hai fatto
studiare: è un sicario professionista di nome Willie Edmond. Dicono che ora
lavori con Hood.-
-E non è tutto: una mia fonte alla Polizia mi
ha fatto sapere che in realtà è Willis Stryker, quello che chiamavano
Diamondback. Immagino che ti ricordi di lui.-
-Certo, ma è morto anni fa in uno scontro con
Cage[4] e questo qui non gli somiglia neanche un
po’.-
-La chirurgia estetica fa miracoli oggigiorno.
Dicono che sia tornato a Harlem e che il suo bersaglio sia Boss Morgan. Tutti
vogliono il suo posto a quanto pare.-
-Li troverò e li sistemerò entrambi.-
-Trovare Morgan è facile.-
-Stavolta non sbaglierò mira.-
L’uomo
alla scrivania è decisamente preoccupato.
Quantico,
Virginia, Mercoledì, ore 17:20. Ora della Costa Orientale degli
Stati Uniti.
Il massiccio uomo dai
capelli, barba e baffi rossi che veste un completo gessato verde si alza
dall’ampia poltrona che lo ospita e degnando appena di uno sguardo il ragazzo
disteso, apparentemente addormentato, sul divanetto davanti a lui si avvicina
ad un grande specchio che occupa un’intera parete poi con voce stentorea dice:
-Con lui ho finito, portatemi la ragazza adesso!-
La
porta si apre e nella stanza entra un uomo giovane dai capelli biondi tagliati
a spazzola, occhiali spessi, che indossa un completo marrone e un papillon
rosso.
-Non è in posizione di dare ordini Dottor
Faustus, devo ricordarglielo?-.
L’altro
uomo scrolla le spalle nei limiti in cui riesce a farlo.
-Sciocchezze. Mi avete portato qui perché sono
l’unico che può deprogrammare Jack Flag e Spirito Libero saltando anni di
terapie. Io lo so e lo sa anche lei. Direttore Sitwell, quindi non perda tempo
in stupide discussioni e mi faccia portar qui la ragazza.-
-Come posso fidarmi?- replica Jasper Sitwell,
Direttore del F.B.S.A.
-Non può ma è costretto dalle circostanze a
farlo- ribatte il Dottor Faustus con un sorriso raggelante -Dunque?-.
Sitwell
sospira. Faustus ha ragione: ha fatto un patto col Diavolo ed ora non può che
rispettarlo.
3.
Harlem, Manhattan, New York City. Martedì
ore 20:43 Ora della Costa Orientale degli Stati Uniti.
La
donna che porta il nome e la responsabilità di Capitan America sente il respiro
mozzarsi in gola mentre l’uomo che la stringe sembra ormai in procinto di
spezzarle il collo. Con un ultimo sforzo colpisce il suo avversario nel bel
mezzo dell’inguine.
Il
massiccio afroamericano, 2 metri e 10 di altezza per 145 chili di peso, barcolla
all’indietro lasciando la presa, poi espira e fa un sorriso maligno.
-Non male ragazzina.- dice -Sai anche giocare
sporco e la cosa mi piace. Ci divertiremo davvero insieme.-
Detto
questo, la carica a testa bassa.
Da
qualche parte a Washington D.C. Mercoledì, ore 11:30 Ora della Costa Orientale
degli Stati Uniti.
Battlestar
è decisamente nervoso. Non solo ha scoperto che la donna che l’ha riportato
negli Stati Uniti in realtà è la supercriminale chiamata Moonstone, che a
quanto pare ha di recente ottenuto l’immunità per i suoi crimini ed ora
collabora in qualche modo col Governo, ma gli altri due membri della squadra di
cui gli hanno chiesto di far parte, un afroamericano come lui vestito in pelle
nera e gli occhi coperti a occhiali a specchio e una donna dai capelli rossi
che lo guarda come un gatto guarderebbe un canarino, lo inquietano non poco. La
sua ansia di riscatto lo ha portato ancora una volta troppo oltre?
Improvvisamente
una porta si apre e nella stanza entra un uomo su una sedia a rotelle.
-Lei?- esclama Lemar Hoskins.
-Non essere così sorpreso, Battlestar.-
ribatte il nuovo venuto -Dovresti sapere che sono duro da uccidere ed anche se
ho riportato qualche danno, non sono stato spezzato, come puoi vedere.-
-E così c’è lei dietro a tutto questo,
perché?-
-Saprai tutti i dettagli a tempo debito. Per
ora ti basti sapere che tu, Moonstone Mitraglia e l’Agente Zero siete stati
selezionati per far parte di un’unità molto speciale e che il vostro compito sarà
salvaguardare la sicurezza nazionale.-
Battlestar
si morde le labbra e tace. Sa che l’uomo davanti a non ascolterebbe le sue
obiezioni, ma pensando ai suoi compagni, una donna totalmente amorale, un
killer dai nervi d’acciaio e una probabile psicopatica, si sente ancora più preoccupato.
Midtown, Manhattan, New York City. Lunedì,
ore 21:00 Ora della Costa Orientale degli Stati Uniti.
Liz
Mace sta cenando quando riceve una telefonata. Uno sguardo al numero e sorride.
-Ciao.-
<<Alla fine ho deciso di
chiamarti.>> dice la donna all’altro capo del microfono.
Se
non lo trovasse impensabile, Liz giurerebbe che Carolyn St. Lawrence, detta
Cary, Colonnello dell’Esercito degli Stati Uniti con fama di dura, è
imbarazzata.
-Hai fatto benissimo.- le risponde -Volevo
farlo io, ma… diciamo che sono stata impegnata.-
<<Ho sentito dei tuoi exploit a New
York. Nulla di così eclatante come impedire un’invasione aliena[5]
ma abbastanza da finire sui notiziari.>>
-Avrei preferito tenere un basso profilo ma è
stato impossibile.-
<<Disse quella che va in giro con un
costume attillato coi colori della bandiera.>>
-Toccata. Come vanno le cose a Camp Lehigh?-
<<Nulla di importante. Tutto è
tranquillo da quando il Consorzio Ombra è stato neutralizzato, troppo
tranquillo,mi sto annoiando. Se fossi a New York con te magari avrei un po’
d’azione.>>
-Piacerebbe anche a me se fossi qui.-
<<Davvero?>>
-Non scherzo su cose così serie.-
E
questa è una cosa seria, pensa Liz. Non aveva mai seriamente pensato all’idea
di una relazione sentimentale, o anche solo sessuale, con un’altra donna, ma
ora che è capitato tra lei e Cary, le sembra una cosa del tutto naturale. Non
ha idea di come andrà a finire ma sarà sicuramente interessante scoprirlo.
4.
Harlem, Manhattan, New York
City. Martedì ore 20:45 Ora della Costa Orientale degli Stati Uniti.
L’energumeno
carica come un toro ma Capitan America salta e l’uomo piomba contro il vicino
muro. La cosa, però, non sembra avere grande effetto. Si rialza sempre con quel
ghigno feroce sul volto.
-Vuoi proprio farmi divertire, piccola.- dice.
Dev’essere
pieno di steroidi, riflette Liz, oppure è stato superpotenziato dal Power
Broker o simili. Beh, non importa: quando ha deciso di indossare un costume
sapeva bene che le cose non sarebbero state facili. Gli lancia contro lo scudo
e lo sbatte di nuovo a terra.
Ancora
una volta il suo avversario si rialza. Ma di cosa è fatto?
Harlem, Manhattan, New York City. Martedì
ore 20:40 Ora della Costa Orientale degli Stati Uniti.
Il
Cacciatore Notturno osserva il ristorante di Morgan attraverso un teleobiettivo
molto potente. Stavolta non sbaglierà, pensa. No,stavolta ucciderà quel
farabutto che si nasconde dietro un’aria di finta rispettabilità e l’ultima
volta si è fatto scudo di una donna.
Deve
solo avere pazienza. Ecco, ora lo ha inquadrato per bene e non ci sono
innocenti che possono andarci di mezzo. Deve solo premere il grilletto.
Il
verso di un falco e poi artigli che gli
feriscono la mano gli fanno perdere la presa sul fucile proprio mentre spara
deviando anche il proiettile.
Il
Cacciatore Notturno si volta di scatto per trovarsi di fronte proprio chi si
aspettava.
-Falcon!- esclama -Perché difendi un farabutto
come Morgan?-
-Non mi piacciono gli omicidi.- è la secca
risposta del supereroe afroamericano.
-Non sarebbe un omicidio ma un atto di
giustizia.-
-E chi ti ha nominato giudice, giuria e boia?
Ora da bravo, alzati e seguimi senza fare storie.-
-No! Non m’impedirai di fare il mio lavoro!-
Con
uno scatto che prende Falcon di sorpresa il Cacciatore Notturno gli si avventa
contro,
Harlem, Manhattan, New York City. Martedì
ore 20:41 Ora della Costa Orientale degli Stati Uniti.
Il
proiettile fischia vicino a Morgan andando a conficcarsi nella parete alle sue
spalle. Il boss criminale ha un senso di dejà vu ricordandosi di quando un
simile tentativo finì con la morte di una giovane giornalista che si prese un
proiettile destinato a lui.[6]
Anche
stavolta non ci è rimasto per un soffio. Per fortuna ha preso le sue
precauzioni.
-Trova quel figlio di puttana e uccidilo!-
grida al microfono del suo auricolare.
La
sua richiesta è sentita da un uomo grande e grosso che è fermo su un tetto
vicino.
-L’ho visto, ma pare che se ne stia occupando
Falcon.- replica.-
<<Non m’importa.>> ribatte Morgan
<<Fallo fuori, uccidili tutti e due!>>
-Nessun problema, ma la tariffa aumenta,
Falcon è un osso duro.-
-E non hai ancora visto me all’opera.-
A
parlare è stata Capitan America che gli balza davanti.
-Ma guarda, Miss Bandiera in persona, sono
onorato.- replica l’uomo sfoderando un sorriso che mostra denti metallici.
Muovendosi
più rapidamente di quanto Liz Mace si aspettasse, l’uomo le piomba addosso
stringendola contro una parete vicino alla porta del tetto, poi l’afferra per
la gola e comincia a stringere.
-Nulla di personale.- le dice con voce
sinistramente calma -Ma tu stai interferendo col mio lavoro ed anche se sei uno
schianto di ragazza, non posso permettertelo.-
E
mentre dice così, comincia a stingerle il collo sempre più forte.
5.
Harlem,
Manhattan, New
York City. Martedì ore 20:47 Ora della Costa
Orientale degli Stati Uniti.
Falcon e il Cacciatore Notturno rotolano sul tetto
avvinghiati l’uno all’altro. L’uomo in nero sferra un pugno al supereroe che lo
evita di misura. Gli allenamenti con Steve Rogers sono stati, come sempre,
utilissimi pensa Sam Wilson.
Con
una mossa che gli ha insegnato proprio l’originale Capitan America, proietta il
suo avversario sopra la sua testa e l’altro atterra con grazia e agilità poco
distante.
È
un buon combattente, pensa Falcon controbattendo ai suoi assalti. Ha
evidentemente studiato arti marziali ed usa tecniche miste. È anche evidente
che ha molta rabbia in corpo e questo è un male… per lui.
Alla
fine un colpo di Falcon va a segno sbattendo il Cacciatore Notturno a terra e
l’eroe lo stringe per il bavero.
-Hai perso.- gli dice -Arrenditi.-
-Mai!- ribatte l’altro.
Con
una mossa rapida ed improvvisa afferra Sam e si getta all’indietro. Il
risultato è che entrambi cadono oltre il bordo del tetto.
Falcon
resta disorientato solo per un attimo poi riprende l’assetto di volo. Si tuffa
dietro al suo avversario solo per scoprire che è scomparso.
-Ma che…?-
Non
si è schiantato al suolo. Doveva avere qualche mezzo per rallentare la caduta e
poi…
Una
finestra rotta gli fornisce l’ultima risposta: è entrato nell’edificio e se si
è procurato degli abiti civili ora può essere dovunque.
La
partita è solo rimandata.
Harlem,
Manhattan, New
York City. Martedì ore 20:47 Ora della Costa
Orientale degli Stati Uniti.
L’uomo
davanti a lei estrae un pugnale affilato, del tipo in dotazione alle forze
speciali dell’Esercito degli Stati Uniti. Cap ne è certa. Il suo avversario è
dunque un ex militare oppure se l’è procurato in qualche altro modo? Sono
domande che dovranno aspettare una risposta.
-Non ho mai sbudellato una supereroina prima
d’ora, ma c’è sempre una prima volta per tutto.-
-Beh, non sarà questa.- ribatte Liz evitando
un fendente.
Decisamente
addestramento militare, pensa, unito a tecniche di lotta di strada, chiunque
sia questo tizio è decisamente un osso duro.
Capitan
America sferra un colpo col taglio della mano al polso del suo avversario
facendogli perdere la presa sul coltello che poi allontana con un calcio,
quindi lo colpisce ripetutamente con calci
e pugni senza dargli tregua.
-Cadi, maledetto, cadi!- grida.
E
alla fine il colosso cade e Liz si appoggia
ad una parete tirando il fiato. Ha vinto ed è ciò che conta.
Harlem, Manhattan, New York City. Martedì
ore 21:02 Ora della Costa Orientale degli Stati Uniti.
Morgan
ignora le occhiate dei poliziotti e si avvicina a Capitan America in piedi
assieme a Falcon davanti al suo ristorante.
-Pare che debba ringraziarti ancora una volta
per avermi salvato la vita.- le dice.
-È stato tutto merito di Falcon.- ribatte Liz
Mace -Sono stati lui e Redwing a fermare in tempo il Cacciatore Notturno.-
-E così è stato lui a tentare di uccidermi? Non
capisco cosa possa avere contro…-
-Un onesto imprenditore come te? Me lo chiedo
anch’io.- replica, sarcastico, Falcon.
Morgan
rimane in silenzio ed è di nuovo Cap a rivolgersi a lui:
-Quel tipo sul tetto con cui mi sono
battuta...- indica il massiccio afroamericano che viene fatto salire su un
furgone cellulare poco distante -… lavora per te?-
Morgan
scrolla le spalle e replica:
-Come ha detto bene Falcon, io sono solo un
onesto imprenditore e non so nulla di sicari e robe simili.-
-Certo, come no.- ribatte ancora Falcon.
Il
boss di Harlem gli volta ostentatamente le spalle e rientra nel suo ristorante.
-Un giorno o l’altro riuscirò ad inchiodarlo.-
dice Sam Wilson con tono di evidente frustrazione.
-Lo vogliamo tutti.- interviene il Sergente
Lou Snider del 28° Distretto -Ma intanto dobbiamo accontentarci di ciò che
abbiamo.-
-Avete identificato quel tipo di cui dicevo a
Morgan?- chiede Liz.
-Stiamo aspettando un responso dall’IAFIS. [7]
Lui non parla,-
-Posso dirvi che è del Sud, Florida o
Louisiana probabilmente e che è stato nelle Forze Speciali.-
-Se è così, tra pochi minuti sapremo tutto di
lui.-
-Ma intanto ci è sfuggito il Cacciatore
Notturno… ancora una volta.- commenta Falcon.
-Ma non per molto.- interviene la Detective
Stacy Dolan -Abbiamo recuperato il suo fucile e con un po’ di fortuna
scopriremo dove è stato acquistato e da chi.-
-E non è tutto.- aggiunge il Detective Peter Suschitziky della C.S.U.[8]
-Abbiamo trovato tracce del sangue e della pelle che il Cacciatore ha perso
quando il tuo falco l’ha ferito. Se il suo DNA è nel CODIS[9]
la sua identità non sarà più un segreto.-
Sarebbe
una buona notizia una volta tanto, pensa Sam Wilson.
EPILOGO UNO
Harlem, Manhattan, New York
City. Martedì ore 22:15 Ora della Costa Orientale degli Stati Uniti.
Morgan
non riesce a rilassarsi ed ha le sue buone ragioni. Dalla caduta del
Coordinatore[10]
gli attentati alla sua vita sono aumentati e neanche gli altri boss sono messi
meglio. I capi delle Triadi e della mafia ucraina di New York sono morti in un
attentato dinamitardo durante un vertice.[11]
E Silvermane è stato assassinato nella sua cella nel carcere federale di
Manhattan dove attendeva uno dei tanti processi a suo carico.[12]
Morgan
non sa se Hood è responsabile di
entrambi gli attentati ma non ha intenzione di correre rischi, nei prossimi
giorni si terrà ben nascosto ed intanto preparerà le sue contromosse.
Chi
vuole farlo fuori, che sia Hood, Faccia di Pietra o chiunque altro, dovrà
pentirsene amaramente.
EPILOGO DUE
Quantico,
Virginia, Giovedì, ore 16:40 Ora della Costa Orientale degli Stati Uniti.
Il
Dottor Faustus sorride soddisfatto.
-Ho finito.- annuncia
-Ne è davvero sicuro?- chiede uno scettico
Jasper Sitwell -Le sono bastati due giorni?-
-Ci ho messo troppo, è vero.- replica il
massiccio psichiatra criminale con apparente noncuranza -D’altra parte chi
aveva fatto il lavaggio del cervello a quei due ragazzi ha usato tecniche molto
avanzate di manipolazione mentale. Lo so, molte le ho inventate io.-
-E a chi le ha vendute?- chiede Maria Hill,
Vice Direttore del F.B.S.A.
-Non le ho vendute, le ho insegnate.- ribatte
Faustus -Per un adeguato compenso, ovvio.-
-E ci darà tutti i nomi. Fa parte del patto.-
ribadisce Sitwell.
-Quelli che conosco, certo. Ora mi aspetto che
voi manteniate la vostra parte degli accordi.-
-Faremo esaminare Spirito Libero e Jack Flag a
dei nostri esperti e se daranno il via libera…- Sitwell sospira -… sarà
trasferito al Centro Federale di Detenzione di Manhattan.-
Il
sorriso di soddisfazione di Faustus si accentua. Le cose stanno andando
esattamente come previsto.
FINE?
NOTA DELL’AUTORE
Cosa
dire di quest’episodio? Poco, quindi diciamole tutte e subito:
1)
Il Cacciatore Notturno, come ho già avuto modo di dire, deriva da
un’idea di Fabio Volino a cui è dato il giusto credito. Chissà se sarà
soddisfatto non solo di come l’ho sviluppata ma anche dell’epilogo che ho in
mente?
2)
Chi è l’avversario ancora senza nome con cui si è scontrata Capitan
America in quest’episodio? Alcuni di voi potrebbero averlo capito da alcuni,
scarni, indizi dati nella storia, gli altri non disperino, ne saprete di più
molto presto, prometto.
3)
E chi è il misterioso individuo che ha radunato Battlestar, Moonstone,
Mitraglia e l’Agente Zero? Quali sono le sue intenzioni? Anche qui un po’ di
pazienza e tutto sarà spiegato.
Il
prossimo sarà un episodio speciale incentrato su Falcon e la caccia al
Cacciatore Notturno, perdonate la cacofonia, ma non mancherà la nostra sta alle
prese con problemi personali e non solo mentre nuovi guai si profilano
all’orizzonte.
Non
mancate.
Carlo
[1] È avvenuto nell’ultimo episodio.
[2] Nomignolo della C.I.A.
[3] Defense Intelligence Agency.
[4] Su Luke Cage Hero for Hire #1 (In Italia su Albi dei Super Eroi, Corno, #7).
[5] Cosa a cui Liz ha contribuito su Vendicatori #99/100.
[6] Nell’episodio #75.
[7] Integrated Automated Fingerprint Identification System, il database nazionale delle impronte digitali mantenuto dal l’F.B.I.
[8] Crime Scene Unit.
[9] Combined DNA Index System, il database nazionale del DNAle sempre mantenuto dal l’F.B.I.
[10] Su L’Uomo Ragno #95.
[11] Lo avete visto su Devil #85
[12] Lo leggerete su Occhio di Falco #23.