Descrizione: https://www.comicus.it/marvelit/images/loghi_storie/Capitanamerica_lg2.gif

                                                                                                                                                                                                                                        

N° 46

 

PROGETTO RINASCITA

 

(PARTE TERZA)

 

 

AMERICOP

 

 

Di Carlo Monni

(Con tanti ringraziamenti a  Tobia Brunello e Sergio Calvaruso)

 

 

PROLOGO

 

 

Ti chiami Bart Gallows, un nome che hai considerato come un presagio.[1] Quando eri poliziotto a Houston, Texas ritenevi che il sistema giudiziario fosse troppo tenero coi criminali e le ruote della giustizia girassero troppo lente. Così hai mollato: non sei più un poliziotto adesso… o forse si, almeno nella tua mente. Indossi ancora una divisa, anche se sul volto porti una maschera. Hai anche un nuovo nome: Americop e la giustizia che dispensi è sempre definitiva.

Qualcuno ti ha rapito, drogato spinto agli estremi perfino il tuo concetto di giustizia. Chiunque sia stato la pagherà, perché tu non perdoni…mai.

 

 

1.

 

 

            Quando entri nella redazione di Now la trovi in fermento, nulla di troppo nuovo dopotutto. Ti chiami Jeff Mace e sei un giornalista e per te sta per iniziare una nuova giornata di lavoro.,

-Ehi Jeff, dove diavolo ti eri cacciato in questi giorni? Stavo cominciando a darti per disperso. Sarà meglio che ti avverta che detesto che miei uomini spariscano senza dirmi niente.-

            Joy Mercado è bellissima e sexy come sempre e come sempre si diverte a metterti in imbarazzo davanti a tutti. Abbozzi un sorriso mentre rispondi:

-Scusami Joy, ho… avuto impegni personali da sbrigare, ma ho mandato un articolo a Charlie ieri.-

            E sarebbero tutti sorpresi di scoprire che l’hai scritto in una stanzetta della sede del F.B.S.A. a Washington dopo una giornata che si può definire movimentata.

-Ben arrivato figliolo.- ti saluta Charlie Snow –Ho letto il tuo pezzo: davvero bello. Sicuro che sia tutto corretto? Non è facile da mandar giù l’idea di una squadra della morte segreta composta da supereroi rapiti ed a cui hanno fatto il lavaggio del cervello.-

-Ho delle fonti sicure.- rispondi –Molto sicure. Il programma era stato ufficialmente cancellato molti anni fa, ma una sorta di cellula segreta l’ha portato avanti ugualmente.-

-Che dannata follia.- ribatte Charlie.

-Molto di più.- aggiunge Joy –Dio ci salvi da quelli che pensano che si possa sacrificare tutto e tutti alla loro visione del bene comune.-

-Sono d’accordo.- dici e non potrebbe essere più vero. In fondo come Capitan America uno dei tuoi compiti è assicurarti che simili deviazioni siano scoperte e punite ed è quello che intendi fare.

 

            Il nome della ragazza è Cathy Webster, studentessa universitaria, ma quando indossa il suo costume attillato bianco rosso e blu tempestato di stelle si copre il volto con una maschera blu ha un altro nome, più adatto ad una supereroina d’ispirazione patriottica.

-Come sta andando, Spirito Libero?-

            A fare la domanda è stato un uomo sui 30 anni, dai capelli e barba castani.

-Dovrebbe dirmelo lei, Agente Norriss.- replica la ragazza –Da quanto tempo i vostri esperti stanno tentando di annullare gli effetti del lavaggio del cervello del misterioso ospedale?-

-Oh quello non è stato difficile.- ribatte il vice direttore del F.B.S.A. -Ci siamo riusciti ieri sera. La parte più dura è stata rimettere in sesto i suoi ricordi, pare che ci sia una sorta di blocco mentale che gli impedisce di ricordare i particolari di quello che è successo mentre andava in giro conciato come John Belushi in Blues Brothers.-

-La stessa cosa è capitata a me: su di me il condizionamento mentale non ha funzionato bene e mi sono ripresa riuscendo a fuggire, ma non ricordo nemmeno da dove. C’è una sorta di velo che non sono ancora riuscita ad infrangere. Una cosa però la ricordo: c’era un altro con me e Jack: lo chiamavano Bart. Che fine avrà fatto anche lui?-

-Che ne dice di scoprirlo assieme al rinato Jack Flag?-

-Crede che sia prudente rimandarlo sul campo?-

-Lui è impaziente di farlo e poi… vi affiancherò uno dei nostri migliori agenti, giusto per sicurezza.-

            Spirito Libero riflette per qualche istante, poi risponde:

-Ci sto.-

-Bene. Ah… un’ultima cosa: può chiamarmi Jack se lo vuole.-

 

            L’uomo alla guida del piccolo furgone blu scuro veste una divisa da poliziotto un po’ antiquata, ma non è quello che attira davvero l’attenzione in lui quanto piuttosto la maschera che gli copre il volto interamente, a parte una porzione della fronte e gli occhi gelidi. Americop è a caccia.

            Guidato da un confuso ricordo sta puntando verso il New Jersey. Il suo obiettivo è sulla sponda opposta dell’Hudson River e quando lo troverà, troverà anche gli uomini che gli hanno fatto… che gli hanno fatto cosa? Per quanto si sforzi, non riesce a ricordarlo con chiarezza, ma è stato qualcosa di brutto, di questo ne è certo e qualcuno dovrà pagare per questo.

            Un grido lo distrae: una donna è appena stata scippata e lo scippatore sta correndo. Americop accosta, scende dal furgone. Lo vede allontanarsi, estrae la sua pistola, la punta, prende la mira e spara colpendolo alla schiena in un punto vitale. In pochi minuti raggiunge il cadavere e si china a prendere la borsetta e si avvia per restituirla alla proprietaria.

-Tu… l’hai ucciso.- dice la donna.

-Giustizia è stata fatta: un criminale di meno sulle strade.- replica Americop, poi, senza aggiungere altro, risale sul furgone e riparte.

 

 

2.

 

 

.Se il fato avesse il senso dell’umorismo, probabilmente troverebbe divertente l’aver riunito nello stesso posto i tre eroi in costume a tema patriottico che in questo momento sono insieme su un volo speciale con le insegne dell’F.B.S.A. I due uomini a prima vista potrebbero sembrare molto simili: alti, massicci, fisico da culturista, di quelli che danno l’impressione di poter strappare le cuciture dei loro vestiti se solo gonfiassero un po’ i pettorali. Entrambi hanno un passato militare, entrambi si sono sottoposti ad un trattamento per aumentare la loro forza ed entrambi credono molto poco, per così dire, nell’efficacia della diplomazia, ma le similitudini finiscono qui. U.S.Agent, quello il cui costume più ricorda quello di Capitan America, ma con il nero al posto del blu ed un pettorale a forma di scudo con stelle e strisce, è un uomo che crede nel suo paese e nel dovere, che raramente mette in discussione gli ordini che riceve. Il Maggiore Libertà, invece, ha sempre avuto problemi con la disciplina e le figure di comando, senza contare un cinismo di fondo che non manca mai di manifestare forse con troppa enfasi. Indossa un costume molto simile a quello di Capitan America, ma non ha alette sul cappuccio, sul petto ha 13 stelle sistemate in cerchio, le strisce bianche e rosse sono orizzontali e non verticali e nel resto del costume il bianco e rosso sono invertiti. Quanto alla ragazza, si fa chiamare American Dream ed il suo costume è praticamente identico a quello di Capitan America, fatta eccezione per una scollatura a forma di stella invece del disegno della stessa sul petto. Diversamente dagli altri, lei crede che la forza debba essere l’ultima opzione quando le altre hanno fallito, questo non vuol dire, però, che si ritiri di fronte alla prospettiva di uno scontro. Questo non troppo ben assortito gruppetto ha una missione ed intende portarla a termine, anche se non tutti sono d’accordo sul come e sul perché.

-Ricapitoliamo…- inizia a dire il Maggiore Libertà –Qualche cervellone della C.I.A., spalleggiato da qualche altro cervellone del Pentagono, ha avuto qualche anno fa l’idea di creare una sorta di squadra di agenti superumani da usare in missioni segrete all’estero, giusto?-

-Lo chiamarono Team X e fu attivo tra gli anni 60 e gli anni 70.- risponde American Dream -Era composto da agenti a cui venne dato il nome in codice di animali, alcuni dei quali vennero sottoposti ad un trattamento per dotarli di superpoteri.-

-Nulla di nuovo sotto il sole.- commenta il Maggiore Libertà- Io sono stato sottoposto ad un trattamento simile e ci ho guadagnato 60 anni di sonno… almeno non sono invecchiato.-

-Ora che hai detto la tua, posso continuare?- chiede, American Dream.

-Ma certo, pupa, vai pure.-

            American Dream gli lancia un’occhiataccia e prosegue:

-Il Team X fu sciolto per motivi non chiari e quasi tutti quegli agenti vennero ricondizionati affinché dimenticassero le loro esperienze. Quello fu il primo tentativo, ma ce ne furono altri e stavolta si decise di arruolare agenti inconsapevoli da usare per specifiche missioni per poi lavar loro il cervello per fargli dimenticare quello che avevano fatto. Credevano che fosse più sicuro.-

-Certe cose non cambiano mai, vedo. Tu che ne dici?-

            U.S.Agent non parla, il suo volto è una maschera impenetrabile. Non è la prima volta che ha a che fare con funzionari governativi che sono andati oltre i limiti con la loro visione di ciò che è la sicurezza nazionale, ma non significa che la cosa gli piaccia: chi ha tradito i cittadini americani deve pagare.

-Quello che non capisco è chi è quel Mike Rogers e perché dovremmo fidarci di lui.- insiste il Maggiore.

-Perché sa davvero un sacco di cose e finora non ha mai mentito.- ribatte American Dream –Ciò non toglie che non gli volterei la schiena nemmeno se fosse legato come un salame.-

-Non sembra così pericoloso.- dice il Maggiore voltandosi a guardare l’uomo saldamente legato in fondo all’aereo –Ha una straordinaria somiglianza con quel moscardino di Steve Rogers, però. Se non è suo parente è la più inquietante coincidenza che mi sia mai capitata.-

-Non è la sola cosa inquietante in lui.- replica American Dream mentre si accorge che l’uomo in questione le sta sorridendo.

 

            Solo nel suo ufficio di Senatore del 28° distretto statale Sam Wilson sta esaminando un pacchetto di proposte di legge elaborato dal suo staff, lavoro che si è portato dietro da Albany. Sua sorella direbbe che pensa troppo al lavoro e poco al divertimento. Non è vero, ovviamente: lui si diverte e si rilassa moltissimo quando sorvola il quartiere nei panni di Falcon, ma Sarah forse non lo capirebbe.

            La porta si apre ed entra suo nipote.

-Jody, non ti hanno insegnato che si bussa prima di entrare?- gli dice alzando appena la testa dalle carte.-

-Scusa zio….- risponde Jody Casper -… ma lei voleva vederti ed io…-

-Lei?-

Io, Sam, ti dispiace?-

            Leila Taylor, il grande amore della sua vita per lungo tempo, ma che ora è sposata con un altro e non uno qualunque.

-Che posso fare per te signora Rakim?- chiede lui mettendo enfasi sul cognome.

-Taylor.- replica calma lei –Sul lavoro uso il mio cognome di nascita.-

-Lavoro?-

-Pensavo che fosse ora di creare un comitato esplorativo per la tua candidatura alla Camera dei Rappresentanti.-

-Che velocità. Non ho neanche detto se mi interessa e già volete darvi da fare. Tuo marito vuol proprio forzarmi la mano.-

-Non è solo lui. Tu puoi fare molto per la gente di qui se verrai eletto. Sei uno dei pochi in giro che pensa davvero alla gente e non alle sue ambizioni personali. Avrebbero dovuto eleggerti anni fa, è ora di rimediare allo sbaglio. Io lo so bene: io c’ero quella volta, ricordi?-

-Ricordo molto bene. Ok, hai il mio permesso per il comitato esplorativo, ma non prendere altre iniziative senza consultarmi.-

-Va bene, stai tranquillo.-

            Lei fa per andarsene, ma Sam la richiama:

-Leila… hai detto a tuo marito che sono Falcon, per caso?-

            Un’ombra di disappunto si dipinge sul volto di lei mentre risponde:

-Un marito ed una moglie non dovrebbero avere segreti… ma sta tranquillo: questo non gliel’ho rivelato. So quanto ci tieni alla tua identità segreta da quando tutti se la sono scordata, non ho mai capito come e perché… tutti tranne me e pochi altri, pare. Dovrei sentirmi lusingata per la fiducia e credo di esserlo. Non la tradirò… Kamal non ha bisogno di saperlo… non da me almeno.-

            Senza aggiungere altro Leila si volta e se ne va,

-Devi starci attento zio Sam.- lo avverte Jody –Leila è… o almeno era… una ok, ma non mi fido di suo marito.-

-Non è uno che sprizza simpatia, ne convengo, ma credo che aldilà dei suoi maneggi politici sia fondamentalmente onesto.-

-Questa me la segno. Beh, ora devo andare zio. Ho un mucchio di lavoro arretrato da sbrigare all’ufficio di assistenza sociale ed anche se la Città non paga molto, non è un buon motivo per battere la fiacca.-

            Sam saluta il nipote e si ritrova a pensare quanto sia maturato dai tempi in cui era il galoppino di Faccia di Pietra, uno dei grossi calibri della malavita di Harlem.[2] Non è stato facile per lui crescere senza padre e con il resto della famiglia allo sbando, ma alla fine è venuto su bene. Se suo padre fosse vivo ne sarebbe fiero come lo è lui oggi.

 

            Americop è giunto al termine del suo viaggio. I particolari sono ancora confusi nella sua mente, ma sa che quello è il luogo che stava cercando. Dai pochi dati che ha reperito su internet sa che si tratta di una clinica privata molto esclusiva. Quello che internet non dice è che al momento non ci sono pazienti in quell’ospedale e che la cura dei malati non è la principale preoccupazione del management. Beh adesso si prenderà cura lui di tutto… alla sua maniera.

            Dopo aver preso tutto il necessario Americop si avvicina silenzioso e furtivo al grande edificio. Ha appena raggiunto la recinzione e si appresta a superarla, disattivando gli allarmi che debbono sicuramente esserci, quando qualcosa attira la sua attenzione: qualcun altro sta arrivando.

 

 

3.

 

 

            Nel suo ufficio nel retro del suo ristorante Paul Hadley Morgan, boss del crimine di Harlem, riflette. A differenza di suo padre, che amava l’ostentazione del potere, lui ha sempre preferito tenere un basso profilo mentre quel potere veniva effettivamente esercitato. Ricorda ancora i primi tempi in cui era tornato in città per reclamare la sua eredità: prendere possesso dei beni del vecchio Boss Morgan era stata una passeggiata, imporre la sua volontà alle bande era stato più complicato ed aveva portato via più tempo, ma ci era infine riuscito. Non avrebbe permesso a nessuno di portargli via quello che aveva conquistato. Ora che le acque si stanno calmando dopo i pasticci combinati dai Russi e la fuga del Gufo nella sua isola blindata,[3] è il momento buono per riorganizzare gli affari e riaffermare il suo dominio su Harlem e dintorni, ma senza attirare troppa attenzione: la pubblicità danneggia gli affari, almeno il suo tipo di affari.

            Dovrebbe pensare anche a Falcon, finora la taglia messa sulla sua testa non è servita a granché ma non vale la pena di azioni più risolutive, non ancora almeno.

            Lo sguardo di Morgan cade su una foto un po’ stropicciata sul suo tavolo. Un lieve sorriso gli passa sul volto, sostituito da un’espressione mista di rabbia e delusione. Prende la foto e la ripone nel suo portafogli.

 

            Nel caso vi steste chiedendo che fine abbia fatto quello che dovrebbe essere il protagonista titolare di questa serie, eccolo che torna dalla cafeteria al piano terra del palazzo del Bugle portando un vassoio con sopra delle tazze di caffè fumante sempre nei panni del giornalista Jeff Mace.

            La giovane stagista di nome Cynthia Smith lo osserva con attenzione mentre porge una tazza a Joy Mercado. Ascolta con noia quello le parole che scambia con lei, discorsi stupidi che non servono a farle sapere quel che le interessa. Poi, ecco che accade qualcosa: Mace si alza di scatto dicendo qualcosa alla Mercado e corre fuori. Che abbia ricevuto un qualche messaggio? Cynthia non esita e lo segue nel corridoio, ma è già scomparso in uno degli ascensori. La ragazza borbotta qualcosa d’incomprensibile, poi fa una chiamata con un cellulare dalla forma strana.

 

            L’avviso che aspettavi è appena arrivato sulla tua communicard ed è ora che tu ti muova. Ora che hai sistemato le tue questioni lavorative, puoi dedicarti agli altri problemi. Chissà che direbbe Charlie Snow se sapesse che le informazioni che ti servono intendi procurartele tramite il tuo alter ego Capitan America ed i suoi contatti con certi ambienti governativi? In fondo non è molto diverso da quello che fanno tanti altri tuoi colleghi, cambia solo il modo in cui accedi alla fonte.

            Salti di tetto in tetto e poi sul tettuccio di un autobus e su quello di un Taxi, fino a raggiungere la tua meta: il Jacob Javits Federal Building. La tua tessera di Vendicatore ti permette di arrivare sino all’eliporto sul tetto con relativa facilità. Lì un mezzo ti sta già aspettando. Il pilota ti fa il saluto militare e tu automaticamente ricambi. Poco importa che tu non abbia mai fatto il servizio militare, con quel costume addosso ti tributano un rispetto che devi dimostrare di saper meritare.

            Dopo il decollo dell’elicottero, usi la tua communicard su una certa frequenza ed ecco che sul minimonitor appare un volto conosciuto.

-Mi dica agente Gyrich.-

<<Abbiamo avuto la conferma che cercavamo: il tuo amico ha detto la verità.>>

-Mike Rogers non è mio amico, Agente Gyrich e preferirei averci a che fare il meno possibile. Che ne è degli altri?-

<<Parli dei tuoi amichetti in costume? Ognuno ai posti assegnati e tu sarai alla tua destinazione tra poco. Non devo dirti di stare attento, vero?-

-Sono stato addestrato ad esserlo.- Rispondi, ma è difficile nascondere la tua preoccupazione.

 

 

4.

 

 

            Il vento scompiglia i capelli di Spirito Libero mentre lei e Jack Flag osservano l’edificio che stavano cercando.

-Sembra una comunissima clinica.- commenta la ragazza –A parte che da qui non si vede segno di attività.-

-Ti aspettavi forse un sinistro edificio gotico?- replica Jack Flag. Ha ripreso il suo costume abituale ed il suo volto è coperto dalla maschera che lascia scoperti solo gli occhi e naturalmente i capelli bizzarramente colorati. Spirito Libero non può vedere la sua espressione e capire da essa se davvero è stato liberato dal lavaggio del cervello che lo aveva messo contro i suoi amici oppure no. Una cosa è certa: ora parla e si muove come il vecchio Jack Flag e questo dovrebbe essere un segno positivo. Che farà, però, se all’improvviso dovesse rivoltarglisi contro? Ci penserà al momento opportuno, non ha scelta. Può solo sperare che l’agente che l’F.B.S.A. gli ha affiancato sia all’altezza del compito.

            Se hanno trovato questo posto è merito dell’informazioni fornite dall’enigmatico Mike Rogers e di quello che è riuscito a ricordare Jack, che è stato qui più a lungo di lei. Un improvviso lampo di ricordi le attraversa il cervello: ricordi di luci fortissime, di voci che sussurrano parole che non riesce a d udire, una mano che impugna una siringa.

            Istintivamente Cathy Webster si porta le mani alla testa e d una voce alle sue spalle dice:

-Tutto bene Spirito Libero?-

            La ragazza raddrizza la schiena e replica:

-Si, non si preoccupi agente Coulson.-

            Sente lo sguardo di Jack Flag su di lei e sa che ha i suoi stessi dubbi, ma non c’è molto da fare ormai, se non continuare.

            L’agente che li accompagna usa un congegno progettato per disattivare eventuali allarmi e riesce ad aprire senza difficoltà il cancello. Sono appena entrati che si ode una voce:

-Fermi dove siete. Non fate una mossa.-

 

            Il luogo sembra abbastanza desolato. Per raggiungerlo è stato necessario trasbordare su un elicottero. Quando questo atterra sul piazzale antistante un grande edificio nessuno si fa vivo. Apparentemente il luogo è deserto. Coloro che scendono dall’elicottero, però, hanno da tempo imparato a proprie spese quanto ingannevoli possano essere le apparenze.

            I due uomini e la donna che indossano costumi ispirati in vario modo alla bandiera degli Stati Uniti d’America volgono la loro attenzione verso un quarto uomo dai capelli biondi e le tempie grigie. Indossa una tuta azzurra come i suoi occhi vivaci. Sorride mentre dice:

-Benvenuti al Centro di Ricerche Mediche Metzeger, orgoglio della Jeff Davis County.- dice l’uomo di nome Mike Rogers –Ovviamente gli abitanti della Contea non sanno che razza di ricerche si svolgevano in questo posto o ne sarebbero stati inorriditi.-

-Controllo mentale di mutanti ed altri soggetti dotati di superpoteri o simili.- commenta American Dream –Uomini e donne trasformati in macchine di morte agli ordini di qualcuno che aveva una visione distorta di ciò che è giusto o sbagliato.-

-Perché sei così sorpresa, mia cara?- le si rivolge Rogers -È sempre accaduto sai? L’uomo a cui è dedicata questa contea[4] era un brav’uomo di animo gentile, ma era anche convinto che fosse giusto tenere in schiavitù altri esseri umani solo perché avevano la pelle di un colore diverso dal suo.-

-E questo giustificherebbe certi crimini?- ribatte la ragazza –Io non credo.-

-Lasciate queste diatribe per un altro momento.- interviene con fermezza U.S.Agent –Ora dobbiamo occuparci di altro. Rogers, è ora di dirci tutto quel che sai.-

-Molto facile: questo centro impiegava, se vogliamo dire così, quattro agenti mutanti impiegati in missioni di assassinio e sabotaggio. Qualche anno fa furono gli esecutori di un leader musulmano e di sua figlia di 9 anni.-[5]

-Ricordo quell’episodio.- commenta American Dream -È raccapricciante pensare che sia stato ordinato da funzionari governativi.-

            U.S.Agent tace. Lui è sempre stato orgoglioso di servire il suo paese ed il suo governo,ma sa bene come è facile oltrepassare certe linee pensando di agire per un ben più grande. Non è passato tanto tempo da che un Presidente gli ordinò di premere un certo pulsante scatenando l’apocalisse contro una razza aliena.[6] Può dirsi che se non l’avesse fatto quegli stessi alieni avrebbero scatenato un attacco che avrebbe fatto milioni di morti in tutto il mondo, forse anche miliardi, ma non serve a farlo sentire meglio. Avrebbe dovuto esserci un altro modo, un modo che non riempisse le loro mani di sangue, ma lui non l’ha trovato o non ha avuto la forza d’animo di suggerirlo e deve convivere con questa responsabilità ogni giorno della sua vita. Torna a concentrarsi sulle parole di Rogers

-… a quanto pare dopo lo scoppio dello scandalo legato all’Operazione Zero Tolerance[7] questa installazione è stata abbandonata.-

-E allora che ci facciamo qui?- chiede il Maggiore Libertà.

-Qui ci sono molte risposte se si sa come trovarle.- ribatte Rogers.

-E allora che aspettiamo? Entriamo.-

            Senza aspettare altro tempo, il Maggiore Libertà sferra un calcio contro il portone d’ingresso. Non basta, ma quando U.S.Agent si unisce a lui, la porta cede.

            Alle loro spalle Mike Rogers fa un leggero sorriso.

 

            Il viaggio è stato breve ed ora sei finalmente arrivato alla tua meta. Sei sempre stupito dal vedere come la gente reagisce alla tua presenza, per essere esatti, alla presenza del costume di Capitan America, un’eredità imbarazzante per te.

            L’uomo che ti accoglie è un ufficiale dell’Aviazione. Non l’hai mai incontrato ma tua sorella ti ha parlato di lui: è il colonnello Michael Rossi, il suo superiore alla D.I.A.[8].

-Benvenuto Capitano, sono stato incaricato di scortarla nel suo tour.-

-È un onore per me.- dici.

            Rossi ti guarda come se non fosse sicuro che tu non stia facendo dell’ironia, poi ti fa strada,

            Proseguite lungo un corridoio sino ad arrivare ad una porta Entrate in una stanza e Rossi ti mostra un computer.

-Ora possiamo parlare del Progetto Rinascita.- ti dice.

 

 

5.

 

 

            La mano di Americop trema leggermente mentre punta la sua arma sui nuovi venuti. Non sa chi è il tizio in abito scuro, ma i due in costume li conosce è non solo perché ha letto qualcosa su di loro, ha la sensazione netta di averli già incontrati di persona. Era proprio qui? Loro due erano qui con lui? Erano…-

-Io so chi siete!- urla.

            Spirito Libero lo fissa. La maschera è simile a quella di Jack, colore a parte, gli copre tutta la faccia, ma la voce, la voce quella la conosce, poi sente Jack Flag esclamare:

-Bart! Sei proprio tu?-

-J… Jack? Perché quel costume?-

-È la mia divisa da supereroe. Io sono Jack Flag e tu chi saresti con quell’uniforme?-

-È Americop.- interviene l’Agente Coulson –Un vigilante schizzato come il Punitore che è ricercato in almeno dieci Stati per aver ucciso dei criminali senza motivo.-

-Avevano violato la legge, è un motivo sufficiente.- replica Americop.

            Magnifico, pensa Spirito Libero, non avevamo per nulla bisogno di uno psicopatico dal grilletto facile.

-Ascolta… Americop.- gli si rivolge –Qui non ci sono criminali da punire. Tu sei qui per il nostro stesso motivo: ti hanno drogato, ti hanno fatto il lavaggio del cervello, hanno cercato di usarti contro la tua volontà. Sono cose che capisco, ma ora devi ragionare. Noi non siamo contro di te, forse possiamo trovare un accordo.-

-Cosa intendi per accordo? Ti conosco. Sei Spirito Libero, un cuore tenero come Capitan America e lui avrebbe cercato di arrestarmi.-

-Allora sparami Bart, se questo è davvero il tuo nome, perché è l’unica alternativa che ti resta.-

-No, voi non siete criminali, non posso eliminarvi.-

-Bella situazione di stallo eh?- interviene Jack Flag.

-Lasciate che la risolva io.-

            Un uomo in costume verde piomba su Americop disarmandolo. Jack Lo fissa perplesso: non ha letto qualcosa su di lui nei files di Capitan America?

-Tu sei il Volatore Notturno.- esclama.

->Aviatore Notturno, prego...- ribatte l’altro, ma se volete potete chiamarmi Uomo Perfetto.-

 

            Da quanto tempo tu e Michael Rossi siete alle prese con i dossier del Progetto Rinascita? Hai perso il conto, ma poco importa perché hai appreso cose molto interessanti.

-Non credevo fossero andati così avanti.- dici –Quando è che le cose hanno cominciato ad andare storte?-

-Vuoi dire più storte dell’usare un plotone di soldati di colore come cavie?- replica Rossi –Suppongo che sia cominciato tutto ai tempi della “paura rossa” degli anni 50.-

-Hanno preso uno psicopatico cannibale per fargli recitare il ruolo di Capitan America durante la guerra del Vietnam ed ha quasi ucciso Toro dopo essere uscito del tutto fuori di testa?[9] Ma l’esperienza col Cap Anni 50 non ha insegnato loro nulla?-

-Direi di no, visto che hanno creato anche Nuke.-

-Lei sembra un uomo ragionevole colonnello.-

-Non tutti i militari sono stupidi come li dipingono, anche se a volte con certi miei superiori sono portato a pensarlo anch’io.-

            Ridi di gusto, una risata liberatoria dopo quello che hai letto finora, poi ti concentri di nuovo sul tuo compito

-C’è un nome che ricorre spesso negli ultimi anni, quello di: un certo professor Paxton. Sembra molto attivo nelle ricerche sulle varianti del siero. Mi piacerebbe parlarci.-

-Non sarà facile.-

-Perché?-

-Jacob Paxton si è dimesso anni fa per proseguire le sue ricerche privatamente… o almeno così si dice. Ha una casa qui in Virginia, ma non riceve nessuno.-

-Il tipico scienziato recluso, insomma.-

-Qualcosa del genere.  Ho un paio di amici che lo hanno conosciuto tempo fa e dicono che era ossessionato dalle ricerche del suo bisnonno.-

-Il suo bisnonno?-

-Ah già, come potresti saperlo, capitano? La nonna materna di Paxton era figlia del professor Abraham Erskine.-

            Il creatore dell’originale siero del supersoldato. Improvvisamente conoscere questo professor Jacob Paxton ti sembra ancora più importante.

 

            Badando bene a non perdere di vista il loro prigioniero U.S.Agent, American Dream e il Maggiore Libertà entrano nell’edificio che sembra abbandonato.

-Ci hanno preceduti.- dice il Maggiore –questo posto è stato smantellato ed in fretta anche.-

-Brillante deduzione.- commenta Mike Rogers.

-A quanto pare tu conosci questo posto.- interviene U.S.Agent –Dicci da che parte dobbiamo andare.-

-Una vale l’altra se questo posto è davvero vuoto.- risponde l’altro –Ma se vi va possiamo cominciare dalle celle, vi piaceranno.-

            American Dream gli rivolge un’occhiataccia. Se quello era umorismo, a lei non è piaciuto. Rogers le rivolge un sorriso che probabilmente vuol essere bonario, ma che riesce solo ad inquietarla.

            Infine giungono ad un gruppo di cubicoli.

-Qui erano rinchiusi quattro mutanti: tre uomini ed una donna usati per lavori sporchi.- continua Mike Rogers -Stavano qui: privati di un sonno tranquillo, controllati tramite un congegno che induceva atroci dolori se non obbedivano.-

-È atroce.-

-Più di quanto tu pensi, amica.-

            Tutti si voltano per trovarsi di fronte a tre uomini ed una donna che indossano un’attillata tuta nera, con qualche variazione per ciascuno di loro. La donna ha il volto coperto da una maschera scura che le nasconde il viso fino alla fronte dalla quale spuntano corti e arruffati capelli castani,. L’uomo che le sta alla destra  è dotato di un paio d’ali marroni che spuntano all’altezza delle scapole; sotto la sua maschera, identica a quella della ragazza, si distingue un viso di un’accesa carnagione rossastra e dal naso molto pronunciato, i neri capelli lisci sono raccolti in una coda che gli arriva fino alle spalle, mentre gialle e sottili pupille spiccano all’interno dei suoi occhi. Alla sinistra della ragazza sta quello che sembra poco più di un ragazzo, al posto della maschera indossa sottili occhialetti neri;  sulla fronte di carnagione scura, un berretto di lana nera copre parzialmente alcuni piccoli riccioli dei suoi capelli scuri. Al lato esterno destro un quarto uomo grosso e massiccio, il viso appare mostruoso e potrebbe essere descritto, con molta approssimazione, solo come una via di mezzo tra quello di un drago ed un viso umano, di una pigmentazione arancione come quella delle braccia, ricoperte di sottili strisce argentee, tremolanti e quasi vive sulla cute.

            Sono i quattro mutanti di cui parlava Rogers, American Dream ne è certa, ma a colpire la sua attenzione è un’altra persona più discosta. Una donna, dalla intensa carnagione blu e con una cascata di capelli rossi che le scende giù per le spalle. I vestiti sono di un bianco che spicca in tutto quel blu delle braccia e gambe nude, a parte che per guanti e stivali bianchi gli occhi sembrano brillare di luce propria. Nella mano destra impugna una pistola. Dei tre eroi patriottici solo il Maggiore Libertà rimane perplesso, gli altri due la riconoscono subito.

-Mystica!- esclama American Dream.

-La signorina ha indovinato per prima, ecco il suo premio.- dice Mystica e spara.

 

 

FINE TERZA PARTE

 

 

NOTE DELL’AUTORE

 

 

            E così finisce anche questa terza parte. Pochissima azione e molte chiacchiere direte voi e non posso darvi torto. C’è da dire che la nostra trama, divisasi di colpo in tre tronconi, ci ha portato in quelli che spero siano sentieri interessanti, continuando e forse concludendo l’esplorazione dei segreti dei supersoldati americani. Giusto per tenervi un po’ occupati, ecco qualche nota:

1)    Il Team X è, di fatto  una creazione di Jim Lee (coadiuvato per i dialoghi da John Byrne e Scott Lobdell in X-Men (la testata che oggi si chiama X-Men Legacy) #5 (Gli Incredibili X-Men, Marvel Italia, #51). Il passato di questo team impiegato in operazioni sporche è stato narrato in vari episodi di Wolverine.

2)    L’Aviatore Notturno, o Uomo Perfetto che dir si voglia, è una delle creazioni di Jack Kirby per la sua run sula testata Captain America Vol. 1° durata dal n° 193 al 214 (per tacere degli annual #3 e 4 e dello speciale “Le Battaglie del Bicentenario”). Il misterioso personaggio, un guerriero quasi invincibile legato in una relazione simbiotica con il suo aliante è apparso per la prima volta in Captain America Vol. 1° #193/194 (In Italia su Thor, Corno #193/194). In MIT è comparso per la prima volta in Marvel Knights #5 apparentemente agli ordini del misterioso agente della C.I.A. Simon Bixby. Riveleremo finalmente i suoi segreti? Chi può dirlo? -_^

3)    Jacob Paxton è un personaggio inventato da Ed Brubaker & Dale Eaglesham nella miniserie Steve Rogers: Super Soldier (No, non la nostra, quella pubblicata in Capitan America, Panini Comics, #10/13 -_^). Nella versione di Brubaker aveva assunto il cognome del nonno materno Abraham Erskine e si faceva chiamare, quindi, Jacob Erskine. Nella mia versione Erskine è il bisnonno (mi era sembrato più equo visto il tempo trascorso dal 1941) e Paxton, per quel che ne sappiamo, non ha mai assunto il cognome del nonno. Ne sapremo di più nel prossimo episodio.

A proposito del prossimo episodio… Capitan America si confronta con i segreti della famiglia Erskine, Spirito Libero e Jack Flag si battono con l’Aviatore Notturno con Americop a fare da terzo incomodo; American Dream, U.S.Agent ed il Maggiore Libertà devono scoprire cosa vuole Mystica e restare vivi. Intanto, cosa farà Mike Rogers?

 

 

Carlo



[1] Gallows, ovvero forca, patibolo, in inglese.

[2] È accaduto tanto tempo, in Captain America #134 (In Italia su Capitan America, Corno, #50).

[3] Tutta roba accaduta in Devil #50.

[4] Jefferson Davis, primo ed unico presidente della Confederazione Sudista durante la guerra di secessione.

[5] In Natural Born Mutants #1

[6] È accaduto in La Guerra dei Mondi #2.

[7] Su Devil #42.

[8] Defense Intelligence Agency, il servizio informazioni del Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti.

[9] Non ce lo stiamo inventando: è stato narrato nella miniserie Invasori Revival, scritta per noi da Yuri Lucia.