N° 101

 

RELAZIONI PERICOLOSE

 

 

Di Carlo Monni (con concetti e personaggi di Fabio Volino e Andrea Garagiola)

 

 

1.

 

 

            Quando sente squillare il cellulare Elizabeth Mary Mace sa che ci sono guai in arrivo ma rimane perplessa quando riconosce il numero di sua madre. Solo qualcosa di serio potrebbe spingerla a telefonarle dopo le nove di sera.

            La giovane donna risponde alla chiamata e quando sente quello che sua madre ha da dirle capisce di non essersi sbagliata.

<<Bobbi è stata rapita.>> dice Dorothy Mace.

-Cosa? Ne sei sicura, mamma?-

<<La sua compagna di stanza non l’ha vista arrivare ad un appuntamento e si è preoccupata. L’ha chiamata ma il cellulare non rispondeva. Ha chiamato il 911[1] e la polizia ha ritrovato la sua borsetta con il cellulare dentro, di Bobbi nessuna traccia.>>

            Sua sorella Roberta è una ragazza esuberante, sarebbe capace di sparire un paio di giorni magari con un ragazzo ma di certo non lascerebbe la sua borsetta per strada. Le è accaduto qualcosa non c’è dubbio.

-Arrivo appena possibile.- dice Liz.

            Appena ha riappeso, la sua compagna, il Colonnello delle Forze Speciali dell’Esercito Carolyn “Cary” St. Lawrence le chiede:

-È successo qualcosa di grave, è ovvio: cosa?-

            Liz glielo spiega ed alla fine Cary aggiunge:

-Credi che qualcuno abbia rapito tua sorella per colpire te per la tua attività di avvocato e investigatore militare o magari perché sa che sei Capitan America?

-È la prima cosa che ho pensato.- ammette Liz -Spero di capirne di più una volta a casa.-

-Ci vuole una mezz’ora per arrivare a Quantico.[2] Da lì possiamo prendere un elicottero ed essere a Boston entro l’alba.-

-Possiamo?-

-È ovvio che vengo con te. Non ti lascio di certo sola in questo frangente. Insieme nella buona e nella cattiva sorte.-

-Non siamo ancora sposate.-

-Mi piace quell’ancora.-

            Le due donne scoppiano a ridere allentando la tensione.

-Al Generale Kragg non piacerà che ce ne andiamo entrambe in giro per questioni private.- puntualizza Liz.

-Abbiamo ancora tutto il weekend prima di dover rientrare a Camp Lehigh, avremo finito prima.- ribatte, tranquilla, Cary.

-Mi piace il tuo ottimismo.-

            Pochi minuti dopo, rivestite delle loro divise le due donne sono a bordo dell’auto di Cary che lei lancia sul percorso tra Falls Church e Quantico in Virginia premendo l’acceleratore a tavoletta.

-Te lo ricordi, vero, che esistono i limiti di velocità?- le chiede Liz.

-Qualche volta.- è la risposta.

 

           

            Roberta Mace si sveglia con un cerchio alla testa. È sdraiata su un lettino, legata mani e piedi e con una benda sugli occhi. È stata rapita, è ovvio, ma quando? Da chi? E soprattutto: perché? i ricordi le ritornano confusamente alla mente.

Stava attraversando il campus dell’Università di Harvard diretta all’appartamentino che divide con un’altra studentessa quando era stata fermata da due uomini che indossavano l’uniforme del Dipartimento di Polizia dell’Università. Uno dei due le aveva spruzzato qualcosa in faccia poi lei era svenuta.[3] Il che la riporta alle domande iniziali: Chi l’ha rapita? Cosa vuole ottenere? Dove è stata portata?

Bobbi si impone di non farsi prendere dal panico e riflette: una richiesta di riscatto? Improbabile: la sua famiglia è benestante ma non ricca, ma sua padre ha avuto accesso a notizie riservate quando lavorava al Dipartimento di Stato e se mirassero a quelle? Suo padre si farebbe torturare e non cederebbe ma se minacciassero lei? C’è anche un’altra possibilità e cioè che qualcuno abbia scoperto che sua sorella è Capitan America e voglia vendicarsi. Infine c’è un’ultima possibilità: ragazze della sua età sono rapite per farle finire nel mercato del sesso. Accidenti una sorte peggiore dell’altra.

Bobbi prova a ricordare cosa le avevano detto su come liberarsi dai legami, qualcosa che ha a che fare con la tensione ed il rilassamento dei muscoli. Avrebbe dovuto stare più attenta ma era suo fratello Jeff quello destinato a fare il supereroe non lei. Neanche Liz avrebbe dovuto ma si è allenata e…

Il flusso dei suoi pensieri si interrompe quando sente una porta aprirsi. Qualcuno è entrato nella stanza. Due serie di passi pesanti, due uomini. Gli stessi che l’hanno rapita?

-La puledrina si è svegliata finalmente.- dice uno.

-Meglio così.- replica l’altro.

            Bobbi sente le sue mani sul viso mentre prosegue:

-Tuo padre ha ficcato il naso dove non doveva ed ha pestato i piedi alle persone sbagliate così loro hanno deciso di dargli un avvertimento.-

            Dunque è per suo padre, pensa Bobbi, ma in che modo un insegnante universitario può aver pestato i piedi a qualcuno di pericoloso?

            Il primo uomo aggiunge:

- Ci è stato detto di rimandarti da lui tra un paio di giorni un po’ strapazzata ma viva ed è proprio quel che faremo sai? Ci divertiremo un po’ con te e poi ti rimanderemo dal paparino. Forse capirà la lezione.-

            Bobbi sente le loro mani che cominciano a spogliarla e si divincola senza successo.

-Lasciatemi, maledetti porci!- urla.

-Avete sentito la ragazza? Lasciatela andare e filate da qui se volete uscirne senza ossa rotte.-

            Roberta non può vederlo ma sulla soglia è apparso un uomo dai capelli biondi, a parte le tempie ingrigite, con taglio militare, occhi blu o forse grigi ed una leggera cicatrice sulla guancia sinistra, che indossa una tuta da motociclista in pelle nera.

-Chi sei e come sei arrivato qui?- esclama il primo uomo.

            L’intruso sogghigna e risponde:

-Non è stato tanto difficile.-

-Beh, non importa. Sei stato stupido a venire solo e disarmato.- ribatte il secondo uomo.

-Non ho bisogno di armi per sistemare due balordi che si divertono a violentare ragazze indifese.-

I due uomini tirano fuori dei coltelli e si avventano sull’intruso. Questi senza scomporsi evita un fendente ed afferra il braccio dell’aggressore.

Con gli occhi bendati Roberta Mace non può vedere quel che sta succedendo ma sente uno schiocco improvviso ed un urlo lacerante, poi una voce che urla:

-Maledetto!-

Altro rumore poi tutto tace. Pochi istanti dopo due mani forti le sciolgono i lacci e la voce del suo presunto salvatore le chiede:

-Tutto bene? Ce la fai a camminare?-

-Credo di sì.- risponde Roberta saltando giù dal letto e togliendosi la benda.

            Per la prima volta vede l’uomo che l’ha salvata ed esclama:

-Io… ti conosco! Chi sei?-

-Puoi definirmi un vecchio amico di famiglia anche se tuo padre non sarebbe probabilmente d’accordo.- replica lui con un sogghigno -Non credo che sarei gradito alla sua festa di compleanno.-

-Non capisco. Se non ti ha mandato lui a cercarmi, come mai…?-

-Con un po’ di fortuna i tuoi genitori non si saranno nemmeno accorti che sei stata rapita.-

-Avevo un appuntamento. Non vedendomi arrivare i miei amici si saranno allarmati.-

-Probabile, ma ci penseremo dopo. Ora vieni.-

            Bobbi guarda verso gli uomini a terra e chiede:

-E loro?-

            Il misterioso individuo fa un sorrisetto e replica:

-Non daranno più fastidio a nessuno.-

-Li hai…?-

-Ora non fare la buonista con due che ti avrebbero violentato ripetutamente. Voi liberali dal cuore tenero siete proprio incorreggibili.-

            L’uomo prende per mano Bobbi, la porta fuori da quella che sembra una villa isolata ed indica una moto parcheggiata poco distante.

-Spero che ti piaccia andare in moto perché è quella che useremo per andarcene.-

-Vado in moto da quando ho l’età per la patente.- replica la ragazza.

-Ottimo. Allora metti il casco e monta in sella.-

            Bobbi esegue e mentre si aggrappa all’uomo gli dice:

-Suppongo che non andremo alla Polizia. Mi riporti a casa?-

-Prima andremo da una mia vecchia amica e ti rimetterai un po’ in sesto. Non voglio che tua madre ti veda in questo stato.-

-Immagino di non potermi opporre.-

-Immagini giusto.-

-Chiunque tu sia, sei un tipo strano.-

-Me lo dicono tutti.-

 

Come ogni grande città anche Washington ha i suoi lati oscuri e nonostante sia la sede di un numero impressionante di organismi delle forze dell’ordine non è certo immune dal crimine. Da quando il suo alter ego Sam Wilson è stato eletto al Congresso per il 13° Distretto dello Stato di New York, Falcon ha imparato a conoscerne alcuni angoli ed ha capito abbastanza presto che quelli con la coscienza più sporca non sempre abitano nei bassifondi.

            È il caso dell’uomo che sta spiando adesso. Ufficialmente è un lobbista che sostiene le ragioni di varie compagnie fornitrici della Difesa ma ufficiosamente è anche a conoscenza di molti sporchi segreti della Capitale, insomma il tipo giusto a cui fare certe domande.

            È appena rientrato nel suo appartamento in un condominio di lusso di Georgetown in compagnia di una ragazza che deve avere meno della metà dei suoi anni e che probabilmente è una escort di lusso, di quelle da migliaia di dollari all’ora. La serata non andrà come vorrebbe.

            Aprire una finestra è un gioco da ragazzi per il supereroe afroamericano, una cosa che forse il suo vecchio amico Steve Rogers[4] forse non approverebbe ma lui non è lì adesso, pensa Falcon..

            Balza all’interno e si dirige verso la camera da letto da cui provengono rumori inequivocabili. Spalanca la porta con un calcio. L’uomo è colto di sorpresa e si ritrova immobilizzato prima di poter fare qualsiasi cosa.

            Falcon si rivolge alla ragazza:

-Ti conviene vestirti ed andartene. Spero ti abbia pagato in anticipo.-

            La donna non se lo fa ripetere e mentre esce Falcon aggiunge:

-Posso contare sulla tua discrezione, suppongo.-

            Lei fa un cenno d’assenso ed esce. Sam afferra l’uomo sul letto e lo spinge verso una finestra dicendo:

-Ora faremo una bella chiacchierata io e te.-

-Questa… questa è violazione di domicilio e… aggressione.-

-Denunciami.-

            Lo spinge fuori dalla finestra tenendolo per le ascelle.

-Spero che ti piaccia volare.-

-Che... cosa vuoi da me? Tu sei un supereroe ed io non sono un criminale, io….-

-Risparmia la solita solfa. So bene chi sei e so che probabilmente puoi darmi informazioni che mi permetterebbero di rintracciare i mandanti di un tentativo di omicidio avvenuto ieri ai danni di un Congressista afroamericano e della sua assistente.-

-Non c’entro con quel che è successo a Nikki Adams.-

-Risposta sbagliata.-

            Falcon lo lascia andare e l’uomo precipita urlando. Il supereroe si butta in picchiata e lo riprende.

-Vedi…- gli dice -… il Congressista in questione viene da Harlem e non mi piace che si minacci la gente del mio quartiere. Mi hanno detto che tu sai parecchio di quel che succede in certi ambienti di Washington e scommetto che puoi aiutarmi. Ti conviene farlo sai? Da questa altezza l’impatto con le acque del Potomac potrebbe essere fatale.-

-Non lo farai. Sei un supereroe, un Vendicatore. Quelli come te non uccidono.-

-Ex Vendicatore… e non devi credere a tutto quello che si dice.-

            Lo lascia andare ancora una volta ed aspetta un po’ di più prima di riprenderlo.

-Posso andare avanti tutta la notte. Certo, prima o poi mi stancherò e potrei non riuscire a riprenderti…-

-Va… va bene…. Cosa vuoi sapere?-

            Falcon sorride soddisfatto.

 

 

2.

 

 

            Chi non conoscesse bene Frank Gianelli potrebbe pensare che è semplicemente un bel giovanotto che ama solo divertirsi ma sbaglierebbe: Frank Gianelli si è fatto le ossa come fotoreporter in zone di guerra dove spesso la vita dei singoli vale meno di un centesimo. Le sue esperienze lo hanno indurito ma non hanno scoraggiato la sua tendenza a sfidare il pericolo.

            Molti direbbero che non c’è un gran pericolo nell’essere frequentemente ospite del letto di una bella donna, ma quando la donna in questione è un’ex supercriminale che potrebbe letteralmente ucciderti con un gesto, allora ti trovi a camminare sul filo del rasoio.

            Una fortunata coincidenza ha fatto sì che una sera, mentre si trovava in un locale per single, Frank sia stato abbordato da una bella donna e che lui l’abbia riconosciuta come Karla Sofen alias Moonstone, anche se adesso usa il nome Kristin Svenson. L’istinto da giornalista di Frank gli ha detto che anche se ora la sua fedina penale è pulita quella donna è ancora coinvolta in qualcosa di poco chiaro e così ha continuato a frequentarla riuscendo a scoprire che Karla/Kristin ha qualcosa in ballo con Henry Peter Gyrich, attuale Consigliere del Presidente per gli Affari Superumani ma è possibile che una ex supercriminale lavori per la Casa Bianca?

            Mentre esce dall’ascensore che lo ha portato al piano dove si trova l’appartamento della donna, Frank ne vede uscire una ragazza dai capelli ramati. C’è qualcosa in lei che lo colpisce e non è solo la bellezza: ha qualcosa di familiare ma non riesce ad inquadrarla. Fingendo di guardare il cellulare le scatta una foto veloce. Non avrà la qualità dei suoi scatti professionali ma se la farà bastare. La donna gli rivolge una breve occhiata ostile poi lo ignora e si allontana. Frank sente improvvisamente molto caldo ma è una sensazione di breve durata.

            Sulla soglia la bionda psichiatra criminale gli rivolge un sorriso sfacciato.

-Eccoti, finalmente, Frankie.- gli dice.

-C’è un gran traffico a quest’ora.- si giustifica lui.

-Non me ne frega un accidente.- replica lei afferrandolo per il bavero e tirandolo dentro.

 

            Il volo da Quantico termina in un eliporto di Boston di prima mattina. Da lì una veloce corsa in taxi porta Liz Mace e Cary St. Lawrence sino al quartiere di Beacon Hill dove si trova la casa di arenaria dei Mace.

            Appena sono entrate Dorothy Mace viene loro incontro ed abbraccia la figlia.

-Sono così felice di averti qui in questo momento.- le dice -Ed anche te, Cary.-

-Novità?- chiede Liz -Richieste di riscatto? Qualcosa?-

-Nulla di nulla purtroppo. Non so cosa pensare.-

-Forse c’è qualcosa.- interviene il padre di Liz entrando nel salotto -Ciao Liz, buongiorno Colonnello St. Lawrence.-

-Buongiorno a lei, Ambasciatore.- replica Cary

-Dicevi che forse ci sono novità, papà?- chiede Liz.

-Ho qualche conoscenza nel F.B.I. qui a Boston e mi hanno appena informato che la Polizia di Stato ha ricevuto una segnalazione anonima grazie alla quale ha trovato i cadaveri di due uomini in una casa di Quincy. Ad entrambi era stato spezzato il collo ed uno aveva anche un braccio rotto. Sono stati identificati come due ex militari che lavoravano per un’agenzia di contractor. Nella casa e nel SUV che era parcheggiato davanti c’era anche una terza seria di impronte che corrisponde a quelle di Bobbi registrate nel database della Polizia di Harvard. Gliele avevano prese perché era stata fermata durante una manifestazione contro la Casa Bianca.-

-Qualcosa non torna.- borbotta Liz perplessa -Prima di tutto perché dei contractor avrebbero dovuto rapire Bobbi? Per quale agenzia lavoravano?-

-Il mio contatto non me l’ha detto ma posso chiederglielo.- replica Will.

            Una rapida telefonata, poche parole e l’espressione sul viso di suo padre rivela a Liz che la risposta lo ha preoccupato ancora di più.

-Allora?- gli chiede.

-Lavoravano per la North Organization, che è…-

-Una delle più grandi compagnie militari private della Nazione, lo so.- completa Liz -Oltre ad essere uno dei maggiori contractor della Difesa gestisce anche la sicurezza di parecchie compagnie per tacere di alcuni privati molto ricchi e qualche Stato straniero.- spiega Liz a beneficio della madre.

-Qualche tempo fa, dopo la fine di quella faccenda di Hulk mi fecero un’offerta di lavoro. Avrei preso il quadruplo della mia paga attuale con in più alcuni benefit come suite nei migliori hotel, voli in VIP class e… compagnia sul conto spese.- aggiunge Cary.

-Per compagnia intendi…?- interviene Dorothy.

-Esattamente quello che ha capito- conferma Cary abbozzando un sorriso - Erano pienamente al corrente delle mie inclinazioni sessuali e non sembrava importargliene. A farmi l’offerta mandarono una bella donna ed ho avuto l’impressione che anche lei fosse lesbica o almeno bisessuale..

Will Mace tossicchia nervosamente e la interruppe:

-Sta dicendo che avevano un dossier completo su d lei, Colonnello?.-

            Cary annuisce ed aggiunge:

-Probabilmente hanno un dossier su ogni ufficiale e sottufficiale delle Forze Speciali. Forse anche su di te, Liz.-

-Sono un avvocato non un membro delle Forze Speciali, non hanno interesse per una come me - replica Liz - A meno che…-

-A meno che non sappiano che sono anche Capitan America? È possibile ma credo che in realtà in questo caso il bersaglio fosse un altro, non è vero papa?-

Will sospira e risponde:

-Qualche tempo fa ho accettato di far parte di un gruppo di consulenti indipendenti del DNI[5] e stavamo verificando proprio le attività della North Organization in alcuni paesi a rischio.-

-Quindi v’è la possibilità che ti abbiano voluto dare un avvertimento. È plausibile. Rimane un’altra domanda senza risposta.-

-Quale?- le chiede la madre.

-Se quelli che hanno ritrovato erano i rapitori, chi li ha uccisi e perché? E dov’è Bobbi adesso?-

 

La donna che apre la porta dell’appartamento nella cittadina di Quincy, Massachusetts, potrebbe avere più di sessant’anni, non è facile dirlo: ha lunghi capelli bianchi che le ricadono sulle spalle, indossa una camicia da notte azzurra che o sembra uscita da una boutique d’alta moda ed ha il portamento un po’ altero, da aristocratica o da modella.

            L’uomo biondo sfoggia un bel sorriso e la saluta.

-Ciao, Mary, ti trovo in forma per la tua età.-

-Come al solito, Mike, riesci ad essere impertinente anche quando dovresti fare un complimento - replica la donna poi guarda Bobbi Mace e dice -E così l’hai portata qui, come immaginavo.-

Allude a Bobbi Mace che sfinita si è lasciata cadere su un divano.

-Suppongo che non sia facile prendere di sorpresa una chiaroveggente.- replica l’altro stringendosi nelle spalle.

-Non sono più in gamba come una volta ma ancora abbastanza da aver visto il suo rapimento in tempo utile dandoti il tempo di intervenire.- replica la donna -Per fortuna eri in zona.-

-Già e questo mi ha dato l’opportunità di saldare un vecchio debito ed anche di rivederti. Sei sempre affascinante.-

-Neanche essere galante ti si addice, Mike, ed il tempo è stato più clemente con te di quanto lo sia stato con me.-

-Merito di una vita sana... e di una versione del Siero del Supersoldato molto efficiente.-

-Voi due chi siete?- chiede Bobbi -Come sapevate che ero in pericolo?- guarda prima il biondo e poi la donna anziana ed aggiunge -Lui l’ha chiamata chiaroveggente. È così? Lei vede il futuro?-

-Qualcosa di simile sì.- risponde l’altra..

-Non capisco.- borbotta, confusa la ragazza -Mi avete salvato ma non mi riportate a casa, perché?-

-Il pericolo non è ancora finito.- sentenzia enigmaticamente la donna.

 

 

3.

 

 

            Tysons, già Tysons Corner, è una cosiddetta comunità non incorporata della Contea di Fairfax adiacente alla comunità di McLean, che è una delle zone residenziali più care ed ambite di tutta la Virginia, dove si trova anche la sede della C.I.A. ma questo non ci interessa, non adesso almeno.

Ciò che rende interessante Tysons, almeno per noi, è il complesso di edifici chiamato Liberty Crossing che ospita gli uffici del Centro Nazionale Antiterrorismo, una divisione dell’Ufficio del Direttore dell’Intelligence Nazionale. È qui che lavora Edmond Atkinson, un afroamericano di corporatura robusta con il volto incorniciato da una corta barba. Nonostante l’ora è già al lavoro. Del resto raramente i terroristi seguono l’orario d’ufficio senza considerare che le loro basi sono spesso a diversi fusi orari di distanza

-Maledizione!- esclama mentre scorre dei dati nel suo computer.

            Quello che ha appena letto conferma i peggiori timori che gli erano venuti quando Nikki Adams l’ha contattato: c’è una talpa nel Governo, forse proprio nella sua stessa agenzia..

Nikki è risalita ad otto nomi di funzionari che potrebbero aver alterato un rapporto dell’Ufficio di Intelligence del Dipartimento di Stato. Incrociando i dati Atkinson ha scoperto che quattro di quei nomi ricorrono anche in altre liste di accesso a dati sensibili, quattro potenziali traditori, ma a favore di chi?

La ricerca di Nikki ha spaventato chi è coinvolto, il fatto che abbiano tentato di ucciderla ne è la prova: uno dei quattro presenti in tutte le liste è appena stato ucciso in Canada apparentemente durante una rapina finita male. È ovvio che chi c’è dietro a tutto sta cercando di chiudere l’operazione e lui deve fare subito qualcosa al riguardo. Non ha tempo da perdere se vuole salvare il salvabile.

 

Non molto distante da lì, a McLean, c’è un edificio più anonimo ma si sa che l’apparenza inganna. In un lussuoso ufficio un uomo anziano con capelli e baffi bianchi che indossa un completo da yachtsman con un elegante foulard al posto della cravatta siede su una poltrona executive in pelle sorseggiando un whisky che gli è stato appena portato da un’attraente ragazza che ha circa un terzo dei suoi anni, poi posa il bicchiere sul tavolo e si rivolge alla donna seduta davanti a lui con le gambe accavallate:

-È stato un errore.-

-Capita anche ai migliori.- replica filosoficamente la donna -Il piano era buono ma è entrato in gioco un fattore imprevisto ed imprevedibile.-

-E adesso esiste un collegamento con la nostra organizzazione e questo è preoccupante.-

-A questo c’è rimedio. Ho provveduto a diffondere la voce che quei due erano stati cacciati perché sorpresi a rubare. Non potranno provare che l’ordine di rapire Roberta Mace veniva da qui.-

-Ma lo sospetteranno.-

-Non possiamo farci niente purtroppo. Possiamo solo limitare il danno.-

            L’uomo anziano scuote la testa ed infine dice:

-Voglio una pulizia completa.-

 

La voce di Liz Mace risuona forte e decisa mentre dice al telefono:

-E questo è tutto, Signore. Richiedo il permesso di iniziare un’indagine sulla North Organization come possibile minaccia per la sicurezza militare.-

<<Uhm...> borbotta da Camp Lehigh il Brigadiere Generale Joseph Kragg <<…dovrò richiedere l’autorizzazione dell’Ammiraglio per questa faccenda.>>

-Se servirà a persuaderlo, gli faccia presente che il nome della North Organization compare nei file del Consorzio Ombra.-

<<È esattamente quel che farò. Nel frattempo, Maggiore, faccia tutto ciò che ritiene giusto. Queste compagnie militari private non mi sono mai piaciute.>>

-La ringrazio, Signore.-

            Liz chiude la telefonata e si rivolge a Cary St. Lawrence:

-Possiamo procedere ufficialmente. Il caso è nostro.-

-Come intendi procedere?- le chiede suo padre

-La priorità è ritrovare Bobbi, poi, quando sarò tornata in Virginia, la prima cosa che farò sarà una visita alla sede della North Organization.-

-Intanto credo che loro abbiano deciso di far visita qui.- interviene Cary.

-Cosa?- esclama Dorothy Mace.

-Ci sono un paio di SUV parcheggiati la fuori e ci stanno sorvegliando da un po’.-

-Due?- ribatte Liz -Io ne avevo notato uno solo.-

-Il secondo è arrivato da poco, il che mi fa pensare che si preparino ad un’azione di forza.-

            Sul volto di Liz si dipinge un’espressione dura.

-Beh… se vogliono azione l’avranno…- dice -… ma non gli piacerà.-

 

 

4.

 

 

            Frank Gianelli entra nella redazione della rivista Now e si dirige alla scrivania dell’attraente Joy Mercado.

-Ciao, Frank. Come sono andate le fatiche notturne?- gli chiede la bionda giornalista, che come sempre indossa una maglietta ed un paio di pantaloni di pelle attillati che valorizzano le sue forme generose.

-Molto spiritosa.- replica Gianelli-Hai dato un’occhiata alla foto che ti ho inviato ieri.?-

-Stavo giusto controllando l’archivio del Bugle. Se la tua misteriosa signorina è abbastanza famosa dovremmo trovarla.-

            La ricerca richiede un po’ di tempo ma alla fine…

-Ah, questo sì che è interessante!- esclama Joy.

-Cosa c’è?- chiede Gianelli.

-Guarda tu stesso. Non una ma tre corrispondenze: un’assistente sociale di nome Mary Mezinis sparita misteriosamente anni fa, un’attrice di nome Mary Walker e… -

            L’ultima è una foto che ritrae una donna in costume con i capelli scarmigliati. È Frank a dire il suo nome:

-Typhoid Mary!-

 

            Da come si muovono è piuttosto ovvio che hanno una formazione militare ma questo non li ha preparato a quello che sta per accadere.

            La donna in costume sbuca alle loro spalle e con voce tranquilla dice:

-La violazione di domicilio ed il tentato omicidio sono dei reati, sapete?-

             Gli uomini armati si voltano di scatto e quasi all’unisono esclamano:

-Capitan America!-

-Siete davvero deli tipi svegli.- replica lei mentre lancia il suo scudo che compie un ellissi disarmandone alcuni per poi ritornare nella sua mano destra.

-Vi arrendete pacificamente oppure…?-

-Uccidetela!- ordina il caposquadra,

-Una volta, almeno una volta, non potreste arrendervi quando ve lo chiedo, per favore?- sospira Cap mentre con lo scudo devia le pallottole.

            I suoi avversari sono decisamente ben armati: pistole Sig Sauer e Glock, fucili Heckler & Koch, coltello da combattimento K-Bar, lo stato dell’arte dell’equipaggiamento del mercenario moderno, ben per loro, pensa Liz.

            Balza in mezzo a loro e ne stende subito due. Un terzo la afferra da dietro e le punta una lama alla gola. Lei solleva entrambe le gambe e colpisce in faccia due avversari poi si lascia cadere all’indietro schiacciando con tutto il suo peso il suo aspirante assassino quindi compie un’agile capriola e si rimette in piedi.

Ancora una volta le sparano ed ancora una volta Liz Mace para i proiettili con lo scudo per poi lanciarlo sui suoi avversari abbattendone due. I tre rimasti esitano e lei balza loro addosso trascinandone due a terra. Uno è steso con un pugno e l’altro da un calcio. L’ultimo rimasto decide di scappare ma prima che possa farlo si ritrova la canna della pistola d’ordinanza di Cary St. Lawrence puntata in faccia.

-Una sola mossa e ti uccido e non credere che stia bluffando.- dice la donna e guardandola negli occhi l’altro sa che dice la verità e lascia cadere la pistola alzando le mani.

-Saggia decisione.- commenta Cary.

 

            Il classico suono avverte Nikki Adams che è in arrivo un messaggio sul suo cellulare. Il numero è criptato e il messaggio è conciso:

“Vediamoci al solito posto. E”

            Edmond Atkinson, sicuramente, pensa la giovane donna, ma la sua è la solita paranoia da addetto ai servizi segreti o c’è di più? Ha forse scoperto qualcosa che scotta? Meglio, comunque, essere prudenti.

            Bussa all’ufficio di Sam Wilson è si affaccia alla porta.

-Devo uscire.- gli dice -Starò fuori un paio d’ore.-

            Se ne va prima che Sam possa chiederle qualcosa. Non è da lei, pensa Sam,. Il suo istinto gli dice che forse il suo Capo dello Staff, nonché amante, potrebbe aver bisogno di un angelo custode.

 

 

5.

 

 

            La tentata aggressione alla residenza di un ex ambasciatore da parte di una squadra paramilitare è decisamente un crimine insolito. Abbastanza da attirare l’attenzione, una volta tanto benvenuta da parte della Polizia cittadina, del F.B.I.

            I sospetti, tutti identificati come ex militari, si rinchiudono in un ostinato mutismo ma questo non sorprende Capitan America: i loro datori di lavoro li pagano profumatamente anche perché tengano la bocca chiusa su di loro in caso di cattura. Il che, ovviamente, non basta a fermarla. Vuole sapere che fine ha fatto sua sorella a qualunque costo.             Al momento, però, la cosa più importante per lei è mettere al sicuro i suoi genitori.

-Non mi piace l’idea di andarmene.- borbotta suo padre -Non sono il tipo che scappa.-

-Siete nel mirino di gente molto ben organizzata e disposta a tutto pur di coprire le proprie tracce. Restando qui tu e la mamma sarete costantemente in pericolo mentre con voi al sicuro potrò muovermi più liberamente.- replica Liz.

-Immagino che sia inutile raccomandarti di essere prudente, vero?- le chiede sua madre.

-Io sono sempre prudente ed assennata, mamma, è Cary quella impulsiva.-

-Io preferisco definirmi: battagliera.- ribatte Cary St. Lawrence.

            Pochi minuti dopo un furgone blindato lascia la residenza dei Mace e si immette nel traffico caotico di Boston.

            Improvvisamente una scia luminosa attraversa l’aria e colpisce il furgone con un tremendo boato.

 

            Il cecchino inquadra i suoi bersagli nel mirino del suo fucile di precisione. Un compito anche troppo facile, quasi indegno di uno del suo talento, pensa mentre il suo dito guantato accarezza il grilletto.

            Un colpo, un centro. Le teste di Nikki Adams e Edmond Atkinson sembrano così vicine a lui da poterle toccare e non a più di 500 metri di distanza come sono in realtà. Il primo colpo per l’uomo, il secondo per la donna. Saranno morti prima che i clienti del diner in cui sono seduti si rendano conto di cosa è successo. Un colpo un centro, tutto molto semplice.

            All’improvviso la visuale del suo mirino ottico è occupata da… un falco?

-Ma che ca….- esclama il Cecchino.

            L’istinto affinato dall’esperienza lo fa voltare di scatto e quando lo fa si trova di fronte…

-Falcon?-

-Risposta esatta!- replica l’eroe di Harlem -Non ti aspettavi di trovarmi qui, immagino.-

            L’uomo che indossa una versione dell’uniforme da combattimento dei Marines ed un basco rosso da paracadutista sogghigna e replica:

-Al contrario: avevamo messo in conto la tua presenza e preso le nostre precauzioni.

            Qualcosa colpisce Falcon alla schiena facendogli perdere l’equilibrio e cadere in avanti.

 

            Il fumo si dirada e da esso emerge la figura di un uomo alto che indossa una tuta rossa e la cui pelle ha un colore blu acciaio perché di quel metallo è composta o ricoperta. Nella mano destra impugna un fucile di precisione e nella sinistra una specie di pistola.

            Si avvicina al furgone, che in seguito al colpo ricevuto ora presenta uno squarcio sul lato sinistro. È evidente che intende finire il lavoro.

            Improvvisamente ecco saltare davanti a lui la scattante figura di Capitan America.

-Fermo dove sei!- gli intima

-Nientemeno che Capitan America!- esclama l’uomo -Mi dispiace, ragazza, ma non sei all’altezza di Warhawk.-

            Un rapido gesto con la mano sinistra e le spara.

 

 

CONTINUA

 

 

NOTE DELL’AUTORE

 

 

            Tutto sommato poco da dire quest’episodio, quindi non perdiamo tempo.

1)     Chi è il misterioso Mike che ha salvato Bobbi Mace? Sono certo che l’avete indovinato ma ne riparleremo nel prossima episodio.

2)     Chi è la misteriosa ed anziana signora di nome Mary da cui ha portato Bobbi? Quali sono i loro scopi? Alcune risposte già nel prossimo episodio.

3)     Warhawk è un personaggio creato da Chris Claremont & Pat Broderick su Marvel Premiere #26 datato agosto 1975.

Nel prossimo è episodio: il lato oscuro di Washington D.C. e non parliamo della Casa Bianca. -_^

 

 

Carlo



[1] Il numero delle emergenze negli Stati Uniti.

[2] Quantico in Virginia ospita la più grande base dei Marines degli Stati Uniti.

[3] Nell’ultimo episodio.

[4] Ovvero l’ex Capitan America.

[5] Director of National Intelligence.