Lo
sguardo di Jonh roteò per tutta la stanza, alla ricerca di una
risposta che lui non sapeva dare. Dante, il maledetto Dante, colui che
gli aveva tolto il suo più grande amore, aveva detto che lui
aveva scelto di far parte del Darkmere. Ma cosa diavolo fosse questo
Darkmere lui non lo sapeva per niente! Si rivolse dapprima verso Lothar
Archer, che rifuggi al suo sguardo, poi verso quella strana ragazza
che gli era stata affiancata, Twilight Duscombe, ma anche lei evitò
di fissarlo negli occhi. Infine rivolse la sua attenzione verso l'essere
che più odia al mondo, Dante.
- Cos'è il Darkmere? Che cosa ho scelto?
- Di far parte del Darkmere... - rispose Dante senza nascondere un leggero
sorriso.
- Questo l'ho capito, anche se so di non avere mai scelto nulla del
genere... ma cos'è il Darkmere?!
Dante scoppiò in una grassa risata.
- E così hai dimenticato!
Jonh si tocco la testa, colpito da un lancinante dolore alle tempie.
- COSA HO DIMENTICATO?????? - urlò, cercando di sovrastare il
dolore che gli impediva di pensare, annebbiadogli la vista.
Lothar Archer si avvicinò a lui, sfiorandogli la spalla con la
sua mano.
- E' difficile da spiegare ancora... - disse.
- Tu provaci! - rispose Jonh, interrompendolo – E fallo prima
che questo mal di testa mi ammazzi!
- Dopotutto – aggiunse Dante – hai fatto tutto questo affinchè
lui ricordi, vero Lothar?
Fece un cenno di assenso.
John si accasciò a terra, singhiozzando e stringendosi la testa
tra le mani, quasi a schiacciarla.
- SONO STANCO! - urlò.
Twilight gli si avvicinò, ma lui la respinse in malo modo.
Dante lo fissò con i suoi occhi glaciali.
- E va bene... credo sia giunta l'ora di spiegarti chi sei veramente
e cos'è il Darkmere!
Lothar annuì, allontanandosi dall'uomo.
Londra, 4 Settembre
1666.
Le fiamme, scoppiate 2 giorni prima in un fornaio reale in Pudding Lane,
avevano ormai avvolto la splendida città medioevale, riducendo
molti palazzi in cumuli di macerie e decretando la fine di un'antica
e gloriosa città. Da dietro un cumulo di detriti apparve una
coppia. Il volto di lui era ricoperto di leggere scottature e i suoi
vestiti erano bruciacchiati. Zoppicava leggermente, ma non accennava
a rallentare la sua andatura, tirandosi dietro la ragazza. Lei aveva
un viso pulito e perfetto. Gli occhi neri sprigionavano paura e terrore,
mentre il suo labbro inferiore tremolava leggermente. I suoi vestiti
da semplice popolana erano, nonostante tutto, in discrete condizioni.
- Non possiamo fermarci! - disse lui.
Lei disse qualcosa, che lui non riuscì a sentire, o forse lei
non riuscì a gridare abbastanza.
Incespicò su una pietra, rovinando a terra. Il ragazzo si fermò,
inginocchiandosi per aiutarla ad alzarsi.
- Presto! Potrebbero essere qui a momenti! - disse, incitando la ragazza
ad alzarsi, quando un enorme boato provenne dalla direzione da cui stavano
fuggendo.
Il ragazzo si fermò per un attimo, come pietrificato, poi riprese
a correre, lasciando lì la ragazza, che lo implorava di aiutarla.
Improvvisamente due figure si materializzarono dietro di lei.
- Lo inseguo? - chiese Dante all'uomo al suo fianco.
L'uomo osservò per qualche attimo la ragazza piangente, poi sorrise.
- No, è solo un codardo, non potrà fare niente!
- E di lei?
- Uccidila!
Si girò per allontanarsi, mentre Dante alzò la spada e
infilzò la ragazza che per il terrore non emise nemmeno un urlo.
Poi si avvicinò all'altro uomo.
- Cosa facciamo adesso?
- Riprendiamo la nostra caccia!
Alzò lo sguardo al cielo e per un attimo vide una creatura dalle
ali di pipistrello sfrecciare lungo l'orizzonte.
- Ah! - sospirò – Questa è l'aria che preferisco!
Due ore dopo, in
un piccolo palazzo al margine dell'incendio.
- Sei sicuro di quello che dici? - chiese la ragazza all'uomo che poggiato
sulla finestra osservava le fiamme divorare la città.
- Certo che ne sono sicuro! Li ho visti con i miei occhi! - rispose
l'uomo presente nella stanza.
Si girò verso di lei, fissandola con una sguardo greve.
- Saranno sulle nostre tracce oramai!
- Infatti! Abbiamo una sola possibilità...
Ci furono dei lunghi secondi di silenzio.
- Intendi dire?
- Il Darkmere... solo così possiamo sfuggire loro!
La ragazza si lasciò scappare un urlo di disperazione.
- No! - disse.
- Non abbiamo molta scelta! - rispose lui, allontanandosi dalla finestra
e prendendo il braccio della ragazza.
- Cosa vuoi fare?
- Dobbiamo andare da lui...
La tirò dietro di se, uscendo rapidamente dalla casa.
Dante e il suo misterioso
compagno giunsero dopo qualche minuto alla casa.
- E' andata via... - disse l'altro guardandosi attorno.
- Infatti! - aggiunse Dante.
- Ma da poco, e non è da sola!
Dante si rivolse verso di lui con uno sguardo carico di stupore.
- Chi c'è con lei?
L'altro si concentrò, socchiudendo gli occhi.
- Non riesco a percepirlo, sfugge ai miei sensi!
- Riesci a percepire dove si trovano adesso?
- Non sono molto distanti da qui, e vanno verso...
Si fermò, sgranando gli occhi.
- Verso dove? - chiese Dante.
L'altro non rispose, lanciandosi come una saetta verso l'uscita, seguito
rapidamente dal suo compagno.
A diversi chilometri
di distanza, due figure si stavano muovendo rapidi come fulmini verso
la sponda del tamigi.
- Non è pericoloso mostrare i tuoi poteri con tutto quello che
sta succedendo? - chiese lei, mentre lui sembrava volare sopra le macerie
e attraverso le fiamme.
- Nulla è più pericoloso di chi ci sta inseguendo...
Le due figure giunsero ad un margine del fiume non lambito dalle fiamme
e si inoltrarono lungo un'antica galleria.
- E' qui? - chiese lei.
- Si, è qui!
La galleria era priva di fonti di illuminazione, ma era misteriosamente
luminosa. Nonostante fosse ampia, i due si incurvarono mentre procedevano
lungo il sentiero.
- Fa caldo! - si lamentò la ragazza.
- E' qui l'origine di tutto quello che sta succedendo, ed è qui
che si trova il passaggio!
- Ma finiremo nelle mani del nemico...
- Non abbiamo altra scelta, non ci sono altre possibilità!
Lei sospirò rumorosamente. Poi insieme a lui girarono un angolo,
trovandosi davanti ad uno spettacolo incredibile: davanti a loro si
era aperta un enorme caverna dalle pareti biancastre; il pavimento era
leggermente inclinato verso il centro, e proprio al centro si trovava
il nesso, il luogo in cui tutti i leys si univano: un enorme pozzo,
un caleidoscopio di colori e di immagini che si sovrapponevano senza
soluzione di continuità, tra passato, presente e futuro.
- Oh mio Dio! - esclamò lei.
- Già, è proprio il caso di dirlo! Ora seguimi!
- Non essere precipitoso! - disse una voce alle loro spalle.
I due si girarono verso la direzione da cui proveniva la voce. Dante
e il suo compagno erano a pochi metri da loro, con le spade in mano.
- Maledizione! - imprecò l'uomo, mentre la ragazza si stringeva
a lui – Non temere Deborah, non ti succederà nulla. - aggiunse.
- Questa è l'unica verità! - disse il compagno di Dante,
avvicinandosi ai due. - Ora Lothar allontanati da lei!
- Non me lo puoi chiedere! - esclamò lui, mentre gli occhi gli
brillavano in maniera inquietante.
- Non glielo posso chiedere? - chiese l'uomo a Dante.
Dante sorrise.
- Non hai molta scelta!
I due si fissarono a lungo, mentre Deborah sommessamente cominciava
a piangere.
Note:
iniziamo qui a spiegare cos'è il Darkmere, chi sono in realtà
John Lomax, Lothar Archer, Deborah e Dante. Non aspettatevi risposte
esaustive nel prossimo episodio, ma diciamo che le pietre le sto lanciando
e prima o poi tutto sarà chiaro.
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