Jonh Lomax entrò
dentro il suo appartamento, seguito dalla figura spettrale di Lothar
Archer. Si accasciò sul divano, mentre il suo misterioso partner
lo fissava.
- Non è una battaglia che puoi vincere da solo!
- Cosa intendi dire? - chiese Jonh, ma prima che finisse la frase l'eterea
figura svanì nel nulla. - Oh, al diavolo tu e i tuoi enigmi!
- concluse, chiudendo gli occhi.
Lo spirito di Lothar
Archer apparve annunciato da un brevo lampo. Attorno a lui migliaia
di spiriti come il suo vagavano lungo i canali di questa città
sospesa nel tempo e nello spazio. Gigantesche torri svettavano lungo
decine di assi diversi, assolutamente al di fuori di ogni logica umana.
Enormi canali collegavano tra loro le numerose torri in un intrico aggrovigliato,
mentre bolle traslucide si muovevano lungo precise direzioni, come una
sorta da danza, fino a raggiungere il cuore di quel misterioso luogo,
una enorme cupola dai colori pastello che irradiava una strana luminescenza.
Lothar vi entrò senza indugi, raggiungendone in pochi attimi
il cuore, e presentandosi davanti al Triumvirato. Questo organismo era
composto da altri tre spiriti antichi come Lothar stesso. Il primo di
essi eri Rachel, una donna, custode del Pozzo del Nulla. Il secondo
era Jona, un vecchio, custode della Gabbia del Perdono. Terzo infine,
un giovane dai tratti indiani, era Kalhed, custode della Pietra del
Sigillo.
- Cosa ti spinge a chiedere consiglio al Triumvirato? - chiese Kalhed.
- La faccenda dei Superni sta diventando troppo grande per Jonh Lomax.
- rispose.
- Altri spiriti affini e i loro custodi si stanno muovendo per impedire
che Marcus Delorane riunisca tutte le sfere e dia il via al rituale
del ritorno. - disse Jona.
- Ma nessuno di loro ha in mano una delle sfere!
Il Triumvirato sgranò gli occhi alla rivelazione di Lothar.
- Questo mette tutto sotto una nuova ottica! - disse Rachel.
- Già, - gli fece eco Kalhed – credo che la richiesta di
Lothar valga la pena di essere discussa!
- E accettata! - aggiunse lui.
- Come? - esclamò Jona, stupito da tanta audacia.
- Già una volta il mio custode è stato in pericolo, minacciato
da una delle creature genetiche dei Superni, non vorrei che questo rischio
si ripetesse!
Kalhed sbuffò.
- Capisco, quindi la risposta deve essere tempestiva!
Lothar sorrise, mentre il Triumvirato decideva chi avrebbe dovuto aiutarli.
Marcus Delorane
si avvicinò ad una piccola porticciola, in un vicolo del quartiere
di Brooklyn. Attese qualche minuto, guardando nervosamente l'orologio.
Poi improvvisamente una figura apparve alle sue spalle.
- Salve, mi stava aspettando, vero? - disse la figura, rimanendo nella
penombra.
- Già, volevo informazioni...
- Sulle sfere dei Superni, so già tutto!
- Ma... come...
- Non si preoccupi, non è mio interesse intralciare i suo affari.
Il mio solo interesse è di rimanere il più a lungo possibile
su questo mondo, magari aiutando chi mi chiede aiuto. Quindi si rilassi
e non cerchi di uccidermi, ci rimarrei molto male.
Marcus sorrise.
- Un buon samaritano allora!
- Esattamente.
- Ma dimmi di questa sfera.
- Beh, ne ho sentito parlare per la prima volta un paio di anni fa.
Un cugino di un mio amico della mensa dei poveri raccontava di un vecchio
sacerdote venutone in possesso per puro caso, in una chiesa di campagna
nell'Illinois. Diceva che questo sant'uomo l'aveva fatta studiare, perchè
riteneva che fosse un dono del Signore contro i peccati del mondo, e
si scoprì che era dotata di poteri mistici, di cui però
non ricordo la natura...
- Dove si trova adesso?
- Mmm... è su ai Cloisters, ne sono sicuro, in possesso di una
organizzazione di cui sono venuto a conoscenza da poco, chiamata “Il
Regno”. Non chiedermi altro, so solo che ti dovresti sbrigare,
perchè poche ore fa altre persone mi hanno chiesto delle informazioni
riguardanti questa organizzazione, e credo che stiano per portare un
attacco alla loro base, e non so se questa sfera sarà ancora
intatta quando arriverai tu.
Marcus sorrise di nuovo.
- Non ti preoccupare! - disse dandogli una busta piena di dollari. –
Questo è il compenso pattuito!
Si allontanò, mentre la figura si ritraeva nell'ombra.
- Svegliati Jonh!
- disse Lothar.
L'uomo si svegliò, stropicciandosi gli occhi e alzandosi dal
divano.
- Allora? Che hai risolto con i tuoi amici? - chiese.
- Beh...
- Ha portato me! - disse una voce femminile alle sue spalle.
Jonh si girò e vide una ragazza di circa 25 anni, dai capelli
biondi tagliati a caschetto, vestita con una giacca di pelle, una t-shirt
con sopra la bandiera inglese e un paio di jeans. Indossava anche un
paio di occhiali da ciechi rotondi. Gli sorrise.
- Ma... ma chi è lei? - chiese Jonh, rivolto a Lothar.
- Lei è...
- Calma fantasmino, - interruppe la ragazza – sono in grado di
presentarmi da sola! Io sono Twilight Duscombe, e sarò il tuo
aiuto contro i Superni!
Jonh fece finta di non sentirla, rivolgendosi nuovamente a Lothar.
- Ma è una ragazza...
- E allora? - rispose lei.
Jonh la ignorò.
- Ed è anche cieca...
- Ennò, caro mio, non sono cieca sai? Direi l'esatto contrario!
- Già, - interruppe Lothar – lei indossa gli occhiali perchè
ci vede fin troppo bene!
Jonh li fissò con l'espressione di chi non ha capito nulla.
- La mia vista – aggiunse la ragazza – è circa 10 volte
superiore a quella di qualsiasi uomo con un'ottima vista! Vedo tutto
nei più piccoli dettagli. Riuscirei a vedere anche il riflesso
nelle tue pupille, mio caro.
- E a cosa servono gli occhiali?
- Ad evitare che impazzisca con tutti questi dettagli che bombardano
i miei occhi. Sono in grado di filtrare il 90% delle “informazioni”
che mi arrivano. E' tutto chiaro, Marlowe?
- Marlowe?
- Già, Marlowe! Con quella faccia accigliata mi sembri proprio
il personaggio di Chandler.
Jonh si girò verso Lothar.
- Mi spieghi come pensi che questa possa aiutarci nella faccenda dei
Superni? Vedrà i nemici a miglia di distanza come Superman? O
ha anche la vista ai raggi x?
- Ho altre capacità, - rispose lei sorridendo – se vuoi
te ne dimostro qualcuna, Marlowe!
Jonh imprecò sotto voce, quando suonò il campanello del
suo appartamento.
Altrove.
Il Principe Nero raggiunse una sala ricoperta di enormi ragnatele. I
suoi occhi lampeggiarono vividamente, mentre scrutava ogni anfratto
di quel luogo.
- Sorella, dove sei?
Nessuno rispose.
- Sorella mostrati al tuo signore!
Il silenzio continuò.
- Sorella... è un ordine!
Un sibilo provenne dalle sue spalle. Il Principe Nero si girò
e vide uno splendido volto femminile apparire tra le ragnatele.
- Cosa vuoi dalla Regina di Sangue?
Oltre il volto apparve anche il busto, nudo e prosperoso.
- Volevo comunicarti che il nostro ritorno si sta avvicinando a grandi
passi!
- Bene, questa è una bella notizia! - disse, mentre il resto
del corpo compariva dal buio, rivelandosi quello di un enorme ragno
ricoperto di peli.
Jonh andò
ad aprire il campanello e apparve Patricia.
- Che vuoi? - disse lui, stupito.
- Vedo che ti ricordi di me? - disse lei.
- Certo, mi ha fermato ieri, dicendomi di conoscermi...
- E di conoscere Deborah, ed è per questo che sono qui!
Jonh la fissò con malcelata curiosità.
- Cosa intendi dire?
- Che Deborah vuole parlarti!
Note:
da questo terzo episodio molte cose cominciano a chiarirsi, ma saranno
i prossimi due episodi a aprire uno squarcio sul passato di Lomax, su
chi sia Deborah e su perchè la serie si chiama Darkmere. Mentre
per saperne di più sul luogo dove si sta recando Delorane e sul
suo misterioso informatore, beh... dovrete leggervi Punisher 7 e 8 (quest'ultimo
nel prossimo aggiornamento).
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