PROLOGO: Clinica
Bethstein, Anchorage, Alaska
L’allarme era scattato per
tutto il massiccio edificio-fortezza. Si trattava di un codice ‘nero’,
un’eventualità teoricamente contemplata ma mai messa in atto dal giorno della
fondazione. L’istituto era nato per
dare rifugio e protezione alle donne ed ai figli di super-esseri abusivi. Il meglio
della tecnologia era stato investito nelle infrastrutture, con contributi che
andavano dalle Industrie Stark alla Talon Corporation ed alla Mys-Tech. L’idea
era quella di riuscire ad impedire l’ingresso, o alla peggio trattenere
efficacemente gente del calibro dell’Uomo Assorbente.
Cionondimeno, oggi
l’improbabile era avvenuto: c’era uno scontro fra super-esseri in atto
all’interno della Clinica! L’unica cosa sensata era evacuare il personale
civile, seguendo un rigido programma provato e riprovato, e lasciare che le
forze di sicurezza gestissero quel casino senza alcun rischio ostaggi…
…Premesso di riuscire, prima
di tutto, ad irrompere sul teatro dello scontro.
“Come sarebbe a dire, che non
riuscite a sfondare la porta?”
Il gruppo di guardie, in
uniforme bianca e rossa, armate come se fossero stati i militanti di un esercito,
stava in piedi, frustrato, di fronte ad una porta blindata. Erano tutte donne,
e quella in testa rispose nel microfono dell’elmetto, “Vuol dire che le abbiamo
provate tutte salvo granate di plasma arcano, e non ci terrei molto a rischiare
la vita degli ostaggi, Direttrice. È magia, quella che sta tenendo la porta
saldata.”
La voce nel microfono bestemmiò.
“Ho capito, qui bisogna chiamare altri calibri. Vedrò se i Vendicatori
sono disponibili. Tenetevi pronti a…”
In quel momento, la porta si
aprì. Appena uno spiraglio, movimento di cardini bene oliati.
Protette dalle maschere
antigas, le guardie non percepirono il tremendo fetore che venne dalla cella.
Del resto, non vi avrebbero attribuito importanza, non ora che la loro priorità
erano le uniche due civili rimaste nella Clinica: Anne e Melissa Allen…
Furono dentro, coprendo ogni
angolo con le loro armi -una precauzione inutile, visto che la camera era
deserta! Una rapida occhiata al monitor, poi il capo delle guardie disse nel
microfono, “Direttrice. Qui non c’è più nessuno, ripeto, ambiente deserto. E Carrion
è in qualche modo evaso dall’unità di contenimento. Quali sono gli ordini?”
La risposta che ricevette
avrebbe potuto pelare la vernice da un muro.
MARVELIT presenta
di
Valerio Pastore
Episodio 15 - LEGAMI DI FAMIGLIA (III Parte)
“Per quanto sia divertente
giocare con la propria preda, giunge il momento in cui bisogna pensare agli
affari, e senza terze parti a disturbare.”
La dimensione in cui si
trovavano tutti non aveva un nome. Era un mondo sterile, coperto solo di oceani
di dune e piane di rocce aguzze modellate da venti feroci. Il sole era una cosa
lontana e pallida, mentre un mondo butterato riempiva il cielo. Che ci fosse
un’atmosfera respirabile poteva essere solo dovuto alle peculiarità della
dimensione…Oppure alla benevolenza del suo inquilino, Master Pandemonium.
“Non sono in vena di uno scontro ad oltranza. È da tempo che ho imparato che il
confronto diretto con voi eroi è nocivo alla salute. Perciò, mi accontenterò di
un solo vostro gesto di cortesia. Voi mi date il Caduceo degli Sterling,
e le vostre protette vivono. E voi tornate a casa felici e contenti. Ora,
volete darmi quello stramaledetto amuleto, o devo prima ucciderle?”
L’essere che di umano, ormai,
aveva solamente l’aspetto, passò una mano dalle unghie aguzze sul volto di
Melissa Allen. Lentamente, si lasciò dietro cinque righe parallele sulla pelle,
righe insanguinate e fumanti. Melissa urlò per ogni secondo di quella tortura.
La ragazza era letteralmente
fusa ad una mostruosa parodia di albero, roccia a guisa di tronco, dalle
fattezze morbide di una scultura astratta. E Melissa non era la sola
prigioniera. Insieme a lei, così vicina e così impossibilitata a fare qualcosa,
c’era sua madre Anne. “Melissa! Mostro maledetto, lasciala, mi senti? Lei
non c’entra niente!”
Gli altri prigionieri erano i
componenti dell’accozzaglia di angeli delle tenebre chiamati Supernaturals:
Ø
Nebulon, l’Uomo
Celestiale, alieno redivivo di un
mondo lontano,
Ø
Carrion, William Allen, marito di Anne e padre di Melissa,
nonché portatore di un virus senziente,
Ø
Hobgoblin, P.J. Macendale, l’uomo tornato demone,
Ø
Lilith, la Figlia di
Dracula, e recentemente nominata
erede al trono del padre,
Ø
Tagak, il Principe
Leopardo, ‘poliziotto’
extradimensionale,
Ø
Nightshade, neo-licantropa per infusione di magia e scienza,
Ø
Moonhunter, indiano ex cacciatore di licantropi,
Ø
Dreadknight, un tempo aspirante Re di Latveria, poi condannato ad
una vita da rinnegato dal suo sovrano.
E tutti erano drasticamente
impotenti. Tanto per cambiare, si potrebbe pensare…ma questa volta c’erano
degli ostaggi di mezzo.
La scelta era che non c’era scelta!
“Devi capire che stai
sprecando tempo ed energie, Pandemonium,” disse Nebulon. “Il Caduceo ci è stato
imposto, a nostra insaputa. Non ne abbiamo alcun controllo.”
Pandemonium fece spallucce.
“La sua luce scorre in voi, vi lega, vi tiene insieme. Avete dimostrato di
saperlo usare, e in più di un’occasione. Quindi, non vi credo.”
“Testa di &%$£!” Per
essere un cadavere vivente, Carrion possedeva davvero una vivacità tosta. “Non sappiamo
come funziona! Non abbiamo mai usato volontariamente questa maledizione
per…Melissa?”
Se non fosse stato per
l’abbraccio calcareo dell’’albero’, Melissa sarebbe crollata al suolo. Di lei,
solo mani, piedi e testa sporgevano, ed ogni estremità le pendeva inerte. I
suoi occhi erano sbarrati, fissi sul nulla, e un filo di bava le colava dalla
bocca, insieme a qualche parola incoerente…
Anne urlò la propria
disperazione, gli occhi gonfi e rossi, la voce roca per il gran singhiozzare.
Contraeva spasmodicamente le braccia e le mani, come a volere raggiungere la
sua piccina -inutilmente.
“Tsk, tsk. Una mente così
giovane è anche così fragile…” Master Pandemonium avvicinò una mano alla
guancia di Anne, accarezzandola appena con il dorso delle dita, lasciandosi
dietro delle piccole ustioni fumanti. Anne non vacillò nemmeno, ma guardò
quell’arto con tutta l’intenzione di staccarglielo a morsi! Lui ricambiò lo
sguardo con la beffa nel proprio; avvicinò il volto a quello di lei abbastanza
perché lei vedesse gli occhi sotto la maschera…E questa volta, Anne non
sostenne lo sguardo.
Pandemonium le afferrò il
volto con una mano, e lo voltò per costringerla a guardarlo. “Tuo marito ed i
suoi amici, evidentemente, non hanno il senso delle priorità!” passò di colpo
da una specie di sibilo ad un tono compassionevole. “Pensa, sanno usare il Caduceo
per separarsi, e non sanno fare una cosa semplice come toglierselo…Preferiscono
dire le bugie piuttosto che salvare un paio di inutili anime innocenti…” poi,
tornò di nuovo all’arroganza. “Be’, io non sono così schizzinoso.” E,
detto ciò, protese il volto in avanti, e baciò la poveretta,
costringendole le labbra a stare aperte.
Carrion urlò e si contorse
con una forza che non credeva di possedere, ma era perfettamente inutile. Sotto
i suoi occhi, Anne Allen tentava di spostare la testa, emetteva conati di
vomito e gemiti, orrendamente contrapposti al piacere nel tono del suo
aguzzino; gli occhi quasi le si erano completamente rovesciati. Stava
letteralmente avendo un assaggio di inferno, e lo sapeva.
Sotto la maschera dorata
impassibile del volto, la mente di Nebulon lavorava a ritmo frenetico! Di una
cosa era certo, Master Pandemonium non stava mentendo, non ne aveva ragione.
Per qualche ragione, il Caduceo gli era fondamentale…
E Nebulon stava iniziando a
sospettare quale fosse il modo per liberarsi di quel talismano. Lanciò uno
sguardo a Tagak, e, non appena vi vide la stessa esitazione a denti serrati,
capì di avere ragione.
Unanimità. Era questo, il
segreto. Il Caduceo non funzionava a caso, ma per volontà comune. E se, di
comune accordo, potevano separarsi a patto che fosse con l’intenzione di
tornare insieme, allora insieme potevano decidere di liberarsene.
Ma Nebulon e Tagak non
volevano.
Non potevano.
Ne’ dovevano rivelare la
verità. O nel gruppo sarebbe scoppiata una guerra intestina!
Per la prima volta dalla sua
prima morte, Nebulon ebbe voglia di piangere -un lusso che non poteva
permettersi, non ora. Invece, raccolse a sé il suo tono più sicuro e disse, “E
dopo, cosa succederà?”
Pandemonium lo fissò con
un’espressione improvvisamente…incuriosita? Perfetto!
Nebulon approfittò di quella
pausa. “Siamo a un punto morto, servitore del male. Anzi…sei a un punto
morto: hai solo due ostaggi, loro. E dopo? Altri ostaggi? Sappiamo già di cosa
sei capace, lo stiamo vedendo.”
Master Pandemonium emise un sibilo
fra i denti. “Alieno, tu non hai un’idea di cosa significhi la dannazione
eterna. La sofferenza che sto infliggendo loro è poca cosa in confronto
all’eternità!”
Nebulon sorrise. “Ti
stupiresti, per quello che so del Diavolo. Ho studiato molto attentamente
ogni vostra cultura…del resto, la conoscenza mi era indispensabile per potere
fondare un movimento volto alla pace globale[i].
“La loro fede non è
compatibile con i tuoi padroni dell’Interregno. Uccidile, ruba loro
l’anima, e potranno finire in un solo posto. Costringi i loro spiriti in un
luogo a cui non appartengono, e alla fine saranno libere per…incompatibilità.”
Una brevissima pausa, poi, “Fregato.”
Il loro nemico fece
un’espressione che la diceva lunga. “Voi…non osereste.”
“Davvero?” Questa volta, fu
Tagak a ribattere. “I tuoi padroni non hanno esitato ad attaccare la mia
dimensione, e ho visto molti dei miei cari morti in modo atroce. Ho visto la
devastazione…e so cosa succederebbe alla Terra, se questi dei vi
impazzassero.”
“Io ti ucciderò, per questo,
verme!” le parole, sibilate in un tono gravido di promesse, vennero dalle
labbra di Carrion. “Stai parlando della mia famiglia. Non ti
permetterò…”
“Sto parlando di miliardi
di innocenti, Carrion. E non ti illudere: se l’Interregno tornasse, non avreste
neppure un mondo a cui tornare. La morte di coloro che ami sarebbe solo
rimandata.” Spostò lo sguardo su Pandemonium, come a sfidarlo a contraddirlo…
E cosa poteva dire, il loro
nemico? Avrebbe dovuto mettere i bavagli a quei perdenti, invece di lasciarli
liberi di instillare della maledetta speranza nei cuori delle donne
mortali..!
Le sue spalle sprofondarono.
Il suo bluff era fallito. Sospettava che ci fosse un ‘interruttore di sicurezza’
connesso con l’unanimità, per rimuovere il Caduceo…Ma aveva puntato sulla
propria esperienza, e sulla debolezza intrinseca degli eroi quando degli
ostaggi erano coinvolti! Ed ora, ne pagava le conseguenze! Se avesse cercato di
seminare nuovi semi del dubbio, adesso, non ci sarebbe riuscito…
Pandemonium scosse la testa.
“Così, ancora una volta, e senza ricorrere alla forza, per giunta, siete
riusciti a frustrare i nostri piani. E sia, siete liberi, mortali…Oh, non siate
sorpresi: dai miei trascorsi con i Vendicatori ho imparato a prepararmi
alla sconfitta. Ma prima…”
Lo videro avvicinarsi di
nuovo a Melissa. Lo videro chinarsi sul volto di lei. Videro una lingua verde e
biforcuta saettare fra le labbra umide…
E Melissa? La poveretta si
era decisamente rifugiata nella catatonia; anche quando i polpastrelli di lui
sfrigolarono fra i suoi capelli, non emise un solo gemito.
Lentamente, dando modo ai
suoi prigionieri di assaporare il terrore per la loro ‘protetta’, Master
Pandemonium accostò le proprie labbra a quelle di Melissa…
La luce nacque, improvvisa ed
abbagliante come non mai, dal corpo della ragazza stessa! Nacque con
l’intensità di un’esplosione, e con la stessa forza di un’esplosione scaraventò
l’inumano aguzzino all’indietro come una foglia nel vento! Allo stesso tempo,
la porzione dell’albero di pietra che conteneva la povera Melissa andò in
frammenti.
Pandemonium rotolò per
diversi metri, prima di fermarsi. Mettendosi seduto, mentre si strofinava un
labbro insanguinato con la manica, l’essere…sorrise. “Ottimo, proprio come
avevo previsto.”
Melissa stava sospesa a circa
un metro dal suolo. Era ancora immobile e catatonica, e penzolava come una
bambola, un oggetto inerte. In compenso, il suo corpo era avvolto dalla figura
del Caduceo degli Sterling -un cerchio di anime, che partiva dalla
colonna di fuoco centrale in cui Melissa era immersa; una colonna fatta
dell’intreccio delle figure di un lupo ululante ed un drago ad ali protese ad
unirsi al cerchio.
I Supernaturals capirono
subito il significato di quelle parole e di quel fenomeno…ma non poterono farci
nulla! Un attimo dopo, tanto la ragazza quanto il Caduceo furono avvolti da una
sfera di energie arcane! “Hai fatto un buon lavoro, Master Pandemonium.
L’Interregno te ne è grato.”
Tutte le teste si voltarono a
guardare nella direzione, in alto, da cui la voce era venuta. Una voce
femminile, ma in un corpo maschile; un corpo dalle carni bronzee, dal volto
angelico ma con due occhi dalle pupille a fessura scarlatte, maligne, in un
volto incorniciato da una corta capigliatura bionda a boccoli. Angelo e demone
insieme, l’essere vestiva una tunica bianca che gli lasciava una spalla e parte
del torace scoperti. Fra le mani stringeva, come ad appoggiarvisi, una spada
dalla lama di ghiaccio ma circondata dal fuoco. Stava sospeso nel cielo grazie
alle sue nere ali da pipistrello. Le sue caviglie erano coperte di peluria
rossa, e terminavano in zoccoli d’ebano.
Pandemonium si chinò su un
ginocchio. “Generale Karmika dell’Armata Tenebrarum del Settimo Cielo del
Quinto Regno, ho solo fatto quello che dovevo per ripagarvi della vostra
generosità.”
Un batter di ali, e
l’angelo-demone atterrò fra il suo servitore e la sua preda. Il suo volto era
serafico nella propria soddisfazione, mentre gli occhi parlavano di cose
sinistre. Con quegli occhi, guardò i Supernaturals, ed in particolar modo
Nebulon, che mai si era sentito così impotente!
Pandemonium aveva appreso
bene l’arte dell’inganno! Una spintarella al momento giusto, con le parole e le
azioni giuste, e i Supernaturals, all’unanimità avevano fatto esattamente il
suo gioco! Non avevano bisogno di cedere il Caduceo direttamente al nemico,
bastava che ne fossero separati! Idiota! Era stato un idiota e basta…
“Per favore…” Anne sapeva di
essere al limite della propria resistenza. La sua voce era patetica, e lo
sapeva. “La mia Melissa…vi prego…Avete avuto quello che volevate. Lasciatela…vi
prego…”
Era una cosa strana, vedere
l’espressione di sincera pietà, e sentire la sua voce tinta di dispiacere dire,
“Temo che non sia possibile, madre. La carne della tua carne non potrà essere
libera, per ora,” e vedere gli occhi godere sadicamente. Quell’essere dava un
nuovo significato alla frase ‘parlare con la lingua biforcuta’! “Ella sarà
nostra fino a quando il ritorno dell’Interregno non sarà assicurato. Potranno
volerci mesi come millenni, ora che le nostre Parole devono essere
nuovamente lette una per una. Nel frattempo, il Caduceo, una volta domato, ci
permetterà di attingere alle preziose energie del tuo mondo, e di vivere fino
al sacro momento…Tuttavia, visto che abbiamo ottenuto quello che volevamo…Master
Pandemonium, vuoi fare gli onori?”
L’uomo annuì. Fece un cenno,
e, in uno sbuffo di fumo, Anne Allen scomparve! E con lei, scomparve anche
Carrion.
Nebulon capì che con loro,
anche ogni speranza era scomparsa. Se anche William Allen avesse cambiato idea,
sarebbe stato troppo lontano per essere di aiuto…
Era chiaramente la fine.
Curiosamente, tutti gli oscuri paladini percepirono come un senso di distacco,
una lucida calma. E con essa giunse l’ultimo tassello, il perché di quella
determinazione ad ottenere il Caduceo…
Ricordavano bene il limite di
queste creature: esse erano la seconda stirpe, i primi figli degli Dei
Antichi. A differenza dei loro genitori, loro avevano bisogno di una
costante interfaccia con i mortali che li adoravano e davano loro forza. Quando
anche il loro culto decadde, con le energie accumulate erano sopravvissuti in
una tasca dimensionale, pianificando il loro ritorno attraverso un’unica
formula; la formula si trovava sparpagliata lungo le Leylines, le ‘linee
di forza’ che attraversavano la superficie terrestre. Una formula fatta di
complesse Parole, le quali, una volta lette in una data sequenza, avrebbero
aperto il varco sul mondo[ii]…
Ma il piano degli Dei
dell’Interregno aveva una grave falla: il tempo. Per quante energie avessero
accumulato, esse restavano limitate, e per la prima volta in eoni, l’Interregno
stava morendo! Ci sarebbe voluto troppo tempo per rileggere la formula del
portale…e il Caduceo avrebbe dovuto supplire a tale handicap!
Non poteva succedere. Non
doveva succedere!
Le
possibilità erano assolutamente a sfavore, ma abbandonare sarebbe equivalso ad
abbandonare quelle poche rimaste. Se il Caduceo rispondeva alla loro volontà,
forse, le distanze non contavano. Se solo anche Allen avesse capito, e presto!
“Melissa!
Lurido bastardo, dobbiamo tornare indietro! Devi riportarmi indietro, e subito!” la donna,
finalmente libera di sfogare la propria furia, si gettò su Carrion. Lo colpì
ripetutamente al petto. I colpi rimbalzarono sulla carne mummificata, ma lei
continuò e continuò fino ad esaurire le forze. E fu allora che si aggrappò alle
spalle del marito. “Ti…prego…È solo una bambina…”
“Credo che ne sia perfettamente al corrente,
Madame,” disse una voce dietro di lei. I nervi erano ancora tesi al massimo, ma
tutto quello che sfuggì ad Anne fu un verso strozzato. “Lei..chi..?” finalmente
realizzò di trovarsi non nella sua familiare stanza, alla Clinica, o nella loro
casa a Nome.
Si trovavano in un salone -un ambiente di grandi dimensioni,
interamente di pietra, antico nello stile come nei mobili di legno massiccio,
ma perfettamente curato. Alla loro sinistra ardeva un camino gigantesco.
A parlare era stato un uomo: un vecchio, un individuo così
incartapecorito da dubitare naturalmente che fosse vivo. Eppure, nonostante i capelli bianchissimi,
gli occhi incassati nelle orbite e le infinite rughe, il suo portamento era
ancora un riflesso della forza che fu in gioventù. Si muoveva senza esitazioni,
senza timori; era il padrone, e ne era cosciente.
Il vecchio fece un inchino. “Chiedo scusa per le
mie maniere, Lady Allen, ma il tempo stringe, e la salvezza di sua figlia e dei
Supernaturals è prioritaria. Quanto a me, sono Victor Conte di Salisgrave.”
“Non dovete temere, mortali,”
disse Karmika, avvicinandosi ai suoi prigionieri. “Avete ancora una scelta:
adorare gli Dei dell’Interregno come vostri padroni assoluti in corpo e
spirito, ed avere salva la vostra esistenza. Oppure pagare per mia mano per i
vostri crimini contro di noi. Cosa scegliete?”
“Perché ci offri una possibilità?”
Chiese Lilith, perplessa. Persino il loro ‘Dio della Giustizia’, Umat-Bar
del Primo Regno, si era dimostrato poco incline all’obiettività[iii]…Possibile
che fra gli Dei non ci fosse il passaparola??
Karmika fece spallucce. “È
nella mia natura contemplare entrambe le possibilità, sia per il bene che per
il male. Nessuna è negata a priori, come mio padre Umat-Bar mi ha insegnato.”
Appunto!
“Se accettiamo, che ne sarà
di noi?” Chiese Hobgoblin. “Saremo…assimilati?”
Karmika sorrise. “In un certo
senso. Il vostro potere sarà un grande strumento, nella mia Armata.”
Così,
anche qui ci sono giochi di potere e rivalità. Informazione utile per il
futuro, se ci arriveremo… Macendale
elaborò quell’informazione con una fetta del suo cervello. Con l’altra, decise
di testare fino in fondo un certo aspetto dei suoi poteri demoniaci. Rischiava
grosso, ma le alternative erano davvero poche e tutte sgradevoli! Per giunta,
aveva l’impressione che se avessero giurato anche solo per finta, la loro
libertà potevano salutarla per mooolto a lungo…
“È molto semplice, Carrion,”
disse Victor Salisgrave, guidando i suoi ‘ospiti’ verso una stanzina tonda
simile ad una cella, senza finestre e senza altra illuminazione che una fila di
candele nere appese alle pareti. “Il Caduceo ha un suo preciso ruolo negli
eventi che state vivendo, eventi destinati a coinvolgere molte altre vite ed
altrettanti destini. Per questo Mary Elizabeth Sterling lo ha dato a voi.
“Puoi scegliere di rinunciare
ad esso e provare a ricostruirti una vita con tua moglie, vivere in pace il
resto dei tuoi giorni…del resto, ci vorrà tempo prima che l’Interregno vi
raggiunga.”
“…”
Entrarono. Carrion ed Anne
videro una specie di incrocio fra un glifo ed un ideogramma inciso lungo tutto
il pavimento. Come in una struttura frattale, le linee erano a loro volta
composte di altri glifi/ideogrammi, e così via -tutta la struttura possedeva
una propria prospettiva aliena, apparentemente mobile…Carrion ne aveva già
viste, di simili: era una Parola. Una formula chiusa in un simbolo.
Victor si rivolse alla
coppia. “Prima che i dubbi inizino a consumare la tua determinazione, William
Allen, sappi che il mio non è un atto di generosità, ma di semplice vendetta.
Master Pandemonium ha distrutto la mia vita, mi ha rubato la gioventù. Intendo
fare del mio meglio per fargliela pagare, con qualunque mezzo. Voi inclusi; per
questo vi ho tenuto d’occhio, in attesa di tirarvi fuori da guai se ne aveste
avuto bisogno. Ora, cammina fino al centro della Parola.”
Carrion obbedì. Le parole del
Conte avrebbero potuto essere una previsione del tempo, per quanto lo
riguardava. C’era sua figlia da salvare, e se per tale scopo avesse dovuto
riprendersi il suo frammento di Caduceo, allora al diavolo, lo avrebbe fatto!
Carrion si portò al centro
della Parola. Guardò Anne un’ultima volta, e per la prima volta da quando
l’aveva rivista, le lesse un ringraziamento negli occhi. “E ora, Conte?”
Victor
annuì. “Lo sai cosa devi fare. Lascia che legga io la Parola, nel frattempo.”
Una sola speranza. Rimandare
non era più possibile.
Nebulon e Tagak furono i
primi, a concentrarsi con tutta la loro volontà.
Lilith si unì senza esitare
-per quanto l’idea di vedere finire il regno di suo padre fosse allettante, lo
era di meno l’idea di un trionfo che le avrebbe lasciato il caos cosmico dietro
di sé!
Hobgoblin non avrebbe
desiderato niente altro che la pace, dopo le terribili traversie a cui si era
sottoposto. Persino la morte aveva iniziato ad avere una certa attrattiva…Ma,
come aveva sacrificato la propria umanità per il bene di suo figlio, per la
stessa ragione avrebbe ripreso quel dannato Caduceo! P.J. Macendale non gettava
la spugna, punto!
Nightshade non pregò da sola:
dentro il suo spirito giunse il canto di Pintea, l’eroe che aveva per
ultimo indossato l’armatura argentea che la copriva. Lei non era un’eroina,
anzi, se la stava nettamente facendo sotto…ma Pintea le dava forza, e lei
accolse con gioia quella forza…
Moonhunter aveva tante morti
sulla propria fedina da presentare all’aldilà…Ma aveva fatto un patto con sé
stesso: non avrebbe ceduto al fascino del suicidio, non fino a quando non si
fosse dimostrato degno di morire. E pregò.
Dreadknight aveva tutte le
ragioni, a suo dire, per tornare ad occuparsi della propria vita…Tuttavia,
aveva accettato di combattere questi folli cosmici per fare qualcosa di meglio
del criminale fallito! E, comunque, era abituato a dare il massimo; non avrebbe
fatto meno di questi boy-scout!
Lampi di luce cominciarono ad
attraversare l’interno della sfera. Karmika sibilò come un serpente, rivelando
canini appuntiti. “Un ultimo tentativo di riavere quello che avete perso?
Patetico…eh? Cosa vuoi, servo?”
“Temo che sia più di un
‘tentativo’, Generale…” disse Pandemonium, allontanandosi dalla sfera di un
paio di passi. A differenza del suo signore, che aveva tutte le ragioni e
l’inesperienza per permettersi il lusso della certezza della vittoria, lui
sapeva bene che un eroe non era finito finché non era morto…
“Non dire sciocchezze. Senza
uno di loro, possono al massimo…NO!”
In quel momento, la sfera esplose.
Il Caduceo riapparve ancora una volta in tutto il suo splendore, costringendo
persino Karmika a tenere voltato lo sguardo. Di sbieco, il Generale vide la
luce attenuarsi, spezzarsi. Il Caduceo stava frammentandosi, stava tornando
ai suoi possessori! Si voltò a guardare verso Melissa…e vide che lei non
era da sola. Carrion la reggeva fra le braccia.
“Unanimità, giusto?” disse il
morto vivente. Un attimo dopo, la luce del talismano brillò ancora una volta.
L’albero si spezzò in mille frammenti.
E i Supernaturals furono
liberi, finalmente uniti da un comune obiettivo e da una eguale determinazione!
Karmika
fece per brandire la sua spada…quando lo stesso incantesimo che aveva riportato
Carrion nell’Interregno fece sparire i Supernaturals e Melissa!
“Non avreste potuto
sconfiggerli. Non sul loro territorio, non tutte le loro Armate ed i relativi
Generali,” disse Victor Salisgrave, cinque ore dopo il ritorno degli eroi
oscuri. Stava in piedi sulla torre più alta del castello, intento ad osservare
l’alba. Accanto a lui stava Nebulon, i capelli scintillanti agitati dal vento.
“Il Fato vi ha aiutato
portandovi di fronte Karmika. Non succederà di nuovo. E per allora, dovrete
essere pronti.”
“Come dovremo essere pronti
ad un tuo tradimento?” Dopo quello che gli aveva detto Carrion, Nebulon aveva
deciso di alzare la guardia con quest’uomo misterioso, la cui età avanzata
nulla toglieva all’acume della sua mente…
Victor
ridacchiò. “Un problema alla volta, mio caro ‘amico’. Per ora, avervi come
nemici è l’ultimo dei miei desideri…Piuttosto, che ne direste di tornare qui a
Cape Cliff? Il posto è grande, e questo povero vecchio si sente solo, talvolta…”
Melissa era stata presa in
cura dallo staff del loro anfitrione nel momento in cui erano tornati. Le loro maniere
e l’abbigliamento potevano appartenere ai secoli scorsi, ma la professionalità
e le medicine erano moderne. Anne era troppo esausta per fare qualunque cosa
tranne stare risolutamente al capezzale della figlia, a vegliare sulla sua
bambina -Dio, ma davvero avevano speso mesi a litigare su delle
sciocchezze? Come poteva chiederle scusa per…per non avere pensato davvero
a lei quando più ne aveva bisogno?
“L’aereo è in arrivo,” disse
la sinistra voce dietro di lei…ma, ormai, Anne si era abituata ad essa. Annuì
debolmente. “Grazie.”
Carrion si fermò accanto alla
moglie, non osando sfiorare la ragazza con un dito -in fondo, era colpa
sua, se era successo tutto questo. Colpa sua e del suo egoistico desiderio di
coinvolgere i suoi familiari in…
Una mano afferrò
delicatamente quella coperta da un guanto stracciato. Carrion si scoprì a
fissare Anne con riconoscenza. Lei disse, “Siamo colpevoli entrambi. Avremmo
dovuto pensare a lei, parlare ed appianare le divergenze…Mentre ora possiamo
solo pregare che per Melissa ci sia un risveglio.” Il medico del castello non
era uno specialista, ma dietro insistenti pressioni di Anne per la verità, non
aveva escluso che lo stato di choc potesse perdurare per molto tempo…
“Sai che non posso venire con
voi.”
Anne annuì ancora. Accennò un
timido sorriso. “Scommetto che è la maledizione di qualunque super-eroe
sposato: il lavoro prima di tutto.”
“Anne…”
“So che ci ami, William. Ho
visto come hai reagito…laggiù. E sei tornato lì per lei.” Scrollò le spalle.
“Non ci capisco niente di queste faccende da super, ma ora so che per noi ci
sarai. E so che Melissa sarebbe fiera di te. Per ora, diciamo che ci basta,
hm?”
“Già.” Istintivamente,
Carrion usò il suo potere per ‘repellere’ l’aria intorno a sé e mettersi a
levitare, per ‘sedersi’ affianco alla moglie. Adesso, almeno, sapeva che il
Caduceo poteva toglierselo di dosso, quando gli altri fossero stati d’accordo.
Per ora, diciamo che bastava…