Dan fece forza con le braccia, ma non c'era verso di spezzare quella tela in cui era rimasto invischiato.
Davanti ai suoi, intanto, sua sorella, il suo alter ego infantile e sua madre, continuavano la loro spensierata vita.
"E' inutile che ti opponi..." fece Succubus al suo fianco "Come ti ho detto non c'è posto per te in questo mondo..."
"Maledetta! Cosa stai facendo a mia madre?" ringhiò Dan.
"Io?" Succubus scoppiò in una stridula risata "Guarda che io non centro niente... io le ho solo dato una mano: è stata tua madre a creare questo mondo e a rifugiarvisi dentro!"

15
Le Menzogne dei Genitori

"Sono deliziato!" proruppe Mefisto, sovrastando il suo regno da uno scranno d'ossa.
Teneva la mano sollevata verso l'alto e nel suo pugno brillava uno sciame di luci "Anime... quante anime in così pochi giorni! Adam è un valido servitore... ancor più dell'altro emissario che ho di recente spedito sulla terra..." si chinò ed aggiunse rivolgendosi a Threnody, imprigionata sotto di lui "Dovresti essere orgogliosa di suo figlio... Il suo potere, potenziato dal potere infernale, si è evoluto in maniera sorprendete... la sua sola presenza riesce a spingere verso la morte chi è già ad un passo da esso, risucchiandone le ultime forze vitali... E tutte le anime che strappa, entrano in mio possesso!"
"E' solo un bambino!" pianse Threnody "Lascialo in pace!"
"Il tuo bambino è riuscito a tenere testa ad uno degli spiriti della vendetta..." sorrise Mefisto "E' più di quanto mi aspettassi da lui..."

Stazione della polizia.
John Blaze scese adagio le scale che conducevano nel seminterrato, tenendo parato innanzi il suo fucile.
Sul punta brillava una scintilla di fuoco infernale che gli illuminava la via.
Giunto alla fine degli scalini, si guardò intorno e notò subito un sagoma a terra.
"Hey, che succede qui?" chiese correndo al fianco del poliziotto: era ricoperto di graffi e tagli.
"Quella cosa..." tossì lui "Ha preso Robertson.. e poi ha cercato di prendere anche me... ma quando ha sentito i passi per le scale si è ritirato..."
"Ce la fai a muoverti?"
"Si... penso di si..."
"Allora vai di sopra e fatti mettere qualcosa su quelle ferite... io vado a vedere se becco il colpevole..."
"Ok..." fece Miller e si trascinò verso le scale.
Intanto John si fece avanti, cercando di non respirare con il naso poiché la puzza di quello scantinato gli faceva venire voglia di vomitare.
D'un tratto sentì sotto il piede una sostanza molliccia, abbassò lo sguardo e vide che aveva pestato una sostanza rossastro, in mezzo a cui spiccavano degli stralci di tessuto blu.
"Mi sa che ho trovato Robertson..." disse fra se e se, quando sentì un mugolio alle spalle.
Si voltò e vide lo Spaventapasseri: aveva preso Miller e lo stava stringendo a sè.
Dalla carne del criminale si allungavano, attraverso gli strappi sulla maglietta, delle protuberanze appuntite, che avvolsero il corpo dell'agente, lacerandone le carni, poi vennero ritratte di colpo, riducendone il corpo in brandelli.
"Lurido schifoso!" gridò John sparandogli contro una fiammata di fuoco infernale.
Lo spaventapasseri fece un passo in dietro e sparì, come inghiottito dall'ombra, mentre la fiamma si infrangeva contro il muro.
"Voglio la mamma!" sibilò riapparendo alle spalle di John.
Allungò le mani e le serrò sul collo dell'uomo.
John sentì la pressione delle dita callose del criminale contro la sua pelle, ma soprattutto sentì gli spuntoni che cominciavano ad allungarsi aprendo rivoletti di sangue.
Lo Spaventapasseri mollò la presa quando una spada si infilzò tra le sue scapole.
Saltò indietro soffiando, se la tolse e poi si nascose tra le ombre.
"Tutto apposto?" chiese Shriker recuperano la spada.
"Si, Ma tu chi sei?" fece John puntandogli contro il fucile "Ah, Jack.. si.. Dan me l'aveva detto delle tua doppia identità..."
"Cosa era quello?" chiese il ragazzo.
"Quello era lo spaventapasseri... solo che è diverso da come lo conoscevo... non l'ho mai visto mimetizzarsi nelle ombre, né giocare a fare Hellraiser... c'è qualcosa che non mi torna..." si diede una botta sulla nuca "Cavolo! Stacy! Dobbiamo andare ad avvertirla! Quel pazzo crede che lei sia sua madre, dobbiamo andare ad avvertirla..."
E così dicendo corsero su per le scale.

Francis Ketch era nel giardino di casa, seduta sull'erba con i suoi due bambini.
Era sera e tenevano lo sguardo puntato verso l'alto, nel cielo nero stavano esplodendo le luci dei fuochi d'artificio del quattro luglio.
"Mamma! L'hai visto che bello?" strillò il piccolo Daniel tendendo le mani verso l'alto.
"Si Daniel... era pieno di colori... sembrava un grosso fiore!" sorrise la donna carezzando la nuca del figlio.
"Questo è il suo mondo perfetto..." commentò Succubus.
Osservava la scena insieme a Dan, sempre intrappolato nella tela.
"Da quando la sua vita ha cominciato ad andare a rotoli, con la morte di sua figlia e i tuoi guai, ha cominciato a rifuggiarsi nelle sue fantasie... Inizialmente, per riuscire ad abbandonarsi a questo mondo immaginario, aveva bisogno della spinta dell'alcol.. Ma con l'andare del tempo per lei è diventata sempre più facile, bastava dormire e nel regno dei sogni trovava il suo mondo perfetto..." spiegò la creatura "E io, che avevo pena per lei, ho deciso di aiutarla... Con i miei poteri, ho reso i suoi sogni sempre più reali, le sensazione che provava diventavano sempre più realistiche, fino a quando non ha preferito questo mondo a quello reale... un mondo in cui esistono solo lei e i suoi adorati figli."
"Cosa c'è dietro?" ringhiò Dan "Tu lavori per Incubo... lui centra qualcosa in tutto questo?"
Succubus distolse lo sguardo senza rispondere.
"Lei non lavora più per Incubo..." esclamò una voce "Ora lavora per me..."
La voce veniva dal tetto della casa dei Ketch, su cui era apparso un uomo con indosso una veste bianca, simile ad un tunica, aveva i capelli biondi e un volto squadrato.
"Chi sei tu?" chiese Dan.
"Il mio nome è Glorian, il modellatore dei sogni!" esclamò saltando giù dal tetto e giungendo di fronte ai due "Ma presto diventerò Glorian, il signore degli incubi. E' da un po' che ho deciso di ampliare le mie vedute... e per questo ho deciso di sottrarre il ruolo di Incubo... ma non sarà un lavoro facile ed ho trovato in Succubus una valida alleata..." si avvicina alla creatura e le carezzò il viso con la mano "Povera ragazza... Incubo l'aveva mandata sulla terra esclusivamente per impossessarsi della mente di Ghost, ma non si è rivelata abbastanza pronta.... prima che potesse agire, Ghost è stato coinvolto in altri piani, uscendo così dalla portata i Incubo. Lui ovviamente si è arrabbiato. L'avrebbe eliminata per non aver portato a termine il suo compito, se lei non si fosse rifugiata nella mente di Francis Ketch. Inizialmente l'ha fatto perché sperava da qui di recuperare informazioni su Ghost che l'avrebbero poi fatta rientrare nelle grazie del suo signore, ma a poco si è abituata e nutrendosi lentamente delle energie mentali scaturite dai sogni della donna, è riuscita a sopravvivere fino ad oggi..."
"Quindi è colpa tua se mia madre sta male!" Dan si allungò verso Succubus, cercando di colpirla.
"No.. come ha già detto, è stata tua Madre a voler abbandonarsi a queste illusioni... Se non l'avesse voluto, Succubus non l'avrebbe potuto in alcun modo costringere..." Glorian sorrise "Ma è stato meglio così.. la sua mente è diventata per me terreno dall'allenamento... Ho dato una mano a Succubus a rendere sempre più realistici questi sogni guadagnando esperienza che mi sarà utile quando attenterò al trono di Incubo."
"Sgombrate subito dalle mente di mia madre!" gridò Dan.
"Che ragazzo passionale." Glorian gli afferrò la faccia, spingendolo contro la tela "Vediamo che sogno possiamo creare per te..."

Intanto al piano di sopra, Stacy bussava all'ufficio di suo padre, ignorando che in quel momento l'uomo fosse impegnato in un faccia a faccia con Anton Hellgate.
"Vede caro Arthur." Fece l'uomo accomodandosi alla scrivania "Si da il caso che in questo periodo stia attraversando una... come dire... crisi d'identità... ci sono momenti del mio passato che mi risultano poco chiari... e penso che un modo per sollevare quel velo di nebbia che avvolge i miei ricordi sia sfruttare i dati che hai raccolto su di me..."
Arthur Dolan tirò fuori da dietro la cinta la sua pistola, puntandola contro di lui "Sei un criminale Hellgate... e io non scendo a patti con quelli come te!"
Contemporaneamente Astaroth e Astarte puntarono l'uomo con i loro pugni fiammegganti e Snowblind fece lo stesso con una pistola.
"Ti prego, Arthur, non fare mosse avventate..." sorrise Hellgate "Conosci Snowblind, e sai quant'è pericoloso. E per quanto riguarda i miei due Bambini... ti assicuro che anche loro non so da sottovalutare..."

Nel frattempo Blaze, insieme a Shriker era appena salito per le scale, giungendo al piano terra.
"Evacuate subito la centrale!" gridò "Lo Spaventapasseri, un pazzo assassino, si nasconde nel sotterraneo, siete tutti in pericolo!"
"Hei, giovanotto!" un agente gli poggiò una mano sulla spalla: era un uomo di colore, alto quasi due metri, con il volto sfregiato da varie cicatrici ed uno sguardo severo "Con chi pensi che stai parlando? Questa è una centrale di polizia, è piena di uomini ben addestrati e non ci faremo cerco mettere in difficoltà da un buffone in calz...uk..."
Il petto dell'uomo venne traversato dagli spuntoni d'osso allungatisi dalle dite dello Spaventapasseri, che era appena apparso alle sue spalle.
Il criminale lo sollevò in aria e lo gettò contro una scrivania, che si sfasciò subito sotto il suo peso.
John gli saltò addosso tendendo il fucile, ma lo Spaventapasseri fu più veloce e lo ferì al ginocchio con una lama d'osso.
Nella stazione di polizia intanto era intanto scoppiato il Caos, alcuni poliziotti cercarono di sparare allo Spaventapasseri, ma questi sparì nelle ombre, lasciando che i proiettili rimbalzassero sul marmo, e riapparve alle loro spalle, allargò le braccia e gli agenti vennero trapassati da una raffica di spuntoni che fuoriuscirono dal suo corpo.
Buona parte dei presenti, si mise a scappare e gridare in preda al panico.
John, che dopo il colpo al ginocchio, era finito a terra, si stava rialzando quando venne travolto dalla folla e si trovò con una donna tra le braccia.
La guardò negli occhi e per un attimo il tempo si fermò: aveva gli occhi azzurri e i capelli di un selvaggio biondo scuro.
Nella mente di John la sua immagina si sovrappose ad un'altra.
Entrambi i loro volti assunsero l'espressione tipica di quando si riconosce qualcuno, una persona cara che non si vede da tempo.
"Roxanne?" mormorò John.
"Johnathan?" sussurrò la ragazza.
La folla li separò, spingendo la donna verso lo uscita e schiacciando John contro il muro.
La seguì con lo sguardo finché non sparì, trascinata fuori, poi scosse la testa: non era possibile che fosse Roxie... lei era morta.
Per il momento doveva pensare a mettere in salvo Stacy.

Night Club del sangue.
Michael era sdraiato a terra con una mano premuta sul petto.
"Fa male?" gli chiese Seer.
"Dannatamente... ma ancora per poco..." la mano di Michael si accese di un'intensa luce e una fiamma bianca avvampò avvolgendogli il busto.
Il fuoco entrò nelle sue carni, sanandogli le ferite e rinsaldando le ossa rotte.
"Ora va meglio!" esclamò Michael alzandosi.
"Il fuoco infernale... lo usi con maggior maestria ogni giorno che passa..." commentò Seer "Hai difficoltà a usarne i poteri lenitivi?"
"Uh? No... cioè, all'inizio non avevo coscienza di usarlo, ma adesso riesco a farlo a comando...." spiegò Michael.
Seer lo guardò qualche secondo in silenzio "Beh... adesso dobbiamo pensare a quell'ammasso di carne morta! Riuniamo Dan e John e..."
"No! Non c'è bisogno!" esclamò Michael "Me la caverò benissimo da solo... e poi non mi va di disturbarli.."
"Mmm... come vuoi tu." Mormorò Seer "Però cerca di stare attento, è una creatura pericolosa..."
"Torniamo al cimitero." Michael salì sulla moto, seguito da Seer, la ragazza alzò le mani e svanirono in una luce verde.

Cina.
Da alcuni giorni, il custode attendeva in un stanzetta scavata nella roccia di una caverna sotterranea.
Quando udì il cigolio della piccola porta di legno, si alzò di scatto in piedi, per accogliere i due uomini che entrarono.
Membri della razza segreta degli uomini teschio, le loro nuche erano dei teschi fiammeggianti.
"L'alto sacerdote acconsente ad incontrarti, Custode." Annunciò uno degli uomini.
Il custode lo seguì attraverso un lungo corridoio che scendeva nelle viscere della montagna.
Giunse infine in un'ampia sala, con arazzi tesi alle pareti e candele rosse poggiate per terra.
Al centro della sala, accanto ad un altare su cui risplendeva un manufatto di metallo, vi era un uomo teschio, la cui tonaca era più elaborata rispetto a quella degli altri.
"E' molto tempo che non ci vediamo, Custode..." disse il sacerdote, facendo un passo avanti: una fiamma lo avvolse e, quando si estinse il suo volto aveva fattezze umane.

"Cos'è questo casino" chiese Stacy guardando la gente che gridava e scappava.
"Stace! Ho paura..." mormorò Adriene stringendosi all'amica.
Lentamente, da dietro una scrivania emerse lo spaventapasseri "Mamma..."
Stace e Adriene si voltarono lanciando un urletto.
"Tu!" gridò Stacy, maledicendo la decisione di non aver portato la pistola con se.
"Mamma... fa male... tanto male... tutto male..." sospirò allungandosi sulla scrivania: ogni volta che apriva la bocca emanava zaffate d'alto cattivo.
"Giù le mani dalle signore!" gridò Shriker colpendolo con un calcio volante in pieno viso, che lo fece ricadere all'indietro.
John giunse in quel momento "Stacy, correte via. Quel pazzo vuole te!"
Shriker aveva nel frattempo spinto a colpii di spada lo Spaventapasseri dall'altra parte della stanza.
"Mio padre è chiuso nel suo ufficio!" esclamò la ragazza "Non posso lasciarlo!"
"Voi andate! Ci penso io a tuo padre!" le ordinò John.
"Come sei coraggioso John..." disse Adrienne.
"Adrienne! Non è il momento!" Stacy la prese per mano e corsero via..
Shriker alzò la spada per colpire lo spaventapasseri, ma questi allungò una gamba e lo fece scivolare a terra con uno sgambetto.
Gli saltò addosso, allargando le braccia e facendo apparire una scia di spuntoni sul petto.
Ma Jack, con una rapida mossa, gli lanciò un Sai verso il viso.
La lama del pugnale penetrò nell'occhio dello spaventapasseri, obbligandolo a retrocedere di qualche passo, mentre dal suo occhi iniziava a colare un liquido giallastro.
Jack ne approfittò di rialzarsi, dando però l'occasione al criminale per sparire.

Dan si sentì sprofondare, ebbe la sensazione di precipitare per interminabili minuti e tutto si fece nero,
Quando toccò terra, era in una stanza da letto.
Seduta sull'ampio letto matrimoniale, c'era Stacy, era completamente nuda, fatta eccezione per il lenzuolo bianco che le avvolgeva il corpo lasciando ampie zone di pelle scoperte.
"Sta..ce?" balbettò Dan.
"Oh Dan.. ho tanto freddo..." la ragazza si alzò, facendo scivolare a terra il lenzuolo e si avvicinò a Dan.
"No." Dan chiuse gli occhi "Non sei Stacy... non lo sei..."
L'ambiente intorno a lui si disgregò con un rumore di vetri infranti.
Il suo di un campanello giunse chiaro alle sue orecchie.
Aprì gli occhi ed era nell'ingresso della sua casa.
Aprì la porta e si trovò davanti Jennifer Kale e John "Ciao Dan! Buon compleanno!"
Gli porsero un pacco regalo e Jen lo prese per mano, trascinandolo in giardino "Dai, ci sono tutti, non facciamoli aspettare!"
Nel giardino, dietro una tavolata su cui spiccava una torta piena di candeline, c'erano sua madre, Stacy, Jack, Adrienne, Chris, Akene, Seer, Il custode, Michael, Paula...
Tutti lo guardavano sorridendo.
Dan si fermò e lasciò andare avanti Jen.
"Questo.. è solo un sogno...." mormorò voltandosi ed allontanandosi, mentre alle sue spalle tutto si sbiadiva e spariva.
D'un tratto si trovò in un'aula universitaria.
Una commissione di professori era riunita davanti a lui.
"Siamo lieti di conferirle la laurea, Mr Ketch..." annunciò uno dei professori.
Dan si voltò e vide dal fondo dell'aula sua madre, nel suo vestito più elegante, guardarlo con occhi ricolmi ci commozione.
Nelle sue mani stringeva la laurea, l'afferrò con forza e la strappò con un colpo secco.
Come il foglio, anche la stanza venne divisa in due da un solco a metà e Da si trovò a precipitarvi dentro.
"Non riesci a trovare un sogno in cui imprigionarlo..." mormorò Succubus.
"Evidentemente questi sono sogni superficiali.. bisogno andare più a fondo nella sua psiche per sapere cosa vuole davvero..." rispose Glorian.
L'oscurità in cui stava precipitando, si tinse lentamente si sfumature rossastre, mentre nelle sue orecchie rimbombavano grida e urla.
La caduta di Dan terminò contro un terremo flaccido e molle.
Aprì gli occhi e si accorse di essere finito su una distesa di cadaveri.
Vi erano centinaia di corpi, sanguinanti e privi di vita, il sangue saturava l'aria, tingendo tutto di rosso.
Altri cadaveri cadevano dal cielo e tutto attorno a lui si issarono delle croci.
Sulle croci comparvero i suoi cari: sua madre, Stacy, Paula, John, Jack...
Tutti era bloccati da una spada che gli penetrava nel petto, facendo sgorgare copiosi schizzi di sangue dal petto.
"E questo... è il tuo sogno nascosto..." Glorian comparve alle sue spalle, accompagnato da Succubus "Macabro, non trovi? Questo è il sogno del lato di te che reprimi e nascondi... Un sogno fatto di sangue e di morte... e' questo che desideri realmente?"
"Smettila!" gridò Dan voltandosi "Fallo sparire: subito!"
"povero Dan Ketch..." ridacchiò Succubus facendo un passetto avanti "Hai così paura del tuo lato nascosto? Perché non ammetti quali sono i tuoi veri desid..."
Dan portò una mano avanti con la quale trapassò l'addome della creatura.
I suoi occhi ardevano d'ira " Ho detto: Smettila!!!"
Succubus boccheggiò, mentre l'ambiente attorno a loro si scioglieva, come i colori di una quadro su cui fosse stata gettata una secchiata d'acqua.
Si ritrovarono nel sogno di sua madre, nella cucina dove stava servendo il pranzo ai suoi figli.

Cypress Hill.
Nella sua vecchia casa, il novantenne Thomas Middleton, dormiva nel suo letto.
Era riuscito a prendere sonno solo dopo aver a lungo tossito e sputato sangue.
Era malato di un cancro ai polmoni che, lentamente, lo stava consumando.
Davanti alla sua finestra, apparve l'imponente sagoma di Adam.
I poteri del bambino si attivarono, le ultime energie vitali abbandonarono il corpo dell'uomo e la sua anima si staccò dal corpo.
Il peso dei peccati dell'uomo, come aver tradito più volte la moglie, l'aver ucciso un uomo disarmato in guerra, aver investito un bambino con l'auto ed essere scappato senza aver dato soccorsi, azioni di cui mai si era pentito nella sua vita, fu come zavorra che agganciò l'anima dell'uomo, trascinandola all'inferno.
Con un mugolio Adam si allontanò dalla casa.

A causa della confusione e del buio, Stacy sbagliò strada e invece di uscire dalla centrale, si ritrovò a correre per le scale che portavano nel seminterrato.
"Stacy! L'uscita è dall'altra parte!" strillò Adrienee, la ragazza mise un piede in fallo e precipitò addosso all'amica che la precedeva, finendo tutte e due con il muso contro il pavimento del sotterraneo.
Alzandosi a fatica, Adrienne trovò con le dita i resti del corpo di uno degli agenti.
Tirò indietro la mano disgusta ed urtò una torcia.
L'afferrò e illuminò la stanza "Stacy... che facciamo? Scappiamo o rimaniamo qui in attesa che lo cose si calmino?"
Un odore di marcio riempì d'un tratto la stanza.
Un mugolio giunse da un angolo.
Stacy afferrò la torcia e puntò il fascio di luce in quella direzione.
Lo spaventapasseri era rannicchiato a terra, con una mano premuta contro l'occhio "Mamma.. fa male... brucia... tutto..."
Stacy e Adrienne si mossero lentamente indietro.
Lo spaventapasseri si alzò e si trascinò verso le due "Fa male... male..."
Afferrò i lembi della malridotta maglia con le mani e la strappò via, mostrando il busto nudo.
La sua carne era scura, piena di piaghe e ferite, in particolare vi erano in evidenza tre tagli orizzontali due sui pettorali e uno, più lungo, sull'addome.
D'un tratto, i tre tagli si allargarono: i due più piccoli mostrarono dei bulbi oculari rossi, quello più grande una sfilza di denti appunti; sul busto dell'uomo si era formato come un grottesco volto.

Seer e Michael apparvero nel cimitero.
"Da dove cominciano a cercarlo?" chiese Michael.
"Non penso che serva la Scoobie Gang per trovarlo." Seer indicò le profonde impronte nel terreno "Non si è preso troppa briga di nascondere le sue traccie!"
Seguirono le impronte, fino al margine del cimitero, poi da lì, rami spezzati e bidoni di spazzatura rovesciati segnarono per un po' la pista, fino a quando non videro le luci dell'ambulanza davanti alla casa di Thomas Middleton.
"Ha colpito di nuovo..." fece notare Seer.
Da quel momento la nuova scia che seguirono fu quella delle case dove erano ferme le ambulanze, percorrendo il percorso delle vittime di Adam.
Dopo essere passati davanti alla settima casa, Seer sbarrò gli occhi.
"Michael.. ho capito dove sta andando!" esclamò "Continuando in questa direzione... c'è l'ospedale per l'infanzia. Lì è pieno di bambini malati di cancro."
"Dannazione.. sembra che quel coso senta l'odore della morte... e ne sia attratto..." ringhiò Michael "Non so come abbia fatto ad uccidere tutte quelle persone senza neanche toccarle, ma non gli permetterò di fare del male a dei bambini!"
Strinse le mani sul manubrio, il fuoco infernale avvolse la moto, entrando nel serbatoio, le ruote si infiammarono e il mezzo accelerò lasciando un solco sull'asfalto.

Dan tirò il braccio fuori dal corpo di Succubus e si voltò verso la madre " Mamma tu vieni con me!"
"No!" ringhiò Glorian afferrandolo per la spalla "In questo mondo di sogno comando io!"
Dal corpo di Dan si allungò una tela di catene, che strinsero come in un bozzolo Glorian e Succubus.
Poi corse verso la madre e l'afferrò iniziando a scuoterla "Mamma! Mamma! Sono io! Dan!"
La donna, lo guardò sconvolta e iniziò a gridare "MI lasci, mi lasci!"
I piccoli Dan e Barbara gli afferrarono le gambe "Lascia la Mamma!"
"Mamma, non è vero! Non c'è niente di vero, qui!" urlò Dan "Anche i sentimenti che provi, non so che un pallido riflesso dei veri sentimenti! Non infangare così l'amore mio e di Barb! La vita fuori è difficile, ma continuare a nascondersi in un mondo fittizio, non risolverà niente!"
"Io... sono felice qui..." pianse la donna.
"Mamma.. non ci lasciare..." strillarono i bambini.
"Non è qui il tuo posto!" Gridò Dan e un folata di vento spalancò finestre e porte, trascinando via parte dell'arredamento della casa "Mamma, questo è solo un sogno! Non c'è niente di vero!"
I bambini si bloccarono e vennero spazzati via dal vento come fossero di sabbia.
"No! Dan! Barbara!" gridò Francis.
Dan l'abbracciò "Mamma.. io sono qui.. ti prego... ti prometto che non ti lascerò, ma.. per favore... torna da me... mi manchi..."
La casa venne spazzata via dal vento.

Ospedale dell'infanzia.
Nei loro lettini, i bambini dormivano.
Il piccolo Rupert si alzò, spinto da un'impellente bisogno della vescica.
Scese le scale e raggiunse il bagno.
Espletati i suoi bisogni, uscì nel corridoio, ma prima di salire le scale, guardò fuori dalla finestra.
Gli si stagliò innanzi la figura di Adam.
Il bambino rimase a fissarlo a bocca aperta, mentre la grossa mano di Adam lo afferrava e lo trascinava fuori.
Sollevato in aria, Rupert si sentì d'improvviso fiacco e debole.
Chiuse gli occhi, intenzionato ad addormentarti.
"Lascialo stare, mostro schifoso!" gridò Michael investendo con la moto Adam.
Il bambino gli volò via dalla mano, ma fu prontamente afferrato da Seer.
Adam si rialzò ringhiando.
Michael gli corse di nuovo addosso, ma il bestione afferrò la ruota della moto e la lanciò contro una parete.
Badilino era saltato giù in tempo e si trovava ora a fronteggiare la creatura.
"Che razza di bastardo se la prenderebbe con dei bambini malati!" ringhiò Badilino mentre le sue mani si illuminavano di rosso.
Prima che potesse attaccare, Adam calò il pugno, obbligandolo a retrocedere, mentre la sua mano si incastrava nell'asfalto.
"Michael! Il bambino si sta indebolendo!" gridò Seer "In qualche modo la sola presenza di questo mostro basta a spingerlo lentamente verso la morte!"
"Teleportaci lontano da qui!" esclamò Michael evitando un altro pugno "Portaci da qualche parte... dove a quest'ora non ci sia troppa gente."
"Michael, forse dovrei chiamare gli altri!" esclamò Seer.
"Non ce n'è bisogno! Teleportaci! Ora!" le ordinò Michael.
"Ok.. ti raggiungo appena posso, tieni duro!" Seer li indicò con una mano e una luce verde li avvolse.
Poi entrò dalla finestra e adagiò Rupert su una panca nel corridoio.
"Scusa piccolo se non ti porto nella tua stanza... ma sono di fretta." E così dicendo sparì.

"Capitano Dolan? Mi sente? Si allontani dalla porta, la butto giù!" gridò John dando una spallata alla porta dell'ufficio che aveva provato più volte ad aprire senza successo.
Si trovò a rotolare sul pavimento dell'ufficio, finendo steso di fronte alla scrivania, alla quale era seduto Hellgate.
"Tu.. bastardo, cosa ci fai qui?" ringhiò Blaze, ma prima che potesse puntarlo con il fucile sentì contro la nuca la pressione della pistola di Snowblind
"Stia calmo Blaze... questo è un incontro tra Galantuomini..." disse Hellgate "Sono qui, per farmi dare qualcosa che mi spetta di diritto da Arthura Dolan.." indicò l'uomo, tenuto per un braccio da Astaroth.
"E di cosa si tratta?" chiese Blaze guardandosi intorno.
"Della mia identità." rispose lui con tono compiacente.
"Di che stai parlando? Mi pare che avessi chiarito chi fossi realmente!" proruppe Blaze.
"Già... Ma dimmi Blaze, nel mio racconto non hai trovato nulla di fuori posto?" chiese Hellgate con tono incuriosito "Io si... ho trovato parecchie cose che non tornavano: come mai io che sono in realtà la proiezione in questa realtà di un demone, sono sempre stato scettico nei confronti del misticismo, tanto da condurre una serie continua di esperimenti per verificarne l'esistenza.... come quelli su Vendetta o.. sui suoi Figli.."
"I miei figli?" John fece un passo in avanti sbattendo le mani sul tavolo "Cosa hai fatto ai miei figli? Cosa centrano loro?"
"E per quanto mi sforzassi di capire... di ricordare" proseguì come se non fosse stato interrotto l'uomo "Non ci sono riuscito: ho trovato degli enormi buchi nella mia memoria... Ed ho deciso di colmarli con l'aiuto di Arthur. So per certo che quando passava informazioni a Ghost, ha fatto molte ricerche su di me. E quindi, eccomi qui, a chiedere al buon Arthur di consegnarmi tutto il materiale su di me..."
"Cosa hai fatto ai miei figli?" ripeté John.
"Quanto sei noioso..." mormorò Hellgate alzando un sopracciglio, poi si sollevò dalla sedia e si avvicinò a Dolan "Fammi indovinare, Arthur..." scivolò con le dita sul Cd che stringeva tra le mani "Non sarà mica questo quello che sto cercando? " gli poggiò un piede in faccia e lo spinse a terra"Purtroppo il BlackOut mi impedisce di poter verificarne il contenuto sul pc..."
Con la coda dell'occhio, John vide che Snowblind stava seguendo con lo sguardo il suo capo.
Approfittando di quella distrazione roteò su una gamba, colpendo con un calcio la mano dell'uomo, disarmandolo.
Poi si lanciò verso Hellgate, afferrò il disco e poi rotolò accanto a Dolan.
Puntò il fucile sulla Cricca di Hellgate "Fai una sola mossa, e il cd va in pezzi!"
Hellgate lo guardò irato "Io ti consiglierei di valutare le tue azioni, Blaze... distruggi quel disco... e ti assicuro che non saprai nulla dei tuoi figli. Consegnamelo e ti rivelerò la verità sul loro destino."

Statua delle libertà.
Seer apparve in un lampo di luce, su una delle punte della corona della statua.
"Michael? Dove sei?" chiamò a voce alta.
Nel buio della notte non riusciva a vedere a un palmo dal suo naso, illuminò la mano e la portò innanzi a se.
Fu allora che lo vide.
Esattamente al centro della nuca della statua.
C'era Adam, in piedi, con un braccio disteso sul fianco, l'altro teso verso l'alto.
Nel palmo della mano, stringeva Michael per la testa.
"No..." mormorò Seer.

Dan riaprì gli occhi e si trovò seduto sulla sedia accanto al letto di sua madre.
La testava gli doleva a morire e i suoi sensi era confusi: per quanto tempo era rimasto privo di sensi?
Una luce illuminò le sue spalle.
L'uomo con l'impermeabile verde era in piedi accanto alla finestra, sulla mano teneva una sfera che brillava intensamente.
Rischiarata dal chiarore della sfera, la pelle dell'uomo sembrava ancora più bianca di prima, e le il bianco dei suoi occhi era d'improvviso diventato nero.
Fu allora che Dan lo riconobbe.
"Incubo!"

 

 

Prossimamente:
Spiriti della Vendetta 16
Stretti in una morsa
Quale sarà il destino della madre di Dan? Blaze scoprirà la verità sui suoi figli scomparsi? Potrà Seer salvare Michael?

Note:
cito da spiriti della vendetta 4 "La signora Ketch le poggiò una mano sulla spalla "Ti capisco Stacy... anche io, a volte, sogno che i miei figli siano di nuovo qui, nella loro casa... Penso che alzandomi dal letto e scendendo le scale me li troverò davanti..." come vedete, già dieci numeri fa avevo ben in testa cosa stesse succedendo a Franci ketch... niente male, eh? :) x il resto questa storia ha parecchi spunti: i sogni di Dan ci rivelano qualcosa di lui e delle sue aspirazioni, ma anche del suo lato nascosto; intanto alla stazione di polizia John ha incrociato.. al defunta Roxanne? Ne saprete di più nei prossimi numeri. Quanto ad Adam, si sta rivelando un avversario molto più pericoloso del previsto...
per alcuni punti che potrebbero non esservi chiari, ecco un paio di note:
1) Glorian, il modellatore dei sogni, è Thomas Gideon. E' stato "apprendista" del Modellatore di mondi. La sua ultima apparizione risale ad un episodio di Generation X apparso su Wiz 31.
2) hellgate (vi ricordo) ha rapito i figli di John nell'inedita serie regolare di Blaze... in realtà la faccenda è un po' più complicata, a causa dei soliti autori confusionari, però accontentatevi questa stringata spiegazione ^^,
3) Astaroth ed Astarte sono apparsi per la prima volta nel numero uno di questa serie.